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Meno contanti più carte prepagate: soluzioni smart per piccoli e grandi acquisti

Siamo in fila al supermercato, ormai diventata una delle attività più mondane da quasi un anno a questa parte. Arrivati alla casa e dopo aver sistemato con abilità la spesa nelle buste, complice anni e anni passati su Tetris, ci accingiamo a pagare. Panico. Abbiamo lasciato i contanti a casa, sul tavolo. Riusciamo a rievocare col pensiero il momento esatto in cui chiudiamo la porta alle nostre spalle mentre le povere banconote vengono abbandonate al loro destino. E noi al nostro. Quante volte siamo incappati in una situazione del genere?

Il mondo degli acquisti sta cambiando, compriamo quasi tutto sul web, e usiamo sempre meno i contanti. Sono molte le iniziative finalizzate per agevolare l’uso delle carte prepagate, e lo stesso Stato ha creato dei programmi proprio per incentivare le transazioni elettroniche e scoraggiare l’utilizzo di monete e banconote.

Meno contanti più carte prepagate

Sempre più persone si affidano alla praticità delle carte prepagate a discapito dei contanti. Avere dei soldi con sé a volte diventa un peso, abbiamo paura di perdere monete in giro, o lasciare le banconote nelle tasche di giacche e cappotti. C’è chi, sbadatamente, dimentica i contati perfino sul cruscotto dell’auto, creando situazioni potenzialmente spiacevoli per sé e per la povera automobile.

Le carte prepagate evitano questi inconvenienti, sono comode, pratiche e sono sempre più collegate ad App e servizi appositi. Anche se dovessimo smarrirle, abbiamo diversi modi per gestire le nostre finanze senza perdere un centesimo.

Sono facili da gestire, non ingombrano e possiamo utilizzarle ovunque, ricaricandole con un semplice gesto. Ci permettono di acquistare davvero qualsiasi prodotto e in tutta sicurezza.

I vantaggi delle carte prepagate

L’esperienza d’acquisto incentrata solo ed esclusivamente sul prodotto non ci basta più, sono tanti gli elementi a cui stiamo prestando sempre più la nostra attenzione.

Comprare in modo sicuro non ha più un solo significato. Nell’era del COVID-19, abbiamo limitato i contatti e anche per quanto riguarda l’acquisto abbiamo la necessità di utilizzare sempre meno i contanti per evitare inutili scambi. In questo caso, le carte prepagate sono un’ottima soluzione grazie alla funzione contactless, ossia il pagamento senza contatto.

La comodità è un altro aspetto che non possiamo sottovalutare nelle nostre esperienze d’acquisto. Una carta prepagata ci consente di effettuare qualsiasi tipo di spesa, dalla più piccola, come pagare un cappuccino al bar prima di recarsi a lavoro, a quelle più impegnative. Per esempio, possiamo gestire tramite app i nostri bollettini risparmiando sulle commissioni, inviare bonifici e controllare le nostre finanze in pochi e semplici gesti, anche da casa. Per non parlare della comodità di poter ricaricare la carta nei punti vendita abilitati.

Le carte prepagate, inoltre, sono davvero convenienti perché hanno un canone annuo irrisorio e di conseguenza sono adatte anche per i più giovani e per chi ha un reddito non fisso e non possiede un conto in banca.

Una società senza contanti grazie a nuovi strumenti smart

Una delle ultime novità che rientra in questi nuovi metodi per fare acquisti e gestire le proprie finanze è la carta Mooney, una carta prepagata Visa con IBAN italiano.

Possiamo attivare la carta in uno dei tanti punti vendita specializzati: tabacchi, bar ed edicole abilitate in tutta Italia. L’attivazione è velocissima, occorrono solo 5 minuti, inoltre è gratuita,  il suo canone annuo è di soli 8€, ed è subito utilizzabile. È ad oggi la carta più vantaggiosa e comoda attivabile sul canale di prossimità.

Scaricando la app Mooney, si potrà inoltre tenere sempre a portata di mano il controllo delle proprie spese.

Grazie ai canali digitali e alla presenza fisica anche nei comuni più piccoli, garantisce l’accesso a un’ampia gamma di servizi di pagamento e transazioni. Questi canali digitali ed elettronici di pagamento integrano e rafforzano l’offerta commerciale tramite un ventaglio di servizi e soluzioni adatti a chiunque.  

Un modello insomma che risponde alle esigenze di tutti, senza lasciare indietro nessuno:

  • Coloro che preferiscono affidarsi al loro barista/tabaccaio/edicolante di fiducia che li accompagni nello svolgimento delle operazioni;
  • Chi ha voglia di andare oltre questi servizi, preferendo l’utilizzo di una App o di un portale online.

In conclusione…

Utilizzando le carte prepagate i benefici sono davvero tanti, in particolar modo:

  • Convenienza;
  • Comodità;
  • Sicurezza.

Acquisti facili, veloci, e sicuri in tutti i negozi in modalità contactless e anche online. Inoltre possiamo inviare bonifici, controllare il saldo, monitorare tutti i movimenti, ricaricare il telefono e pagare i bollettini dallo smartphone risparmiando sulle commissioni.

Fare a meno dei contanti non è una rinuncia, ma una semplice carta prepagata può essere un vero e proprio vantaggio in una società che non si ferma e cambia giorno dopo giorno.

5 cose che Elon Musk ha detto su Clubhouse

L’evento più atteso su Clubhouse è stato sicuramente l’incontro con Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX, che è riuscito ad attrarre grandi numeri, tanto da mettere a dura prova il limite massimo della piattaforma di 5000 persone a Room. I Ninja sono riusciti ad ascoltare l’intero intervento e abbiamo riassunto i punti salienti.

1. Il viaggio su Marte!

Elon Musk ha parlato in primis del progetto di costruire una civiltà autosostenibile su Marte, secondo le sue previsioni questa esperienza si concretizzerà tra 5 anni e mezzo circa, e sarà estremamente difficile e certo non un’esperienza di lusso. Inoltre, dice di non aver raccolto prove reali sullesistenza degli alieni ma ritiene plausibile la loro esistenza.

Nasa-Marte-Nucleare

2. L’importanza dei meme

Chi controlla i meme controlla l’universo: se un’immagine vale mille parole, un meme vale 10.000 immagini.

E se lo dice lui… c’è da crederci. Ha rivelato in esclusiva che possiede un team di amici come meme dealer, sottolineandone il forte valore simbolico e di impatto sulla società e sui costumi.

3. Aggiornamenti Neuralink

Ha annunciato che presto presenterà nuovi video di aggiornamento su Neuralink, alludendo alla possibile esistenza di test su scimmie con innesti wireless nel cervello in grado di giocare ai videogiochi. In ogni caso questi scenari fantascientifici sono di lungo termine, perché a breve termine Neuralink si concentrerà sul dare supporto alle persone con lesioni cerebrali e spinali.

4. Bitcoin e Dogecoin

Dogecoin (DOGE) entra in poco tempo nella top 10 della classifica per la capitalizzazione del mercato. Elon Musk si è autodefinito ritardatario sulla scena crypto ma crede nel potenziale dei bitcoin. In merito ai Dogecoin, nati puramente per scherzo, ha ricordato che la sorte ama l’ironia.

Potrebbero diventare un giorno la valuta universale del nostro pianeta?

elon musk

5. Intervista a Vlad Tenev, CEO di Robinhood

Nella room era presente anche Marc Andreessen di A16Z, investor sia in Clubhouse che in Robinhood. Sul finale dell’evento Elon ha chiamato sul palco il CEO di Robinhood Vlad Tenev, ed ecco perchè Techrunch ipotizza che forse questa room sia stata solo una non convenzionale attività di PR per A16Z. Vlad è stato interrogato da Elon Musk ed ha annunciato meno limitazioni sul trading di Robinhood a partire da oggi.

Abbiamo appena avuto un volume senza precedenti sul sistema. Ho dovuto trattare la cifra da dare alla NSCC (National Securities Clearing Corporation) per gestire il rischio del trading delle azioni “meme”,  da 3 miliardi a 700 milioni. Una volta depositata questa cifra sul conto abbiamo riavviato il trading su Robinhood.

Tra le domande degli utenti, di spicco quella sulle parole di incoraggiamento che darebbe a chi sta per iniziare un business:

Se ha bisogno di incoraggiamento, è meglio che non inizi un business!

Infine, quanti di voi si sono chiesti la routine quotidiana di un Re Mida come Elon Musk?

Ha rivelato che la sua giornata tipo è piena di task noiosi, e trova difficoltà a gestire il context switching tra un business e l’altro. Per rilassarsi, invece, su Netflix spazia tra diversi generi: dalla serie TV “Cobra Kai” all’ultimo film di Christopher Nolan “Tenet”, The Expanse e Guida Galattica per autostoppisti.

elon musk

Elon Musk inserisce #bitcoin nel profilo Twitter e il titolo vola

Il CEO di Tesla e di SpaceX, Elon Musk, inserisce nella sua biografia di Twitter l’hashtag “#bitcoin” accompagnata dal rispettivo logo e le azioni volano alle stelle.

Dopo il caso GameStop, il tweet di Musk viene considerato un forte endorsement alla criptovaluta, spingendone immediatamente il valore, che in meno di mezz’ora è tra i trending topic in tutto il mondo, con un’impennata del prezzo da circa 32 mila dollari a poco più di 38 mila dollari, per attestarsi poi intorno ai 36 mila, passando dal 14% al 18%.

LEGGI ANCHE: La strana storia di GameStop: business da old economy e azioni alle stelle

elon musk bitcoin

“In retrospect, it was inevitable”, ovvero “in retrospettiva era inevitabile”, twitta poco dopo lo stesso CEO di Tesla, riconosciuto da poche settimane come l’uomo più ricco al mondo, con un patrimonio da 187miliardi di dollari (sebbene conteso con Jeff Bezos, in base alle oscillazioni del valore delle azioni Tesla per Musk ed Amazon per Bezos).

La capacità di influire sulla finanza speculativa

Musk si conferma, così, una delle personalità più influenti nel direzionare i mercati finanziari. È bastato, infatti, un semplice cambio di status, per far arrivare il titolo alle stelle. Non è la prima volta, inoltre, che esprime il suo consenso verso la criptovaluta, avendo sempre sostenuto in passato, attraverso Twitter, di non aver problemi nel farsi pagare in Bitcoin, quando in passato il titolo ha raggiunto il suo massimo storico.

E se qualcuno immagina, in futuro, di poter comprare un’automobile Tesla utilizzando i Bitcoin, gli esperti di finanza speculativa evidenziano come sia ancora difficile da utilizzare come metodo di pagamento a causa delle forti oscillazioni del suo valore.

elon musk bitcoin

Elon Musk, CEO Tesla

Il precedente: il caso GameStop

Il giorno precedente Musk si era schierato in sostegno del titolo GameStop contro gli short sellers e le società di brokeraggio, sostenendo la posizione di Alexandria Ocasio-Cortez, deputata democratica anti-establishment del partito di Biden, ed esprimendo il suo dissenso per quella è considerata una manipolazione di mercato.

Le forti posizioni di entrambi, attraverso Twitter, si erano opposte alla decisione di alcune grandi piattaforme di trading online di fermare l’acquisto dei titoli di GameStop, dopo i forti rialzi delle scorse settimane (avevano infatti annunciato la chiusura delle contrattazioni a causa della “straordinaria volatilità dei mercati”). All’origine della scelta, l’azione coordinata di piccoli investitori raccolti su un forum di Reddit, l’aggregatore di social news e forum di discussione molto popolare negli Stati Uniti, provocando prima un ribasso del 44% e poi un incremento esponenziale da un minimo di 112 dollari a un massimo di 483 nel giro di poche ore.

Un blocco considerato inaccettabile dalla deputata Alexandria Ocazio-Cortez, sostenuta anche da Elon Musk nel chiedere un’indagine dopo lo stop al trading dei titoli, con la proposta di un’audizione alla commissione servizi finanziari.

GameSTop, considerato “tra i titoli caldi”, con una crescita pari al 335%, prospetta ancora colpi di scena anche nelle prossime ore.

 

report

50+ report per farsi trovare pronti alle sfide del 2021

Le previsioni sui trend che condizioneranno i mesi futuri sono parte integrante di ogni processo di pianificazione. Conoscere come si stanno muovendo i mercati, in che modo si stanno comportando le diverse categorie di consumatori e quali strade percorreranno i settori industriali diventa ancora più importante in un momento storico ambiguo come il nostro, che fatica a fornire indicazioni chiare sugli sviluppi futuri anche a causa della pandemia di Covid, che sta sconvolgendo alcune delle certezze acquisite fino ad ora.

Sostenibilità ambientale, tecnologia, viaggi, nessun settore può sottrarsi all’incertezza della nuova situazione. La soluzione è, come sempre, affidarsi ai numeri, per cercare di gettare luce sul prossimo futuro.

Questa collezione, in continuo aggiornamento, di report e analisi per l’anno 2021 e per quelli a venire, punta proprio in questa direzione: fornire gli strumenti ideali per comprendere a fondo quello che sta succedendo intorno a noi e muoversi senza inciampo.

Puoi accedere a questa cartella per visionare tutti i report o cliccare sulle immagini raggiungere quello che ti interessa.

#1. ABI Research – 68 Tech Trends That Will Shape 2021

ABI Research - 68 Tech Trends That Will Shape 2021 -_EN

#2. ABTA’s – Six Trends for Travel in 2021

ABTA's - Six Trends for Travel in 2021

#3. Accenture-Fjord – Trends-2021

Accenture-Fjord - Trends-2021-Full -_EN

#4. Accupac – Sustainability Trends to Watch for in 2021

Accupac - Sustainability Trends to Watch for in 2021 -_EN

#5. ADA – The Next Ten Years_Tech Trends that Matter

ADA - The Next Ten Years_Tech Trends that Matter -_EN

#6. ARK – Invest BigIdeas 2021

ARK–Invest_BigIdeas_2021

#7. CISCO – 2021 Global Networking Trends Report

CISCO - 2021 Global Networking Trends Report -_EN

#8. Connecting the Dots 2021

Connecting the Dots 2021

#9. Contagious – Most Contagious 2020

Contagious - Most Contagious 2020 -_EN

#10. Content Marketing Institute – B2B Insights for 2021

Content Marketing Institute - B2B Insights for 2021 -_EN

#11. Deloitte – 2021 Global Marketing Trends

Deloitte - 2021 Global Marketing Trends -_EN

#12. Deloitte – Global Blockchain Survey 2020

Deloitte - Global Blockchain Survey 2020 -_EN

#13. Deloitte – Tech Media Telecom Predictions 2021

Deloitte - Tech Media Telecom Predictions 2021 -_EN

#14. Deloitte – Tech Trends 2021

Deloitte - Tech Trends 2021 -_EN

#15. Dentsu – Brave New Normal Creative Trends 2021

Dentsu - Brave_New_Normal_Creative_Trends_2021 -_EN

#16. EITO Western EU- 11 Tech Trends for 2021 and Beyond

EITO Western EU- 11 Tech Trends for 2021 and Beyond -_EN

#17. Fashion Snoops – 2021 Macro Cultural and Colour Trends

Fashion Snoops - 2021 Macro Cultural and Colour Trends -_EN

#18. Forrester Predictions 2021

Forrester_Predictions-2021_APAC

#19. GARTNER – Top Strategic Technology Trends for 2021

GARTNER - Top Strategic Technology Trends for 2021 -_EN

#20. Gartner & Ant Group -Top 10 Fintech Trends for 2021

Gartner & Ant Group -Top 10 Fintech Trends for 2021 -_EN

#21. Glassdoor – Workplace Trends 2021

Glassdoor - Workplace Trends 2021 -_EN

#22. GSMA – Global Mobile Trends 2021

GSMA - Global Mobile Trends 2021 -_EN

#23. HELABA – Capital Market Outlook 2021

HELABA - Capital Market Outlook 2021 -_EN

#24. Hootsuite – Social Trends 2021

Hootsuite - Social Trends 2021 -_EN

#25. HR Trends 2021

HRTrends2021-Ebook-EN_final

#26. IAB – Brand Disruption 2021

IAB - Brand Disruption 2021 -_EN

#27. Kantar – Predictions 2021 Media Trends

Kantar - Predictions 2021 Media Trends -_EN

#28. KANTAR – The State of Ecommerce 2021

KANTAR - The State of Ecommerce 2021-_EN

#29. KPMG China – 10 Macro Economic Trends in 2021

KPMG China - 10 Macro Economic Trends in 2021 -_EN

#30. Macorva – Learning & Development Trends to Know for 2021

Macorva - Learning & Development Trends to Know for 2021 -_EN

#31. MCKINSEY – The State of Fashion 2021

MCKINSEY - The State of Fashion 2021 -_EN

#32. MCKINSEY China – Consumer report 2021

MCKINSEY China - Consumer report 2021 -_EN

#33. Monetary Association Singapore – SG Blockchain Ecosystem Report 2020

Monetary Association Singapore - SG Blockchain Ecosystem Report 2020 -_EN

#34. Ogilvy – Shift – The_Future of Retail

Ogilvy - S_hift_-_The_Future_of_Retail -_EN

#35. Oliver Wyman – Singapore FinTech Landscape

Oliver Wyman - Singapore FinTech Landscape -_EN

#36. PANDORA – The 2021 Definitive Guide To Audio

PANDORA - The 2021 Definitive Guide To Audio -_EN

#37. Perspectives on Retail and Consumer Goods Issue

Perspectives-on-Retail-and-Consumer-Goods_Issue-8

#38. PWC APAC – Emerging Trends in Real Estate Asia Pacific 2021

PWC APAC - Emerging Trends in Real Estate Asia Pacific 2021 -_EN

#39. S&P_Global Banks 2021 Outlook

S&P_Global Banks 2021 Outlook -_EN

#40. Signals_Melanie Shreffler – Cultural & Consumer Shifts Defining 2021

Signals_Melanie Shreffler - Cultural & Consumer Shifts Defining 2021 -_EN

#41. Smartly.io – Global Social Media Advertising Trends 2021

Smartly.io - Global Social Media Advertising Trends 2021 -_EN

#42. SPARXOO – 2021 10 Digital Marketing Trends

SPARXOO - 2021 10 Digital Marketing Trends -_EN

#43. Synergy Flavours – Consumer Food Trends for 2021

Synergy Flavours - Consumer Food Trends for 2021 -_EN

#44. Trendhunter – 2021 Trend Report

Trendhunter - 2021 Trend Report -_EN

#45. UOB Asean – Fintech Get Up Reset Go

UOB Asean - Fintech Get Up Reset Go -_EN

#46. Visier – HR People Strategies for an Uncertain Future 2021

#47. We Are Social – Think Forward – Great Reset 2021

We Are Social - Think Forward - Great Reset 2021

#48. WGSN – Future Consumer 2021

WGSN - Future Consumer 2021 -_EN

#49. Willis Towers Watson – 2021 Global Medical Trends Survey Report

Willis Towers Watson - 2021 Global Medical Trends Survey Report -_EN

#50. WPP – Martech 2030_Five Trends in Marketing Technology for the Decade of the Augmented Marketer

WPP - Martech 2030_Five Trends in Marketing Technology for the Decade of the Augmented Marketer -_EN

#51. WVU Marketing Communications 2021 Trends

WVU Marketing Communications 2021 Trends

#52. YELP – 2021 Trend Forecast

YELP - 2021 Trend Forecast -_EN

 

#53. BUZZOOLE – La trasparenza nell’Influencer Marketing

buzzole

#54. DENTSU – The Age of Inclusive Intelligence

dentsu

#55. IAB Outlook 2021

iab outlook 2021

#56. 2021-Vidyard-Video-in-Business-Benchmark-Report

2021-Vidyard-Video-in-Business-Benchmark-Report

#57. OBE – Whitepaper Brabded Podcast

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La strana storia di GameStop: business da old economy e azioni alle stelle

Nelle ultime settimane il valore delle azioni di Gamestop è aumentato vertiginosamente, sorprendendo gli analisti.

GameStop è una catena di negozi fisici che vende videogiochi, sia nuovi che usati. Una cosa da “old economy”, una sorta di Blockbuster dei videogame che con sempre maggiore difficoltà resiste al fenomeno in ascesa del gaming online. E sembra seguire la stessa strada del gigante di videocassette e DVD a noleggio: il suo bilancio, infatti, è in rosso da alcuni anni e gli analisti prevedono che non tornerà in utile fino al 2023.

LEGGI ANCHE: Joint venture tra Beyond Meat e PepsiCo e il titolo vola il borsa

Cosa succede quando una società in declino sembra avviata verso in fallimento in modo irreversibile, almeno con il modello di business attuale (come quello di GameStop)? In questi casi, gli investitori speculano al ribasso sulle azioni, vendendole allo scoperto. In pratica, vendono azioni “prese in prestito” contando di ricomprarle a un prezzo inferiore.

Il rialzo delle azioni di GameStop grazie ai piccoli investitori

A cosa è dovuta l’improvvisa crescita delle quotazioni, che hanno registrato un aumento dell’860%, in due mesi raggiungendo un prezzo di oltre 159 dollari per azione? Il vertiginoso rialzo è dovuto all’azione di piccoli investitori “amatoriali”, che si sono organizzati in massa su Reddit comprando call options, un tipo particolare di contratto che dà la possibilità (ma non l’obbligo) di acquistare azioni a un prezzo fissato ed entro una certa data. Questa enorme massa di “rialzisti” ha decretato il successo del titolo sul mercato: riuniti su un canale Reddit con più di 2 milioni e mezzo di utenti, hanno comprato azioni di GameStop e invitato altre persone a farlo, facendone lievitare il valore.

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L’ingresso di questi piccoli investitori nei mercati è stato agevolato dall’azzeramento delle commissioni da parte dei broker, dalla possibilità di investire somme anche molto piccole, dal passaparola dei social media e dal notevole tempo libero concesso dal covid. La situazione ha destato molta sorpresa tra gli analisti perché ha dimostrato in maniera evidente che gruppi organizzati di piccoli investitori sono in grado di ribaltare le regole del mercato e influenzare in maniera decisa le transazioni.

In che modo? Questi piccoli investitori comprano opzioni il cui prezzo di esercizio è molto più alto delle quotazioni correnti e che hanno scadenze piuttosto brevi (spesso non più di una settimana), dette “opzioni call out of the money“. La scommessa è tutta nella possibilità che il prezzo salga prima della scadenza, in modo da determinare plusvalenze per gli acquirenti.  Ma cosa succede se sono molte le persone che acquistano stock options su quell’azione? Che il prezzo comincia a salire e i venditori sono costretti a chiudere la propria posizione.
Il riacquisto di un’azione pesantemente venduta allo scoperto può causare una valanga di riacquisti (le cosiddette coperture), dove i venditori stessi sono costretti a riacquistare per evitare di perdere denaro.

Lo short squeeze dei fund shortisti

Si crea quindi un fenomeno chiamato “short squeeze“: letteralmente, i venditori allo scoperto vengono “spremuti a sangue”. Il prezzo sale in modo esplosivo e gli acquirenti di call out of the money possono realizzare grandi guadagni battendo letteralmente i venditori allo scoperto.

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Secondo Francesco Bifulco, Private Banker presso BANCA SELLA – S.P.A., “la variabile fondamentale affinché i social e trader consumer possano riuscire a condizionare la borsa è il flottante del titolo in circolazione“.

Il flottante è il numero di azioni che potrebbero essere comprate sul mercato. Se il flottante è ridotto (ad esempio perché una buona parte è rimasta ai fondatori o perché ci sono altri operatori che per qualche motivo stanno rastrellando azioni e comprando per una strategia di lungo termine, quindi senza nessuna intenzione di rivendere) si possono realizzare queste situazioni di short squeeze dove i social Trader possono mettere in scacco gli hedge fund shortisti.

Se le azioni in circolazione sono poche, all’aumentare della domanda il prezzo sale velocemente e gli stessi shortisti sono costretti a chiudere rapidamente le loro posizioni, ricomprando il titolo e quindi alimentando la pressione al rialzo, perché temono che le azioni in circolazione diventino sempre più difficili da trovare e raggiungano quindi prezzi esorbitanti.

Al contrario, nel caso in cui il flottante sia ampio, i social e consumer Trader non avrebbero la forza economica di mettere in scacco gli hedge fund, sia perché per far salire rapidamente le azioni ci vorrebbero capitali immensi,  sia perché gli hedge fund non avrebbero nessuna fretta di dover ricomprare le azioni e potrebbero mantenere la loro strategia attiva fino a quando non torna vincente, considerato che a loro tempo e capitali non mancano“.

Anche se è chiaro che la vendita allo scoperto, in alcuni casi, può essere considerata più rischiosa di altre strategie, sorprende il fatto che ora siano gruppi di piccoli azionisti a prendere di mira gli short seller.

Cosa può significare per le criptovalute

Il crescente numero di micro investitori che non si rivolgono a Wall Street per alimentare i rally in azioni come GameStop Inc., evidenzia un contesto positivo per Bitcoin, secondo Anthony Scaramucci di SkyBridge Capital.

Il fenomeno esemplifica la decentralizzazione finanziaria, l’idea alla base di Bitcoin“, ha affermato. “Gli smartphone e il trading a basso costo stanno democratizzando il business della gestione del denaro, un tempo insulare e altamente concentrato“, ha aggiunto. SkyBridge ha un’esposizione complessiva in Bitcoin di circa 385 milioni di dollari.

Quello che è successo con GameStop è una prova che Bitcoin può perfettamente funzionare“, ha detto Scaramucci in un’intervista. “Questo è l’inizio della finanza decentralizzata“.

Bitcoin, che è più che triplicato nell’ultimo anno e i sostenitori affermano che sta emergendo come un’alternativa all’oro per gli investitori che cercano di coprire i rischi come l’inflazione. I critici, invece, lo considerano “solo” una mania speculativa. La criptovaluta ha raggiunto un record all’inizio di gennaio di quasi 42.000 dollari, poi è tornata sotto i 30.000 dollari.

3 consigli PRO per migliorare le performance degli annunci su Facebook

  • Facebook mostra gli annunci agli utenti che hanno una maggiore probabilità di intraprendere l’azione impostata dall’obiettivo
  • L’algoritmo di Facebook ritiene il copy del contenuto cruciale per capire se l’annuncio sia effettivamente rilevante per gli utenti e aumentarne le visualizzazioni
  • Un testo che riflette empatia e sensibilità nei confronti di determinati argomenti risulta molto più rilevante per l’algoritmo e verrà mostrato maggiormente sulla piattaforma

 

Quante volte vi è capitato di impostare un annuncio su Facebook seguendo scrupolosamente passo dopo passo le linee guida, prestando attenzione a ogni singolo dettaglio, scegliendo la grafica che meglio si presta al suo obiettivo… ma nonostante ciò le performance del contenuto non raggiungono il livello desiderato?

Niente panico, si tratta di una situazione più comune di quanto pensiate. Anche i marketer esperti, a volte, commettono degli errori – più o meno banali – nella gestione dei loro annunci su Facebook che possono compromettere il risultato.

Quali sono questi errori così comuni? E come possiamo rimediare? Ci siamo ispirati a questo video pubblicato da SocialMediaExaminer per capire come intercettarli nei nostri annunci su Facebook, ma soprattutto come evitarli per migliorare la performance dei contenuti.

#1 Il giusto obiettivo è la chiave del successo

Può sembrare un consiglio scontato, ma capita spesso che gli inserzionisti si confondano su quale sia il reale obiettivo del loro annuncio. L’obiettivo scelto è realmente ciò che definisce il risultato delle campagne su Facebook, si tratta quindi dell’elemento più importante da tenere in considerazione.

LEGGI ANCHE: Pubblicità e investimenti: cosa dicono le previsioni dopo un anno nero

Come funzionano gli obiettivi? La cosa fondamentale da capire è che Facebook mostra gli annunci alle persone che hanno una maggiore probabilità di intraprendere l’azione impostata proprio dal medesimo obiettivo.

Per esempio, con l’obiettivo Visualizzazioni video, Facebook mostrerà gli annunci alle persone che di solito guardano molti video sulla piattaforma.

In generale, sembra che uno degli errori più comuni sia impostare l’obiettivo Traffico quando in realtà si vogliono ottenere delle Conversioni.

Questi due obiettivi, in principio, fanno la stessa cosa: guidano le persone da Facebook o qualsiasi altra pagina web inclusa nella campagna. Ma c’è una sottile differenza che determina effettivamente il successo dell’annuncio.

Utilizzando l’obiettivo Traffico, Facebook mostrerà gli annunci agli utenti che sono propensi a cliccare più frequentemente sui contenuti pubblicitari, e risulta utile ad esempio per invitare gli utenti a visitare una nuova sezione di un sito web, o un articolo di un blog, o anche solo per testare un nuovo pixel.

Invece, con l’obiettivo Conversioni, gli annunci verranno mostrati alle persone che molto probabilmente intraprenderanno l’azione suggerita dal contenuto. Si utilizza quindi per richiedere all’utente una azione concreta, come ad esempio acquistare un prodotto, registrarsi ad un evento, etc.

#2 Le parole sono importanti

Abbiamo detto e ridetto in mille modi diversi che le immagini sono importanti nel determinare il successo di un annuncio pubblicitario, ma siamo sicuri di dare il giusto peso anche alle parole?

Di fatto, l’algoritmo di Facebook ritiene che il copy del contenuto sia cruciale per capire se l’annuncio sia effettivamente rilevante per gli utenti e di conseguenza aumentarne le visualizzazioni.

Risulta, per esempio, che l’utilizzo troppo frequente di parole come “tu” e “tuo” penalizzi pesantemente la performance dell’annuncio – al contrario di quello che invece avviene per l’Email-Marketing.

Quindi, al posto di scrivere “Vuoi scoprire come migliorare le vendite on-line della tua attività?” basterebbe riformulare la frase in “Aiutiamo le piccole e medie imprese a vedere i loro prodotti on-line. Clicca qui per saperne di più.” per iniziare a notare dei cambiamenti nella performance della sponsorizzazione.

Inoltre, ci sono altre parole problematiche che fanno riferimento a:

    • identificazione del sesso;
    • età;
    • religione;
    • tendenze politiche;
    • dieta o perdita di peso;
    • denaro;
    • ricchezza;
    • lavoro da casa (esempio “Scopri come lavorare comodamente da casa”);
    • schiavitù (esempio “Sei schiavo del tuo lavoro?”).

Anche le stesse parole “Facebook” e “Instagram” spesso causano un calo della performance quando vengono utilizzate nel testo pubblicitario.

#3 Empatia e sensibilità non devono mancare

Non solo le singole parole sono importanti, ma anche il modo in cui vengono espressi testualmente determinati concetti è un fattore che influenza l’algoritmo.

Molti marketer pensano che un testo maggiormente incisivo o impattante può beneficiare positivamente la performance di un annuncio in termini di click, ma Facebook non è particolarmente d’accordo su questo tema.

In effetti, un testo che riflette empatia e sensibilità nei confronti di determinati argomenti come denaro, salute e relazioni, risulta molto più rilevante per l’algoritmo e per questo verrà mostrato maggiormente sulla piattaforma.

Per esempio, se un’azienda di prodotti dimagranti sponsorizza un contenuto con un copy in stile “Sbarazzati dei tuoi 10 kg in più di grasso” – oltre ad essere estremamente offensivo e per nulla empatico – questo verrà penalizzato dall’algoritmo. 

Al contrario, un testo positivo e stimolante come “Ti aiutiamo a tornare in forma e sentiti favoloso grazie al nostro prodotto” sarà sicuramente visto in modo diverso e mostrato maggiormente agli utenti.

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In generale, dopo lo sconvolgente l’anno che si è appena concluso, anche le più classiche tecniche pubblicitarie di Facebook stanno cambiando e rimanere al passo con le tendenze è fondamentale per ottenere un migliore ritorno sulla spesa pubblicitaria nel 2021.

Sempre SocialMediaExaminer – in un articolo recentemente pubblicato – prevede che i trend più importanti saranno: 

  • Contenuti pubblicitari creati a immagine e somiglianza dei contenuti organici presenti nel feed notizie degli utenti, in modo da rendere più naturale l’esperienza e “confondere” la sponsorizzazione tra le pubblicazioni degli amici e dei contatti;
  • Testi più informali e colloquiali, per avvicinarsi maggiormente al tipo di linguaggio utilizzato dal target di riferimento – che nella maggior parte dei casi è compreso tra i 18 e i 30 anni; 
  • Video brevi e con immagini autentiche, che non badano particolarmente alla qualità del girato ma piuttosto alla qualità del messaggio trasmesso. È noto che i contenuti video creati per Facebook non devono sembrare uno spot pubblicitario da mandare in TV, piuttosto devono riuscire a catturare l’attenzione dell’utente nei primi 3 secondi grazie alla loro unicità;
  • A/B test per provare diverse lunghezze nei testi pubblicitari o per sperimentare l’utilizzo delle emoji. 
La musica del mondo è nella tua tasca!

Cosa rivelano le tendenze video durante la pandemia sulle esigenze dei consumatori

Dall’inizio della pandemia, abbiamo osservato da vicino in che modo le persone di tutto il mondo hanno utilizzato le piattaforme come YouTube.

Siamo rimasti colpiti dal fatto che le persone hanno utilizzato i video per soddisfare le proprie esigenze, per far fronte all’isolamento sociale, per trovare nuovi modi per accedere a servizi essenziali, per assecondare le proprie passioni o semplicemente per sentirsi più vicini agli altri.

Poiché queste tendenze riflettono un cambiamento globale molto più ampio verso una nuova normalità, volevamo saperne di più sui comportamenti che le guidano.

Susan Kresnicka, un’antropologa culturale statunitense, ha sviluppato uno schema che studia la relazione tra i bisogni umani fondamentali e il comportamento dei consumatori, attraverso tre esigenze fondamentali che tutte le persone avvertono: cura di sé, connessione sociale e identità.

Per saperne di più su questi stati di necessità e su come si traducono nelle tendenze dei video di YouTube, ci viene in supporto Kresnicka!

1. Cura di sé

Molto più di un termine usato per indicare un bagno caldo a lume di candela, la cura di sési riferisce all’intera gamma di bisogni associati al sostegno e alla cura dell’individuo, un sé incarnato. Quando la pandemia ha sconvolto la quotidianità delle nostre vite, molti dei modi in cui eravamo abituati a soddisfare i nostri bisogni, sono diventati insostenibili. Quindi le persone stanno imparando nuove tecniche per lenire le loro menti ansiose“, spiega Kresnicka.

Su YouTube, il pubblico si è concentrato sui video che aiutano ad affrontare i fattori di stress, come i disturbi del sonno. Ad esempio, le visualizzazioni di video correlati ai suoni della natura sono aumentate del 25% perché le persone erano alla ricerca di qualcosa che li aiutasse a calmarli. Questo video di Dream Sounds è stato visto oltre 2 milioni di volte dal 15 marzo.

Un’altra tendenza legata alla cura di sé sono i contenuti sul cibo. Con così tanti ristoranti costretti a chiudere per motivi di sicurezza, gli spettatori hanno cercato video che li aiutassero a creare una cucina “in stile ristorante” a casa. L’India è stata al centro di questa tendenza. Creator come CookingShooking hanno dimostrato che emulare le cucine dei ristoranti permette alle persone di sperimentare il comfort di cenare fuori, senza però uscire di casa.

2. Connessione sociale

Secondo Kresnicka, i bisogni di connessione sociale derivano dalla natura profondamente sociale degli umani, e spiega: “Siamo una specie ultra sociale la cui sopravvivenza si basa sulla nostra capacità di mantenere una connessione attraverso strette relazioni interpersonali e un più ampio senso di appartenenza alla società”.

Poiché i requisiti di distanza hanno fortemente limitato la nostra capacità di connetterci gli uni con gli altri di persona, la tecnologia ha contribuito a colmare il divario. Su YouTube, gli spettatori hanno utilizzato i video per interagire tra loro direttamente e indirettamente, spesso in modi sfumati.

Il genere “With Me”– in cui gli spettatori condividono un’attività svolta da un creatore, è stato particolarmente pertinente per la vita in lockdown. Il pubblico di tutto il mondo lo ha letteralmente divorato. Le visualizzazioni dei video “#WithMe” sono aumentate del 600% dal 15 marzo. Stessa sorte per un sotto genere: i video “Get Ready With Me”, hanno avuto una “svolta da quarantena” poiché i creator del settore beauty hanno adattato i loro video allo stile di vita casalingo.

Anche per le persone che cercano la connessione attraverso l’arte e la cultura, le esperienze virtuali hanno offerto una soluzione. Le visualizzazioni giornaliere di video con “tour del museo” nel titolo, ad esempio, sono aumentate del 60% poiché gli spettatori e le loro istituzioni culturali preferite hanno cercato di replicare l’esperienza di visitare il museo.

Il Museo Van Gogh nei Paesi Bassi, ad esempio, ha condiviso un tour in più parti, accumulando oltre 200.000 visualizzazioni da metà marzo.

arte virtuale coronavirus

3. Identità

Spesso pensiamo al terzo bisogno fondamentale, l’identità, come un costrutto di categorie sociali come razza, etnia e genere, ma in realtà cela più espansività. Come spiega Kresnicka, “L’identità comprende l’intera esperienza e comprensione del sé, in tutta la sua complessità e capacità di cambiamento. Il modo in cui comprendiamo noi stessi e le nostre esperienze, determina fondamentalmente il modo in cui ci prendiamo cura di noi stessi, ci connettiamo con gli altri e operiamo nel mondo che ci circonda“.

Negli ultimi mesi, i video online si sono rivelati un modo interessante per le persone di esprimere chi sono e di informare su chi potrebbero diventare. Le tendenze video sull’imparare ad eseguire abilità specialistiche, come tagliare i capelli, ne sono un potente esempio. Il pubblico ha guardato diversi tutorial sul taglio dei capelli, con un picco di spettatori globali ad aprile. La lezione di un parrucchiere è stata vista più di 1,7 milioni di volte.

Anche l fede è un aspetto fondamentale dell’identità. Poiché i grandi raduni religiosi sono stati sospesi, i fedeli hanno cercato modi per pregare online, provocando un aumento nelle visualizzazioni settimanali dei servizi religiosi.

Il 27 marzo, la diretta in streaming Urbi et Orbi, un discorso papale pronunciato in occasioni solenni, ha offerto ai cattolici e ad altre persone di fede un modo per ricevere la benedizione di Papa Francesco mentre la diffusione della pandemia aumentava. Centinaia di migliaia di spettatori si sono sintonizzati sull’evento, determinando la più grande crescita di abbonamenti in un giorno per i canali YouTube del Vaticano.

Cosa significa per il tuo marketing e per il futuro

Sulla base di questo scenario, come dovrebbero rispondere i professionisti del marketing? Kresnicka raccomanda di concentrarsi su alcuni principi: “Gli esperti di marketing sanno che per avere successo, le loro offerte devono creare valore per le persone e spesso quel valore implica aiutarle a soddisfare le loro esigenze fondamentali. Perché un marchio di soda di 100 anni è ancora il leader di mercato? Perché aumenta la nostra energia e il nostro umore (cura di sé), ci riporta a tempi precedenti nella nostra vita (identità) e ci fa sentire in contatto con altri che hanno condiviso la stessa esperienza (connessione sociale). Pensare in questo modo ci costringe a comprendere, in modo profondo e olistico, come un prodotto o un servizio opera nella vita delle persone. Quando lo facciamo, apriamo nuovi modi per comunicare, connettersi e servire le persone”.

L’arrivo del COVID-19 e la scala globale hanno presentato ai professionisti del marketing sfide straordinarie, ma hanno anche creato un’opportunità tempestiva per riflettere su come presentarsi ai clienti in modo significativo. In qualità di promotori delle tendenze video, abbiamo riscontrato una notevole uniformità nei tipi di contenuti che le persone cercano su YouTube, rafforzando il fatto che, nonostante le nostre numerose differenze, condividiamo tutti le stesse esigenze fondamentali.

Indubbiamente, questa crisi continuerà a ricordarcelo, mentre noi ci impegniamo a darle un senso.

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Joint venture tra Beyond Meat e PepsiCo e il titolo vola il borsa

Beyond Meat e PepsiCo annunciano una joint venture per creare, produrre e commercializzare nuovi snack e bevande a base vegetale. Ancora non sono stati resi noti i termini finanziari della partnership, ma a meno di 24 ore dalla diffusione dell’accordo il titolo vola in borsa.

Le azioni di Beyond Meat (azienda produttrice di sostituti per la carne e prodotti caseari a base di vegetali nata nel 2009 con sede a Los Angeles), aumentano del 26% mentre la società collabora con PepsiCo, registrando il più grande guadagno in un giorno da quando han iniziato a fare trading nel 2019, mentre le azioni di Pepsi sono rimaste pressocchè invariate, aumentando di circa l’1%.

LEGGI ANCHE: Il burger vegetale di Beyond Meat sbarca in Italia e l’azienda progetta già nuovi prodotti

«Le proteine vegetali rappresentano per noi un’entusiasmante opportunità di crescita, una nuova frontiera nei nostri sforzi per costruire un sistema alimentare più sostenibile ed essere una forza positiva per le persone e il pianeta, soddisfacendo al contempo la domanda dei consumatori per un portafoglio ampliato di prodotti più nutrienti», sottolinea Ram Krishnan, Global Chief Commercial Officer di PepsiCo.

Beyond Meat controlla infatti circa il 13% di prodotti vegetali sostitutivi alla carne negli Stati Uniti, secondo le stime di Jefferies.

«PepsiCo rappresenta per noi il partner ideale in questa impresa entusiasmante, di portata e importanza globale», sottolinea Ethan Brown, CEO di Beyond Meat.

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Il mercato in crescita e gli obiettivi di sostenibilità della joint venture

Una joint venture all’insegna di una reciprocità di benefits: Beyond potrà sfruttare il sistema di distribuzione e l’esperienza di marketing di PepsiCo per il lancio di nuovi prodotti Beyond Meat, con accesso all’ampia linea di prodotti. Quest’ultima, invece, potrà approfondire i suoi investimenti nel settore a base vegetale, ampliando la partnership oltre alle bevande, anche alle linee Fritos, Cheetos e Tostitos, così come il manzo essiccato al Matador.

Un’opportunità per PepsiCo spinta verso obiettivi di sostenibilità: lo scorso anno, infatti, ha siglato l’impegno delle Nazioni Unite, con obiettivi di riduzione delle emissioni su base scientifica. Secondo il report 2019 dell’Onu, il sistema alimentare contribuirebbe al 37% delle emissioni di gas serra.

Un accordo che prende in considerazione anche i nuovi trend del mercato, con consumatori sempre più alla ricerca di alimenti sani e sostenibili. Gli hamburger, le salsicce e il pollo di Beyond Meat, a base di proteine dei piselli, sono venduti in tutto il mondo, inclusi Starbucks in Cina e Pizza Hut negli Stati Uniti.

Le vendite statunitensi di carne vegetale sono aumentate del 45% nell’ultimo anno. Le vendite di carne tradizionali sono aumentate del 19% nello stesso periodo, secondo NielsenIQ. Le vendite totali negli Stati Uniti di proteine vegetali, inclusi prodotti come latte di mandorle e uova vegetali, sono aumentate del 19% nell’ultimo anno, superando del 14% tutte le vendite di alimenti.

Un movimento azionario superiore alle effettive opportunità, secondo alcuni esperti di finanza, rispetto alle reali dimensioni del mercato di riferimento.

Le azioni di PepsiCo hanno un valore di mercato di 196 miliardi di dollari, mentre Beyond è valutata in 9,95 miliardi di dollari.

La joint venture sarà gestita da una società a responsabilità limitata chiamata The PLANeT.

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Vita da sviluppatore: tutto ciò che vorreste chiedere ai maghi dell’informatica

Ci sono cose che noi umani non possiamo nemmeno immaginare. Esistono figure quasi leggendarie che hanno la soluzione giusta a tutti i nostri problemi tecnologici. No, non sono divinità ultraterrene, ma quasi. Stiamo parlando degli sviluppatori, coloro che sanno animare un PC con un semplice ticchettio della tastiera, fanno calcoli con numeri e lettere che per noi sono incomprensibili ma che per loro è un gesto così facile come bere un bicchier d’acqua. Più o meno.

Vita da sviluppatore: chi è e cosa fa

Volevamo vedere un esemplare di sviluppatore nel suo habitat naturale, volevamo capire cosa fa, come trascorre le sue giornate e come ha iniziato il suo percorso in questo mondo che corre più veloce del vento, e per fortuna Antonello Alonzi, sviluppatore di Seeweb, ci ha accontentati, rispondendo a tutte le nostre domande.

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1. Cosa fa esattamente uno sviluppatore e quando hai capito che volevi diventarlo?

Uno sviluppatore è solitamente, come nel mio caso, un analista/sviluppatore, ovvero una persona che ascolta le esigenze di un cliente, analizza la richiesta e sviluppa una soluzione software per automatizzare il processo che il cliente gli ha descritto.

Fin da bambino ho avuto la passione per l’elettronica, prima e l’informatica dopo. Come tanti della mia generazione ho avuto un’infanzia divisa tra i giochi in cortile con gli amici e gli esperimenti con i primi PC (nel mio caso un MSX anche se all’epoca il Commodore 64 era più diffuso).

Negli anni ho capito che mi interessava molto più la parte software che non la parte hardware e così i miei mi comprarono in edicola un corso di programmazione in “BASIC” a fascicoli. Iniziai a capire subito le base della programmazione e la cosa che mi affascinò di più è che pensavo si potesse programmare un PC per fargli fare qualsiasi cosa tu volevi. In effetti è un po’ così, anche se crescendo mi sono reso conto che non è così semplice come può immaginare un bambino. Insomma, anche se ho sempre avuto una passione per i PC in genere e per la programmazione, ho iniziato a programmare “seriamente” intorno ai 20 anni, con un primo vero lavoro (software tra l’altro ancora in funzione).

2. Qual è la cosa che più ti piace di questo lavoro e cosa ti scoraggia di più?

Lo sviluppo software è molto stimolante perché per ogni progetto c’è qualcosa di nuovo da fare, quindi c’è tutta la parte di analisi e poi di sviluppo che cerchi di fare con tutte le ottimizzazioni del caso, cercando di migliorare sempre e d’inserire nel progetto soluzioni innovative. La cosa che mi scoraggia è pensare a “lungo termine”, ovvero come si evolverà il mercato nei prossimi anni e se riuscirò a stare al passo con i tempi, si perché il problema fondamentale di oggi (rispetto a 20 anni fa) è che anche i linguaggi e le tecniche di programmazione si aggiornano continuamente e tu devi tenerti in continuo aggiornamento.

3. Cosa credi possa servire oggi per avere successo nel mondo del web che diventa sempre più affollato?

Si, è vero, il mondo del web è sempre più affollato, però ho avuto modo di capire che la maggior parte degli sviluppatori tende ad adattare soluzioni esistenti per i propri progetti, piuttosto che sviluppare come il cliente la richiede. Certo, il cliente va guidato e gli va spiegato quello che conviene o non conviene fare, però alla fine penso che offrire una soluzione completamente custom sulle esigenze del cliente sia un must e per questo ti preferiscono ad altri.

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4. Cosa consiglieresti a chi vuole provarci e quali consigli tecnici daresti?

Quando mi chiedono cosa bisogna fare per diventare programmatori, la risposta è pressoché la stessa: bisogna iniziare con qualche lettura di base, magari qualche video (ormai internet aiuta molto in questo) e sperimentare sul campo con un progetto demo. Se si riesce ad avere una certa autonomia, significa che si è “portati” e quindi conviene approfondire, altrimenti ci si può provare ancora, ma probabilmente non è la propria strada.

Questo non lo dico perché voglio scoraggiarli, ma perché fare quello per cui si è portati darà sicuramente più soddisfazioni, farà affrontare i problemi che si incontreranno in modo più semplice, ti darà la carica, giorno per giorno, per continuare in questo settore, a prescindere dalle difficoltà che si incontreranno. Fare qualcosa solo perché al momento è “cool”, alla lunga diventerà un peso da dover gestire in qualche modo, col rischio di buttare all’aria anni di sforzi senza riuscire a costruire nulla.

5. Svelaci 3 caratteristiche che uno sviluppatore deve assolutamente avere…

Beh, ormai è una parola che va molto di moda: resilienza. Oltre questo ci vuole passione e una mente particolarmente analitica per trovare le soluzioni ottimali alle sfide che giornalmente si affrontano.

Scopriamo l’ambiente italiano di sviluppo ideale

Seewb è un Cloud Computing Provider che offre servizi di alta qualità e unici quanto a tecnologia, scalabilità e rapporto prezzo/prestazioni. Se abbiamo bisogno d’istanze cloud da utilizzarle on demand, con fatturazione esclusivamente a consumo, Seeweb ha la soluzione giusta per noi.

Easy Cloud Server è la piattaforma cloud flessibile nata inizialmente come cloud ideale per gli sviluppatori, ed è l’ambiente perfetto per chi desidera alte prestazioni e un buon livello di autonomia per creare da soli le proprie virtual machine senza limiti.

Sviluppo facile e gestione autonoma

Il servizio consente di:

  • creare rapidamente immagini dalla console;
  • fare backup periodici degli ambienti virtuali;
  • sistemare problemi legati alla sicurezza rimettendo in piedi nuovi server grazie alle immagini di backup.

Inoltre si presta a ogni utilizzo, è ottimale per tutte le applicazioni, può essere la base per servizi complessi e ad architettura elastica e orchestrabile. Amministrabile sia tramite pannello di controllo via web che via API, Easy Cloud è estremamente personalizzabile e può fornire un’infrastruttura di rete a grande capacità, con supporto full Ipv6.

Semplice, intuitivo, veloce e approvato dagli sviluppatori!

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L’età oscura della rete: quando i follower si trasformano in adepti

Qual è il ruolo politico dei social media? Non si arresta il dibattito sulla censura della rete, conseguente all’esclusione del presidente uscente Donald Trump, bannato da Twitter, Facebook ed Instagram.

Ancora una decisione inedita da parte di Twitter: dopo il giuramento, il profilo ufficiale riservato al presidente degli Stati Uniti d’America, @POTUS, è stato ereditato da Joe Biden, ma completamente azzerato nel numero di followers, al contrario di quanto era accaduto nel passaggio di consegne da Obama a Trump.

Più di 33 milioni di persone, lo scorso 20 gennaio 2021, hanno ricevuto da Twitter una notifica per comunicare la novità che, oltre a Potus, coinvolge tutti gli account istituzionali, compresi quello della first lady @FLOTUS e della White House. A nulla è valso il tentativo di mediazione con i vertici Twitter del direttore della comunicazione digitale di Biden, Rob Flaherty, che ha chiarito la vicenda attraverso un tweet.

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inauguration day - joe biden

La costruzione e deformazione del reale

“Un’ apocalisse culturale”, così la definisce nei suoi libri Andrea Fontana, sociologo della comunicazione, docente universitario e pioniere dello Storytelling aziendale in Italia: «Siamo entrati nell’età oscura delle rete e dei social media che diventano strumenti di costruzione e/o deformazione del reale, modificando comportamenti, consumi e orientando le visioni politiche. È come se da un uso ingenuo e solo performativo dei media sociali stessimo passando ad un utilizzo altamente valoriale e ideologico degli stessi».

Il media diventa così un distorsore o un costruttore del processo sociale, passando da una fase iniziale più romantica e libertaria, in cui i social (pur essendo aziende gestite da privati) si caratterizzavano come piattaforme su cui tutti erano liberi di esprimersi, ad una fase più politicizzata, con linee guida molto stringenti.

I regimi di verità: l’utente da follower ad adepto

Social network sempre più ideologici, quindi, fino a costruire dei “regimi di verità”, contrastando con un approccio ingenuo dell’utente.

«Cosa sono i regimi di verità?  Sono sistemi di credenze su cui un gruppo, un’istituzione oppure un’azienda decide, prende posizione e costruisce il suo “programma di mondo” – evidenzia Andrea Fontana –  E tutto ciò che non è riconosciuto nel “regime di verità” specifico, diventa ostile e quindi corre il rischio di essere escluso, bannato».

Andrea Fontana, sociologo della comunicazione, docente universitario e pioniere dello Storytelling aziendale in Italia

In questo momento si possono individuare almeno due atteggiamenti di fondo. Un primo, considera i social media come aziende private che fanno ciò che vogliono, per cui la decisione di stare in piattaforma è delegata ai singoli fruitori. Il secondo atteggiamento prevede per i social la definizione di una specifica ideologia (non intesa in senso negativo, ma come forte credenza) a cui l’utente deve adeguarsi, trasformandosi da follower in adepto, credente. Tutto ciò che non è coerente, viene espulso.

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«Credo che andremo sempre di più verso i social media come “edificatori di culti”. In questo senso, Trump viene estromesso – continua Fontana – non solo perché ha fatto un’azione deplorevole, ma anche perché rappresenta un “culto contrario” inammissibile rispetto a quello di una piattaforma che non è più neutrale. Va compreso che un regime di verità è un sistema di credenze e di contenuti che noi dovremmo sempre andare a verificare, per evitare un atteggiamento fideistico e ingenuo. Invece anni di polarizzazione ci hanno portato ad essere fanatici che parteggiano per una verità piuttosto che l’altra. Peccato che le verità sono egoiste, devono eliminare i propri avversari, per cui “o tu follower sei un credente, oppure ti elimino”, introducendo così un nuovo paradigma nella gestione dei social media».

I media diventano così forti protagonisti dei processi di costruzione della realtà socio-politica. «In quest’ottica Twitter si è reso conto di essere un costruttore della percezione collettiva e si è assunto la responsabilità di essere tale. Siamo noi come pubblico che dobbiamo comprendere che adesso i social media attraverso i contenuti che ci portano non si pongono più come editori, ma come agenti politici, esecutori di una certa egemonia culturale, alla quale posso aderire o meno. È un compito di autoformazione e di educazione in senso lato».

limiti dei social

La costruzione o deformazione della realtà

Il problema reale introdotto da Fontana è la consapevolezza, nel dibattito, che i social media costruiscano o deformino una realtà-verità: «Come pubblico spesso fruiamo la conoscenza in moto istintivo e invece dobbiamo diventare razionali e critici. Una foto su un social in questo momento può connotarsi come un gesto altamente filo governativo o contro-rivoluzionario. Perché dietro la pubblicazione di qualsiasi contenuto, testuale o visivo, da parte di qualsiasi gruppo o forza politica c’è sempre una narrativa, una strategia e un modus operandi. Dobbiamo riacquistare il nostro ruolo di soggetti consapevoli che quello che vediamo non è altro che un “prodotto” culturale ed informativo. Un tema vasto, problematico, delicato, che se non gestito bene può portare alle censura dell’informazione, da non affrontare certo con un approccio ingenuo. Se comprendiamo questo, però possiamo assumere una posizione consapevole, per non diventare facili prede dei “costruttori di verità”, oggi trasversali a qualsiasi componente politica, che sia di un partito o di un altro.  Così, Twitter ha scelto la sua verità. Non entro nel merito se sia giusto o sbagliato, ma da utente devo cogliere questo cambio di paradigma e chiedermi: che scopo hanno i contenuti che sto fruendo in questo medium? Basta questa domanda per accorgersi che nell’online ci sono verità in competizione tra loro che orientano le nostre percezioni. E devi scegliere. La domanda che mi pongo da sociologo è: come reagiranno i 74 milioni di americani che hanno votato pro-Trump? Rimarranno indifferenti o la scelta di Twitter avrà conseguenze?».

La gestione del consenso nel conflitto geopolitico

Un’analisi che si apre ad uno scenario molto più vasto, allargandosi al tema del conflitto geopolitico in corso. «Dobbiamo inoltre essere consapevoli, da fruitori maturi di social network, che i media sociali oggi hanno un ruolo nella gestione del consenso geo-politico mondiale. Twitter assumendosi il compito di dare voce o di toglierla – sottolinea Fontana – si è preso il mandato di diventare non solo costruttore di realtà, ma anche di meaning gate-keeper”, perché attraverso la pubblicazione di contenuti, narrative ed immagini del mondo determina il senso e il significato dell’esistere di intere comunità. Questa però è anche la dottrina dei cosiddetti “conflitti asimmetrici” o guerre di V generazione, che si svolge non sul piano fisico e cinetico, ma culturale. E dove vince chi sa imporre il proprio modello culturale di mondo, o regime di verità. Così dalla Russia alla Cina, passando per Usa ed Europa dobbiamo tenere presente che siamo inseriti in queste dinamiche conflittuali dove i social media possono diventare uno strumento di supremazia, oltre che di attacco e difesa. Come sostengono diversi commentatori, uno tra tutti il generale Mini, “questi conflitti sono ibridi, ambigui e non di immediata comprensione“».

La costruzione della percezione e le guerre asimmetriche

Come reagire, quindi, ad una simile deformazione della verità? Attivando un pensiero critico, ricordando che dietro c’è una volontà geopolitica. Centrale il ruolo dell’utente/fruitore, a cui è demandato il compito di interpretare una corrente politica.

«La costruzione/deformazione della comunicazione oggi non solo riguarda le guerre asimmetriche ma rientra anche nelle cosiddette dottrine del “perception management” che richiedono sempre una necessaria decodifica. I social media maneggiano le nostre percezioni. Non solo sono editor, ma agenti politici, costruttori o deformatori della realtà, ma anche della percezione umana. È tutti noi come utenti mai come adesso dobbiamo essere vigili e consapevoli dei prodotti informativi che cerchiamo, consumiamo, scegliamo».