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social intelligence

Come trasformare i contenuti web e le conversazioni social in dati, informazioni e insight utili per il business

Con l’espressione Social Media Intelligence si intendono tutte le analisi che utilizzano i contenuti prodotti in rete dagli utenti attraverso ogni tipo di fonte web e social per scoprire il “mood” espresso dal popolo della rete rispetto alla propria azienda e ai competitor. Non solo, questi dati sono essenziali per intercettare nuovi trend ed esigenze di mercato. Per i brand e le imprese, la Social Media Intelligence è uno strumento importante poiché consente di attivare strategie digitali mirate ottimizzando i budget investiti.

In questo scenario Extreme – azienda italiana specializzata nella web e social media data intelligence – ha saputo cogliere l’opportunità per progettare e fornire servizi innovativi e completi, al pari dei propri competitor internazionali, mirati anche alle PMI soprattutto in ambito italiano.  

social intelligence

Un progetto ambizioso quello di Extreme, che prende forma nel 2003 e che dopo tre anni di attività di ricerca e sviluppo avvia il suo percorso nel mondo del web e della social media data intelligence.

In oltre 10 anni di attività, con oltre 300 progetti realizzati nel mercato nazionale e internazionale e oltre 1000 attivazioni dei suoi servizi di social intelligence, l’azienda ha messo a punto un sistema integrato di tecnologie, analisi dati, metodologie di lavoro e automazione che sfrutta la forza dell’intelligenza artificiale e dell’innovazione continua.

Weblive 4.0, la piattaforma che analizza i big data

 Gli strumenti di ascolto e analisi che l’azienda mette a disposizione sono tantissimi:

  • soluzioni per monitorare l’analisi dei contenuti e delle immagini su web e social
  • servizi per l’influencer marketing
  • progetti di analisi e ricerche di mercato
  • data rooms labs, progetti di ricerca e osservatori di mercato
  • API stream data “as a service” per system integrator
  • analisi delle immagini e analisi real time degli stream video

Oggi attraverso l’utilizzo della piattaforma Weblive 4.0 è possibile comprendere e monitorare in maniera agevole e funzionale tutto ciò che accade sui social e sul web grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale in grado di esplorare e analizzare ovunque e in maniera automatica milioni di contenuti in tempo reale costituiti da testi e immagini provenienti da siti di news, blog, forum, canali social come TikTok, Twitter, Instagram, Facebook, YouTube, Reddit, LinkedIn, Pinterest, Tumbler e molto altro ancora, sempre nel rispetto del GDPR e dei vincoli imposti dalle diverse piattaforme social. 

Weblive 4.0 oltre a svolgere le attività di monitoraggio e analisi a livello globale delle diverse fonti web e social consente anche di creare e condividere grafici, dashboard e report immediati, scoprire e misurare cosa accade online su temi, campagne, prodotti, brand, hashtag e competitor del proprio mercato di rifermento.

social intelligence

Social Media Intelligence e il potere delle immagini

Se un’immagine vale più di 1.000 parole, gli oltre 3 miliardi d’immagini che ogni giorno vengono condivise sui social media hanno molto da dire. La conversazione dei consumatori in rete è infatti sempre più visiva. In tutti i canali, il modo in cui gli utenti dei social media “parlano” di marchi, prodotti e di qualsiasi altro argomento ha molto più a che fare con la fotocamera dello smartphone che con le tastiere.

Per questo la piattaforma Extreme WebLive 4.0 integra un potente motore di analisi delle immagini in grado di comprenderne il contenuto, riconoscere oggetti, celebrity e loghi.

Chi ha già scelto i servizi di Extreme?

Extreme si propone con un modello di business che punta alla flessibilità dei servizi e dell’offerta commerciale, alla qualità del supporto per i clienti e alla formazione.

Sono tante le aziende che collaborano con Extreme impegnate in diversi settori, come pure le organizzazioni e la pubblica amministrazione centrale e locale. Nel tempo sono stati avviati progetti in partnership con il mondo accademico nazionale e internazionale ma anche attività di ricerca e complessi progetti on premises in contesti mission-critical.

Come ottenere il massimo dalla Social Media Intelligence

La raccolta dei dati dal web e dai social media, con la piattaforma WebLive 4.0 comporta diversi vantaggi e consente alle aziende e ai brand di essere più incisivi e competitivi nel mercato.  Ciò consente di estrapolare conoscenza e dati rispetto al “mood” espresso dalla rete.

Cosa è possibile monitorare e analizzare?

  • Analisi Competitiva
  • Strategia creativa
  • Ricerca di prodotto

L’importanza della Web e Social Media Intelligence

L’overflow informativo che caratterizza il nostro tempo fluido non può più essere sottovalutato o ascoltato in maniera discontinua e disaggregata.

Osservare, porre attenzione, raccogliere feed, tracciare trend, definire nuove strategie e raggiungere obiettivi sempre più complessi deve diventare un modus operandi di ciascuna realtà. Ecco perché dotarsi di piattaforme intelligenti come Weblive 4.0 può significare partire con il piede giusto!

podcast

Nuove Generazioni in ascolto: il podcast è il canale del futuro

  • Ascoltatori sempre più giovani e presenza sempre più nutrita di professionisti
  • I “podcast lovers” sono profili socio-culturalmente qualificati, attenti e ricettivi ai contenuti

La bulimia del video inizia ad avere un’alternativa anche nel pubblico giovanile. Lo dicono i dati dell’ultima ricerca IPSOS “Digital Audio Survey” 2020, che ha confermato ancora una volta i tassi di crescita con un aumento del 4% del numero di ascoltatori di podcast nell’ultimo mese. Ma salta all’occhio da subito che su 8,5 milioni di ascoltatori mensili il 52% è rappresentato da giovani ascoltatori under 35 e un 19% di studenti.

È in forte aumento quindi l’abilità da parte del podcasting di intercettare un target sempre molto ricercato nella competizione così forte che esiste nel panorama digitale. Non solo, in ottica di employer branding e coinvolgimento di profili specializzati è interessante notare, stando ai dati della ricerca, quanto il podcast sia una piattaforma utile a comunicare con target qualificati, istruiti e curiosi, seppure distratti da tantissimi altri stimoli “videoformi”: il 61% ascolta un episodio per l’intera sua durata (rispetto al 45% del 2019) e il 71% un’intera serie.

Il target analizzato dalla ricerca vede complessivamente una platea di consumatori attenti e ricettivi, che si dimostrano influencer nei confronti dei propri pari di generazione (il 75% da con continuità consigli su film, giochi e musica), ma anche sensibili all’innovazione e alle dinamiche della premiumness (il 60% tende a preferire prodotti e servizi premium piuttosto che standard o free). La relazione con il brand, inoltre, è ancor meglio sottolineata dalle capacità di ricordare le pubblicità ascoltate durante la fruizione (69% del campione) in aumento sui podcast interamente centrati su un brand sponsor (29% rispetto al 26% della rilevazione 2019) e dalla capacità di attivazione/conversione rispetto all’acquisto di un prodotto o servizio (la metà degli ascoltatori compie un’azione verso il brand di cui ha ascoltato il podcast e il restante cerca informazioni, ne parla con amici e conoscenti e per una decima parte acquista).

La scelta di ascoltare un podcast è sempre guidata dall’interesse per argomenti specifici, anche rispetto alla presenza di un host più o meno riconosciuto; ma a confronto con lo scorso anno cresce anche l’effetto di condivisione e amplificazione di quei contenuti sui social da parte degli ascoltatori. Il 22% degli intervistati afferma, infatti, di aver visto un post che pubblicizzava il podcast sui social con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente.

LEGGI ANCHE: Podcast revolution: raddoppia il consumo su Spotify

Se vogliamo scoprire la prossima evoluzione di questi trend è utile guardare al mercato americano, dove si è già sviluppata largamente la cultura del podcasting, in maniera particolare nella fascia giovanile di popolazione: le statistiche sui podcast 2020 di Edison Research e Triton Digital sono state recentemente pubblicate come parte dello studio annuale “The Infinite Dial” è indicato che la metà (49%) degli americani di età compresa tra 12 e 34 anni ascolta almeno un podcast al mese rispetto al 42% del 2019 (prevalentemente su Spotify). Negli States, a livello scolastico e universitario, non è infatti insolito per gli studenti ricevere da parte degli insegnanti, oltre ai libri di testo, anche una serie di contenuti podcast da ascoltare.

Per spiegare questo felice binomio tra nuove generazioni e podcasting non dobbiamo pensare in maniera riduttiva al solo utilizzo dello strumento smartphone come facilitatore della diffusione (poiché non si tratta ormai di una sola prerogativa giovanile – ed inoltre, tra i dati IPSOS 2020 spicca sempre di più anche l’utilizzo degli smart speaker con un 15% rispetto al 9% dell’anno precedente) semmai nella ricerca di nuove frontiere di espressione da parte dei più giovani e nella potenza evocativa che risiede nell’audio, il quale avvicina notevolmente alla fruizione di contenuti autentici ed emozionali attraverso il potere della voce.

Un po’ come nel fenomeno delle radio libere degli anni ’70, un motivo di diffusione attraverso il target giovanile è individuabile probabilmente nell’opportunità, praticamente alla portata di tutti, di diventare producer di contenuti originali, “radiofonici” e alternativi rispetto alla carriera di vlogger/youtuber.

Il podcast, al contempo, si dimostra essere anche uno strumento di digital wellbeing. Indipendentemente dalla generazione di appartenenza, questo periodo storico ha permesso agli utenti di scegliere e fruire un canale diverso che aiuta a distaccare dal dispendio energetico, e dai disturbi dell’attenzione, che provoca l’esposizione agli innumerevoli video digitali e agli stimoli dei social network. Questa lettura è ulteriormente confermata dall’indagine IPSOS già citata, che descrive una fruizione multitasking (“ascolto podcast mentre navigo, sbrigo faccende domestiche, mangio, bevo, cucino”) da parte degli ascoltatori che sicuramente resta prevalente, ma che aumenta significativamente anche per il «tempo esclusivo» dedicato all’ascolto (“mentre mi rilasso o non faccio altro”) per un significativo 23%.

La pandemia ha sicuramente accelerato questa dinamica e anche in futuro, quando si tornerà a fruire di più dei podcast in mobilità, alcune abitudini di ascolto domestico (attraverso gli smart speaker, in casa la sera) rimarranno, con un’ulteriore opportunità di crescita dell’audio.

In termini distintivi tra Gen Z e Millennials, durante la primavera di quest’anno la pandemia ha evidenziato quanto, secondo i dati del Global Web Index, siano stati i giovani maggiori di 25 anni ad incrementare del 20% il consumo di podcast rispetto ai “cugini” più giovani (11%), ma sarà interessante osservare nei prossimi mesi se i giovanissimi inizieranno a dedicarsi maggiormente al podcasting oppure tenderà a rimanere uno strumento ad appannaggio di laureati e junior professional.

intelligenza artificiale marketing ads agency

La creatività non è morta, ma oggi si fonde con AI e Tech

  • L’intelligenza artificiale si fonde con la creatività e viene usata in mondi e modi non convenzionali
  • La creatività non è morta: si fonde col tech, che la supporta per essere al passo coi tempi

 

L’avete vista tutti Futurama, la sitcom statunitense creata da Matt Groening e trasmessa da FOX (negli USA) e su Italia 1 (in Italia).

Philip J. Fry, il protagonista, fattorino di una pizzeria, finisce accidentalmente in una capsula per il sonno criogenico, risvegliandosi mille anni dopo. Ha un robot come migliore amico, Bender.

Tra navicelle e avventure nello spazio, la sitcom è andata avanti per ben otto stagioni.

Spesso irriverente, induceva riflessioni su quello che avrebbe potuto essere il futuro.

No, oggi i tempi non sono maturi abbastanza per avere un robot come migliore amico, ma per l’automazione assolutamente sì.

Ads & Automation

Automation. Dove? È un po’ trasversale: dall’automotive all’health, dall’energia allo spazio. Ed è da qualche anno che se ne parla anche nell’advertising e nella comunicazione.

Qual è il futuro delle agenzie di comunicazione e dell’advertising?

In effetti, il destino delle agenzie, nella configurazione di come siamo abituati a conoscerle oggi, potrebbe essere profondamente segnato se non dovessero trasformarsi per rispondere alle nuove esigenze, stando al passo con le nuove tecnologie di automazione.

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LEGGI ANCHE: L’intelligenza artificiale può aiutarci a sconfiggere la povertà

Machine learning, intelligenza artificiale (AI) e l’accesso a molteplici informazioni e sorgenti di dati stanno cambiando tutti gli aspetti del mondo dell’ads.

Facciamo però un passo indietro. Partiamo dalle basi: un compito ripetitivo può essere automatizzato. Le macchine, in effetti, saranno in grado di fare meglio e in minor tempo.

Secondo un report di Forrester, AI e automazione faranno sì che le advertising agency gestiranno più task con meno personale già durante il 2021.

E il trend continua verso questa direzione: l’11% delle agenzie creative sarà automatizzato entro il 2023.

Artificial intelligence marketing

Sempre Forrester prevede che le ads agency statunitensi taglieranno 52.000 posti di lavoro e le principali holding taglieranno 49.000 dipendenti a livello globale.

Con meno lavoratori le agenzie aumenteranno i loro investimenti in AI e automazione per gestire una più ampia gamma di attività.

Ampia perché la crisi sanitaria ha costretto e costringerà (anche per il prossimo anno) la clientela delle agenzie a essere molto intraprendente e sofisticata nelle campagne di marketing.

In effetti, si prevede che i marketers B2C aumenteranno la spesa per il marketing di fidelizzazione (l’aumento previsto per il prossimo anno è del 15%), riducendo il marketing basato su prodotti e prestazioni.

C’è chi parla di AI marketing, ovvero di Artificial Intelligence Marketing. Si tratta del settore del marketing che utilizza tecniche di AI per interagire con i clienti, migliorare la comprensione del mercato e suggerire azioni da intraprendere per affinare la strategia.

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L’agenzia del futuro, dunque, attraverso l’AI è in grado di ottimizzare il processo creativo, rendendo la comunicazione sempre più mirata e personalizzata.

E non abbiamo ancora considerato app e social!

Già. Si stima che tre quarti dell’intera popolazione internet (oltre 4 miliardi) saranno “mobile only” entro il 2025. Le principali app di messaggistica, cioè Whatsapp, FB Messangers, Wechat e Viber hanno superato per numero di utenti attivi le quattro principali app social: FB, Twitter, Linkedin e Instagram.

Inoltre, l’accesso ai social network da mobile è in forte crescita: 2,5 miliardi di utenti nel mondo. Mentre sono 28 milioni gli Italiani che accedono a Facebook da smartphone almeno una volta al mese.

Risultato? Facebook punta sull’intelligenza artificiale e chat robot per sviluppare brand experience coinvolgenti basate sulle conversazioni.

Sì, sono quasi ormai lontani i tempi in cui team di creativi erano composti solo dai copywriter e dall’art director. Oggi è abbastanza frequente contemplare nei team delle agenzie anche la figura del data analyst e del creative technologist.

Be tech, be creative

Qual è il risvolto della medaglia? Insomma, qual è il downside di tutto ciò?

So cosa state pensando: potrebbe essere la fine della creatività?

Si sa, l’ambiente delle ad agency è sempre stato un po’ reticente nei confronti dell’hi-tech. Come se il tech non fosse “creative friendly”. Sì, perché vi era l’abitudine di confrontarsi con i dati e i numeri solo alla fine di un processo creativo, non prima, a monte.

Oggi, invece, un messaggio si cambia al volo e in tempo reale si misura l’impatto delle scelte creative sui consumatori.

L’esempio è Alibaba che per il Blackfriday del 2019 ha prodotto 400 milioni di varianti per uno stesso messaggio pubblicitario, grazie ad un uso pesantissimo di algoritmi che permettono di realizzare versioni diverse di uno stesso messaggio.

intelligenza artificiale marketing agenzie ads

Inoltre, con l’AI, i messaggi che funzionano vengono usati sempre più spesso, mentre tutto ciò che non funziona viene cancellato dalla memoria del software, che impara e valorizza l’esperienza.

Più che contro la creatività, sembra che il tech sia a supporto della stessa.

Non credete, perciò, all’alternatività delle due cose. Piuttosto, oggi più che mai, si tratta di aspetti interconnessi dell’ad e della comunicazione.

Beh, certo, forse tra qualche anno ci ritroveremo a raccontare i nostri segreti a BFF come Bender, ma per il momento la creatività è ancora salva.

Social Media per il Black Friday: ecco le tecniche usate da chi ha creato le migliori campagne

  • Folle in attesa davanti ai negozi per tutta la notte, lunghe code e visite da record nei negozi fisici non sono scene che vedremo nel 2020
  • I Social Media sono stati ottimi alleati per tutti quei brand che hanno deciso di prepararsi al meglio online per il Venerdì più nero di sempre

 

Il giorno dopo il Ringraziamento negli Stati Uniti, ovvero il Black Friday, è da sempre il sogno di chi ama lo shopping. E da qualche anno questa tradizione è dilagata anche in Italia. Quasi tutte le aziende, ormai, offrono sconti e altri incentivi per fare acquisti. E i clienti possono iniziare a pensare ai regali di Natale per i loro cari e per loro stessi a prezzi speciali.

Quella che era iniziata come una tradizione americana è oggi un fenomeno mondiale. I consumatori di tutto il mondo si aspettano grandi offerte e i marchi non si fanno attendere e le offrono. A causa della pandemia globale, lo shopping di quest’anno è stato sicuramente diverso da quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni. Folle in attesa davanti ai negozi per tutta la notte, lunghe code e visite da record nei negozi fisici non sono scene che vedremo nel 2020, l’anno del distanziamento sociale. Il più grande evento di shopping si è spostato in uno spazio più sicuro dal punto di vista sanitario: Internet e i social media.

Per analizzare meglio il fenomeno, che fino allo scorso anno prevedeva due giornate di shopping ravvicinate, una reale nei negozi locali (il Black Friday) e una virtuale (il Cyber Monday), ma che quest’anno si è trasformata in un periodo di cyber shopping più lungo e dilazionato nel tempo, abbiamo scelto le migliori campagne social e ne abbiamo analizzato le tattiche che si sono rivelate vincenti.

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1. Preparare una guida per i regali

La fine di novembre è di solito il periodo dell’anno in cui la gente inizia a pensare allo shopping per le feste. L’eccitazione natalizia inizia a prendere il via e navigare in rete alla ricerca di idee regalo diventa un allegro passatempo.

Le guide ai regali, ben confezionate, sono il modo perfetto per attrarre utenti occasionali: sono contenuti ricchi ed esteticamente piacevoli e forniscono un valore reale con i loro suggerimenti.

Chi le ha pubblicate sui social media con qualche giorno di anticipo sul Black Friday ha dato ai follower il tempo di scegliere ed essere pronti per l’acquisto.

2. Creare senso di urgenza

Se si tratta di programmare “in anticipo”, bisogna anche cercare di creare un senso di urgenza intorno alle offerte del Black Friday. Iniziare in anticipo consente di informare i clienti che quello che si sta pubblicizzando sarà disponibile solo per un tempo limitato o fino a esaurimento scorte.

Le persone saranno spinte a fare acquisti non appena l’offerta diventerà disponibile, non un minuto dopo. Per mantenere alta l’eccitazione è bene dare a chi ci segui sui social anche un’anteprima di ciò che potranno godersi in sconto. ai follower una sbirciatina a ciò che sta arrivando.

eMail marketing, post del blog e, naturalmente, post sui social media sono i canali ideali per farlo. Includere un conto alla rovescia e comunque essere creativi nel rivelare a poco a poco le offerte è il segreto, e in questo le Instagram Stories possono rivelarsi uno strumento straordinario.

3. Infondi entusiasmo

Sì, quest’anno non è certo dei migliori e tutti non vediamo l’ora che finisca, ma chi l’ha detto che non possano esserci grandi occasioni nascoste anche dietro gli ostacoli? Per comunicarlo ai tuoi clienti e potenziali tali, il Black Friday è il giorno giusto per parlare con un tono di voce festoso e positivo.

In fondo stiamo parlando di godersi prodotti e servizi a un prezzo scontato, qualcosa da festeggiare finalmente può esserci!

4. Aggiungi omaggi agli acquisti

Chi non ama i regali? Il Grinch, probabilmente. Non preoccupiamoci di lui, però. È lecito supporre che i tuoi clienti saranno felici di ricevere un omaggio.

Se hai pensato ad aggiungere regali supplementari agli acquisti come parte della strategia per le feste, i social sono il posto ideale per comunicarlo, fallo sapere.

LEGGI ANCHE: Black Friday e Cyber Monday aiuteranno a compensare le perdite dell’offline?

5. Sfrutta la potenza di Instagram Shops

Durante il Black Friday ogni utente di Instagram è a caccia di offerte. Ecco come portare l’esperienza di acquisto direttamente nei loro feed, sfruttando al massimo la funzione Instagram Shopping.

La feature permette ai brand di creare cataloghi di prodotti e di presentare gli articoli nelle collezioni. La creazione di un negozio è gratuita e semplice, ma deve essere sottoposta a una revisione che di solito richiede alcuni giorni, quindi bisognava assicurarsi con anticipo di aver preparato il proprio negozio per il Venerdì Nero. Se quest’anno non hai fatto in tempo, tienilo a mente per il prossimo.

Suggerimenti extra

Una volta messa a punto una strategia social forte per il Black Friday, tutti questi brand hanno iniziato a generare buzz intorno alle loro offerte in anticipo. Conto alla rovescia, liste e hashtag sono stati tutti ottimi strumenti per farlo!

Una volta che le promozioni sono online, poi, bisogna assicurarsi che il team sia pronto e disponibile a fornire agli acquirenti un servizio clienti straordinario sui social media. Tassi di risposta brevi e risoluzione rapida dei problemi sono strumenti potenti per massimizzare le vendite, anche in queste giornate di shopping online.

agenzia smart

A chi rivolgersi per realizzare un sito web: agenzia smart o tradizionale?

Abbiamo un lavoro importante da portare a termine ma non riusciamo proprio a concentrarci. Fissiamo il foglio bianco per ore, il cursore sullo schema sembra ridere di noi, ma non molliamo, l’ispirazione sta arrivando, o almeno è ciò che desideriamo. Per staccare decidiamo di rilassarci un po’, e cerchiamo qualcosa, qualunque cosa, possa sbloccarci, che sia un video divertente, o provare a rispondere a quesiti assurdi come scoprire la forma del proprio viso. Ogni cosa passa da internet, e le nostre dita digitano parole chiavi, domande e frasi alla velocità della luce, in un viaggio interplanetario tra byte e bit.

“Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per 15 minuti” disse una volta Andy Warhol, e in un mondo iperconesso non possiamo lasciarci scappare l’occasione di essere cercati e trovati, con un semplice click. Essere presenti online è cruciale per la propria azienda, lo sanno bene i professionisti che sono alla ricerca di nuovi modi per imporsi anche nell’universo digitale. Uno degli strumenti imprescindibili da avere per farsi conoscere, raccontare e far crescere il proprio business è il sito web.

L’importanza di avere un sito web

Il sito web è uno strumento che permette alle aziende e ai professionisti di essere reperibili online e raccontare chi sono e cosa fanno. Portare in rete la propria attività ha diversi vantaggi, in particolar modo ci offre:

  • visibilità, siamo raggiungibili e consultabili da chiunque navighi online;
  • credibilità, possiamo trasmettere i nostri valori e ciò che facciamo, rafforzando la nostra brand identity;
  • aumentare i nostri affari perché il pubblico di riferimento del nostro mercato sarà maggiore.

Una volta che abbiamo capito l’efficacia di un sito web, una domanda sorge spontanea: quanto cosa creare, lanciare e aggiornare un sito?

Prima di rispondere, dobbiamo sapere che possiamo dar vita alla nostra piattaforma in due modi diversi. Possiamo rivolgerci a:

  • un’agenzia tradizionale che lavora con metodi tradizionali e sul web
  • provare a rivolgersi a un’agenzia smart come il servizio offerto da Register.it

Agenzia tradizionale VS  Smart agency

Per capire a quale servizio affidarci, dobbiamo innanzitutto capire cosa fa un’agenzia tradizionale e cosa fa un’agenzia smart, come si muovono, gli strumenti che possono offrirci, e le differenze che sussistono tra loro.

Agenzia tradizionale

Affidarsi a un’agenzia tradizionale, e quindi a persone competenti e a veri professionisti, non è mai sbagliato. Saremo seguiti da più figure che prenderanno in esame il nostro progetto e svilupperanno la nostra idea. Ma se siamo alla ricerca di qualcosa di diverso, un servizio che richiede tempi brevi, nuovi strumenti dinamici e un budget da investire non troppo oneroso, allora sarà meglio provare un’altra soluzione.

Possiamo affidarci a un’agenzia smart. In che modo?

Agenzia Smart

Register.it offre a chi vuole iniziare a muovere i primi passi sul web un pacchetto completo di servizi garantendo un sito web professionale, completo, ma soprattutto smart.

Come? Grazie alla competenza e all’esperienza della propria Smart Web Agency e allo Smart Site.

Stiamo parlando di una vera e propria smart agency digitale che realizza un sito web basandosi sulle esigenze del cliente a un prezzo molto abbordabile e con un flusso completamente online.

agenzia smart

I punti forza della smart web agency

Lo Smart Site ci consente di avere un sito completo, perfetto per mostrarci al meglio e in modo professionale ai nostri clienti, ed essere allo stesso tempo competitivi con tutti i nostri competitors.

  • La possibilità di rivolgersi a un unico interlocutore, nello stesso momento, e con tempi di realizzazione rapidi e per nulla macchinosi, come potrebbero essere quelli dettati da un’agenzia tradizionale.
  • Per creare il proprio sito web avremo a disposizione un editor “drag and drop”, uno strumento di modifica semplice, intuitivo e veloce. Possiamo infatti trascinare comodamente gli elementi da creare o modificare sul nostro sito, invece di affidarci a un codice sorgente ad hoc, non aggiornabile in autonomia.
  • Il costo per la realizzazione è contenuto e per niente elevato, una gran differenza di budget rispetto ai prezzi richiesti da un’agenzia tradizionale.
  • La piattaforma si aggiorna e quindi sarà sempre innovativa.
  • Avremo lo stesso fornitore per sito, dominio e hosting, senza ricarico di agenzia.

Ovviamente il sito web sarà consultabile da qualsiasi device perché sarà responsive, ossia riconoscerà il dispositivo con cui ogni utente si sta collegando e si adatterà a esso per garantire una navigazione scorrevole e piacevole.

Come funziona il servizio di Smart Site?

Ognuno di noi ha in mente il proprio progetto web, ma non ha tutti i mezzi per realizzarlo. Con questi servizi possiamo dar vita al nostro business online con un sito web flessibile che cresce insieme a noi. Tutto quello che dobbiamo fare è raccontare la nostra idea, i nostri sogni e come vogliamo il nostro sito web, come e cosa vogliamo comunicare grazie a esso.

Una vera e propria occasione per creare il nostro sito ideale in modo semplice ma professionale.

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Crawlability: cos’è e come può aiutarti a scalare la SERP

  • I problemi più comuni che ostacolano l’indicizzazione di un sito sui motori di ricerca riguardano la fase di scansione o crawling
  • Se un sito non è ben indicizzato, spesso si tratta di un problema di crawlability, ovvero di leggibilità per il motore di ricerca
  • Saper ottimizzare il crawl budget vuol dire saper orientare la lettura del sito da parte di Google in base ai contenuti più rilevanti

L’obiettivo di ogni SEO specialist è quello di posizionare le pagine del proprio sito tra i risultati di ricerca, possibilmente nella prima pagina della SERP, dove hanno maggiore probabilità di essere cliccate.

Per far sì che ciò avvenga, i contenuti della pagina devono soddisfare la query inserita nella barra del motore di ricerca dall’utente, ovvero saper intercettare il search intent sulla base di un criterio di pertinenza.

Dal punto di vista della SEO tecnica, si traduce in un’operazione ben precisa: rendere le pagine del sito ben leggibili dal crawler del motore di ricerca.

Cos’è il crawler 

Il crawler (o web crawler o spider) è un bot del motore di ricerca che esegue una scansione periodica dei contenuti presenti nel web, al fine di raccogliere informazioni dalle pagine e aggiungerle al suo indice.

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L’indicizzazione di un sito all’interno del web si svolge in 3 fasi:

  • Scansione (crawling);
  • Indicizzazione (indexing);
  • Posizionamento (ranking).

L’intero processo fa sì che quando la query viene inviata, in una frazione di secondo viene restituita una pagina contenente dei risultati posizionati per pertinenza e/o rilevanza.

Il crawling è la prima fase dell’indicizzazione, in cui tutti i contenuti presenti all’interno del web vengono passati in rassegna e ordinati all’interno di un database da un bot, che li classifica soffermandosi su elementi quali: il SEO title, la meta description, gli alt text delle immagini, le parti in grassetto o in corsivo del testo e i link.

Il crawler si sposta da una pagina all’altra seguendo i link interni e li utilizza per costruire la mappatura del sito e creare una gerarchia in base ai contenuti con un maggior numero di rimandi.

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Il processo di crawling è iterativo, il che vuol dire che lo spider ritorna a intervalli regolari su pagine già scansionate alla ricerca di variazioni e nuovi contenuti. Ogni volta che il sito viene aggiornato il crawler salva l’ultima versione.

Ottimizzare il crawl budget

In sostanza, crawlability vuol dire leggibilità del sito da parte del crawler. La capacità del crawler di accedere a una pagina e scansionarla correttamente rivela se il sito è stato ottimizzato nel modo giusto o, al contrario, sono presenti problemi di indicizzazione. In tal caso, il sito potrebbe non può comparire nei risultati di ricerca organici.

Inoltre, non è fondamentale che tutte le pagine del tuo sito web vengano scansionate: una pagina di contatto o una pagina di accesso all’area riservata, ad esempio, sono inutili ai fini dell’indicizzazione, poiché riservate a una nicchia di utenti.

3 consigli per migliorare il web design del tuo sito aziendale

Il tempo e le risorse del web non sono illimitati, ragion per cui nel processo di indicizzazione il crawler si trova a dare priorità ad alcune pagine rispetto ad altre, a selezionare i contenuti sottoposti a scansione e ignorare il resto.

Per ottimizzare il crawl budget o budget di scansione a tua disposizione, puoi contrassegnare queste sezioni meno rilevanti con il tag noindex, orientare la lettura con i tag canonici, limitarne la lettura mediante il set-up del file robots.txt.

Problemi di crawlability

Se hai ricercato keyword, target, creato contenuti pertinenti ma il tuo sito non risulta indicizzato correttamente e non hai un ritorno in termini di traffico, è molto probabile che si tratti di un problema di scansione.

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Saper individuare tutti gli elementi che ostacolano o limitano l’accesso del crawling è fondamentale per far sì che il sito venga indicizzato correttamente.

Quali sono i più comuni problemi di crawlability?

URL bloccati da Robots.txt

La prima cosa che un bot cerca sul tuo sito è il tuo file robots.txt, all’interno del quale puoi indirizzare il crawler, specificando “non consentire” sulle pagine che non desideri vengano scansionate.

Il file robots.txt è molto spesso la causa dei problemi di scansione di un sito. Se le sue direttive sono errate, possono impedire a Google di eseguire la scansione delle tue pagine più importanti o permettere la lettura di quelle inutili ai fini dell’indicizzazione.

Puoi individuare il problema dal “rapporto sulle risorse bloccate” di Google Search Console, che mostra un elenco di host che forniscono risorse al tuo sito, che risultano bloccate dalle regole file robots.txt.

Errori 500 e 404

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LEGGI ANCHE: La regola dei 15 secondi: ecco perché gli utenti lasciano il tuo sito

Il codice errore 500 rivela un problema del server su cui il sito è ospitato, mentre l’errore 404 dipende dal contenuto del sito stesso.

In entrambi i casi, se Google incontra questi errori quando arriva alla pagina è un grosso problema. Dal momento che viaggia seguendo i link, per il crawler è come trovarsi in un vicolo cieco.

Dopo aver raggiunto un numero elevato di pagine di errore, il bot smette di eseguire la scansione della pagina e del tuo sito.

Anche questo tipo di errore può essere individuato facilmente tramite la Search Console di Google.

Errori di tag SEO

Una cattiva indicizzazione può dipendere anche da un uso sbagliato dei tag, se risultano potenzialmente fuorvianti per la lettura del bot, o se sono mancanti, errati o duplicati.

Un metodo veloce per individuare il problema è analizzare il traffico sul sito, principalmente il percorso degli utenti. Le pagine con la frequenza di rimbalzo più elevata possono rivelare delle criticità.

Analizza anche le funzionalità di scansione avanzate della Search Console che mostrano quanti link interni vengono reindirizzati a una sola pagina. Fai attenzione agli elementi di best practice in questo passaggio, come l’assenza di reindirizzamenti 301 interni, la corretta impaginazione e le mappe dei siti complete.

Usabilità mobile

L’usabilità sui dispositivi mobili è un’area di primaria importanza per la SEO: se il sito non è ritenuto utilizzabile su smartphone e tablet, Google potrebbe non mostrarli nella SERP e questo comporta la perdita di una bella fetta di traffico.

 Questi problemi possono essere svelati anche dallo strumento della Search Console Google mobile friendly tester.

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È buona norma anche controllare sempre l’output dal lato mobile non solo quando il sito viene rilasciata, ma anche ogni volta che viene aggiornata una singola pagina.

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Se dopo aver verificato tutti gli elementi di cui sopra, il tuo sito presenta ancora problemi, è possibile che i contenuti delle pagine non siano considerati rilevanti.

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xingu ceo

La startup italiana Amazon focused Xingu viene acquisita dal gruppo internazionale Labelium

  • L’acquisizione attiva l’internazionalizzazione di Xingu in 14 paesi diversi. Francia, Spagna e Germania le prime nazioni in cui verranno aperti uffici a partire da gennaio 2021
  • Fondata nel 2018, Xingu ha raggiunto il break even point dopo soli 7 mesi di attività, registrando una crescita del 300% già dal secondo anno di attività e chiude il 2020 con un Ebitda pari al 20% del fatturato

 

Xingu ha appena annunciato l’inizio del processo di acquisizione del 60% delle sue quote da parte di Labelium, Global Digital Performance Agency che porterà il successo 100% made in Italy in oltre 14 paesi in tutto il mondo.

Mattia Stuani, ora nominato a Global CEO di Xingu, ha così commentato l’operazione: “Nel gennaio 2018, l’obiettivo a 3 anni come imprenditore digitale era quello di formare un team con competenze nuove sul mercato e un modello di business redditizio e scalabile basato su metodologie e strumenti interni che aiutassero le aziende ad avere successo su Amazon. Molte startup raccolgono troppi investimenti, poi per avere una plusvalenza significativa devono vendere a una valutazione troppo alta rispetto al mercato in cui operano, oppure impiegano anni ed anni. Xingu, in 2 anni e mezzo ha reso ai suoi investitori più di 3x sull’investimento mentre i partner operativi restano tutti nella società per raggiungere un obiettivo molto più importante insieme a Labelium. Sono orgoglioso di dire che siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo con grande successo e Xingu è presto diventata una delle migliori agenzie Amazon in Europa, collaborando con molti brand leader.

xingu labelium

Chi è Xingu

Nasce nel 2018 da un’idea di Mattia Stuani CEO & Founder ed Andrea Febbraio Lead Investor e Venture Builder come agenzia “100% Amazon Focused” per aiutare le aziende a massimizzare gli investimenti su Amazon su scala globale, offrendo servizi di consulenza strategici per ottimizzare al meglio la presenza dei marchi sul marketplace e sulle sue importanti piattaforme di pubblicità. Grazie alla sua metodologia, Xingu è in grado di tracciare, analizzare, automatizzare e gestire le attività Amazon con efficienza e scalabilità.

La startup vuole essere la chiave di volta per il successo dei suoi clienti. Oggi è formata da un team di 25 specialisti Amazon e appassionati di digitale. Grazie a Xingu, le aziende italiane approcciano il mercato su Amazon in 18 paesi con un servizio in lingua e specifico per ogni country, superando i limiti geografici del proprio business, per far conoscere i prodotti a milioni di nuovi consumatori. Questo ha portato ad una media del 70% di incremento business delle aziende partner.

Mattia Stuani, ha anche aggiunto “Abbiamo lavorato con Labelium per diversi mesi sull’accordo e, durante il processo, abbiamo scoperto di avere la stessa forte cultura umana e l’ambizione di raggiungere obiettivi importanti negli anni a venire. Ora, il team di Xingu è pronto a scalare sui mercati esteri e sono felice di dire che Labelium può aiutare notevolmente in questo processo, grazie alla loro presenza globale e grazie alla complementarità delle loro verticalità digitali a 360 °. Vorrei ringraziare enormemente le straordinarie persone del mio team che hanno dato vita a Xingu e gli investitori che si sono fidati di me, soprattutto Andrea Febbraio per il suo fiuto imprenditoriale e per il suo incontenibile entusiasmo . Pronti per la prossima sfida”.

black friday

Black Friday e Cyber Monday aiuteranno a compensare le perdite dell’offline?

  • Il Black Friday in Francia è stato rimandato di una settimana. In Italia, invece, si prevedono cifre da record
  • Tra i settori più richiesti dai consumatori, si trovano sul podio: elettronica e abbigliamento

Ci siamo quasi. Anche se gli sconti sono iniziati già da qualche giorno, la data ufficiale del Black Friday resta quella dell’ultimo venerdì di novembre e dunque il prossimo 27. Almeno per l’Italia, dato che in Francia anche Amazon ha accettato di rinviare il giorno dello shopping pre-natalizio su richiesta del ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, che aveva invitato supermercati, grande distribuzione e rivenditori online a posticipare il Black Friday per tutelare i negozi che vendono prodotti non essenziali obbligati a rimanere chiusi durante il lockdown.

In Italia la storia è andata diversamente, nonostante la proposta avanzata al governo da parte di Confesercenti.

Come andrà quindi questo Black Friday 2020 “scaglionato”? Quali sono le previsioni sulle vendite? E soprattutto, potrà davvero contribuire a compensare, almeno parzialmente, le perdite sull’offline anche per le piccole imprese?

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black friday

L’accelerazione digitale delle imprese italiane

Con una certa sorpresa (o forse no!), le aziende italiane che nel 2020 hanno accelerato sulla digital transformation toccano quota 85%, con una cifra decisamente superiore alla media europea (75,3%). A dirlo è il Digital Transformation Index di Dell Technologies.

“L’incertezza generata dalla pandemia sta portando i decision maker aziendali a immaginare nuove formule per restare competitivi in un mercato particolarmente sfidante. In Italia, l’81% del panel intervistato dichiara di essere impegnato a reinventare il proprio modello di business”.

Anche l’ultima ricerca di Casaleggio Associati su Food ed eCommerce ci aveva ricordato che ““Il Covid ha fatto accelerare il processo di trasformazione verso l’online almeno di 5 anni: chi non aveva ancora provato a comprare online lo ha fatto quest’anno”.

Insomma, un passo in avanti c’è già stato, ma ora dovranno essere le cifre a parlare sui risultati.

Le previsioni su Black Friday e Cyber Monday 2020

La stagione delle festività 2020 sarà diversa da tutte le altre, sostiene eMarketer in uno dei suoi ultimi report proprio sulle due giornate di shopping online. La pandemia incombe su tutto, creando venti contrari all’economia, complicando la catena di approvvigionamento e modificando i modelli di acquisto dei consumatori, rendendo imprevedibile quest’anno, in un momento in cui la posta in gioco non è mai stata così alta.

Quanto verrà speso durante le vacanze del 2020? Negli Stati Uniti la vendita al dettaglio, stando alle previsioni, aumenterà dello 0,9% fino a 1.013 trilioni di dollari. Se da un lato calerà del 4,7% quella dei negozi offline, le vendite nell’eCommerce saliranno del 35,8%, rappresentando alla fine il 18,8% del totale delle vendite nel retail.

Certamente anche lo spostamento in avanti (a ottobre) dell’Amazon Prime Day, non può essere lasciato da parte nelle valutazioni. Infatti, gran parte dei consumatori ha già cominciato a fare i suoi acquisti per il Natale in questa fase intermedia, complice un desiderio anticipato da parte delle persone di iniziare a gustare la tipica atmosfera festiva in un anno così particolare. Bisogno saggiamente intercettato da Amazon.

Sempre stando alle previsioni di eMarketer, il Cyber Monday sarà ancora una volta il più grande giorno di spesa online nella storia degli Stati Uniti, con un fatturato di 12,89 miliardi di dollari, in crescita del 38,3% rispetto all’anno scorso. E il Black Friday sarà il secondo giorno più importante della stagione, con un aumento delle vendite previsto del 39,4% a 10,20 miliardi di dollari.

Oltre ad Amazon anche le grandi catene che hanno adottato il modello del click-and-collect (cioè la possibilità di ordinare online un prodotto e di ritirarlo in negozio), come Walmart, Target e Best Buy riscuoteranno quest’anno un grande successo.

LEGGI ANCHE: Come prepararsi al Black Friday grazie al Cloud Server

black friday

E in Italia?

Secondo una ricerca effettuata da Shopify, ben il 96% degli italiani ha sentito parlare di Black Friday quest’anno e  l’84% prevede di fare acquisti in questa occasione, con uno scontrino medio previsto che si aggirerà intorno ai 377 euro a testa, salendo a quota 478 euro per gli uomini e a 515 euro per le famiglie con bambini.

L’Italia sarebbe inoltre la nazione con il maggior livello di partecipazione attesa secondo una stima internazionale dello stesso Shopify, seguita da Stati Uniti (67%), Francia (67%), Australia (61%), Germania (61%), Canada (50%) e Inghilterra (47%).

Secondo i dati raccolti da Trustpilot, invece, la crisi legata alla pandemia ha portato alla formazione di due fasce di consumatori: da una parte quelli che acquisteranno come al solito (20,8%) e dall’altra quelli che non acquisteranno affatto (19,8%). Il 14,9% del campione si direbbe intenzionato a spendere meno, contro il solo 9,8% che penserebbe di spendere di più. In ogni caso, sarà il prezzo l’elemento essenziale per il 32,7% dei consumatori, prima ancora del prodotto e della sua utilità (22%). Altrettanto importanti nella valutazione di acquisto saranno in questo contesto le politiche di reso (15,9%), più che i tempi di consegna e il servizio clienti.

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black friday trend italia

Cosa compreranno i consumatori quest’anno?

Elettronica e abbigliamento saranno ancora una volta ai primi posti dei desideri dei consumatori, con il 56% degli intervistati in Italia che sceglieranno queste categorie merceologiche. Alto l’interesse anche per il settore della salute e del beauty (43%). Seguono gli acquisti per libri e magazine (36%), elettrodomestici (33%) e giocattoli (30%).

Nonostante le restrizioni in molte regioni, il 49% degli italiani punta a fare shopping sia online sia offline, confermando la necessità per le imprese di rivedere le proprie strategie in ottica omnichannel. Se i Millennials e Generazione Z vedono nell’eCommerce il solo e unico canale d’acquisto (43%), il Black Friday intercetta la predisposizione allo shopping di una larga parte di over 55 (77%). Tra i più giovani (18-34 anni), invece, il 32% è già in cerca di affari e acquisterà soprattutto tramite mobile (64%), una percentuale che scende a quota 42% per la fascia 35-54 e a 30% per gli over 55.

Il Black Friday e il Cyber Monday, insomma, si preannunciano promettenti per il settore Retail, specialmente in un anno in cui moltissime aziende hanno saputo reinventarsi grazie al digitale. Ma dopo le previsioni, non ci resta che attendere i dati reali di vendita.

amazon

Il colosso dell’eCommerce lancia in Italia “Accelera con Amazon”

Un programma per aiutare le piccole e medie imprese a superare le barriere esistenti nella vendita online in Italia e all’estero, attraverso sessioni di formazione e coaching. Lo ha annunciato ieri sera con un comunicato stampa il colosso mondiale dell’eCommerce, il suo “Accelera con Amazon” dedicato all’Italia.

Il programma include risorse di apprendimento online, corsi di approfondimento virtuali e un boot camp intensivo di una settimana per aiutare le imprese ad implementare la propria presenza in rete. È inoltre prevista la possibilità di accedere a consulenze mirate su strategia di business, di finanziamento, nonché su marketing e internazionalizzazione. Il tutto sarà realizzato in collaborazione con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business, Confederazione italiana della piccola e media industria privata (CONFAPI), la principale organizzazione di rappresentanza delle Pmi italiane e Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, per accelerare la crescita e la digitalizzazione di oltre 10.000 piccole e medie imprese italiane (PMI).

accelera con amazon

L’eCommerce in Italia

In Italia le vendite attraverso l’eCommerce stanno crescendo ma continuano a rappresentare solo una piccola parte degli acquisti complessivi. In base all’analisi dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management Politecnico di Milano l’incidenza del valore delle vendite online sul totale delle vendite in ambito retail è cresciuto dal 6% all’8% nel 2020. Le piccole e medie imprese italiane hanno un gap da colmare se comparate ai cugini europei. Solo un terzo di loro è digitalizzata e solo una su sette (di quelle con più di 10 impiegati) ha una presenza online significativa. Di gran lunga indietro rispetto alle altre nazioni europee, l’Italia si posiziona al 25° posto tra i 28 Stati Membri dell’Unione Europea nell’edizione 2020 del DESI Digital Economy and Society Index.

Sono oltre 14.000 le piccole e medie imprese italiane che vendono su Amazon. Nel 2019 hanno registrato vendite all’estero per più di 500 milioni di euro ed hanno creato più di 25.000 posti di lavoro in Italia. Nel periodo dal 1° giugno 2019 al 31 maggio 2020, i partner di vendita italiani hanno registrato vendite per una media di oltre 75.000 euro ciascuno, ed hanno venduto più di 60 milioni di prodotti negli store Amazon

Francois Saugier, VP Seller Services Amazon in Europa, ha affermato “Il supporto alle imprese è al centro di tutto ciò che facciamo. Nel 2019, Amazon ha investito oltre 2,2 miliardi di euro in logistica, strumenti, servizi, programmi e persone per aiutarle a raggiungere il loro pieno potenziale”.

Come funziona “Accelera con Amazon”

Il programma offre strumenti online di apprendimento e di consulenza per coloro che desiderano avviare una nuova attività online o accelerarne una già esistente. Inoltre, l’iniziativa offre moduli dedicati su come creare un’immagine del brand efficace e implementare strategie di marketing e di social media, strumenti per sviluppare modelli di business e corsi su come creare il team più efficace dal punto di vista delle risorse umane. Le realtà che parteciperanno potranno inoltre beneficiare di:

  • Un hub di apprendimento online realizzato con MIP Politecnico di Milano che include una serie di moduli e corsi online gratuiti che le piccole e medie imprese possono frequentare indipendentemente dal livello di digitalizzazione e conoscenza. Le PMI riceveranno formazione su un’ampia gamma di tematiche come la strategia commerciale, il finanziamento, il marketing e l’internazionalizzazione. I corsi saranno tenuti da docenti della School of Management del Politecnico di Milano e da esperti di e-commerce, oltre ad esperti Amazon e metteranno a disposizione degli studenti un metodo di apprendimento community-based.
  • Boot camp intensivi – MIP Politecnico di Milano ha progettato un corso intensivo virtuale di una settimana per offrire a 500 startup e piccole imprese un percorso su misura per sviluppare le loro competenze digitali per vendere online.
    Webinar organizzati con le sedi territoriali di Confapi per la promozione dei corsi di digitalizzazione offerti dal programma.
    Webinar e Contenuti video realizzati dall’Agenzia ICE per fornire contenuti formativi sul commercio elettronico e l’internazionalizzazione d’impresa.
  • Un percorso di webinar realizzati da Netcomm per comprendere come il digitale stia trasformando lo scenario di mercato globale e supportare le PMI nel definire le iniziative digitali che possono intraprendere sia in ambito BTB che BTC.
    Webinar AWS “Primi passi nel Cloud per le PMI” – I Primi Passi nel Cloud Amazon Web Services (AWS) sono una serie di appuntamenti online gratuiti in Italiano – progettati per Piccole e Medie Imprese – che hanno l’obiettivo di aiutare a innovare con il cloud AWS e di sfruttare a pieno le potenzialità della Regione AWS Italiana attraverso tutorial e dimostrazioni pratiche tenute dagli esperti di AWS.
  • Partner istituzionali e del settore insieme per supportare imprenditori e aziende interessate a digitalizzarsi e lanciare le loro attività online, offrendo un’ampia gamma di servizi di formazione.

Carlo Ferro, Presidente ICE Agenzia, ha così commentato il lancio del programma: “Gli interventi di supporto alla ripresa, e di riposizionamento strutturale sui nuovi mercati, richiedono un’accelerata transizione verso il digitale. È questa una sfida di capitale umano, una sfida alla sua capacità di essere attore di nuove proposte e di adeguarsi ai nuovi paradigmi del commercio mondiale e dell’innovazione tecnologica. In una parola, è una sfida di formazione”.

Trend 2021: un cambio di prospettiva su vita, tecnologia e business

  • I Trend 2021 guardano ad un mondo instabile con un cambio di prospettiva su Vita, Tecnologie, Business e Persone
  • La crescita della tecnologia a favore del distanziamento sociale e della creazione di Io digitali, in un mondo sempre più astratto
  • Persone e aziende in cerca di uno scopo e con la necessità di ridefinire il loro ruolo e impatto nella società

Ci apprestiamo a terminare un anno che ha rimesso in discussione il sistema mondo e occuperà un posto d’onore nei libri di storia. Il 2020 è: pandemia, elezioni americane, attivismo di piazza e di poltrona, crisi climatica, incendio di Beirut, nuovi equilibri geopolitici in Medio Oriente, la guerra economica tra USA e Cina, e l’anno non è ancora terminato. E anche tanta tecnologia, dai robot negli ospedali, alle navicelle di Elon Musk, alla sempre più presente intelligenza artificiale.

Trend 2021

Stiamo vivendo un cambiamento epocale. Possiamo rispondere all’incertezza fermandoci ad aspettare che finisca, oppure muovendoci a piccoli passi, cercando e sperimentando nuovi modelli di vita e azienda. Con questo secondo approccio presentiamo nei prossimi paragrafi alcuni trend 2021, in una visione che abbraccia con flessibilità un mondo instabile.

Vita, tecnologia, business, persone i macro temi che tratteremo partendo dalle ricerche e dai report di Deloitte, Gartner e Fjord di Accenture.

Il design incentrato sulla vita

Siamo abituati a sentir parlare di Human Centered Design (HCD). Una metodologia per progettare soluzioni realmente applicabili per le persone, attraverso una comprensione empatica delle loro esigenze.

Lo Human Centered Design, come suggerisce del resto il nome, ha una visione umano centrica. Quello che stiamo comprendendo è che l’uomo non è più il centro, ci sono anche le altre forme di vita, le specie a rischio, le piante. Il Covid-19 molto probabilmente è frutto di un passaggio di specie (spillover), causato dall’alterazione di ecosistemi naturali.

In questo contesto Fjord Trend parla di Life-centered Design, un concetto ispirato alle teorie dello scrittore John Tackara, cioè di progettare soluzioni per la vita, non solo per quella degli uomini. In quanto l’uomo è parte di un ecosistema. Parliamo quindi di una mentalità più sistemica nel design. Per esempio il design che coinvolge le persone in una causa collettiva è un design incentrato sulla vita.

trend 2021: life design

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Questo trend riguarda il modo in cui sta cambiando la perfetta sovrapposizione tra desiderabilità, fattibilità e vitalità del diagramma di Venn, e con essa le risposte progettuali delle organizzazioni verso prodotti o servizi sostenibili e che abbiano un senso e profitto per il business.

Un esempio è Dr. Martens che ha creato un modello di scarpe vegan, aumentando il profitto del 70%.

Trend 2021: Tecnologie

Il distanziamento sociale sta portando a un’accelerazione nell’utilizzo di quelle tecnologie, che creano e facilitano lo spostamento in digitale di persone, aziende, processi. Un esempio è la crescita nell’utilizzo della Telemedicina, cioè la possibilità di essere curati a distanza dal medico, i digital twin, l’evoluzione del Cloud, Internet of Behaviors e l’astrazione del denaro. Tecnologie che esistono già, ma oggi stanno mostrando tutto il loro potenziale e nei trend 2021 avranno un ulteriore sviluppo.

Telemedicina e sanità digitale

L’utilizzo della Telemedicina nel 2020 è passato in US dall’11% al 46% e il 76% delle persone, secondo una survey McKinsey, si dicono interessate ad adottare soluzioni di Telemedicina. Nel prossimo futuro si prevedono servizi sanitari più virtualizzati, in un mix bilanciato tra virtuale e in presenza.

Oggi si sta utilizzando molto la visita virtuale nella psicoterapia, ma potrà essere esteso a follow-up per riabilitazione cardiaca, o per la gestione da parte del medico di pazienti cronici, con supporto di strumenti di monitoraggio. McKinsey prevede che in USA 260 miliardi di $ in spesa sanitaria (Medicare, Medicaid, Commercial OP, ecc.) potrebbero essere completamente trasferiti in servizi virtuali.

McKinsey & Company survey

Fonte: https://www.mckinsey.com/industries/healthcare-systems-and-services/our-insights/telehealth-a-quarter-trillion-dollar-post-covid-19-reality#

Digital Twins

I Digital Twins come il 3D e i modelli di dati sono strumenti consolidati nella produzione e industria, sono utilizzati per la riproduzione digitale di prodotti e sistemi al fine di testarne il comportamento. Sono legati alla diffusione dei progetti IOT, per esempio in ambito industriale si utilizzano per la manutenzione predittiva. Secondo un report di Grand View Research, il mercato dei digital twins raggiungerà 26,07 miliardi di dollari entro il 2025

I Digital Twins si stanno affermando e continueranno a farlo anche fuori l’ambito industriale. Un esempio è The Diigitals, che ha creato una fashion agency di modelle realizzate completamente in 3D, con una vera e propria personalità. Un altro esempio è l’utilizzo dei Digital Twins nell’ambito dell’assistenza sanitaria. In futuro avremo “pazienti digitali”, cioè un modello digitale personalizzato del paziente lungo tutta la sua vita. Ad oggi questa idea è stata già applicata da Philips su una singola parte del corpo, con un’applicazione chiamata Heart Model che crea un cuore in 3D partendo dalle immagini ecografiche 2D del paziente.

Cloud distribuito

Il cloud distribuito è il futuro del cloud. Si tratta della possibilità di distribuire servizi di cloud pubblico in diverse posizioni fisiche al di fuori dei data center dei provider. Quest’ultimi, nonostante non debbano necessariamente avere la proprietà di alcuni sistemi su cui risiedono dati e servizi propri dell’utente, mantengono la responsabilità sull’efficacia del servizio globale erogato. Si preoccuperanno quindi della sicurezza, governance e aggiornamenti tecnologici. Consentire alle organizzazioni di avere questi servizi fisicamente più vicini aiuta con scenari a bassa latenza, riduce i costi dei dati e aiuta a soddisfare le leggi che impongono che i dati debbano rimanere in un’area geografica specifica. Le organizzazioni inoltre continuano a trarre vantaggio dal cloud pubblico e non gestiscono il proprio cloud privato, che può essere costoso e complesso.

Internet of Behaviors (IoB)

Tra i trend 2021 sulla tecnologia, Gartner ci parla di Internet of Behavior (IoB). Si tratta dell’utilizzo dei dati, che i dispositivi tecnologici acquisiscono nella nostra vita quotidiana, per influenzare i comportamenti delle persone attraverso una serie di feedback.

Per esempio per le automobili, monitorando i comportamenti di guida, le aziende possono utilizzare i dati per migliorare le performance, il percorso e la sicurezza delle persone.

Un altro esempio sono i dispositivi wearable che le compagnie di assicurazione sanitaria possono utilizzare per  tracciare l’attività fisica delle persone e ridurre i premi assicurativi. Gli stessi dispositivi potrebbero essere usati anche per monitorare l’acquisto di alimenti, i prodotti poco salutari faranno quindi aumentare i premi quelli salutari invece abbassare.

Chiaramente questo comporta anche implicazioni etiche e sociali, che dipendono dallo scopo e i risultati che si vogliono ottenere. Le leggi sulla privacy per questo avranno un grande impatto sull’utilizzo dell’IoB.

Relazione con il denaro

Negli ultimi anni la nostra relazione con il denaro fisico sta diventando più ambigua ed astratta, grazie a sistemi di pagamento digitale come smartphone, riconoscimento facciale, impronta digitale e negozi senza cassieri. Proprio la pandemia ha portato a preferire pagamenti con carte per avere meno contatto possibile con il denaro. Tra i trend futuri, Fjord ci parla di un cambiamento ancora più radicale e astratto con il denaro. Pensate alla possibilità di aggiungere valore (come un emoji) attraverso lo scambio di una fotografia sui social network, oppure a unità di denaro che portino con sé dei livelli di informazioni e diano automaticamente accesso ad agevolazioni a seconda dello status sociale, come studenti. O ancora donazioni verso enti benefici, che sblocchino automaticamente sul conto corrente sconti per negozi nelle vicinanze.

trend 2021: money

A fronte di un’astrazione del denario stanno entrando in gioco nuovi attori nel panorama finanziario, pensiamo a Facebook Libra. I servizi tradizionali, hanno dalla loro parte la fiducia e la sicurezza delle persone, ma anche una grande sfida ad innovare e garantire ai propri clienti la qualità di esperienze sempre all’avanguardia, in grado di differenziarli dall’affollato panorama di competitor.

Trend 2021: Business

La pandemia ha portato o sta portando molte persone a riconsiderare l’acquisto e il consumo di beni e servizi in un’ottica più consapevole. Le persone chiedono alle aziende nuovi modelli di crescita, un senso nell’acquisto che porti valore anche per il mondo circostante, che sia sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale. È sotto gli occhi di tutti del resto la difficoltà di governi e istituzioni a fronteggiare l’emergenza sanitaria, climatica, sociale.

Qual è il ruolo delle aziende oggi? Come possono crescere è aumentare i profitti, restituendo valore al mondo? Purpose e Partnership tra i trend 2021.

Organizzazioni guidate da uno scopo

Le Organizzazioni che sanno perché esistono e per chi stanno lavorando, sono in grado di navigare un cambiamento senza precedenti e far crescere i loro profitti. Non è la prima volta che parliamo di Purpose, sappiamo bene quanto sia importante conoscere e perseguire il proprio perché sia per i propri clienti, per i dipendenti e per la comunità.

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Consideriamo tuttavia ancora il purpose tra i trend 2021, perché le aziende lo stanno prendendo sempre più in considerazione e “attuando” autenticamente. Il Purpose infatti non è una dichiarazione nelle pagine “About us” del sito web, è qualcosa che l’azienda persegue ogni giorno con il proprio lavoro, è la base su cui l’azienda si poggia, si muove e prende le proprie decisioni, a prescindere dal prodotto che vende. Le imprese guidate da uno scopo non solo hanno maggiore attenzione da parte delle persone, ma stimolano anche una loro azione positiva.

Il purpose per essere perseguito richiede prima di tutto una grande consapevolezza dell’azienda, poi dovrebbe essere condiviso a tutti i livelli  e non gestito in silos con il rischio di apparire confusionario o falso, non da ultimo concretizzato con policy aziendali adeguate e misurato con KPI.

Per dimostrare l’impatto positivo del Purpose sul profitto dell’azienda, Unilever ha misurato le performance dei suoi “Sustainable Living Brand”, cioè brand guidati da scopo ambientale o sociale,  rispetto al resto dei prodotti del portfolio. Il risultato è stato che i primi sono cresciuti del 69% più velocemente rispetto gli altri, portando al 75% di crescita dell’azienda.

Quando un’azienda conosce e persegue il proprio perché internamente ed esternamente è quasi naturale collegare il ruolo dell’impresa nella società e il valore che può portare agli stakeholder.

Partnership

In ottica Human-centered, le aziende stanno scavando più a fondo nel capire i reali problemi delle persone e come possono risolverli in modo olistico. In questo contesto parliamo di nuove strategie di partnership, fusione, collaborazione tra aziende, che rafforzino il singolo prodotto o servizio del brand offrendo una serie di soluzioni correlate.

trend 2021: partnership

Un esempio in questa direzione è ExxonMobil, una delle principali compagnie petrolifere statunitensi, che ha creato un nuovo ecosistema di cura delle auto in Cina, passando dal tradizionale sistema B2B a un mercato customer-driven. ExxonMobil ha fatto una partnership con una global tech company e un brand locale per la manutenzione dell’auto, creando un’esperienza digitale che permetta ai clienti di ricevere consigli per curare la propria auto e prenotare servizi di manutenzione. Questo ha consentito a ExxonMobil non solo di rifornire i veicoli, ma anche assicurare che funzionino in modo sicuro ed efficiente.

Un altro esempio interessante è quello di Lloyds Bank, che in partnership con Mental Health UK, ha creato un servizio per promuovere la consapevolezza pubblica e offerto delle risorse per affrontare l’impatto psicologico negativo portato da problemi finanziari. Lloyds Bank con l’aiuto di un partner ha offerto quindi non solo una soluzione finanziaria, ma anche il benessere mentale delle persone in un momento in cui c’è molta ansia e il portafogli è in difficoltà.

Persone Liquide

Come in un cerchio abbiamo guardato i trend 2021 partendo dal Life-centered design e chiudiamo tornando alle persone e alla vita. Fjord Trend ci parla di Persone Liquide, guardando alla crescita da un punto di vista umano. In questo ultimo anno, molti di noi hanno iniziato un percorso di ridefinizione di sé stessi, della vita che conduciamo, del lavoro che svolgiamo e del nostro impatto sul mondo che ci circonda. E la definizione del nostro essere si sta sempre più staccando dagli oggetti. Creando un vero e proprio conflitto tra desiderabilità, appagamento nell’acquisto ed etica.

trend 2021: persone liquide

Siamo maggiormente consapevoli di problemi come il cambiamento climatico, la salute mentale, la sostenibilità. Abbiamo iniziato a pensare ad una vita che abbia uno scopo e a fare profonde riflessioni su ciò che è veramente importante. La chiusura in casa per proteggere l’altro, ha portato un senso di responsabilità personale, ma anche di maggiore consapevolezza di vivere in una comunità e di come l’azione di uno possa impattare l’altro, soprattutto se appartenente a fasce più deboli.

Questa ridefinizione di sé stessi trova un riscontro concreto nel consumo e nel nostro lavoro quotidiano. Il consumo non è morto, ma sta cambiando e le aziende devono aiutare le persone a definirsi in un modo diverso che va oltre quello che consumano. Iniziamo a riflettere di più prima di acquistare nuovi prodotti (Conscious consumer) o lavorare per aziende senza uno scopo, soprattutto se quest’ultime sono incuranti dell’impatto sociale che hanno. E ne parliamo, ci confrontiamo all’interno di community, indignandoci o sostenendo le aziende che a loro volta ridefiniscono sé stesse.