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I migliori annunci stampa della prima metà del 2021

Selezionare cinque tra le migliori creatività della prima parte di questo anno così strano è un’impresa non da poco: tantissimi brand, grandi e piccoli, hanno investito in annunci stampa nel corso di questo periodo segnato dalle ondate pandemiche di Coronavirus, mentre i budget di tanti settori subivano variazioni importanti a causa di restrizioni e lockdown generalizzati.

Ci sono però temi che ricorrono continuamente nelle pubblicità dei brand: dal rispetto per una natura in pericolo all’attenzione necessaria alla guida, fino alla cura dei più deboli.

Ecco una selezione non esaustiva delle più belle campagne su carta stampata pubblicate in questo primo semestre del 2021.

E se non ti basta: qui puoi recuperarle tutte:

Renault, Croma e SEAI, i migliori annunci stampa di gennaio

BMW, The Guardian e Nissan: i migliori annunci stampa di febbraio

Playstation, NHS e PETA: i migliori annunci stampa di marzo

Greenpeace, Colgate e McDonald’s: i migliori annunci stampa di aprile

Greenpeace, KLO e Burger King: i migliori annunci stampa di maggio

KFC, De Standaard e Lion Heart: i migliori annunci stampa di giugno

Gennaio

Eureka! – Travel while reading

Si dice che il modo migliore di viaggiare sia con la fantasia. In effetti, in questo particolare momento storico condizionato dall’emergenza sanitaria, è probabilmente l’unico modo per farlo. D’altra parte, è anche il più economico: mete lontane, esotiche e suggestive diventano facilmente raggiungibili, grazie ai libri.

Advertising Agency: NEW!, Lithuania
Creative Director: Aistė Jūrė
Copywriter: Aistė Jūrė
Copywriter: Vytautė Petkevičiūtė
Illustrator: Justine Shirin
Designer: Ieva Paliukaitytė
Project Manager: Kęstutis Kuskys

Febbraio

The Guardian – FakeHits

L’aumento persistente delle Fake News nel paese sta diventando incontrollabile a causa delle piattaforme su cui prospera di più, i social media, che potrebbero essere fuorvianti e manipolatori.
Per frenare questa minaccia, l’agenzia ha creato per The Guardian una serie di annunci stampa per descrivere in modo pratico quanto possa essere dannosa la diffusione di notizie false o manipolatorie.

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Advertising Agency: Adeptus Advertising, Lagos, Nigeria
Creative Director: Bamidele Ariyo
Art Director: Richard Mgbeokwii, Bamidele Ariyo
Copy Writer: Olushola Oladimeji, Naomi Oni, Tolulope Alawode, Babatunde Alaran

Marzo

Federation of Quebec Alzheimer Societies – Loved ones forget themselves too

L’Alzheimer è una malattia sempre più frequente tra la popolazione anziana e, purtroppo, si stima che le persone affette da questo disordine cognitivo aumenteranno del 70% entro il 2031.

La campagna mette in evidenza quanto i caregiver, spesso parenti e famigliari degli ammalati, siano sovraccaricati dal compito di assistenza.

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Advertising Agency: Cossette, Montréal, Canada
Photographer: Christian Tremblay

Aprile

Colgate – Smiles Always Find a Way

A causa della pandemia di COVID19, le mascherine sono diventate parte della nostra vita quotidiana. All’improvviso, ci siamo abituati a vivere con i nostri sorrisi nascosti daun pezzo di stoffa. Non c’è, però, bisogno di vedere un sorriso per sentirlo. Un sorriso è più di un’espressione facciale, è un modo di alzarsi e di affrontare le avversità della vita.

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Advertising Agency: VMLY&R / Red Fuse, Paris, France
Managing Director: Peter Harrison
Global Chief Creative Officer: Fred Saldanha
Chief Creative Officer: Dimitri Guerassimov
Creative Director: Vitor Menezes
Creative Director: Ricardo Dolla
Art Director: Vitor Menezes
Art Director: Melanie Forster
Copywriter: David Dominguez
Business Director: Bruno Toporovschi
Account Director: Sindy Ng
Head Of Strategy: Elizabeth Foord
Producer: Barbara Safarova
Photographer: Mathieu Membré
Retoucher: Julien Paris

Maggio

KLO – Pump up the horses

Visual molto accattivante per la campagna di KLO, gestore di oltre 60 stazioni di servizio per il rifornimento in Ucraina. La campagna strizza l’occhio agli amanti della forma fisica: come noi amiamo un corpo atletico e muscoloso, così possiamo “pompare i cavalli” del nostro veicolo con il carburante adeguato.

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Advertising Agency: Michurin creative agency, Kyiv, Ukraine
Creative Production Agency: Looma

Giugno

Lovespace – It’s okay

campagna lovespace ukraine

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“It’s okay” è la nuova campagna sulla consapevolezza sessuale di Lovespace, che illustra in modo abbastanza esplicito il tema delle fantasie sessuali. Queste sono spesso percepite come qualcosa di volgare e sporco, qualcosa di cui vergognarsi.

Patsany ha selezionato una rosa delle migliori foto e ha sviluppato un messaggio chiave per ognuna. “Desiderare è ok” “Condividere ciò che si vuole è ok” “Sperimentare insieme è ok” “Provare insieme è ok”.

Advertising Agency: Patsany Agency, Kyiv, Ukraine
Creative Director: Dmytro Iatsyna

team resiliente

30 idee per prepararsi al rientro a lavoro (anche a distanza)

Il team building aziendale assume un significato diverso dopo la quarantena per COVID-19, da attività “extra” e a volte noiosa diventa un’occasione per riprendere quello che la pandemia ci ha tolto: la possibilità di socializzare, avvicinarci ai colleghi e creare dei legami di amicizia e affetto.

Lo smart working ha sicuramente permesso a molte realtà di continuare l’attività lavorativa anche durante le restrizioni imposte dalla pandemia ma ha anche tolto molto ai lavorati. Il rapporto con i colleghi si è trasformato in call, la “pausa caffè” si fa da soli e non c’è più distinzione tra spazio personale e quello lavorativo. Risultato? Lavoratori poco motivati, stress e poca coesione aziendale.

Ecco che il team building aziendale ricopre un ruolo fondamentale per riallacciare e riscoprire i legami tra colleghi e con l’azienda. Ma funziona realmente? E quali attività di team building si possono fare da remoto?

Perché è importante farlo

Partiamo dal significato di team building: serie di attività di gruppo che ha l’obiettivo di rafforzare lo spirito di squadra, la creatività e i legami tra colleghi. Ovviamente facendoli anche divertire!

I vantaggi del team building aziendale sono molteplici sia per i dipendenti che per l’azienda. I primi si divertono, staccano dal lavoro e possono socializzare con i colleghi senza preoccuparsi di job position e flussi aziendali. Inoltre è un’ottima occasione per conoscere persone di altre aree con cui non si ha molto a che fare. Tutto questo in un contesto stimolante e, a volte, fuori dagli schemi.

LEGGI ANCHE: Il fenomeno Escape Room: dal Team Building ai giochi da tavola

Lato azienda, invece, i vantaggi sono:

  1. Aumento delle Communication Skills dei dipendenti: uno dei problemi più frequenti in un’azienda è l’incapacità di comunicazione tra i vari dipendenti. Il team building viene pensato per abbattere questa barriera “obbligando” a collaborare e parlare con i colleghi per risolvere l’obiettivo dell’attività.
  2. Aumento della produttività: uscendo dalle logiche aziendali, i partecipanti del team building devono trovare il metodo migliore per arrivare all’obiettivo dell’attività. Staccandosi dalla realtà lavorativa, i partecipanti possono pensare con più tranquillità al problema e a come trovare una soluzione.
  3. Identificare i ruoli: chi avrebbe mai detto che il timido sviluppatore sia un leader nato in grado di far vincere la sua squadra? Le attività di team building aiutano a far identificare ruoli e propensioni che solitamente non possono o riescono ad emergere. Ecco, quindi, che il project manager è un pacificatore, l’office manager è l’animatore del gruppo, la capo reparto un leader carismatico…

team building indoor

Team building aziendale: come si organizza

Organizzare un team building aziendale non è facile come sembra. Ci sono tantissime attività e non tutte possono essere in linea con lo stile dell’azienda o con le persone coinvolte. Come un po’ tutto nella vita, è necessario pianificare le attività e procedere per step:

  • Definisci gli obiettivi: parti dalle esigenze della tua azienda, quali sono i punti deboli del team? Quali aree vogliamo stimolare? 
  • Imposta un budget: ovviamente è fondamentale per capire cosa fare e, soprattutto, cosa non fare. 
  • Scegliere un team: non è un lavoro semplice, meglio chiedere a qualche collega di darvi una mano. Anche questa è un’ottima occasione per fare team building!
  • Comunica in maniera chiara: non tutti sanno cos’è un team building, meglio comunicare ai partecipanti la cosa in maniera diretta. Ci sta non dare tutte le info (un po’ di mistero aiuta) ma ricordati di informare se ci sono spostamenti, che tipo di attrezzatura è richiesta, se è possibile portare qualcuno e, nel caso, se si soffre di particolari allergie.
  • Scegli l’attività giusta: ricorda che il team building deve essere sì stimolante ma anche divertente! Evita di trascinare i tuoi colleghi in attività troppo spericolate o lontane dai loro gusti.
  • Scegli il momento giusto, magari non quando siete carichi di lavoro! Meglio un momento di calma e tranquillità. 

30 idee per il tuo team building aziendale

Escape Room: un grande classico perfetto per il lavoro di squadra. Che sia un dungeon, una casa infestata o un caveau le escape room sono un’ottima attività per stimolare la collaborazione tra colleghi. Inoltre, recentemente, sono nate molte escape room virtuali che permettono l’attività anche da remoto.

Social Challenge: le challenge sono nate con TikTok e coinvolgono sempre più persone e brand. Allora perché non farla come attività di team? Inventatevi una challenge in linea con i valori dell’azienda ed invitate i colleghi a realizzarla pubblicandola sui loro social. Si possono anche organizzare dei premi speciali o usare i contenuti per la comunicazione corporate.

Office Trivia: divisi in squadre si devono rispondere a più domande possibili sull’azienda e sui propri colleghi. Un modo semplice e divertente per stimolare il lavoro di squadra, la competizione e far passare i valori aziendali. Anche questa attività può essere svolta da remoto con app di meeting.

Karaoke: grazie a Fiorello questo passatempo giapponese è diventato famoso anche in Italia. Un’attività perfetta che però richiede una predisposizione da parte del gruppo (non c’è niente di peggio di un karaoke dove nessuno canta). 

karaoke

Go Kart: semplici da guidare ma molto adrenalinici, i go kart sono un’ottima attività da svolgere. Accendono la competitività e permettono a tutti di partecipare alla pari.

MMO: perché non organizzare un’attività di team building in un videogame? Ci sono tantissimi videogiochi online (anche gratuiti) che supportano un gran numero di giocatori. I generi spaziano dal GDR agli sparatutto passando per i giochi di racing, basta solo trovare il genere più in linea con i partecipanti! 

LEGGI ANCHE: Migliorare il business con la Realtà Aumentata, ecco come si fa

Cena con delitto: un’idea originale per movimentare le classiche cene aziendali. Durante il pasto degli attori impersonificheranno una scena di un omicidio, ai partecipanti il compito di smascherare l’assassino raccogliendo indizi, ragionando insieme e cercando di battere sul tempo gli altri tavoli.

Gara di torte: lavorare in team è come cucinare. Bisogna seguire la ricetta, collaborare e, a volte, essere pronti a improvvisare! In questa attività le squadre si sfideranno nel realizzare una torta combattendo con tempi di cottura, cioccolato plastico e utensili da decorazione.

Caccia al tesoro: un grande classico dal successo assicurato! Adattabile ad ogni contesto, può diventare un’ottima occasione per far conoscere meglio il luogo di lavoro organizzandola all’interno degli uffici oppure, se si ha disponibilità di budget, si possono organizzare anche all’interno di intere città o in location pensate ad hoc. Per rendere tutto ancora più suggestivo si può pensare ad un tema invitando i partecipanti a vestirsi seguendo lo stile.

Campeggio: natura, spirito di adattamento e collaborazione sono alla base di un’attività di team building in campaggio. Che sia selvaggio o meno, il campeggio è un’ottima occasione per staccare dall’ufficio, riconnettersi alla natura e fare attività un po’ spericolate.

campeggio

Secret Santa: micro attività a bassissimo costo ma dall’ottimo risultato. Ogni dipendente pesca il nome di un collega a cui dovrà fare un regalo di Natale… senza però farsi scoprire! Obiettivo di questa attività è quello di spingere i colleghi a conoscersi meglio e a stimolare la creatività per trovare il regalo più wow! Extra: per aumentare la difficoltà si può aggiungere un budget massimo, dei premi (regalo più bello, più kitsch, più azzeccato, etc) oppure un tema.

Corso pratico: cucina, giardinaggio, dolci, sportivo, c’è un corso per ogni cosa! Il segreto è scegliere quello più in linea con lo spirito aziendale. Un’ottima idea per far divertire il team, creare coesione e aumentare le soft skills.

Giochi di ruolo: interpretazione, spirito di iniziativa, strategia e collaborazione sono alla base di ogni gioco di ruolo. Questa attività metterà i membri del team nei panni di personaggi totalmente diversi da loro in un contesto atipico o fantastico. Obiettivo? Risolvere la missione collaborando e aiutandosi a vicenda: solo un team unito arriverà alla fine dell’avventura sano e salvo. Ottima attività per un team ridotto di persone, si può svolgere anche online su apposite piattaforme.

Solidarietà: unirsi insieme per aiutare il prossimo è un gesto tanto nobile quanto edificante per il team. Inoltre si trasforma anche in un’ottimo strumento per veicolare lo spirito e i valori dell’azienda.

Sviluppare l’empatia: letteralmente mettersi nei panni dell’altro. Una giornata in cui ci si cala nei panni di un’altra persona per capirne le difficoltà e le problematiche che affronta ogni giorno. Ad esempio provare a vivere l’esperienza del cliente per un giorno oppure fingersi uno dei dipendenti. Un’attività interessante soprattutto per i team più organizzativi o distanti dalla quotidianità del lavoro.

Viaggio aziendale: che sia al mare o in montagna, passare un po’ di tempo in “vacanza” con i colleghi aiuta a sciogliere le tensioni e a consolidare le amicizie. Durante il viaggio si possono organizzare delle riunioni aziendali oppure delle micro attività di svago e divertimento.

Parco divertimenti: ottimo per i piccoli team, si passa una giornata insieme senza il “peso del lavoro” divertendosi tra montagne russe, spettacoli e attrazioni. Attenzione a non far disperdere il gruppo! Se si è in troppi organizzate dei momenti di riunione (il pranzo ad esempio) o delle attività collettive (tutto il team sulle montagne russe!).

team building park

Orienteering: mappa alla mano, il team deve trovare tutti i punti di controllo e arrivare per primo al traguardo. Inutile dirlo: collaborazione, spirito di adattamento e problem solving vengono messe a dura prova!

Laser War: non c’è niente di più catartico che sparare un laser al collega. Queste attività, oltre ad abbassare il livello di stress, stimolano il gioco di squadra e accendono la competizione.

Talent Show: tutti hanno un talento, una particolarità, allora perché non metterle in mostra in una gara di talenti? Singolarmente o in gruppi i membri del team si sfideranno portando sul palco il loro talento: canto, danza, recitazione, comicità… non ci sono limiti di categoria! Per coinvolgere tutti possiamo far votare il migliore a chi non partecipa al talent.

Musical: dal classico Grease all’intrigante Rocky Horror passando per il mitico Chicago, il mondo dei musical è davvero vasto e tutti possono partecipare! Come extra perché non far riprendere lo show ad una troupe e farne un video ricordo?

Sport: dal classico calcetto al canottaggio passando per il rugby, fare sport insieme ai colleghi è un’ottimo modo per creare gruppo, rafforzare il gioco di squadra e, ovviamente, alimentare l’impegno di tutti per vincere!

Flash mob: sempre divertente e perfetta per sciogliere i più timidi. Per renderlo ancora più coinvolgente leghiamo il flash mob ad un messaggio sociale in linea con lo spirito aziendale.

Gara fotografica: dato un obiettivo sfidiamo i dipendenti a realizzare lo scatto più bello nel tempo stabilito. Un’attività perfetta per stimolare la creatività e premiare l’impegno dei dipendenti.

Festa in maschera: mascherarsi è sempre bello… non solo a carnevale! Dividete i partecipanti in gruppi dando ad ognuno un tema (meglio se i temi di ogni gruppo sono legati, ad esempio tema generico serie tv ed ogni gruppo ne deve interpretare una). Ovviamente invitate alla massima segretezza e non dimenticato di prevedere una photobooth! 

Yoga & Meditazione: la prima causa di tensioni tra colleghi è lo stress, allora perché non organizzare un’attività che aiuta a ritrovare l’equilibrio e la tranquillità? Lo yoga e la meditazione può aiutare a calmare gli animi e a trovare una nuova connessione con i colleghi.

Orto o giardino comune: dedicarsi al giardinaggio aiuta a diminuire lo stress e ad aumentare l’autostima. Perché non realizzare un piccolo orto o un giardino collettivo? I colleghi dovranno occuparsene e decidere insieme cosa coltivare e, soprattutto, che decisione prendere in caso di problemi.

giardino aziendale

Fantacalcio: siamo pur sempre italiani, amiamo il calcio! Organizzare un fantacalcio aziendale non è difficile, è sicuramente stimolante e si possono prevedere dei premi per i più forti (e uno di consolazione per l’ultimo posto!).

Open Day: aprire l’azienda per un giorno a familiari e amici con tour organizzati dai dipendenti. Spiegare il proprio lavoro aumenta la consapevolezza dei dipendenti rendendoli orgogliosi dell’attività che stanno svolgendo. Il segreto è non cadere mai troppo nello specifico: non bisogna raccontare la singola attività della persona ma quella più ampia del gruppo di lavoro o dell’azienda.

Giornale o Blog: che sia cartaceo o digitale, un appuntamento editoriale può diventare un’ottima attività di team building che aiuta a stimolare la creatività e il senso di responsabilità dei partecipanti.

Kikkoman, McDonald’s e OBLI: i migliori annunci stampa di luglio

La creatività non va mai in vacanza, anzi: con il rallentamento delle restrizioni e il lento e progressivo ritorno alle attività quotidiane, l’advertising Out of Home sta vivendo un nuovo momento magico.

Grazie a questa situazione, anche le creatività ricominciano a essere audaci, colorando gli spazi comuni con messaggi e proposte.

Gustiamo insieme la selezione dei migliori annunci stampa di luglio, selezionati tra le campagne delle agenzie di tutto il mondo.

LEGGI ANCHE: KFC, De Standaard e Lion Heart: i migliori annunci stampa di giugno

Kikkoman – Kikkoman Gold Medal

Per celebrare i giochi olimpici di Toyko, l’agenzia di Zurigo Freundliche Grüsse ha ora creato un Out of Home molto speciale per la tradizionale marca giapponese: un semplice nastro di tessuto trasforma il logo Kikkoman in una medaglia d’oro. Tanto semplice che non ha bisogno di parole.

Kikkoman

Advertising Agency: Freundliche Grüsse, Zürich, Switzerland
Creative Director: Pascal Deville
Creative Director: Samuel Textor
Art Director / Concept: Norihito Iida
Copywriter / Concept: Christian Stüdi

Senda Verde – Versus

Il calcio continua ad essere lo sport più popolare del mondo e la Bolivia non fa eccezione.

Nonostante la squadra nazionale, soprannominata la squadra “verde”, non ottenga buoni risultati, può contare sul favoloso entusiasmo dei suoi tifosi.

Senda Verde è una ONG rifugio per animali di 18 anni in Bolivia, che cura e riabilita gli animali in pericolo.

In occasione della Copa América Brasil 2021, Senda Verde mette alla prova i fan del “verde”, chiedendo loro quale “verde” avrebbero sostenuto.

Una campagna di stampa e social media che cerca di rendere la popolazione consapevole dei danni che stiamo facendo alla natura e agli animali che la abitano, che senza dubbio hanno bisogno di veri tifosi.

senda verde

senda verde

senda verde

Advertising Agency: Humano, Santa Cruz de la Sierra , Bolivia
Chief Creative Officer & Partner: Ferju Cuevas
Creative Director & Partner: Rodsel Ticona
Art Director: Jorge Cobo
Designer: Ravier Endara
Copywriter: Ferju Cuevas
Digital Studio: Gonzalo.Studio

OBLI – Prison

Quando si affitta una proprietà immobiliare, il padrone di casa ha il diritto di chiedere una garanzia, per essere protetto da ritardi nei pagamenti, possibili danni alla proprietà e qualsiasi altro debito.

In Israele, gli inquilini sono tenuti a presentare una “garanzia bancaria” e per farlo, devono depositare (cioè “imprigionare”) 3 mesi di affitto in contanti, in una banca.

Oggi, grazie a OBLI, una nuova società fintech, gli inquilini possono fornire una garanzia sicura senza dover separare i loro soldi.

OBLI - Prison

OBLI - Prison

OBLI - Prison

OBLI - Prison

Advertising Agency: Boom!, zichron yaakov, Israel
Art Director, Creative Director: Eyal Segal
Copywriter, Creative Director: Michal Almog
Co Founder And Director: Hagit Kamin
Photoshop And Digital Illustrator: Alex Melik-Adamov
Marketing And Sales Director: Tomer Miedzigorski

McDonald’s – World Emoji Day

Cosa c’è di più iconico di un cheesburger? Il classico panino all’americana con hamburger e fetta di formaggio, simbolo di una delle più grandi catene di fast food del mondo si trasforma in un’icona in questa campagna di McDonald’s.

Esattamente come per le emoji, basta un attimo per comprenderne il significato.

McDonald's World Emoji Day McDonald's World Emoji Day McDonald's World Emoji Day

Advertising Agency: ONIRIA/TBWA, Paraguay

Accidents Awareness – Bag, Mug

Piccole distrazioni, quelle che ci capitano mentre guidiamo. Ma anche sorseggiare da una tazza di caffè o cercare qualcosa con lo sguardo e frettolosamente, da una borsetta, può comportare gravi conseguenze.

Attenzione alla guida, sempre!

Accidents Awareness

Accidents Awareness

Advertising Agency: Nabaroski Ad Store
Creative Director / Art Direction: Mohamed Nabarawy
Copywriting: Ziad Waleed
Business Developer: Mohamed Zayed
Graphic Designer: Hassan Saied

La sostenibilità come leva strategica per le imprese

Dodicesimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è la Sostenibilità: ne abbiamo parlato con Enea RovedaCEO di LifeGate. Una community che oggi conta oltre 5 milioni di persone, che ha reso possibile l’acquisizione di linguaggi, metodi e strumenti ideati per un target sensibile ai temi dello sviluppo sostenibile.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Sostenibilità, tema sempre più cruciale: min 14,40
  • La diffusione Digital: min 19,00
  • Com’è cambiato il coinvolgimento degli italiani: min 24,00
  • L’adattamento dei processi aziendali alla sostenibilità: min 30,00
  • La crisi sanitaria e gli effetti sulla sensibilità allo sviluppo sostenibile: min 37,20

presenza social della tua azienda

Come la tua impresa dovrebbe agire sui Social Media (anche se non è una Big)

50 anni fa i dipartimenti Risorse Umane spuntavano come funghi nell’organigramma delle grandi aziende.

Oggi la stessa dinamica accade per i dipartimenti di Digital Marketing e Social Media. Difficile non averne uno all’interno della struttura aziendale.

Ormai, anche i grandissimi brand si  sono convertiti al dio Social. Se anche un gigante del tech come Apple presidia quotidianamente le principali piattaforme, c’è un motivo: le persone danno per scontato che le grandi aziende siano intercettabili sui social media.

E, più è grande l’azienda, maggiori sono le aspettative delle persone sui tempi di reattività alle loro domande. O sulla capacità di offrire argomenti di intrattenimento creativi, contenuti interessanti che diffondono i valori del brand. O ancora, porre rimedio a eventuali casi di emergenza e scivoloni sul web.

Nella maggior parte dei casi, queste aspettative non sono disattese. Nella maggior parte dei casi, appunto. C’è ancora qualcuno che pensa di poter fare a meno di questo canale di comunicazione, di cui invece ha bisogno ogni azienda, indipendentemente dalla sua dimensione.

Proviamo a identificare i motivi che spingono una grande azienda ad investire nei social media per come soddisfare (o in alcuni casi superare) le aspettative dei clienti, in modo da applicare le conclusioni anche alle nostre realtà più circoscritte.

Il dipartimento di Social Media Marketing potrebbe essere un’impresa a sé stante

Una grande multinazionale si trova spesso a gestire diversi canali social in diverse aree del mondo e lingue.

In base al mercato, le aziende possono anche gestire account separati per supporto al cliente, marketing, verticali di business, divisioni interne e persino nuove opportunità di carriera.

Social Media grandi aziende Ninja Marketing

Basta digitare la parola “Disney” nella barra di ricerca di YouTube e vedere quanti risultati vengono visualizzati.

Le attività di social media marketing coinvolgono team di grandi dimensioni, una o più agenzie di comunicazione, un supporto legale e strumenti di gestione su scala aziendale.

Per mantenere la coerenza di Tono di Voce e Brand Identity su ogni piattaforma social, le aziende si affidano a linee guida, manuali operativi e documenti di social media policy interna ed esterna.

Gli obiettivi principali delle grandi aziende sui social

1. Aumentare la consapevolezza del Brand

Anche se molte grandi aziende B2C possono già beneficiare di una solida brand awareness, i social media hanno la capacità di aumentare la percezione del marchio con determinati messaggi o specifiche campagne di marketing studiate per lanci di prodotto, eventi particolari e altre iniziative commerciali.

Anche per le aziende B2B, i social media si rivelano un mezzo per aumentare la visibilità del marchio e pubblicizzare soluzioni commerciali verso potenziali partner e clienti.

2. Entrare in connessione con un pubblico specifico

Tutto parte da un unico assioma: piattaforme social diverse sono popolate da pubblici con dati demografici diversi.

Ad esempio, per raggiungere i consumatori cinesi benestanti, i brand del luxury fashion sono stati tra i primi ad aprire account aziendali WeChat.

Viceversa, per raggiungere il pubblico più giovane, diversi grandi marchi come ChipotleBetty CrockerFruit Gushers, sono passati su TikTok.

@chipotleComing soon to a Chipotle near you… ##chipotle ##gold ##burrito ##foodtiktok ##trending ##fyp♬ original sound – Chipotle

La segmentazione avviene anche all’interno delle piattaforme stesse: tante aziende gestiscono account separati per aree geografiche e destinatari differenti.

Netflix, ad esempio, ha impostato un re-indirizzamento automatico in base alla posizione geografica dell’utente. Il targeting degli annunci sponsorizzati è un’altra tattica ben nota che i principali marchi utilizzano per raggiungere il pubblico correto.

3. Misurare il sentiment del cliente

La percezione del cliente può spostare l’equilibrio su tutto il processo di sviluppo del prodotto, la messaggistica e persino i valori aziendali.

Il feedback diretto dei consumatori attraverso sondaggi e questionari è un modo intelligente per trovare spunti di riflessione o suggerimenti creativi.

Il monitoraggio dei fan sui social media offre alle aziende un modo per interpretare i segnali, individuare le tendenze del momento, capire meglio ciò che interessa alle persone. Basta chiedere alla propria community online e i veri fan del brand si scatenano nel fornire il proprio supporto.

Come è successo nel 2014, IKEA ha collaborato con Brandwatch per aprire un Listening Hub. Da allora, il Listening and Learning è diventato il primo stadio della catena del valore del brand svedese.

Il social listening permette ai brand di essere presenti quando conta. Non sempre gli utenti sui social si ricordano di taggare le pagine o i profili ufficiali delle aziende quando parlano di loro. Ecco perché è molto importante una costante attività di monitoraggio che tenga traccia anche delle parole chiave oltre che le menzioni.

4. Fornire assistenza ai clienti

Tutti noi oggi interpelliamo i canali social quando abbiamo bisogno di supporto per un prodotto o un servizio. Secondo uno studio della Harvard Business Review, semplicemente rispondere alle persone sui social media innesca un effetto positivo verso il brand e l’azienda.

HBR

Secondo la ricerca, i clienti che hanno ricevuto un qualsiasi tipo di risposta da un referente o un social media manager dell’azienda, si sono rivelati maggiormente predisposti a spendere di più con quell’azienda.

5. Aumentare il traffico e le vendite

Dal social selling al social commerce. I social network sono una delle principali fonti di traffico e di vendita per le grandi aziende. E lo saranno sempre di più.

Le piattaforme social continuano ad implementare nuove funzionalità per rendere lo shopping ancora più facile. Dalle pagine vetrina, le dirette live dedicate alla vendita, il tag dei contenuti sullo shop e i sistemi di pagamento rapido in piattaforma.

Lo shopping in live-stream ha generato 449,5 milioni di dollari di vendite in un solo giorno in Cina il 1° luglio 2020.

Il social network è oggi un canale di marketing in cui poter praticare il principio di esclusività. Le grandi aziende premiano i clienti con anticipazioni, offerte riservate o a tempo, codici promozionali e accesso in premier.

6. Reclutare i giovani professionisti

Il social recruiting è una pratica ormai all’ordine del giorno. Soprattutto quando creatività e simpatia sono tra gli aspetti distintivi dell’azienda.

Le offerte di lavoro su LinkedIn sono senz’altro più sobrie, ma chi l’ha detto che il candidato perfetto per una nuova posizione vacante non si trovi proprio grazie ad un annuncio di lavoro pubblicato dai profili social ufficiali dell’azienda?

Social Media grandi aziende social recruiting

Per i giovani professionisti, l’immagine aziendale è più importante che mai.

E sappiamo quanto sia complesso e difficile soprattutto per le grandi aziende, mantenere un’immagine positiva di sé.

Secondo un recente sondaggio di McKinsey, gran parte dei Z Gen crede che le grandi aziende siano meno etiche delle piccole imprese.

Today's young people differ from yesterday

Un sondaggio del 2020 di Glassdoor rileva che 3 candidati su 4 in cerca di lavoro, si rivolgono ad aziende con una forza lavoro diversificata. Che prendono posizione sul Black Lives Matter, sulla diversità di genere, sull’attualità culturale e le problematiche legate al posto di lavoro. Sono topic estremamente attuali sui social media.

diversity in workplace

7. Costruire una Brand Community

Le Brand Community esistono da molto prima della nascita dei social network. Semplicemente oggi i gruppi Facebook, gli account privati e gli hashtag legati al brand sono un mezzo per comunicare ad appassionati e fan del marchio, con i club e i gruppi che fanno del brand uno stile di vita. Anche negli spazi online.

Uno studio del Journal of Business Research del ScienceDirect, afferma che la partecipazione alle community aumenta la brand loyalty verso l’azienda. Sappiamo bene quanto sia difficile costruire un rapporto di fiducia con i consumatori.

Tutti adorano scambiare quattro chiacchiere con il barista o con il parrucchiere. È il modo più semplice per restare in contatto con la realtà di tutti i giorni. I grandi brand possono raggiungere livelli di fiducia simili proprio grazie ai social media.

Ad esempio, sarebbe sufficiente rileggere la cronologia dei messaggi della chat prima di rispondere a un cliente, per comprendere la sua situazione e contestualizzarla. Sapere che è la quarta volta che qualcuno ha un problema con un servizio, o è membro di un programma fedeltà, consente di instaurare una comunicazione con prospettive migliori.

8. Rendere il tuo brand più umano

Non c’è niente da fare. Ci riesce molto più facile entrare in contatto con il nostro vicino di casa, piuttosto che con una società senza volto. Le persone vogliono avere a che fare con i volti che lavorano dietro al brand. Che si tratti di marketing, recruiting o supporto.

Ad esempio, uno studio della Harvard Business Review ha scoperto che anche qualcosa di futile come la firma di un messaggio o di una e-mail, con il nome del referente o dell’operatore che ha svolto il servizio, migliora la percezione del cliente verso l’azienda.

9. Guidare le scelte attraverso i valori

Dai barattoli per le donazioni, ai menu sostenibili, i segnali di etica delle piccole imprese sono spesso posti in bella evidenza. Da questo punto di vista, le imprese multinazionali devono lavorare un po’ di più per diffondere i valori aziendali.

Una recente ricerca dell’Università di Toronto rivela che le persone esprimono giudizi su un’azienda già solo in base alle sue dimensioni. Ugualmente, i consumatori puntano sempre più ad allineare le proprie decisioni di acquisto ai valori dichiarati ed espressi dal brand. Perciò è essenziale che le posizioni delle grandi aziende siano chiare, oneste ed espresse. Come si legge all’interno del rapporto:

La storia che racconta il marchio deve essere fedele alla tua attività e tener conto delle aspettative dei tuoi clienti

Ed è quello che fa Patagonia nelle sui suoi canali social, come in questo video YouTube.

10. Restituire alla comunità

Le persone acquistano a chilometro zero per supportare la comunità locale. Le multinazionali, viceversa, devono confrontarsi quotidianamente con lo spettro della fama di sfruttatrici.

Quasi la metà delle aziende globali valutate nel Corporate Human Rights Benchmark 2020 non supera gli standard dei diritti umani delle Nazioni Unite.

I social media sono un luogo in cui le aziende che restituiscono alle comunità in cui operano, hanno l’opportunità di distinguersi da quelle che non fanno altrettanto. I brand internazionali dovrebbero condividere sui social media le attività messe in pratica per reinvestire nella comunità di riferimento dei consumatori o in quelle in cui operano.

Aperte le iscrizioni per la IV edizione del master in Strategy Innovation di Ca’ Foscari

Essere innovatori strategici è la combinazione di un atteggiamento mentale e di un approccio strategico che porta, innanzitutto, a individuare le opportunità di business offerte da nuove tecnologie e da nuovi bisogni e, successivamente, a trasformare tali opportunità in progetti imprenditoriali concreti, dando loro significati spesso radicalmente nuovi.

“L’obiettivo del Master  – spiega il Direttore scientifico, prof. Carlo Bagnoli, ordinario di Innovazione Strategica presso il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari – è trasmettere un cambio di prospettiva dal punto di vista dell’innovazione strategica, per formare manager preparati alle sfide legate alla ridefinizione dei modelli di business e al management dell’innovazione aziendale”.

Il Master Executive di II livello in Strategy Innovation – SIM, è stato supportato da partner storici quali tra gli altri De’ Longhi, Crédit Agricole, Stiga, MAW, SuperJet International, Arper, Everel, Wartsila e ha visto la partecipazioni di esperti come Francesco Morace, Alessandro Garofalo, Ernesto Ciorra. Intende esplorare in modo sistematico l’intero processo di innovazione strategica a partire dalla generazione di un’idea nuova, fino alla creazione di nuove imprese (startup) o alla radicale ridefinizione del modello di business di imprese esistenti (re-startup).

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Attraverso 300 ore di lezione e una faculty mista di docenti e manager, i partecipanti avranno modo di esplorare i diversi approcci all’Innovazione Strategica, come:

Strategy innovation competencies: questa sezione è funzionale a superare il paradosso competitivo tra aumentare il valore offerto al cliente e abbassare il costo di produzione, attraverso una nuova proposta di valore, all’interno di un nuovo spazio di mercato;
Strategy innovation sources: questa sezione è funzionale allo sviluppo sistemico e coordinato di Market-Pull, Technology-Push e Design-Driven Innovation al fine di alimentare la capacità  innovativa delle imprese, unico modo per combattere la naturale tendenza di quest’ultime a focalizzarsi su una specifica fonte di innovazione
Strategy innovation tools: questa sezione è funzionale a rendere operativo il processo di innovazione attraverso l’impiego di specifici strumenti e metodologie, riguardanti le attività di “anticipazione” del futuro, le tecniche di creatività, le potenzialità trasformative della digitalizzazione, il ruolo centrale della comunicazione, lo sviluppo di competenze finanziarie e organizzative per la creazione di uno Strategy Innovation Lab.
Strategy innovation project work: questa sezione è funzionale a testare sul campo le competenze apprese nel Master.

La IV edizione di SIM – Master di II Livello Executive inizierà a novembre 2021.
Le iscrizioni sono aperte e chiuderanno il 20 settembre.
Qui tutte le informazioni e dettagli per l’iscrizione

nuovi lavori

Creator, SEO specialist e Chief Diversity Officer: i lavori più richiesti per il futuro

L’anno scorso la pandemia di COVID-19 ha sconvolto i mercati del lavoro a livello globale e le conseguenze a breve termine sono state improvvise e spesso gravi. Milioni di persone hanno perso il lavoro e altre si sono rapidamente adattate al lavoro da casa e allo smart working dopo la repentina chiusura degli uffici. Altri lavoratori invece sono diventati essenziali per via dei vari lavori e delle professioni svolte, ma soprattutto per le proprie skills e hanno continuato a lavorare ovunque.

Il nostro modo di lavorare è cambiato e di conseguenza anche i ruoli hanno subito e stanno subendo delle grosse trasformazioni. La rivoluzione del lavoro è appena iniziata e nuove professioni stanno facendo il loro ingresso nel grande mercato del lavoro.

L’accelerazione e in molti casi l’adozione della tecnologia, i nuovi modelli di business e l’aumento della domanda di determinate competenze e professioni all’interno delle organizzazioni, ha cambiato molto il modo in cui lavoriamo, ma ha anche cambiato gli stessi lavori che stiamo facendo.

Come è cambiato e sta cambiando il mondo del lavoro

La pandemia ha spinto aziende e consumatori ad adottare rapidamente nuovi comportamenti, ed è probabile che il lavoro a distanza e le riunioni virtuali continuino, anche se meno intensamente rispetto al picco della pandemia. L’e-commerce e altre transazioni virtuali, invece, sono in forte espansione.

Molti consumatori hanno scoperto la convenienza e la facilità di acquistare online e di altre attività sul web durante la pandemia. Sono decollati anche altri tipi di transazioni virtuali come la telemedicina, l’online banking e l’intrattenimento in streaming.

Le tendenze accelerate dal COVID-19 potrebbero stimolare maggiori cambiamenti sulle richieste delle competenze. Dopo la pandemia infatti potrebbe emergere un mix marcatamente diverso di occupazioni e professioni. Il maggiore impatto negativo della pandemia è ricaduto sui lavoratori nei servizi di ristorazione e nei ruoli di vendita e assistenza ai clienti. Le richieste di lavoratori nei magazzini e nei trasporti, invece, stanno aumentando proprio a causa della crescita dell’e-commerce e dell’economia delle consegne. 

LEGGI ANCHE: Ingegneri, informatici e le altre professioni di cui le aziende hanno bisogno

Il nuovo ruolo del mondo digitale: opportunità da non sottovalutare e nuove professioni

colloquio di lavoro

Se pensiamo a qualche anno fa il digitale non aveva l’importanza che ha assunto oggi a causa della pandemia. Visto come uno strumento valido ma non necessario, un’opportunità che avrebbe potuto portare dei vantaggi sui propri competitors, la presenza digitale, adesso, è sempre più indispensabile.

Questa nuova visione del web, la necessità di essere online sia come professionista che come azienda, è la leva che porterà a diminuire la crescente disoccupazione, specialmente tra i più giovani, creando nuove figure lavorative che operano e si muovono proprio nel mare del web. 

Di fatti le professioni digitali saranno quelle più richieste, per farsi un’idea basta collegarsi a LinkedIn per vedere quante domande ci sono su lavori che fino a qualche anno fa erano sconosciuti o quasi. La Digital Transformation che stiamo vivendo sta spingendo le aziende a sviluppare nuove conoscenze e professionalità, un mix tra conoscenze tecnologiche e competenze trasversali. È evidente che in questo nuovo mondo la tecnologia non è una scelta, ma una strategia aziendale fondamentale che deve essere intrecciata in ogni parte di un’organizzazione.

I lavori più richieste in futuro

In questo anno gli esperti prevedono che l’economia si espanderà di circa il 7% e sono tanti i dipendenti che prevedono di cambiare lavoro nel prossimo futuro. 1 lavoratore su 4 si sta preparando a cercare nuove opportunità lavorative una volta che la minaccia della pandemia si sarà finalmente placata.

Questa pandemia ha avuto così tante ripercussioni, anche a livello psicologico, che ancora non siamo ben consapevoli degli effetti a lungo termine che avrà sul nostro modo di vivere e di approcciarci al mondo che verrà. Ma una cosa è certa, ci ha fatto vedere il mondo del lavoro con occhi diversi e i dipendenti hanno tastato con mano l’immobilità, la mancanza di avanzamento di carriera e la preoccupazione per lo sviluppo delle proprie competenze.

Sono tante le persone che negli anni passati hanno lavorato duramente ma non hanno avuto l’opportunità di avanzare professionalmente nella loro attuale azienda a causa delle vicende dell’ultimo anno e mezzo. 

Quali saranno le professioni più richieste nei prossimi mesi e come prepararsi all’ennesima evoluzione nel mondo del lavoro? Fino al 2030 saranno 100 milioni di persone che dovranno approcciarsi a queste nuove professioni, acquisendo nel tempo nuove e specifiche competenze per poter diventare competitivi sul mercato.

Ruoli per facilitare il nuovo modo di lavorare

La pandemia ha portato a un certo boom della mobilità. Chi abitava in grandi città ma viveva in piccoli appartamenti ha iniziato a spostarsi verso posti più tranquilli e circondati dal verde o sul mare. Alcuni hanno approfittato del lavoro a distanza per fare questa mossa tanto a lungo desiderata.

In effetti, c’è stata una crescita del 600% nella quotazione per “assistente di trasloco” dal 2017 al 2020. Prima della pandemia, la crescita era alimentata dai trasferimenti dell’azienda in città secondarie, principalmente per risparmi fiscali e un costo della vita sostenibile. Nel 2020, i governi locali hanno cercato assistenti di ricollocazione per aiutare le persone a basso reddito che stavano affrontando sfratti o senzatetto.

Inoltre, emergeranno nuovi ruoli per il modo in cui lavoriamo ora e gli strumenti che utilizziamo, afferma Jeanne Meister, partner fondatore di Future Workplace, una società di consulenza del lavoro. 

Ruoli come consulente per l’immersione nella realtà virtuale e futuro leader del lavoro aiuteranno anche le persone a navigare in un ambiente di lavoro in evoluzione. 

Plant manager

Il capo progetto è responsabile di tutte le operazioni di un impianto di produzione. Ciò include la gestione e il coordinamento delle attività quotidiane per garantire sempre elevate prestazioni e produzione. Altri compiti includono la garanzia del rispetto delle politiche e delle procedure aziendali, nonché l’assistenza nel processo di onboarding dei nuovi assunti e la fornitura di materiale formativo e didattico ai membri del personale.

Data scientist

I data scientist sono delle figure fondamentale in azienda perché raccolgono e analizzano grandi insiemi di dati strutturati e non strutturati. Combinano informatica, statistica e matematica e analizzano, elaborano e modellano i dati, quindi interpretano i risultati per creare piani attuabili per aziende e altre organizzazioni. Il compito più importante è quello di dare un senso a dati disordinati e non strutturati, da fonti come dispositivi intelligenti, feed dei social media e mail che non si adattano perfettamente a un database.

Category manager

Il category manager è il collante di qualsiasi buona azienda che vende beni al pubblico o vende beni ai rivenditori, lavora con marketing, società di ricerca, trade marketing, supply chain e dipartimenti commerciali per garantire che un messaggio e una strategia di categoria comuni siano compresi e implementati. Motiva l’acquirente su quali tendenze ci sono nella categoria, cosa stanno facendo i nostri concorrenti, quali strategie stanno implementando i rivenditori, e altro. Queste informazioni sono fondamentali nel processo decisionale in cui le aziende devono capire su chi e cosa puntare, come categorie, gamma o prodotto.

Cyber Security Expert

Una professione molto importante e richiesta, il cyber security Expert è colui che protegge le informazioni da accessi non autorizzati, duplicazioni illegali e furti. Analizza dove sono i rischi e quindi escogita una strategia per prevenire le violazioni.

professioni

Professionisti della logistica e del magazzino

La pandemia ha messo a dura prova la catena di approvvigionamento e ha stimolato la crescita di aziende che forniscono prodotti, forniture e materiali.  Monster, una piattaforma di lavoro, sta vedendo un aumento di tutti i tipi di professionisti riguardo la logistica, dagli specialisti e coordinatori della logistica agli analisti della catena di approvvigionamento. Anche se il mercato del lavoro complessivo ha perso 140.000 posti di lavoro a dicembre, l’occupazione nel settore dei trasporti e del magazzinaggio è aumentata di 47.000 posti.

I dati di Monster confermano anche che la domanda professionale di logistica, magazzino e supply chain sta crescendo su tutta la linea.

Growth hacker

Un growth hacker esplora sistematicamente nuove opportunità di crescita in qualsiasi parte del percorso del cliente, dalla consapevolezza al marketing fino agli ambasciatori del marchio, ottimizzando il prodotto. Si occupa di ideare e sviluppare strategie di crescita per le aziende per cui lavora. Un team di growth hacking è composto da esperti di marketing, sviluppatori, ingegneri e product manager che si concentrano sulla creazione e sul coinvolgimento della base di utenti di un’azienda. Il growth hacking può essere applicato allo sviluppo del prodotto e al miglioramento continuo dei prodotti, nonché alla crescita di una base di clienti esistente.

Lavori nel settore ambientale

Sempre Monster prevede anche che le assunzioni aumenteranno su tutta la linea nel settore ambientale, principalmente a causa delle priorità delle nuova leadership di focalizzarsi sulla green economy. Sono infatti quasi 500mila le imprese che negli ultimi anni hanno investito sull’economia verde. Crescono tutte quelle professioni che comprendoni ingegneri e scienziati ambientali fino a esperti in gestione dell’energia ma anche i promotori dei materiali sostenibili e gli esperti in contabilità green.

Non parliamo però solo di professioni nuovi, ma vi è proprio un nuovo approccio ai compiti tradizionali nel rispetto dell’ambiente.

LEGGI ANCHE: La svolta sostenibile dei brand verso un’economia sempre più circolare

Focus sull’eCommerce

Quanti di noi hanno acquistato quasi esclusivamente online nell’ultimo anno e mezzo? La pandemia ha esercitato una particolare pressione sui ruoli dell’e-commerce poiché le aziende cercavano modi sicuri per continuare a lavorare senza mettere in pericoli né i lavoratori né i clienti. E proprio con il boom del digitale che gli e-commerce hanno fatto registrare più del 50% di assunzioni nel settore. Ci sono stati cambiamenti a breve termine dalla crisi COVID in questo campo perché la maggior parte degli acquisti sono avvenuti proprio sul web.

Quando un settore è in piena espansione, si verifica una maggiore divisione del lavoro. Di conseguenza, si stanno rafforzando professioni come social media manager, nell’ottimizzazione dei motori di ricerca e nel marketing digitale specificamente correlati alle funzioni di e-commerce. Gestire un e-commerce non è per niente facile e infatti richiede figure diverse tra loro che si occuperanno delle diverse mansioni.

Le figure più richieste in questo campo? Ecommerce success manager, virtual assistant e marketplace account manager, ma anche specialisti nell’e-commerce revenue, esperti di logistica e organizzazione aziendale, ecommerce data analysts, esperti in CRM e marketing automation.

Broadband architect

Conosciuto meglio come l’architetto della web TV. Coloro che vogliono addentrarsi in questo campo dovranno essere costantemente aggiornati sulle ultime tendenze e sugli strumenti utili all’informazione e alla comunicazione online. Una figura che si occuperà di tutto ciò che riguarda i contenuti della web TV e delle sue interazioni.

Cloud architect

Il cloud architect è un professionista IT responsabile della supervisione della strategia di cloud computing di un’azienda. Ciò include piani di adozione del cloud, progettazione di applicazioni cloud e gestione e monitoraggio del cloud. Supervisiona l’architettura e l’implementazione delle applicazioni in ambienti cloud, inclusi quello pubblico, privato e ibrido.

Fintech Expert

Il FinTech è il settore in cui tecnologia e finanza si uniscono per garantire alle persone soluzioni facili ed efficaci per la gestione del credito, delle finanze personali o per la gestione dei pagamenti online.

Professioni orientate alla cultura della diversità sul lavoro

L’anno scorso ha anche portato una rinnovata attenzione all’importanza dei ruoli di diversità, equità e inclusione (DEI) all’interno delle organizzazioni.

Cosa vuol dire DEI?

DEI è sinonimo di diversità, equità e inclusione. La diversità è la presenza di differenze all’interno di un dato ambiente. L’equità è il processo che garantisce che i processi e i programmi siano imparziali, equi e forniscano uguali risultati possibili per ogni individuo. L’inclusione è la pratica di garantire che le persone provino un senso di appartenenza sul posto di lavoro.

C’è una crescente domanda per quei professionisti, in particolare i chief diversity officer dovuta in parte per alle tendenze socio-politiche, ma anche perché c’è una crescente consapevolezza tra i dirigenti che nelle aziende in cui ci sono voci diverse e non la solita omologazione, vengono prese decisioni migliori perché analizzate da diversi punti di vista e di conseguenza ci sono migliori prestazioni finanziarie.

Assumere una forza lavoro diversificata è solo una minima parte per creare diversità e inclusività nella propria azienda. La chiave per un ambiente di lavoro inclusivo è assicurarsi che ogni dipendente si senta parte del team senza sentirsi addosso un pregiudizio becero e dannoso per tutti coloro che fanno parte di un’organizzazione.

LEGGI ANCHE: Da dove cominciare per portare le diversità (e il talento) nel mondo del lavoro

Nei prossimi 5 anni emergeranno più ruoli riguardo alla cultura della diversità sul lavoro, l’inclusione e la gestione dei pregiudizi. Una figura molto richiesta sarà quella del revisore dei pregiudizi dell’algoritmo e il responsabile dei pregiudizi umani. Inoltre anche il ruolo delle risorse umane cambierà e salirà di livello perché sovrintenderà la cultura aziendale garantendo un posto di lavoro più equo e coinvolgente.

Project manager

I project manager svolgono il ruolo principale nella pianificazione, esecuzione, monitoraggio, controllo e chiusura dei progetti. Sono responsabili dell’intero ambito del progetto, del team e delle risorse ma anche del successo o fallimento del progetto. Sono persone organizzate, appassionate e orientate agli obiettivi. Riescono a passare facilmente dal “quadro generale” ai dettagli piccoli ma cruciali, sapendo quando concentrarsi su ciascuno di essi.

Quali sono i suoi compiti?

  • pianificano il lavoro da svolgere, quando e chi dovrà farlo;
  • esaminano i rischi coinvolti in un particolare progetto e come gestire questi rischi;
  • si assicurano che il lavoro sia svolto secondo gli standard corretti;
  • motivano il team di persone coinvolte nel progetto;
  • coordinano il lavoro svolto da persone diverse;
  • si assicurano che il progetto rientri nei tempi e nel budget;
  • affrontano le modifiche al progetto quando necessario.

UX designer

Un UX Designer si concentra su tutti gli aspetti dello sviluppo di un prodotto, inclusi design, usabilità, funzionalità e persino branding e marketing. Il loro lavoro tocca l’intero percorso end-to-end dell’interazione di un utente con un prodotto e include l’identificazione di nuove opportunità per il prodotto e il business.

Social Media e Content Creator

La comunicazione è una necessità fondamentale per ogni azienda e le figure di social media manager e content creator sono richieste sempre di più. Sono delle professioni che sono partite piano piano ma che oramai hanno subito tantissimi cambiamenti.

Le professioni più richiesti e indispensabile che fanno parte di questo campo sono:

  • social media manager
  • creatori di contenuti
  • chi si occupa di editing photo ed editing video
  • copywriter

E a proposito dei copywriter…

SEO Specialist

La SEO è importante, tutti ne parlano ma pochi la conoscono davvero. Il compito di chi si occupa di SEO è quello di migliorare il posizionamento dei siti Web sui principali motori di ricerca, ma non si tratta solo di editare testi e titoli di un sito web, è molto di più. Garantisce l’ottimizzazione on-page per produrre risultati di ricerca pertinenti e un’esperienza utente positiva, aumentando il traffico del sito, il volume di lead e la consapevolezza del marchio.

Social Advertiser e SEM

Il marketing per i motori di ricerca (SEM) è correlato alla SEO in quanto entrambi si occupano del marketing digitale su motori di ricerca. La SEO si riferisce all’ottimizzazione organica del sito Web interna, mentre il marketing sui motori di ricerca è comunemente noto come pubblicità attraverso un budget per i media a pagamento. Mentre la SEO aiuterà ad aumentare il traffico di un sito web attraverso mezzi algoritmici naturali, la SEM guadagna traffico attraverso il processo di acquisto di annunci sui motori di ricerca.

Per Social Advertiser invece si intende il processo di creazione e distribuzione di annunci cliccabili per raggiungere il pubblico di destinazione. Si possono raggiungere tramite piattaforme di social media, app di messaggistica, feed di notizie e persino app e siti Web esterni. Le aziende utilizzano le campagne pubblicitarie sui social per aumentare la consapevolezza del marchio, generare lead e acquisire ricavi dalle vendite.

Advertising Manager di Sky Media: la nuova era della pubblicità

La pubblicità è il modo migliore per parlare ai propri clienti. Quante volte siamo rimasti incantati di fronte a uno spot in TV, o ci siamo convinti ad acquistare un prodotto dopo aver visto i benefici di un servizio sponsorizzato sui social media?

A cosa serve la pubblicità?

Stiamo parlando di uno strumento potente che sa come parlare alle persone. La pubblicità racconta la storia e la mission di un brand attraverso i suoi prodotti e i suoi servizi, dimostrando a chi guarda come questi possono risolvere un problema o migliorare la quotidianità di chiunque. Consente alle aziende di rivolgersi ai propri clienti e creare una connessione duratura con loro. Infonde un senso di familiarità e fiducia nel consumatore, utilizzano immagini, parole e ideali vicini a esso.

La pubblicità però non è rimasta immutata, ma con gli anni si è evoluta sempre di più. Ha cambiato le sue parole, si è affidata a nuove immagini e sensazioni. Sta veicolando sempre di più messaggi adatti a tutti e a tutte, senza distinzioni, ma soprattutto ha cambiato i sui mezzi, i veicoli di diffusione, le tecniche e i metodi.

Come è cambiata la pubblicità con i social media

Pensate a quanto la pubblicità sia cambiata anche con l’affermarsi dei social media. Abituati a spot televisivi quasi sensazionalistici, con la comunicazione che ormai è sempre più veloce, ci ritroviamo invasi da video di pochissimi secondi che spopolano sui nostri PC, tablet e smartphone.

Siamo così pieni di messaggi, immagini e suoni che non riusciamo davvero a immaginare un mondo senza pubblicità, e le aziende e i brand ne sono pienamente consapevoli. Per non parlare poi della nostra soglia dell’attenzione, che man mano, diminuisce sempre di più. Pensate, siamo più distratti di un pesciolino rosso!

E persi in questo mare di annunci e immagini technicolor, come fanno brand e aziende a distinguersi?

Advertising Manager

 

Immaginate di poter creare una campagna video con un semplice click grazie a uno strumento in grado di pianificare le campagne pubblicitarie su tutti i canali, dai siti web, alle App, alla TV e perfino alla radio.

È davvero possibile? Adesso sì, grazie ad Advertising Manager di Sky Media.

Advertising Manager: pianificare campagne digital video con un click

Quando vediamo annunci pubblicitari forti e positivi, soprattutto sotto forma d’immagini e video, siamo più disposti ad acquistar un prodotto e affidarci a quel brand. Investire in pubblicità significa credere nella propria azienda e nella forza dei propri servizi e prodotti.

La nuova piattaforma di Sky Media, Advertising Manager è pensata proprio a coloro che vogliono creare spot video pianificando le proprie campagne pubblicitarie in modo semplice ma soprattutto rivoluzionario.

Che cos’è Advertising Manager

Advertising Manager è il primo sistema in Italia che ci consente di pianificare direttamente online la nostra campagna multicanale nell’intero portafoglio di contenuti del network Sky, su qualunque dispositivo, con semplicità e grande efficacia.

In passato per poter pianificare una campagna pubblicitaria in TV era necessario non solo disporre di un enorme budget, ma bisognava necessariamente fare riferimento a poche e inaccessibili agenzie media. Tutte cose che erano riservate a grandi investitori e non facilmente accessibili a chiunque.

Grazie ad Advertising Manager di Sky Media adesso tutti possiamo creare, pianificare e avviare le nostre campagne pubblicitarie multicanale in piena autonomia e su tutti canali media con un semplice click.

I servizi di Advertising Manager: cosa offre la piattaforma

Advertising Manager di Sky Media è la nuova piattaforma innovativa e multicanale, realizzata con il contributo tecnologico di Hic Mobile, che permette ad agenzie, imprese e media buyer di pianificare online la propria campagna in modo semplice e autonomo su tutto il portafoglio gestito da Sky Media.

Come funziona?

Utilizzarla è davvero semplicissimo, la piattaforma consente ad agenzie e aziende di pianificare la propria campagna selezionando contenuti, canali e audience desiderate in funzione dei propri target e su molteplici media con differenti formati.

Uno strumento innovativo e davvero smart che è in grado di massimizzare l’efficacia delle campagne, garantendo il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Un plus unico sul mercato è la possibilità non solo di segmentare le proprie campagne nei minimi dettagli, scegliendo a chi, dove, quando e con quale soluzione mostrarle, ma sta nel fatto che il risultato di come andrà quella campagna lo conosceremo in anticipo. Un sistema predittivo unico nel suo genere e che non si era mai visto.

Come pianificare una campagna pubblicitaria con Advertising Manager di Sky Media

Adesso però passiamo alla pratica e vediamo insieme come pianificare una campagna di digital video con Advertising Manager di Sky Media.

1. Definizione strategia

Prima di tutto dobbiamo definire la nostra strategia selezionando il canale pubblicitario più adatto alle nostre specifiche necessità. Tra le voci possibili nel pannello troveremo:

  • Addressable Tv, prevede la diffusione delle campagne durante un programma sui canali free to air TV8 e Cielo, con una permanenza di 20”.
  • Digital video, campagne video preroll sul network Sky e sui siti affiliati del network Fluid Content con oltre 30 milioni di visitatori unici al mese.
  • Mobile Hyperlocal, grazie al proximity mobile è possibile pianificare tramite Sky tutto il mondo delle App, di Facebook e Google in prossimità di uno o più punti vendita.
  • Display Banner, campagne che verranno erogate sui siti web di Sky con oltre 29 milioni di visitatori unici al mese e sul network Fluid con oltre 30 milioni di visitatori unici al mese.
  • Radio, campagna audio sulle frequenze di Radio Kiss Kiss.

Dopodiché ci sarà l’identificazione dell’audience, scegliendo nello specifico target e obiettivi da raggiungere prendendo in considerazione il pubblico a cui siamo interessati, la definizione budget e periodo di on air.

L’intero processo si basa su una tecnologia che permette d’impostare la campagna garantendo sempre la performance voluta.

2. Pianificazione della campagna

Dopo aver scelto i canali e definita la strategia, si può proseguire direttamente con la pianificazione, affidandosi alle ottimizzazioni della piattaforma. Inoltre, come vi avevamo anticipato, dopo aver selezionato l’audience è possibile ottenere una previsione veritiera dei risultati che saranno raggiunti in campagna.

3. Selezione dell’inserzione

Una volta completato il percorso di pianificazione della campagna, si deve effettuare il caricamento dei file. Il video non deve superare i 15 secondi.

4. Conferma e invio dell’ordine

Definiti tutti i parametri, la piattaforma riassume in modo chiaro tutte le scelte fatte per assicurare massima chiarezza prima della messa in onda. Budget grande o piccolo non importa, ogni brand sarà sempre il vero protagonista delle grandi storie Sky Media.

Perché dovremmo provare la piattaforma Advertising Manager di Sky Media

La piattaforma Advertising Manager di Sky Media è il modo più efficace per realizzare una campagna pubblicitaria multicanale in piena autonomia.

Un modo nuovo e al passo coi tempi che rompe col passato e ci offre la possibilità di creare campagne personalizzate sulla base dei propri target e obiettivi, nonché di contare su risultati di campagna garantiti.

La rottura con i vecchi schemi la si evince anche dall’inclusione del mezzo radio per quanto riguarda i canali di diffusione delle campagne. Quasi tutte le aziende stanno integrando nelle proprie strategie di marketing la componente audio. In fondo audio is the new black!

L’iscrizione alla piattaforma è del tutto gratuita, ma pagheremo solo successivamente a campagna avvenuta e a risultati ottenuti.

Davide Reinecke

Spiegare l’AI alle PMI (e fare 1 milione di views). Intervista al tiktoker Davide Reinecke

Man mano che l’Intelligenza Artificiale entra a far parte delle nostre vite, impariamo ad apprezzare come le potenzialità di questa tecnologia siano applicabili alle esigenze quotidiane. Ormai lontana l’idea di super computer onniscienti in grado di prendere il sopravvento sull’umanità, lo sviluppo di sistemi di apprendimento automatico e di algoritmi intelligenti consente di velocizzare e migliorare molti aspetti legati all’analisi e all’interpretazione dei dati e all’elaborazione di strategie predittive.

Poter conoscere in anticipo l’impatto di alcune decisioni e individuare le possibili relazioni di causa-effetto diventano sempre più una possibilità reale e niente affatto fantascientifica. La cosa, assume un valore ancora più importante quando le conseguenze di una decisione sbagliata possono mettere a serio rischio un business.

Nonostante l’argomento sia avvincente, riuscire a comunicare agli imprenditori le potenzialità di strumenti specificamente progettati per questi scopi può diventare arduo, anche perché, di solito, la comunicazione B2B viene associata a qualcosa di noioso e poco avvincente.

La vera sfida è infatti riuscire a coinvolgere il pubblico su temi “complicati” con un messaggio semplice e diretto, che sia in grado di attirare l’attenzione e, perché no, di divertire e intrattenere.

@davidereineckeSono tornato… #davidereinecke♬ Scary Sounds – Bobby Cole

Davide Reinecke è sbarcato su TikTok nel 2020 e ha conquistato una community di oltre 800.000 followers con i suoi trickshot fatti in casa e il suo slogan “certo certo!” ed è anche l’Head of Social Media di Vedrai, startup innovativa fondata nel 2020 dal 26enne Michele Grazioli e specializzata nello sviluppo di piattaforme per il miglioramento dei processi decisionali.

Con video sviluppati per lo più in format di 30 secondi che raccontano in maniera originale, pratica e curiosa le molteplici applicazioni dell’Intelligenza Artificiale e tutte le sfumature della tecnologia, Davide è riuscito a far raggiungere all’azienda per cui lavora 1 milione di visualizzazioni organiche con più di 150 mila interazioni in sei mesi.

L’intento è quello di parlare non solo a un pubblico maturo, ma anche e soprattutto alle nuove generazioni, con un tone of voice fresco ma allo stesso tempo capace di comunicare temi complessi come quelli legati alle nuove tecnologie e all’AI.

Gli abbiamo chiesto come si raggiungono questi numeri ma anche, per dirla con le sue parole, come si fa “a trasmettere l’idea che l’intelligenza artificiale sia un qualcosa di fico“.

LEGGI ANCHE: Artificial Mindset: cosa è cambiato (e cambierà ancora) con l’Intelligenza Artificiale

Per cominciare, cosa c’entrano i trickshot con l’intelligenza artificiale?

Come nei miei video io prevedo il numero che uscirà al lancio del dado, la riuscita di un bottle flip o l’entrata di un CD all’interno della console facendolo rimbalzare sul muro, così VEDRAI prevede l’impatto delle decisioni sul business.

Dietro tutto questo non c’è magia, ma matematica avanzata. Un esempio può essere il format  #larubricadeldottorLelli che abbiamo ideato con il dottor Lelli, Data Scientist di Vedrai,  in cui diamo una spiegazione matematica e probabilistica dei miei video su TikTok.

Quanta preparazione ci vuole per essere presenti con successo su un canale come TikTok? Come si arriva dall’ideazione alla pubblicazione di ogni video?

Tutti possono pubblicare video su TikTok, ma in pochi “spaccano”.

Secondo me ci sono tre aspetti fondamentali per avere successo:

  • avere un format proprio che ci differenzi dagli altri;
  • avere costanza, anche se la mia strategia di pubblicazione è differente rispetto alla maggior parte degli altri creator, perché pubblico pochi video ma efficaci: ogni video che faccio deve spaccare;
  • caratterizzarsi con uno slogan, un metodo super efficace per dare solidità al proprio personaggio. Molte persone, ad esempio, non sanno nemmeno come mi chiamo, ma mi gridano “certo certo!!” quando mi incontrano per strada.

Certo (a proposito!), trovare un format per una azienda è sicuramente difficile e più complesso rispetto a trovarne uno per un creator. Qui in VEDRAI, per trovare il format più adatto a noi, ci sono voluti molto impegno e tempo: abbiamo iniziato a vedere i primi numeri dopo 2/3 mesi.

Riguardo a me, ogni volta che mi viene un’idea, dal tipo di trickshot alle battute da dire, la scrivo nelle note del telefono e con il tempo cerco di elaborarla al meglio. Non pubblico mai un video se non sono soddisfatto del contenuto al 100%. Mentre, nel caso di VEDRAI, si cercano spunti leggendo articoli e notizie di intelligenza artificiale, da trasformare in video, che possano risultare interessanti anche per persone che non sanno niente di AI.

Un esempio sono i video che descrivono il ruolo dell’AI in settori produttivi che sembrano  distanti, come quello della moda, oppure quelli che spiegano perché nei videogiochi è meglio non applicare troppo machine learning.

Sempre più spesso sentiamo parlare di collab house di tiktokker. Tu credi in questo modello o pensi che si tratti di una estremizzazione?

Appena si pensa a collab house viene in mente un’unione tra creator per creare un team invincibile. Il concetto è semplice ma la realizzazione davvero complessa, a mio parere.

Mi è capitato di ricevere proposte di contratto da varie collab house in Italia. Credo che la maggior parte di questi progetti siano destinati a un flop totale, in quanto mancano organizzazione e mentalità adeguate. Tranne una in realtà, con la quale tra l’altro ho lavorato da dietro le quinte. Progetto molto figo, un sacco di sponsor e molto più internazionale rispetto alle altre house italiane. Sono forti.

Da LinkedIn a TikTok, oltre al target, come dovrebbe cambiare la comunicazione per un brand?

Noi di VEDRAI pubblichiamo gli stessi video sia su LinkedIn che su TikTok.

Chiaramente, è fondamentale per la comunicazione di un brand, capire a che tipo di pubblico ti stai rivolgendo e il tipo di linguaggio adatto alle varie piattaforme social. Infatti, ad esempio, creiamo spesso dei contenuti extra per LinkedIn, leggermente più “seri”, in cui trattiamo argomenti adatti ad un pubblico più adulto.

Uno dei nostri obiettivi su TikTok è rivolgerci ad un pubblico più giovane, cercando di trasmettere l’idea che l’intelligenza artificiale sia un qualcosa di fico, in modo tale che il ragazzino possa andare a casa e raccontarlo ai propri genitori.

Come nasce una collaborazione di influencer marketing? Bastano semplicemente i numeri?

No, non bastano semplicemente i numeri. Il creator deve sempre avere quel lato di serietà che lo distingue, un brand si deve fidare del creator per poter attivare una collaborazione proficua. Ci sono creator che hanno numeri molto alti ma lavorano poco, mentre altri con un pubblico più ridotto, trattando argomenti di nicchia, hanno moltissime collaborazioni.

Allora, ce lo spieghi il segreto di un perfetto bottle flip?

Ovviamente il segreto ruota attorno ad una variabile… la parola “certo” .

No, a parte gli scherzi… se volete la spiegazione fisica per fare un perfetto bottle flip, sul profilo di VEDRAI il dottor Lelli soddisferà al 100% la vostra sete di conoscenza!

4 modi in cui la pandemia ha cambiato i comportamenti di acquisto

Se sei come me, hai già abbandonato alcune abitudini nate con la diffusione del covid-19, come svaligiare gli scaffali degli alimentari o cercare allenamenti all’aperto o in casa adatti alla pandemia. Tuttavia, quel che sto continuando a fare è acquistare online, sia per la consegna della spesa che per i nuovi attrezzi per gli allenamenti. In qualità di responsabile globale per le ricerche e gli studi commerciali di Google, noto che i comportamenti come il mio sono largamente diffusi tra le centinaia di milioni di persone che fanno acquisti su Google ogni giorno. 

Per molte aziende è difficile sapere quali di questi comportamenti di acquisto dei consumatori siano soltanto transitori e quali siano destinati a durare nel tempo. Per aiutare i rivenditori a orientarsi in questa situazione, abbiamo esaminato i dati di ricerca di Google per creare la nostra guida ai cambiamenti di acquisto nel 2021 e abbiamo identificato quattro tendenze chiave per le quali tutti i commercianti dovrebbero prepararsi. Ecco cosa abbiamo scoperto.

1. L’ispirazione digitale alimenta il customer journey

Lo shopping online non è più solo un modo conveniente per acquistare prodotti con consegna a domicilio. È anche il luogo in cui i clienti scoprono nuovi prodotti e trovano ispirazione. Quando i clienti vagano per le corsie dei negozi virtuali sperano di rimanere entusiasti di fronte a ciò che vedono, cercano ispirazione o a volte la trovano per caso in posti inaspettati, quando non la stanno nemmeno cercando.

Lo vediamo sulle nostre piattaforme, dove il 70% dei consumatori ha acquistato un prodotto di un brand dopo aver visto un video su YouTube.

2. I valori dei clienti guidano gli acquisti solidali

Sempre più spesso, i clienti acquistano prodotti che rispecchiano i loro valori – che si tratti di sostenibilità, responsabilità aziendale o uguaglianza razziale. Non sorprende che l’interesse di ricerca per “marchi etici” e “acquisti etici online” nel 2020 sia cresciuto rispettivamente del 300% e del 600% rispetto al 2019. Inoltre, il numero di ricerche globali di “negozi di proprietà di persone di colore” nel 2020 è cresciuto di 9 volte rispetto all’anno precedente.

3. I consumatori guardano alla comodità più che mai

Se moltissime attività di vendita al dettaglio hanno chiuso o si trovano in grave difficoltà, il ritiro sul marciapiede e la consegna in giornata sono diventati punti fermi per molte persone. Le ricerche globali di opzioni quali “lungo il mio percorso” (+1000%) e “ritiro sul marciapiede” (+3000%) sono aumentate di anno in anno. La comodità è diventata un elemento distintivo essenziale per i rivenditori che sono riusciti a cambiare rapidamente.

I consumatori si sono abituati ad avere più opzioni di acquisto e probabilmente continueranno a utilizzarle, anche quando ritorneremo a comportarci come prima della pandemia, dando vita a un nuovo comportamento di acquisto post-pandemico.

4. L’imprevedibilità guida la domanda dinamica

Una cosa che possiamo sicuramente prevedere è che il mondo rimarrà imprevedibile. I governi di tutto il mondo si adattano ai cambiamenti locali e lavorano per riaprire in sicurezza, e i bisogni dei clienti si adattano di conseguenza. Lo abbiamo visto durante il lockdown, quando la gente ha riscoperto vecchi hobby e ha adottato nuove abitudini. Per esempio, rispetto al 2019, nel 2020 le ricerche di “kit per fare candele” sono aumentate del 300%, mentre le ricerche di “riscaldamento per esterni” sono aumentate del 600% perché la gente ha iniziato a mangiare all’aperto.

Articolo di: Sarah Bradley

Traduzione a cura di: Debora Melania Martuccio