L’ascesa irrefrenabile dell’audio non si frena e travolge anche LinkedIn, che annuncia a breve il lancio del beta test di una funzione molto simile a ClubHouse, con lo sviluppo di stanze audio declinate per stimolare le connessioni professionali.
Ancora una volta l’audio, per il suo carattere più intimo, più vicino alle conversazioni reali tra persone, sembra dominare rispetto all’overload dell’immagine visiva, incentivato anche dal lockdown e dall’utilizzo amplificato e diversificato dei digital device.
Dopo l’esplosione del fenomeno Clubhouse e i primi esperimenti di recruiting, con giornate dedicate al job placement o ai career day su Clobhouse, LinkedIn decide di inserirsi nei nuovi trend, ampliando le potenzialità della propria piattaforma, così come altre big tech.
Tutti vogliono ClubHouse: il trend dell’audio travolge i social network
Si pensi agli Spaces di Twitter, una sorta di clonazione di Clubhouse in fase già di lancio, o a Telegram che ha potenziato le chat vocali, mentre Facebook, ByteDance, Spotify e Slack stanno lavorando allo sviluppo di room dedicate all’interazione vocale.
“Stiamo realizzando alcuni test preliminari per creare un’esperienza audio unica collegata all’identità professionale. E stiamo guardando a come possiamo portare l’audio in altre parti di LinkedIn, come eventi e gruppi, per dare ai nostri membri ancora più modi per connettersi alla loro comunità”, spiega la portavoce Linkedin, Suzi Owens a TechCrunch.
LinkedIn e l’audio come integrazione dell’identità professionale
Una rete basata sull’audio nata dall’esigenza degli utenti e dei creativi di Linkedin di disporre di più modi per comunicare sulla piattaforma. Non solo profilo social, ma un’integrazione con l’identità professionale, quindi, mentre gli argomenti di conversazione saranno incentrati su lavoro e carriera.
Creare networking tra i professionisti attraverso le parole, con stanze dedicate che superano il singolo testo, o l’immagine che contraddistingue alcuni social media, in un’estensione naturale in altre aree, come i gruppi.
Svelata anche l’interfaccia grafica utente e il design della funzione LinkedIn, molto somigliante a quella di Clubhouse, con un palco centrale con i moderatori raffigurati da icone tonde, mentre il pubblico sarà nella parte inferiore dello schermo. Si aggiungeranno, però, altri tipi di interazioni, l’icona degli emoji e il messaggio diretto agli utenti partecipanti e all’amministratore della stanza.
Ad ispirare le nuove funzionalità, per rendere l’esperienza utente più coinvolgente e interattiva, ha contribuito la forte crescita di LinkedIn nel 2020, come spiega Suzi Owens: “Circa 740 milioni di utenti hanno usato la piattaforma per scambiarsi conoscenze, portando il numero di connessioni a 4,8 miliardi. Oltre 21 milioni di persone hanno partecipato a eventi su LinkedIn con un aumento delle sessioni del 30%”.
“Coloro che aderiranno alla nostra nuova funzione audio dovranno sentirsi assolutamente al sicuro ed essere produttivi”,
sottolinea Suzi Owens. “I nostri utenti vengono su LinkedIn per avere conversazioni rispettose e costruttive con persone reali e il nostro obiettivo è garantire che abbiano un ambiente sicuro per farlo.”
Una crescita, inoltre, di quasi il 50% nelle conversazioni su LinkedIn favorita dalla nuova modalità “Creator”, con storie, condivisioni video LinkedIn Live e post sulla piattaforma, oltre alla newsletter.
L’integrazione di modalità Audio e Creator: audio, storie, video live e newsletter per i professionisti
“Unire audio e ‘Creator’ può portare a risultati positivi per l’app e per la professionalità degli utenti”, insiste l’azienda, soprattutto in prospettiva dell’evolversi futuro dello scenario del mondo del lavoro.
Un’analisi di LinkedIn evidenzia che, nel corso degli ultimi mesi, oltre il 60% dei suoi iscritti lavora da remoto, contro l’8% del pre Covid, convinti che oltre il 50% delle persone continuerà in modalità smartworking anche in futuro, senza rientrare negli uffici.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/linkedin-1.jpg10801920Barbara Landihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngBarbara Landi2021-04-01 17:02:102021-04-02 09:51:33LinkedIn crea la sua ClubHouse: a breve le stanze audio
Vodafone lancia il suo nuovo posizionamento di brand che mette al centro l’interazione tra la tecnologia e le persone per il progresso della società. Questo weekend Vodafone presenterà il suo nuovo claim – “Together We Can” – con un piano di comunicazione che si svilupperà lungo tutto l’anno, a testimonianza della profonda convinzione di Vodafone che l’unione fra tecnologia e società può costruire un futuro migliore.
Together We Can
Il nuovo posizionamento del brand di Vodafone è ispirato da un’indagine condotta sui consumatori che ha rimarcato quanto la tecnologia stia profondamente trasformando la vita delle persone: non ha più soltanto un impatto sugli individui ma gioca un ruolo significativo in tutta la società, facendo la differenza anche su temi come la sostenibilità e lo sviluppo sociale.
Per esempio, nel corso dell’ultimo anno la sostenibilità ha assunto un peso sempre più importante nelle scelte dei consumatori e nella loro fiducia nei brand: è un elemento chiave per circa otto persone su dieci. Nei prossimi mesi, il messaggio di Vodafone “Together We Can” sarà tradotto in azioni concrete grazie all’espansione delle reti ad alta velocità per una migliore connettività per le persone e le comunità, all’impiego delle tecnologie di comunicazione per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e sostenendo l’istruzione, la salute e il benessere, con l’obiettivo di creare una società più inclusiva e sostenibile.
La campagna Together We Can sarà lanciata in Italia il 4 aprile con La ragazza inarrestabile, uno spot televisivo che ha per protagonista una ragazza che pone domande sul mondo che la circonda e sul ruolo che la tecnologia può giocare nel curare le malattie, nel combattere il cambiamento climatico e nel contrastare il digital divide.
La campagna si concentrerà sul ruolo di Vodafone nel contribuire a dare una risposta a queste domande grazie all’espansione del 5G, della Giga Network e della connettività nelle zone più remote del mondo, fino al contributo dell’app di Vodafone DreamLab nella battaglia contro il cancro e contro il Covid-19.
La rinnovata identità verrà sottolineata dallo speechmark, l’iconico logo di Vodafone, e dall’inconfondibile rosso. Il nuovo posizionamento sarà introdotto in 30 Paesi: oltre all’Italia, sono inclusi Germania, Spagna, Regno Unito, Romania, Grecia, Irlanda, Ungheria, Albania, Olanda (attraverso Vodafone-Ziggo), Portogallo, Repubblica Ceca, Turchia, Australia, Sud Africa, Ghana, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Lesotho e Mozambico.
Anche i Paesi dove Vodafone è presente con accordi di partnership, inclusi Qatar e Nuova Zelanda, daranno il via al nuovo posizionamento. La creatività della campagna “Together We Can” è stata realizzata dall’agenzia New Commercial Arts con sede a Londra, e lo spot televisivo è stato diretto da Tom Green, autore di serie TV pluripremiate nel Regno Unito come Misfits e Blackout. La pianificazione media è curata da Carat.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/03/vodafone.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-04-01 11:15:482021-07-26 11:47:11"Together We Can": il nuovo posizionamento di brand di Vodafone
Gli NFT (o non-fungible token) sono gettoni digitali basati su tecnologia blockchain e si sono ormai guadagnati l’attenzione di appassionati di cripto valute, collezionisti e curiosi.
Sono beni digitali che, grazie alla tecnologia applicata anche alle criptovalute, diventano “unici”. Ognuno di essi, infatti, ha una propria identificazione e non è replicabile. Questi token servono quindi da “atto digitale” per certificarne l’originalità.
Quasi tutto può essere convertito in NFT: opere d’arte audiovisiva, quadri digitali, ma anche meme, canzoni e interi album musicali. Perfino i tweet possono diventare oggetti di questo mercato, come quello di Jack Dorsey, il primo tweet della storia, venduto per 2,9 milioni di dollari.
Il fenomeno è esploso negli ultimi mesi, quando la popolarità degli NFT è decollata grazie alla vendita di alcune opere digitali per cifre da capogiro, ma anche per l’interesse manifestato sempre più spesso da celebrità e uomini d’affari come – inutile sorprendersi – Elon Musk.
Nel panorama musicale, i Kings of Leon hanno pubblicato il loro ultimo album proprio con questa modalità all’inizio di marzo. Si tratta quindi di un oggetto da collezione a cui è abbinato un certificato (il token) che ne garantisce autenticità e originalità.
Oltre a diversi NFT del celebre artista, nella collezione sarà incluso anche un pezzo totalmente inedito.
E in Italia?
Anche nel nostro Paese l’attenzione degli artisti è alta e le prime produzioni non si sono fatte attendere. Mentre si prepara a saltare sul treno in corsa anche Marco Castoldi, conosciuto ai più come Morgan che ha annunciato il suo non-fungible token su Clubhouse, i Belladonna hanno già pubblicato in questo formato il singolo “New Future Travelogue“, mentre i Marcondiro sono stati la prima band in Italia a pubblicare un video clip di un progetto musicale in NFT.
Proprio a loro abbiamo fatto qualche domanda per capire se i non-fungible token possano diventare davvero una fonte alternativa di introiti per un settore gravemente messo in ginocchio dall’emergenza legata alla pandemia di COVID-19.
Concerti fermi e teatri chiusi. Come vi è venuto in mente di creare un NFT?
«Il progetto artistico Marcondiro è nato con una vocazione alla “sperimentazione dell’arte popolare colta“, inseguendo dunque l’idea che la cosa più complessa da ottenere nell’opera artistica sia la “semplicità”, scevra dalla banalità.
La mission quindi è utilizzare nelle nostre composizioni e produzioni, stilemi della “cultura più alta” cercando di renderli il più possibile POPolari ed alla portata di un fruitore medio, veicolando sempre contenuti di qualità.
Lo abbiamo fatto con il nostro ultimo disco “DATA“, il cui concept è “l’amore ai tempi della tecnologia”, raccontato attraverso una storia amorosa tra due Intelligenze Artificiali o Robot Primitivi.
La situazione del mercato dello show business attuale, accentuata dalla pandemia, ci aveva spinto già l’anno scorso, a percorrere nuove strade espressive pubblicando due videoclip in arte grafica animata molto peculiari, “Core” e “Gli Romani“, che hanno colpito l’immaginario collettivo ricevendo recensioni sulle testate giornalistiche nazionali più importanti.
Quando siamo entrati in contatto per la prima volta col mondo dell’ arte digitale in NFT legata al concetto della blockchain e delle cryptovalute, ne abbiamo subito compreso l’aspetto rivoluzionario. Incuriositi ed affascinati, abbiamo deciso di emettere l’NFT di un videoart, l’introduzione del nuovo videoclip del singolo “Con i tuoi Occhi“, basato sul concetto della memoria virtuale».
Si tratta “semplicemente” di una mossa di marketing o c’è dietro una vera attenzione per questo nuovo fenomeno?
«Il marketing è sempre un aspetto importante in un percorso artistico che vuole confrontarsi con il mercato (discografico o audiovisivo). Sarei quindi un po’ ipocrita se dicessi che non ho pensato al ritorno in termini di comunicazione (e della possibile vendita) di un prodotto artistico di alta qualità.
C’è da dire, però, che anche nell’atto di pubblicare un contenuto in NFT, non abbiamo pensato, banalmente, ad usare la copertina dell’ultimo disco oppure un file musicale: volevamo fare qualcosa di unico e originale!
Con lo spirito di sperimentazione, anche in questa operazione, si è deciso di caricare sul portale OpenSea, un videoart di 1 minuto e 39 secondi, con uno sviluppo visivo in tecnica mista (grafica 2D e 3D + riprese su green screen), con testo e storytelling, che si riallacciano al concetto della memoria e dell’Artificial Intelligence».
Pensi che gli NFT possano diventare una forma alternativa di introito per i musicisti?
«È un fatto risaputo che nell’epoca della “musica liquida” sia molto difficile raggiungere introiti elevati.
Io considero i social media come “canali televisivi” dove fare promozione, ma il percorso di monetizzazione dei propri prodotti non è sempre così immediato.
Forse il market degli NFT potrebbe fornire una valida alternativa o valore aggiunto per chi ha lavora nel mercato della musica e dell’audiovisivo, spingendo gli operatori di settore a formulare nuove strategie comunicative efficaci a rintracciare i collezionisti di arte digitale».
Il vostro video è in vendita a 9.99 eth. Perché un collezionista dovrebbe spendere questa cifra per un videoclip di poco più di un minuto?
«Semplice: perché si tratta di un’opera d’arte digitale, realizzata con uno stile innovativo (anche per il mondo della cryptoart)».
Si è trattato di un esperimento isolato o procederete su questa strada?
«Non sarà un episodio isolato, tutt’altro. Sto già elaborando dei contenuti ad hoc, pensati per le collezioni digitali più esclusive».
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/04/marcondiro-copertina-NFT.jpg9201643Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-04-01 10:49:482021-04-02 17:34:06NFT chiama Italia: il primo non-fungible videoclip raccontato dalla band che lo ha prodotto
United Colors of Benetton arriva su TikTok con la challenge #BeUnited, un innoall’inclusione, alla voglia di divertirsi e sentirsi parte di una collettività, cercando di abbattere le distanze sociali e culturali che caratterizzano questo particolare momento storico.
#BeUnited è l’hashtag da seguire per partecipare alla campagna ideata da The Story Lab, l’advertainment agency di dentsu italia, che ha lavorato al fianco del team di TikTok alla creazione di un soundtrack originale e allo sviluppo di un Brand Effect dedicato: un filtro interattivo e colorato che attraverso una serie di icone in movimento insegna i passi della coreografia.
Gli step da seguire sono suggeriti, ma la realizzazione è assolutamente libera: tutti sono invitati a partecipare con le loro “mosse” migliori. Il concept alla base del progetto è infatti l’inclusione: muoversi insieme, uniti dallo stesso ritmo, circondati dal colore e seguendo gli stessi passi. Tutti uguali e tutti diversi.
Nata con l’obiettivo di raccontare la nuova collezioneSpring Summer 2021 di Benetton, la campagna #BeUnited ha coinvolto nella sua fase di lancio 8 TikTok stars: Yusuf Pansieri, Martina Socrate, Muriel, Valentina Vernia, Alessandro Bedetti, Jingherly, Leonardo Barili e Tasnim Ali. Otto ragazzi e ragazze celebri per la loro unicità che per primi hanno interpretato #BeUnited in maniera personale, invitando i propri followers a unirsi alla danza.
Dopo appena tre giorni dal lancio della challenge su TikTok, la campagna ha già superato le 115 milioni di visualizzazioni sulla pagina dedicata.
La pianificazione è a cura di Simple Agency.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/03/BeUnited.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-03-31 17:18:292021-07-26 12:25:30The Story Lab firma la campagna #BeUnited di Benetton su TikTok
Ci sono temi ricorrenti nelle campagne stampa degli ultimi mesi. Uno di questi è certamente l’attenzione all’ambiente: il disboscamento, l’inquinamento degli oceani e le micro-plastiche, ad esempio, fanno spesso capolino nella creatività delle agenzie di tutto il mondo.
Vediamo insieme alcuni dei più interessanti annunci stampa di marzo in una selezione che va dalle problematiche dei caregiver ad aspetti più ludici come il gaming, passando per il debunking sulle teorie del complotto.
L’Australia ha uno dei più alti tassi di disboscamento al mondo: l’85% della deforestazione viene messa in atto per creare pascoli per bovini e ovini. La terra che viene disboscata è “la casa” degli animali nativi dell’Australia, compresi i koala, che hanno già perso porzioni sostanziali del loro habitat negli incendi dal 2019 al 2020. Gli agnelli e le bovini non sono quindi gli unici animali sensibili e intelligenti a morire a causa del consumo di carne.
Advertising Agency: HOP-HOP LLC, Warsaw, Poland Art Director: Ievgen Vietrov Illustrator: Lia Krasnapiorava
Federation of Quebec Alzheimer Societies – Loved ones forget themselves too
L’Alzheimer è una malattia sempre più frequente tra la popolazione anziana e, purtroppo, si stima che le persone affette da questo disordine cognitivo aumenteranno del 70% entro il 2031.
La campagna mette in evidenza quanto i caregiver, spesso parenti e famigliari degli ammalati, siano sovraccaricati dal compito di assistenza.
Advertising Agency: Cossette, Montréal, Canada Photographer: Christian Tremblay
NHS – Stay Home Protect the NHS Save Lives
La campagna creata da JD&AD Limited, United Kingdom per NHS prova, scherzosamente, a fare debunking sulle principali teorie del complotto legate all’emergenza COVID-19 e ai vaccini.
Advertising Agency:JD&AD Limited, London, UK
PlayStation – Do you see play everywhere?
4 diffusissimi simboli che ormai identifichiamo inequivocabilmente con il gaming. Forme semplici che formano un codice “unico”. A volte, per giocare, è sufficiente fermarsi e osservare.
Advertising Agency: WILD FI, Buenos Aires, Argentina
360 design – Keep all intruders at bay
Finire nell’occhio di una telecamera di sorveglianza, per un ladro, equivale a entrare direttamente in un furgone della polizia. La campagna di 360 design mette in luce due aspetti distinti che cooperano per garantire la nostra sicurezza: la visione notturna della strumentazione e il rilevamento umani, una protezione a 360 gradi.
Advertising Agency: RedBank, Beijing, China Creatives: Marwin Ma, Siyang Li, Shao Shuai, Yaoqian Han, Jinqiu Gu, Pengfei Yin, Yuanyu Yang, Dongxiao Feng, Xiaolin Liu
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/03/best-ad-of-the-week-copertina.jpg9221644Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-03-31 15:57:522021-04-01 10:50:26Playstation, NHS e PETA: i migliori annunci stampa di marzo
Oggi è il World Backup Day, un reminder per compiere una operazione essenziale: quella di mettere al sicuro e al riparo da possibili inconvenienti tutto il nostro materiale digitale.
Naturalmente, questa data è significativa anche per sviluppare il tema in modo più ampio: è un giorno in cui possiamo riconsiderare l’importante compito di preservare il nostro patrimonio sempre più digitale e conservarlo per le generazioni future.
L’idea dietro all’iniziativa è quindi anche quella di raggiungere coloro che non hanno mai fatto un backup in vita loro (e sono molti più di quanto si possa credere) o, addirittura, non sanno affatto cosa sia. Chiaramente, anche se l’occasione è abbinata a una data specifica, “ogni giorno è un backup day“: è sempre il momento giusto per mettere al sicuro non solo i nostri dati, ma anche ricordi preziosi come fotografie, note e appunti, messaggi importanti.
La quantità di materiale digitale creato è enorme: le persone generano oltre 1,8 zettabyte di dati all’anno.
Sono un sacco di dati e, sfortunatamente, secondo un sondaggio di Backblaze, quasi il 30% delle persone non ha mai fatto un backup. La statistica dovrebbe spaventare: un backup è un vero salvagente in caso di guasto o rottura dell’hard disk e averne uno sempre aggiornato a disposizione può salvare un’azienda o conservare i ricordi di un’intera vita.
Ad esempio, anche Pixar ha accidentalmente perso quasi il 90% del film d’animazione Toy Story 2 per un errore, quando sarebbe bastato un semplice archivio automatico per tutelare il preziosissimo materiale, ma sono moltissime le imprese che affrontano il tema troppo alla leggera, correndo questi rischi.
Per partecipare attivamente all’appuntamento, è sufficiente seguire gli inviti degli organizzatori a diffondere la necessità dell’integrità dei dati e del backup automatico. La strategia è quindi quella di condividere l’appuntamento (e i rischi di un atteggiamento troppo superficiale) con amici e parenti. E, naturalmente, fare un backup di tutti i propri dispositivi.
Perché proprio il 31 marzo
La scelta di questa data non è casuale: nelle intenzioni degli organizzatori, ricordare l’importanza di mettere al sicuro i propri dati il giorno precedenti al primo aprile, in cui siamo bombardati da scherzi più o meno graditi, può evitare di trovarsi in una pessima situazione prima che sia troppo tardi. Fogli di calcolo, lettere d’amore, immagini di gattini: tutto è importante!
“Sono entusiasta della risposta al World Backup Day, e spero che abbia fatto la differenza nella vita delle persone“, ha dichiarato il fondatore del World Backup Day, Ismail Jadun. “Tutti noi conosciamo qualcuno che ha perso dati critici, che si tratti di video, foto, musica, relazioni di libri o cose personali. Speriamo che questa giornata faccia riflettere tutti sulla loro situazione, conoscere le varie opzioni e fare il backup dei loro file. Spero che la Giornata Mondiale del Backup accenda delle conversazioni sull’enorme compito di salvare il nostro patrimonio digitale per le generazioni future“.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/03/world-backup-day-copertina.jpg9251653Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-03-31 10:00:122021-04-01 10:56:37Oggi è il World Backup Day, non scordare di mettere al sicuro i tuoi dati
Icona culturale, oltre che sportiva. Con radici profonde nella propria storia e in quella collettiva, ma proiettata ad una narrazione sempre più contemporanea e vicina alle giovani generazioni. L’Inter esalta i propri valori fondanti e rafforza il legame con la città di Milano attraverso la sua nuova identità visiva.
A celebrare il lancio del nuovo logo uno storytelling che gioca sulle iniziali del Football Club Internazionale e Milano, in quell’ “I AM”, che da acronimo diventa anche un urlo identitario, in quell’ IO SONO ripreso dalla lettura dell’espressione inglese.
Un restyling della visual identity minimal e innovativo, per aprirsi ad un pubblico sempre più digitale e attento all’estetica, per raggiungere target globali e differenti fasce d’età.
“Perché un club, un brand, si dedica al restyling o cambia la propria visual identity? Perché i brand hanno sempre bisogno di evolversi. Un’evoluzione che va di pari passo con i propri fan, con la volontà di connettersi ai mondi nuovi, con l’obiettivo diventare più globale”, esordisce Luca Danovaro, Chief Marketing Officer dell’Inter.
Un percorso delicato, lento, durato circa 3 anni, durante i quali il Club si è imposto tra i leader di intrattenimento digitale.
“Siamo partiti rivedendo in chiave più moderna i nostri valori, abbiamo cambiato il nostro modo di dialogare e commentare, con un tone of voice molto più definito, più distinto, che ci ha permesso di avvicinarci alle nuove generazioni – sottolinea Danovaro – Diverse sono state le tappe di questo iter. Il lancio di oggi della nuova identità visiva del Club, del nostro nuovo logo, è per noi una proiezione verso il futuro. È stato un lavoro molto professionale, bilanciato, perché il brand è il Dna di un Club, di un’azienda. Sintetizza quel legame tra business e passione. Per una squadra di calcio, poi, i colori sono determinati, perché racchiudono ricordi, gioie, aggregazione. Desideravamo che questa evoluzione celebrasse la passione di milioni di fan nel mondo in 113 anni di storia, e in contemporanea volevamo collegarci agli elementi culturali, di design, di moda di Milano. Terzo elemento, comunicare con colori e linguaggi più collegati alle generazioni future”.
Minimal, innovativo, aperto ad una platea globale
Dal primo stemma disegnato nel 1908 da Giorgio Muggiani, evolutosi nel tempo fino a quello di oggi, creato da Bureau Borsche: una rivisitazione moderna dello storico simbolo del Club, in una veste più leggera e minimale, in continuità con la versione originaria, ma più adatto ad integrarsi nell’era dell’intrattenimento. Il focus è sulle lettere I e M, mantenute nella disposizione ideata da Muggiani e coronate dal classico doppio cerchio, come da tradizione nerazzurra. Il lettering si alleggerisce, scompaiono le lettere F e C dall’immagine grafica, ma persistono nel nome e del Club, FC Internazionale Milano. I colori rimangono quelli scelti nella notte del 9 marzo 1908, resi più vibranti. Un “brand Inter”, quindi, riconoscibile per i tifosi, ma aperto ad un’audience più ampia.
La campagna I M
Il restyling di un brand: cosa significa per un’azienda?
E’ un momento cruciale, per un’azienda, il cambio di un logo, in cui si riconosce l’immaginario collettivo, in particolare nell’universo calcistico, in cui tifosi e città si riconoscono. La necessità, quindi, di non creare disillusione, ma coinvolgimento.
“I tifosi stanno reagendo bene, si percepisce un sentiment positivo – afferma il Chief Marketing Officer dell’Inter – Nel rispetto della tradizione e nello sviluppo del logo abbiamo chiesto feedback ai tifosi veri, ai nostri giocatori, alle nostre legend. Abbiamo voluto rispettare fortemente la passione, come nei colori vivaci, l’azzurro più vibrante, acceso, dinamico, facile da riconoscere nei device digitali attraverso cui fruiamo il calcio e non solo. Legati alla tradizione, alle due lettere I ed M, semplificate da 4 a 2, molto più semplice da riconoscere, ma soprattutto perchè rappresentano la nostra essenza, perché l’Inter incarna in sé i valori della città, ovvero lo spirito internazionale, la propensione all’innovazione e al mutamento continuo”.
Luca Danovaro, Chief Marketing Officer dell’Inter
I valori di inclusione e il legame con i tifosi e la città, con un’aspirazione internazionale
L’inter racconta così la sua storia e i suoi valori anche nel merchandising, che assume una connotazione più profonda per le aziende, che è nella capacità di identificazione e di riconoscersi in un immaginario collettivo.
“Il merchandising quanto è importante per un brand, non solo in termini commerciali di business e di profitti, ma soprattutto sotto il profilo valoriale – Insiste Luca Danovaro – Con la nuova identità, oggi abbiamo realizzato anche una Capsule Collection in edizione limitata, la prima linea di prodotti con la nuova identità visiva del Club, visibile sullo store ufficiale, con pochi prodotti, che lasciano intravedere cosa sarà il futuro. Il nostro obiettivo vero è quello di essere rilevanti, soprattutto per i più giovani, che si identificano nel nostro sistema valoriale, non solo legato al calcio, ma anche all’inclusione e all’innovazione- Il nostro sogno è che, negli anni, questo logo possa vivere attraverso una t-shirt o un altro elemento di vestiario, comprato nel mondo, senza sapere che è legato a una squadra di calcio, ma semplicemente perché piace. L’Inter è un’icona di calcio, che ha vinto tanto e speriamo di vincere ancora tanto, ma la nostra ambizione è essere percepiti come icona culturale e dell’intrattenimento, anche da chi nei 90 minuti non è un nostro fedelissimo”.
Il lancio di oggi, in realtà, è un teaser, perché il logo sarà utilizzato ufficialmente dalla prossima stagione 2021/22, dopo una fase di transizione in cui i due loghi, vecchio e nuovo, conviveranno.
“La nuova identità visiva sarà presentata nelle prossime partite contro il Sassuolo e il Cagliari – continua il manager – Abbiamo realizzato una landing page, sul nostro sito, con applicazioni, foto con giocatori del presente, legend e talenti del futuro, ma anche tifosi artisti, chef, moda, oltre a rappresentare spazi di Milano, che è l’elemento fondamentale”.
Il video spot e la raccolta fotografica I M – “IO SONO”
Una raccolta fotografica espressione dell’ I M FC Internazionale Milano, dell’espressione IO SONO, per descrivere l’essenza di ogni tifoso, senza nessuna distinzioni, italiani e stranieri, in un viaggio attraverso della città, simbolo di tradizione e innovazione, cultura e stile, energica e vitale, che ha dato vita al video Hero.
A fare da ambassador tifosi, personaggi dello sport, dello spettacolo della cultura fotografati da Alessandro Furchino Càpria: campioni del recente passato legati indissolubilmente alla storia del Club, come Javier Zanetti, Marco Materazzi, Christian Chivu, Maicon, Beppe Bergomi, Nicola Berti, Beppe Baresi e Riccardo Ferri- E ancora atleti di altri sport, tra cui il campione NBA Marco Belinelli, la ciclista Letizia Paternoster e il surfista Leonardo Fioravanti. Talenti della nuova scena musicale come Tedua, attrici di successo come Matilde Gioli, il pioniere della cucina Pop chef Davide Oldani. creativi come Moab Villain, Naomi Accardi e Allison Fullin, lo skater Guy Mariano e il film maker Federico Vitetta.
Un comunicazione identitaria che si allarga a nuove connotazioni, ad un uso metaforico dove il gioco del calcio diventa talento, voglia di affermarsi e di mettersi in discussione, anche nella sfida della quotidianità.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/03/Inter-Barbara.jpg10801920Barbara Landihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngBarbara Landi2021-03-30 18:36:072021-04-01 12:22:34Inter, il nuovo logo e l'appeal per le nuove generazioni
Quinto appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.
Abbiamo parlato di diversi argomenti in questi cicli di Webinar PRO, spaziando tra Trend, Podcast, Blockchain e AR\VR. Questa volta luci puntate sul vasto mondo degli eSport, i videogiochi competitivi professionistici, e lo facciamo con un grande esperto della materia, da oltre 15 anni lavora nel campo del gaming: Pier Luigi Parnofiello, CEO e Founder di PG eSports.
Non perderti i punti salienti dell’intervista:
Cosa sono gli eSports: min 06,30
Differenza tra sport e eSports: min 11,10
Le figure professionali del gaming: min 16,15
Differenza del mercato tra Europa e Italia: min 22,00
Crescita esponenziale nel 2020 a causa del COVID-19: min 32,30
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/03/ANTEPRIMA-min-1.png10801920Rossella Pisaturohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRossella Pisaturo2021-03-30 16:12:392021-07-08 16:18:00Capire gli eSports: mercato milionario e opportunità per i brand
Dicono che i soldi non fanno la felicità, ma purtroppo anche quelli servono soprattutto in periodi difficili come questi che stiamo vivendo.
Fateci caso, quante volte la parola “soldi” diventa la protagonista principale di tante conversazioni? Magari stiamo chiacchierando con familiari o amici dei nostri sogni e progetti, ci soffermiamo sul nostro lavoro o su quello che vorremmo fare e poi si finisce a discutere di soldi e della loro importanza. Tutto questo sembra svilire qualsiasi discorso.
I soldi non sono mica tutto, ma è importante parlarne, nel modo giusto e senza esserne ossessionati, anche con i propri figli.
Sembrerà una cosa azzardata, soprattutto affrontare l’argomento con i più piccoli, ma educare i propri bambini e ragazzi al valore dei soldi fin dalla più tenera età li aiuterà a essere futuri consumatori consapevoli. Ma vediamo come affrontare quest’ostico argomento nel migliore dei modi.
Il valore dei soldi: come spiegarlo ai più piccoli
Evitare certe conversazioni rimandandole a data da destinarsi non protegge di certo i più piccoli, anzi. Parlare apertamente di soldi, del loro valore e spiegando che non sono l’unica cosa che conta nella vita, è importante.
Ci sono persone che valutano gli altri in base al lavoro che svolgono e al volume del portafoglio perdendosi in congetture e pregiudizi, ecco perché una delle prime cose che dovremmo chiarire ai nostri figli è che il valore dei soldi non equivale al valore delle persone. Per alcuni potrebbe sembrare una cosa scontata, ma per altri non lo è per niente.
Come facciamo a spiegare nel modo corretto il valore dei soldi ai bambini e ai ragazzi? Ecco 5 consigli da tenere a mente per affrontare l’argomento in modo consapevole e sereno.
5 consigli per spiegare il valore dei soldi ai propri figli
Parlare apertamente di soldi, senza tabù, del loro valore e soprattutto spiegare ai propri figli che monete e banconote non sono frutti che crescono su un albero, ma che bisogna guadagnarli svolgendo un lavoro che poi sarà retribuito. Ma tutto questo non deve restare pura teoria, è importante che siano loro a sperimentare il tutto in prima persona, ma come?
Affidar ai propri figli delle piccole faccende in casa
Se vogliamo insegnare il valore dei soldi ai più piccoli, dobbiamo far capire loro come è possibile guadagnarli. Una buona idea potrebbe essere quella di affidar a ragazzi e ragazze dei lavori da svolgere in casa. Sistemare il letto la mattina prima d’iniziare la giornata, portare a spasso il cane, tener ordinata e pulita la propria camera, ma anche aiutare i genitori in semplici faccende, come cucinare o sistemare il garage.
Alla fine della settimana, o del mese, premiarli con una paghetta, insegnando in questo modo che per essere premiati devono dimostrare il loro impegno ogni giorno. Un’altra idea potrebbe essere quella di premiarli anche per i buoni vuoti a scuola.
Imparare a risparmiare sin da piccoli
Un altro aspetto da non sottovalutare è quello di spiegare ai propri figli la differenza tra desideri e necessità. Con la paghetta che riceveranno non dovranno soddisfare solo piccoli capricci, come è normale alla loro età, ma dovranno imparare a risparmiare, mettendo dei soldi da parte per raggiungere un gruzzoletto e poter spendere con parsimonia il resto.
Sarà molto utile per loro capire che con quei soldi potranno acquistare qualcosa di utile e piacevole, come libri e fumetti, ma se vorranno qualcosa di più costoso dovranno imparare ad aspettare mettendo da parte i propri risparmi. Dobbiamo insegnar ai nostri figli a ragionare per obiettivi e non lasciarli acquistare in modo impulsivo spinti anche dalle mode del momento.
Tener traccia delle loro spese
Concedere denaro ai propri figli però non significa che non possiamo controllarli, ovviamente senza star col fiato sul collo, ma guidandoli e consigliandoli nella scelta delle proprie spese.
Ci sono alcuni brand che hanno capito l’importanza di affrontare questo argomento e stanno cercando di supportare i genitori con la gestione dei conti dei propri figli attraverso servizi mirati e facili da usare. Tra questi c’è l’offerta di Enel X Pay, il conto online con carta Mastercard e IBAN italiano con cui effettuare pagamenti online e nei negozi fisici, scambiare denaro con gli amici e gestire in tempo reale le spese, tutto da un’unica App.
Le funzionalità incluse da questo servizio sono tante, tra cui l’Opzione Family, il piano pensato per le famiglie e i più giovani. Questa consiste nella possibilità per i genitori di aprire e attivare il primo conto ai figli, in età compresa dagli 11 ai 17 anni, con carta Mastercard e App dedicati a loro. Con l’Opzione Family la gestione economica della famiglia diventa semplice e senza intoppi. È possibile visualizzare il saldo e le spese dei figli, accreditare loro la paghetta digitale, inviargli denaro in qualsiasi momento ed educarli al valore delle cose.
Non un semplice conto, ma l’occasione di mostrare loro il reale valore dei soldi e come gestirli.
Alfabetizzazione finanziaria: parlare di soldi senza filtri
Abbiamo detto che è importante parlare di soldi con i nostri figli, ma soprattutto è necessario parlarne senza filtri. I ragazzi e le ragazze devono da subito capire come si affrontano le spese, dagli acquisti di prima necessità, al pagamento delle bollette. È fondamentale includerli in tutte le decisioni che riguardano il nucleo familiare, mostrando loro concretamente come ci si approccia ai soldi. Per esempio, vogliamo organizzare una vacanza estiva? Parliamone con i nostri figli, condividendo anche i costi che comportano il viaggio e il pernottamento.
Imparando a gestire queste situazioni fin da bambini, in futuro non avranno tante difficoltà ad approcciarsi ai soldi e alla gestione delle spese perché saranno stati istruiti precedentemente.
Dare il buon esempio
Ultimo punto ma certamente non per importanza, dobbiamo dare sempre il buon esempio. Non possiamo pretendere che i nostri figli siano assennati risparmiatori se noi siamo i primi spendaccioni. Tutte le regole e le informazioni che tanto ci prodighiamo a ripetere devono essere rispettate in primis da noi.
Se vogliamo che la società che verrà sia migliore di quella attuale, ogni cosa deve essere insegnata in tenera età, ma non come una semplice e passiva abitudine, ma in modo consapevole.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/03/Rox_30Marz.jpg10801920Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2021-03-30 12:21:122021-07-26 13:14:11Perché è importante insegnare ai propri figli il valore dei soldi
Continua la serie di articoli di LegalBlink sulle tematiche legali del mondo eCommerce. Questa volta parliamo delle differenze tra vendere a consumatori e a professionisti. È importante conoscere queste differenze?
Assolutamente sì. Infatti, come vedremo, questi modelli di vendita hanno differenze tali da poter influenzare il modello di business di un eCommerce.
Partiamo dalle definizioni
Come spesso accade in ambito legale, le definizioni sono molto importanti. Quindi, è essenziale capire chi possa essere definito “consumatore” e chi “professionista”.
Consumatore: la persona fisica che acquista sul sito per uno scopo diverso rispetto all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta.
Professionista: la persona fisica o giuridica che acquista sul sito nell’ambito della sua attività imprenditoriale o professionale svolta.
In base a questa differenziazione si possono identificare due macro-categorie di vendita online:
B2C: vendite effettuate da imprenditori (la tua azienda) a consumatori.
B2B: vendite effettuate tra professionisti.
Come essere certi di qualificare il cliente come “consumatore” oppure “professionista”?
Nella pratica può essere difficile sapere se il tuo cliente intende acquistare uno o più prodotti in qualità di consumatore oppure di professionista.
Ad esempio, l’avvocato che acquista un libro online, potrebbe farlo in qualità di consumatore (se acquista un libro per regalarlo a un amico) oppure di professionista (se acquista il libro per usarlo nell’ambito della sua attività lavorativa).
Uno degli indici più affidabili è l’inserimento o meno da parte del cliente della propria partita iva nel corso del procedimento di acquisto.
Questa informazione, infatti, suggerisce che il cliente voglia acquistare nell’ambito della propria attività professionale o imprenditoriale, con le conseguenze che verranno descritte in questo articolo.
In questa tipologia di vendita la normativa di riferimento è il Codice del Consumo (D. Lgs. 206/2005).
È una normativa che accorda diversi diritti al consumatore e quindi deve essere conosciuta molto bene dall’impresa. Il rischio è quello di subire sanzioni dall’Autorità competente (l’AGCM) o reclami da parte dei consumatori.
Diritto di recesso
Il diritto di recesso non è previsto per legge con riferimento a tutte le tipologie di vendite. Infatti, è previsto dalla legge solo con riferimento alla vendita a distanza intercorsa tra un professionista e un consumatore.
In forza del diritto di recesso:
Il consumatore dispone di un periodo di quattordici giorni (di calendario) per recedere dal contratto online;
il termine di 14 giorni decorre dal giorno della ricezione del bene se si tratta di contratti di vendita, dal giorno della firma del contratto (o più in generale della prestazione del consenso) se si tratta di contratti di servizi;
entro questo periodo di tempo il consumatore deve trasmettere la comunicazione di recesso al venditore;
nei successivi 14 giorni il consumatore deve inviare il prodotto al venditore.
Il consumatore che esercita il diritto di recesso deve essere rimborsato di tutte le spese sostenute per l’acquisto.
Ciò significa che le spese di spedizione addebitate al momento dell’acquisto non possono essere trattenute quando il consumatore esercita il diritto di recesso.
Il consumatore però è obbligato a pagare le spese di spedizione per la restituzione del bene al sito eCommerce.
Ciò non impedisce in ogni caso che l’eCommerce possa offrire il rimborso anche di queste spese.
Le eccezioni al diritto di recesso
Con riferimento alle casistiche più frequenti in ambito eCommerce, menzioniamo:
i contratti di servizi dopo la completa prestazione del servizio se l’esecuzione è iniziata con l’accordo espresso del consumatore e con l’accettazione della perdita del diritto di recesso a seguito della piena esecuzione del contratto da parte del professionista;
la fornitura di beni confezionati su misura o chiaramente personalizzati (es.: vestiti personalizzati con delle scritte particolari ed eseguite su richiesta del cliente);
la fornitura di beni che rischiano di deteriorarsi o scadere rapidamente (es.: prodotti alimentari freschi);
la fornitura di beni sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute e sono stati aperti dopo la consegna (es. make-up oppure mascherine).
La fatturazione
Gli obblighi di fatturazione elettronica con riferimento ai consumatori devono essere esaminati distinguendo tra eCommerce diretto ed indiretto:
eCommerce diretto: la transazione avviene sempre e solo online, dall’effettuazione dell’ordine fino alla consegna del bene (es: vendita online di software)
eCommerce indiretto: la transazione ha luogo online, ma la consegna del prodotto avviene fisicamente (es.: vendita online di beni materiali con consegna fisica al cliente).
Chiariti questi concetti è possibile analizzare gli obblighi di fatturazione previsti per le due tipologie di commercio elettronico.
Obblighi di fatturazione di un eCommerce diretto B2C
L’eCommerce diretto stabilito in Italia che vende a consumatori non è obbligato ad emettere fattura se il cliente è stabilito in Italia (salvo la possibilità che la fattura venga esplicitamente richiesta dal cliente entro e non oltre l’inoltro dell’ordine di acquisto) o in altro paese UE.
L’obbligo di emissione della fattura sorge solo se il consumatore è stabilito in un paese extra-UE.
Obblighi di fatturazione di un eCommerce indiretto B2C
In questa tipologia di business rileva la destinazione dei beni.
Le operazioni di commercio elettronico indiretto B2C non sono soggette all’obbligo di emissione della fattura se sussistono entrambe le condizioni:
il cliente è un privato consumatore;
i beni hanno come destinazione l’Italia.
Anche in questa ipotesi, il consumatore può richiedere l’emissione della fattura solo entro e non oltre il momento di effettuazione dell’ordine di acquisto.
Se invece i beni sono destinati a paesi UE o a paesi extra-UE l’eCommerce deve emettere fattura, anche se il cliente è un consumatore.
La vendita online tra professionisti è disciplinata essenzialmente dal codice civile (art. 1492 e seguenti del codice civile).
La principale differenza riguarda il diritto di recesso, posto che è previsto solo se è stato specificatamente riconosciuto dal venditore. Non v’è alcun obbligo quindi di riconoscere il diritto di recesso ai professionisti, sia per la vendita online che offline.
Con riferimento al tema della fatturazione, come già visto nella vendita B2C, è necessario distinguere tra eCommerce diretto ed eCommerce indiretto.
Obblighi di fatturazione di un eCommerce diretto B2B
L’eCommerce che vende ad un’altra società/ditta o professionista deve emettere fattura. Nei confronti di un committente nazionale la fattura deve essere emessa entro 12 giorni dalla data dell’effettuazione dell’operazione: vale a dire il momento del pagamento del corrispettivo.
L’obbligo di fatturazione di un eCommerce diretto stabilito in Italia sussiste sia nei confronti di società/ditte o professionisti italiani, sia qualora questa tipologia di clienti sia stabilito in un altro paese UE o sia stabilito in un paese extra-UE.
In generale, quindi, sussiste sempre l’obbligo di emettere fattura nelle operazioni di eCommerce diretto B2B, se l’eCommerce fornitore di servizi è stabilito in Italia.
Obblighi di fatturazione di un eCommerce indiretto B2B
Le operazioni di eCommerce indiretto B2B sono sempre assoggettate alla emissione della fattura.
È irrilevante il luogo di destinazione dei beni: l’eCommerce stabilito in Italia è obbligato ad emettere fattura se vende a un altro professionista che acquista beni oggetto dell’attività d’impresa (cliente B2B) a prescindere dalla destinazione italiana, Europea o extra-UE dei beni acquistati.
La fattura deve sempre essere emessa a nulla rilevando la destinazione dei beni venduti.
Garanzia legale e garanzia convenzionale
Un ambito legale dove rileva maggiormente la differenza tra la vendita B2B e quella B2C è riconducibile alla garanzia.
Garanzia legale nella vendita B2C
La garanzia legale prevista dagli artt. 128-135 del Codice del Consumo si applica solo ai clienti che effettuano acquisti in qualità di consumatore. È una tipologia di garanzia particolarmente che tutela in modo molto “forte” l’utente.
Essa trova quindi applicazione solo nell’eCommerce B2C. La garanzia legale prevede la responsabilità del venditore nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformità del prodotto che si manifesti entro due anni dalla consegna dello stesso.
Il bene si intende conforme al contratto se, in sostanza, è idoneo all’uso che viene generalmente fatto di beni dello stesso tipo.
La garanzia legale decade se il difetto di conformità non viene denunciato dal consumatore al venditore entro il termine di due mesi dalla data in cui il difetto è stato scoperto.
In caso di danni, di qualsivoglia natura, derivanti dall’uso del bene in modo improprio e/o non conforme alle istruzioni fornite dal produttore nonché in caso di danni derivanti da caso fortuito o forza maggiore non può ovviamente trovare applicazione la disciplina della garanzia legale: il consumatore non ha la facoltà di sciogliere il contratto secondo quanto previsto dal Codice del Consumo in tema di garanzia legale.
La risoluzione del contratto e la riduzione del prezzo possono essere richiesti dal consumatore se:
la riparazione e la sostituzione sono impossibili o eccessivamente onerose;
il venditore non ha provveduto alla riparazione o alla sostituzione del bene entro il termine congruo;
la sostituzione o la riparazione precedentemente effettuata ha arrecato notevoli inconvenienti al consumatore.
In caso di risoluzione del contratto il consumatore deve essere rimborsato di tutte le spese sostenute per l’acquisto (prezzo di acquisto, spese di spedizione ed ogni altro eventuale costo sostenuto). Il rimborso avviene tramite il metodo di pagamento scelto dal consumatore per effettuare l’acquisto.
Garanzia legale nella vendita B2B
Se il cliente è un professionista trova invece applicazione la disciplina di cui all’art. 1490 del codice civile:
Rispetto alla garanzia legale prevista dal Codice del Consumo, vi sono alcune differenze che possono limitare l’esercizio di questo diritto. In primo luogo, il cliente ha tempo solo 8 giorni per denunciare il difetto di conformità. Se non rispetta questo termine non può far valere la garanzia.
Inoltre, il termine per proporre azione legale si prescrive dopo 1 anno dalla consegna.
È quindi molto importante conoscere la differenza con la garanzia legale prevista dal Codice del Consumo al fine di evitare di riconoscere al professionista dei diritti che spettano invece solo al consumatore.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/03/b2c-b2b.jpg9191640Lorenzo Grassanohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLorenzo Grassano2021-03-30 10:13:202021-03-31 23:24:45Vendita B2B e B2C, le differenze che devi conoscere per il tuo eCommerce
Vuoi fare Carriera nel Digital Business?
+100.000 professionisti e 500 grandi aziende hanno incrementato i loro Affari grazie a Ninja.
Non aspettare, entra subito e gratis nella Ninja Tribe per avere Daily Brief, Free Masterclass e l’accesso alla community di professionisti.