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Il boom della Cannabis Industry nel 2021 (grazie anche alla pandemia)

L’industria della cannabis ha registrato una crescita significativa a causa della pandemia di Covid-19, a differenza di tantissimi altri settori merceologici. 

Il 2020 si è aggiudicato un anno da record per questo settore e secondo gli analisti, il mercato ha grandissime possibilità di continuare ad espandersi nei prossimi anni.

L’andamento del mercato della cannabis

Secondo un report di studi di Statista sono 8 fattori importanti che gli investitori di cannabis (principalmente negli Stati Uniti e nel Canada) devono sapere:

1. I titoli di cannabis sono in aumento

Anche se gli investitori di cannabis hanno sperimentato alcuni alti e bassi negli ultimi anni, il 2021 sembra più promettente.

2. COVID-19 e cannabis

La cannabis è diventata un’opzione allettante durante il lockdown e per le persone che trascorrono più tempo a casa, sia come mezzo di intrattenimento, sia per ridurre lo stress e l’ansia associati alla pandemia.

Di conseguenza, le vendite di cannabis sono arrivate a massimi storici: in Canada, le vendite mensili hanno raggiunto i 270 milioni di dollari nell’ottobre 2020 (rispetto ai 180 milioni di dollari dei sei mesi precedenti)

3. Il mercato nero della cannabis esisterà ancora?

Nei Paesi in cui la vendita di cannabis è illegale, il mercato illecito continua a essere l’unica opzione: questo conferma l’elevatissima richiesta del mercato. Parallelamente però, la crescente disponibilità di cannabis legale fa ipotizzare un cambio di rotta per i consumatori che la utilizzano a scopo terapeutico.

4. Il cambiamento politico guida la crescita del mercato

Quasi il 70% degli americani sostiene la piena legalizzazione della cannabis.

Gli Stati in cui la cannabis è legale stanno ora aprendo la strada alle vendite di cannabis, con la California che dovrebbe incassare oltre 6 miliardi di dollari entro il solo 2021. Se la legalizzazione si concretizzerà nei prossimi anni, il mercato della cannabis statunitense già in forte espansione potrebbe vedere un’ulteriore crescita. È di pochi giorni fa la notizia dell’introduzione di un disegno di legge teso a porre fine al divieto federale opposto al consumo della marijuana negli Stati Uniti.

5. Il mercato europeo della cannabis

Il mercato della cannabis europeo è stato nel radar degli investitori per diversi anni e con buone ragioni: è uno dei più grandi mercati di cannabis al mondo. Spinto principalmente dai medicinali, il mercato sarà valutato a oltre 39 miliardi di dollari entro il 2024, con paesi come la Germania, la più grande economia europea, in testa.

Alla fine del 2020, il mercato ha registrato la sua più grande svolta, con l’Unione Europea che ha stabilito che i prodotti contenenti CBD (uno degli ingredienti più attivi nella cannabis) non sono più elencati come narcotici.

6. Il mercato della cannabis in Messico

Il Messico è un altro mercato che sta suscitando l’interesse degli investitori e delle aziende produttrici di cannabis in tutto il mondo. Questo perché potrebbe presto essere il terzo paese al mondo a legalizzare la cannabis ricreativa per ordine del tribunale.

7. I prodotti CBD stanno entrando nel mainstream

oms e cbd

Sebbene il CBD un tempo fosse considerato un prodotto di nicchia, la crescente consapevolezza dei vantaggi e della sicurezza di questi prodotti sta portando le aziende che operano nel settore dei beni di consumo confezionati a prenderne atto.

Il composto di cannabis è una nuova aggiunta a una vasta gamma di prodotti cosmetici e di integratori che ora possono essere acquistati quasi ovunque, dai siti di e-commerce ai negozi di alimentari locali.

Di fatto moltissime persone utilizzano il CBD per limitare i disturbi di alcune patologie come tremori, rallentamento dello sviluppo del diabete o il suo effetto antidolorifico nell’infiammazione e nel dolore neuropatico.

8. La ricerca sui nuovi cannabinoidi

Oltre al CBD, gli scienziati hanno scoperto oltre 100 cannabinoidi rari o minori come CBG e CBN, che potrebbero avere benefici ancora più significativi rispetto alle loro controparti cannabinoidi principali.

Ad esempio, la ricerca preliminare mostra che il CBG potrebbe inibire la crescita del cancro, aiutare a curare il glaucoma, la disfunzione della vescica e uccidere i batteri resistenti ai farmaci.

Queste scoperte non stanno solo attirando un’enorme attenzione dall’industria della cannabis, ma anche dall’industria farmaceutica.

La situazione della cannabis in Italia

Gli imprenditori della cannabis legale in Italia sono stati trattati talvolta alla stregua di spacciatori per un’inesauribile aggiornamento di decreti poco chiari in merito, un’inseguimento rocambolesco sulla materia (che ha portato ad esempio lo scorso ottobre all’immediata chiusura di tantissimi negozi intimoriti e confusi), ma soprattutto di difficile comprensione che porta una buona fetta di consumatori ad essere timorosi. 

Eppure, le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 2017 hanno rimosso il Cbd dalle sostanze con azione stupefacente e psicotropa. 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) chiedeva già nel 2019 la rimozione della pianta intera di marijuana e della resina di cannabis dall’elenco IV, la categoria più restrittiva di una convenzione sulla droga del 1961 firmata da paesi di tutto il mondo. 

Ma qual è la verità in Italia? 

La verità è che la legalizzazione della cannabis in Italia pare sia lontanissima dal trasformarsi in realtà e questo continua a lasciare grande spazio allo spaccio di sostanze senza controllo di alcun tipo di laboratorio, anche a minorenni. Lo spaccio pare sia un mondo parallelo in cui nessun politico voglia davvero metterci piede per eliminarlo. 

LEGGI ANCHE: Abbiamo visitato 4.20 Hemp Fest, la chiacchierata fiera dedicata alla cannabis legale a Milano

 

legalizzazione cannabis italia

Intanto, il progetto Meglio Legale che coinvolge parlamentari, medici, imprenditori, avvocati, giornalisti e semplici cittadini lotta per aprire un dibattito serio e responsabile sul tema. 

Forse presto avremo delle novità: alcuni giorni fa è stata depositata alla Camera una legge  che consentirebbe la coltivazione di cannabis in casa per uso personale:  Sono consentite a persone maggiorenni la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto“.

Mentre intanto continua la lotta all’informazione circa l’uso del CBD , che, ancora una volta da un rapporto dell’Oms, emerge come il CBD non sia pericoloso ma possieda invece un grandissimo potenziale da un punto di vista medico.

Il mercato della cannabis è in fortissima espansione ma saremo in grado di farne parte fornendo la giusta informazione e definendo una chiara linea politica?

best ad copertina

I migliori annunci stampa della prima metà del 2021

Selezionare cinque tra le migliori creatività della prima parte di questo anno così strano è un’impresa non da poco: tantissimi brand, grandi e piccoli, hanno investito in annunci stampa nel corso di questo periodo segnato dalle ondate pandemiche di Coronavirus, mentre i budget di tanti settori subivano variazioni importanti a causa di restrizioni e lockdown generalizzati.

Ci sono però temi che ricorrono continuamente nelle pubblicità dei brand: dal rispetto per una natura in pericolo all’attenzione necessaria alla guida, fino alla cura dei più deboli.

Ecco una selezione non esaustiva delle più belle campagne su carta stampata pubblicate in questo primo semestre del 2021.

E se non ti basta: qui puoi recuperarle tutte:

Renault, Croma e SEAI, i migliori annunci stampa di gennaio

BMW, The Guardian e Nissan: i migliori annunci stampa di febbraio

Playstation, NHS e PETA: i migliori annunci stampa di marzo

Greenpeace, Colgate e McDonald’s: i migliori annunci stampa di aprile

Greenpeace, KLO e Burger King: i migliori annunci stampa di maggio

KFC, De Standaard e Lion Heart: i migliori annunci stampa di giugno

Gennaio

Eureka! – Travel while reading

Si dice che il modo migliore di viaggiare sia con la fantasia. In effetti, in questo particolare momento storico condizionato dall’emergenza sanitaria, è probabilmente l’unico modo per farlo. D’altra parte, è anche il più economico: mete lontane, esotiche e suggestive diventano facilmente raggiungibili, grazie ai libri.

Advertising Agency: NEW!, Lithuania
Creative Director: Aistė Jūrė
Copywriter: Aistė Jūrė
Copywriter: Vytautė Petkevičiūtė
Illustrator: Justine Shirin
Designer: Ieva Paliukaitytė
Project Manager: Kęstutis Kuskys

Febbraio

The Guardian – FakeHits

L’aumento persistente delle Fake News nel paese sta diventando incontrollabile a causa delle piattaforme su cui prospera di più, i social media, che potrebbero essere fuorvianti e manipolatori.
Per frenare questa minaccia, l’agenzia ha creato per The Guardian una serie di annunci stampa per descrivere in modo pratico quanto possa essere dannosa la diffusione di notizie false o manipolatorie.

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Advertising Agency: Adeptus Advertising, Lagos, Nigeria
Creative Director: Bamidele Ariyo
Art Director: Richard Mgbeokwii, Bamidele Ariyo
Copy Writer: Olushola Oladimeji, Naomi Oni, Tolulope Alawode, Babatunde Alaran

Marzo

Federation of Quebec Alzheimer Societies – Loved ones forget themselves too

L’Alzheimer è una malattia sempre più frequente tra la popolazione anziana e, purtroppo, si stima che le persone affette da questo disordine cognitivo aumenteranno del 70% entro il 2031.

La campagna mette in evidenza quanto i caregiver, spesso parenti e famigliari degli ammalati, siano sovraccaricati dal compito di assistenza.

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Advertising Agency: Cossette, Montréal, Canada
Photographer: Christian Tremblay

Aprile

Colgate – Smiles Always Find a Way

A causa della pandemia di COVID19, le mascherine sono diventate parte della nostra vita quotidiana. All’improvviso, ci siamo abituati a vivere con i nostri sorrisi nascosti daun pezzo di stoffa. Non c’è, però, bisogno di vedere un sorriso per sentirlo. Un sorriso è più di un’espressione facciale, è un modo di alzarsi e di affrontare le avversità della vita.

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Advertising Agency: VMLY&R / Red Fuse, Paris, France
Managing Director: Peter Harrison
Global Chief Creative Officer: Fred Saldanha
Chief Creative Officer: Dimitri Guerassimov
Creative Director: Vitor Menezes
Creative Director: Ricardo Dolla
Art Director: Vitor Menezes
Art Director: Melanie Forster
Copywriter: David Dominguez
Business Director: Bruno Toporovschi
Account Director: Sindy Ng
Head Of Strategy: Elizabeth Foord
Producer: Barbara Safarova
Photographer: Mathieu Membré
Retoucher: Julien Paris

Maggio

KLO – Pump up the horses

Visual molto accattivante per la campagna di KLO, gestore di oltre 60 stazioni di servizio per il rifornimento in Ucraina. La campagna strizza l’occhio agli amanti della forma fisica: come noi amiamo un corpo atletico e muscoloso, così possiamo “pompare i cavalli” del nostro veicolo con il carburante adeguato.

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Advertising Agency: Michurin creative agency, Kyiv, Ukraine
Creative Production Agency: Looma

Giugno

Lovespace – It’s okay

campagna lovespace ukraine

campagna lovespace ukraine

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campagna lovespace ukraine

campagna lovespace ukraine

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“It’s okay” è la nuova campagna sulla consapevolezza sessuale di Lovespace, che illustra in modo abbastanza esplicito il tema delle fantasie sessuali. Queste sono spesso percepite come qualcosa di volgare e sporco, qualcosa di cui vergognarsi.

Patsany ha selezionato una rosa delle migliori foto e ha sviluppato un messaggio chiave per ognuna. “Desiderare è ok” “Condividere ciò che si vuole è ok” “Sperimentare insieme è ok” “Provare insieme è ok”.

Advertising Agency: Patsany Agency, Kyiv, Ukraine
Creative Director: Dmytro Iatsyna

fidal geopard

Correre insieme per evitare la solitudine: è il progetto GEOpard di FIDAL

Integrare i giovani con i loro coetanei di tutta Europa sotto l’ombrello della corsa.

È l’ambizioso obiettivo di GEOpard, la piattaforma della FIDAL per prevenire fenomeni di radicalizzazione, attraverso la corsa e la condivisione degli allenamenti.

Registrandosi sul sito, è possibile entrare in contatto con altri appassionati del mondo del running, disciplina che è sempre stata considerata uno sport “solitario” e che così si trasforma invece in uno strumento di socializzazione.

Si può infatti condividere i propri risultati con la community, ma anche foto, video e idee. Oppure diventare allenatori, per seguire e motivare i runner durante gli allenamenti. Ma anche “uscire” dal mondo virtuale e organizzare incontri dal vivo fra gli iscritti.

Luca Verrascina, Project Leader del progetto, ha risposto a qualche domanda per noi di Ninja Marketing.

geopard - Luca Verrascina

Lo sport è sempre stato un grande strumento di socializzazione. Cosa significa portare questo aspetto dello sport nel mondo digitale?

Dall’inizio dell’età moderna lo sport, insieme alla scuola, è stato una delle più grandi forme di socializzazione.

È stato il mezzo attraverso il quale i ragazzi di moltissime generazioni si sono uniti, credendo negli stessi valori e nelle stesse regole; oppure uniti semplicemente dalla passione per uno sport e dal tifo. Lo sport è sicuramente una delle più grandi forme di socializzazione.

È anche vero che negli ultimi anni, con lo svilupparsi dei social media, abbiamo scoperto nuove forme di socializzazione che hanno modalità diverse e che bisogna cercare di intercettare per evitare le radicalizzazioni. Sono quelle che vengono chiamate “le nuove solitudini” che possono nascere dal web, quando ci si chiude in una stanza con i propri pensieri fidandosi di tutto quello che ci arriva dallo schermo e può condizionare le nostre scelte culturali, religiose e politiche.

geopard homepage

Per evitare questo, attraverso il progetto GEOpard abbiamo deciso di mutuare lo sport all’interno dei social, cercando di creare una community in cui ci si riconosce e che è un’occasione per stare insieme: accendere uno schermo e trovare un amico dall’altra parte, trovare qualcuno che condivida i nostri stessi valori e abbia voglia di fare sport.

Nel nostro caso, che abbia voglia di correre, di uscire fuori e passare del tempo insieme, anche se solo virtualmente.

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Quali valori e quali modelli i social dovrebbero mutuare dallo sport?

Ci sono tanti valori che lo sport può trasferire nei social media, ma credo che quello più importante di tutti sia il rispetto.

Il rispetto dell’avversario, certo, ma anche il rispetto di un risultato sportivo.

Tantissime volte sui social assistiamo a delle vere e proprie battaglie e prese di posizione. Immediatamente, tutta una serie di persone, haters o semplicemente individui che non condividono un determinato punto di vista assalgono chi ne esprime uno.

C’è questa diffusissima tendenza a “demonizzare” l’altro solo perché non la pensa allo stesso modo. Ecco, nello sport questo non esiste, non esistono colori e razze: nello sport, semplicemente, il più forte vince.

Ci si ritrova insieme per gareggiare lealmente. Poi è chiaro che ci sarà un vincitore e qualcuno che sarà meno contento, ma se cerco di individuare qualcosa che lo sport può insegnare ai frequentatori dei social network è proprio il rispetto, un valore che un po’ stiamo perdendo.

Qual è l’obiettivo di GEOpard?

GEOpard si pone diversi obiettivi, alcuni ambiziosi e sfidanti. Quello che vogliamo fare è combattere le radicalizzazioni e le nuove solitudini, che molto spesso riguardano i ragazzi tra i 18 e i 35 anni.

geopard

Sono solitudini digitali, che nascono e crescono soprattutto attraverso il web. Noi siamo la Federazione Italiana di Atletica Leggera e siamo ambassador dello sport più antico del mondo, la corsa. E attraverso la corsa vogliamo dare il nostro contributo a questa battaglia, unificando i ragazzi con semplici messaggi da condividere su una piattaforma, piccole sfide, ricorrenze e situazioni che ci possono legare.

GEOpard è proprio questo: vuole legare, unire ed eliminare la necessità di considerare qualcuno diverso da noi.

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Come funziona la piattaforma?

GEOpard è la nostra casa: è la nostra piattaforma, dove si trovano notizie, riflessioni ma, soprattutto, occasioni di socialità. Iscriversi è molto semplice e si ha subito la possibilità di incontrare altri appassionati.

L’incontro è virtuale, ma sarà come farlo dal vivo: si tratta di un compagno con cui condividere occasioni di divertimento, di corsa, di allenamento o, semplicemente, per festeggiare insieme. Vuole essere la casa di tutti.

Naturalmente, non è richiesto “nessun abito”:  non c’è distinzione di sesso, religione o idee politiche, basta semplicemente bussare! Unico requisito è che si abbia voglia di correre insieme.

Ci sono già dei dati? Quali sono i numeri del progetto finora?

GEOpard è un progetto europeo. Essendo un progetto transnazionale, quindi può contare su diverse presenze straniere, oltre ovviamente a una fortissima realtà italiana. Vi sono già alcune migliaia di iscritti al portale e contiamo di incrementare continuamente questo numero.

Ovviamente, la maggior parte degli iscritti arrivano da quelli che sono i Paesi partner come il Portogallo, la Croazia, la Slovenia o la Bulgaria, ma GEOpard è aperto a tutti e, passo dopo passo, vuole arrivare in tutta Europa. E contiamo di riuscirci!

Kikkoman, McDonald’s e OBLI: i migliori annunci stampa di luglio

La creatività non va mai in vacanza, anzi: con il rallentamento delle restrizioni e il lento e progressivo ritorno alle attività quotidiane, l’advertising Out of Home sta vivendo un nuovo momento magico.

Grazie a questa situazione, anche le creatività ricominciano a essere audaci, colorando gli spazi comuni con messaggi e proposte.

Gustiamo insieme la selezione dei migliori annunci stampa di luglio, selezionati tra le campagne delle agenzie di tutto il mondo.

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Kikkoman – Kikkoman Gold Medal

Per celebrare i giochi olimpici di Toyko, l’agenzia di Zurigo Freundliche Grüsse ha ora creato un Out of Home molto speciale per la tradizionale marca giapponese: un semplice nastro di tessuto trasforma il logo Kikkoman in una medaglia d’oro. Tanto semplice che non ha bisogno di parole.

Kikkoman

Advertising Agency: Freundliche Grüsse, Zürich, Switzerland
Creative Director: Pascal Deville
Creative Director: Samuel Textor
Art Director / Concept: Norihito Iida
Copywriter / Concept: Christian Stüdi

Senda Verde – Versus

Il calcio continua ad essere lo sport più popolare del mondo e la Bolivia non fa eccezione.

Nonostante la squadra nazionale, soprannominata la squadra “verde”, non ottenga buoni risultati, può contare sul favoloso entusiasmo dei suoi tifosi.

Senda Verde è una ONG rifugio per animali di 18 anni in Bolivia, che cura e riabilita gli animali in pericolo.

In occasione della Copa América Brasil 2021, Senda Verde mette alla prova i fan del “verde”, chiedendo loro quale “verde” avrebbero sostenuto.

Una campagna di stampa e social media che cerca di rendere la popolazione consapevole dei danni che stiamo facendo alla natura e agli animali che la abitano, che senza dubbio hanno bisogno di veri tifosi.

senda verde

senda verde

senda verde

Advertising Agency: Humano, Santa Cruz de la Sierra , Bolivia
Chief Creative Officer & Partner: Ferju Cuevas
Creative Director & Partner: Rodsel Ticona
Art Director: Jorge Cobo
Designer: Ravier Endara
Copywriter: Ferju Cuevas
Digital Studio: Gonzalo.Studio

OBLI – Prison

Quando si affitta una proprietà immobiliare, il padrone di casa ha il diritto di chiedere una garanzia, per essere protetto da ritardi nei pagamenti, possibili danni alla proprietà e qualsiasi altro debito.

In Israele, gli inquilini sono tenuti a presentare una “garanzia bancaria” e per farlo, devono depositare (cioè “imprigionare”) 3 mesi di affitto in contanti, in una banca.

Oggi, grazie a OBLI, una nuova società fintech, gli inquilini possono fornire una garanzia sicura senza dover separare i loro soldi.

OBLI - Prison

OBLI - Prison

OBLI - Prison

OBLI - Prison

Advertising Agency: Boom!, zichron yaakov, Israel
Art Director, Creative Director: Eyal Segal
Copywriter, Creative Director: Michal Almog
Co Founder And Director: Hagit Kamin
Photoshop And Digital Illustrator: Alex Melik-Adamov
Marketing And Sales Director: Tomer Miedzigorski

McDonald’s – World Emoji Day

Cosa c’è di più iconico di un cheesburger? Il classico panino all’americana con hamburger e fetta di formaggio, simbolo di una delle più grandi catene di fast food del mondo si trasforma in un’icona in questa campagna di McDonald’s.

Esattamente come per le emoji, basta un attimo per comprenderne il significato.

McDonald's World Emoji Day McDonald's World Emoji Day McDonald's World Emoji Day

Advertising Agency: ONIRIA/TBWA, Paraguay

Accidents Awareness – Bag, Mug

Piccole distrazioni, quelle che ci capitano mentre guidiamo. Ma anche sorseggiare da una tazza di caffè o cercare qualcosa con lo sguardo e frettolosamente, da una borsetta, può comportare gravi conseguenze.

Attenzione alla guida, sempre!

Accidents Awareness

Accidents Awareness

Advertising Agency: Nabaroski Ad Store
Creative Director / Art Direction: Mohamed Nabarawy
Copywriting: Ziad Waleed
Business Developer: Mohamed Zayed
Graphic Designer: Hassan Saied

La sostenibilità come leva strategica per le imprese

Dodicesimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è la Sostenibilità: ne abbiamo parlato con Enea RovedaCEO di LifeGate. Una community che oggi conta oltre 5 milioni di persone, che ha reso possibile l’acquisizione di linguaggi, metodi e strumenti ideati per un target sensibile ai temi dello sviluppo sostenibile.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Sostenibilità, tema sempre più cruciale: min 14,40
  • La diffusione Digital: min 19,00
  • Com’è cambiato il coinvolgimento degli italiani: min 24,00
  • L’adattamento dei processi aziendali alla sostenibilità: min 30,00
  • La crisi sanitaria e gli effetti sulla sensibilità allo sviluppo sostenibile: min 37,20

presenza social della tua azienda

Come la tua impresa dovrebbe agire sui Social Media (anche se non è una Big)

50 anni fa i dipartimenti Risorse Umane spuntavano come funghi nell’organigramma delle grandi aziende.

Oggi la stessa dinamica accade per i dipartimenti di Digital Marketing e Social Media. Difficile non averne uno all’interno della struttura aziendale.

Ormai, anche i grandissimi brand si  sono convertiti al dio Social. Se anche un gigante del tech come Apple presidia quotidianamente le principali piattaforme, c’è un motivo: le persone danno per scontato che le grandi aziende siano intercettabili sui social media.

E, più è grande l’azienda, maggiori sono le aspettative delle persone sui tempi di reattività alle loro domande. O sulla capacità di offrire argomenti di intrattenimento creativi, contenuti interessanti che diffondono i valori del brand. O ancora, porre rimedio a eventuali casi di emergenza e scivoloni sul web.

Nella maggior parte dei casi, queste aspettative non sono disattese. Nella maggior parte dei casi, appunto. C’è ancora qualcuno che pensa di poter fare a meno di questo canale di comunicazione, di cui invece ha bisogno ogni azienda, indipendentemente dalla sua dimensione.

Proviamo a identificare i motivi che spingono una grande azienda ad investire nei social media per come soddisfare (o in alcuni casi superare) le aspettative dei clienti, in modo da applicare le conclusioni anche alle nostre realtà più circoscritte.

Il dipartimento di Social Media Marketing potrebbe essere un’impresa a sé stante

Una grande multinazionale si trova spesso a gestire diversi canali social in diverse aree del mondo e lingue.

In base al mercato, le aziende possono anche gestire account separati per supporto al cliente, marketing, verticali di business, divisioni interne e persino nuove opportunità di carriera.

Social Media grandi aziende Ninja Marketing

Basta digitare la parola “Disney” nella barra di ricerca di YouTube e vedere quanti risultati vengono visualizzati.

Le attività di social media marketing coinvolgono team di grandi dimensioni, una o più agenzie di comunicazione, un supporto legale e strumenti di gestione su scala aziendale.

Per mantenere la coerenza di Tono di Voce e Brand Identity su ogni piattaforma social, le aziende si affidano a linee guida, manuali operativi e documenti di social media policy interna ed esterna.

Gli obiettivi principali delle grandi aziende sui social

1. Aumentare la consapevolezza del Brand

Anche se molte grandi aziende B2C possono già beneficiare di una solida brand awareness, i social media hanno la capacità di aumentare la percezione del marchio con determinati messaggi o specifiche campagne di marketing studiate per lanci di prodotto, eventi particolari e altre iniziative commerciali.

Anche per le aziende B2B, i social media si rivelano un mezzo per aumentare la visibilità del marchio e pubblicizzare soluzioni commerciali verso potenziali partner e clienti.

2. Entrare in connessione con un pubblico specifico

Tutto parte da un unico assioma: piattaforme social diverse sono popolate da pubblici con dati demografici diversi.

Ad esempio, per raggiungere i consumatori cinesi benestanti, i brand del luxury fashion sono stati tra i primi ad aprire account aziendali WeChat.

Viceversa, per raggiungere il pubblico più giovane, diversi grandi marchi come ChipotleBetty CrockerFruit Gushers, sono passati su TikTok.

@chipotleComing soon to a Chipotle near you… ##chipotle ##gold ##burrito ##foodtiktok ##trending ##fyp♬ original sound – Chipotle

La segmentazione avviene anche all’interno delle piattaforme stesse: tante aziende gestiscono account separati per aree geografiche e destinatari differenti.

Netflix, ad esempio, ha impostato un re-indirizzamento automatico in base alla posizione geografica dell’utente. Il targeting degli annunci sponsorizzati è un’altra tattica ben nota che i principali marchi utilizzano per raggiungere il pubblico correto.

3. Misurare il sentiment del cliente

La percezione del cliente può spostare l’equilibrio su tutto il processo di sviluppo del prodotto, la messaggistica e persino i valori aziendali.

Il feedback diretto dei consumatori attraverso sondaggi e questionari è un modo intelligente per trovare spunti di riflessione o suggerimenti creativi.

Il monitoraggio dei fan sui social media offre alle aziende un modo per interpretare i segnali, individuare le tendenze del momento, capire meglio ciò che interessa alle persone. Basta chiedere alla propria community online e i veri fan del brand si scatenano nel fornire il proprio supporto.

Come è successo nel 2014, IKEA ha collaborato con Brandwatch per aprire un Listening Hub. Da allora, il Listening and Learning è diventato il primo stadio della catena del valore del brand svedese.

Il social listening permette ai brand di essere presenti quando conta. Non sempre gli utenti sui social si ricordano di taggare le pagine o i profili ufficiali delle aziende quando parlano di loro. Ecco perché è molto importante una costante attività di monitoraggio che tenga traccia anche delle parole chiave oltre che le menzioni.

4. Fornire assistenza ai clienti

Tutti noi oggi interpelliamo i canali social quando abbiamo bisogno di supporto per un prodotto o un servizio. Secondo uno studio della Harvard Business Review, semplicemente rispondere alle persone sui social media innesca un effetto positivo verso il brand e l’azienda.

HBR

Secondo la ricerca, i clienti che hanno ricevuto un qualsiasi tipo di risposta da un referente o un social media manager dell’azienda, si sono rivelati maggiormente predisposti a spendere di più con quell’azienda.

5. Aumentare il traffico e le vendite

Dal social selling al social commerce. I social network sono una delle principali fonti di traffico e di vendita per le grandi aziende. E lo saranno sempre di più.

Le piattaforme social continuano ad implementare nuove funzionalità per rendere lo shopping ancora più facile. Dalle pagine vetrina, le dirette live dedicate alla vendita, il tag dei contenuti sullo shop e i sistemi di pagamento rapido in piattaforma.

Lo shopping in live-stream ha generato 449,5 milioni di dollari di vendite in un solo giorno in Cina il 1° luglio 2020.

Il social network è oggi un canale di marketing in cui poter praticare il principio di esclusività. Le grandi aziende premiano i clienti con anticipazioni, offerte riservate o a tempo, codici promozionali e accesso in premier.

6. Reclutare i giovani professionisti

Il social recruiting è una pratica ormai all’ordine del giorno. Soprattutto quando creatività e simpatia sono tra gli aspetti distintivi dell’azienda.

Le offerte di lavoro su LinkedIn sono senz’altro più sobrie, ma chi l’ha detto che il candidato perfetto per una nuova posizione vacante non si trovi proprio grazie ad un annuncio di lavoro pubblicato dai profili social ufficiali dell’azienda?

Social Media grandi aziende social recruiting

Per i giovani professionisti, l’immagine aziendale è più importante che mai.

E sappiamo quanto sia complesso e difficile soprattutto per le grandi aziende, mantenere un’immagine positiva di sé.

Secondo un recente sondaggio di McKinsey, gran parte dei Z Gen crede che le grandi aziende siano meno etiche delle piccole imprese.

Today's young people differ from yesterday

Un sondaggio del 2020 di Glassdoor rileva che 3 candidati su 4 in cerca di lavoro, si rivolgono ad aziende con una forza lavoro diversificata. Che prendono posizione sul Black Lives Matter, sulla diversità di genere, sull’attualità culturale e le problematiche legate al posto di lavoro. Sono topic estremamente attuali sui social media.

diversity in workplace

7. Costruire una Brand Community

Le Brand Community esistono da molto prima della nascita dei social network. Semplicemente oggi i gruppi Facebook, gli account privati e gli hashtag legati al brand sono un mezzo per comunicare ad appassionati e fan del marchio, con i club e i gruppi che fanno del brand uno stile di vita. Anche negli spazi online.

Uno studio del Journal of Business Research del ScienceDirect, afferma che la partecipazione alle community aumenta la brand loyalty verso l’azienda. Sappiamo bene quanto sia difficile costruire un rapporto di fiducia con i consumatori.

Tutti adorano scambiare quattro chiacchiere con il barista o con il parrucchiere. È il modo più semplice per restare in contatto con la realtà di tutti i giorni. I grandi brand possono raggiungere livelli di fiducia simili proprio grazie ai social media.

Ad esempio, sarebbe sufficiente rileggere la cronologia dei messaggi della chat prima di rispondere a un cliente, per comprendere la sua situazione e contestualizzarla. Sapere che è la quarta volta che qualcuno ha un problema con un servizio, o è membro di un programma fedeltà, consente di instaurare una comunicazione con prospettive migliori.

8. Rendere il tuo brand più umano

Non c’è niente da fare. Ci riesce molto più facile entrare in contatto con il nostro vicino di casa, piuttosto che con una società senza volto. Le persone vogliono avere a che fare con i volti che lavorano dietro al brand. Che si tratti di marketing, recruiting o supporto.

Ad esempio, uno studio della Harvard Business Review ha scoperto che anche qualcosa di futile come la firma di un messaggio o di una e-mail, con il nome del referente o dell’operatore che ha svolto il servizio, migliora la percezione del cliente verso l’azienda.

9. Guidare le scelte attraverso i valori

Dai barattoli per le donazioni, ai menu sostenibili, i segnali di etica delle piccole imprese sono spesso posti in bella evidenza. Da questo punto di vista, le imprese multinazionali devono lavorare un po’ di più per diffondere i valori aziendali.

Una recente ricerca dell’Università di Toronto rivela che le persone esprimono giudizi su un’azienda già solo in base alle sue dimensioni. Ugualmente, i consumatori puntano sempre più ad allineare le proprie decisioni di acquisto ai valori dichiarati ed espressi dal brand. Perciò è essenziale che le posizioni delle grandi aziende siano chiare, oneste ed espresse. Come si legge all’interno del rapporto:

La storia che racconta il marchio deve essere fedele alla tua attività e tener conto delle aspettative dei tuoi clienti

Ed è quello che fa Patagonia nelle sui suoi canali social, come in questo video YouTube.

10. Restituire alla comunità

Le persone acquistano a chilometro zero per supportare la comunità locale. Le multinazionali, viceversa, devono confrontarsi quotidianamente con lo spettro della fama di sfruttatrici.

Quasi la metà delle aziende globali valutate nel Corporate Human Rights Benchmark 2020 non supera gli standard dei diritti umani delle Nazioni Unite.

I social media sono un luogo in cui le aziende che restituiscono alle comunità in cui operano, hanno l’opportunità di distinguersi da quelle che non fanno altrettanto. I brand internazionali dovrebbero condividere sui social media le attività messe in pratica per reinvestire nella comunità di riferimento dei consumatori o in quelle in cui operano.

Aperte le iscrizioni per la IV edizione del master in Strategy Innovation di Ca’ Foscari

Essere innovatori strategici è la combinazione di un atteggiamento mentale e di un approccio strategico che porta, innanzitutto, a individuare le opportunità di business offerte da nuove tecnologie e da nuovi bisogni e, successivamente, a trasformare tali opportunità in progetti imprenditoriali concreti, dando loro significati spesso radicalmente nuovi.

“L’obiettivo del Master  – spiega il Direttore scientifico, prof. Carlo Bagnoli, ordinario di Innovazione Strategica presso il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari – è trasmettere un cambio di prospettiva dal punto di vista dell’innovazione strategica, per formare manager preparati alle sfide legate alla ridefinizione dei modelli di business e al management dell’innovazione aziendale”.

Il Master Executive di II livello in Strategy Innovation – SIM, è stato supportato da partner storici quali tra gli altri De’ Longhi, Crédit Agricole, Stiga, MAW, SuperJet International, Arper, Everel, Wartsila e ha visto la partecipazioni di esperti come Francesco Morace, Alessandro Garofalo, Ernesto Ciorra. Intende esplorare in modo sistematico l’intero processo di innovazione strategica a partire dalla generazione di un’idea nuova, fino alla creazione di nuove imprese (startup) o alla radicale ridefinizione del modello di business di imprese esistenti (re-startup).

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Attraverso 300 ore di lezione e una faculty mista di docenti e manager, i partecipanti avranno modo di esplorare i diversi approcci all’Innovazione Strategica, come:

Strategy innovation competencies: questa sezione è funzionale a superare il paradosso competitivo tra aumentare il valore offerto al cliente e abbassare il costo di produzione, attraverso una nuova proposta di valore, all’interno di un nuovo spazio di mercato;
Strategy innovation sources: questa sezione è funzionale allo sviluppo sistemico e coordinato di Market-Pull, Technology-Push e Design-Driven Innovation al fine di alimentare la capacità  innovativa delle imprese, unico modo per combattere la naturale tendenza di quest’ultime a focalizzarsi su una specifica fonte di innovazione
Strategy innovation tools: questa sezione è funzionale a rendere operativo il processo di innovazione attraverso l’impiego di specifici strumenti e metodologie, riguardanti le attività di “anticipazione” del futuro, le tecniche di creatività, le potenzialità trasformative della digitalizzazione, il ruolo centrale della comunicazione, lo sviluppo di competenze finanziarie e organizzative per la creazione di uno Strategy Innovation Lab.
Strategy innovation project work: questa sezione è funzionale a testare sul campo le competenze apprese nel Master.

La IV edizione di SIM – Master di II Livello Executive inizierà a novembre 2021.
Le iscrizioni sono aperte e chiuderanno il 20 settembre.
Qui tutte le informazioni e dettagli per l’iscrizione

“Più raccogli, più semini” la campagna di payback con Treedom che trasforma i punti in alberi

PAYBACK, Piattaforma di Marketing Multipartner che oggi vanta un ecosistema di circa 300 Partner tra Retailer ed eCommerce, lancia la campagna “Più Raccogli, più Semini”, realizzata in collaborazione con Treedom, che trasforma i punti promozionali che i clienti accumuleranno con le proprie spese presso i Partner aderenti all’iniziativa, in alberi che popoleranno la foresta PAYBACK.

La collaborazione con Treedom prevede, per la campagna attiva dal 5 luglio all’8 agosto 2021, un coinvolgimento diretto dei clienti che possono partecipare all’iniziativa semplicemente usando i coupon dei Partner aderenti che possono essere attivati con un clic sul sito o sull’App PAYBACK. Diversi i Partner aderenti all’iniziativa: come American Express, Bricofer & Self, Carrefour, Esso, Maxi Zoo e tantissimi Partner Online.

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Gli acquisti effettuati dai clienti presso questi Partner consentiranno di accumulare i punti promozionali che contribuiranno alla creazione della foresta PAYBACK. L’obiettivo di PAYBACK è di raggiungere la soglia dei 45 milioni di punti che corrispondono alla piantumazione di 3.000 alberi, un traguardo che potrà essere raggiunto grazie al contributo di tutti coloro che aderiranno all’iniziativa e che concorreranno in una maratona collettiva per uno scopo comune che sarà possibile monitorare sul sito PAYBACK grazie ad un contatore attivo per tutto il periodo della campagna.

Oltre alla piantumazione degli alberi – che sono preziosi alleati perché producono ossigeno, assorbendo la CO₂ dall’atmosfera – il progetto ideato da PAYBACK con Treedom porterà anche benefici sociali ed economici alle comunità coinvolte. 

Più Raccogli, più Semini

L’impatto positivo degli alberi non si esaurisce con la piantumazione, ma dura negli anni, a beneficio delle popolazioni che se ne prendono cura, e dell’intero pianeta. La storia di questi progetti sarà raccontata sul sito di Treedom, dove ogni albero piantato avrà una sua pagina dedicata con una foto, le coordinate GPS e la stima del suo contributo ambientale

La campagna si inserisce in un percorso più ampio che PAYBACK ha intrapreso nell’ambito della sostenibilità. Tra le iniziative più recenti, avviate quest’anno, troviamo la digitalizzazione del catalogo premi PAYBACK che introduce anche una selezione di scelte sostenibili. Nella stessa ottica si muove la spinta all’utilizzo dell’App come canale di accesso a tutte le promozioni e anche all’e-card, con l’obiettivo di avviare il processo di smaterializzazione della carta fisica.

Luca Leoni, CEO PAYBACK Italia, ha commentato:

Il progetto con Treedom e le altre iniziative che abbiamo avviato quest’anno rappresentano per noi piccole azioni nell’area della sostenibilità. Vogliamo infatti fare la nostra parte, seppur piccola, con l’auspicato raggiungimento dell’obiettivo di piantumazione di 3000 alberi che comporranno la foresta PAYBACK. Il progetto rappresenta per noi un impegno duraturo e concreto che rimarrà vivo oltre il periodo della campagna, non solo per la natura e i tempi di sviluppo che richiede, ma anche e soprattutto perché vogliamo alimentare la foresta PAYBACK ogni anno con iniziative che coinvolgano i clienti, che hanno contribuito direttamente a costruirla, e anche i nostri dipendenti in un’ottica di impegno comune che può fare la differenza.

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Inoltre, durante il periodo della campagna sarà attivo il concorso «Raccogli&Vinci» per premiare i clienti virtuosi e attenti alla sostenibilità che attiveranno e utilizzeranno almeno 2 coupon di due Partner diversi contrassegnati dall’icona di un albero e prenderanno così parte automaticamente al concorso che mette in palio 2.000.000 di punti con cui i vincitori potranno richiedere come premio, ad esempio, una bicicletta, oppure i buoni sconto da utilizzare al momento dell’acquisto. Ciascun cliente potrà inoltre attivare dall’App PAYBACK il coupon speciale “RADDOPPIA”, contrassegnato dal logo «Raccogli&Vinci», per raddoppiare le possibilità di prendere parte all’estrazione prevista dal concorso.

marketin plan sostenibile

Perché la tua azienda ha bisogno di un Marketing Plan sostenibile

L’investimento globale in aziende sostenibili (noto anche come ESG, cioè Environment, Social, Governance) è cresciuto esponenzialmente negli ultimi sette anni.

Nel 2014, la cifra si attestava a meno di 20 trilioni di dollari. Nel 2020, questo era salito a oltre 30 trilioni di dollari.

Allo stato attuale, c’è una quantità maggiore di investimenti su aziende che possono certificare la propria sostenibilità rispetto a quelle che non lo sono e questo aumento dell’interesse degli investitori per la sostenibilità non mostra segni di arresto.

Si tratta di un indicatore davvero importante, che impone di prendere in considerazione la creazione di un piano di marketing sostenibile per la propria azienda.

Secondo le stime di Bloomberg, entro il 2025 saranno investiti più di 50 trilioni di dollari in asset ESG. L’affermazione dell’ESG come sistema di misurazione universale per la sostenibilità è stato un fattore chiave nell’aumento della fiducia degli investitori.

ESG e sviluppo sostenibile

Quando parliamo di crescita economica, non stiamo considerando lo sviluppo nel suo complesso e il concetto rimane incompleto.

Ogni azienda, così come la società, ha certamente bisogno di puntare alla crescita economica, ma questo non basta: sono necessari anche miglioramenti nella qualità della vita e negli standard di vita.

La crescita economica non accompagnata da un contributo al miglioramento delle condizioni di vita risulta incompleta ed egoista. Questo dipende, in gran misura, dal fatto che lo sviluppo economico è sempre stato preferito alla crescita a tutto tondo.

A livello governativo, la situazione è in evoluzione: ci sono trilioni di dollari investiti nella sostenibilità dei processi. Ad esempio, nel dicembre 2020, l’Unione Europea ha concordato un Green Deal da 1,82 trilioni di euro per sostenere una maggiore attenzione ai fattori ambientali e una “ricrescita verde”.

Nel febbraio 2021, il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato un Green New Deal da 2.000 miliardi di dollari.

Il Governo britannico si è impegnato in obiettivi legalmente vincolanti nella sua legge sul cambiamento climatico del 2008 e mostrerà i suoi sforzi alla conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico COP26 a Glasgow, in Scozia, questo novembre.

C’è anche una rara cooperazione tra i governi occidentali e la Cina, proprio sui temi legati alla sostenibilità.

Anche le persone comuni stanno contribuendo a fare la loro parte, forzando il cambiamento.

Un recente rapporto di Growth for Knowledge (“L’eco-attivismo nel FMCG è in aumento”), ha mostrato come la consapevolezza ambientale e l’eco-attivismo stiano aumentando considerevolmente tra i consumatori globali.

Per esempio, il 24% dei consumatori sta prendendo misure immediate per ridurre la produzione personale di rifiuti di plastica.

Inoltre, la pandemia di Covid-19 ha sostenuto un aumento della consapevolezza ambientale, in quanto le persone hanno cominciato a farsi domande sulla qualità dell’aria che respirano e si sono mossi verso la riscoperta di una vita più naturale.

growth for knowledge

Questi cambiamenti stanno spingendo le aziende verso pratiche più sostenibili in tutte le catene di approvvigionamento.

Nell’area B2B, i team stanno lavorando su come migliorare e misurare con efficacia la sostenibilità della catena di approvvigionamento.

Unilever, ad esempio, è un’azienda che sta investendo moltissimo per rendere la sua catena di approvvigionamento sempre più sostenibile e, tra le tante attività in programma, ha recentemente annunciato che chiederà ai suoi fornitori di aggiungere la loro impronta di carbonio alle fatture.

Programmi di questo tipo sono in corso in molte industrie allo scopo di ridurre la quantità di rifiuti totali prodotti nelle diverse fasi della vita dell’azienda.

Per i consumatori B2C e i clienti B2B, la sostenibilità sta diventando un’esigenza chiave insieme a bisogni come il costo e l’esperienza del marchio.

Perché la sostenibilità deve essere presa sul serio dai marketer

La sostenibilità sta rimodellando il panorama del marketing, perché le esigenze dei clienti sono cambiate.

Una ricerca di GfK (Crisis as Catalyst report, 28 Apr 2021, by Growth From Knowledge) suggerisce che le esigenze dei consumatori si stanno orientando su temi come la riduzione dei rifiuti, la conservazione e il rispetto della natura, e una maggiore efficienza energetica stanno aumentando di importanza.

Aziende come Unilever iniziano a chiedere ai fornitori migliori piani di marketing e proiezioni più accurate su come diventeranno più sostenibili. L’incapacità di produrre piani fattibili e di seguire i progressi dell’implementazione potrebbe portare alla rinuncia di un fornitore a vantaggio di player più pronti in merito.

La sostenibilità sta cambiando la domanda dei clienti

Un esempio evidente di come le attenzioni dei consumatori alla sostenibilità stiano cambiando la domanda è rappresentato dal mercato dei veicoli elettrici, per il quale è previsto un aumento di 13 volte del numero di EV sulle strade a livello globale, entro la fine del decennio.

Ma il cambiamento non sta avvenendo solo nel settore automobilistico: secondo un rapporto di Deloitte del 2020, una percentuale compresa tra il 28 e il 45% delle persone ha già acquistato prodotti a chilometro zero o scelto di acquistare da marchi sostenibili o etici. Oppure, ha smesso di utilizzare prodotti di un determinato brand a causa di motivazioni legate all’etica o alla sostenibilità.

Questi cambiamenti stanno guidando la comparsa di nuovi segmenti, nuovi prodotti e servizi e nuovi concorrenti.

obiettivi sostenibili

Nel mondo del marketing, è necessario che il cambiamento parta dai CEO e dai CFO, per tradursi, a cascata, in un adeguamento della catena di approvvigionamento e della supply chain, passando per la nuova figura del Chief Sustainability Officer.

Le aziende “peggiori” in questo senso, creano strategie di marketing intorno ai magri investimenti nella sostenibilità con operazioni di puro greenwashing, con il misero compito di comunicare al pubblico e agli altri stakeholder il presunto impegno dell’impresa.

Nelle aziende più impegnate, invece, come Unilever e Pepsi, anche il marketing gioca un ruolo centrale nel rimodellare la strategia di mercato in chiave più sostenibile per l’azienda e per l’intera catena di fornitura.

Stephen Mangham, esperto di Branding del Masters of Scale International, riassume bene questa visione quando dice: “Lo scopo del marketing è sempre stato quello di produrre crescita. Il ruolo dei CMO oggi è quello di produrre una “buona crescita” dove la sostenibilità è un imperativo strategico misurabile e guidato dal cliente“.

Perché abbiamo bisogno di piani di marketing sostenibile

Dopo tutto l’impegno e gli sforzi economici profusi nel marketing che la tua azienda ha affrontato negli anni, quanto credi che il tuo marchio sia “convincente” in termini di sostenibilità?

Secondo il rapporto GfK, solo il 25% dei consumatori è convinto che le aziende dicano loro la verità, mentre il 64% delle persone si fida degli accademici e il 34% si fida dei media.

Il 25% è una percentuale superiore di appena due punti alla fiducia che le persone ripongono in VIP e celebrità. Davvero molto poco.

È ora che i marketer smettano di essere gli spin doctor del marchio e diventino i coraggiosi sostenitori della sostenibilità.

I marketer devono aiutare la loro azienda a trovare i migliori segmenti eco-sostenibili, introdurre e far crescere nuovi prodotti e servizi più verdi, cambiare purpose e raccoglierne i frutti dai clienti, dagli investitori e dagli incentivi governativi disponibili.

L’esperienza di aziende leader come Unilever e Pepsi è che essere veramente sostenibili non è un compromesso tra i profitti e il pianeta, è un viaggio reciprocamente inclusivo che guida una crescita più forte.

Pooja Khosla, vicepresidente dello sviluppo clienti di Entelligent Smart Climate Investing, insiste su questo punto: “Molte aziende stanno lottando per definire l’impatto reale e misurabile delle loro offerte sull’ambiente e sulla società. I marketer possono aiutare a raggiungere questo obiettivo e potenziare la sostenibilità“.

Il pensiero sostenibile deve essere presente nella maggior parte delle aree del piano di marketing: nella mission, nelle proiezioni finanziarie, nella panoramica del mercato, nella SWOT, nell’analisi dei concorrenti, negli obiettivi, nelle strategie, nelle strategie di marketing digitale, nelle risorse, nellle azioni e nella misurazione dei risultati.

Così facendo, si sviluppa un percorso di crescita migliore per l’azienda in grado di produrre effetti positivi per il cliente, per l’azienda stessa, per il brand, per la catena di approvvigionamento e, soprattutto, per il pianeta.

Sviluppare competenze nella sostenibilità può rappresentare per i marketer anche una svolta professionale: la domanda di personale con competenze specifiche sulla sostenibilità è infatti alle stelle.

Conclusione

I marketer possono giocare un ruolo enorme in questa transizione agendo come i leader del vero cambiamento sostenibile. Devono spostarsi dal bordo al centro della scena impegnandosi nella costruzione di aziende realmente sostenibili e basate su una “buona crescita”.

In tal senso, lo strumento chiave per raggiungere l’ambizioso obiettivo, è partire dalla creazione di un piano di marketing sostenibile.

 

Advertising Manager di Sky Media: la nuova era della pubblicità

La pubblicità è il modo migliore per parlare ai propri clienti. Quante volte siamo rimasti incantati di fronte a uno spot in TV, o ci siamo convinti ad acquistare un prodotto dopo aver visto i benefici di un servizio sponsorizzato sui social media?

A cosa serve la pubblicità?

Stiamo parlando di uno strumento potente che sa come parlare alle persone. La pubblicità racconta la storia e la mission di un brand attraverso i suoi prodotti e i suoi servizi, dimostrando a chi guarda come questi possono risolvere un problema o migliorare la quotidianità di chiunque. Consente alle aziende di rivolgersi ai propri clienti e creare una connessione duratura con loro. Infonde un senso di familiarità e fiducia nel consumatore, utilizzano immagini, parole e ideali vicini a esso.

La pubblicità però non è rimasta immutata, ma con gli anni si è evoluta sempre di più. Ha cambiato le sue parole, si è affidata a nuove immagini e sensazioni. Sta veicolando sempre di più messaggi adatti a tutti e a tutte, senza distinzioni, ma soprattutto ha cambiato i sui mezzi, i veicoli di diffusione, le tecniche e i metodi.

Come è cambiata la pubblicità con i social media

Pensate a quanto la pubblicità sia cambiata anche con l’affermarsi dei social media. Abituati a spot televisivi quasi sensazionalistici, con la comunicazione che ormai è sempre più veloce, ci ritroviamo invasi da video di pochissimi secondi che spopolano sui nostri PC, tablet e smartphone.

Siamo così pieni di messaggi, immagini e suoni che non riusciamo davvero a immaginare un mondo senza pubblicità, e le aziende e i brand ne sono pienamente consapevoli. Per non parlare poi della nostra soglia dell’attenzione, che man mano, diminuisce sempre di più. Pensate, siamo più distratti di un pesciolino rosso!

E persi in questo mare di annunci e immagini technicolor, come fanno brand e aziende a distinguersi?

Advertising Manager

 

Immaginate di poter creare una campagna video con un semplice click grazie a uno strumento in grado di pianificare le campagne pubblicitarie su tutti i canali, dai siti web, alle App, alla TV e perfino alla radio.

È davvero possibile? Adesso sì, grazie ad Advertising Manager di Sky Media.

Advertising Manager: pianificare campagne digital video con un click

Quando vediamo annunci pubblicitari forti e positivi, soprattutto sotto forma d’immagini e video, siamo più disposti ad acquistar un prodotto e affidarci a quel brand. Investire in pubblicità significa credere nella propria azienda e nella forza dei propri servizi e prodotti.

La nuova piattaforma di Sky Media, Advertising Manager è pensata proprio a coloro che vogliono creare spot video pianificando le proprie campagne pubblicitarie in modo semplice ma soprattutto rivoluzionario.

Che cos’è Advertising Manager

Advertising Manager è il primo sistema in Italia che ci consente di pianificare direttamente online la nostra campagna multicanale nell’intero portafoglio di contenuti del network Sky, su qualunque dispositivo, con semplicità e grande efficacia.

In passato per poter pianificare una campagna pubblicitaria in TV era necessario non solo disporre di un enorme budget, ma bisognava necessariamente fare riferimento a poche e inaccessibili agenzie media. Tutte cose che erano riservate a grandi investitori e non facilmente accessibili a chiunque.

Grazie ad Advertising Manager di Sky Media adesso tutti possiamo creare, pianificare e avviare le nostre campagne pubblicitarie multicanale in piena autonomia e su tutti canali media con un semplice click.

I servizi di Advertising Manager: cosa offre la piattaforma

Advertising Manager di Sky Media è la nuova piattaforma innovativa e multicanale, realizzata con il contributo tecnologico di Hic Mobile, che permette ad agenzie, imprese e media buyer di pianificare online la propria campagna in modo semplice e autonomo su tutto il portafoglio gestito da Sky Media.

Come funziona?

Utilizzarla è davvero semplicissimo, la piattaforma consente ad agenzie e aziende di pianificare la propria campagna selezionando contenuti, canali e audience desiderate in funzione dei propri target e su molteplici media con differenti formati.

Uno strumento innovativo e davvero smart che è in grado di massimizzare l’efficacia delle campagne, garantendo il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Un plus unico sul mercato è la possibilità non solo di segmentare le proprie campagne nei minimi dettagli, scegliendo a chi, dove, quando e con quale soluzione mostrarle, ma sta nel fatto che il risultato di come andrà quella campagna lo conosceremo in anticipo. Un sistema predittivo unico nel suo genere e che non si era mai visto.

Come pianificare una campagna pubblicitaria con Advertising Manager di Sky Media

Adesso però passiamo alla pratica e vediamo insieme come pianificare una campagna di digital video con Advertising Manager di Sky Media.

1. Definizione strategia

Prima di tutto dobbiamo definire la nostra strategia selezionando il canale pubblicitario più adatto alle nostre specifiche necessità. Tra le voci possibili nel pannello troveremo:

  • Addressable Tv, prevede la diffusione delle campagne durante un programma sui canali free to air TV8 e Cielo, con una permanenza di 20”.
  • Digital video, campagne video preroll sul network Sky e sui siti affiliati del network Fluid Content con oltre 30 milioni di visitatori unici al mese.
  • Mobile Hyperlocal, grazie al proximity mobile è possibile pianificare tramite Sky tutto il mondo delle App, di Facebook e Google in prossimità di uno o più punti vendita.
  • Display Banner, campagne che verranno erogate sui siti web di Sky con oltre 29 milioni di visitatori unici al mese e sul network Fluid con oltre 30 milioni di visitatori unici al mese.
  • Radio, campagna audio sulle frequenze di Radio Kiss Kiss.

Dopodiché ci sarà l’identificazione dell’audience, scegliendo nello specifico target e obiettivi da raggiungere prendendo in considerazione il pubblico a cui siamo interessati, la definizione budget e periodo di on air.

L’intero processo si basa su una tecnologia che permette d’impostare la campagna garantendo sempre la performance voluta.

2. Pianificazione della campagna

Dopo aver scelto i canali e definita la strategia, si può proseguire direttamente con la pianificazione, affidandosi alle ottimizzazioni della piattaforma. Inoltre, come vi avevamo anticipato, dopo aver selezionato l’audience è possibile ottenere una previsione veritiera dei risultati che saranno raggiunti in campagna.

3. Selezione dell’inserzione

Una volta completato il percorso di pianificazione della campagna, si deve effettuare il caricamento dei file. Il video non deve superare i 15 secondi.

4. Conferma e invio dell’ordine

Definiti tutti i parametri, la piattaforma riassume in modo chiaro tutte le scelte fatte per assicurare massima chiarezza prima della messa in onda. Budget grande o piccolo non importa, ogni brand sarà sempre il vero protagonista delle grandi storie Sky Media.

Perché dovremmo provare la piattaforma Advertising Manager di Sky Media

La piattaforma Advertising Manager di Sky Media è il modo più efficace per realizzare una campagna pubblicitaria multicanale in piena autonomia.

Un modo nuovo e al passo coi tempi che rompe col passato e ci offre la possibilità di creare campagne personalizzate sulla base dei propri target e obiettivi, nonché di contare su risultati di campagna garantiti.

La rottura con i vecchi schemi la si evince anche dall’inclusione del mezzo radio per quanto riguarda i canali di diffusione delle campagne. Quasi tutte le aziende stanno integrando nelle proprie strategie di marketing la componente audio. In fondo audio is the new black!

L’iscrizione alla piattaforma è del tutto gratuita, ma pagheremo solo successivamente a campagna avvenuta e a risultati ottenuti.