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Guida all’utilizzo dei social media per il non profit

I social media sono ormai parte integrante della nostra quotidianità, utilizzarli rappresenta una delle attività più popolari a livello mondiale, già a partire dalla pre-adolescenza.

Gli utenti social nel mondo sono più di 4 miliardi: nel 2021 erano esattamente 4,26 miliardi, entro il 2027 si prevede che il numero salirà fino a 6 miliardi.

La diffusione degli smartphone ha aumentato le possibilità di utilizzo dei social media, in qualsiasi posto, a qualsiasi ora. Il tempo medio trascorso dagli utenti sui social è di 144 minuti, il dato più alto si registra in America Latina.

L’Asia orientale, invece, si posiziona al primo posto nella fruizione di social media su dispositivi mobili, seguita dalle Americhe e dall’Europa del Nord.

Con una popolarità in continua ascesa, dunque, i social rappresentano un’opportunità sostanziosa, non solo per le aziende con fini di lucro.

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I motivi per cui una non profit dovrebbe usare i social media

Attraverso i social media si possono pubblicare contenuti coinvolgenti, aumentare la visibilità e generare di conseguenza più donazioni, l’obiettivo principale di un ente o di una onlus.

Pubblicare sui social permette di migliorare la fiducia nei followers perché mostra la vera essenza dell’organizzazione, tanto da nutrire una vera e propria community online di riferimento.

L’aumento del numero degli utenti può trasformarsi in un ipotetico aumento di soci e donatori.

Sui profili social possono essere evidenziati i dettagli di eventi fisici (attività fondamentali per un ente non profit), ma anche ospitare eventi virtuali e gruppi di discussione, consentendo così la partecipazione dai luoghi più disparati.

Questo permette un maggiore coinvolgimento nella causa, favorendo un’eventuale raccolta fondi e una maggiore sensibilizzazione sui temi specifici portati avanti dall’ente non profit.

Il 55% di coloro che si impegna con una non profit dichiara di intervenire con piacere sui social. Il 59% di questi aggiunge di effettuare un’azione concreta, come donare denaro.

social media non profit

La comunicazione sui social media deve raccontare la storia, le azioni e i valori della onlus, con il fine di instaurare un rapporto di fiducia che si converta in possibili donazioni.

Sono lo strumento idoneo per mostrare il vero volto dell’ente: i followers vogliono essere coinvolti, sentirsi parte della mission portata avanti.

Il donatore non vuole essere considerato uno fra tanti, ma qualcuno che, seppur con poco, può fare la differenza.

Quale piattaforma scegliere

Ogni social network ha delle peculiarità e si rivolge ad un target specifico.

  • Facebook: coinvolge un pubblico dai 25 anni in su, offre numerosi strumenti, quali campagne di raccolta fondi, video in diretta di eventi e condivisione di contenuti visivi e testuali;
  • Instagram: cattura un target 18-34 anni, essendo un app per la condivisione di foto e video, si presta particolarmente per proporre contenuti visivi, ma offre anche la possibilità di creare raccolte fondi e video in diretta;
  • Twitter: è il social adatto per la condivisione di aggiornamenti rapidi, un tweet ha infatti solo 280 caratteri a disposizione. È l’ideale per avviare delle discussioni, oltre che le campagne di raccolta fondi;
  • LinkedIn: è orientato al mondo dei professionisti, l’età media degli utenti è tra 46 e 55 anni, si tratta di potenziali partner, donatori e volontari. Consente la condivisione di articoli più approfonditi sul lavoro dell’organizzazione, che possono essere commentati dando vita a discussioni pertinenti. La funzione LinkedIn Live permette di trasmettere video in diretta;
  • TikTok: il più amato dalla Generazione Z, registra un numero minore di promozione non profit rispetto ai social precedenti, ma permette la collaborazione con giovani influencer su temi sensibili per i giovanissimi, puntando sull’ironia e il divertimento.

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3 step per una strategia social non profit vincente

Dopo aver scelto i social network più adatti, occorre individuare una strategia da seguire.

1. Determina gli obiettivi SMART, acronimo di:

  • Specifico: scegliere degli obiettivi specifici relativi ad un determinato periodo in una precisa area
  • Misurabili: misurare i progressi nel corso del tempo
  • Raggiungibili (Attainable): fissare degli obiettivi che effettivamente possano essere raggiunti in termini di budget e risorse
  • Rilevanti: devono riflettere veramente la missione di lungo periodo dell’organizzazione
  • Tempo: fissare delle scadenze e dei termini per valutare l’andamento della strategia

2. Crea un calendario dei contenuti, pianificare in anticipo la frequenza di pubblicazione, giorni e orari di ogni post ed evento.

3. Usa degli indicatori di prestazione (KPI), per valutare la crescita dell’attività, ad esempio facendo riferimento al ROI (return on investment) e al livello delle donazioni. Analizza il numero di “like”, dei commenti, delle condivisioni, oltre che i dati demografici degli utenti, gli orari delle interazioni e il numero di account raggiunti.

social media

I consigli per una buona attività social

  • Scegli il “tone of voice”, una voce riconoscibile che comunichi la personalità dell’organizzazione, la missione condivisa e i valori portati avanti. Ad esempio, una voce formale, informale, umoristica…alla quale devono conformarsi anche i dipendenti/volontari che si occupano della gestione dei contenuti social e delle risposte ai commenti;
  • Ringrazia chi effettua donazioni, con un post o un contenuto personalizzato, dimostra attenzione nei confronti del donatore che si sentirà gratificato dal semplice gesto;
  • Pubblica contenuti condivisibili, che possano spingere i followers a postarli a loro volta nelle proprie bacheche online, ciò aumenterà in modo gratuito la visibilità della missione dell’organizzazione;
  • Avvia una conversazione, poni delle domande sulla causa, senza avere paura di spingere i followers a prendere posizione;
  • Lancia hashtag innovativi, creativi e facilmente memorizzabili;
  • Interagisci con gli utenti, mettendo like, taggando, scegliendo reazioni ai commenti, ri-condividendo i contenuti. Una serie di azioni che farà capire al pubblico quanto sia importante la loro partecipazione;

3 esempi di fortunate campagne non profit social

WWF

L’associazione ha invitato, nel 2016, gli utenti di Twitter a donare 10 centesimi per ogni condivisione di uno dei 17 animali dichiarati in via di estinzione, presente tra le emoji.

Il tweet di lancio è stato condiviso 36 mila volte, ha ricevuto 11 mila like e 38 mila commenti.

La campagna ha registrato più di 1 milione di #EndongerdEmoji, oltre 200 mila nuovi iscritti nel periodo, e circa 59 mila donazioni nei primi 2 mesi della campagna.

Petco Love

L’organizzazione, attiva nelle adozioni degli animali domestici, ha lanciato #PetcoFamily, incentivando gli utenti dei social a condividere le foto delle loro esperienze di adozione degli amici pelosi, spingendo a fare donazioni per il benessere degli animali.

NICE

Il National Institute for Health and Care Excellence, organismo del Ministero della Salute del Regno Unito, è stato, nel 2017, il primo ente di sanità pubblica ad utilizzare Snapchat.

Per promuovere il contatto con i giovani, ha condiviso sul social piccoli fatti quotidiani, sfruttando le emoji, per spiegare la facilità con la quale si possono trasmettere le infezioni. In aggiunta, attraverso la creazione di un filtro, ha incoraggiato i cittadini londinesi a condividere i selfie con lo slogan “combattere l’infezione a Londra”.

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instagram diventa un marketplace nft

Instagram diventa un marketplace per NFT: partiti i test

La notizia è stata diffusa sui canali ufficiali dell’azienda: Instagram diventa un marketplace per NFT.

Da quando Facebook ha cambiato il nome della sua azienda in Meta alla fine del 2021, gran parte degli sforzi del gigante tecnologico sono stati incentrati sull’espansione della sua portata nel crescente panorama del Web3.

Un’iniziativa significativa che Meta ha intrapreso nel corso del 2022 è stata l’integrazione degli NFT nelle sue piattaforme sociali, Facebook e Instagram. Già a gennaio di quest’anno si era diffusa la voce che Meta volesse permettere agli utenti di creare, visualizzare e (ovviamente) vendere NFT sulle sue piattaforme leader di mercato.

Nel marzo del 2022, Mark Zuckerberg ha annunciato l’intenzione di trasformare Instagram in un marketplace per NFT, senza tuttavia rivelare alcun dettaglio. Infine, in un aggiornamento di maggio di Instagram, Meta ha iniziato a testare le sue funzioni NFT. In particolare, ha dato la possibilità a utenti selezionati di condividere gli NFT creati o raccolti sui loro profili e nei feed dei follower.Una funzionalità simile arriverà presto su Facebook, insieme agli NFT in realtà aumentata su Instagram Stories tramite Spark AR, in modo da poter inserire l’arte digitale in spazi fisici“, aveva dichiarato nell’annuncio ufficiale.

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instagram diventa un marketplace nft 02

Instagram diventa un marketplace per NFT

Nel giugno del 2022, Meta ha svelato l’intera roadmap per l’ingresso degli NFT. Poco dopo, nell’agosto del 2022, l’azienda ha distribuito le funzionalità NFT agli utenti di 100 Paesi in tutto il mondo.

Tuttavia, le funzionalità principali della piattaforma NFT non erano ancora state aggiunte. In particolare, la possibilità per gli utenti di creare/coniare, acquistare e vendere NFT tra loro attraverso Facebook e Instagram. In base alle ultime rivelazioni, questa situazione è destinata a cambiare.

Con una nuova serie di test pubblici, alcuni creatori selezionati potranno vendere NFT al proprio pubblico su Instagram.

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Cosa ne pensano i creator

Dave Krugman è uno dei creatori selezionati per testare le funzionalità del marketplace NFT di Instagram. In un’intervista rilasciata a nft now, Krugman ha dichiarato di essere entusiasta di questi nuovi strumenti, che permetteranno a lui e alla sua comunità di condividere il valore creato.

Nell’era delle comunità creative interconnesse, il nome del gioco è allineamento degli incentivi. Se le cose che avvantaggiano il mio pubblico avvantaggiano anche me, siamo in grado di creare una simbiosi sociale“, ha detto Krugman. Ha continuato spiegando che gli NFT creano un legame finanziario tra creatore e collezionista che allinea le loro priorità. “Quando qualcuno possiede un bene digitale che ho creato, il valore di quel bene è legato al mio successo creativo. In questo modo, i nostri incentivi sono allineati a un livello profondo: condividiamo un obiettivo comune e questo crea un legame più sano tra la comunità e il creatore“.

Krugman ha anche osservato che queste caratteristiche potrebbero aiutarlo a raggiungere meglio sottoinsiemi specifici del suo pubblico. “Gli oggetti da collezione digitali mi permettono di creare comunità di nicchia all’interno della mia comunità più ampia, microeconomie che contribuiscono a finanziare e alimentare la mia attività creativa. Più sostegno ricevo, più posso spingere le mie idee. E quanto più le spingo, tanto più sostegno ottengo. È un circolo virtuoso“, ha spiegato.

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instagram diventa un marketplace nft 01

Instagram diventa un marketplace NFT: cosa succede adesso

Nel tentativo di garantire che questo processo sia il più semplice possibile per tutte le parti coinvolte, Meta ha promesso che gli NFT venduti sulle sue piattaforme non comporteranno alcuna commissione aggiuntiva per le parti coinvolte. Naturalmente, questo non significa che non ci siano commissioni. Gli acquisti effettuati all’interno dell’app Instagram sui sistemi operativi Android e iOS sono soggetti alle tariffe applicabili dell’app store.

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Inoltre, è possibile che Instagram aggiunga le proprie commissioni in futuro.

Questo punto potrebbe far preoccupare alcuni creatori. Dopo tutto, le precedenti dichiarazioni di Meta indicano che intende prendere una grossa fetta delle vendite effettuate su Horizon Worlds, il suo prodotto di punta del metaverso.

Con una notevole attenzione a garantire l’accessibilità delle integrazioni NFT sulle sue piattaforme, i frutti delle iniziative di Meta orientate al NFT potrebbero richiedere un po’ di tempo per sbocciare. Ma quando lo faranno, potremmo vedere una delle piattaforme più importanti del Web2 trasformarsi in una delle piattaforme del Web3.

email marketing il report di getresponse

10 curiosità sul rapporto tra italiani e posta elettronica

A patto di ricevere messaggi personalizzati e diluiti nel tempo, gli italiani leggono e cliccano le email entro le prime 4 ore dall’invio con un affollamento importante durante la prima ora. Sì, agli italiani piace ancora leggere le email.

La differenza, oggi, è che il tempo che gli dedicano è rivolto solo ai messaggi che veicolano un valore.

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L’Italia, non a caso, è nella top 10 globale per risultati medi nazionali riferiti all’email marketing, il cui tasso di apertura medio totale è del 28,54%: lo rileva il Rapporto 2022 di benchmarking sull’Email Marketing in Italia realizzato da GetResponse, piattaforma di marketing online con oltre 20 anni di esperienza nel settore, che ha analizzato 200 milioni di messaggi inviati nel corso del 2021 tra email automatizzate, autorisponditori, newsletter e RSS.

email marketing getresponse

Con una percentuale del 28.54% di tasso di apertura, il Belpaese è preceduto solo da Francia, Filippine, Belgio, Germania e Olanda, tasso che è di ben 6 punti percentuali sopra la media mondiale (19,66%).

Email marketing: il report di GetResponse

Il report, in generale, mostra che, a livello globale, c’è stato un calo dei tassi di coinvolgimento delle e-mail legato alla ricerca di una comunicazione sempre più di valore perché, mentre i tassi medi di apertura sono solo lievemente diminuiti (dal 22,15% al ​​22,02%), il calo dei tassi medi di click risulta più evidente (dal 3,43% al 2,13%).

Il rapporto ha evidenziato 10 curiosità sul rapporto tra italiani e posta elettronica:

  • In ordine, le parole che i nostri connazionali amano leggere nell’oggetto dei messaggi sono eventi (tasso di apertura 56,61%), pdf (53,35%), conveniente (53,14%), invito (48,70%) e newsletter (42,92%).
  • Termini come illimitato, garantito e ricercato nell’oggetto dell’email fanno crollare fino al 5,66% la percentuale del tasso di apertura.
  • In controtendenza rispetto al resto del mondo, gli italiani gradiscono email personalizzate già a partire dall’oggetto, le emoji (tasso di apertura 32,92%), immagini (31,81%) e video e (fino al 37,23%) rispetto alle email di solo testo.
  • Per gli italiani, una newsletter a settimana è la quantità giusta di messaggi da ricevere: il report segnala un tasso di apertura assicurato del 41,80% e l’8,70% di click.
  • Inaspettatamente, il mezzo principale attraverso cui gli italiani leggono le email è il desktop, con una percentuale di messaggi aperti pari al 76% contro il 23% del mobile. In termini di engagement, però, i connazionali interagiscono in misura maggiore da mobile: qui la percentuale di click è del 54%, via desktop del 46%.
  • I settori con cui gli italiani interagiscono maggiormente sono automotive (55,57%), sport (55,25%) e non-profits (43,34%).
  • Gli italiani leggono e cliccano le email entro le prime 4 ore dall’invio: oltre il 21% dei messaggi viene aperto nella prima ora. Con il passare del tempo, circa ogni ora, le loro aperture diminuiscono. Entro le 7 ore, in ogni caso, più della metà delle email viene letta. Lato engagement, invece, i connazionali reagiscono entro la prima ora dall’invio con una percentuale di 26,18% di click. Già a partire dalla seconda ora (8,35%), il dato cala drasticamente.
  • L’orario migliore in cui inviare email agli italiani varia a seconda del settore: ad esempio, il miglior tasso di apertura delle mail in ambito sportivo (86%) si ottiene alle 6, per il no profit (82%) alle 20, per il tech (78%) alle 23.
  • Il giorno migliore per i servizi finanziari (69%) è il sabato, per lo sport (66%) la domenica, per l’automotive (57-58%) il lunedì e il mercoledì.
  • I messaggi personalizzati e automatizzati diluiti nel tempo sono i più apprezzati: autoresponder e messaggi di marketing automation ottengono i risultati migliori sia a livello di aperture (rispettivamente 49,36% e 37,08) che di click (rispettivamente 15,40% e 9,85%) a differenza delle email broadcast (27,37% e 6,69%).

In generale, se guardiamo anche ai tassi di click (2.12%) e click-to-open rate (7.41%), vediamo che l’Italia si posiziona di poco sotto alla media globale. Se confrontiamo quindi questi dati con il tasso di apertura alto, possiamo concludere che l’email marketing è assolutamente un canale che non può mancare nelle strategie di marketing poiché gli italiani rimangono una popolazione tendenzialmente interessata a ricevere le email ma che c’è tanto da fare per migliorare la comunicazione facendo in modo che sia di valore per i nostri iscritti.” – dichiara Peter Gzela, Regional Marketing Lead EMEA di GetResponse.

Nel report realizzato da GetResponse sono presenti anche dati riguardanti altri asset molto utilizzati dai marketer quali landing page e webinar. I risultati del report italiano sono confrontabili con quelli del report globale a questo link.

creator economy statistiche - copertina

Creator Economy: statistiche per i marketer

La Creator Economy è definita anche economia della monetizzazione individuale: è una naturale evoluzione degli UGC (User Generated Content), che diventano monetizzabili attraverso le iniziative delle piattaforme. Il fenomeno Include anche le aziende che si affidano ai creator per dare maggiore visibilità ai propri contenuti.

Perché ci interessa la Creator Economy

Gli utenti dei social media si fidano più facilmente dei loro creator preferiti che dei brand. Di conseguenza, l’impatto di un annuncio realizzato in collaborazione con un creator o di un influencer può essere molto maggiore rispetto ai canali tradizionali.

La creator economy è tuttavia ancora in crescita, per cui vale la pena di monitorare il fenomeno anche sulla base di una serie di utili statistiche.

Cosa dobbiamo sapere sulla Creator Economy

creator economy statistiche

Statistiche generali

  • Il 30% dei 18-24enni e il 40% dei 25-35enni si definisce creatori di contenuti. (Blog HubSpot)
  • I creator hanno maggiori probabilità di essere giovani (63% Gen Z) e donne (48%). (Global Web Index)
  • Il 46,7% dei creator lo sono a tempo pieno. (ConvertKit)
  • I principali tipi di creator sono educatori, blogger, coach, scrittori e artisti. (ConvertKit)
  • Il 37% dei creatori di nicchia si è impegnato almeno una volta in una collaborazione con un marchio. (Linktree)
  • I creator a tempo pieno utilizzano in media 3/4 canali per coinvolgere il pubblico. (ConvertKit)
  • Il tempo medio dedicato alla creazione di contenuti ogni settimana è di 1-5 ore. (Linktree)
  • I creatori di contenuti affermano che la loro sfida principale è quella di farsi trovare dai propri follower (The Tilt)
  • Il 61% dei creatori di contenuti afferma di pubblicare contenuti per divertimento, il 34% per passione e il 31% per esplorare un nuovo potenziale hobby. (Global Web Index)
  • La piattaforma di lancio più comune per i creatori nel 2021 è stata Instagram. (ConvertKit)
  • Il 58% dei creatori produce 2-4 tipi di contenuti. (Linktree)
  • Il più delle volte i creatori a tempo pieno creano post sui social media, e-mail/newsletter e articoli/blog. (ConvertKit)
  • Il 52% dei marketer si affida ai creator per rafforzare la propria community e il 41% dichiara di voler lavorare con i creatori di contenuti per promuovere i valori del proprio marchio. (Sprout Social)
  • I tipi di contenuti più comuni che i marketer assumono dai creatori sono i contenuti educativi, gli unboxing o le recensioni. (Sprout Social)
  • Le tipologie di creatori che guadagnano di più sono i creatori educativi, i coach, i podcaster, gli influencer e i marketer. (ConvertKit)
  • La maggior parte dei creatori di contenuti condivide tra 1 e 10 post sponsorizzati all’anno. (Influencer Marketing Hub)

Statistiche sui ricavi

  • Sono oltre 300 le startup impegnate nel settore. (Influencers Club)
  • Le dimensioni del mercato della creator economy sono attualmente stimate in 104,2 miliardi di dollari. (Influencers Club)
  • La valutazione totale delle startup della creator economy era di 5 miliardi di dollari nel 2021. (Influencers Club)
  • La maggior parte dei creatori di contenuti dichiara che la fonte di guadagno maggiore è rappresentata dagli accordi con i brand. (Influencer Marketing Hub)
  • I creatori di contenuti impiegano in media sei mesi e mezzo per guadagnare il loro primo dollaro. (The Tilt)
  • I creatori di contenuti preferiscono monetizzare i loro contenuti su Instagram e TikTok. (Influencer Marketing Hub)
  • I creator a tempo pieno sfruttano in media 2,7 flussi di reddito. (ConvertKit)
  • Il 59% dei creatori principianti non ha ancora monetizzato i propri contenuti. (Linktree)

Ninja Upshot

Lavorando con creatori di contenuti che godono della fiducia dei loro fan, le aziende possono sfruttare l’opportunità di raggiungere un pubblico fidelizzato.

I micro-influencer sono particolarmente interessanti per le piccole imprese perché riducono al minimo il costo pubblicitario per azione di una campagna, pur ampliando la portata del marchio.

Se un tempo il numero di follower era il parametro principale utilizzato dalle aziende per selezionare gli influencer, oggi i marchi utilizzano criteri di valutazione più sofisticati per capire il pubblico di un influencer e come coinvolgerlo.

Inoltre, il fatto che i creatori stiano creando nuovi modelli di monetizzazione, anziché dipendere dalle piattaforme, contribuirà a rendere la creator economy più sostenibile.

pubblicità ottobre 2022 british airways

Volvo, McDonald’s e Call of Duty: le 6 pubblicità più belle di ottobre

La creatività di tutto il mondo non si ferma proprio mai. In questa raccolta di pubblicità del mese di ottobre troviamo nuove storie d’amore, celebrazioni di grandi icone cinematografiche, inni all’inclusività e il grande ritorno del copywriting.

Lasciamoci ispirare dalle idee dei grandi brand e dalle loro campagne pubblicitarie.

Volvo Truck | A Love Story

Chi l’ha detto che l’amore sboccia solo tra anime simili? In questo caso gli opposti si attraggono e ce lo dimostrano due autoarticolati che con caratteristiche e prestazioni diverse finiscono per innamorarsi.

Uno ha un animo più rilassato che garantisce piacere nella guida, l’altro è più pratico e si concentra sulle prestazioni.

La loro storia d’amore si fa strada e la passione delle loro effusioni gli fa prendere il volo.

Volvo FH è stato progettato per unire in un unico truck prestazioni e guida comoda, qualità che spesso vengono percepite dai guidatori come non compatibili.

McDonald’s  Finlandia | Togetherness starts with understanding

In occasione della Settimana Internazionale delle Persone Sorde, McDonald’s ha voluto rendere omaggio a chi non può ascoltare il suo iconico jingle.

Un contributo volto alla consapevolezza sulla sordità e che promuove una società più inclusiva nei confronti delle disabilità, ponendo l’attenzione sulle difficoltà affrontate dalle persone con problemi di udito.

Il brand lancia così il suo primo ritornello tradotto nella lingua dei segni, grazie alla collaborazione con il rapper non udente Signmark e nella propositività di abbattere i pregiudizi associati alla lingua dei segni. Perché “lo stare insieme inizia dalla comprensione”.

Per questa pubblicità, Olli Hartonen e Signmark hanno scritto il testo della canzone “Something big (I’m lovin’ it)“, insieme al compositore Adam Tensta.

Call of Duty | Modern Warfare II

In vista dell’uscita del suo nuovo episodio, Call of Duty presidia il display più grande d’Europa: un 3D Billboard sulla Piccadilly Lights di Londra che grazie alla tecnica dell’anamorfismo dona una completa tridimensionalità delle immagini, tanto da sembrare vive e uscire fuori dallo schermo.

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Macallan | James Bond 60th Anniversary

Il Macallan celebra i 60 anni dell’iconico James Bond. Una collezione di 6 bottiglie in edizione limitata, ognuna delle quali racconta l’intraprendenza della spia 007, e ricorda di come il whisky sia stato sempre suo alleato.

British Airways | A British Original

La compagnia aerea ci mostra le diverse motivazioni per cui viaggiamo.

Qualunque esse siano, come per il piacere di viaggiare, assaggiare cibo diverso, per una crisi di identità, per prendere un po’ d’aria diversa da quella data dal passaggio del treno, o per mantenere vivo un matrimonio…non importa, valgono tutte!

Queste pubblicità, a differenza di quelle in cui il visual è al centro dell’attenzione, puntano sulla grande efficacia e semplicità del copywriting.

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Volkswagen | Safe List

È stato dimostrato che le canzoni che ascoltiamo influiscano sul modo di guidare: sembra che la musica infatti dètti il ritmo ai battiti cardiaci.

Battiti alti sollecitano maggiormente il cuore e questa situazione potrebbe facilitare alterazioni nella guida, favorendo infrazioni o incidenti.

Il progetto Safe List, realizzato da Volkswagen e dall’agenzia italiana DDB, è stato realizzato per aiutare i conducenti a guidare in modo sicuro.

Le quattro playlist, che sono sul canale Spotify di Volkswagen Italia, si adattano infatti ai diversi tipi di strada dettando il ritmo più adatto ai nostri battiti e calibrando di conseguenza la nostra velocità di guida.

Safe List diventa così una compagnia durante il viaggio e allo stesso tempo un passeggero che ci consiglia il modo più adatto di guidare in sicurezza.

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Elon Musk

Twitter è libero: la spallata di Musk al mondo polarizzato

The bird is freed“: se solo qualche anno fa ci avessero chiesto se il sistema delle Big Tech fosse scardinabile, o almeno scalabile, avremmo risposto che sarebbe stato più facile sbarcare su Marte. Eppure Elon Musk, abituato a stupire e sorprendere, ha vinto la sua ennesima battaglia, comprando Twitter dopo una breve querelle legale.

L’uomo più ricco del mondo è entrato con un lavandino in mano nella sede dell’azienda di San Francisco (twittando un gioco di parole con “let that sink in!”, tradotto: “lascia che affondi”, ma sink sta anche per “lavandino”) e si è fatto poi ritrarre nella caffetteria in mezzo ai nuovi “colleghi”.

Musk ha comprato Twitter

La sua prima decisione è stata subito una bomba: il licenziamento del CEO Parag Agrawal, del CFO Ned Segal, del consigliere generale Sean Edgett e di Vijaya Gadde, la Chief Legal Officer, una delle principali responsabili della controversa decisione di allontanare Donald Trump dalla piattaforma.

Stratosferiche le buonuscite per i dirigenti: dai 38,7 milioni per Agrawal fino ai 12,5 per la Gadde.

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Una breccia nella polarizzazione

La crociata di Musk per il free speech fa breccia nel mondo dei social media, piattaforme nate per garantire a tutti il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni e poi diventate, col passare degli anni, dei veri e propri editori.

Il passaggio cruciale si è avuto quando i board di queste società hanno deciso, a più riprese, chi avesse facoltà di parola e chi no, sulla base di una discrezionalità assolutamente legittima ma tipica, appunto, di un media tradizionale o di una casa editrice.

L’idea dell’esistenza stessa di social media aperti, inclusivi e rispettosi della libertà di parola di tutti sembrava caduta nel dimenticatoio prima della crociata di Musk che ha pubblicato un interessante e significativo messaggio destinato agli inserzionisti: “La ragione per cui ho acquisito Twitter”, si legge “è perché è importante per il futuro della civiltà avere una piazza digitale comune dove un grande ventaglio di opinioni differenti possono essere dibattute in sicurezza e senza violenza“.

Musk prosegue indicando nella polarizzazione estrema-destra VS estrema-sinistra la vera causa dell’emergere di enormi “echo chambers” autoreferenziali, all’origine del degrado del dibattito pubblico e mediatico. L’accusa ai media tradizionali è netta: avere incentivato questa polarizzazione, sperando in maggiori introiti. “Non l’ho fatto perché è facile“, continua Musk riecheggiando la celebre frase di Kennedy sul progetto del primo allunaggio, “ma per aiutare l’umanità che amo“.

Musk rompe l’asse della polarizzazione dei social e promette agli inserzionisti un luogo sicuro ma libero, dove proporre i propri annunci a un pubblico realmente interessato, pacificato e dialogante.

Al di là delle buone intenzioni, la probabilità di fallimento è concreta: la gran parte dei media mainstream restano polarizzati e le Big Tech confermano la loro vera natura di editori.

Proprio in questi giorni sta girando su Meta l’annuncio delle sospensioni delle comunicazioni politiche in vista delle elezioni di Mid Term: a costo di perdere inserzionisti si preferisce la censura.

La seconda incognita sono proprio i brand: abituati alla polarizzazione, e poco flessibili ai cambiamenti, quando comprenderanno la rivoluzione in atto? Al posto del brand activism al capolinea, della censura e della tribalizzazione dei cittadini-consumatori, può tornare di moda il dialogo e il confronto.

Musk ha tracciato la strada e il mondo che ci attende, ben diverso da quello del 2019, è pronto per una svolta culturale di questo tipo.

La paura fa campagna: 7 spaventose pubblicità per celebrare Halloween

Halloween, il periodo più spaventoso dell’anno è alle porte e come sempre i brand non si lasciano sfuggire l’occasione per mostrarsi con pubblicità particolari e diverse dal solito. Lo fanno in modo giocoso, ironico e dissacrante per esorcizzare la notte in cui si annullano i confini tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

HEINZ Tomato Blood Ketchup | Vegetarian Vampire Recruitment Film (2022)

Ormai, nel 2022 anche i vampiri vogliono darsi una svecchiata. Modificano le loro abitudini scegliendo uno stile di vita più sano ed etico.

Così anche il giovane Toby, di appena 280 anni e attento all’ambiente (si vede dalla cannuccia in acciaio), afferma di preferire di gran lunga il ketchup al posto del sangue umano, decisamente meno sostenibile e dal retrogusto ferroso.

Toby, aspirante influencer, vuole dare il buon esempio esortando i suoi vampiri-follower a diventare vegetariani e provare il gustoso sangue di pomodoro.

Heinz per l’occasione ha creato, per il mercato americano, un packaging particolare e presente sugli scaffali limitatamente nel mese di ottobre.

DORITOS | Día de Muertos (2021)

Doritos Messico celebra due momenti: quello de “Il giorno dei morti” e l’amore nella comunità LGBTQ+ .

Il Día de los Muertos, è una festività particolarmente sentita dai latino americani e il brand manifesta il suo impegno #ProudAllYear per rendere ancora più speciale questo giorno.

In realtà il Día de los Muertos è, nel significato, ben diverso da Halloween e lo vediamo dal racconto di Doritos.

Il 2 novembre i vivi sono soliti preparare un altare, l’ofrenda, non solo nei cimiteri ma anche negli spazi pubblici, in onore degli spiriti visti come membri della famiglia e dunque entità buone, da accogliere con felicità.

In questa pubblicità dedicata al periodo di Halloween, la famiglia sembra prepararsi per una riunione tra parenti ed affronta in modo naturale la manifestazione dello zio defunto accompagnato dal suo compagno.

Il tutto avviene in modo talmente naturale da fa emozionare. “Non è mai troppo tardi per essere se stessi”.

 

ELYSIAN BREWING| CHUCKY: A Killer Wit Beer (2022)

Ogni anno, nel periodo di Halloween, la città di Seattle ospita l’ Elysian Great Pumpkin Beer Festival, un evento organizzato dal birrificio Elysian e dedicato alle birre al gusto di zucca.

Il festival fa gola non solo agli appassionati della bevanda ma anche agli amanti di Halloween, delle tradizioni autunnali e delle cose spettrali.

Quest’anno, il birrificio ha presentato una limited edition  dedicata ad una delle figure più spaventose dei film horror, Chucky la bambola assassina.

Il sapore delle spezie calde, zucca e mirtillo rosso aspro, si mostra nel packaging che, proprio con l’immagine di Chucky rimanda all’arancione dei suoi capelli e al sangue delle sue vittime.

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Credit: Elysian Brewing

Elysian ha rilasciato questa birra in collaborazione con USA Network e SYFY, proprio in vista della seconda stagione di Chucky, nuovissima serie tv tratta dall’iconica saga cinematografica nata alla fine degli anni ’80.

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Credit: Elysian Brewing

BURGER KING |Home of the Ghosts (2022)

Per l’occasione Burger King lancia una delle sue pubblicità dedicate ad Halloween.

Una campagna in “carne e panino” in cui il Ghost Pepper Whopper è di colore arancione e che, farcito anche con jalapeños fritti, promette un gusto spaventoso.

Ma come sempre, anche quest’anno il brand di fast food non si limita a questo e lancia il Ghost Detector, un’app capace di scovare attraverso i campi elettromagnetici i fantasmi che dimorano nelle nostre case e soprattutto capace di sbloccare un’offerta speciale dedicata al menu di Halloween.

DACIA | Halloween in Dacia (2021)

Una campagna dedicata ad halloween simpatica e provocatoria questa di Dacia, che trasforma la sua Sandero Stepway in due modelli davvero infernali. Sandevil e Wolfero sono spaventose, adatte proprio alla notte più spettrale dell’anno.

E se queste due versioni fanno troppa paura, c’è sempre il modello originale, probabilmente più adatto alla tranquilla e comoda vita di tutti i giorni.

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UBER EATS | Don’t Run Out

Essere uccisi perché rimasti senza caramelle la notte di Halloween, quale leggenda metropolitana più terrificante di questa?

I protagonisti di questo film hanno imparato a proprie spese che non si tratta di una leggenda ma è la storia reale di una sorte infausta. Potrebbe accadere a chiunque.

Il lungo spot è diretto da Dan Trachtenberg e vede Keke Palmer (l’attrice di Nope) come una dei protagonisti.

Uber Eats, per evitare vittime disattente alla quantità di caramelle a disposizione, ha nascosto nel film diversi codici promozionali per l’acquisto di dolcetti.

Sta all’occhio attento dello spettatore scovarli tutti e fare incetta di caramelle, in tempo per Halloween e per salvarsi la vita.. Diamo un aiutino: un codice si trova sulla cassetta delle lettere ma purtroppo è valido solo nei paesi USA. Peccato… e guardatevi le spalle!

 

HARRIDAN VODKA per Halloween | Paranormal Reserve

Harridan, un tipo di vodka biologica certificata e prodotta nello stato di New York,  ha lanciato una limited edition dedicata ad Halloween.

La Paranormal Reserve  ha una tiratura di 666 bottiglie ed è stata collocata all’interno della teca della terrificante bambola Annabelle, situata nell’ Occult Museum di Monroe nel Connecticut.

Il famoso giocattolo è conosciuto per essere avvolto da un demoniaco mistero.

Annabelle la abbiamo conosciuta nei più celebri film a lei dedicati che raccontano la malvagità dello spirito che, si pensa, negli anni ’70 si impossessò di lei trasformandola in una bambola dannata.

Ad oggi, la 666esima bottiglia è chiusa nella teca insieme ad Annabelle ed ha un prezzo di 13mila dollari.

Chi avrà mai il coraggio di comprare una (costosa) bottiglia di spirito con lo spirito?

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professionisti certificati CEPAS

Ecco chi sono i primi tre Digital Marketing e Social Media Manager certificati in Italia

Venerdì 21 ottobre si è tenuta la prima sessione d’esame che ha certificato i primi tre professionisti italiani operanti in ambito Digital Marketing, Social Media Marketing ed eCommerce Management. Si tratta di un momento “storico” per i tutti i professionisti del digitale, un passo importante verso il riconoscimento di professioni fondamentali in un mondo e in una economia sempre più basati sulle tecnologie e su skill digitali avanzate.

Il basso livello generale di digitalizzazione in Italia rispetto agli altri paesi europei richiede un adeguamento rapido per colmare il gap professionale tra le figure richieste dalle aziende e l’offerta di professionisti qualificati e specializzati. In questo senso, un riconoscimento oggettivo delle competenze professionali acquisite attraverso percorsi formativi mirati ed esperienza reale conseguita sul campo, garantisce un miglior posizionamento nel contesto lavorativo. Posizionamento per il professionista e garanzia di competenze per le aziende in cerca di manager qualificati.

Hanno ben inteso le grandi potenzialità della certificazione i primi 3 professionisti del digitale certificati da Cepas attraverso il primo organismo di valutazione abilitato e qualificato Ninja Academy: Francesca Daniele, certificata come Digital Marketing Manager, Sacha Tellini, copywriter content creator e giornalista e oggi Social Media Manager certificato, e Federica Piccoli, digital strategist freelance e Digital Marketing Specialist.

Le voci dei protagonisti

Essere tra le primissime persone ad aver preso parte a questo esame in Italia e la prima Digital Marketing Specialist certificata, avverto anche una certa responsabilità”, ha chiosato Federica al termine dell’esame di certificazione.

Le fa eco Francesca:Un’esperienza personale e professionale di grande valore e di grande soddisfazione. Un tassello in più che si aggiunge a un percorso iniziato diverso tempo fa”.

Lo schema di certificazione approvato è stato realizzato da Cepas con la collaborazione di Ninja Academy e prevede la certificazione di 6 profili professionali, suddivisi in Manager o Specialist in base all’esperienza e al bagaglio formativo del candidato in Digital Marketing, Social Media Marketing ed eCommerce Management.

Certificare le proprie competenze digitali significa uscire dalla propria autoreferenzialità e ricevere un’attestazione di Terza Parte, a garanzia di affidabilità, trasparenza e aggiornamento continuo. I professionisti che hanno superato l’esame scritto e orale vengono automaticamente iscritti al Registro Pubblico CEPAS come professionisti certificati.

Anche Sacha ha ritenuto importante sottolineare questo aspetto: “Ringrazio Ninja e Cepas per questa bella opportunità di formazione e certificazione che reputo particolarmente importante: quello del digitale e, in particolar modo, quello del social media marketing è un mondo in cui le persone entrano senza avere un percorso consolidato e dimostrato alle spalle. Motivo per cui, certificare le proprie competenze ha davvero un valore distintivo”.

Cepas, Società del Gruppo Bureau Veritas Italia dedicata alla Certificazione di Competenze ha realizzato uno Schema di Certificazione per la valorizzazione delle professioni in ambito Digital Marketing. Le sessioni di esame hanno previsto il coinvolgimento di Ninja Academy, digital business school che ha contribuito attivamente alla progettazione dello schema presentato a maggio e che è ufficialmente il primo Organismo di Valutazione ufficiale accreditato per l’assessment dei candidati.

La certificazione Cepas è un riconoscimento oggettivo delle competenze professionali, che garantisce una marcia in più per fare carriera nelle professioni digitali in ambito nazionale e internazionale.

Siamo molto orgogliosi di avere fortemente contribuito come Ninja Academy alla realizzazione del primo schema di certificazione delle competenze dei Digital Marketing Manager, Social Media Manager ed eCommerce Manager, tre professioni oggi fondamentali e che necessitano di essere sempre più riconosciute, apprezzate e valorizzate nel mercato. Questo schema e la relativa certificazione saranno una base solida per permettere alle aziende di scegliere professionisti qualificati“, ha detto Mirko Pallera, CEO & Founder di Ninja Academy e primo commissario d’esame qualificato in Italia insieme ad Adele Savarese.

Maggiori informazioni su come intraprendere il percorso di certificazione sono disponibili qui.

black friday email marketing

Black Friday: come massimizzare la strategia di email marketing

Il Black Friday (il venerdì successivo al giorno del Ringraziamento), è un’occasione d’oro per le aziende. Si tratta di uno dei periodi più fecondi in termini di acquisto, probabilmente il più ricco dopo quello natalizio.

Una grande occasione per le attività di marketing, che rischia di trasformarsi in una sconfitta se non si è in grado di distinguersi nel rumore delle tante comunicazioni promozionali.

Anche se nel nostro Paese non ci sono le lunghe code e le resse nei negozi per accaparrarsi le migliori occasioni del “venerdì nero”, tipiche del mercato USA, molte sono le persone che attendono con ansia questo periodo per usufruire di eventuali sconti.

LEGGI ANCHE: Black Friday online: 3 strategie per aumentare le vendite

Il potere delle email

L’email è ancora uno strumento fondamentale per le campagne di marketing. L’invio di un’email è un gesto comune, parte integrante della nostra quotidianità. Nel 2021, ogni giorno, sono state inviate circa 319,6 miliardi di email, si ipotizza che nel 2025 la cifra crescerà fino a 376,4 miliardi di mail giornaliere.

Sempre secondo le stime, entro tale data, gli utenti di posta elettronica saranno 4,7 miliardi.

Il numero di email ricevute aperte da smartphone conferma il trend di crescita dei dispositivi mobili: già nel 2018, il 43% delle email è stata letta da telefono cellulare.

Nonostante la maggior parte degli utenti si dichiari annoiato dallo spam e preoccupato dai virus che viaggiano in allegato all’email, riconoscono anche di essere sufficientemente in grado di difendersi dal contagio.

Nel 2019, il 45% degli utenti ha riferito di aver evitato di aprire email con mittente sconosciuto.

Perché inviare email per il Black Friday

Nel periodo del Black Friday ci sono maggiori possibilità che gli utenti aprano le email pubblicitarie, mostrando una propensione agli acquisti superiore al normale. Non inviarle, vuol dire perdere un’occasione per incrementare le vendite in un momento in cui il consumatore è particolarmente sensibile.

L’invio di posta elettronica aumenta, inoltre, la possibilità di attirare nuovi clienti, spingendoli a sottoscrivere l’iscrizione alla propria newsletter.

 

Il tasso di apertura delle email del periodo risulta essere più alto alle 10.00 del mattino e alle ore 16.00: nel primo caso, è un modo per fare una piccola pausa sul lavoro; nell’orario pomeridiano, invece, una distrazione quando si è quasi terminato il lavoro della giornata.

6 Consigli per massimizzare le email

1. Pianificare in anticipo: nulla può essere fatto in breve tempo e senza lavoro, per creare un’ottima campagna email ci vuole tempo.

Già durante l’estate occorre pensare attentamente a come muoversi, rivedere il proprio database clienti, capire come realizzare messaggi personalizzati, e prevedere piani di offerta che avranno un buon eco e il massimo delle conversioni

2. Decidi il target: la segmentazione dei clienti è fondamentale.

Il primo passo è l’analisi del database, per cercare di capire chi sono i nostri clienti e cosa desiderano. Fidelizzare il consumatore è un aspetto fondamentale delle attività di marketing contemporanee: il cliente “desidera” un customer journey soddisfacente e pretende di essere seguito in questo suo viaggio di acquisto.

L’attenzione deve essere prestata agli acquisti precedenti e a quelli complementari.

Premia i clienti già fedeli per farli sentire apprezzati, magari riservandogli delle offerte specifiche o con l’invio di email in anticipo rispetto agli altri.

Potrebbe risultare tattico inviare, già durante il Black Friday, dei consigli per gli acquisiti di Natale: è un modo per coccolare il consumatore che ama fare wish list e muoversi per tempo, spingendolo ad approfittare del periodo di sconti per portarsi avanti con i regali di Natale.

3. Attenzione all'”oggetto” dell’email: un’email non aperta è un’occasione persa.

Per il Black Friday la mail deve sapersi distinguere, visto che la casella di posta elettronica degli utenti sarà colma di messaggi promozionali. L’oggetto delle email è il primo elemento che salta all’occhio del consumatore, deve catturarlo e spingerlo a leggere il corpo della mail, senza cancellarla ancor prima di aprirla.

Puntare sull’umorismo e i punti di forza del brand è determinate, ecco qualche esempio:

offerte che ci rendono orgogliosi (a differenza di nostro nipote Steve)” (Groupon);

Ottieni più spazio in cucina grazie a queste semplici soluzioni” (IKEA);

Smetti di sprecare soldi in inchiostro” (HP).

Lo spazio dell’oggetto può essere sfruttato anche per insinuare un senso di urgenza nell’acquirente: “solo 10 pezzi rimasti”; “venduti velocemente…”; “quasi spariti…”.

Nel periodo precedente alla data clou, prepara l’utente all’imminente scadenza, con frasi del tipo: “sei pronto per il Black Friday?”; “Mancano pochi giorni…”.

Nell’ultima fase del periodo, invece, quando le offerte volgono al termine, incentiva con espressioni tipo: “ultima occasione”; “non è troppo tardi per…”; “inizia lo shopping”; “offerta solo per te”.

LEGGI ANCHE: 9 consigli per scrivere l’oggetto perfetto per le tue email (ed evitare il cestino)

4. Crea l’aspettativa: fornire un’anteprima è utile perché crea aspettativa.

Inoltre, il consumatore ha modo per pianificare gli acquisti in base al proprio budget, e di conoscere la durata delle offerte, senza doversi precipitare nel giorno del Black Friday (nel caso in cui gli sconti previsti durino più giorni).

La presentazione delle offerte andrebbe fatta almeno con una settimana d’anticipo, corredata con un countdown che potrebbe risultare strategico: il conto alla rovescia aumenta l’ansia per l’attesa.

5. Corpo e grafica dell’email: nella moltitudine di email di offerte ricevute nel Cyber Week (la settimana che include il Black Friday e il Cyber Monday), bisogna distinguersi in creatività.

Convinto il consumatore ad aprire la mail, quest’ultima deve riportare in modo facilmente individuabile le informazioni principali che si ricercano prima di effettuare un acquisto online: politica di restituzione, assistenza clienti, e chat per comunicazioni in tempo reale.

Il testo deve essere breve perché le email ricevute nel periodo sono molte, spingendo così l’utente ad eseguire una lettura veloce, definita “modello Z”, svolta saltando parti del testo; oppure si segue il  “modello piramidale”, soffermandosi solo sulla parte iniziale testo.

Per tali motivi le informazioni principali dovrebbero trovarsi essenzialmente nella prima parte del testo ed essere evidenziate, in modo da catturare immediatamente l’occhio del lettore.

L’email deve essere, inoltre, graficamente accattivante: eleganti e colorate. Il colore dominante è fondamentale, deve richiamare il periodo con tutti i suoi simboli: il nero e l’arancione (il colore delle zucche, alimento tipico del Ringraziamento americano), la fanno da padrone. Per sembrare più interattive possono riportare un bottone call to action.

6. Non dimenticare il “carrello abbandonato”: riempire carrelli online è un tipico sport degli amanti dello shopping! Molti vengono riempiti molto prima del Black Friday, nella speranza di buone offerte, ma poi restano dimenticati, tra i tanti che i tanti siti che il consumatore ha consultato.

Cerca di ricordare al cliente che il carrello è rimasto in sospeso, riaccendendo il lui il desiderio del prodotto

I “trucchi” da non dimenticare

Per avere un maggior impatto sul pubblico e assicurarsi che non si dimentichi delle offerte del brand, è bene inviare più di un’email, studiate una sequenza ponderata e non casuale, facendo molta attenzione a non creare spam.

Prima della partenza della campagna di sconti, è necessario testare il processo di acquisto del sito web: l’obiettivo è quello di ricevere un numero di ordini maggiori rispetto alla quotidianità, ma occorre accertarsi di essere in grado di evaderli, e che il sito funzioni nel modo più adeguato, per non rischiare di perdere clienti in futuro.

Gratifica il cliente dopo l’acquisto inviando un’email di ringraziamento, o premiandolo con un ulteriore sconto futuro per aver usufruito delle offerte del Black Friday.

Oltre agli sconti che il pubblico si aspetta, si può offrire qualcosa di inaspettato, come il regalo di una tessera vip ricevuta con l’acquisto, o la possibilità di poter visionare in anteprima la nuova collezione del brand, o ancora, prevedere la spedizione gratuita per il venerdì, un elemento sempre molto apprezzato dai consumatori.

SEO per il Metaverso: le nuove strategie di Content Marketing

Che la realtà sensibile ed esperibile non sia limitata a ciò che abbiamo intorno è un dato ormai assodato. Muovendoci tra le alternative possibili, realtà aumentata e realtà virtuale, viviamo cambiamenti epocali che modificheranno, se non lo hanno già fatto, le nostre percezioni e le nostre abitudini.

I mondi paralleli offerti da VR e AR hanno oltrepassato gli argini del puro entertainment per approdare nelle imprese. Complice la pandemia da Covid 19, il settore del commercio è consacrato, di fatto, all’online.

Tutto si gioca sulla ricerca visiva che rappresenta la chiave per attrarre gli utenti del metaverso.

Se fino a oggi i marketer di ogni dove si sono spesi in strategie brillanti per farsi trovare sui motori di ricerca, dovranno cambiare rotta per essere trovati nel metaverso. Come cambierà la SEO per il Metaverso? Che fine farà la SEO? Si dovrà parlare di Metaverse Optimization? Scopriamolo insieme.

Come cambierà la SEO per il Metaverso: Millennials e Gen Z alla guida di una rivoluzione

Per comprendere realmente quali saranno le nuove strategie di web (o metaverse) marketing è necessario fare un focus rapido sull’evoluzione dei consumi e degli utenti.

Come abbiamo appena affermato, gli indicatori che presagiscono il futuro roseo dello shopping online (e virtuale) sono parecchi.  I target diventeranno sempre più giovani poiché avanzano inesorabilmente le frange di Millennials e Gen Z portatori di innovazione e di nuove esigenze.

Un sondaggio promosso da OnBuy.com rivela che il 53% delle persone di età compresa tra 25 e 34 anni preferirebbe fare acquisti online piuttosto che entrare in un negozio fisico. Pare, infatti, che il 61% dei Millennials affermi di trovare più efficiente parlare con un rivenditore tramite SMS o chat online.

Il Gruppo Gen Z si fa portavoce di una vera svolta. Si tratta di una “nuova generazione di consumatori” che, cresciuta in un mondo florido di tecnologia,  rincorre le tendenze, lascia spazio alle opportunità e alle novità non garantendo la propria fedeltà ai marchi. 

Gen Z

Ottimizzazione dell’ambiente virtuale (VEO)

VR e AR, dunque, hanno un impatto rilevante in ogni campo: non è sbagliato dire che shopping ed eCommerce sono gli ambiti di maggiore riverbero.

Perché le nuove schiere di consumatori, Millennials o GenZ che siano, desiderano immergersi in un’esperienza di acquisto online. Non c’è nulla di più suadente che provare vestiti e scarpe online come nel caso del mondo VR di Nike.

nike land in roblox - seo per il metaverso

In questo quadro di innovazione i marketer sono chiamati a restare al passo con il futuro del commercio VR.

E se un tempo la SEO è stata regina indiscussa delle strategie di posizionamento e di marketing, oggi il mondo si apre a una imponente novità: la VEO, l’ottimizzazione dell’ambiente virtuale.

La crescita del metaverso è inevitabile ed è qualcosa che dovremmo iniziare a prendere in considerazione ora“. Queste le parole di Mindy Weinstein , fondatore e CEO di Market Mindshift, crede che la realtà virtuale sia qui per restare e, in quanto SEO, dobbiamo adattarci ai cambiamenti.

Secondo Weinstein “dato che il metaverso è un ambiente visivo, dovremmo assicurarci che le immagini ottimizzate siano incluse nelle nostre strategie di contenuto SEO. Inoltre, il metaverse è già impostato per l’audio, quindi non è un grande salto di immaginazione che verrà sviluppato un tipo di opzione di ricerca vocale. Pertanto, credo che con l’evoluzione del metaverso, la ricerca vocale debba essere al primo posto per i marketer digitali“.

LEGGI ANCHE: Includi i video ASMR nella tua strategia di marketing per arrivare alla Gen Z

Le evoluzioni della SEO

E chi si occupa di SEO non dovrà né stupirsi né spaventarsi rispetto alle evoluzioni che l’ottimizzazione delle ricerche subirà di qui a breve.

Già da tempo, infatti, Big G ci ha abituati a ripensare alle strategie di posizionamento con Hummingbird, una delle revisioni complete dell’algoritmo principale di Google.

Fin da quest’ultimo aggiornamento l’Azienda di Mountain View ha influenzato il modo con cui il suo motore di ricerca seleziona gli articoli più pertinenti, sfruttando la ricerca semantica ed il Knowledge Graph.

Nel 2015 Bloomberg pubblicò il primo di una serie di interessanti articoli in cui spiegava come Google avesse modificato la formula con cui calcolava i siti rilevanti da far comparire in cima al suo motore di ricerca, basandosi  sull’intelligenza artificiale. Questo, grazie a un nuovo algoritmo che oggi noi tutti – o quasi – conosciamo come RankBrain.

Si tratta di fatto di un sistema di “filtri semantici” basato sulla intelligenza artificiale in grado di apprendere in modo automatico, che viene effettivamente utilizzato da Google per affinare i risultati di ricerca.

LEGGI ANCHE: È partito il Core Update di Google al suo algoritmo, l’aggiornamento che può scuotere le SERP

Vocal Search tra VSO e VEO

Anche la Vocal Search ha rappresentato un importante traguardo grazie anche all’avento di Alexa, Cortana, Siri o il Google Assistant.

amazon alexa - seo per il metaverso

E i marketers hanno sviluppato tecniche di VSO, acronimo di Voice Search Optimization, e VEO, acronimo di Vocal Engine Optimization, indicano le strategie di ottimizzazione dei motori vocali. Il fine è quello di offrire alle persone la miglior esperienza conversazionale e di permettere a pagine web e contenuti di posizionarsi nei cosiddetti VERSO.

I VERSO, Vocal Engine Result Search Output, sono i risultati offerti dai dispositivi di Voice Search e corrispondono alle SERP per le ricerche digitate sui motori di ricerca.

L’obiettivo delle strategie di ottimizzazione per la Vocal Search è quello di intercettare traffico qualificato e una domanda più o meno consapevole a seconda della fase del funnel in cui la persona si trova. È così che la Vocal Search favorisce il contatto con il brand e le conversioni.

Cosa cambierà, dunque, nello scenario del Metaverso? Come cambierà la SEO per il Metaverso? Forse le soluzioni sono già a portata di mano. Anzi, di voce.