Sotto-tag TOFU (top) di Funnel

cannes-lions-2022 ninja marketing

Le campagne pubblicitarie che hanno ruggito più forte ai Cannes Lions 2022

L’edizione dei Cannes Lions 2022 torna dal vivo dopo due anni di assenza. La pandemia e i disagi sociali hanno di certo cambiato la società, portando in superficie argomenti profondi legati all’essere umano. Ai Cannes Lions 2022 le tematiche trattate si sono espresse con una comunicazione piena di valori; dall’ambiente, all’equità di genere, al supporto alle minoranze.

I brand si fanno portavoce, in modo sempre più importante, delle trasformazioni e delle evoluzioni che la società di oggi necessita e che richiede. Sono i protagonisti dell’inclusività, della consapevolezza ambientale, del cambiamento culturale del mondo intero.

E tutto questo lo si è visto nei lavori presentati e nei Grand Prix assegnati durante i cinque giorni del festival dedicati alle eccellenze del mondo pubblicitario.

hope-reef-sheba-mars

Grand Prix Film

CHANNEL 4 | Super. Human

Agency 4creative London

Il film è il seguito del racconto fatto nei precedenti spot promo per le Paralimpiadi di Tokio 2020. La narrazione di un mondo così diverso da quello che la maggior parte di noi conosce ma in fondo così simile: sacrificio, costanza, sfide da superare, sono gli elementi comuni che rendono il paralimpico uguale all’olimpico. Difficoltà negli allenamenti come nella vita di tutti i giorni: scontri, incongruenze, dubbi interiori.

E infine la provocazione: “Per essere un paralimpico ci deve essere qualcosa di sbagliato in te”. Anche se per essere super non c’è niente di più vincente che essere semplicemente umano. Super. Human.

 

Gran Prix Film

APPLE | Escape From The Office

Agency: Apple, Sunnyvale / Smuggler, Central LA

Un secondo Grand Prix Film premiato ai Cannes Lions 2022 va alla creatività di Apple. Il coraggio di abbandonare un lavoro e un ufficio per inseguire i propri sogni imprenditoriali e di sicuro per una propria indipendenza economica. Una rivoluzione che la maggior parte dei professionisti sta in qualche modo vivendo. Facile farlo fantasticando durante la pausa pranzo e facile è la possibilità di organizzare al meglio un gruppo di lavoro, idee e progetti grazie ai sapienti tool e device di Apple.

 

Gran Prix Outdoor

ADIDAS | Liquid Billboard

Agency: Havas Middle East Dubai

Il 32% delle donne nel mondo prova disagio a nuotare in pubblico. In Medio Oriente, dove la connotazione religiosa è particolarmente discriminante verso le donne, il disagio di mostrare gran parte del corpo è molto più profondo. Così Adidas presenta una nuova collezione di costumi inclusivi, pensati per far sentire a proprio agio ogni donna e per permettere loro di vivere le attività in acqua con più libertà.

Un cartellone liquido, trasparente e acrilico che invita a fare un tuffo “oltre la superficie”, con l’intento di combattere i confini limitanti imposti dalle società e dando diritto a tutte le donne di sentirsi a proprio agio, sempre e ovunque.

cannes-lions-adidas-ninja marketing

 

Grand Prix Design

PENGUIN BOOKS | Portuguese (Re)Constitution

Agency: FCB Portugal

Trasformare il testo simbolo di una cultura oppressiva in un libro di espressione artistica e di libertà del popolo portoghese. Per il 50esimo anno dalla liberazione fascista, un nuovo testo dunque, in cui parole e illustrazioni, attraverso la tecnica della poesia oscura, veicolano un messaggio di libertà di espressione contro la censura tipica del periodo.

cannes-lions-portuguese-reconstitution-ninja marketing

Grand Prix Digital Craft

UNESCO | Backup Ukraine

Agency: Virtue Worldwide, New York

La tecnologia in aiuto della conservazione della cultura di un popolo. Con il progetto Backup Ukraine, ogni cittadino ucraino può trasformare il proprio smartphone in un archivio fotografico. Attraverso il GPS ogni scatto potrà catturare qualsiasi luogo o monumento e salvarli nel cloud per ricordarli per sempre. Per ricostruire la propria cultura, per essere custodi del patrimonio.

Perché nessuna guerra può distruggere la memoria e l’identità di un popolo.

Grand Prix Film Craft

PENNY | The Wish

Agency: Service Plan Munich

Penny, un piccolo supermercato tedesco presenta la sua campagna ai Cannes Lions 2022. Semplice ma di grande effetto, nel film si esplora il disagio emotivo vissuto in ogni parte del mondo negli ultimi due anni. Durante la pandemia, infatti, lo stop a qualsiasi attività e relazione ha impedito soprattutto ai giovani di vivere esperienze, momenti importanti e semplice quotidianità. Il desiderio più grande di un genitore è di poter ridare ai propri figli quel pezzo di vita rubata.

 

Grand Prix Industry Craft & Grand Prix for Media

MARS-SHEBA | Hope Reef

Agency: AMV BBDO London

La barriera corallina e insieme a tutta la fauna che popola gli oceani hanno subito grandi danni e perdite disastrose. Sheba, il pet food arriva in soccorso insieme a ONU e WWF portando in alto la bandiera della sostenibilità ambientale. Una soluzione per ricreare l’habitat adatto alla ricostruzione e allo sviluppo dei coralli in Indonesia grazie a dei supporti. In due anni i coralli hanno avuto una ricrescita esponenziale attorno ai supporti, lanciando inoltre un grande messaggio: Speranza. La nuova barriera corallina rappresenta anche il primo billboard visibile da Google Earth e con un messaggio positivo, chiaro e corale.

 

Grand Prix in Glass: The Lion for Change

WECAPITAL | Data Tienda

Agency: DDB Mexico

L’83% delle donne messicane non ha uno storico creditizio, il che impedisce loro la possibilità di ricevere prestiti e di avviare di una impresa. La società di investimento WeCapital attenta all’inclusione delle donne in ambito finanziario ha creato Data Tienda, un centro informativo per la verifica dei loro pagamenti rintracciabili grazie ai prestiti in negozi di quartiere. Così da avere uno storico finanziario e concedere credito alle donne, in tutti i sensi.

 

Gran Prix Sustainable Development Goals

P&G | The Missing Chapter

Agency:  Leo Burnett Mumbai

In India, la mancanza di educazione sanitaria nelle scuole ancora oggi è la causa responsabile della discriminazione sociale e culturale delle ragazze. P&G intende combattere questi tabù, spingendo il governo a cambiare un sistema scolare antiquato e discriminatorio. Il capitolo mancante è proprio quello relativo al ciclo mestruale, alla conoscenza e consapevolezza del proprio corpo. P&G attraverso la voce di Whisper, il brand di assorbenti, riporta nei libri il capitolo fondamentale dell’identità femminile e della sua fisiologica evoluzione.

cannes-lions-2022-P&G-ninja marketing

LEGGI ANCHE: Cannes Lions 2021: i vincitori e le campagne più coinvolgenti

 

Grand Prix Social & Influencer Radio & Audio Brand Experience & Activation

VICE MEDIA | The Unfiltered History Tour

Agency: Dentsu Creative Bengaluru

Un giro virtuale nel British Museum, tra reperti sottratti alle diverse identità culturali e raccontati da esperti nativi. Storie reali, senza filtri in un tour in AR tra cultura e società.

 

Grand Prix Creative Effectiveness

MICHELOB ULTRA | Contract For Change

Agency: FCB Chicago

Un’iniziativa, un cambiamento consapevole che fa bene agli agricoltori e al pianeta. Passare ad un’agricoltura biologica, sebbene sia una scelta sostenibile, è un processo lungo e costoso. Così il marchio di birra di proprietà AB InBev per facilitare il passaggio al biologico e incoraggiare gli agricoltori a intraprendere questa strada green, si propone loro come acquirente a lungo termine per la produzione della sua Pure Gold.

Nelle previsioni produttive di AB Inbev, l’aumento dell’offerta di colture biologiche consentirà a Pure Gold di crescere del 25% entro il 2023.

 

Grand Prix Creative Strategy

DECATHLON | The Breakaway: The First Ecycling Team For Prisoners

Agency: BBDO Belgium

Lo sport virtuale per aiutare i detenuti a reintegrarsi in società. Questa è l’idea di Decathlon Belgio, presentata ai Cannes Lions 2022, che rende lo sport accessibile a tutti e come chiave per ogni tipo di libertà. Grazie alla piattaforma di ciclismo virtuale Zwift, la prima squadra di e-cycling formata da detenuti, potrà gareggiare con altrettante squadre del mondo esterno. Per paragonarsi, per avere obiettivi positivi, per migliorarsi.

 

Gran Prix Creative Commerce

WINGSTOP | ThighStop

Agency: Leo Burnett Chicago

La carenza di ali di pollo nel 2021, ha spinto uno dei famosi fast food americani specializzati in ali di pollo a proporre un’alternativa. Quella della vendita delle cosce di pollo. WingStop con un simpatico rebranding si è trasformato in ThighStop, con tanto etichette e buste appositamente rivisitate, ottenendo una nuova tipologia di acquirente e aumentando le vendite del 10%.

Quando si dice che una debolezza si può trasformare in vantaggio!

grand prix commerce- wingstop-ninja marketing

 

Grand Prix Titanium

KIYAN PRINCE FOUNDATION, EA SPORTS, QPR E MATCH ATTAX | Long Live The Prince

Agency: Engine London

Il giovane calciatore Kiyan Prince, ucciso 15 anni fa mentre tentava di difendere un suo amico, viene proiettato virtualmente nella sua vita da 30enne. Giocatore nel videogame Fifa è anche il volto del brand sportivo JD, ma non solo per la gloria. La Fondazione che porta il suo nome ha raccolto fondi per consentire ai giovani del Regno Unito di allontanarsi dalla criminalità e avere la possibilità di raggiungere i propri obiettivi attraverso la formazione e l’insegnamento di valori positivi.

Anche l’Italia si è guadagnata i suoi premi ai Cannes Lion 2022

PUBLICIS ITALY

-Silver Lion Digital Craft Silver + Bronze Lion Social & Influencer

HEINEKEN | The Virtual Heineken Silver

-Gold Lion Film Bronze Lion Film

HEINEKEN | The Night Is Young

-Silver Lion Outdoor

HEINEKEN | The Genderless Billboard

-Bronze Outdoor

HEINEKEN | The Unwasted Beer

-Bronze Lion

HEINEKEN | A Lockdown Love Story

-Silver Lion Social & Influencer

NETFLIX |The Sound of Stories

VMLY&R ITALY

Silver Lion Industry Craft    Silver Lion Print

ROLLING STONES | Rockin’ Mamas

OGILVY MILAN

Silver Lion Media Entertainment Lions for Music Outdoor

PRIME VIDEO | Staraoke

DDB MILANO

Bronze Lion Media

IKEA | The Suitcase

HAVAS GROUP

Silver Lion Outdoor

AFFINITY – ULTIMA | Neverending Chase

Come Google si sta impegnando per rendere il marketing più inclusivo

Scritto da Lorraine Twohill, CMO Google

Come figlio di genitori sordi, Tony Lee, un designer del mio team, dice di aver sempre avuto un piede nel mondo degli udenti e uno nel mondo dei non udenti.

Quando la pandemia li ha separati, Tony e i suoi genitori hanno utilizzato l’app Live Transcribe di Google e Google Meet per comunicare da lontano e condividere momenti importanti, come la nascita del figlio di Tony, il primo nipote dalla famiglia.

Questa esperienza, che Tony ha condiviso nel nostro spot “A CODA Story“, ha toccato persone in tutto il mondo. E questo ci dice che quando allarghiamo la portata della nostra creatività, capiamo davvero quanto possa essere potente il marketing inclusivo.

Ogni anno vengono pubblicati circa due milioni di annunci pubblicitari, ma molte persone segnalano un problema di rappresentazione, individuale o della propria comunità. Tutti meritano di provare un senso di appartenenza. In quanto esperti di marketing, è nostro compito assicurarci che le storie che raccontiamo siano davvero inclusive. Ciò significa anche rendere il nostro marketing accessibile in modo che le persone con disabilità, il 15% della popolazione mondiale, possano rapportarsi a pieno con contenuti, prodotti ed esperienze.

Vogliamo fornire ai professionisti del marketing, agli inserzionisti e ai creativi gli strumenti di cui hanno bisogno per realizzare campagne in cui le persone con disabilità si riconoscano perché accuratamente rappresentate.

marketing più inclusivo - donna che impara la lingua dei segni

LEGGI ANCHE: Linkedin Ads: come funzionano le campagne a pagamento

Il manuale di strumenti inclusivi di Google

Ecco perché oggi integriamo il nostro manuale di strumenti di marketing inclusivo All In con nuovi spunti per un marketing accessibile. Questa guida approfondita è stata creata in collaborazione con team esperti nell’inclusione di persone con disabilità, come Disability:IN e LaVant Consulting, ed è stata approvata da organizzazioni di settore rilevanti come l’American Association of Ad Agencies e Ad Council.

E quale posto migliore per presentare questi insight se non a Cannes Lions, il Festival internazionale della creatività, dove quest’anno rappresentare chi è sottorappresentato nel lavoro creativo è un tema portante. In qualità di primo partner ufficiale per l’accessibilità di Cannes Lions, stiamo lavorando con l’organizzazione per assicurarci che il Festival stesso sia fruibile appieno dalle persone con disabilità, per esempio coinvolgendo interpreti di lingua dei segni americana (ASL) e usando Live Transcribe per i sottotitoli in tempo reale.

Ci assicureremo inoltre che la Google Beach, la nostra base a Cannes, sia accessibile in sedia a rotelle e fornisca sottotitoli CART, Live Transcribe sui telefoni Google Pixel per sottotitoli in tempo reale e interpreti di ASL in modo che tutta la programmazione di Google soddisfi le migliori pratiche per l’accessibilità.

Quando abbiamo lanciato All In l’anno scorso, il nostro obiettivo era incoraggiare il settore ad attingere al nostro senso di responsabilità collettivo per realizzare progetti in cui tutte le persone si sentissero incluse. Nel frattempo, abbiamo ampliato le nostre collaborazioni per presentare un’ampia gamma di esperienze, inclusa la pubblicazione della prima ricerca approfondita del settore sull’inclusione delle persone che si identificano come plus-size in collaborazione con la National Association to Advance Fat Acceptance.

Con il supporto costante dei nostri partner, stiamo assistendo a miglioramenti significativi. Ad esempio, il nostro audit annuale sulla creatività marketing di Google ha rilevato che le nostre migliori campagne negli Stati Uniti nel 2021 hanno fornito ruoli più importanti per le donne e hanno superato i nostri obiettivi per aver rappresentato meglio i membri delle comunità asiatiche, nere e latine.

Google Audit - Key Insight - Asian

Abbiamo anche fatto progressi nel modo in cui rappresentiamo le persone con disabilità nei nostri annunci pubblicitari, ma abbiamo ancora molta strada da fare. Nel 2021 le persone con disabilità erano rappresentate nel 5,6% dei nostri annunci, un aumento di 5 volte rispetto all’anno precedente.

La sida di rendere il marketing più inclusivo

Abbiamo anche ridotto drasticamente gli stereotipi sulla disabilità nel nostro lavoro evitando di rappresentare le persone con disabilità come dipendenti da qualcun altro o come amiche solo di altre persone con disabilità, e abbiamo evitato le rappresentazioni retoriche nel 96% di quegli annunci. Ma sappiamo che non basta produrre creatività che presentino autenticamente le persone con disabilità e le loro identità intersezionali, dobbiamo assicurarci che tutte queste persone possano effettivamente fruire di quella creatività. Ecco perché ci concentriamo anche sull’applicazione delle ultime best practice di marketing accessibile, ora condivise su All In.

Google Audit - Key Insight - Black

A breve, estenderemo All In a tutto il mondo, pubblicheremo insight sul pubblico di più paesi entro la fine dell’anno. Abbiamo anche in programma di collaborare con marchi in diversi settori per investire in iniziative di marketing inclusivo a livello globale e condividere le nostre conoscenze collettive con l’intero settore creativo.

Più di 20 anni fa, Google ha iniziato a perseguire l’ambizioso obiettivo di organizzare le informazioni del mondo e renderle universalmente accessibili e utili. Potremo portare a termine la nostra missione solo quando tutte le persone potranno sentirsi rappresentate in ciò che facciamo.

Google Audit - Key Insight - Latinos

Il nostro impegno per porre fine agli stereotipi dannosi, ritrarre comunità sottorappresentate e affrontare la disuguaglianza nella pubblicità non è solo una nostra responsabilità, ma è anche la nostra motivazione e principio guida. È incoraggiante sapere di aver intrapreso questo viaggio di marketing inclusivo insieme a così tante persone e non vediamo l’ora di condividere idee e insegnamenti questa settimana a Cannes e in futuro.

tiktok e PMI

Scopri come Hollywood sta sfruttando TikTok per arrivare alla Gen Z

TikTok ha un innegabile posto d’onore nell’attuale panorama dei social media, con un forte ascendente in particolare sui nativi digitali, coloro che sulla carta d’identità registrano un anno di nascita tra il 1997 e il 2012.

Se i Millenial amano consumare contenuti, la Generazione Z predilige creare contenuti, e  in questo TikTok, appare come la piattaforma giusta per eccellenza: video di 15-60 secondi, visualizzati senza soluzione di continuità, che attirano il pubblico con la propensione al binge-watching.

L’industria cinematografica americana sta diventando una presenza forte sul social: non c’è voluto molto ai colossi del cinema per comprendere quanto il mezzo possa raggiungere direttamente i giovanissimi, in particolar modo sfruttando l’umorismo e l’irriverenza.

tiktok e hollywood

Lionsgate (e non solo) insegna come fare

Lionsgate Entertainment, (entertainment company statunitense che ha distribuito l’ultimo film di Pedro Pascal, “The unbearable weight of massive of talent”), ha pubblicato un video su TikTok, diventato velocemente virale, in cui il protagonista della pellicola, in una live streaming, ripete “sono il papà dei papà”.

@lionsgate pedro is definitely the daddiest daddy. #massivetalent #pedropascal ♬ original sound – Lionsgate

Ebbene, la sezione commenti è ricca di utenti che esprimono meraviglia circa il fatto che una clip del genere sia stata pubblicata sull’account ufficiale della compagnia.

“[…] è una piattaforma con un proprio linguaggio che richiede autenticità” spiega Marisa Liston, Presidente Marketing Cinematografico mondiale di Lionsgate, “poiché il nostro team social utilizza TikTok nel modo in cui lo usano i fan, sta coinvolgendo i follower e costruendo i nostri brand da una prospettiva incentrata sui fan”.

La strategia di far ricorso ad una vena comica non è certo una novità per la compagnia che vanta 4 milioni di follower e 90 milioni di Mi Piace: uno dei loro video più virali è “Pinocchio: a true story”, con il trailer dell’attore Pauly Shore, voce del burattino italiano, che utilizza un tono spiccatamente femminile, tanto da renderlo, in un attimo, icona LGBTQ.

Il video, che ha totalizzato oltre 6 milioni di visualizzazioni, ha registrato molteplici commenti relativi all’efficacia della pubblicità del film realizzata in modo alquanto alternativo.

La strategia dell’umorismo su TikTok non riguarda però solo i titoli in uscita: è infatti sfruttata anche per evocare un effetto nostalgia dei vecchi film, e per generare conversazioni su di essi.

Uno dei video più virali è stato pubblicato sull’account della Universal Pictures: una clip musicale con la canzone sottotitolata “We’re cheerleader” del film “Bring it on” uscito nel 2000, ha avuto grande successo proprio per aver sottotitolato per la prima volta il testo della canzone, nonostante non fosse una novità del botteghino.

“[…]  la Universal può parlare da un luogo di autorità come nessun altro può, sfruttando i film che le persone conoscono e amano” ha speigato Alex Sanger, Vicepresidente esecutivo di Universal marketing digital, “[…] possiamo diventare un po’ più irriverenti e lo-fi” ha continuato Sanger, “è semplicemente un ottimo posto per noi per avere quelle conversazioni continue e creative con i fan”.

LEGGI ANCHE: TikTok Marketing: cosa possono imparare i brand dal pubblico e dai creator

Perché essere irriverenti su TikTok aiuta

È chiaro che TikTok appare lo strumento perfetto per comunicare senza prendersi troppo sul serio, utilizzando un linguaggio meno formale anche sui canali definiti formali. Ed è altrettanto ovvio che il target di riferimento sia la Generazione Z.

“[…] è un modo genuino per connettersi con il pubblico e divertirlo” ha sottolineato Nikao Yang, Responsabile dei media, intrattenimento e giochi di TikTok, “[…] si tratta di come sfrutti TikTok per amplificare il tuo messaggio per entrare in contatto con il pubblico, convertirlo in fan che poi verranno a guardare e trasmettere in streaming i tuoi film”.

Non è un’alternativa agli altri social, ma uno strumento che permette una comunicazione meno istituzionale, non per questo meno efficace, prodotta da un account ufficiale. Ha un tono emotivo ed empatico che colpisce la mente del consumatore giovane.

social media tiktok

LEGGI ANCHE: Lasciare il lavoro è virale: la Gen Z festeggia il licenziamento sui social

La pubblicità che non disturba

Altro importante aspetto che sta spingendo le imprese dell’industria cinematografica a spostare il focus del proprio marketing su TikTok, è l’efficacia dei contenuti pubblicitari. La Generazione Z sembra essere ben disposta ad accettare i messaggi pubblicitari su TikTok, perché, a differenza degli altri social, i contenuti pubblicitari sembrano essere parte del video, e non sono immediatamente riconoscibili.

La community può offrire un coinvolgimento senza pari agli inserzionisti, “[…] l’industria si sta orientando verso di noi perché sanno che abbiamo questa ambita fascia di consumatori di cui il settore ha bisogno, per far crescere la comunità dell’intrattenimento e per far crescere l’industria”, ha commentato ancora il Responsabile del social.

Universal, ad esempio, ha sfruttato la potenzialità del social con una riuscita campagna per pubblicizzare il film “Fast and Furious 9”, con un video esilarante in cui ha partecipato il creatore Daniel Mac insieme alla star Helen Mirren, che ha raggiunto più di 46 milioni di visualizzazioni.

Perché la pubblicità su TikTok funziona?

Semplice, lo chiarisce in poche parole uno dei principali tiktoker, Juju Green (alias @straw_hat_goofy), soprannominato “il ragazzo del cinema”, che in poco tempo, soltanto da gennaio 2020, è riuscito a raggiungere 3 milioni di follower mostrando le sue opinioni in fatto di cinema. “Se ti affermi su TikTok come una persona reale che ha solo molti pensieri sui film, poi le persone vogliono sentire i tuoi pensieri su un particolare film in uscita […] sembra meno pubblicità” ha affermato Green, che vanta collaborazioni preziose come Sony, Google e Hulu.

I nativi digitali partecipano alla creazione del contenuto, lo co-creano, lo condividono, e realizzano, involontariamente, una propagazione gratuita, veloce e di lunga durata, in un modo che che l’industria non potrebbe fare da sola.

Si rinnova così quell’abusato concetto di “prosumer” (produttore-consumatore), coniato da Alvin Toffler  negli anni ’80, quando il consumatore si è affacciato sul mercato in modo attivo e ha iniziato a far sentire la propria voce.

E per il momento, secondo le parole del vicepresidente di TikTok, le entrate cinematografiche sembrano ripagare la strategia dei produttori.

tiktok

TikTok Marketing: cosa possono imparare i brand dal pubblico e dai creator

TikTok è diventata la piattaforma leader al mondo per guardare, creare e interagire con la community attraverso video di breve durata. 

I numeri parlano chiaro: oltre 1 miliardo di persone si collega ogni mese per divertirsi e scoprire nuovi trend. Questa crescita esponenziale non può essere sottovalutata da brand e inserzionisti, che hanno bisogno di un’informazione chiara e completa per non rimanere indietro e rivolgersi al mercato con il giusto approccio.

TikTok per i marketer: imparare dai consumatori e dai creatori

Uno dei format più popolare sul social media tanto amato dai giovani è quello dell’edutainment: sono contenuti in grado di intrattenere, informare e divertire allo stesso tempo. Proprio per questo registrano un tasso di completamento elevato e si trasformano spesso in una comunicazione virale diventando veri e propri meme.

In che modo brand, marketer e inserzionisti possano sfruttare e cavalcare questa tendenza?

Territory Influence ha intervistato oltre 33.000 consumatori e creator in tutta Europa evidenziandone le intuizioni e facendo tesoro delle informazioni più preziose. Tutto questo, per estrapolare consigli concreti di marketing in grado di valorizzare al massimo le campagne dei marchi e renderle produttive ed efficaci.

L’appuntamento per fare incetta di queste indispensabili informazioni è giovedì 30 giugno, grazie al webinar di Territory Influence in cui verranno svelati i risultati della survey sulle relazioni tra brand e influencer, sulle potenzialità dei contenuti creativi all’interno della piattaforma e sulle opportunità per marketer e brand che si affacciano a questo nuovo scenario o che non hanno ancora imboccato la giusta strada per registrare numeri importanti.

Novità, tendenze e suggerimenti su come i marchi, più o meno grandi, possono collaborare con i content creator più appassionanti faranno parte della scaletta del webinar condotto da Filadelfo Aparo e Giulia Bogliolo, rispettivamente Business Developer e Client Service Leader di Territory Influence.

<< Scopri come ottenere il massimo da TikTok >>

territory influence

L’appuntamento è previsto per il giorno 30 giugno alle ore 11.00. In questo webinar imperdibile Territory Influence e i creator di TikTok ci illustreranno:

  • I risultati dell’indagine in Italia, Germania, Francia, Spagna, Italia, Polonia, Ungheria;
  • Nozioni di marketing supportate da casi di brand di varie industry;
  • Testimonianze dal vivo di esperti con background diversi (con una guest star a sorpresa).

Un’occasione unica per partire con il piede giusto, se si sta considerando l’ingresso del proprio brand sullo strumento del momento, o di ripartire con una corretta base di informazioni e consigli in grado di trasformare la propria presenza su TikTok in un canale di comunicazione efficace con il pubblico.

<< Registrati gratuitamente al webinar e scopri come vincere su TikTok >>

donne - lavoro - congedo mestruale

Diritto allo Smart Working per le donne che soffrono di dismenorrea: c’è la petizione online

Negli ultimi giorni si è parlato tanto dell’introduzione ufficiale del congedo mestruale in Spagna. Primo paese in Europa a riconoscere il diritto delle donne alla salute mestruale, grazie alla ministra delle Pari Opportunità Irene Montero: «perché non sia più normale andare a lavorare doloranti e per farla finita con lo stigma, la vergogna e il silenzio attorno alle mestruazioni».

Se pensiamo che circa l’80% delle donne soffre di cicli mestruali dolorosi, più o meno invalidanti, ci sarà facile capire quanto sarebbe importante portare questa rivoluzione anche in Italia.

LEGGI ANCHE: New Ways Of Working: come la Gen Z vede il mondo del lavoro

In realtà, non si tratta di un tema totalmente nuovo per la nostra nazione. Nel 2016 era stata avanzata una proposta di legge volta a istituire il congedo delle donne che soffrono di dismenorrea ma, purtroppo, non è mai stata approvata ed è rimasta una tematica in sospeso. Questo, probabilmente dovuto al timore che una legge di questo tipo potesse paradossalmente diventare l’ennesimo fattore discriminante nei confronti della donna da parte del datore di lavoro.

Tuttavia, oggi rispetto al 2016 abbiamo un grosso vantaggio: si chiama Smart Working.

La petizione per il Diritto allo Smart Working per le donne che soffrono di dismenorrea

Uno dei pochi risvolti positivi di questi ultimi anni di pandemia è stata la presa coscienza da parte degli imprenditori del fatto che lavorare in smart working non solo è assolutamente possibile ma anche assolutamente efficiente ed efficace.

Ed è proprio questo il fulcro della petizione che ho deciso di lanciare su Change.org, che punta a rivendicare proprio il Diritto allo Smart Working per le donne che soffrono di dismenorrea.

petizione smart working dismenorrea

Firma la petizione e aiutaci a cambiare il futuro di migliaia di donne.

In questo caso, pertanto, non si tratterebbe di impossibilità totale a svolgere l’attività lavorativa, bensì di avere la possibilità di svolgerla in modalità Smart Working nei giorni di picco del ciclo, per tutti i tipi di lavoro che lo consentono.

Alert spoiler: non è necessario essere una donna o soffrire di dismenorrea per sostenere la causa, anche un gesto di pura solidarietà può essere prezioso per migliaia di donne.

Concludendo, grazie alla Spagna abbiamo finalmente sfatato il tabù delle mestruazioni. Ora, abbiamo l’opportunità di portare questa rivoluzione anche in Italia: basta una firma per cambiare il futuro per sempre.

Benvenuto Ventunesimo secolo!

Minta e vendi il tuo primo NFT: Guida pratica

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi. L’argomento di questa puntata è dedicato a cosa può essere un NFT, su quali piattaforme è possibile pubblicare e cosa rende un progetto NFT efficace.

A parlarne con noi  Gaetano Cuomo Marketing Strategist, Founder Lost in Metaverse. e Raffaele D’Errico Blockchain Developer, Head dev Lost in Metaverse.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Cosa può essere un NFT
  • Quali piattaforme si possono usare nel settore NFT
  • Cosa rende un progetto NFT efficace

logistica per ecommerce sostenibile - byrd

Logistica per eCommerce: come rendere il tuo magazzino più sostenibile

Il cambiamento delle abitudini dei consumatori negli ultimi due anni ha sostenuto come mai prima lo sviluppo del sistema eCommerce a livello globale. Gestione del magazzino, imballaggio, spedizione e assistenza post vendita sono i processi della logistica per eCommerce riassunti nell’espressione “fulfillment” (anche resa come evasione ordini), e hanno sempre attirato maggiore attenzione da parte delle aziende.

Tuttavia, oggi le persone non sono soltanto “più digitalizzate”: il confronto con l’emergenza sanitaria ha fatto affiorare tutta una serie di nuovi bisogni, legati a un rapporto più autentico con se stessi e con l’ambiente circostante. Per questo, l’impatto delle nostre attività quotidiane sull’ecosistema viene ora valutato più attentamente con l’obiettivo di diminuirne la carbon footprint. Questa inclinazione non può che riflettersi sulla scelta dei marchi e dei servizi che meglio riescono ad abbracciare una visione eco-friendly.

Secondo una ricerca di byrd, il trasporto su gomma e via mare produce rispettivamente il 10% e il 30% delle emissioni globali di CO2, mentre il 61% dei consumatori ritiene che la sostenibilità sia responsabilità delle imprese, uniche in grado di invertire la tendenza. byrd è una startup tecnologica di logistica e fulfillment per eCommerce che ha recentemente raccolto 56 milioni di dollari in un round di Serie C, portando così il capitale raccolto negli ultimi 10 mesi a un totale di 75 milioni di dollari. 

L’azienda, che offre servizi di fulfillment da otto paesi, tra cui anche l’Italia, sta rapidamente espandendo la propria rete digitalizzata di centri logistici e punta a rappresentare lo standard europeo nella consegna degli acquisti online in un giorno. La soluzione di byrd assicura ai venditori online una logistica del tutto automatizzata e l’accesso a un network europeo di centri di fulfillment. In questo modo i retailer possono avvicinarsi ai loro clienti italiani, ma anche garantire opzioni di spedizioni rapida nei paesi vicini, oltre a sistemi di immagazzinamento e spedizione con certificazione biologica in partnership con corrieri come Poste Italiane, Bartolini e GLS.

byrd ha racchiuso i risultati della ricerca “Verso una catena di approvvigionamento per eCommerce più sostenibile – Pratiche virtuose e consigli da esperti di e-commerce e imprese D2C” in un ebook gratuito che permette di mettere a confronto le sfide della necessità di giungere a un modello di supply chain sostenibile con le opportunità che tali sfide rappresentano per operatori, aziende e rivenditori.

LEGGI ANCHE: Come la pandemia sta rivoluzionando l’eCommerce

Servizi di logistica per eCommerce: un impatto globale

Come già accennato, le restrizioni a livello globale hanno spinto verso una maggiore digitalizzazione in tutto il mondo. Chi utilizzava abitualmente i servizi online ne ha incrementato l’uso e chi era ancora poco esperto sull’uso di alcune tecnologie si è progressivamente avvicinato a queste, conservando queste nuove abitudini anche dopo la fine dell’emergenza.

problemi supply chain byrd

Secondo un’analisi di Statista, già nel 2020 oltre due miliardi di persone avevano acquistato beni o servizi online; nello stesso anno, le vendite al dettaglio elettroniche superavano i 4,2 trilioni di dollari a livello globale.

L’aumento di questi numeri ci pone di fronte a nuove sfide: sebbene la pandemia, la difficoltà di reperimento di alcune materie prime e componenti, la capacità di spedizione limitata e la carenza di manodopera ostacolino le operazioni di logistica per eCommerce, la domanda dei clienti per una consegna veloce ed economica è in costante aumento. Come coniugare questa esigenza con la tutela dell’ambiente?

Il percorso verso una logistica per eCommerce più sostenibile

supply chain sostenibile - logisitca per eCommerce Birdy

L’ebook di byrd fornisce diverse indicazioni sulle opzioni disponibili per i fornitori di fulfillment e per i gestori di centri logistici. Una scelta che è in grado di restituire un impatto positivo sull’ambiente ma anche di migliorare il business grazie alla maggiore attenzione al tema da parte dei consumatori. 

Infatti, mentre la qualità e il prezzo del prodotto sono ancora il motore di conversione principale, un’altra variabile sta guadagnando importanza: le operazioni sostenibili.

soluzioni supply chain sostenibile byrd

Anche se l’eCommerce non gode di un’ottima reputazione in termini di impatto ambientale, racchiude un enorme potenziale per sviluppare operazioni più sostenibili lungo tutta la catena di approvvigionamento e può affermarsi come una soluzione più green di quanto non lo sia il retail tradizionale in grado di aumentare la fedeltà dei clienti, migliorare la loro esperienza e, a volte, anche a pagare di più.

Abbattere il consumo di energia

Il primo passo per puntare alla neutralità climatica è quello di ridurre il consumo energetico impiegando fonti di energia green. Ad esempio, è possibile sfruttare gli spazi esterni del magazzino e il tetto dello stesso per l’installazione di pannelli solari.

Se gli spazi non lo consentono, una valida alternativa è quella di coltivare piante sui tetti: l’inverdimento del magazzino e di altri edifici consente di migliorare l’isolamento e regolare in modo più efficiente la temperatura, consentendo un grande risparmio.

Anche per quanto riguarda l’illuminazione degli ambienti e la strumentazione di lavoro i margini miglioramento sono alti: è utile adottare dei rilevatori di movimento che garantiscano una corretta illuminazione solo quando necessario e sostituire tutte le fonti di luce con lampadine led a risparmio energetico. Inoltre, anche i carrelli e gli elevatori possono essere convertiti a batterie al litio.

Gesti molto semplici e intuitivi che garantiscono un grande risultato complessivo.

Ridurre le emissioni di CO2

Diminuire il numero delle emissioni inquinanti è uno step imprescindibile verso un processo di riduzione della carbon footprint. Oltre a utilizzare veicoli elettrici per i trasporti e le consegne, è possibile ottimizzare il processo di trasporto grazie alla digitalizzazione, evitando corse a vuoto e riducendo il numero dei viaggi necessari.

Non va sottovalutato anche il potenziale di una adeguata istruzione a un corretto stile di guida, in grado di incidere sensibilmente sul risultato finale.

Ottimizzare il materiale da imballaggio

Nella logistica e nel fulfillment dell’eCommerce, il materiale di imballaggio è uno degli aspetti più critici per agire in modo più sostenibile. Per procedere in questa direzione, è bene utilizzare materiale di riempimento (con alcune eccezioni dovute agli standard di sicurezza) fatto di carta riciclata. Ma non è tutto, altri possibili “trick” per rendere più sostenibile il processo sono:

  • utilizzare “scatole smart” in grado di adattarsi alla dimensione della merce, riducendo le dimensioni del pacco e l’uso dell’adesivo:
  • preferire scatole di cartone che contengono una striscia adesiva integrata, evitando così l’uso del nastro adesivo;
  • affidarsi a nastri senza PVC: il riciclaggio del PVC implica processi più elaborati, soprattutto meccanici e chimici.

La responsabilità di una logistica per eCommerce più sostenibile

L’ebook di byrd rivela un dato sconcertante sulla logistica per eCommerce: nel 2020, l’importo totale dei resi nel settore della vendita al dettaglio ha raggiunto 635,6 miliardi di dollari in tutto il mondo. Questo dato potrebbe raggiungere la sbalorditiva cifra di 958 miliardi di dollari entro la fine del decennio, causando un enorme impatto sull’ambiente.

Ci sono diverse soluzioni che si possono mettere in atto:

  • adottare una politica e un processo di restituzione chiari e precisi per informare i tuoi clienti delle diverse opzioni che hanno e come elaborare la restituzione;
  • impostare uno strumento di convalida automatica degli indirizzi per ridurre il numero di resi dovuti a pacchi non consegnabili;
  • utilizzare un portale di gestione dei resi online: per permettere ai tuoi clienti di elaborare i loro resi e ridurre la quantità di carta utilizzata con etichette di reso stampabili su richiesta;
  • concentrarsi sui processi di riciclaggio e sui nuovi canali di “vendita”: donazione, seconda mano, ecc.

Creare una configurazione di evasione degli ordini richiede molti investimenti, connessioni e tempo se fatto in proprio. Al contrario, una supply chain a impatto zero richiede grandi profusioni di tempo ed energie. Tuttavia, collegandosi con i partner giusti e trovando soluzioni personalizzate e ottimizzate, muovere i primi passi a una catena di approvvigionamento più sostenibile è alla portata di tutti.

Il tema del rispetto dell’ambiente ricopre spazi sempre maggiori all’interno delle agende politiche dei Paesi e tra le priorità delle persone nella scelta di beni e servizi. Proprio per questo, tutti i settori sono interessati da questa nuova corsa alla sostenibilità, sempre più necessaria.

Per quanto riguarda la logistica, in questo processo di trasformazione sono coinvolti tutti gli attori dell’intera catena di approvvigionamento, che spingono verso soluzioni alternative e attività più sostenibili per l’intero eCommerce fulfillment. Per esempio, affidarsi a una rete di fulfillment che sia abbastanza sostenibile da diminuire il nostro impatto sull’ambiente e al multi-warehousing; e anche, adottare una politica dei resi ottimizzata in grado di diminuirne il numero e utilizzarla a proprio vantaggio.

Implementare un modello sostenibile nella propria attività si traduce in un vantaggio competitivo che è necessario comunicare chiaramente ai propri clienti per renderli consapevoli del nostro impegno verso una rete logistica più eco-friendly.

<<Scopri cosa puoi migliorare per creare una catena di approvvigionamento sostenibile>>

generazioni - lavoro

New Ways Of Working: come la Gen Z vede il mondo del lavoro

In questi ultimi mesi mi è capitato spesso di interrogarmi sullo scambio, sul valore che diamo alla conoscenza del prossimo e al cercare d’immedesimarsi in quello che le altre persone stanno cercando. 

Non possiamo negarlo: oggi tutti noi siamo protagonisti di una grande trasformazione, culturale e sociale. In primis, la pandemia ha velocizzato il processo di digitalizzazione e di accelerazione su tematiche legate al mondo del lavoro e alla ricerca del benessere individuale e collettivo. 

Quello che viene definito New Ways Of Working è trend topic a tutti i livelli delle organizzazioni. Anche se ci sono idee divergenti, proprio qualche giorno fa Elon Musk in una mail indirizzata ai dipendenti dell’azienda spaziale SpaceX scrisse «Più è alto il vostro livello nell’azienda, e più la vostra presenza dovrà essere visibile».

Parlando di sé, ha scritto: «È il motivo per cui passo così tanto tempo in azienda […], se non l’avessi fatto SpaceX sarebbe andata in bancarotta già molto tempo fa». E in una mail molto simile inviata ai dirigenti di Tesla, Musk ha scritto: «Chiunque voglia fare smart working deve comunque essere in ufficio per almeno 40 ore la settimana, altrimenti lasci Tesla».

Su queste dichiarazioni si è aperto un forte dibattito perché, nella vita di tutti i giorni, abbiamo potuto appurare come sia stato possibile raggiungere ottimi risultati anche lavorando in totale smartworking. Molte aziende stanno iniziando a lavorare in modalità ibrida facendo un giusto mix tra lavoro in smart e in ufficio anche al fine di favorire le relazioni. 

LEGGI ANCHE: Lavorare nel Metaverso è possibile? Lo abbiamo chiesto al mondo degli HR italiani

Quattro generazioni al lavoro

Ed è proprio di relazioni tra persone su cui vorrei fare un focus. Nelle aziende oggi avviene qualcosa che non ha precedenti – o almeno non di queste dimensioni -, abbiamo per la prima volta una forza lavoro composta in modo attivo da ben 4 generazioni, dai Boomer, alle Gen Z. Il grande lavoro è quello di metterli a confronto pensando che in fondo non siamo così diversi. 

Leah Georges, Sociologa ricercatrice e docente al Creighton University, nei suoi studi dimostra come in realtà esistano più similitudini che diversità tra le persone e ci offre tattiche utili ad immergersi nei luoghi di lavoro con un’ottica multigenerazionale.

L’assunto di base è che siamo semplicemente persone. Il segreto è avvicinarsi alla persona che ci sta accanto per capire meglio che cosa pensa, che cosa sogna e qual è il suo scopo, per capire che in fondo è sufficiente aprirsi all’ascolto. 

Per questo motivo, quando ho avuto il piacere di conoscere Tommaso Stratta, 23 anni, un vero Gen Z, non ho perso l’occasione per fargli qualche domanda e ho scoperto quanto siamo simili e quanto possiamo aiutarci a vicenda in un contesto in continua evoluzione. 

tommaso stratta - lavoro intervista

Quanto è importante per la tua generazione il work life balance?

Non ci deve essere una mera separazione tra la sfera privata e quella lavorativa. Dobbiamo cercare di divertirci a lavoro, di essere tranquilli, a proprio agio. Cercare di farle coincidere è sbagliato ma neanche separarle di molto è scorretto! Basta pensare a quante ore lavoriamo rispetto a quanto riposiamo in una giornata. In media, togliendo i giorni festivi, un italiano lavora 38,8 ore a settimana. 

Noi giovani tendiamo a dividere in modo troppo drastico la sfera privata da quella lavorativa affrontandola come più un obbligo che un piacere. Avere un giusto equilibrio è fondamentale.

Credi che il mondo del lavoro sia in grado di soddisfare le aspettative della tua generazione?

Il mondo del lavoro viene descritto in maniera diversa da come noi giovani lo percepiamo. C’è grande confusione e pregiudizio. Se per aspettativa si intende opportunità, possibilità che il mondo del lavoro ci può dare (come un futuro di speranza in termini di opportunità lavorative) ci si divide in chi la speranza la perde in partenza attaccando il sistema lavorativo e tutte le sue problematiche e chi invece ambizioso e riparte dalle sue capacità/qualità.

Personalmente mi immagino di lavorare in uno spazio in cui si può esprimere libertà di pensiero co-generando e dando importanza al gruppo rispetto al singolo. In un ambiente felice dove all’interno circoli aria pulita e non viziata da pregiudizi e competizione. 

Smart Working, che cosa ne pensi?

Lo smart working ci ha mostrato la sua potenza durante il periodo di emergenza, potenza in termini anche di “effetti collaterali” che ha provocato. Operatività e dinamicità da una parte ma bisogno di contatto fisico e relazioni umane dall’altra. Non c’è un modello perfetto da seguire. In base alle esigenze, tipologia, flessibilità delle persone e aziende si adatteranno modelli ibridi diversi.

Quanto è importante per te avere l’opportunità di creare contesti che favoriscano lo scambio di opinioni con persone di altre generazioni?

È molto importante avere un confronto tra le generazioni per avere un pensiero critico ancora più allargato. Si impara sempre, ancora di più se da persone con più esperienza di te. Capire la diversità tra le diverse generazioni permette di entrare in uno spazio di co-creazione dove ognuno possa confrontarsi e ampliare le sue conoscenze. 

Ho scoperto che sei un founder, mi racconti che cos’è Young & Co?

Co-creazione e Confronto sono alla base di Young&co. Si tratta di una startup nata pochi mesi fa dalla condivisione e confronto di giovani e professionisti provenienti da vari settori.

L’obiettivo di questo progetto è la creazione di una Community di giovani per i giovani per entrare in contatto con il mondo del lavoro in modo consapevole ed abbattendo le paure e le ansie. Nella nostra Community la libertà di pensiero e di interazione è alla base, costruendo dialoghi costruttivi e di valore.

Proprio per questi motivi ho pensato di creare un qualcosa di nuovo e ci auguriamo di poter coinvolgere il maggior numero di giovani possibili, giovani spinti dal desiderio di condividere le proprie idee e mettersi alla prova, uscendo dalla propria zona di comfort. 

Abbiamo già avuto modo di incontrarci, sia fisicamente che digitalmente e abbiamo tante idee per il futuro. 

Torna la Milano Design Week: eventi, mostre e installazioni da non perdere

Dopo la pandemia e alcune edizioni della Milano Design Week svolte in forma ibrida, il capoluogo lombardo torna ad essere la capitale del design. Sarà un’edizione ricca di presenze e progetti quella di quest’anno.

Così mentre a Rho Fiera va in scena l’evento espositivo del Salone del Mobile, il Fuorisalone invade la città con i suoi eventi imperdibili.

La 60esima edizione del Salone del Mobile.Milano a Rho Fiera

Il Salone del Mobile.Milano, vetrina d’eccellenza della qualità, dell’innovazione e della creatività del settore dell’arredamento, compie un compleanno speciale. L’edizione numero 60 sarà appuntamento irrinunciabile per gli addetti ai lavori, ma non solo, anche per coloro che saranno attratti dall’ampia offerta merceologica e dal ricco carnet di appuntamenti.

Presso il quartiere Fiera Milano a Rho, da oggi fino a domenica 12 giugno, una superficie espositiva di oltre 200 mila metri quadri farà da cornice ad oltre 2 mila espositori (600 saranno i designer del SaloneSatellite). Forte anche la partecipazione di aziende estere che sarà circa il 25% del totale.

Milano Design Week

Sono ben sette le manifestazioni che si svolgeranno in contemporanea oltre al SaloneSatellite: il Salone Internazionale del Mobile, il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo e Workplace3.0 – suddivisi nelle tipologie stilistiche Classico, Design e xLux – scenderanno in campo con le biennali EuroCucina – e il suo evento collaterale FTK (Technology For the Kitchen) – e Salone Internazionale del Bagno.

Ritorna S.Project che si propone come uno spazio trasversale dedicato ai prodotti di design e alle soluzioni decorative e tecniche del progetto d’interni. Non mancherà il SaloneSatellite con i suoi talenti under 35.

Mostre e installazioni da non perdere in città

Tra interventi artistici immersivi, mostre e installazioni site-specific, Milano riprende il suo ruolo centrale nella progettazione con tantissime proposte creative.

milano design week 2022

Sidereal Station – AMDL CIRCLE e Michele De Lucchi con Whirlpool. Cortile d’Onore – Università degli Studi di Milano

Da Città Studi al Lambrate Design District, passando dall’Orto Botanico di Brera e in Tortona, ecco una piccola rassegna che racchiude gli eventi e le mostre da non perdere.

SolidNature presenta Monumental Wonders

SolidNature debutta alla Milano Design Week 2022 con un’installazione progettata dallo studio internazionale di architettura OMA. Per il concept di Monumental Wonders, SolidNature ha commissionato allo studio la realizzazione di un’installazione esperienziale e immersiva, che si sviluppa attraverso le cinque stanze del suggestivo palazzo della Lavanderia di Alcova, mostrando ai visitatori le potenzialità nella lavorazione delle pietre naturali e semi preziose.

All’ingresso, i visitatori saranno invitati a scoprire una gamma di progetti ed oggetti unici, a partire dalla sorprendente installazione a parete, creata con nove diversi tipi di onice. Le lastre, assemblate in una sequenza progettata da OMA, formano uno scenografico portale tridimensionale.

ALCOVA — Via Simone Saint Bon 1, Milano
6-12 giugno 2022

Generative Circularity

ATI Project, per la prima volta tra i protagonisti della Milano Design Week 2022, presenta Generative Circularity, un’installazione che sarà il motore di una settimana di discussioni, proiezioni e percorsi tematici sul ruolo del design nella ridefinizione delle possibilità di sviluppo sostenibile.

milano design week

All’interno della Fonderia Napoleonica Eugenia strutture organiche composte da elementi modulari creano forme bio-ispirate e complesse, che rappresentano il rapporto uomo-ambiente e quanto questa unione in termini di ciclicità possa essere replicata quotidianamente, attraverso processi di circolarità e dati applicativi innovativi processi gestionali da progettare.

Fonderia Napoleonica Eugenia — Via Genova Thaon Di Revel, 21 Milano
7-12 Giugno 2022

L’esordio di Certosa Initiative al Fuorisalone

Certosa Initiative è la mostra, realizzata da Beyond Space e Organisation in Design, che riunisce i talenti emergenti più freschi e i marchi globali più venerati.
In un parco giochi post-industriale di 10 mila metri quadri nell’emergente Certosa District va in scena una rassegna speciale, il cui brief di partenza recita: “claim your stake and make!”
Dopo anni di disuso, il polo industriale un tempo fiorente sta ora riemergendo come centro di cultura e innovazione grazie a una programmazione di eventi a livello di quartiere.

certosa initiative

Tra le esposizioni, Lambert Kamps presenta Tube Display: un’opera di luce cinetica che utilizza l’aria compressa per presentare i testi in modo dinamico. In un flusso le parole nascono e vengono spazzate via da quelle successive.

Certosa District – Via Barnaba Oriani, 27 Milano
7-12 Giugno 2022

CHROMATIK HOUSE by HOMMÉS STUDIO

Hommés Studio presenta CHROMATIK HOUSE, una versione metaversa della casa, e invita i visitatori a usare tutti i sensi – udito, vista, olfatto e tatto – per esplorare una casa che unisce la realtà con la immaginazione, lasciandoli a chiedersi se il futuro è ancora non scritto o se è una rinascita di filosofie ed estetiche classiche.

milano design week

Museo Bagatti Valsecchi – Via Gesù, 5 Milano
7-12 Giugno 2022

Momentum by Stark

“Momentum” è il titolo dell’installazione interattiva immaginata da Stark, azienda leader nella produzione di installazioni multimediali e interactive experience, che prende forma negli spazi dell’Acquario Civico di Milano.


Il progetto affronta la relazione tra il tempo scientifico e il tempo percepito, rappresentata in uno spazio interattivo che invita a riflettere sulle azioni compiute da ognuno di noi. Un’esperienza condivisa raccontata da luce e suoni.

Acquario Civico — Viale Gadio, 2, Milano
6-12 giugno 2022

Natuzzi: The Circle of Harmony – Second Life

Per celebrare il concept Second Life, Natuzzi Italia presenta la poetica installazione Germogli di Marcantonio, un omaggio al connubio tra uomo e natura, che punta i riflettori su un urgente problema che attanaglia gli uliveti in Puglia, la Xylella.

Marcantonio trasforma il cortile di Palazzo Durini Caproni di Taliedo, in un mondo da fiaba in cui dalla pavimentazione, o meglio, dalla terra spuntano giganteschi germogli di ulivo.

Palazzo Durini 24 — Via Durini, 24
8- 9 Giugno 2022

The Art of Dreams di Porsche

The Art of Dreams rappresenta l’esordio di Porsche alla Milano Design Week. Il brand, insieme all’artista floreale Ruby Barber dello Studio Mary Lennox, realizza un’opera d’arte scultorea edificante che combina la fragilità dei fiori alla prospettiva tecnologica del XXI secolo.

Milano Design Week

Affascinante già nello stato di riposo, l’installazione onirica prende vita attraverso performance coreografate. The Art of Dreams è in mostra a Palazzo Clerici nel cuore di Brera.

Via Clerici, 5 Milano
6-12 Giugno 2022

TOILETPAPER STREET

La prima strada interamente trasformata in un’installazione permanente di arte pubblica. L’immaginario dirompente di TOILETPAPER, grazie alla collaborazione con ORGANICS by Red Bull, invade via Balzaretti con una sorprendente installazione site specific. Il progetto, pensato per rimanere in modo permanente dopo la Milano Design Week, rappresenta un importante dono di arte alla città.

Milano Design Week

TOILETPAPER STREET dreamed with ORGANICS by Red Bull ph Alessandro Ottaviani per P4film

Alcune grafiche iconiche del magazine diventano la decorazione dei palazzi che si affacciano sulla via, aggiungendosi alla prima e ormai famosa “casa con i rossetti” che ospita la sede di TOILETPAPER.

Via Giuseppe Balzaretti Milano
Dal 6 giugno 2022

LEGGI ANCHE: B2B Rocks: sta per partire l’evento mondiale dedicato all’innovazione e al software SaaS

La definizione di content manager aggiornata al 2022

Content Manager: chi è, cosa fa, carriera, formazione, guadagni

Un Content Manager, o supervisore dei contenuti, è responsabile della creazione di molteplici forme di contenuto per definire e alimentare la credibilità di un brand o di un’organizzazione. Ha quindi il compito di costruire un’identità di marca e una presenza online attraverso la creazione e la diffusione di contenuti multimediali. 

Si tratta di un profilo specializzato con una formazione nella comunicazione: per questo è un ruolo comune nelle agenzie che offrono questi servizi alle aziende. È un ruolo di responsabilità, che richiede forti capacità di relazione, marketing e leadership.

I compiti includono la guida di un team di professionisti dei contenuti (copywriter, grafici, videomaker, web designer, editor,…) la creazione di strategie di contenuto per evidenziare prodotti e servizi, il community management, nonché il monitoraggio della concorrenza e delle tendenze del mercato per identificare nuove idee.

Cosa non è (più) il Content Manager

Nel 2022, già da qualche anno la figura del Content Manager si è quindi evoluta rispetto al recente passato, quando il Web Content Manager nasceva come figura incaricata di progettare i contenuti di un sito Web, interagendo con Web designer e webmaster per quanto riguarda la realizzazione grafica e la programmazione informatica.

LEGGI ANCHE: T-shaped: perché il mondo ha bisogno di persone con competenze “T”

Cosa fa il Content Manager

Il Content Manager è responsabile di garantire che i valori del brand o dell’organizzazione siano rispettati. Devono familiarizzare con tutti gli aspetti dell’azienda, e particolarmente con la sua presenza sul Web, per creare una content strategy che supporti gli obiettivi desiderati e aiutino a stabilire una strategia di comunicazione efficace sulle diverse piattaforme digitali, declinata a seconda del target e delle possibilità del canale.

Un Content Manager lavora a stretto contatto con team di progetto, editori, sviluppatori e designer per coordinare i contenuti prodotti, gestendo e contribuendo a creare una gamma di contenuti accessibile a un’ampia varietà di utenti da tutto il Web, sui diversi canali.

content manager nel 2022

Compiti pratici e organizzativi

Alcuni compiti pratici da svolgere in prima persona potrebbero essere: scrivere post per il blog aziendale, aggiornare le pagine Web esistenti e crearne di nuove in base agli eventi attuali o alle tendenze del settore, promuovere il lavoro dell’azienda attraverso i social media gestendo la pagina aziendale di Facebook, e i profili Twitter, Instagram e TikTok. Può anche partecipare alla scrittura, alla creazione di loghi o alla regia di video in base al proprio background.

Ciò che rende eccellente un Content Manager resta comunque la capacità di proporre idee creative e comunicarle in modo efficace sia alla dirigenza (o ai referenti dell’azienda clienti), sia ai propri collaboratori. Gestisce quindi team e professionisti della comunicazione come scrittori di contenuti, strateghi dei contenuti, designer grafici, esperti di marketing e videografi per scambiare idee e discutere nuovi obiettivi della campagna. Inoltre, crea e mantiene un calendario editoriale (o piano editoriale) multicanale, per evidenziare le scadenze per progetti specifici.

Possiede forti capacità di leadership in quanto supervisiona il processo di produzione dall’inizio alla fine per garantire la qualità dei contenuti: è un coordinatore e agisce efficacemente come project manager. 

Infine, il Content Manager ideale ha anche una conoscenza dettagliata delle attuali tendenze del marketing online, nonché di quelle del settore dell’azienda per ricercare nuove opportunità per produrre contenuti attuali e adatti a veicolare la comunicazione aziendale. Ricerca prodotti aziendali, servizi, pubblico di destinazione e recensioni dei clienti per aiutare a guidare le loro strategie di contenuto.

Va ricordato che può operare sia come dipendente, sia in qualità di come collaboratore esterno: nel primo caso lavora a stretto contatto con i dipartimenti di marketing, vendite e pubblicità, nel secondo avrà comunque contatti con questi settori, ma sarà più indipendente o, non raramente, focalizzato su progetti e campagne più specifici. 

LEGGI ANCHE: Upskilling e reskilling: l’importanza di certificare le competenze per migliorare la propria vita professionale

Quali competenze deve acquisire un Content Manager

Capacità analitiche

Forse l’abilità più critica per un Content Manager competente è l’attitudine ad assorbire informazioni, valutare e decidere. Le abilità analitiche descrivono la capacità di scomporre e rielaborare informazioni complesse in dati più fruibili, che vengono utilizzate per giungere a conclusioni.

Le abilità analitiche coinvolgono diverse abilità, come il ragionamento logico, la comunicazione, l’analisi dei dati, la creatività, il pensiero critico e la capacità di trovare e ricavare informazioni, modulando e rimodulando le ricerche. Le capacità analitiche chiaramente auspicabili nella maggior parte degli aspetti della vita lavorativa e privata, ma particolarmente essenziali per un Content Manager.

Nel 2022 la gestione dei contenuti Web è un lavoro traboccante di dati. Le analisi e le metriche sono elementi fondamentali della giornata lavorativa del Content Manager medio. Dare un senso a tutte queste informazioni implica mettere in atto quelle capacità analitiche per verificare la correttezza dei dati raccolti dai collaboratori ed elaborarli in modo coerente con la strategia.

Per farlo, il Content Manager dovrà bilanciare capacità analitiche e creatività per ottenere e dimostrare un ROI positivo sulle attività di content marketing. Trovare questo equilibrio è più difficile che in altre discipline come PPC o SEO, che tendono maggiormente verso l’analisi. 

Il ruolo ultimo del Content Manager è decidere, stabilendo cosa pubblicare. Senza solide capacità analitiche è davvero arduo elaborare tutti i dati e capire come orientare la comunicazione del brand o anche solo quale creatività scegliere per un post (o se propendere per un A/B testing!).

Pianificazione temporale

Il tempo di un Content Manager è modellato su quello delle esigenze della direzione (o del cliente dell’agenzia)? Sì, ma le vere deadline sono stabilite dalle abitudini del target della comunicazione.

Un buon Content Manager non solo ha fiuto per i contenuti di tendenza, ma ha predisposto un modo per analizzare le performance temporali dei contenuti e sa che il tempismo è tutto: due post identici non performetanno allo stesso modo pubblicati a mezzogiorno o mezzanotte o in diversi giorni della settimana.

In un secondo momento, con in mano non solo le tendenze del settore e delle piattaforme, ma first part data sulle abitudini di interazione degli utenti di tutti i canali (sito, social, DEM,…), sarà possibile comprendere le loro abitudini e creare dei modelli comportamentali. Studiando le analisi si rintracciano le condizioni più promettenti per la pubblicazione dei contenuti e questo, a sua volta, aiuterà a pianificare il calendario editoriale e a produrre il materiale necessario per tempo.

Un bravo Content Manager quindi deve eccellere nella pianificazione e nella gestione del tempo. Ogni contenuto deve essere pronto, verificato e modificato in tempo per rispettare il programma.

Le esigenze temporali dei vari team, infatti, non vanno stabilite a priori, ma calendarizzate condividendo i le criticità dei processi creativi. Un Content Manager non è solo responsabile della gestione del proprio tempo, ma di tutti i collaboratori: le loro scadenze sono anche le sue scadenze.

A volte il content marketing può essere un lavoro ad alta pressione. È importante essere in grado di mantenere la qualità creativa in scadenze ravvicinate e sovrapposte (per diversi clienti o diversi progetti). 

Vedere il quadro generale è la cosa più importante, vederlo proiettato nel futuro è ancora meglio. A distanza di diversi mesi, potrebbero esserci contenuti bloccati in date speciali, ad esempio per articoli stagionali, saldi speciali o conferenze. Forse uno degli sceneggiatori è in ritardo con un pezzo programmato. Forse è appena successo qualcosa di importante e degno di nota. 

Ciò significa essere pronti a destreggiarsi tra con breve preavviso, con alcuni contenuti in alcune date che non possono essere modificati.

Il Content Manager deve gestire tutto ciò in modo rapido e veloce, nel rispetto del brand e delle strategie di contenuto. Può fare un buon lavoro con tutto ciò solo pensando sempre con una prospettiva ampia, pianificando e anticipando diversi mesi di contenuti in anticipo.

content strategy

Leadership

L’ultima considerazione conduce direttamente a un’altra abilità fondamentale per un Content Manager: la leadership. Un Content Manager è il capitano di una nave, presidiata da copywriter, grafici e community manager: guidare quella nave a destinazione richiede una guida naturale.

Un team leader incarna qualità che ispirano il resto del team a lavorare al massimo livello. Queste qualità includono una comunicazione chiara, un’organizzazione eccellente, fiducia, rispetto, gentilezza, integrità e capacità di delega. Quest’ultima, in particolare, è tanto più facile quanto più si è capaci di lavorare insieme ai diversi team.

Se la leadership non è un’abilità già acquisita, può essere sviluppata attraverso l’esperienza, ma prima di assumere un ruolo da Content Manager è meglio perfezionare le proprie abilità di guida nella propria carriera lavorativa (vedi sezione dedicata dell’articolo).

Creatività e curiosità

Essere persone curiose e di mentalità è una predisposizione importante per essere Content Manager. Un forte desiderio di acquisire conoscenze e informazioni e un genuino appetito per l’apprendimento sono estremamente importanti dato che il content marketing riguarda la creazione e la cura di contenuti che sono rilevanti e preziosi per un pubblico. 

Non si tratta solo di empatia, ma di un genuino desiderio di comprendere le meccaniche, le storie che le persone “si raccontano” per delineare la propria identità e definire il mondo che le circonda.

Solo così è possibile intervenire con una comunicazione efficace, dove la creatività ha sempre uno scopo che va oltre la sorpresa o la bellezza, ma la capacità di convincere. 

Anche per questo la formazione di un Content Manager può essere molto variegata e coinvolgere contesti creativi diversi dal copywriting.

Copywriting

Il copywriting resta comunque un’abilità imprescindibile: se i visual catturano l’attenzione, è il copy a delineare il con precisione il messaggio e l’azione che si desidera stimolare (Call To Action). Nel 2022, con l’ampliarsi delle tipologie di contenuti multimediali, il paradigma non cambia: in un podcast, per esempio, le immagini vengono sostituite dalle sonorità, ma il copy resta a dettare il senso della comunicazione.

Sebbene il copywriting sia un compito creativo, non è esattamente un’arte: non si tratta di solo di ispirazione, ma di un approccio più ponderato al processo creativo, fatto di routine consolidate e di un ampio vocabolario

Tuttavia, devi avere un talento per la scrittura e per valutare la scrittura, cioè per capire quando un testo è avvincente e facilmente riconoscibile, quando cambiare tone of voice (TOV), quando il messaggio non è chiaro o devia dal brief o non è in linea con il brand.

Nella maggior parte dei casi, i copywriter si occuperanno della maggior parte del lavoro di stesura. Tuttavia, il Content Manager deve essere in grado di prendere in mano la situazione (e la penna) quando necessario.

Competenze tecniche

La gestione dei contenuti Web è un lavoro anche anche tecnico, nel senso dell’IT. Ha molti requisiti creativi, certo, ma ha a che fare con le logiche sottese al funzionamento del Web. 

Mentre i copywriter possono in gran parte evitare il lato tecnico delle cose, i Content Manager non possono permetterselo. Devono rimanere aggiornati sugli ultimi aggiornamenti dei social media e sulle piattaforme editoriali più popolari online. L’efficacia del lavoro di un Content Manager dipende in gran parte dalla sua capacità di navigare nel labirinto in continua evoluzione della pubblicazione di contenuti digitali.

Naturalmente, i Content Manager non sono ingegneri informatici. Di solito non hanno bisogno di conoscere i linguaggi di programmazione, anche se un po’ di HTML non guasta.

Infine, i Content Manager dovrebbero avere una solida conoscenza del gergo e di quando usarlo: ci sono decine di termini, acronimi e inglesismi nel mondo del marketing online, che vanno utilizzati in funzione dell’interlocutore e della situazione. Non si parla allo stesso modo a un team grafico e al board che sta valutando il progetto. A differenza di un avvocato, che deve usare formulazioni inappellabili, nel marketing spesso la strada migliore è la semplicità.

LEGGI ANCHE: Ottimizzare il tuo Curriculum Vitae per farti notare dai recruiter

Come si diventa Content Manager

Non serve una laurea specifica per entrare in questo campo poiché ci sono modi molto eterogenei per iniziare un percorso per questa particolare carriera, anche se una formazione nella comunicazione e nel marketing è una buona diffusa. Un Content Manager può iniziare con un background in giornalismo, marketing o IT, oppure passare al ruolo dopo aver acquisito esperienza in un’altra area dell’azienda.

Ciononostante, è possibile delineare un percorso mirato.

Formazione del Content Manager

È necessario acquisire familiarità con i canali Web più utilizzati: il primo passo è guardare con occhio professionale i contenuti prodotti dai propri brand preferiti, seguendoli sui social network, iscrivendosi alle newsletter, navigando i siti e via dicendo, cercando di cogliere i funnel, le best practice e le mancanze. Successivamente, per fare pratica, è necessario lavorare alla creazione di contenuti in agenzia, oppure sviluppando un proprio progetto. 

È poi importante un’esperienza di scrittura per i media online, cartacei o entrambi. I potenziali datori di lavoro cercheranno di capire le abilità del candidato nella creazione di contenuti ancora prima che nella gestione di una content strategy, quindi è importante conservare copie del lavoro svolto, meglio se organizzate in un portfolio.

Un candidato può seguire un corso specializzato per apprendere alcune delle competenze necessarie per la produzione di contenuti web. Le materie rilevanti includono giornalismo, editoria, media e comunicazione, PR e marketing.

Non sono invece necessarie competenze informatiche specifiche, né abilità grafiche, sebbene la conoscenza dei principi web design e ux design sia necessaria per un lavoro che consiste nell’organizzare il flusso di ideazione e produzione dei contenuti per il Web.

Lavoro

Prima di diventare Content Manager sono necessari alcuni anni di esperienza nella creazione di contenuti: è quindi necessario puntare a posizioni nel marketing o nella pubblicità. Le opportunità di lavoro migliori sono quelle che consentono di lavorare con contenuti web, SEO e gestione di persone, anche nel semplice rapporto tra i componenti di una coppia creativa o come account. 

Per ottenere un po’ di esperienza di leadership è possibile fare domanda per posizioni di project management e sviluppare le proprie capacità nella guida di una squadra, oppure offrirsi come supporto ai team leader per iniziare a seguire non solo la parte di creazione, ma anche quella di guida di un team.

Dopo aver acquisito esperienza nella creazione, è tempo di passare alla gestione dei contenuti. Se l’azienda ha posizioni aperte o offre uno sviluppo professionale che prepara per il ruolo di Content Manager. È possibile anche offrire le proprie capacità ed entrare nel mercato del lavoro: l’head hunting in questo settore è più vivace che mai dopo la recente emergenza sanitaria e fenomeni globali come le Grandi Dimissioni. Dimostra le tue capacità di leadership del team, organizzazione e creatività.

Opportunità di carriera per un Content Manager

Come suggerisce il titolo, la maggior parte delle posizioni di Content Manager sono lavori dirigenziali o di livello esecutivo. Ciò significa che di solito non sono aperte a persone nuove del settore. Invece, è necessario prima avere diversi anni di esperienza di livello base o junior. Molti Content Manager acquisiscono esperienza in lavori come social media manager, professionisti che organizzano e realizzano contenuti le piattaforme social, oppure come redattori/editor, che lavorano a stretto contatto con i Content Manager nel tentativo di perfezionare i contenuti dedicati al Web. 

Sebbene alcuni Content Manager ricevano soddisfazione da questo ruolo e ne facciano il coronamento della propria carriera, altri usano questa posizione come trampolino di lancio verso altri ruoli esecutivi.

 Una volta acquisita esperienza con la gestione dei contenuti, è possibile qualificarsi per profili come:

  • Responsabile marketing e promozioni: i Content Manager che hanno un’esperienza di marketing più completa spesso cercano questa posizione dirigenziale per guidare gli sforzi di marketing digitale di un dipartimento.
  • Chief Marketing Officer: molti Content Manager aspirano ad assumere questo ruolo esecutivo. I CMO supervisionano tutte le iniziative di marketing di un’azienda, fornendo indicazioni strategiche e collaborando con altri dirigenti per prendere decisioni aziendali chiave.

Quanto guadagna un Content Manager

A seconda dell’esperienza e delle dimensioni dell’azienda, in Italia la Retribuzione Annua Lorda (RAL) di un Content Manager è di 30.000 € (circa 1.727€ netti al mese): può partire da uno stipendio minimo di 21.000€ lordi all’anno, mentre lo stipendio massimo può superare i 60.000 € lordi all’anno.

quanto guadagna un content manager

Esempio di domanda di lavoro per Content Manager

Siamo alla ricerca di candidati che possiedano la capacità di pensare in modo sia creativo, sia analitico. I compiti del Content Manager includono la produzione e la pubblicazione di contenuti, la scrittura, la modifica e la correzione di bozze, la formulazione di strategie di contenuto e la gestione di un team di contenuti, tra le altre attività.

Il Content Manager dovrebbe essere a proprio agio nel trovare modi creativi per costruire una presenza online, oltre a utilizzare l’analisi nella formulazione di una strategia dei contenuti multipiattaforma che aiutino a promuovere il coinvolgimento online.

Responsabilità:

    • Formulare una strategia di contenuti multipiattaforma.
    • Gestire un team di contenuti composto da scrittori, grafici, videomaker, ecc.
    • Fornire supporto editoriale, creativo e tecnico ai membri del team.
    • Supervisionare la gestione dei contenuti su tutte le piattaforme online.
    • Scrivere, modificare e correggere bozze di contenuti.
    • Community management.
    • Analizzare gli output della comunicazione e pianificare le azioni correttive.

Requisiti:

    • Laurea in comunicazione, giornalismo, lettere.
    • 3-4 anni di esperienza in agenzia o in un ruolo simile.
    • Ottime capacità di comunicazione scritta e verbale.
    • Conoscenza dei più diffusi sistemi di gestione dei contenuti (CMS).
    • Esperienza nella gestione dei social media.
    • Creatività e capacità di sviluppare contenuti originali.
    • Capacità di sviluppare contenuti coinvolgenti.
    • Forti doti di leadership.

Requisiti preferenziali:

    • Conoscenza delle best practice di Search Engine Organization.
    • Competenza del linguaggio HTML e pratica nell’editing di pagine Web.

Le domande al colloqui di lavoro per la posizione di Content Manager

Come stabilisci gli obiettivi per il content marketing?

I responsabili delle assunzioni possono porre questa domanda per valutare la comprensione degli obiettivi di marketing. La risposta dovrebbe condurre a come si lavora con i colleghi per decidere i parametri e come utilizzare la ricerca per impostare i KPI. È possibile anche citare il processo di reporting e il modo in cui la strategia viene reimpostata per migliorare i risultati.

Qual è il tuo processo per stabilire il tone of voice del brand?

La domanda mira ad assicurarsi che il candidato possa creare contenuti che esprimano efficacemente e in modo appropriato i valori e i messaggi del brand. Serve spiegare alcuni dei passaggi del proprio flusso di lavoro tipico, che potrebbe iniziare con la revisione dei contenuti esistenti, l’analisi della mission del brand e la raccolta delle testimonianze dei clienti. È possibile anche descrivere come vengono sviluppate le linee guida per scrittori e altri collaboratori per mantenere coerenti i messaggi.

Come decidi quali argomenti trattare?

Questa domanda può mettere alla prova la creatività del candidato e la sua capacità di sviluppare una strategia efficace. È bene quindi parlare del proprio processo di ricerca, che potrebbe comportare passaggi come il colloquio con i clienti, l’incontro con il team di vendita, la revisione delle analisi del sito Web o l’analisi delle tendenze del settore.

Cosa è per te un buon contenuto?

Gli intervistatori spesso fanno questa domanda di base perché vogliono sapere come viene misurato il successo. Una buona risposta dovrebbe trasmettere la tua passione per una scrittura chiara ed efficace, nonché impegno nello sviluppo di contenuti che soddisfino le esigenze dell’azienda (o delle aziende clienti).

Come gestisci i team?

Poiché i Content Manager spesso devono supervisionare i team creativi interni o delle agenzie di marketing, è possibile che l’intervistatore chieda informazioni sullo stile di gestione. Visionario, democratico o ispirato al coaching, ogni risposta è giusta purché motivata da un ragionamento che lo colleghi alla crescita dell’azienda, all’efficienza della pianificazione strategica e al raggiungimento degli obiettivi di comunicazione.

Lista di risorse e corsi utili per diventare Content Manager

Il Content Manager è una professionalità che può essere coltivata grazie all’acquisizione di competenze aggiornate, germogliare con l’esperienza e dare frutto grazie a un approccio attivo e curioso verso i brand ai quali via via verranno applicate le proprie abilità di comunicazione e organizzazione.

Per quanto riguarda la formazione, il corso per diventare un Maestro del Content Marketing della Ninja Academy unisce praticità di fruizione e completezza delle nozioni. Include:

  • +65 videolezioni
  • +25 esercitazioni
  • +60 approfondimenti
  • +8 Ninja Toolbox 

Dalla Content Strategy ai KPI più adeguati, dallo Storytelling alla Scrittura per il Web: scopri oltre 150 contenuti per pianificare campagne di Content Marketing efficaci.