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Comprendere (davvero) l’Open Innovation: i 4 progetti di Terna a Maker Faire

La differenza tra praticare l’Open Innovation e inseguirla solamente passa da un semplice atto di fiducia nell’innovazione. Da ricercare fuori dai confini dell’azienda e dentro laboratori o incubatori di idee.

Già prima della pandemia le aziende iniziavano a sperimentare un approccio ai processi di business basati sull’Open Innovation, un metodo rivoluzionario – dal punto di vista strategico e culturale – che permette alle imprese di creare un circolo virtuoso in sinergia con startup, università, istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti.

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Questo nuovo approccio porta con sé una revisione dei processi aziendali e dei profili lavorativi inseriti in una cultura interna improntata allo sviluppo innovativo di idee e soluzioni tecnologiche.

Si è parlato anche di questo alla IX edizione della Maker Faire Rome – The European Edition, il cui tema centrale è stato “Fast Forward – The Future in the Making”: portare il futuro nel presente grazie alla capacità di intercettare e raggiungere opportunità che semplificano la vita di tutti i giorni, in modo concreto.

Quale miglior palcoscenico per celebrare l’Open Innovation?

Mai come quest’anno il mondo ha bisogno di costruttori di futuro: new normal, trasformazione digitale, ripartenza, crescita sostenibile e crisi climatica sono le sfide che la pandemia ha posto sul tavolo da gioco senza troppe remore.

Ora è arrivato il momento di giocare sul serio. Sentiamo il bisogno di fare un passo in avanti verso un nuovo traguardo evolutivo.

Un po’ perché la realtà dei fatti ci ha costretto a divergere completamente da quelle che erano le nostre strade e le nostre priorità meno di due anni fa. Un po’ perché è ora di sviluppare sistemi tecnologici che permettano non solo di soddisfare i bisogni individuali, ma di progettare una vita compatibile tra comunità sociali e pianeta terra.

Nei giorni della fiera abbiamo assistito a una passerella esperienziale di progetti esaltanti a cui hanno contribuito grandi società insieme a piccoli team di ricerca, startup e studiosi. 

Progetti molto diversi tra loro ma uniti da un denominatore comune: fare dell’innovazione un pilastro di business.

È esattamente ciò che si propone di fare Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, tra i primi in Europa per chilometri di linee gestite.

Nel corso della manifestazione, Terna ha presentato quattro soluzioni (alcune già in fase di attuazione) dal profondo carattere innovativo che confermano la sua propensione alla collaborazione sinergica con partner specializzati.

Tecnologie digitali, Advanced Materials, Energy Tech e robotica rappresentano i quattro elementi chiave di quella che potrebbe sembrare una rivoluzione silenziosa.

Un cambiamento che passa per la digitalizzazione e che fissa il suo traguardo nel rendere la trasmissione dell’elettricità sempre più efficiente, affidabile e sostenibile.

Proprio grazie a tecnologie come realtà aumentata, droni, supporti per la mobilità elettrica e la digitalizzazione delle reti, Terna vuole dimostrare che la via per la transizione energetica si percorre attraverso l’Open Innovation.

Un cammino che fa perno sulla sostenibilità e si focalizza sul processo di decarbonizzazione e sullo sviluppo delle infrastrutture di rete per l’integrazione delle fonti rinnovabili. 

Prevedere gli eventi atmosferici con l’innovazione tecnologica

IoT4TheGrid è l’iniziativa che permette di raccogliere ed elaborare i dati per efficientare la manutenzione delle infrastrutture, gestire i flussi di trasmissione, limitare i potenziali disservizi della rete, incrementare la sicurezza degli impianti e fornire indicazioni utili per prevedere eventi atmosferici avversi. Un sistema di monitoraggio integrato a cui partecipano startup, PMI di settore ed enti locali.

Non è fantascienza: dall’Internet of Things si passa all’Industrial Internet of Things

Si tratta di connettere tra loro applicazioni e oggetti fisici con lo scopo di compiere determinate azioni, leggere ed elaborare dati preziosi per la sicurezza dell’uomo e delle infrastrutture, e condividerli con i principali stakeholder.

Sì, perché le infrastrutture elettriche saranno sempre più al centro di ecosistemi basati su big data, intelligenza artificiale e tecnologie. 

L’obiettivo finale è quello di rendere le reti ancora più efficienti. Ecco, quindi, che i classici tralicci del gestore della rete elettrica nazionale diventano strumenti digitali all’avanguardia e dotati di stazioni meteo, sensori di tiro, accelerometri, inclinometri applicati a cavi e funi.

La tecnologia sale in cattedra

Terna è stata una delle prime aziende ad integrare l’uso di droni e robot per la manutenzione degli asset elettrici della sua rete.

Visto il grande impatto positivo, hanno pensato come poter sfruttare ulteriormente l’innovazione tecnologica per studiare, sperimentare e formare le squadre operative delle unità impianti. 

Semplice (si fa per dire!). Grazie al supporto di un visore VR 3D, due controller progettati appositamente, cuffie e apparecchi sensoriali, i tecnici Terna possono simulare, in un ambiente protetto di realtà virtuale immersiva, una sessione operativa.

Senza esporsi a inutili rischi, il tecnico svolge un’esperienza completa di intervento sul traliccio a oltre 30 metri di altezza per la sostituzione di una catena di isolatori.

Formazione tradizionale e sul campo, con l’ausilio della tecnologia. È così che nuove leve operative e squadre di intervento acquisiscono tecniche e procedure di lavoro. Un sistema che permette di disporre di risorse preparate ed esperte che operano in tempi ristretti e con la massima fluidità di manovra.

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La colonnina che carica, si ricarica e distribuisce energia

I piani internazionali di ricerca e sviluppo affermano che entro il 2030 si prevedono circa 6 milioni di veicoli elettrici in circolazione nel solo territorio italiano. Senza dubbio un utilizzo “unidirezionale” della batteria elettrica per auto che appesantisce l’utilizzo della rete.

E-Mobility Lab è un laboratorio tecnologico dedicato allo studio dell’architettura “bidirezionale” intelligente dei veicoli elettrici. Si sta lavorando alla definizione di un sistema di colonnine che non solo consente la ricarica delle vetture elettriche, ma permette il prelievo dell’energia messa a disposizione dall’auto per la successiva immissione nella rete. 

In questo modo è possibile incrementare la flessibilità del sistema elettrico immettendo una “dose di potenza extra” nel circuito. L’idea innovativa alla base del cosiddetto V2G (Vehicle to Grid) è fare in modo che il veicolo non sia solo un “consumatore” di energia, ma una vera e propria “batteria su ruote”.

Stampa 3D per tagliare i tempi operativi

Terna ha illustrato agli ospiti della Maker Faire di Roma come sfruttare la stampa 3D per velocizzare i tempi di gestione e di intervento sul campo. L’esempio pratico è rappresentato da due “morse” prodotte con stampa tridimensionale.

La vera rivoluzione in questo senso è data dalla possibilità di creare pezzi unici, complessi e su misura, che possono essere replicati con l’obiettivo di ridurre drasticamente le tempistiche di costruzione, consegna e applicazione.

Il futuro viaggia sulla rete e non ce ne siamo accorti

Sviluppo tecnologico e innovazione non significano solo progettare razzi per il turismo spaziale. I grandi player tecnologici e le organizzazioni che operano nelle infrastrutture energetiche hanno già colto da tempo la sfida per la sostenibilità del pianeta.

Aprire le porte a nuove collaborazioni con think tank e gruppi di ricerca non può che rappresentare quella spinta propulsiva supplementare di cui l’innovazione industriale ha bisogno per portare l’uomo ad un definitivo cambio di passo.

L’attenzione all’ambiente, al territorio e alle comunità che lo abitano devono essere percepiti come driver strategici e pilastri insostituibili per qualsiasi business presente e futuro. Una visione che Terna concretizza nel suo Piano Industriale 2021-2025 “Driving Energy” da 8,9 miliardi di euro di investimenti finalizzati alla transizione energetica e a concreti progetti di innovazione di medio-lungo termine. Proprio nell’innovazione e nella digitalizzazione, l’azienda ha previsto investimenti per circa 900 milioni di euro.

4 week 4 inclusion

Riparte 4 WEEKS 4 INCLUSION: oltre 200 aziende per promuovere l’inclusione

Dal 22 ottobre al 22 novembre prende il via la seconda edizione della 4 Weeks 4 Inclusion, il più grande evento interaziendale dedicato all’inclusione che quest’anno, per la prima volta in Italia, vede impegnate oltre 200 imprese per valorizzare insieme i temi della diversità e dell’inclusione, con un ricco programma di eventi digitali dedicati ai 700mila dipendenti delle aziende partner.

4 week 4 inclusion

In questa edizione otto eventi particolarmente rilevanti saranno trasmessi in streaming al link e aperti a tutti con l’obiettivo di promuovere un dibattito interdisciplinare con i rappresentanti di istituzioni, business community e associazioni sindacali.

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Come seguire 4 WEEKS 4 INCLUSION

Sul sito 4w4i è possibile registrarsi, trovare tutte le informazioni e gli aggiornamenti sul programma della manifestazione.

Per la giornata inaugurale del 22 ottobre, l’appuntamento principale sarà ‘Storie di inclusione’ (alle ore 12:00), nel corso del quale si affronterà il tema dello sviluppo sociale ed economico, partendo dalle politiche aziendali sull’inclusione.

Alla plenaria parteciperanno autorevoli rappresentanti delle Istituzioni e del mondo aziendale tra i quali Roberto Fico, Presidente della Camera dei Deputati, Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Salvatore Rossi, Presidente di TIM, Laura Nurra, Direttore Risorse Umane di American Express Italia, Ernesto Ciorra, Head of Innovability di Enel e Paola Angeletti, Chief Operating Officer di Intesa Sanpaolo.

L’evento sarà preceduto dal talk show ‘Aziende in Rete’ nel quale i manager HR di Avio Aero, Barilla, Snam e TIM, racconteranno come si svolge l’intera iniziativa e quali obiettivi hanno guidato questa grande collaborazione interaziendale.

4 week 4 inclusion

I lavori della giornata si concluderanno nel pomeriggio con ‘Uguali perché diversi’ (alle ore 17:00) con la partecipazione di Maurizio Landini Segretario Generale CGIL, Luigi Sbarra, Segretario Generale CISL, Pierpaolo Bombardieri Segretario Generale UIL che faranno il punto sull’inclusione nel mondo del lavoro e sul ruolo delle parti sociali.

Anche Ninja per parlare di diversità e inclusione

Ninja non poteva mancare a questo evento: diversità e inclusione sono sempre stati temi che l’azienda ha sentito propri fin dalla sua nascita, interiorizzandoli con sensibilità.

Mirko Pallera

Il webinar, intitolato “Come progettare un piano di inclusione digitale“, sarà trasmesso lunedì 25 ottobre dalle 19:00 alle 20:00. Il digitale è come l’ossigeno, pervasivo e invisibile in ogni azione che compiamo. Per guidarlo bisogna essere dei veri Unbreakable: smart, antifragili, resilienti.

Come offrire equo accesso al professional empowerment e al potenziamento digitale?

Mirko Pallera, CEO di Ninja Academy, terrà una Ninja Masterclass di storie e pratiche innovative e trasferibili di Inclusione Digitale progettate dai più illuminati HR Director e Accademici.

Ad accompagnarlo in questa discussione ci saranno Piermattia Menin, HR Director di DHL che presenterà una case history interna di inclusione digitale degli ipovedenti; Marco Russomando, Head of HR & Organization Illimity e Giulio Beronia, esperto di Diversity & Inclusion con focus sull’inclusione generazionale.

L’evento è aperto a tutti e sarà sufficiente registrarsi sul sito dell’evento per seguirlo online.

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Gli ospiti della maratona e gli eventi da seguire

Nel corso della maratona, interverranno tra gli altri Paola Angeletti – Intesa Sanpaolo; Paola Bonomo – TIM; Paola Boromei – SNAM; Alberto Calcagno – FASTWEB; Silvia Candiani – Microsoft; Ernesto Ciorra – ENEL; Paola Corna Pellegrini – Allianz Partners; Veronica Diquattro – DAZN Italia e Spagna; Luigi Gubitosi – TIM; Monica Iacono – ENGIE; Emanuele Iannetti – Ericsson; Maximo Ibarra – ENGINEERING; Lavinia Lenti – SACE; Mauro Macchi – Accenture; Paola Mascaro – Valore D; Anna Masutti – RFI (Gruppo FS Italiane); Carlo Nardello – TIM; Laura Nurra – American Express Italia, Ruggero Rabaglia – Barilla; Salvatore Rossi – TIM; Walter Ruffinoni – NTT Data; Luciano Sale – TIM; Alice Soru – Tiscali; Roberto Tomasi – Autostrade per l’Italia.

Molto attesi anche gli interventi di testimonial d’eccezione tra campioni olimpici e paralimpici, rappresentanti del mondo dello spettacolo e della cultura e influencer sui temi della diversità.

Oltre al webinar di Ninja, tra i tantissimi interessanti appuntamenti vi segnaliamo alcuni interventi da seguire in diretta streaming:

25 ottobre ore 11:30 – 13:00 Poste Italiane S.P.A.

Dall’acquario al mare: scambio fra le generazioni in azienda

26 ottobre – 15:00 – 16:00 Burger King

Welcome everybody

27 ottobre – 11:00 – 12:00 DAZN

PAROLE IN CAMPO. Il racconto sportivo è una questione di genere?

29 ottobre – 11:00 – 12:00 American Express

“Being yourself matters”: la cultura di Inclusione e Diversità in American Express

2 novembre 11:30 – 13:00 – Noovle

L’etica e l’Intelligenza Artificiale

4 novembre 11:30 – 13:00 Gruppo Nestlé in Italia

Non sono un mammo! Genitorialità condivisa e gender gap

8 novembre 10:30 – 11:30 Google Italy

Accessibility @ Building Awareness & Empathy

10 novembre 15:00 – 16:00 SALESFORCE.COM ITALY S.R.L

Salesforce Inclusion best practices: La nostra storia di successo con Specialisterne

12 novembre 18:30 – 20:00 Virgolimage

Neurodiversità e Moda: abilità e opportunità

17 novembre 11:30 – 13:30 Enel Italia S.P.A

Le sfide (im)possibili

19 novembre -10:30 – 11:30 Coca Cola

Coca-Cola and Diversity&Inclusion: a neverending story

Spopolano le bandierine rosse su Twitter, scopriamo cosa sta succedendo

Non ci sono più i cinguettii di una volta. Twitter, social network con servizio di microblogging, in questi giorni è corredato dall’emoji della bandierina rossa, apparsa in tanti tweet di celebrità e aziende. Un ossimoro, un inatteso tormentone social che sta conquistando proprio tutti, la moda delle red flag ci provoca, diverte e appassiona, spronandoci a mettere in risalto: “l’esatto contrario di ciò che ho detto”.

Perchè i tweet hanno le bandierine rosse?

Tutto inizia da questo post ufficiale di Twitter:

È difficile trovare la risposta a questo fenomeno, soprattutto quando non si ha una chiara spiegazione. Sembra, però, che proprio il profilo ufficiale di Twitter abbia iniziato a parlare delle bandiere rosse negli appuntamenti o delle cose che non si dovrebbero fare mentre si frequenta qualcuno.

Un contrasto dunque, una sorta di “state tutti alla larga”, una mania che ha spinto la casa madre a postare:“Non sono su Twitter”. Seguito poi da tanti profili con la battuta pronta dietro l’angolo. La bandierina rossa indica un pericolo o un avvertimento, indicato con tweet pungenti e contestualizzato con l’emoji.

I tweet con la bandiera triangolare sono aumentati del +455% e l’emoji è stata utilizzata circa 1,5 milioni in tutto il mondo.

I tweet red flag più divertenti

Netflix India ci mette in guardia, non c’è dubbio:”fate attenzione quando il protagonista nota una ragazza solo quando si toglie gli occhiali e si trasforma”.

Twitter Netflix

Il profilo dell’Europa League sottolinea:”L’inno dell’Europa League non è un capolavoro”.

Restando in tema calcistico, il Manchester United ci tiene a far sapere che: “Cristiano Ronaldo non è il GOAT (migliore di tutti i tempi)”

Twitter Manchester

Anche il profilo di Crocs scrive:”Non sono una persona da Crocs”.

E poi… chi non ha mai bevuto una Pepsi nella sua vita?

Non potevamo sottrarci al tormentone e abbiamo rincorso anche noi la moda red flag su Twitter:

Best Place to work Italy

Great Place to Work Italia: come si diventa la migliore azienda in cui lavorare

Per il ventesimo anno consecutivo, Great Place to Work Italia, ha premiato le aziende vincitrici della Classifica delle migliori aziende per le quali lavorare in Italia.

Sono state premiate 50 aziende tra le 128 organizzazioni che hanno preso parte all’indagine sull’analisi di clima organizzativo e che rappresentano l’eccellenza dei luoghi di lavoro in Italia.

53.610 collaboratori appartenenti a queste aziende hanno espresso la propria opinione sull’ambiente lavorativo e l’analisi dei dati risultanti ha permesso di stilare questa classifica.

great palce to work - profilo collaboratori

Le aziende sono state suddivise all’interno di 4 categorie organizzate in base alla loro dimensione (numero di dipendenti).

La classifica Great Place to Work è basata principalmente sulle opinioni dei dipendenti delle aziende interessate alla qualità del proprio ambiente di lavoro: il personale, compilando il questionario Trust Index sull’analisi di clima aziendale, hanno assegnato dunque alla propria organizzazione il titolo di Best Workplace.

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Il modello su cui si basa il questionario Trust Index mette in evidenza come un ambiente di lavoro eccellente sia caratterizzato da tre relazioni fondamentali:

  • una relazione di fiducia reciproca con il management aziendale,
  • il rapporto di orgoglio per il proprio lavoro e per l’organizzazione di cui si fa parte
  • e la qualità dei rapporti con i colleghi.

Le dimensioni indagate sono 5: Credibilità, Rispetto ed Equità, misurano la fiducia dei dipendenti nei loro manager, mentre le altre due, Orgoglio e Coesione, mirano a valutare il rapporto dei dipendenti con il loro lavoro e la loro azienda, le loro sensazioni riguardo ad essi, e il divertimento nel luogo di lavoro con gli altri colleghi.

Great Place to Work Italy: la parola alle aziende

Abbiamo contattato diverse aziende inserite nella lista dei migliori posti per lavorare nel 2021 in modo da comprendere, attraverso le loro parole, quali siano le strategie e le best practice in grado di creare un ambiente di lavoro sereno e coeso, basato sulla fiducia e il rispetto, così da guadagnarsi l’ambito titolo di Best Workplace.

Serena Rossi – HR DIRECTOR · Stryker

serena rossi stryker

“Stryker è una vera people oriented company, dove il capitale umano viene valorizzato in ogni suo aspetto.

Alimentiamo ogni giorno relazioni basate sulla fiducia trasmettendo i valori della diversità e dell’inclusione, autentici acceleratori di ogni investimento sulle nostre persone.

Essere tra i Best Workplaces è un motivo di orgoglio e di miglioramento continuo.”

Piermattia Menin – Managing Director Human Resources Italy · DHL EXPRESS 

Piermattia Menin - Manging Director Human Resources Italy · DHL EXPRESS 

“Dietro a questo importantissimo riconoscimento c’è tanto lavoro e grande dedizione alle persone che lavorano in DHL; lavoro che non si concentra nel periodo di “rilevazione e survey”, ma che dura tutto l’anno.

Tutto parte dalla nostra Mission e di conseguenza dai nostri valori e comportamenti che sono per noi la stella polare a cui indirizzare ogni nostra azione. Attraverso un’attenzione quasi maniacale ai comportamenti di ognuno di noi, attraverso un coinvolgimento quotidiano che attraversa tutta l’organizzazione all’AD all’ultimo dei collaboratori, siamo riusciti in questi anni a trasferire un mindset che oggi è diffuso a tutti.

Un esempio molto pratico è quello di mantenere aperto un canale comunicativo a due vie con le persone. Le persone, con il proprio responsabile e i propri colleghi, si confrontano e si danno feedback in maniera continuativa in ottica di miglioramento continuo del proprio ambiente di lavoro.

A seguito di questi feedback vengono creati Action Plan di Team, monitorati nel tempo e sui quali capo e collaboratori fanno regolarmente il punto della situazione affinché insieme si possa cambiare rotta nel caso mutassero le esigenze delle persone.

Possono essere cose scontate, ma non lo sono affatto”.

Gianluca Bilancioni – CFO / HR DIRECTOR · Teleperformance

Gianluca Bilancioni - CFO - HR DIRECTOR - Teleperformance

“Due anni fa abbiamo preso coscienza che le persone non fossero il reale centro di Teleperformance: lo erano sulla carta ma non nel cuore, nello spirito, nella passione della nostra azienda.

Abbiamo raso al suolo la Funzione HR e dalle sue ceneri sono spuntate non procedure e istruzioni operative ma incontri personali che iniziavano con “come posso aiutarti nel lavoro quotidiano?” e terminavano con “quali sono i tuoi sogni personali e professionali?”.

Un fuoco di passione ha incendiato Teleperformance e ogni cosa si è illuminata.

La luce ha inondato l’azienda e ricevere il Premio “Great Place to Work” per la prima volta nella storia di un Contact Center italiano è sembrato quasi scontato”.

Marco Russomando, Head of HR & Organization di illimity

Marco Russomando, Head of HR & Organization di illimity

“Fin dalla nascita di illimity, poniamo un’attenzione particolare alle persone, tanto da renderle uno dei pilastri di sostenibilità dell’azienda.

Ascoltiamo continuamente gli illimiters: abbiamo un sistema di welfare su misura, corsi di formazione trasversali ed abbiamo attivato il programma illimity w.o.w. (Way of Working) che ci permette di lavorare per metà del tempo in ufficio e per l’altra metà da un’altra parte, non necessariamente a casa.

Uno dei nostri focus è la ‘Diversity & Inclusion’, un concetto molto integrato nella cultura aziendale; nei nostri oltre 700 illimiters sono, infatti, presenti oltre 20 nazionalità e cerchiamo sempre di garantire la parità di genere ed il giusto equilibrio nelle competenze.

Perché la performance collettiva è il motore di tutto ed è un multiplo di quella individuale”.

Facebook investe nel talento europeo per contribuire a costruire il metaverso

Facebook è all’inizio di un percorso per contribuire a costruire la piattaforma informatica del futuro. Lavorando con altre realtà, sviluppano quello che viene comunemente definito il metaverso – una nuova generazione di esperienze virtuali interconnesse che utilizzano tecnologie come la realtà virtuale e aumentata.

Il metaverso si basa sull’idea che rafforzando la sensazione di “presenza virtuale”, l’interazione online può diventare molto più vicina all’esperienza che si ha con le interazioni di persona. Il metaverso ha il potenziale di aiutare a sbloccare l’accesso a nuove opportunità creative, sociali ed economiche. E saranno gli europei a plasmarlo fin dall’inizio.

Nessuna azienda sarà proprietaria del metaverso, né lo gestirà. Come nel caso di Internet, la sua caratteristica distintiva sarà di essere aperto e interoperabile. Per far nascere tutto questo sarà necessaria la collaborazione e la cooperazione tra aziende, sviluppatori, creator e politici. Per Facebook, richiederà anche continui investimenti nel prodotto e nei talenti tecnologici e questa crescita riguarderà tutta l’azienda. 

facebook logo con sfondo tipo matrix

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Per questo motivo oggi annunciamo un piano per creare 10.000 nuovi posti di lavoro altamente qualificati nell’Unione Europea (UE) nei prossimi cinque anni. Questo investimento è un voto di fiducia nella forza dell’industria tecnologica europea e nel potenziale del talento tecnologico europeo.

L’Europa è estremamente importante per Facebook. A partire dalle migliaia di dipendenti in presenti nell’Unione Europea, fino ai milioni di aziende che utilizzano le nostre app e i nostri strumenti ogni giorno, l’Europa è una parte importante del nostro successo, come lo è Facebook del successo delle aziende europee e dell’economia in generale.

Questo è un momento entusiasmante per la tecnologia europea. L’UE offre una serie di vantaggi che la rendono un luogo ideale per le aziende tecnologiche per investire – un mercato di consumo di grandi dimensioni, università eccellenti e, soprattutto, talenti di alto profilo. Le aziende europee sono all’avanguardia in diversi campi, che si tratti della biotecnologia tedesca che ha contribuito a sviluppare il primo vaccino MRNA o della coalizione di neo-banche europee che stanno facendo da apripista al futuro della finanza.

La Spagna sta assistendo a livelli record di investimenti in start-up che soddisfano qualsiasi bisogno, dalla consegna di generi alimentari online alla neuro-elettronica, mentre la Svezia è pronta a diventare, entro il 2023, la prima società al mondo senza contanti.

Tutto sul nuovo Design del sito di Facebook

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Da tempo crediamo che il talento europeo sia leader a livello mondiale, ed è per questo che abbiamo effettuato investimenti così consistenti nel corso degli anni – dal finanziamento di borse di studio per l’Università Tecnica di Monaco, all’apertura del nostro primo grande laboratorio europeo di ricerca sull’Intelligenza Artificiale con il programma di accelerazione FAIR in Francia, fino all’apertura della sede dei Facebook Reality Labs a Cork.

Oltre ai talenti tecnologici emergenti, l’UE ha anche un ruolo importante da svolgere nel definire le nuove regole di internet. I politici europei sono in prima linea nell’aiutare a includere valori europei, come la libertà di espressione, la privacy, la trasparenza e i diritti delle persone, nel funzionamento quotidiano di internet. Facebook condivide questi valori e nel corso degli anni abbiamo intrapreso azioni significative per sostenerli. Speriamo di vedere il completamento del Mercato Unico Digitale per sostenere ulteriormente gli attuali punti di forza dell’Europa, così come la stabilità sui flussi di dati internazionali che sono essenziali per una fiorente economia digitale.

Nell’iniziare il viaggio per trasformare il metaverso in una realtà, una delle più urgenti priorità per Facebook è quella di trovare ingegneri altamente specializzati. Non vediamo l’ora di lavorare con i Governi di tutta l’UE per trovare le persone giuste e i mercati giusti per portare avanti questo obiettivo, come parte di una prossima campagna di reclutamento che avverrà in tutta la regione. E mentre Facebook continua a crescere in Europa, speriamo di investire di più nel suo talento e continuare a innovare in Europa, per l’Europa e il mondo.

Report Programmatori e developer in Italia

REPORT: Le aziende cercano programmatori (ma il problema è ancora il compenso)

Negli ultimi due anni la pandemia e i lockdown hanno accelerato la trasformazione digitale, evidenziando la necessità da parte delle aziende di innovarsi e di inserire nel team figure tecniche in ambito sviluppo, aumentando di fatto la domanda per chi opera in questo settore.

A confermarlo sono gli stessi sviluppatori: il 41% dei freelance afferma infatti di aver registrato un incremento positivo del lavoro durante l’emergenza sanitaria. Secondo il 61% dei developer, il lavoro dello sviluppatore si evolverà nel tempo e, in ogni caso, sarà sempre più richiesto.

Bitboss report infografica

È la fotografia dell’ecosistema degli sviluppatori di software in Italia, sia dipendenti che freelance, scattata dalla seconda edizione di “The State of Development in Italy”, l’indagine realizzata da BitBoss, startup innovativa incubata in I3P (incubatore delle imprese innovative del Politecnico di Torino) che svolge il ruolo di software house in grado di aiutare startup e imprese tradizionali a sviluppare prodotti digitali. Il report completo può essere scaricato qui.

Il tutto grazie ad un team di sviluppatori provenienti da ogni parte d’Italia e ad una metodologia di lavoro studiata per garantire ai clienti efficacia, partecipazione e controllo totale durante l’intero ciclo di sviluppo.

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Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita del gap tra domanda e offerta di sviluppatori. È vero che il numero di developer è cresciuto fortemente, anche grazie all’ampliamento dell’offerta formativa in questo ambito, ma ancora di più è cresciuta la domanda delle aziende, sempre più alla ricerca di figure che possano accelerare il loro processo di innovazione”, sottolinea  Riccardo Barbotti, co-fondatore di BitBoss.

L’indagine mostra infatti un settore in salute e in grande fermento: solo il 10% degli sviluppatori dipendenti intervistati afferma di essere attivamente alla ricerca di lavoro e in 9 casi su 10 i developer italiani si dicono soddisfatti del proprio lavoro. Ma allo stesso tempo sono aperti a nuove opportunità (59%): questo denota una costante ricerca di condizioni lavorative sempre più favorevoli e stimolanti.

In questa situazione, le aziende devono competere per conquistare le risorse migliori: a vincere sono quelle che riescono a creare le condizioni di lavoro migliori (al di là del trattamento economico) che possano attrarre questi preziosi professionisti”, aggiunge Barbotti.

Per guidare le aziende e supportarle in un percorso di crescita e innovazione, BitBoss ha dunque messo in evidenza con la sua indagine quali siano le  richieste degli sviluppatori: le aziende che ricercano risorse di questo tipo dovrebbero in primis offrire un ambiente lavorativo interessante e stimolante per delle figure che sono sempre attente a cogliere nuove opportunità.

Cosa cercano i developer: flessibilità e trattamento economico

Andando a guardare ciò che i developer ritengono importante nella ricerca di un nuovo lavoro da dipendenti, l’indagine evidenzia al primo posto il trattamento economico, fattore imprescindibile per quasi l’80%.

report BITBOSS - tipologia di developer

Tuttavia, emergono altri punti interessanti: mentre per il 59% è importante avere a che fare con un ambiente dove si hanno prospettive di crescita e di leadership, la necessità di flessibilità sia dal punto di vista dell’orario che del luogo di lavoro è fondamentale per 7 su 10.

La ricerca di libertà e di flessibilità lavorativa è d’altra parte la motivazione più forte per gli sviluppatori che hanno scelto di intraprendere una carriera da freelance (57%) e il 35% non sarebbe disposto a rinunciare alla propria flessibilità in cambio di un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Tra l’altro, la maggioranza degli intervistati lavora con clienti Italiani su scala locale (46%) e nazionale (60%) e più del 20% dichiara di lavorare anche con clienti esteri. In particolare questi dati dimostrano come la distanza fisica che può intercorrere tra il freelance e i suoi clienti non rappresenti un ostacolo significativo.

Gli sviluppatori e il remote working: 1 su 3 preferisce una formula ibrida

Emerge quindi come la professione dello sviluppatore si sposi alla perfezione con il remote working: il 67,2% degli intervistati (sia dipendenti che freelance) afferma di lavorare sempre o molto spesso da remoto e il 93,5% ha lavorato almeno una volta a distanza.

Nel dettaglio, BitBoss mostra come circa l’86% dei freelance affermi di lavorare sempre o molto spesso da remoto, contro il 63% dei dipendenti. Inoltre il 25,5% dei developer dipendenti in piccole aziende (meno di dieci dipendenti) afferma di non aver mai lavorato da remoto o di averlo fatto raramente. Di contro, solamente il 15% dei developer che lavorano per grandi aziende (più di 20 dipendenti) ha dato queste risposte.

Del lavoro da remoto si dice soddisfatto il 62% dei developer (sia dipendenti che freelance), che spera che questo tipo di approccio si diffonda sempre di più. Tuttavia, un 30% degli intervistati ritiene che il full remote non sia del tutto funzionale e propone di adottare una formula ibrida tra lavoro da remoto e in presenza. Chi si dichiara contrario al remote working invece sottolinea come aspetto negativo dell’esperienza il distaccamento dal team di lavoro e lamenta principalmente la mancanza di un contatto diretto con i colleghi.

Il rapporto tra aziende e sviluppatori

La ricerca di BitBoss si è focalizzata su tre posizioni specifiche che i developer dipendenti ricoprono in azienda: sviluppatore (69%), tech lead (23%) e CTO (5%). Nella maggior parte dei casi, i developer affermano di voler continuare a svolgere un ruolo operativo, lavorando sul codice e migliorando sempre di più, ma non manca un 32% che ambisce ad assumere un ruolo più manageriale e di controllo diventando CTO o Tech Leader.

Una percentuale più ristretta ma rilevante (14%) sogna di diventare imprenditore, abbandonando quindi il lavoro da dipendente e mettendosi in gioco con progetti personali.

Tra gli sviluppatori dipendenti intervistati, il 54% lavora in grandi aziende che contano più di 50 dipendenti, mentre meno del 20% è impegnato in micro imprese. “Probabilmente queste realtà si trovano a essere meno competitive rispetto alle grandi aziende dal punto di vista dell’offerta nel mercato del lavoro e non riescono a dare agli sviluppatori quegli incentivi che per loro sono importanti: un salario competitivo e condizioni lavorative più appetibili.

Un’altra ipotesi potrebbe essere data dal fatto che le aziende più piccole preferiscono collaborare con freelance piuttosto che assumere personale interno”.

Trattamento economico: all’estero si guadagna meglio

Secondo l’indagine di BitBoss, il 49% dei developer dipendenti dichiara di guadagnare tra i 1500€ e i 2000€ netti al mese.

stipendio developer

Per quanto riguarda i freelance intervistati, la fascia più densa (34%) applica tariffe lorde giornaliere tra i 200€ e i 300€ lordi. Chi lavora con clienti esteri afferma inoltre che nell’85% dei casi  riesce a ottenere compensi migliori fuori dai confini italiani.

Una percentuale che pone l’accento su un gap retributivo già noto e che evidenzia una debolezza del nostro Paese rispetto ad altri”, sottolinea Riccardo Barbotti.Questa è la differenza più evidente che intercorre tra il mercato degli sviluppatori in Italia e alcuni Paesi nel resto del mondo: uno sviluppatore in Italia viene mediamente pagato meno rispetto a molti paesi occidentali avanzati e ciò non è necessariamente dovuto a una differenza di competenze tra i developer italiani e quelli stranieri. Circa l’80% delle aziende italiane è composto da micro imprese che, date le risorse limitate, potrebbero voler dare la precedenza a investimenti di altro tipo e allocare budget ridotti sull’innovazione e sul digitale. Inoltre non sempre viene percepito il reale valore in termini di ritorno dell’investimento in innovazione”.

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Tecnologie: gli ambiti e i linguaggi più amati dagli sviluppatori italiani

BitBoss ha inoltre indagato lo scenario legato ai tipi di applicazioni più sviluppate, ai framework e ai CMS più utilizzati.

Molti sviluppatori dichiarano di spaziare con le loro competenze in diversi ambiti: lo sviluppo web domina la classifica con un 76% di intervistati che dichiarano di sviluppare back-end e 70% front-end. Seguono app mobile (30%) e desktop (28%). Il 3% dichiara di sviluppare sia web che mobile mentre, prendendo a riferimento solo la percentuale di web developer, il 57% di loro dichiara di essere full-stack.

Chiudono la classifica le applicazioni legate al Machine learning, al gaming e ad altri tipi di programmazione come ad esempio quelli legati all’automazione industriale.

linguaggi più diffusi tra i developer

Per quanto riguarda i linguaggi, Javascript si conferma il più utilizzato in assoluto: il 73,5% dichiara di utilizzarlo regolarmente. Seguono HTML/CSS (61%), SQL (55%) e PHP (39%).

BitBoss: le aziende italiane hanno bisogno di innovare

Le aziende italiane stanno ancora imparando come innovare sotto questi punti di vista, per offrire agli sviluppatori la possibilità di utilizzare tecnologie all’avanguardia, lavorare in team con tool innovativi e con un approccio smart”, conclude Riccardo Barbotti, co-fondatore di BitBoss.

È necessario innovare la cultura dello sviluppo software in Italia: come BitBoss lo stiamo facendo in primis con il nostro metodo, ispirato ai trend internazionali ma adatto a tutte le realtà presenti sul  mercato italiano”.

BitBoss ha infatti sviluppato il suo metodo di lavoro ispirandosi in parte al modello Scrum della metodologia Agile e in parte al background professionale dei singoli soci, tutti provenienti dal mondo startup.

In BitBoss ogni progetto innovativo viene trattato come una vera e propria startup: “ogni azienda che vuole entrare nel mondo digitale per quanto sia strutturata, dal momento in cui entra nel mondo digitale, è a tutti gli effetti una startup”, sottolinea Barbotti.

Bit2win effettua la sua prima acquisizione con Datalytics

Bit2win acquisisce Datalytics con l’obiettivo di fondere le competenze tecnologiche e professionali e rappresentare la scelta top of mind nei mercati di riferimento, rispondendo così alle esigenze di un contesto in continua evoluzione tramite un servizio più completo.

Davide Feltoni Gurini (CEO Datalytics) e Andrea Galbiati (CEO Bit2win) sono d’accordo nell’affermare che l’acquisizione avrà un forte impatto nel piano strategico aziendale, consentendo alle due realtà di integrare e valorizzare la propria offerta.  

Datalytics è stata fondata da Davide Feltoni Gurini (CEO) e Marco Caruso (CTO) nel 2014 ed offre tecnologie interamente personalizzabili per attivare i consumatori e convertirli in clienti fedeli tramite campagne coinvolgenti declinate su canali digital e social.

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L’azienda vanta una suite proprietaria completa, con soluzioni che si integrano perfettamente all’interno del panorama Bit2win, completandone e ampliandone l’offerta.

Due nuovi prodotti

Bit2win Customer Engagement, infatti, consente alle aziende dei settori B2B e B2C di creare un’esperienza cliente coinvolgente tramite programmi di fidelizzazione e relazioni personalizzate. Grazie all’acquisizione delle competenze di Datalytics, la soluzione di Bit2win si arricchisce di due importanti prodotti:

ENGAGE: è il software che permette di costruire una Customer Experience personalizzata, che include la visualizzazione di contenuti User Generated su tutti i dispositivi o touch point a disposizione del brand, dal maxi-schermo all’impianto Out of Home. La piattaforma, certificata MISE, permette inoltre di gestire in piena autonomia social e digital contest in formati come “Quiz”, “Buy&Win”, “Play&Win”. 

WHATSAPP ENTERPRISE: è la soluzione che rivoluziona la Customer Experience in ambito Retail, offrendo ai consumatori un servizio veloce di personal shopping per l’acquisto di prodotti direttamente dal proprio smartphone. Whatsapp Enterprise permette inoltre ai retailers di utilizzare un unico numero verificato e impiegare operatori umani che gestiscano le richieste inbound, aumentando e migliorando il processo di vendita online. La soluzione rappresenta, inoltre, un nuovo canale di outbound marketing per l’invio di messaggi promozionali al consumatore.

L’acquisizione di Datalytics rappresenta un valore aggiunto per Bit2win grazie alle nuove soluzioni che andranno ad arricchire la nostra suite. Saremo ancora più competitivi, in settori in continua evoluzione, con l’obiettivo di rispondere alle esigenze dei mercati e portare i business ad un livello più elevato. Consapevoli che oggi l’esperienza è un elemento imprescindibile per tutte le aziende che vogliono conquistare i loro clienti, abbiamo deciso di incrementare la nostra soluzione di Customer Engagement con prodotti rivoluzionari. Il futuro di Bit2Win è ora ed insieme possiamo concretizzare grandi idee.

Andrea Galbiati, CEO e Founder Bit2win.

Ritengo che l’acquisizione di Datalytics da parte di Bitw2in rappresenti un’opportunità importante e stimolante per entrambe le aziende. Datalytics da sempre persegue e crede in un modello di business che faccia della collaborazione, della modernizzazione e della voglia di offrire soluzioni sempre più innovative i suoi punti di forza e in Bit2win abbiamo trovato lo stesso entusiasmo. Nel contesto contemporaneo i consumatori sono sempre più esigenti, al termine del customer journey prediligono l’acquisto di vere e proprie esperienze e non solo di prodotti fisici. Credo allora che gli strumenti di Datalytics e le competenze di Bit2win insieme possano davvero portare il Customer Engagement su un altro livello, coinvolgendo e fidelizzando i consumatori come mai fino ad ora.

Davide Feltoni Gurini, CEO and Co-Founder Datalytics.

Febbre da Influencer: qual è il termometro giusto per il tuo brand (e come curarti)

Quindicesimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento scelto per questa puntata è l’Influencer Marketing: ne abbiamo discusso con Matteo Pogliani, Partner di Openbox & Founder dell’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing (ONIM), che ha la mission di fare cultura e dare insight concreti sull’Influencer Marketing nel mercato italiano. Autore dei libri “Influencer marketing: valorizza le relazioni e dai voce al tuo brand” e “Professione Influencer”.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • L’evoluzione e la crescita esponenziale dell’Influencer Marketing: min 02,50
  • Report 2020 sull’Influencer Marketing: min 11,00
  • Relevance: una metodologia multi-kpi olistica: min 24,00
  • Analisi mensili sui social network: min 34,30

local marketing

5 consigli per migliorare la tua strategia di Local Marketing

In un contesto sempre più “globale” (quello del web e dei social network) parlare “local” può significare distinguere la propria offerta, renderla unica e inimitabile, fidelizzare i clienti.

Il Local Marketing si basa molto sulla costruzione di relazioni all’interno della tua zona geografica di riferimento o entro un certo raggio dalla tua attività.

Che cos’è il local marketing?

Il local marketing è un tipo di marketing che si rivolge specificamente ai clienti che vivono entro una certa distanza dalla sede della tua azienda, del tuo negozio.

Questo metodo consente alle aziende di commercializzare beni e servizi a potenziali clienti che vivono in una determinata città o località. Le piccole imprese spesso trascurano questa strategia di marketing, poiché molte di loro prendono spunto da conglomerati più grandi.

Seguire le strategie di marketing dei grandi player è fantastico, in teoria. Ma a meno che tu non possa competere con enormi budget , probabilmente non avrai lo stesso successo.

Ecco 5 suggerimenti che potranno aiutarti a realizzare un’efficiente strategia di local marketing.

1. Conosci il tuo pubblico

Il primo e più importante passo nello sviluppo di qualsiasi campagna di marketing è sapere chi è il tuo pubblico in gergo tecnico le tue buyer personas.

Non dovresti solo sapere a quale gruppo appartiene il cliente ideale, ma anche avere un’idea degli interessi del cliente ideale e di cosa gli piacerà.

Dovresti anche scoprire “dove” si trova il tuo pubblico. Ad esempio, su quali piattaforme di social media il tuo pubblico trascorre più tempo?

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LEGGI ANCHE: Impara come definire le tue Buyer Personas.

2. Ottimizza per i motori di ricerca

La Local Seo è importante perché aiuta le persone a trovare il tuo sito web aziendale online.

Questa è la chiave per le attività locali che vogliono apparire nella prima pagina dei motori di ricerca come Google. Molte persone (i tuoi clienti target, infatti) digitano la loro posizione,  più una parola chiave quando eseguono una ricerca.

I primi tre siti nel riquadro rosso otterranno praticamente tutti i clic. Per dare alla tua attività le migliori possibilità di essere in questa casella, dovrai ottimizzare il tuo sito per la SEO.

Saresti sorpreso di scoprire che la maggior parte dei piccoli brand non ottimizza i propri siti web e questo lascia aperta una importante possibilità per te.

Ecco alcuni rapidi suggerimenti SEO per il tuo sito:

  • Usa un design/tema del sito web che sia responsive (il che significa che il tuo sito si adatta automaticamente quando viene visualizzato su dispositivi mobili).
  • Scegli come target una manciata di parole chiave che il tuo cliente ideale cercherà; questi saranno probabilmente una combinazione tra “la tua posizione” + “il tuo servizio/prodotto/marchio”.
  • Ottimizza titolo e meta tag per parole chiave sull’intero sito, sia sui post del blog che sulle singole pagine.
  • Aggiungi pagine utili al tuo sito web, rispondi alle domande più comuni dei clienti e includi le tue parole chiave mirate.
  • Includi il nome, l’indirizzo e il numero di telefono della tua attività in ogni pagina del tuo sito.

LEGGI ANCHE: Anatomia di una pagina SEO

3. Fatti trovare su altri siti

Questo aspetto si lega all’ottimizzazione per i motori di ricerca ed è una componente importante di qualsiasi strategia di marketing locale.
Oltre al tuo sito web, devi anche assicurarti che la tua attività compaia in altri “luoghi” online.

Il primo punto da cui puoi iniziare è rivendicare la tua attività su Google My Business,  directory vitale che può aiutarti a iniziare a pubblicare annunci locali online e rafforzare la tua presenza sui motori di ricerca.

Se sei un professionista, hai un ristorante o un albergo, essere presente su elenchi di attività commerciali locali e siti di recensioni come Tripadvisor, Yelp è una parte importante della strategia di marketing locale.

Quindi, assicurati di iscrivere la tua attività a queste directory e portali, non dimenticare di cercare anche le directory locali; è probabile che ci saranno altri siti disponibili, come quelli realizzati da associazioni di categoria, reti di imprese o Camere di Commercio.

Assicurati di includere anche il tuo nome, indirizzo e numero di telefono su ogni directory e sito web, in modo che le persone sappiano come contattare la tua azienda una volta che ti trovano online.

4. Email Marketing

Spesso l’email marketing viene sottovalutato dimenticato per il marketing locale delle piccole imprese.

Quando un sondaggio di Infusionsoft e Leadpages ha chiesto quali fossero i canali di marketing preferiti dai proprietari di piccole imprese, l’email marketing è arrivato terzo, come evidenziato dal grafico seguente:

Certo, mettiamo sempre al primo posto i social media, ma l’email marketing ha mostrato un ritorno sull’investimento migliore, una generazione di lead più elevata e un potere d’acquisto maggiore rispetto ai social.

Una buona strategia di email marketing offre molti vantaggi per una piccola impresa:

  1. Aiuta a costruire un elenco di potenziali clienti
  2. Consente connessioni con i clienti su base regolare tramite newsletter
  3. Permette di promuovere di offerte tramite coupon speciali, sconti ed eventi
  4. Fornisce un modo per offrire un servizio e un’attenzione personalizzati

Ognuna di queste funzionalità può mantenere la tua attività in primo piano con i tuoi clienti, fornire un servizio eccellente e creare fiducia. È molto più probabile che qualcuno che si fida di un marchio acquisti da loro e sia un cliente fedele .

5. Social media per le imprese locali

I social media sono una parte indispensabile del marketing digitale, non importa quanto sia grande la tua azienda.

Le piattaforme social sono il luogo in cui diventiamo amici del nostro pubblico di destinazione e dei clienti per una relazione a lungo termine. Come in tutti i tipi di relazioni, qui dobbiamo essere compassionevoli e considerare ciò di cui hanno bisogno.

I social media non sono un canale per proporti, ma una buona opportunità per aiutare il tuo pubblico e migliorare la loro vita. All’interno di tutti gli ambienti virtuali e fisici, le persone sono circondate dalla pubblicità.

Un post sui social media che dice solo “Comprami” non è interessante per le persone nell’era digitale.

Quello che le persone vogliono vedere per essere interessate è “Posso aiutarti in questo” se mi compri.

Per social media non si intendono solo Facebook, Instagram ma anche WhatsApp e Messenger, che oggi stanno aiutando le aziende locali a comunicare facilmente con i loro clienti.

Ad esempio, l’app WhatsApp Business è ottima per creare un catalogo e mostrare i tuoi prodotti e servizi. In più, consente di utilizzare strumenti speciali per automatizzare, ordinare e rispondere rapidamente ai messaggi.

Con Messenger puoi rispondere rapidamente alle domande dei tuoi potenziali clienti. Essere disponibili su un’app che le persone hanno sui propri smartphone, è pratico e li fa sentire al sicuro.

Quindi, sii presente tramite messaggi live o chat bot, o idealmente entrambi!

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Come si misurano i risultati di una strategia di local marketing

La misurazione dei risultati è un approccio su più fronti che prevede il monitoraggio delle metriche sia digitali che in negozio.

La raccolta e l’analisi dei dati è fondamentale e i dati possono provenire da molte fonti. I dati sulle vendite di persona possono essere estratti e analizzati dai sistemi del punto vendita, ad esempio.

Tuttavia, è importante non fare affidamento solo su quelli, poiché escludono un’ampia fascia di clienti al di fuori del negozio. Le metriche digitali come l’analisi del sito web, il ritorno sull’investimento della tua pubblicità digitale e le informazioni raccolte dal tuo software di gestione delle relazioni con i clienti (CRM) svolgono tutte un ruolo nella misurazione del successo dei tuoi sforzi.

In conclusione possiamo dire che un local marketing che funziona è un mix di competenze tecniche , tool adeguati, social, pr e molta creatività.