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Funzionale non basta: come un’impresa può fare propri i principi de-sign

Si fa presto a cadere nel tranello teso da alcune parole, troppo inflazionate, abusate, collocate qua e là in modo generalista o improprio.

Design” è certamente una di queste. Si cerca poi magari di caratterizzarne l’identità perduta di questa parola accostandola a termini ed “etichette” di natura emozionale e/o funzionale, che però di fatto concorrono a indebolirne la valenza.

Eppure, Design è una parola che porta con sé una profondità e un respiro che meritano una riflessione. Nella sua etimologia, design deriva, come ricorda Klaus Krippendorff, dal latino de signare, “dare un significato alle cose”.

Una capacità che appartiene quindi all’uomo, universalmente inteso, ancor prima che alla figura professionale che siamo stati abituati a chiamare designer.

La scala di progressione del valore

Siamo in fondo tutti un po’ designer, perché oltre ad agire in un contesto nel quale siamo in grado di derivare un significato per noi stessi, a volte – e più spesso di quello che pensiamo – siamo in grado di veicolare un significato agli altri.

I designer, quelli di professione, sono in grado di farlo imprimendo tale significato in un medium. Sia esso un prodotto, o sempre più un servizio, magari una esperienza o perfino una trasformazione. Ci stiamo qui riferendo esplicitamente alla scala di progressione del valore (economico) così come è stata proposta, ormai qualche tempo fa ma sempre attuale, da Pine e Gilmore.

Funzionale non basta: come un'impresa può fare propri i principi de-sign

Scala di progressione del valore economico, in Pine & Gilmore, The experience economy, 1999.

De-sign vuol dire proprio essere in grado di dare un significato a un prodotto/servizio/esperienza/trasformazione. Un significato che non può essere colto ed interpretato in modo anacronistico dall’utente ma necessariamente deriva dal contesto nel quale tale medium è inserito.

Si tratta quindi di una relazione complessa che coinvolge destinatario-utente, medium (prodotto, servizio etc.) e designer sullo sfondo di un contesto che può intrecciare più dimensioni, sociali, culturali, tecnologiche e altre.

I principi del de-sign

Dopo una simile premessa, è evidente quanto una riflessione più approfondita sul tema e sui principi del de-sign sia assolutamente inscindibile dal discorso portato avanti in questa serie di articoli sull’impresa ‘significante’.

Il mondo del design italiano è stato il riferimento per molto tempo, nel mondo, di questa capacità di coniugare tutto questo con la cultura del prodotto e del fare manifatturiero.

Il prof. Roberto Verganti del Politecnico di Milano ha fotografato questa impronta identitaria coniando il termine “design driven innovation”, l’innovazione guidata dal design, in contrapposizione a quella spinta più dai bisogni del mercato (market driven) e a quella spinta dalla tecnologia (technology driven).

Anche in questo caso, il rischio culturale è stato quello di confinare questo contributo della ricerca manageriale alla casistica delle imprese più note del design di prodotto (Alessi, Kartell e le altre).

Abbiamo poi compreso che questo orientamento poteva invece essere esteso non solo al prodotto propriamente inteso ma all’intero modello di business fino a traguardare l’identità strategica aziendale.

Perché il significato rappresenta quell’elemento di coerenza grazie al quale poter leggere tutte le diverse componenti (fornitori, clienti, processi etc.) che l’impresa nel tempo struttura e organizza per portare la propria proposta di valore al mercato.

Risulta, inoltre, elemento di innovazione nel momento in cui l’impresa agisce in qualità di “designer” ed è in grado di veicolare sul mercato nuovi significati, attraverso i propri prodotti, servizi, esperienze o trasformazioni.

Framework della strategia del significato, in Battistella, Biotto, De Toni, From design driven innovation to meaning strategy. «Management Decision» 50, 2012.

Framework della strategia del significato, in Battistella, Biotto, De Toni, From design driven innovation to meaning strategy. «Management Decision» 50, 2012.

Ha continuato a farlo magistralmente per anni Apple, anche se negli ultimi tempi sembra aver perso un po’ della spinta del suo significato strategico “Think different”.

Eppure, è riuscita ad agire a livello di esperienza utente, basti pensare ai suoi negozi “tempio” per la community dei propri fan di prodotto, prima azienda del ramo informatica a vincere la sfida del canale retail monomarca.

Ha contribuito di fatto, e non marginalmente, alla “trasformazione digitale” di una gran fetta di utenti, altrimenti non familiari con una tecnologia realmente poco accessibile e fruibile.

Lo sta facendo, a esempio in Italia, Loccioni, piccola-grande realtà B2B che ha ereditato la cultura olivettiana e ha declinato il significato di “sartoria tecnologica” in un modello di sviluppo sostenibile legato al territorio e ai suoi talenti che le consente di dialogare, da Angeli di Rosora nelle Marche, con i grandi gruppi industriali del mondo.

Il re-design applicato alla scala di progressione del valore

Anche in questo caso il de-sign ha riguardato la cura di tutti i livelli della scala di progressione del valore: prodotti a grande contenuto tecnologico ma con approccio “sartoriale”, servizi di trasferimento tecnologico, esperienze “aziendali” per clienti-fornitori e per gli attori, in primis giovani, del territorio, e trasformazioni, contribuendo all’ingresso nel mondo di lavoro di talenti espressione dell’heritage manifatturiero marchigiano e alla nascita di numerose startup e spin-off secondo una logica di ecosistema di business.

Il Design così inteso rappresenta oggi e continuerà a rappresentare per il futuro un potente motore “universale” di innovazione per le imprese.

In questo senso, più che parlare di design universale, vogliamo quindi porre l’accento sull’universalità del design quale mediatore e traduttore culturale tra impresa e mercato-cliente.

Pensiamo a Tesla, e al ruolo che il de-sign della sostenibilità ha avuto nel creare una proposta dirompente a un mercato retto da un settore industriale paradossalmente “conservatore”, specie quando si è trattato di recepire una profonda e intima ridefinizione della sua architettura tecnologica.

Pensiamo a Ryanair, e al suo declinare e veicolare al mercato e ai consumatori il significato di low-cost, ridefinendo alle fondamenta il concetto e livello di servizio e abilitando un nuovo, coerente, modello di business.

Pensiamo al Made in Italy che, quando riesce realmente a far proprio il significato di lifestyle italiano, esprime livelli di qualità e unicità che il mondo intero non può far altro che apprezzare.

Riteniamo quindi che le imprese debbano attrezzarsi e governare al meglio il costrutto teorico e pratico del de-sign come motore di (nuovi) significati. Si tratta di un costruire nel tempo un percorso, partecipato, aperto agli stimoli e ai contributi che possono giungere dall’esterno. Richiede competenze e sensibilità in parte nuove per le imprese. Queste devono infatti diventare interpreti culturali in grado di costruire e articolare nuove visioni e nuove proposte al mercato e da queste derivare coerenti modelli di business, soluzioni tecnologiche e operative.

D’altronde, il rischio che non devono correre è quello di risultare insignificanti. Il De-sign in fondo, nella sua essenza, vuole proprio evitare che ciò accada.

 

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Articolo realizzato in collaborazione con Gianluca Biotto

La storia di Antos Cosmesi, dalle api all’eCommerce di prodotti naturali

Siamo giunti quasi alla fine dei racconti del Ninja Van Tour di Mirko Pallera. Da Torino si è spostato ad Ozzano Monferrato (Alessandria), per visitare una delle aziende protagoniste delle Unbreakable Stories.

Ad accoglierlo è Gian Luca Mortara, founder di Antos Cosmesi, (che in greco antico vuol dire “fiore”) un’azienda che produce cosmesi naturale da due generazioni. Prima ancora, era un’azienda apistica, ancora oggi esistente. Poi tutto è nato da una ragazza del paese che doveva laurearsi in Farmacia e chiese aiuto alla famiglia Mortara per creare dei cosmetici dai prodotti dell’alveare. Confessa Gian Luca:

Ci sembrava una richiesta del tipo “Voglio andare sulla Luna”. Oggi creare la cosmesi a casa è semplice, tramite tutorial su YouTube, ma all’epoca non si sapeva dove iniziare. Poi con i giusti aiuti, abbiamo creato la prima linea cosmetica che abbiamo iniziato a vendere insieme al miele. Esposta all’inizio più per curiosità all’interno dello store, poi effettivamente il progetto è piaciuto ai nostri clienti e quindi abbiamo subito creare un laboratorio, Antos.

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Da questo, iniziano le prime vere e proprie vendite, locali e non, con la creazione della clientela. Da lì l’azienda ha iniziato a crescere, con non poche difficoltà: nel 2008 un incendio, a causa di un corto circuito, ha devastato il laboratorio, bruciando tutto e sono stati costretti a partire da 0. Per due anni ha vissuto e lavorato in alcuni container nel parcheggio antistante l’azienda, poiché anche la sua abitazione ha preso fuoco.

Antos Cosmesi: tutto naturale

Gian Luca apre le porte del laboratorio Antos e spiega come funziona il sensore ad ultrasuoni: un principio di cavitazione che tira fuori il principio attivo abbattendo l’utilizzo dei conservanti, e poi il procedimento di estrazione dell’estratto che dura circa un paio d’ore, e poi viene subito applicato al prodotto. Nel reparto spedizioni, invece, oltre 300 referenze dell’azienda si preparano per raggiungere le case di chi ordina online.

La loro produzione fornisce prodotti per il corpo, per il viso, per i capelli, per la cellulite, i solari e altri prodotti naturali.

La differenza tra i prodotti di Antos e quelli industriali, risiede non solo nei filtri solari, costantemente controllati dal comitato sicurezza cosmetica, ma sulla base del prodotto che fa la differenza. Se la base è ricca di oli preziosi, produce effetto booster, aiutando i filtri a non bruciare la pelle, quindi si rivela di alta qualità perché non solo non brucia la pelle ma aiuta ad idratarla.

Dal 2010 c’è il lancio dell’eCommerce:

La vendita online è stata una sfida. Da grande fruitore di Ninja Marketing mi sono sempre interessato a questo mondo in continua espansione, iniziato con diffidenza. La produzione avviene con una filiera corta, affinché i prodotti finali arrivino al consumatore con il carico massimo di principi attivi: per questo durano non oltre i 18 mesi.

Da quest’anno sono riusciti a creare una nuova linea di miele, con la propoli: una resina che le api impastano nell’alveare per andare a chiudere tutte le fessure; quando si va a cambiare l’alveare alle api, si tolgono tutti i pezzetti di propoli e poi si raffina per macerarlo. Per creare la propoli ad uso interno, invece, abbiamo creato un laboratorio a parte per la lavorazione di miele e integratori. Inoltre, c’è anche la produzione di una linea di profumi.

Insomma, la storia di Gian Luca rientra decisamente negli Unbreakable!

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Cosa ispira gli acquisti della Generazione Z e dei Millennial post-pandemia

Con l’allentamento delle misure di restrizione in Italia e le riaperture, le persone vogliono sfruttare al massimo la ritrovata libertà e si rivolgono a Pinterest per trovare ispirazione per lo shopping per celebrare il momento.

In particolare, Gen Z e Millennial, i segmenti di pubblico che guidano la maggior parte della crescita dei nuovi utenti di Pinterest, si stanno rivolgendo alla piattaforma per acquistare prodotti che riflettono il proprio desiderio di novità dopo i mesi trascorsi a casa con interazioni sociali limitate.

Mentre entrambe le generazioni puntano ad acquistare prodotti dai colori freschi, nuovi abiti ed elementi per rinnovare la casa, le ricerche su Pinterest riflettono come differiscono i gusti in termini di stili e idee.

“Nell’ultimo anno, le persone si sono rivolte a Pinterest con maggiore frequenza per trovare ispirazione per adattarsi a vivere e lavorare in circostanze radicalmente cambiate. Ora stiamo riscontrando che i Pinner stanno tornando ad utilizzare Pinterest nel modo in cui erano soliti utilizzare la piattaforma in circostanze normali, ovvero per pianificare il futuro e prendere decisioni su cosa fare o acquistare. I consumatori della Generazione Z e dei Millennial si stanno preparando per l’estate cercando destinazioni per le vacanze, idee per occasioni di festa a tema e prodotti di makeup e fashion. Pinterest è un angolo positivo di Internet, dove le persone trovano ispirazione per creare la vita che amano e diamo ai brand l’opportunità di connettersi con i consumatori nelle prime fasi del loro percorso decisionale”, ha commenta Adrien Boyer, Regional Manager for France, Southern Europe & Benelux di Pinterest.

Pinterest è un luogo dove le aziende possono catturare l’attenzione dei consumatori, dal primo momento d’ispirazione a quello finale dell’acquisto, e rappresenta il punto di partenza da cui le persone prendono decisioni durante il funnel.

come acquistano i giovani

La ripartenza rappresenta una grande opportunità per le aziende per raggiungere gli utenti di Pinterest nel momento in cui sono propensi, aperti e pronti a prendere una decisione d’acquisto. I brand possono fare affidamento sugli insight di Pinterest per progettare le proprie campagne sulla base delle tendenze di ricerca sulla piattaforma.

Di seguito alcuni insight del momento da cui i brand possono trarre vantaggio per future attività nel proprio mercato di riferimento.

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I prodotti per il makeup sono una priorità assoluta per la Generazione Z e i Millennial

Dopo aver cercato l’anno scorso idee per un makeup adatto agli incontri tramite video, la Generazione Z e i Millennial stanno ora acquistando prodotti di bellezza colorati per abbinarli a look espressivi, dal trucco di occhi e labbra alle fantasie delle unghie.

La Gen Z sta acquistando pastelli e colori chiari come “trucco color menta” (in aumento di 7 volte) e “trucco ispirato alle caramelle” (in aumento di 4 volte), mentre i Millennial stanno acquistando colori più luminosi, come “trucco con ombretto rosso” (in aumento di 17 volte) e “ombretto verde e oro” (in aumento di 8 volte).

La stessa dualità cromatica può essere trovata per le unghie, poiché la Gen Z è alla ricerca di idee per “unghie pastello estive” (in aumento di 60 volte) o “unghie color lavanda con disegno” (in aumento di 17 volte), mentre i millennial cercano “unghie acriliche estive luminose” (in aumento di 154 volte) e “unghie a fantasia mucca arcobaleno” (in aumento di 11 volte).

Anche se indossare la mascherina resta obbligatorio in Italia, entrambe le generazioni sono alla ricerca di prodotti per il trucco delle labbra.

La Generazione Z ricerca look naturali, come “lip gloss rosa” (in aumento di 7 volte) e “lip gloss marrone” (in aumento di 5 volte), mentre i Millennial stanno optando per alternative scintillanti e audaci, come dimostrano le ricerche per “labbra glitterate” (in aumento di 13 volte) e “sfumature di rossetto marrone” (in aumento di 9 volte).

GenZ e Millennials stanno organizzando il proprio guardaroba per le riaperture su Pinterest

Conosciuta come la generazione che guida le tendenze e sfida le norme, la Gen Z è alla ricerca di look ribelli e alternativi come “moda estiva androgina” (in aumento di 31 volte), “pantaloni con toppe” (in aumento di 17 volte) e “outfit estivo con pantaloncini di pelle nera” (in aumento di 18 volte). Si registra anche un allontanamento  dai tradizionali jeans a vita alta, riportando in voga “look jeans a vita bassa” (in aumento di 17 volte).

come comprani i giovani dopo la pandemia secondo pinterest

Anche i Millennial stanno trovando il proprio stile per la riapertura, ma restano ancora affezionati ai pantaloni della tuta, optando per look comodi da abbinare ad un makeup luminoso. Stanno acquistando “vestiti con gonna a fiori” (in aumento di 65 volte), “completi da lavoro con polo per donna” (in aumento di 44 volte) o “completi con camicetta morbida” (in aumento di 44 volte).

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L’arredamento della casa rimane al primo posto per la Generazione Z e i Millennial

Durante la pandemia, i Pinner hanno ricercato idee per l’arredamento della casa per ottimizzare i propri spazi e allestire uffici e palestre, mentre, adesso che le restrizioni sono allentate, cercano modi per dare un aspetto nuovo alla propria casa. La Generazione Z e i Millennial si ispirano allo stile Y2K con ricerche per “idee arredamento anni 2000” che aumentano rispettivamente di 30 e 38 volte per entrambi i segmenti di pubblico.

La Generazione Z sta ricercando anche nuove tonalità per l’arredamento, come “camera da letto verde salvia e marrone” (in aumento di 27 volte) e “bagno color pesca” (in aumento di 20 volte). E si ricercano stili ben precisi, come “arredamento per la stanza da skate” (30x).

I Millennial sono alla ricerca di tocchi di colore per le proprie abitazioni, come dimostrano le ricerche per “arredamento soggiorno con sedie rosse” (in aumento di 32 volte), “divani da soggiorno componibili blu” (in aumento di 24 volte). Stanno anche creando stili più sobri per la camera da letto, come “camera da letto moderna boho chic” (in aumento di 20 volte) o “idee per stanze dei cristalli”.

Roberto Leonelli nominato CEO Italia di Publicis Groupe

Publicis Groupe annuncia un importante incarico di leadership in Italia, Roberto Leonelli, attualmente Managing Director di Publicis Sapient, è stato nominato CEO Italia. La nomina, effettiva dal 1° luglio, riflette il costante impegno di Publicis Groupe nel fornire soluzioni sempre più integrate per aiutare i clienti a trasformare i loro modelli di marketing e di business. Nel suo nuovo ruolo Leonelli riporterà direttamente a Gerry Boyle, Global Chief Media Officer e Chief Executive Officer Western Europe, Publicis Groupe.

La nomina

Leonelli, con oltre 25 anni di esperienza nella consulenza e nel digitale, avrà il compito di evolvere ulteriormente l’offerta integrata di creatività, media, dati e Digital Business Transformation di Publicis Groupe, e lavorerà con i membri dell’Executive Committee italiano, Bruno Bertelli e Andrea Di Fonzo, avvalendosi del supporto di Maya ALKury per il Talent e di Francesca Rocca per la parte finance. 

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In Publicis Groupe dal 2014, Leonelli ha svolto tutta la sua carriera nel mondo del digitale e oggi ricopre un ruolo di primo piano nell’ambito della Digital Business Transformation in Italia. Dal 2016 è alla guida della sede italiana di Publicis Sapient, azienda globale di Publicis Groupe leader nella Digital Business Transformation che in Italia ha visto triplicare il proprio giro d’affari, supportando le più grandi aziende del Paese in importanti progetti di trasformazione. Leonelli manterrà il suo ruolo di amministratore delegato di Publicis Sapient. Dalla sua nascita, nel gennaio 2021, fa parte dell’Executive Committee di Publicis Groupe.  

Gerry Boyle dichiara:

Roberto ha dimostrato eccellenti competenze e una forte esperienza per assumere questo importante e strategico ruolo. La sua nomina rafforzerà e migliorerà l’offerta del Gruppo sul mercato italiano. Sotto la sua guida Publicis Sapient in Italia ha raggiunto negli ultimi anni considerevoli risultati di business. Sono convinto che Roberto sarà in grado di assicurare il successo di Publicis Groupe in Italia accelerando la crescita dei nostri clienti.

Dichiara Roberto Leonelli:

Oggi, le aziende cercano consulenza e approcci multidisciplinari basati sull’integrazione di creatività, media e digitale attraverso i dati. Per soddisfare questa esigenza a gennaio Publicis Groupe ha creato il suo primo Executive Commitee, che in pochi mesi ha raggiunto importanti risultati, sia in termini di business che in termini di integrazione della nostra offerta. Con questo nuovo passo, si consolida il nostro modello, per portare ai clienti soluzioni sempre più integrate ed evolute, capaci di avere un impatto positivo sul business e sui consumatori. In questo nuovo capitolo il ruolo dell’Executive Commitee sarà sempre più centrale e garantirà ai nostri clienti il meglio di ogni disciplina, durante il processo di trasformazione della comunicazione, del marketing e dei modelli di business.

BASE sigla una partnership con Nexi e diventa cashless

BASE, il polo creativo milanese di respiro internazionale, ha siglato una partnership strategica con Nexi, la PayTech leader in Europa, scegliendo di accettare esclusivamente pagamenti digitali.

Sposando un modello completamente cashless, l’hub culturale nato nell’area di proprietà del Comune di Milano di via Bergognone 34 diventa in Italia il primo spazio aperto al pubblico che abbandona definitivamente il contante, confermandosi come simbolo di digitalizzazione e di progresso del nostro Paese.

L’iniziativa è stata illustrata oggi alla presenza del Sindaco di Milano Giuseppe Sala che, dopo il taglio del nastro, ha commentato:

La partnership tra Nexi e BASE, uno dei più importanti progetti di rigenerazione urbana di tutta Europa, conferma quanto Milano sia in grado di guidare il progresso del Paese. La nostra città non solo accetta la sfida della digitalizzazione in ogni ambito, ma si mostra aperta ad accogliere il cambiamento e capace di creare forme di collaborazione che guardano al futuro per garantire ai cittadini servizi evoluti che puntano su sicurezza, trasparenza, velocità.

Con questo accordo, tutti i servizi e i prodotti acquistabili presso BASE – dai biglietti di eventi, performance e mostre, ai pernottamenti a casaBASE e alle consumazioni del bistrò – potranno essere pagati esclusivamente in digitale: ciò è reso possibile da Nexi che ha fornito l’infrastruttura tecnologica e i device necessar

L’iniziativa è coerente con lo spirito che guida tutte le attività della community creativa di BASE, improntate a promuove la cultura del cambiamento puntando su innovazione, semplicità, trasparenza, legalità, efficienza, sicurezza

Fin dalla sua nascita BASE opera come piattaforma di sperimentazione e contaminazione fra cultura, tecnologia e sociale. Per questo motivo siamo particolarmente felici che Nexi ci abbia dato l’opportunità di realizzare insieme questa trasformazione ‘cashless’, che crediamo abbia molte implicazioni positive: trasparenza, legalità, semplicità, efficienza.

Afferma Matteo BartolomeoPresidente di BASE Milano.

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Per Nexi, questo accordo rappresenta un ulteriore passo nel percorso di digitalizzazione del nostro Paese, nel quale i pagamenti digitali assumono importanza crescente, capaci come sono di accompagnare la trasformazione culturale in atto.

I pagamenti digitali rappresentano una straordinaria opportunità per digitalizzare il Paese e noi, in qualità di PayTech europea, vogliamo sfruttare le occasioni che vanno in questa direzione, ispirandoci anche ai Paesi nordici più evoluti nei quali, da qualche giorno, siamo presenti grazie all’operazione realizzata con Nets. L’accordo con Base ci consente di affiancare il polo creativo nel percorso di trasformazione del proprio business. Come Nexi, insieme alle nostre banche partner, vogliamo infatti accompagnare gli esercenti nella costruzione di nuovi modelli di relazione con i clienti e di integrazione sempre più spinta tra fisico e digitale attraverso i digital payments, con benefici in termini di velocità, sicurezza, comodità.

Ha dichiarato da Paolo Bertoluzzo, CEO Nexi Group.

azienda su tiktok

Manuale strategico per portare la tua azienda su TikTok

TikTok ormai non ha più bisogno di presentazioni e se lavori in un’azienda o hai un’attività imprenditoriale autonoma, hai decisamente bisogno di comprendere come sia possibile sfruttare le potenzialità di questo canale per il business.

Come dimostrano i risultati delle campagne su TikTok di alcuni importanti brand e l’attenzione sempre maggiore da parte dei marketer verso questo canale, che si sta gradualmente ricavando uno spazio nelle strategie di Social Media Marketing delle aziende, rimanere estranei al fenomeno del momento può significare perdere ghiotte opportunità di raggiungere il pubblico, specie se il target di riferimento è fra i giovanissimi.

Perché i brand usano TikTok

Il settore agricolo potrebbe non essere il primo che viene in mente quando si contemplano le statistiche di utilizzo di TikTok, ma una rapida ricerca su Google rivela che ben 1,8 miliardi di persone hanno guardato video con l’hashtag “farm”.

Durante la pandemia, l’app è stata molto utilizzata per permettere agli agricoltori di rimanere in contatto con i consumatori, e questo dice molto sulle potenzialità dello strumento anche in settori meno mainstream che spesso sottovalutiamo.

TikTok è stata una rivelazione per gli agricoltori cinesi, offrendo loro, per la prima volta, una linea diretta con i consumatori finali. È proprio il modello Direct to Consumer a svelare il potenziale della piattaforma.

Tuttavia, aprire un profilo aziendale e iniziare a pubblicare contenuti su TikTok (così come su qualunque altro social) senza una precisa strategia di web marketing potrebbe risultare inefficace e far perdere risorse e tempo prezioso.

why brand use tiktok

L’importanza di avere una strategia

Prima di iniziare qualunque attività sarà quindi necessario impiegare una adeguata quantità di tempo alla preparazione di un piano di marketing che tenga conto dei tuoi obiettivi e definire la strategia per raggiungerli.

In maniera schematica, le fasi da seguire per lo sviluppo di un piano di web marketing sono quelle mostrate nella figura qui sotto.

 

strategie per TikTok marketing

Analisi

In questa fase dovrai analizzare le informazioni disponibili e che sono necessarie per elaborare la strategia, quali sono i tuoi elementi distintivi (cioè quelli che rendono il tuo brand unico e specifico), le risorse a tua disposizione, le caratteristiche del mercato, la tipologia degli utenti, gli obiettivi e i risultati attesi.

Strategia

Sulla base delle informazioni raccolte nella prima fase, potrai preparare un piano di marketing che definisca quale strategia utilizzare (organica, a pagamento o un mix delle due) e le relative tempistiche di realizzazione.

Piano operativo

In questa fase dovrai dettagliare gli aspetti pratici e operativi della tua attività su TikTok, come:

  • Risorse (eventuale coinvolgimento di creator, influencer, video-maker);
  • Contenuti e frequenza di pubblicazione, che costituiranno il tuo piano editoriale;
  • Strumenti di marketing da utilizzare (es: integrazione con altri social network, creazione di landing page su un sito web, inserzioni pubblicitarie);
  • Obiettivi e criteri di misurazione (qualitativi e/o quantitativi).

Misurazione

Si tratta di un aspetto fondamentale per valutare se l’impegno profuso è in grado di guidare la tua azienda verso il raggiungimento dell’obiettivo. Durante tutta la durata del progetto, dovrai infatti tenere sotto controllo i dati statistici del tuo profilo aziendale per valutare l’efficacia delle tue attività e la bontà dei contenuti pubblicati.

A tale scopo, potrai avvalerti dell’apposita funzionalità di TikTok o di altri numerosi servizi online disponibili sul mercato.

Aggiornamento

La misurazione delle performance può evidenziare i punti di forza della strategia ma anche alcune criticità. In questo caso, bisogna essere pronti a cambiare rotta e rimettersi sulla giusta strada.

A questo proposito, è consigliabile prevedere, all’interno del piano operativo, alcuni momenti di verifica in cui analizzare i dati statistici ottenuti e apportare eventuali modifiche al piano delle attività (es. modificare il tipo di contenuti, partecipare ad hashtag challenge, pubblicizzare il profilo TikTok su altri social network, etc).

Sotto questo punto di vista, infatti, occorre considerare il processo indicato nello schema precedente come un flusso continuo di attività da ripetersi nel tempo.

Anche se sei un imprenditore o un libero professionista è particolarmente utile adottare questo approccio, che non è una procedura esclusivamente adatta solo a organizzazioni strutturate e di grandi dimensioni: la stesura di un piano di marketing aiuterà a evidenziare criticità e aspetti che potrebbero essere stati tralasciati, qualunque siano le dimensioni del business e il budget allocato.

Non in tutti i casi, infatti, sarà necessaria un’analisi lunga e dettagliata. Per partire, può essere sufficiente stilare un sintetico documento dove riportare obiettivi, elementi distintivi, mercato target,  tipologia dei contenuti e altre informazioni di base.

Da dove iniziare

Il primo passo per l’elaborazione di questo documento è trovare risposta ad alcune domande fondamentali:

  • Il tuo cliente target  o il pubblico che vuoi raggiungere appartiene alla Generazione Z?
  • I tuoi prodotti sono visivamente accattivanti?
  • La tua azienda lavoro opera nel settore dell’intrattenimento, del lifestyle o della moda?
  • Hai le risorse per postare regolarmente su TikTok?
  • Per la tua attività puoi utilizzare un “tono di voce” che sia simpatico, disinvolto e trendy?
  • Quale tipo di contenuti ti sarà più naturale creare e quale risulterà maggiormente in linea con il tone di voce del tuo brand?

Naturalmente, la lista appena stilata non è assolutamente esaustiva ma può aiutare a comprendere se il tuo business della tua azienda è compatibile con il pubblico di riferimento che frequenta TikTok e può contare già al suo interno su collaboratori dotati delle skill necessarie per approcciarsi con successo e interagire su questa piattaforma.

main vibes on tiktok

In ogni caso, uno dei consigli più utili da osservare prima di mettersi all’opera, è quello di osservare con molta attenzione come si comportano altri brand o creators, in particolar modo le strategie e il tone of voice dei competitor, e di sperimentare di persona prima di prendere una decisione definitiva e passare alle fasi successive del piano di marketing.

In relazione a questo, va assolutamente tenuto presente che l’82% degli utenti di TikTok si aspetta che i brand siano divertenti/leggeri e coinvolgenti.

global web index tiktok

Le possibili strategie di crescita su TikTok

Completata la fase di analisi avrai certamente le idee più chiare su quello che vorrai fare e di quali risorse avrai bisogno.
Ciò ti consentirà di scegliere la strategia di crescita da adottare, che può essere classificata essenzialmente in due tipologie: la strategia di crescita organica e quella di crescita a pagamento (v. Fig. 2).

strategia marketing per TikTok

Nella strategia di crescita organica rientrano tutte quelle tecniche che hanno a che fare con una crescita naturale del proprio profilo: oltre alla creazione dei contenuti, entrano in gioco la scelta degli hashtag, la ricerca dei suoni e l’utilizzo di strumenti quali duetti o stitch.

La strategia di crescita a pagamento, invece, come dice il nome stesso, comprende le tecniche che richiedono un investimento monetario, come lancio di hashtag challenge, coinvolgimento di influencer, e utilizzo di TikTok Ads.

Comunque, questi due tipi di strategie possono anche essere usate insieme, come fanno molte aziende, ed essere integrate nel piano generale di marketing che si deciderà di adottare e che potrà prevedere l’integrazione anche con altri social network o canali di marketing.

Le principali tecniche di crescita organica e quelle a pagamento, meritano di essere approfondite in un contesto separato.

Rimane decisamente necessario puntualizzare che, a queste tecniche, come accade su altri social network, è necessario abbinare una presenza continua sulla piattaforma e un engagement con gli altri utenti attraverso like, commenti e messaggi per creare relazioni personali, genuine e spontanee.

Qualche numero su TikTok

  • 689 milioni di utenti di TikTok a livello internazionale (mensile)
  • 600 milioni di utenti Douyin in Cina (ogni giorno)
  • 100 milioni di utenti TikTok negli Stati Uniti (mensile)
  • 100 milioni di utenti TikTok in Europa, con 17 milioni nel Regno Unito, 11 milioni in Francia e 11 milioni in Germania
  • I download di TikTok 2020 sono stimati tra 850 milioni e 987 milioni, esclusi i download di terze parti cinesi (Apptopia/Sensor Tower)
  • La penetrazione globale di TikTok è stimata al 18% degli utenti internet globali tra i 16 e i 64 anni (GlobalWebIndex)
  • TikTok 2020: entrate stimate a 1 miliardo di dollari (Reuters)
  • TikTok è valutato a 50 miliardi di dollari (Reuters)

Storia del primo computer a transistor: ad inventarlo fu un italiano

Continuano le storie del Ninja Van Tour che tanto ci hanno appassionato. Questa volta ci fermiamo a MilanoMirko Pallera incontra una persona unica nel suo genere, un amico d’infanzia, illustratore, artista e filologo: Matteo Demonte.

Matteo ci porta a visitare Porta Vittoria, ex scalo commerciale oggi diventato un “non-luogo”. Mentre ne sperimentiamo l’incredibile senso di spaesamento, ci racconta del suo progetto di ricerca dedicato a Mario Tchou, l’ingegnere italiano di origine cinese che ha contribuito all’invenzione del primo computer a transistor della storia.

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Mario Tchou era un ingegnere elettronico, ci ha lasciato un sacco di insegnamenti, grazie alle sue invenzioni. Figlio dell’Ambasciatore della Repubblica Cinese in Italia, nasce nel 1924 e si laurea a Roma in ingegneria elettrotecnica. Il percorso di Mario diventa subito interessante: vince da ragazzo una borsa di studio, grazie alle sue doti intuitive, e inizia a lavorare come calcolatore sul progetto delle valvole termoioniche, già a 27 anni insegna all’università della Columbia.

ELEA 9003

Verrà selezionato poi dall’azienda Olivetti per dirigere il laboratorio di ricerca elettronica. Mario è noto per essere l’inventore e direttore della squadra di tecnici e scienziati che costruirono non solo il primo computer italiano ma il primo computer allo stato solido della storia dell’informatica a transistor, con dentro delle piastre di metalli particolari, sostituendo le valvole termoioniche, che scaldavano molto.

Mario Tchou

Mario Tchou

Quindi Mario progetta e realizza in tempi brevissimi, prima di tutte le case dei calcolatori, il primo computer transistor della storia con Olivetti e verrà presentato poi nel 1959, in occasione della fiera campionaria di Milano, nello stand elettronico, viene inaugurato ELEA 9003 (questo il nome scelto). Mentre invece, dalla parte opposta nello stand IBM, nello stesso momento viene presentato una creatura ibrida, un computer metà valvole e metà transistor.

Pochi anni dopo Mario, purtroppo, muore in un incidente il 9 novembre del 1961. Era un cittadino cinese, realizzato lavorativamente però in Italia, quindi perfettamente un italiano. Olivetti ha prodotto quindi il primo computer a transistor, ELEA 9003, avendo un successo strepitoso. Dopo la morte di Mario, viene progettato il Programma 101, un Desktop Computer.

ELEA 9003, primo computer a transistor

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Dalle parole di Matteo Demonte, riecheggiano ancora tutti gli insegnamenti e l’eredità che ha lasciato Mario Tchou: uno sviluppo senza conoscenza produce degli effetti a lunga distanza devastanti. Negli anni 60 la corsa era cominciata, l’automazione era dietro la trama tecnologica, oggi è diventata una struttura gigantesca.

Affidiamo, attraverso l’intelligenza artificiale, le scelte che prima erano affidate ad esseri umani. Ci fidiamo delle macchine, del calcolo, del linguaggio che è rimasto lo stesso, e questa è la chiave che unisce l’elettronica con l’algebra.

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Kellogg innova i suoi cereali integrando la prima tecnologia al mondo per ciechi e ipovedenti

Un passo significativo verso una shopping experience più inclusiva, che permetta maggiore autonomia alle persone cieche e ipovedenti, aiutandole a orientarsi sia nella scelta dei prodotti che nella gestione degli stessi una volta all’interno della “dispensa”: Kellogg Europa annuncia oggi l’avvio di un progetto paneuropeo che renderà, entro la fine del 2022, tutti i pack di cereali dell’azienda più accessibili ai non vedenti e agli ipovedenti, grazie all’integrazione della tecnologia NaviLens, la prima al mondo sviluppata per le persone con disabilità visive. 

Il progetto, partito l’ottobre scorso con un test pilota in UK che ha ottenuto una percentuale di gradimento da parte dei soggetti interessati uguale al 97%, è pronto a raggiungere gli scaffali dei supermercati di tutta Europa già a gennaio 2022 con i pacchi di Special K, per diventare parte integrante di tutte le confezioni di cereali Kellogg entro la fine del 2022. Kellogg diventa così la prima azienda food al mondo a integrare una tecnologia per non vedenti e ipovedenti on pack. 

Pack di cereali

La tecnologia NaviLens si basa sulla scansione, attraverso il proprio smartphone, di uno speciale codice integrato nel design delle confezioni del prodotto: così vengono rese accessibili, in forma audio, le informazioni sugli ingredienti, gli allergeni e le informazioni sul riciclaggio di ciascun prodotto specifico. Informazioni spesso non accessibili alle persone con disabilità visive. 

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A differenza delle altre tecnologie presenti sul mercato (QR code o barcode), la tecnologia NaviLens è realizzata con colori ad alto contrasto per l’individuazione anche da parte degli ipovedenti e può essere inquadrata a una distanza dodici volte superiore a quella delle alternative (fino a un massimo di tre metri di distanza). Inoltre il consumatore non ha bisogno di sapere esattamente dove si trova il codice sul pacco perchè la tecnologia funziona anche senza un’inquadratura “a fuoco”.

In Italia, secondo una rilevazione INPS del 2019, sono oltre 122 mila le persone parzialmente o totalmente non vedenti. Questa innovazione sul packaging si colloca all’interno dell’impegno di Kellogg in ottica di diversità e inclusione, e vuole essere anche una prima esperienza da condividere con altri brand per rendere gli scaffali dei supermercati più accessibili per le persone con disabilità visive, così che possano fare acquisti in modo più indipendente e accedere alle informazioni su una gamma sempre più ampia di prodotti e confezioni. 

L’integrazione della nostra tecnologia nelle confezioni di cereali Kellogg è un passo importante verso la realizzazione di un’esperienza di shopping più inclusiva per le persone con disabilità visive, aiutandoli a diventare più indipendenti e autonomi anche nella scelta dei prodotti.

Commenta Javier Pita, CEO di NaviLens.

In Italia, come nel resto d’Europa, le persone cieche e ipovedenti non sono ancora autonome nel fare la spesa o nell’avere accesso a informazioni fondamentali sui prodotti, come quelle relative alla shelf life o agli allergeni. Per questo, l’iniziativa di Kellogg rappresenta un passo molto importante, poiché per la prima volta contribuisce a migliorare non solo l’esperienza di spesa, ma anche la gestione dei prodotti a casa. Si tratta di un cambiamento che, se adottato su larga scala, potrebbe davvero restituire ai clienti non vedenti la stessa libertà, autonomia e indipendenza che hanno i clienti vedenti. Progettare un packaging in modo che “funzioni per tutti” è un impegno fondamentale se vogliamo costruire una società più inclusiva, e speriamo che altri marchi seguano l’esempio di Kellogg nel rendere le informazioni sulle confezioni più accessibili.

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Spiega Mario Barbuto, presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

In linea con i valori del nostro fondatore W. K. Kellogg, continua il nostro impegno per contribuire a creare una società guidata da principi di equità, diversità e inclusione. In Europa ci sono oltre 30 milioni di persone che convivono con disabilità visive, la cui shopping experience può essere migliorata da soluzioni come NaviLens. Sono estremamente orgoglioso che Kellogg sia la prima azienda food al mondo ad utilizzare questa tecnologia.

Conclude Giuseppe Riccardi, General Manager di Kellogg Italia.

Nel futuro il cliente è al primo posto: 5 aziende l’hanno capito grazie alla pandemia

Nel corso di quasi 15 mesi da quando è stato annunciata la pandemia da COVID-19, la vita è cambiata radicalmente. La maggior parte di noi ha stravolto i propri piani – sia personali che professionali – e ha maturato una comprensione molto più profonda di cosa significhi adattarsi. 

Abbiamo osservato enormi cambiamenti nel modo in cui le persone interagiscono con le aziende a livello mondiale. Il comportamento d’acquisto è estremamente cambiato: i clienti hanno iniziato a esplorare, cercare e pianificare la maggior parte dei loro acquisti sul web. La nuova realtà della pandemia ha costretto molti brand a cambiare radicalmente le loro strategie di marketing; altri, invece, hanno accelerato strategie già avviate.

Fra tutte le sfide dell’anno scorso, i brand si sono mostrati ai consumatori come mai prima d’ora, creando un modello di marketing ancora più incentrato sul cliente. Puntando su soluzioni come i dati di prima parte e l’automazione, le aziende ora garantiscono maggiore tutela della privacy, personalizzazione e convenienza alle persone che interagiscono con il brand e lo vivono.

Mentre gli Stati Uniti iniziano a immaginare il ritorno a una parvenza di normalità, abbiamo parlato con cinque leader del marketing in diversi settori che hanno messo in atto dei cambiamenti customer-centric per preparare le loro aziende al futuro.

Di seguito spiegano come hanno utilizzato i dati di prima parte e l’automazione, dando consigli chiave agli altri marketer, indipendentemente dal settore di appartenenza.

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Promuovere le connessioni per creare una community

Nel mondo dei servizi finanziari, è facile concentrarsi sull’utilità dei prodotti che offriamo. Ma alla fine della giornata, il denaro e la gestione di un’azienda riguardano soprattutto le persone. I proprietari delle piccole imprese dipendono dalle relazioni con gli altri, e i video ci aiutano a raccontare queste “storie di persone”. Su YouTube possiamo raggiungere venditori in cerca di ispirazione e idee su come sopravvivere e prosperare.

Lauren Weinberg, Chief Marketing Officer di Square

La missione di Square – permettere a tutti di accedere agli strumenti per avere successo, in base alle proprie caratteristiche – è stata ideata l’anno scorso. Il COVID-19 è arrivato proprio mentre l’azienda stava preparando la sua prima grande campagna di brand, facendo slittare il lancio. Square ha immediatamente riallocato il suo budget di marketing per offrire software gratuiti e rimborsi ai proprietari delle piccole imprese profondamente colpite dalla crisi.

Nel corso della pandemia, Square ha deciso che non poteva continuare a basarsi sul performance marketing, come faceva da tempo; i proprietari delle aziende stavano cercando consigli su come adattare le loro attività, e Square aveva le soluzioni e gli strumenti per aiutarli.

L’azienda ha trasformato la sua strategia iniziale di messaggistica mettendo in evidenza le soluzioni indispensabili agli imprenditori per affrontare le nuove modalità di fare business, come i pagamenti contactless, gli shop online, il ritiro e la consegna sul marciapiede, e i Prestiti Paycheck Protection (PPP).

Poi, per sostenere ulteriormente la comunità delle piccole imprese, Square ha invitato i clienti a condividere le loro storie di lotta e resilienza chiamando un numero verde. I messaggi ricevuti hanno dato il via alla serie di video Seller Stories di Square, che unisce storie d’ispirazione di piccole imprese, come quella del più antico rivenditore di abbigliamento maschile di Detroit che ha creato un e-commerce per rimanere aperto, con dei consigli su come prosperare in tempi difficili.

Sviluppando questo duplice approccio, Square ha ottenuto un aumento dell’82% del traffico web di prospect rispetto all’anno precedente e ha aumentato il tempo trascorso sulla landing page della campagna di oltre 3 volte.

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Trasformare i clienti in superfan fedeli

Abbiamo cercato con tutte le forze di ridurre la distanza tra l’ispirazione e l’acquisto per i nostri clienti. Quando qualcuno è ispirato da un prodotto, vogliamo essere lì per aiutare a concludere l’acquisto, quindi abbiamo fatto una serie di progressi in ambito social commerce. La centralità del cliente è sempre stata un obiettivo della nostra azienda, e stiamo continuando a migliorare in questo senso.

William White, SVP e Chief Marketing Officer di Walmart U.S.

Come più grande rivenditore al mondo, Walmart serve circa 220 milioni di clienti e membri nel mondo ogni settimana. Quindi, quando i consumatori di tutto il mondo hanno dovuto affrontare le difficoltà economiche legate alla pandemia, la missione dell’azienda – aiutare le persone a risparmiare per poter vivere meglio – è diventata più importante che mai.

Per soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti, Walmart ha accelerato e ampliato i servizi esistenti di ritiro sul marciapiede, ritiro in negozio, consegna in giornata e consegna a domicilio. E per semplificare ulteriormente l’esperienza d’acquisto online dei clienti, l’azienda ha unito le sue app, un tempo separate, per i prodotti alimentari e gli acquisti.

Walmart sapeva anche di dover rafforzare l’amore per il brand per avere clienti fidelizzati in un mercato ipercompetitivo. La soluzione è stata Walmart+, un nuovo tipo di abbonamento che offre ai clienti dei vantaggi per risparmiare tempo e denaro, tra cui il pagamento “scan-and-go” sullo smartphone nei negozi al dettaglio e una spedizione veloce e gratuita per gli acquisti online. Inoltre, Walmart ha iniziato a offrire “esperienze di brand” su larga scala, come ospitare film drive-in nei parcheggi dei negozi, per favorire le relazioni con i clienti.

Walmart ha già visto il risultato del cambiamento verso una maggiore customer-centricity. Il suo impegno ha contribuito a una crescita del 37% delle vendite online e una crescita del 6% delle vendite totali negli Stati Uniti per il primo trimestre dell’anno fiscale in corso.

Contestualizzare i contenuti attraverso dati di prima parte

I viaggi con le tecnologie contactless non devono essere meno personalizzati. Quando conosciamo le preferenze di un cliente o l’iscrizione a un programma di fidelizzazione, possiamo offrire le promozioni giuste e condividere i contenuti più rilevanti, come i dettagli sui nostri ristoranti, se è un buongustaio, o le informazioni sulla spa, se ama il relax. Usare i dati di prima parte in questo modo ci permette di personalizzare le esperienze e far risparmiare del tempo ai nostri colleghi in azienda per garantire esperienze eccezionali.

Julia Vander Ploeg, vicepresidente e responsabile globale del settore digitale e tecnologico di Hyatt Hotels

Hyatt ha capito da tempo l’importanza di unire i manager del marketing, dei dati e dell’analisi, dell’ingegneria, dei prodotti e non solo attorno a un pensiero condiviso: segnali in entrata, segnali in uscita. Questo ha permesso all’azienda di integrare le piattaforme di dati con quelli di ogni team perché questi attingano alle stesse informazioni, al fine di fornire esperienze allineate con i valori del brand.

Il COVID-19 ha poi dato la spinta per accelerare l’uso, da parte di Hyatt, dei segnali dei clienti per offrire interazioni personalizzate più smart. L’azienda è passata da una strategia di dati di terze parti a un approccio basato sulla privacy e sui dati di prima parte. Questo ha permesso a Hyatt di costruire relazioni dirette con gli utenti e offrire contenuti di valore in cambio delle loro informazioni. L’offerta di “contenuti in contesto” includeva dettagli personalizzati e rilevanti sulle destinazioni, come ristoranti vicini, eventi sportivi, concerti e anche ritardi dei trasporti locali.

Dando priorità ai dati di prima parte e offrendo un’esperienza più personalizzata, Hyatt ha raggiunto 13 volte più clienti nel 2020. L’azienda continuerà a sfruttare il successo delle esperienze di brand customer-centriche per promuovere la fidelizzazione dei clienti in tutto il Gruppo.

Supportare i clienti in modo autentico

I marketer devono essere sempre pronti a cambiare direzione. Man mano che ci avvicinavamo al 2021, abbiamo percepito più volte l’ottimismo dei nostri clienti per il futuro. Il loro ottimismo, unito al ruolo importante che gli imprenditori svolgono nel creare nuove idee e incrementare l’economia, ci ha aiutato a trasformare #OpenWeStand in un messaggio per il 2021: – Make a Different Future.

Fara Howard, Chief Marketing Officer di GoDaddy

Con lo scoppio della pandemia, GoDaddy si è resa subito conto che i clienti avevano bisogno di aiuto in modi nuovi e diversi. Questo ha portato GoDaddy a lanciare #OpenWeStand, una campagna che ha riunito oltre 70 partner aziendali con l’obiettivo di aiutare gli imprenditori a gestire una piccola impresa in tempi incerti. Sul sito della campagna, GoDaddy ha creato un’ampia gamma di strumenti per aiutare la comunità delle piccole imprese a riunirsi per una forte causa: “Come rimanere aperti, anche se le vostre porte sono chiuse”.

Per capire quanto successo ha avuto #OpenWeStand tra il pubblico, GoDaddy ha collaborato con Google per sviluppare una metodologia e un sistema di misurazione. L’azienda ha usato gli studi di Brand Lift per misurare i cambiamenti nell’awareness del brand, nella consideration e nell’interesse di ricerca, e ha applicato il modello dell’attribuzione per misurarne gli effetti durante il custumer journey.

Sulla base dei risultati ottenuti, GoDaddy è stata in grado di ottimizzare la campagna nel tempo. Ha incrementato l’utilizzo dell’offerta automatica e ha introdotto annunci adattabili della rete di ricerca (responsive search ads) per raggiungere, ad esempio, i clienti nei momenti giusti con un messaggio pertinente.

Ad oggi, più di 70 grandi aziende si sono unite alla causa di GoDaddy per sostenere le piccole imprese e il video dell’inno #OpenWeStand ha totalizzato oltre 65 milioni di visualizzazioni.

Offrire esperienze diversificate

Per quanto riguarda l’adozione dei servizi online nel settore Automotive, ciò che avrebbe dovuto richiedere dai tre ai cinque anni ha richiesto soltanto sei mesi. Durante la notte si sono verificate importanti curve di apprendimento. Non è stato facile, ma ci sono state molte nuove opportunità. I clienti possono creare relazioni con i brand che non avrebbero mai creduto possibili. Quindi, come brand, dobbiamo pensare a come soddisfare le esigenze dei clienti ed essere davvero presenti per loro, usando i dati. Stiamo cercando di cambiare l’intero modello di relazione con i clienti.

Suzy Deering, Global Chief Marketing Officer di Ford Motor Company

Se molte aziende si stavano focalizzando solo su come rimanere a galla durante la pandemia, Ford aveva una visione più grande. In un momento in cui le vendite dell’industria automobilistica erano scese del 15%, l’azienda ha colto un’opportunità di trasformazione del business e ha iniziato a delineare un piano.

Guidata da un nuovo CEO, Ford ha iniziato a mettere in discussione tutto, dai silos organizzativi alla leadership, fino al futuro dei suoi veicoli. Come parte del processo, il brand ha intrapreso una partnership strategica con Google per reinventare completamente l’esperienza del cliente attraverso nuove tecnologie, come migliori veicoli connessi, e servizi più personalizzati, come richieste di manutenzione in tempo reale.

Tra le altre attività di marketing, Ford sta mettendo al primo posto anche le relazioni con i clienti. L’azienda sta rapidamente passando da un modello di acquisizione a un modello basato sulla fedeltà che le permetterà di soddisfare le continue esigenze delle persone in modo più personalizzato.

Senza sapere come sarebbe stata la “nuova normalità”, queste aziende hanno dato priorità alla soddisfazione dei bisogni dei loro clienti investendo in dati di prima parte e nell’automazione. Anche se non possiamo prevedere quali sfide ci aspetteranno, trovare nuovi approcci che mettano i clienti al centro del vostro business è un ottimo modo di prepararsi a quel che accadrà nel prossimo futuro.

Articolo di: Kate Stanford

Traduzione a cura di: Debora Melania Martuccio