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  • Diversity, inclusion, equality: Spotify contro la discriminazione di genere

    Pride Month: Equal, la campagna globale sul gender gap e Pride, l'hub editoriale che promuove artisti, podcaster e playlist LGBTQIA+

    29 Giugno 2021

    Libertà di esprimere la propria unicità. Ispirare un cambiamento positivo ed aprire nuove strade per la parità di genere verso una cultura del rispetto delle differenze, nel tentativo di abbattere disuguaglianze, stereotipi e clichè. L’onda rainbow si propaga in Italia per il Pride Month, per celebrare la difesa dei diritti delle persone, oltre le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Attivisti, star system, brand e aziende in campo per contrastare l’omofobia e la transfobia, l’avversione e l’intolleranza nei confronti delle persone, gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Diversità che può tradursi in leva di business o nella necessità, per i brand, di prevedere all’interno dell’organizzazione aziendale anche un Chief Diversity Officer per l’inclusione della diversità e della disabilità.

    La rivoluzione dei modelli culturali

    Una spinta rivoluzionaria che parte dalle icone indiscusse del pop mondiale, da Madonna, a Cher e Lady Gaga con messaggi di sensibilizzazione  rivolti all’affermazione della dignità e dell’uguaglianza, alle grandi big tech, come Spotify, eBay, Facebook, Google e TikTok, riunite in Italia nel progetto #Tech4Pride con l’illuminazione arcobaleno del Palazzo storico del Comune di Milano in occasione della Pride Week. “Un’illuminazione fisica, ma soprattutto metaforica – spiegano le big company – per accendere i riflettori sull’importanza di sostenere un luogo sicuro per ragazze e ragazzi respinti dalle loro famiglie dopo aver fatto coming out”. Un’iniziativa congiunta tesa al sostegno di Casa Arcobaleno, una Casa per i ragazzi discriminati per il proprio orientamento sessuale e identità di genere o per il percorso di transizione avviato. Un luogo sicuro dove sentirsi accolti per realizzare il proprio progetto di vita, seguendo i propri desideri.
    «La musica, nella storia, ha sempre offerto alle minoranze culturali oppresse il modo per far sentire la propria voce. E noi, che nasciamo come piattaforma di streaming musicale, abbiamo fatto nostro questo ruolo di “amplificatori”»,
    esordisce Ester Gazzano, Head of Consumer Marketing, Southern and Eastern Europe di Spotify, che si racconta a Ninja Marketing sul tema delicato della Diversity & Inclusion.     Diversity, inclusion, equality: Ester come si costruisce una strategia D&I, su quali principi etici si fonda? «Nel caso di Spotify, la Diversity & Inclusion rappresenta una parte fondamentale del Dna aziendale: ha nella sua mission la volontà di dare a tutti la possibilità di esprimere la loro arte, e quindi incoraggia, supporta e a volte fa da pioniere a queste voci che sono segnale di un cambiamento sociale importante. Oltre a essere parte integrante della mission aziendale, la D&I nel nostro caso è rispecchiata dalle stesse persone che sono parte dell’azienda: in Spotify arrivano talenti di ogni cultura, razza e genere, per poter rappresentare ogni punto di vista, incoraggiare la creatività, perseguire l’innovazione e capire meglio ogni tipologia di utente e creator». Spotify, eBay, Facebook, Google e TikTok in campo, per la prima volta insieme, per sostenere la comunità LGBTQA+ e celebrare la Milano Pride Week. Come nasce questa sinergia? «La sinergia nasce dalla volontà, come ha citato il Sindaco di Milano Giuseppe Sala a commento dell’iniziativa, di fare la differenza insieme nella promozione dei diritti e nella diffusione della cultura della condivisione, della solidarietà e della tolleranza. Noi di Spotify, come le altre big tech coinvolte, siamo un po’ uno specchio di quello che accade nella società, in termini di costumi, tendenze, movimenti sociali: il movimento a favore dei diritti della comunità LGBTQ+ cerca una rappresentanza anche attraverso le aziende che sono, appunto, in grado di veicolare i loro messaggi e amplificare la loro voce, e Spotify lo è certamente. La cronaca di quest’anno ha visto protagonisti diversi casi di ragazzi e ragazze discriminati dalle proprie famiglie dopo aver fatto coming out. Abbiamo dunque ritenuto fondamentale attivarci e unire le forze per supportarli, affinchè possano avere un luogo sicuro, quale è Casa Arcobaleno, in cui essere accolti e trovare una nuova famiglia». LEGGI ANCHEPride Month: come i brand stanno avvicinando le community LGBTQ+

    L’importanza dell’autenticità della vision D&I per un’azienda

    Inclusione: è una strategia di marketing da cavalcare per le aziende o una reale conquista nella lotta contro ogni forma di discriminazione? «Non esiste strategia di marketing legata alla D&I che possa essere efficace senza che l’azienda non abbia l’inclusività nel suo DNA. Le persone oggi chiedono, se non pretendono, autenticità da parte delle aziende, così come chiedono che le aziende si esprimano e agiscano in maniera concreta su determinati temi e accadimenti. Dunque l’inclusione, così come la diversità, prima di tutto devono essere parte integrante di un’azienda».

    La narrazione podcast della cultura queer: nasce PRIMA

    Quali sono le iniziative ideate da Spotify per garantire diversità e inclusione all’interno dell’azienda e, in contemporanea, permettere ai propri creator di manifestare la propria libertà di espressione. «Negli anni durante il mese del Pride siamo stati presenti con diverse attivazioni volte a creare uno spazio più ampio e permanente per la cultura queer, sia sulla piattaforma che nella società. Quest’anno in Italia abbiamo lanciato PRIMA, un nuovo podcast originale che racconta la storia di Mariasilvia Spolato, la prima donna in Italia ad aver dichiarato pubblicamente la sua omosessualità nel 1972. Questo podcast vuole celebrare, a 50 anni dalla nascita dei primi movimenti omosessuali, il coraggio di chi, esponendosi in prima persona, ha aperto nuove strade e cambiato la vita delle generazioni successive. Abbiamo inoltre rinnovato Pride, un hub editoriale che promuove artisti, podcaster e playlist LGBTQIA+. Dell’hub fa parte anche la playlist Pride Italia, che celebra la musica di artisti e artiste che fanno parte della comunità italiana LGBTQIA+ o che a essa sono legate, in modo iconico. Spostandosi sul tema a noi caro del gender gap, abbiamo di recente lanciato la nostra campagna globale EQUAL».
    Ester Gazzano, Head of Consumer Marketing, Southern and Eastern Europe di Spotify
    LEGGI ANCHESpotify lancia in Italia Ad Studio, la piattaforma pubblicitaria self service In cosa consiste EQUAL? «È dedicata a promuovere la parità di genere e a celebrare il contributo delle donne nel mondo dell’audio. Tramite Equal, intendiamo far conoscere sempre più le artiste e le podcaster a livello locale e internazionale, attraverso partnership globali, attivazioni, nuovi contenuti e supporto concreto sulla piattaforma come all’esterno. La cultura della D&I viene trasmessa da Spotify sia ai creators che alla sua audience anche attraverso le persone che sono parte dell’azienda: a livello centrale vengono promossi diversi programmi, progetti ed eventi orientati a favorire l’inclusione, come ad esempio l’Inclusion Summit, che nel tempo ha ampliato il numero di delegati da diversi uffici nel mondo proprio per garantire massima rappresentanza e favorire un momento globale di confronto su questi temi». Da creator ad inspirator: quanto sarà fondamentale ispirare modelli positivi contro qualsiasi forma di odio razziale, di genere, etnico o religioso? «Sicuramente è fondamentale. Anche per questo la nostra campagna sulla parità di genere, EQUAL, mette in primo piano ogni mese delle nuove artiste. Il primo volto che abbiamo scelto, ad esempio, è stato quello di Madame, che sul tema si è personalmente esposta e che rappresenta un modello di riferimento per tutti i giovani, essendo stata grado di parlare di diversità, inclusione e di ricerca della propria identità con un linguaggio accessibile a tutti: quello della musica». Pari opportunità di genere anche nelle progressioni di carriera: le statistiche, purtroppo, dimostrano un gap salariale e anche di crescita professionale delle donne rispetto agli uomini. Qual è la vision di Spotify in proposito? «È un gap che conosciamo, avendo rilevato che, ad esempio, solo 1 artista su 5 nelle classifiche è donna, un dato in netto contrasto con il ruolo chiave e la grande influenza delle donne sia nel successo di Spotify che dell’industria musicale in generale. Un dato che prendiamo come punto di partenza per dare il nostro contributo e costruire progetti che possano colmare il gap. Nell’ambito di EQUAL, ad esempio, abbiamo lanciato un Board attraverso cui 15 organizzazioni di tutto il mondo si impegnano a offrire un incentivo economico, una tantum, per supportare le artiste e lavorare in collaborazione con loro per scoprire metodi tangibili per rendere l’industria audio più equa. Abbiamo inoltre rinnovato, sempre a livello globale, anche programmi di successo come Sound Up per dare sempre nuove opportunità alle donne nel mondo dell’audio. Il tutto oltre alle playlist dedicate alle artiste donne, che promuoviamo sempre nell’ambito di EQUAL». Nasce Spotify Greenroom: come sarà possibile bloccare eventuali contenuti offensivi della dignità umana? È possibile, inoltre, tracciare un primo bilancio a meno di due settimana dal lancio in Italia? «Abbiamo lanciato Greenroom consapevoli che il potenziale dell’audio è illimitato, quindi anche con l’obiettivo di sperimentare nuovi format che aiutino i creator a interagire con la propria audience e viceversa. Non abbiamo risultati da condividere a così poco tempo dal lancio, ma siamo convinti che questo possa rappresentare un ulteriore strumento da offrire alle persone, artisti o utenti, per esprimere la loro creatività. Per garantire a tutti un’esperienza piacevole e sicura su Greenroom, non sono ammessi contenuti che fomentano l’odio o l’esaltazione della violenza, la promozione dell’autolesionismo, le molestie, la pubblicazione di contenuti sessualmente espliciti e violazioni delle condizioni d’uso di Greenroom. In generale stiamo lavorando per assicurare che le policy legate alla gestione dei contenuti su Greenroom siano coerenti con quelle delle altre piattaforme da noi acquisite (es. Anchor, Megaphone) e continueremo a investire in quei team che svolgono un ruolo nel garantire che le nostre piattaforme siano sempre sicure da utilizzare». LEGGI ANCHEGreenroom, la nuova social app di Spotify che sfida Clubhouse