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digital tool della settimana

The flipstory, Einote e Cosmos: i digital tool della settimana

Tra i digital tool di oggi troviamo un utile strumento per superare il blocco dello scrittore, ma anche un’applicazione per seguire tutte le informazioni su uno dei temi più mainstream del momento: le cripto valute.

Con la stessa attenzione ai temi caldi del momento, non può mancare una soluzione per organizzare incontri virtuali e fare un vero e proprio salto nel metaverso.

Ecco la selezione di questa settimana!

LEGGI ANCHE: Searchable, MyReaderNumber e Local: i digital tool della settimana

Appunti sul web

Se la cartella dei preferiti non ti sembra sufficiente a salvare le risorse utili online, puoi provare Einote. Si tratta di un’estensione di Chrome che permette di prendere appunti al volo con la voce da qualsiasi pagina web.

Digital tool: riunioni virtuali

Se il metaverso è il tuo pallino fisso, puoi averne un assaggio creando le tue riunioni su Cosmos Video 3.0. Un tool di video meeting che permette ai team da remoto di riunirsi e confrontarsi creando i propri avatar.

Dritto al punto

Paragraphs è la piattaforma di ricerca che ti permette di trovare informazioni tra i tuoi documenti anche se non sono perfettamente archiviati. Digitando una domanda troverai le risposte pertinenti direttamente nei tuoi documenti, senza bisogno di taggare o categorizzare il contenuto per renderlo ricercabile.

digital tool paragraphs

Trovare l’ispirazione

Creare titoli nuovi e accattivanti per i tuoi piani editoriali non è un compito semplice. Portent offre una serie di spunti che possono aiutarti a superare il blocco dello scrittore partendo da una parola chiave. Disponibile solo in inglese, ma facilmente adattabile in italiano.

digital tool portent

Digital tool e crypto-informazione

Se vuoi essere aggiornato sulle notizie del settore, ma con una buona dose di ironia, puoi provare la newsletter di The flipstory, una selezione quotidiana di divertenti notizie cripto da tutto il mondo.

free speech sputnik

Free speech: perché censurare i media russi non è utile a nessuno

The return of history“: il Time ha definito così, con una delle sue copertine iconiche, la guerra in Ucraina.

L’immagine del carro armato sulla strada, con i giovani militari sopra, è un immediato richiamo ai grandi conflitti del passato.

C’è una generazione, la Z, che un tank non lo ha mai visto, nemmeno in TV. Nati dopo la guerra nei Balcani, troppo piccoli per l’Iraq e la Cecenia, hanno vissuto l’evacuazione di Kabul come un episodio lontano, difficilmente collocabile in un ricordo.

Cresciuti con l’idea della pace come elemento acquisito, il risveglio nel mezzo alla storia è stato brusco.

Time Magazine, copertina, 24 febbraio 2022

Quando la comunicazione diventa propaganda

La propaganda in tempo di guerra viaggia parallelamente al binario della censura e anche questo conflitto non si sottrae a questa logica.

Era il 23 aprile 1999 quando, in piena Europa, un missile NATO sfondava il palazzo RTS, sede della Radio e della TV di Belgrado; lo scheletro dell’edificio è ancora là, integrato con i palazzi più moderni, come un drammatico monumento alla memoria.

Belgrado, particolare del palazzo della TV oggi. Foto: David Mazzerelli

Nella guerra in Ucraina uno dei primi obiettivi russi è stata la torre della televisione di Kiev, il più alto traliccio al mondo.

Ma se la propaganda serba con le bombe NATO ebbe una battuta d’arresto, nel 2022 è difficile fermare il flusso della comunicazione in una guerra in cui ogni smartphone documenta l’avanzata dei soldati e le scene di violenza.

Eppure la propaganda russa è stata fermata, almeno all’interno dei paesi occidentali, grazie ad una vasta offensiva di censura partita dall’Unione Europea e accolta dalle Big Tech: Apple (App Store), Alphabet (con YouTube, Google News e Play Store) e Meta (Facebook, Instagram e le app di messaggistica) hanno interdetto i media russi (specialmente Russia Today e Sputnik) dalle loro piattaforme. Anche Tik Tok e Reddit hanno silenziato i canali di Mosca all’interno della UE.

Lo stesso trattamento, se ricordate, venne riservato per l’ex presidente Trump all’indomani dell’episodio dell’assalto al Campidoglio.

Tutti contro Sputnik Italia: chi ha paura delle voci alternative?

Abbiamo raggiunto e intervistato una giornalista di madrelingua italo-russa che lavora per Sputnik Italia. Ci ha chiesto di rimanere anonima, in quanto teme per la sua incolumità.

Un timore comprensibile se pensiamo al clima di crescente ostilità che sta montando in Occidente nei confronti delle persone di nazionalità russa o vicine a Mosca.

logo sputnik

Da quando lavori a Sputnik Italia e di cosa ti occupi?
Lavoro per Sputnik Italia dalla sua fondazione nel 2013. Sono di nazionalità italiana e russa, laureata in interpretariato all’università di Mosca.

Per tutta la vita mi sono sentita appartenere sia all’Italia che alla Russia e ho voluto portare avanti con grande passione e orgoglio una sorta di «missione»: avvicinare le mie due culture, le mie due patrie.

È proprio nel giornalismo che ho trovato un modo per parlare dei rapporti fra i miei due Paesi a un pubblico più vasto. Per Sputnik Italia ho seguito e seguo i rapporti italo-russi e molti temi che vanno dall’economia alla cultura, fino alla geopolitica.

Come lavora Sputnik, avete una redazione in Italia o siete tanti collaboratori? Come decidete quale notizie divulgare e come le preparate? 
La sede centrale di Sputnik si trova a Mosca, ma abbiamo diverse decine di centri redazionali in giro per il mondo.

La redazione italiana si trova anch’essa Mosca, in Italia non c’è una redazione fisica.

Abbiamo però diversi collaboratori in Italia, si tratta di una decina di persone a Mosca e di sei autori in Italia. Diverse redazioni di Sputnik in altre lingue hanno anche degli hub nei paesi europei, alcune redazioni hanno trasmissioni radio.

Per quanto riguarda le notizie scegliamo le più pertinenti per l’Italia e sui rapporti fra i nostri due Paesi. Le interviste e gli approfondimenti riguardano questioni di attualità.

Free Speech

Immagine in copertina: l’incontro tra truppe russe e milizia popolare del Donbass vicino a Novoaidar.
Fonte: Milinfolive (Telegram)

Come state vivendo in redazione la censura nei vostri confronti? Sappiamo che la richiesta di oscurare i vostri canali è partita dall’Unione Europea e le principali piattaforme si sono adeguate. 
Ovviamente stiamo vivendo male questa situazione. Posso parlare personalmente per me.

La notizia della censura dei nostri canali d’informazione da parte dell’Unione Europea mi è piombata addosso e la cosa più dolorosa è che dopo 10 anni (cioè un terzo della mia vita) che ho dedicato a questo mestiere mi vedo bloccata e impossibilitata a svolgere il mio lavoro, che amo profondamente.

Da un giorno all’altro ci siamo trovati con il canale Facebook e YouTube bloccati. L’unico social che rimaneva accessibile era Telegram, che fra l’altro è un servizio di messaggistica russo, e anche lì purtroppo, non so come, l’Europa ha bloccato il nostro canale rendendolo inaccessibile dai Paesi europei. Non abbiamo ricevuto pressioni, semplicemente hanno bloccato i nostri canali rendendo inaccessibili i nostri contenuti ai lettori europei. Per il momento il nostro sito è visitabile sul web anche dall’Italia, ma forse è solo una questione di ore.

Ursula Von Der Leyen definisce “tossica e dannosa” la “macchina mediatica del Cremlino”.

Putin ha firmato una nuova legge che impedisce alle testate giornalistiche russe di riferire sulla sua guerra all’Ucraina. In risposta, molti governi (ma non quello ucraino, stranamente) stanno facendo pressioni sui media e sulle società Internet come Starlink per vietare i notiziari russi come propaganda.

Di diverso avviso Elon Musk che ha scritto su Twitter: “Mi dispiace ma sono un assolutista della libertà di opinione“, rimandando al mittente ogni ingerenza dei governi che lo spingevano alla censura.

Elon Musk recentemente ha difeso i valori del free speech. Perché il vostro messaggio è ritenuto così pericoloso e, soprattutto, secondo te esiste una comunicazione giornalistica “tossica” che le persone non dovrebbero mai fruire?
Il nostro media dava fastidio già da parecchio tempo, ancora prima di questa attuale crisi.

Vorrei ricordare che nel 2016 l’Unione Europea aveva approvato una risoluzione presentata dalla polacca Fotyga che accostava sullo stesso piano l’ISIS e le notizie fornite dai media russi Sputnik e RT.

Noi da sempre siamo stati visti di cattivo occhio dall’Occidente perché davamo spazio a punti di vista alternativi rispetto alla narrazione dominante nei Paesi europei sostenuta dagli Stati Uniti. Un conto sono delle risoluzioni, seppure assurde, promosse dagli euro deputati polacchi, che hanno posizioni molto ostili nei confronti della Russia, un altro conto è un blocco totale dei nostri canali, un atto di vera e propria censura.

Il nostro messaggio non può essere ritenuto pericoloso, non abbiamo mai imposto niente a nessuno. I lettori dovrebbero essere liberi di consultare le fonti che preferiscono, è un loro diritto, che oggi l’Ue ha negato.

L’unico aspetto «pericoloso» del nostro media è che proponeva una visione alternativa dei fatti geopolitici, ma ripeto, i lettori hanno il diritto di ricorrere alle informazioni e alle fonti che vogliono per avere più strumenti possibili e giungere alle proprie conclusioni.

A mio avviso non esiste una comunicazione “tossica”. Esiste il giornalismo responsabile, quello che controlla le fonti e che svolge il proprio mestiere con rispetto nei confronti dei lettori. È quello che io e miei colleghi abbiamo sempre cercato di fare.

L’Unione Europea, da anni in prima linea nella battaglia contro i nostri media, ha voluto istituire un «Ministero della verità», atteggiamento pericoloso per la libertà d’espressione. Non può esistere una commissione che decide cosa va letto e cosa meno, ciò che è giusto e cosa non lo è.

Quali rischi possiamo intravedere in prospettiva in Occidente e quale sarà il futuro di Sputnik?
L’oscuramento dei nostri media può essere solo l’inizio di una serie di altri provvedimenti preoccupanti anche nei confronti di colleghi europei e italiani.

Già oggi vediamo come i professori, gli analisti e i giornalisti italiani che esprimono il proprio pensiero senza allinearsi al politicamente corretto e all’informazione «giusta» – per esempio quando criticano oggettivamente la politica espansionistica della NATO – vengono attaccati dagli ambienti universitari, allontanati o bollati come «filo-putiniani».

Il pericolo che corriamo oggi è che non si possa fare dei ragionamenti critici liberi senza essere barbaramente etichettati. Il mainstream vuole che tutti si schierino da una parte o dall’altra senza fare troppi ragionamenti.

Dietro ogni tema, ogni problema e ogni conflitto ci sono diversi punti di vista. Oggi confrontarsi, analizzare civilmente le questioni ha perso di valore, oggi prevalgono le tifoserie da calcio e le censure.

Per quanto riguarda il futuro di Sputnik posso dire che la redazione continua a lavorare, perché è il nostro mestiere, noi andiamo avanti. Devo dire che sono stata inondata di messaggi e lettere di solidarietà da parte dei nostri lettori, che vogliono continuare a leggerci. Questo fa molto piacere.

Il dilemma della propaganda

Se siamo consapevoli in anticipo della faziosità di certi media, qual è il problema nella loro diffusione? Non sarebbe per noi più utile sapere cosa stanno dicendo, anche quando quelle informazioni risultassero per noi sgradevoli?

I cittadini europei sono attrezzati per verificare le fonti, fruire delle notizie da vari media differenti e farsi una propria opinione su ogni tema: non si dovrebbe avere timore di questo, anzi si dovrebbe andare della direzione di incoraggiare la libertà e la pluralità delle fonti.

Una società forte e libera non dovrebbe avere paura di nessuna voce dissonante per quanto fastidiosa, o perfino ripugnante, possa apparire per la propria sensibilità. Recentemente un magazine serbo ha dato addirittura spazio a un editoriale sulla guerra in Ucraina a firma di Radovan Karadzic, criminale di guerra tuttora all’ergastolo per le responsabilità nel conflitto in Bosnia dei primi anni ’90.

La censura politica si intreccia con il problema dei social media e delle grandi piattaforme che, invece di ospitare ogni voce, recitano il ruolo di editori; un tema che torna prepotentemente attuale dopo i fatti delle elezioni americane 2020.

Utilizzare delle circostanze di emergenza come pretesto per bandire alcune voci dalla pubblica piazza ci trascina verso un crinale inquietante e pericoloso per la libertà di opinione.

plinft

PLINFT debutta a Times Square in anteprima mondiale con una mostra di NFT

PLINFT è una piattaforma di marketing e comunicazione innovativa che ha deciso di supportare la community NFT. Il suo scopo è quello di far conoscere i progetti NFT più interessanti servendosi di eventi, organizzati a Times Square nel cuore di New York, e trasmessi su scala mondiale.

NFT: piccolo ripasso

Il termine NFT è un acronimo, il suo significato è non-fungible token e rappresenta qualcosa di unico, inimitabile, non replicabile e nemmeno sostituibile. Sentiamo parlare sempre più degli NFT perché rappresentano un nuovo modo per acquistare e vendere arte e oggetti da collezione in formato digitale.

Qualsiasi media, può essere venduto sotto forma di NFT, e con questi progetti che emergono ogni giorno, il mercato è subito diventato frammentato e difficile da gestire e seguire.

LEGGI ANCHE: NFT Marketing: casi di studio per la strategia del tuo brand

L’obiettivo di PLINFT

L’obiettivo di PLINFT è quello di trovare un modo per focalizzare l’attenzione di chi crea gli NFT e chi li segue ma senza soffocare la creatività e il potere della community NFT.

L’idea è quella di portare il nascente e fiorente mondo NFT nel mainstream, usando il più iconico cartellone digitale di Times Square, come portale. Solitamente appannaggio d’inserzionisti multinazionali, PLINFT sta introducendo un innovativo modello di pubblicità frazionata per permettere ai singoli proprietari di NFT di mostrare a tutto il mondo le proprie creazioni.

PLINFT

L’evento a Times Square

La piattaforma Web3 PLINFT ha annunciato un evento memorabile, in diretta e in live-streaming, da Times Square appunto, il 7 marzo alle ore 19:00.

Più di 20 collezioni, e oltre 500 creatori di NFT si riuniranno per mostrare le loro creazioni sullo schermo più iconico del mondo. L’esposizione di ogni opera non è fissa ma momentanea. La prova della sua apparizione però verrà raccolta e verificata sotto forma di un NFT commemorativo, coniato da PLINFT, e spedito nel portafoglio di ogni partecipante.

NFT e mondo dell’arte

L’ascesa fenomenale del NFT ha catalizzato la più grande esplosione di espressione artistica, produzione e distribuzione in oltre un secolo. In precedenza, l’esclusivo e illustre mondo del collezionismo e della vendita d’arte era qualcosa che generalmente accadeva negli spazi fisici. Con gli NFT significa che il collezionismo d’arte ha potuto spostarsi online, aprendosi a molti artisti, su scala globale, che potrebbero non aver avuto in precedenza la possibilità di vendere il proprio lavoro agli acquirenti.

Allo stesso modo può essere davvero difficile mantenere un reddito stabile senza far lavori saltuari o non correlati all’arte. La stabilità è una crescita lenta che può essere trovata nella propria community, ma se non sei già ben affermato, può essere difficile. L’immediatezza con cui un NFT può generare reddito potrebbe, in teoria, aprire un’ondata di opportunità per un numero enorme di creativi, soprattutto quelli meno privilegiati.

È possibile ottenere davvero l’attenzione giusta?

Come i social media, le piattaforme NFT garantiscono ai designer un accesso immediato a un pubblico globale. Spesso, avere un seguito online preesistente, aiuterà gli artisti a ottenere visibilità nel mercato NFT. La parte difficile per i designer è capire come convertire il proprio pubblico in acquirenti. Questo perché si tratta pur sempre di un contesto in cui l’attenzione delle persone, che è ormai frammentata, si assottiglia rapidamente tanto che diventa impossibile far crescere l’interesse, anche per un’opera eccezionale.

Il ruolo di PLINFT

PLINFT sta quindi sperimentando un modo per accendere l’interesse e ottenere l’attenzione delle persone per queste opere NFT.

Harris Salat, co-fondatore di PLINFT, spiega che gli NFT sono delle opere che rappresentano la vera essenza dell’artista, il proprio spirito e la community d’appartenenza. Ma se restano solo nel proprio portafoglio di criptovalute, nessuno può vederle.

PLINFT è quindi un progetto che vuole aiutare i designer a far conoscere le proprie opere, accendendo un riflettore su questi incredibili progetti per dare loro visibilità in un mercato discontinuo, aggiunge il co-fondatore Nicolas Roope. Inoltre quest’ultimo sottolinea che gli NFT stanno rivoluzionando l’arte e l’espressione creativa e che loro, con PLINFT, sono davvero orgogliosi di contribuire a questo processo.

Piccola curiosità: che significa PLINFT

Il nome PLINFT è ispirato al plinto, un piedistallo per sollevare, presentare e sostenere un’opera d’arte tridimensionale, separandola dal contesto in modo che possa essere vista e apprezzata al meglio.

Possiamo quindi dire che PLINFT sta creando un piedistallo digitale per mostrare le collezioni NFT e le community che le fanno vivere a tutto il mondo.

Creative trends 2022

Giornata Internazionale della Donna 2022: le campagne contro pregiudizi e stereotipi

La Giornata Internazionale della Donna quest’anno propone il tema #BreakThe Bias, promuovendo la rottura di ogni genere di pregiudizio.

Una giornata che fa da eco alla celebrazione di un mondo equo e inclusivo a favore delle donne, una società libera da stereotipi e discriminazioni. Un mondo in cui la diversità non è più messa da parte ma al contrario, valorizzata.

IWD (International Women’s Day) 2022 con il suo tema si focalizza sul combattere i pregiudizi negativi che avvolgono le donne.

Nella società, nel lavoro, nei rapporti sociali. Per questo le immagini simbolo di #BreakTheBias sono quelle di una donna, di una madre, di una lavoratrice, di una manager, che rifiuta questi preconcetti che non la rendono al pari degli uomini.

giornata internazionale della donna 2022

 

Anche i brand hanno celebrato la donna con diversi messaggi di incoraggiamento, spronando ognuna di loro a realizzarsi e ad affrontare tutte le fasi naturali della vita senza mai mettersi da parte.

 

BARBIE | Role Models

Il brand di bambole più famose al mondo è da sempre vicino alle bambine e ai loro sogni. Già nel 2018 ha istituito il Barbie Dream Gap Project, un’iniziativa globale nata per aumentare la consapevolezza sui limiti che impediscono alle ragazze di raggiungere il loro potenziale.

In questo progetto, Barbie si è legata ad organizzazioni senza scopo di lucro, investendo oltre un milione di dollari per incrementare l’istruzione e la capacità di leadership a favore dell’equità di genere.

Per la Giornata Internazionale della Donna 2022, Barbie ha presentato Role Models,  la sua collezione di 12 bambole ispirate ad altrettante donne pioneristiche scelte in tutto il mondo. Attraverso le loro storie di successo, queste donne fungono da esempio per responsabilizzare la prossima generazione di leader femminili. Nei settori di tecnologia, benessere, istruzione, moda, lifestyle, riconosciamo leader come:

  • Sonia Peronaci (Italia) – Fondatrice di “GialloZafferano”;
  • Shonda Rhimes (Stati Uniti) – Fondatrice della società di produzione televisiva americana Shondaland;
  • Ari Horie (Stati Uniti/Giappone) – Fondatrice e CEO Women’s Startup Lab e Women’s Startup Lab Impact Foundation;
  • Pat McGrath (Regno Unito) – Truccatrice e fondatrice di Pat McGrath Labs; Melissa Sariffodeen (Canada) – CEO e co-fondatrice di Canada e Ladies Learning Code;
  • Adriana Azuara (Messico) – Fondatrice di All4Spas; Doani Emanuela Bertain (Brasile) – Docente e Fondatrice di Sala 8; Jane Martino (Australia) – Presidente e co-fondatrice di Smiling Mind; Lan Yu (Cina) – Stilista;
  • Butet Manurung (Indonesia) – Fondatrice e Direttore di SOKOLA; Tijen Onaran (Germania) – CEO e fondatrice di Global Digital Women e co-fondatrice di ACI Diversity Consulting; Lena Mahfouf (Francia) – Creatrice digitale, videografa e autrice di “Always More”.

giornata internazionale della donna 2022_Barbie role models

 

LEGO | Designer Stories

Lego continua il suo progetto “Rebuilt the world”. Per la Giornata Internazionale della Donna 2022 il brand di costruzioni celebra il fondamentale contributo delle donne nel design dei suoi prodotti.

A supporto delle potenzialità femminili delle prossime generazioni, Lego condivide le storie di designer e le difficoltà nel relativo settore dovute ai diversi pregiudizi di genere.

Ci fa notare inoltre l’enorme mancanza femminile nel campo ingegneristico. Partendo da una progettazione non stereotipata si potranno creare prodotti molto più inclusivi e che aiutino il mondo a rispondere al meglio alla necessità di equità di genere.

PREGA NEWS India | #SheCanCarryBoth

Prega News, il brand di test di gravidanza più conosciuto in India, fa di nuovo sentire la sua voce. Quest’anno la sua campagna #SheCanCarryBoth incoraggia le donne a combattere il pregiudizio della gravidanza nel mondo del lavoro. Questo è un argomento molto discusso ultimamente.

Una donna non deve sentirsi costretta a scegliere tra costruire un suo percorso lavorativo e costruire una famiglia, diventare madre. Il brand sprona dunque le donne a rompere gli stereotipi della dicotomia carriera\famiglia.

Nello spot sono rappresentate tre diverse personalità: la prima ambiziosa e dedita completamente alla carriera, un’altra è una neo mamma e l’ultima, indecisa e insicura su una possibile scelta tra i due ambiti.

Ciò che si evincerà è che l’unica scelta giusta è quella di non rinunciare alle proprie aspirazioni e assecondare ogni singola ambizione.

 

ADIDAS | I’mPossible

È  di recente uscita la campagna Adidas per promuovere la sua vasta gamma di reggiseni. Criticata, apprezzata, discussa: sicuramente di grande effetto. Il brand ha voluto dare la sua visione di inclusività nello sport, senza vergogna, senza discriminazione.

I seni mostrati riflettono la realtà di qualunque donna per cui “Niente è impossibile”. A favore delle donne, contro il body shaming. Ogni seno ha bisogno del suo sostegno: #SupportIsEverything.

 

La celebrazione della donna per Adidas continua, regalandoci uno spot le cui protagoniste sono atlete e donne di successo che, nonostante le diversità oggettive, di genere e di identità, sono riuscite ad abbattere le barriere discriminatorie.

Forte il claim che trasforma la parola “Impossible” in “I’mPossible”. Lo sport unisce, costruisce una comunità basata sull’inclusione, crea l’azione “Per me è possibile” contro quella “è Impossibile”.

 

Giornata Internazionale della Donna 2022: VIVO India | #JoyOfEquality

È ora di smettere di dire alle donne come porsi nella società. È ora di combattere quei pregiudizi che le accompagnano. È ora di andare contro una società preconfezionata che si aspetta che la donna rispetti ogni ruolo stereotipato.

Giocare con le bambole, tingersi i capelli, rimanere un passo dietro l’uomo: tutto questo deve essere (eventualmente) una libera scelta e non una gabbia sociale discriminatoria.

Ogni donna ha il diritto di scegliere come porsi: solo iniziando da questo possiamo parlare di equità di genere.

 

LEGGI ANCHE: Le pubblicità più inclusive per la Giornata Internazionale della Donna (2021)

 

CPB LONDON | Imagine

La creative agency di Londra ha collaborato con l’agenzia di ricerca Perspectus Global per capire come i bambini siano ancora influenzati dagli stereotipi sociali e di genere.

La ricerca ha evidenziato come i diversi ruoli vengano percepiti in modo distinto: “I dottori sono uomini, le infermiere sono donne”. Su 1000 bambini tra i 6 e gli 11 anni, il 45% ritiene che il lavoro di infermiera sia prettamente femminile, Il 60% ritiene che un elettricista sia un uomo, il 39% pensa che chi si debba occupare della casa sia la mamma e il 38% ritiene giusto che sia il papà ad andare al lavoro.

CPB ha creato così la sua campagna “Imagine” in cui, date situazioni comuni e ruoli, suggerisce a chi siano rivolte, rispecchiando il più delle volte il pregiudizio sociale.

CPB london Imagine IWD2022_ninja marketing

 

ALEXA | Donna del Giorno

Alexa qual è la donna del giorno?”, basterà fare questa domanda per conoscere ogni giorno, a partire dall’8 Marzo, le eccellenze femminili tutte italiane.

Alexa celebra le donne e ci racconterà di Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Bebe Vio e tantissime altre che si sono distinte nel proprio campo, dallo sport, alla letteratura, alla tecnologia.

giornata internazionale della donna 2022_ninja marketing

 

COCA-COLA Filippine | Kababae mo’ng tao (2021)

Kababae mo’ng tao” significa “Sei una donna” ma… ancora esiste un ma. Nello spot vediamo donne nella loro semplice quotidianità in cui però aleggia il solito pregiudizio di genere e di comportamento.

Sei una donna ma “non comportarti in modo così sconveniente, non tornare tardi la sera”, si sente ripetere nel video mentre scorrono le immagini di donne che lavorano, che inseguono i loro sogni, che si mettono in situazioni pericolose per seguire le loro passioni.

Coca-Cola è fortemente convinta che le donne abbiamo un ruolo fondamentale nella creazione di comunità ed economie proficue. Infatti, il brand ritiene che per creare un mondo più inclusivo ed abbattere le diseguaglianze, sia necessario lasciare spazio alle donne e costruire una società in cui è gli sia possibile raggiungere il successo.

copertina digital tool

Searchable, MyReaderNumber e Local: i digital tool della settimana

Saresti sorpreso dalle statistiche che misurano quanto tempo perdiamo in attività non strettamente legate al lavoro a causa di una scarsa organizzazione. Per fortuna, ci sono digital tool e strumenti in grado di abbattere queste percentuali e renderci più produttivi (ma anche meno stressati).

Questa settimana vedremo insieme alcune app salva vita, che contribuiranno a ridurre lo stress grazie alle loro geniali intuizioni.

Ecco i digital tool di oggi!

LEGGI ANCHE: Stripo, Spoke e Pitch: i digital tool della settimana

Tutto e subito

Searchable

Sai che rischiamo di sprecare fino al 20% della nostra settimana lavorativa cercando i file di cui abbiamo bisogno tra email, chat, cloud e storage locale? Searchable ti permette di ottimizzare la ricerca grazie all’intelligenza artificiale.

Occhio allo schermo

digital tool della settimana my reader number

Se usi computer, smartphone e tablet per molte ore al giorno e sei preoccupato per la tua vista, puoi testare la tua capacità di lettura con MyReaderNumber.

Si tratta di un test per smartphone alimentato da AR che offre risultati personalizzati, per capire se si ha bisogno di un controllo più approfondito e magari di un paio di occhiali.

Video animati

simplified - digital tool della settimana

I progetti per i social media richiedono sempre nuove risorse. Simplified Animation Maker è il tool che ti permette di creare brevi animazioni in pochi click, condividendoli poi con tutto il team in tempo reale.

Digital tool della settimana: vendere di più con il meteo

digital tool - meteo sales

Tra i punti saldi delle strategie di automazione c’è l’influenza del tempo sul comportamento dei consumatori. L’algoritmo di MeteoSales e la sua AI lavorano per associare prodotti, banner e CTA del tuo eCommerce a specifiche condizioni atmosferiche, convertendo di più. Da testare!

Think globally, act locally

local digital tool della settimana

Vuoi acquistare prodotti del territorio sostenendo l’economia locale senza rinunciare alla comodità della ricerca su Amazon? Local ti permette di fare proprio questo: goderti i tuoi acquisti online contribuendo ad abbattere le emissioni di CO2.

Come sarà leadership del futuro? Gentile e Intergenerazionale

 

  • L’innovazione chiave del lavoro è nella “ripensabilità” della leadership
  • I modelli di leadership cambiano verso l’adattività e lo scambio tra generazioni
  • Una “Age-ile Leadership” per il futuro intergenerazionale

 

Più di cento anni fa, i manager e i leader sapevano esattamente cosa fare: trovare persone che svolgessero il lavoro richiesto, dire loro cosa fare e accertarsi che seguissero con precisioni gli ordini.

L’approccio ingegneristico gestionale di Taylor rese scientifico questo approccio: gli ingegneri industriali mappavano i processi di lavoro efficienti e i capi si accertavano che il lavoro venisse svolto. Col passare del tempo le cose sono cambiate e i lavoratori hanno portato nuove abilità e attitudini al lavoro, con tutta la reticenza nell’accettare delle istruzioni in maniera passiva.

La famosa teoria Y di Douglas Mc Gregor rappresentava già negli anni ‘80 uno stile diverso: ascoltare, avere fiducia nei dipendenti, incoraggiare, far assumere delle responsabilità erano i mantra; ma per quanto se ne sia parlato negli anni, la versione applicata fino ad oggi è forse un ibrido, dove in molti casi si alza meno la voce e non si impartiscono degli ordini militareschi, ma non ci sono dubbi su chi è che prende le decisioni e quale sia la piramide gerarchica delle responsabilità.

C’è da dire che i manager degli ultimi trent’anni non potevano comportarsi in modo diverso, poiché si è continuato a giudicarli e a premiarli in base a indicatori di risultato (obiettivi di vendita, di costo e i budget, etc.) Ed è così che i manager, come i capi fabbrica di cento anni fa, hanno continuato a interpretare il loro ruolo di “leader” assicurandosi che gli altri facessero il loro lavoro; in molte occasioni si sono messi a lavorare senza sosta e facendo lavorare anche gli altri nello stesso modo, indicando dettagliatamente i compiti ai propri sottoposti e addirittura, facendo alcune mansioni al posto loro.

 

trend della formazione

Gli stili di leadership che hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare le organizzazioni odierne, esprimono sostanzialmente la capacità di dare stabilità a dei piani prestabiliti, sintetizzabile nella parola “execution”.

Le pratiche di management su cui si fonda la leadership, la cultura che ne deriva, i sistemi di misurazione e controllo e (non ultimo) il processo decisionale collegato alle responsabilità, non sono state disegnate per configurarsi negli attuali sistemi valoriali che sono invece altamente dinamici, interconnessi e complessi, ma processi che hanno come principio la massima efficienza ed efficacia, dovuto proprio all’approccio “predict and control”, che si è sviluppato con la visione tayloristica delle organizzazioni produttive, imprese-macchina.

Oggi è palese che non è più possibile mantenere questo stile di gestione.

Il business è cambiato radicalmente e più volte: alcune realtà sono crollate, mentre l’ecosistema startup è cresciuto a dismisura. Per imprevedibilità degli eventi, mutevolezza degli obiettivi, velocità dell’innovazione e della tecnologia, ma anche soprattutto per cambiamento culturale.

Come ricorda Matteo Sola nella prefazione al volume di Michael Lopp, oggi la leadership è in crisi.  L’idea di un capo superuomo, che ha sempre la decisione giusta in tasca e che vede più lontano di tutti è un’illusione che tutti abbiamo compreso.

I “capi” di oggi sono sfiniti, inarrivabili, affannati e appesantiti da una mole di perdite di tempo, di gangli burocratici e politici all’interno dell’organizzazione. Le soluzioni che vengono continuamente proposte e i “modelli” di leadership sono ormai centinaia e il “Leader” deve assurgere a decine di ruoli attitudinali in contemporanea: attento ai risultati ma anche alle persone, deciso ma gentile, visionario ma situazionale, aperto ma carismatico, innovatore ma garante della tradizione culturale aziendale, e così via.

Il cambiamento epocale è stato segnato anche da alcuni effetti inevitabili che oggi si palesano ancora di più.

Come veniva espresso nel 2015 dagli studi Gallup, il 75% delle persone lasciava il lavoro per “allontanarsi dal proprio manager” a un certo punto della propria carriera. Molte persone che abbandonano il proprio lavoro continuano a farlo anche a causa di un cattivo manager.

In pratica, i dipendenti possono essere attratti dai brand (e oggi forse meno di prima) ma fuggono dai manager.

LEGGI ANCHE: Lasciare il lavoro è virale: la Gen Z festeggia il licenziamento sui social

Oggi potremmo dire che con la vita “pandemica”, la causa non sia solo nella cattiva leadership. Questa è solo l’esemplificazione di quello che è un modello manageriale e organizzativo che negli anni non ha tenuto conto del benessere psico-fisico, della complessità e dell’evoluzione culturale a cui siamo arrivati.

colloquio di lavoro - leadership

Leadership = Management?

Un peccato originale che viene spesso compiuto in ambito aziendale è quello di utilizzare Management e Leadership come sinonimi.

Considerare la leadership come la caratteristica di chi ha il compito di guidare dei “follower” e quindi proporzionarla semplicemente alla gestione delle anime che lavorano in un team, o in un dipartimento, può essere fuorviante.

Fino a non molto tempo fa, la leadership era considerata come un ambito con competenze e caratteristiche molto distanti da quelle che contraddistinguevano il management. Principalmente a causa del tipo di funzione attribuita ai due ambiti: il management, più focalizzato sulla ricerca delle modalità operative ottimali e della corretta pianificazione per svolgere precise attività (come l’efficientamento dei processi, con orizzonti temporali definiti e guidati dal rispetto dei piani operativi); la leadership, invece, interessata a trovare il perché delle cose e con un orizzonte più ampio, alla ricerca di nuovi spazi e con una prospettiva visionaria.

Ma il vero nodo cruciale sta nel concetto di responsabilità: questa sempre di più riguarda decisioni prese in condizioni di incompletezza informativa, di incertezza e dubbio.

Quando i manager non possiedono strumenti per essere certi dell’esito delle strategie, e devono comunque decidere senza essere sicuri di poter allineare gli altri, allora in quei momenti possono dimostrare di essere anche dei leader. Si tratta di quei meccanismi di presa delle decisioni che non è il sistema (o le regole dell’organizzazione) a richiedere: perché fanno sì che il “leader” debba prenderle senza che derivino da richieste precise, e dal fatto che si deve andare oltre il confine dell’esistente, come quando si innescano i trigger dell’innovazione.

leadership e lavoro

Quest’ultima, infatti, richiede l’applicazione di una leadership dalle caratteristiche più condivise e condivisibili: sfidare lo status quo, avere una visione di lungo periodo, favorire il cambiamento, saper ispirare, lavorare con le idee e le persone, e così via.

Ma come cambiano le prospettive con le situazioni, ormai consolidate, di gestione di una forza lavoro sempre più multigenerazionale?

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Leadership e nuove generazioni

Per la maggior parte delle loro carriere, ai Baby Boomers e alla Gen X è stato detto di fare le cose, raggiungere i risultati, indipendentemente da ciò che dovevano sacrificare a livello di processo. I leader sono stati identificati con quelli che lavorano a tarda notte e nei fine settimana a scapito del sonno, dell’esercizio fisico, del tempo personale e familiare.

Poiché questo è tutto ciò che sanno e che hanno imparato con l’esperienza, spesso si aspettano lo stesso dai loro dipendenti: il che purtroppo li fa apparire insensibili e indifferenti e contribuisce inevitabilmente alla discordia tra le generazioni.

Un primo cambiamento di mindset dovrebbe mirare ad aiutare i leader a capire che il loro approccio al lavoro non è salutare o sostenibile. A causa del modo in cui sono stati cresciuti e della pressione che hanno esercitato su sé stessi, le generazioni più anziane hanno un forte senso del dovere e credono che il loro team si aspetti che siano le prime a presentarsi “in ufficio” e le ultime ad andarsene, come un sergente o un capitano di una nave (tra l’altro oggi un numero significativamente inferiore di giovani ha esperienza o familiarità con la leva militare, il che aiuta a spiegare perché in strutture e luoghi di lavoro formali e gerarchici potrebbero non sentirsi a loro agio).

Spesso i senior manager non comprendono che per trovare l’energia per soddisfare le crescenti richieste della loro squadra, devono diventare più sensibili ai propri bisogni.

Colmare il divario tra generazioni deve iniziare con la convinzione che tutti i dipendenti, indipendentemente dall’età, hanno un bisogno innato di trovare uno scopo e un equilibrio nella loro vita.

Il ricambio generazionale come motore del cambiamento

Purtroppo, la maggior parte dei Baby Boomers e della Gen X è cresciuta con l’idea distorta che queste cose non siano importanti (i problemi di salute mentale, ad esempio, fino a poco tempo fa, e tuttora in molti contesti, sono considerati un tabù e non è opportuno parlarne) e questo impedisce loro di entrare in connessione con le nuove generazioni.

Se i leader hanno uno scopo e trovano un significato in ciò che fanno, influenzeranno l’intera squadra.

Se i leader hanno un’elevata energia che gestiscono bene attraverso l’alimentazione, il sonno e l’equilibrio tra lavoro e vita, desidereranno lo stesso anche per i loro dipendenti. Sfortunatamente, in pochi sono in grado di ammetterlo per paura che questo influisca negativamente sulla propria carriera.

Naturalmente, questo provoca danni su più fronti: i dipendenti senior, induriti da queste pratiche “tossiche”, si concentrano nel fare solo ciò che sanno fare meglio, sentendosi inadatti se vengono inseriti in nuovi ruoli, perdendo interesse e motivazioni. I giovani dipendenti, attratti dalla promessa di leader stimolanti che sosterranno il loro sviluppo, si sentono ingannati e se ne vanno.

 

 

Le nuove generazioni al lavoro oggi, non si accontentano di certo di una relazione “benefattore-beneficiario”, (“caro giovane, ti faccio un favore a farti crescere e lavorare con noi”): vogliono lavorare al fianco di leader che possano ispirarli, che siano autentici, con cui possono relazionarsi informalmente, e che possano sfruttare i loro attributi unici dati dall’esperienza per aiutarli a sbloccare il loro vero potenziale e diventare dei “leader del futuro”.

Da bambini, molti Millennial hanno ricevuto più attenzione da genitori e insegnanti rispetto alle generazioni precedenti. Inoltre, le nuove generazioni sono più istruite ma con meno esperienza lavorativa.

E può capitare che, al di là delle figure scolastiche e accademiche, non abbiamo mai avuto un “capo”. Questo influisce sulle loro aspettative relative a feedback, tutoring, supporto da parte dei leader e altre esperienze sul posto di lavoro.

Ricordiamo inoltre che, sebbene Internet e i social media abbiano avuto un impatto su tutte le generazioni, i Millennial e la Generazione Z non hanno mai conosciuto un mondo senza il riconoscimento immediato e continuo e l’infinita disponibilità di informazioni a cui ora abbiamo accesso. Questo non può che contribuire alle aspettative dei giovani dipendenti di una comunicazione e una conoscenza più continue e coerenti.

Secondo Lindsey Pollak,  lo stile di leadership più efficace per ottenere i migliori risultati da tutte le generazioni è quello di essere dei coach. Gli allenatori guidano e supportano (invece di comandare e controllare) ogni persona per il suo più grande sviluppo del potenziale e per ottenere un risultato vincente condiviso.

Come suggerisce inoltre Rachele Focardi per far crescere tra le nuove generazioni in azienda nuovi leader è importante:

  • Non “modellarli” alle regole aziendali ma aiutarli a scoprire i loro veri potenziali.
  • Fare loro Empowerment e farli sentire “al sicuro”.
  • Offrire loro un percorso multidimensionale verso la leadership e attraverso le esperienze di più stili manageriali diversi fra loro.
  • Dare loro visibilità interna e consentire loro di avere un impatto: dalla partecipazione ai board meeting alle challenge interne su progetti trasversali.

In merito a quest’ultimo punto, come illustra Alessia Canfarini, sarà capitato a molti di essere stati coinvolti in compiti più grandi rispetto alla mansione principale del proprio lavoro: ad esempio partecipare a un evento aziendale riservato a un livello organizzativo più alto, far parte di una community professionale su temi di innovazione o a una task force per risolvere un problema specifico.

Sono queste le situazioni nelle quali per l’individuo è necessario determinare una responsabilità personale importante. In questi contesti, la capacità di esprimere “leadership” da parte di chi ha una minore seniority o esprime una posizione manageriale subalterna è soprattutto fondata sulla competenza e sulla capacità di portare un nuovo punto di vista nella risoluzione di un problema.

Le distanze organizzative si riducono fino ad annullarsi in queste circostanze e il contributo dato dal singolo viene valorizzato a prescindere da quelli che sono i job title e gli anni di vita aziendale.

In definitiva, l’abbinamento di successo tra manager e dipendente è un processo delicato, che richiede tempo e un’attenta considerazione. Non si tratta solo di obiettivi e competenze condivisi, ma di interessi, valori, rituali e stili di comunicazione complementari comuni.

Senza queste accortezze, l’organizzazione finisce per perdere sia le singole risorse senior che i giovani talenti ad alto potenziale. Allo stesso tempo, le esperienze critiche rafforzano la sfiducia reciproca e il velato risentimento tra le generazioni e, per finire, il brand subisce un enorme danno.

 

I leader di domani dovranno affrontare una serie completamente nuova di sfide e richiederanno una serie completamente nuova di skills per prosperare, in particolare in un mondo post-Covid. Sarà particolarmente importante essere in grado di identificare manager con una visione per il futuro e una forte mentalità intergenerazionale per supportarli in questo viaggio. Soprattutto perché le generazioni più anziane dovranno preparare le nuove generazioni a sfide che loro stesse non hanno mai dovuto affrontare.

Una “Age-ile Leadership” per il futuro intergenerazionale nelle organizzazioni

La realtà è che se il mondo è così VUCA, anche la formula magica del leader probabilmente non esiste.

Iniziano a vedersi casi in cui alcune organizzazioni hanno deciso di disfarsi della figura mitologica del leader, puntando su una crescita delle dinamiche di self-management, di governance distribuita, di gruppi di lavoro che funzionano anche senza un manager “preposto”.

Già qualche anno fa Frederic Laloux descriveva le “Teal organizations” come modello di integrazione che a “matrioska” non si pone in alternativa ai modelli già esistenti ma li racchiude e integra attraverso una visione sistemica e olistica fondata sui principi di self-management, pienezza e di proposito evolutivo.

Mentre le organizzazioni si trovano ad affrontare sfide sempre più complesse, la leadership può iniziare ad assumere caratteristiche più collaborative, assicurando una comunicazione aperta e fondata sulla fiducia, che renda possibile una vera innovazione umana e non solo tecnologica.

Edgar e Peter Schein invitano a una forma ripensata di leadership che richiama addirittura all’umiltà, basata su una profonda comprensione delle complessità legate alle relazioni interpersonali, e dove l’attenzione si focalizza sulle dinamiche di gruppo.

Sta poi prendendo forma nell’ultimo periodo anche la declinazione di una leadership “gentile”, caratterizzata dallo spirito di squadra, dal riconoscimento dei fallimenti, dal raggiungimento degli obiettivi senza imposizione di idee e metodi, non colpevolizzante e che sa ascoltare e gratificare.

Ed ecco che le parole chiave come fiducia, sincerità, trasparenza, pazienza, sensibilità e gentilezza sembrano essere gli ingredienti per una nuova leadership a più livelli: una vera chiave di volta per favorire la creatività, l’adattabilità, e l’agilità di cui le organizzazioni hanno bisogno per sopravvivere e crescere, accompagnata necessariamente da buone pratiche di feedback e delega, di gestione del tempo, dei meeting, dei one-to-one periodici, ma anche dello storytelling, della gamification e del networking.

Ma il cambio di passo per rendere attuative e concrete queste linee tracciate dagli studiosi di leadership risiede nella prospettiva intergenerazionale unita ai principi di adattività Agile HR. Tutte le generazioni vogliono, in fondo, la stessa cosa: essere riconosciute e vivere il proprio lavoro con crescita e benessere.

La disciplina Agile propone di gestire le organizzazioni sempre di più come organismi dotati di comportamenti circostanziati e le pratiche di leadership dovranno fare sempre più riferimento all’adattività e sempre meno a strutture gerarchiche rigidamente definite.

leadership

E un gruppo dirigente agile è una componente essenziale per un’impresa che sia davvero intergenerazionale.

I membri, infatti, che agiscono come un team di strategia agile sono dediti al bene superiore piuttosto che agli interessi dei propri silos e il loro scopo è quello di aiutare l’intera organizzazione ad avere successo, agendo in maniera inclusiva, comunicando in maniera autentica e trasparente, facendo da allenatori e costruendo cicli continui di apprendimento. La collaborazione trasversale tra expertise dei senior e nuove conoscenze dei junior rappresenterà sempre di più l’ibridazione delle competenze che richiedono le nuove dinamiche di mercato.

La transizione “age-ile” dei leader passa anche sulla riflessione in termini di creazione di valore per i propri team: aiutare le persone ad imparare facendo, a renderli autonomi e capaci di gestire l’azienda, concentrandosi sulla definizione delle priorità e sulla rimozione delle barriere che ostacolano i team.

Infine, abbracciare il fallimento come strada di apprendimento e miglioramento continuo rappresenta ormai il quotidiano per le organizzazioni che vogliono essere costantemente alla ricerca di un purpose: insegnare a fallire nello sviluppo di iniziative senza esporre a rischi troppo alti la propria organizzazione è un obiettivo che può essere seguito se si lavora sul cambiamento culturale tra la prospettiva di performance senza fragilità della visione adulta con la vulnerabilità e l’incertezza propria dell’impulso giovanile senza esperienza.

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Volkswagen, Superdrug e Women’s Aid: i migliori annunci stampa di febbraio 2022

Quando si pensa a febbraio, uno degli appuntamenti che salta subito all’attenzione è il giorno di San Valentino. Nella selezione dei migliori annunci stampa del mese, non poteva quindi mancare una campagna a tema, anche se qui il taglio è abbastanza singolare: al centro, l’importanza di individuare per tempo i comportamenti “mascherati da amore”, che invece identificano un potenziale rischio, rendendo tossica la relazione.

Affrontiamo anche il tema della prevenzione del cancro al seno con la campagna di Superdrug che invita all’autopalpazione per accorgersi il prima possibile di eventuali anomalie.

Poi guida sicura, influenza e trading. Ecco i best ad di febbraio selezionati per voi dai Ninja.

LEGGI ANCHE: SKY express, Happy Dog e Sirona Hygiene: i migliori annunci stampa di gennaio

Superdrug – Itty Titty

Superdrug ha lanciato Itty Titty, la sua nuova campagna per incoraggiare le giovani dai 18 ai 35 anni alla prevenzione, controllando periodicamente il proprio seno.

Con quasi due terzi (64%) delle donne tra i 18 e i 35 anni che non fanno questo tipo di auto-controllo ogni mese e con una donna su sette colpita dal cancro al seno nel corso della sua vita, la pratica va assolutamente incentivata.

L’intenzione è quella di aumentare il livello di consapevolezza incoraggiando le donne a controllarsi regolarmente.

La campagna Itty Titty prevede la consegna di un volantino gratuito Itty Titty quando vengono ordinate online dai Superdrug Online Doctor o ritirate pillole contraccettive   in quattro delle farmacie Superdrug – London The Strand, Battersea, Islington e Manchester-Piccadilly.

L’opuscolo include 12 paia di adesivi Itty Titty e incoraggia le persone ad attaccarne un paio su ogni blister, come promemoria visivo per controllare il seno alla ricerca di eventuali anomalie.

annunci stampa di febbraio Itty Titty

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Advertising Agency: Grey, London, UK

Annunci stampa di febbraio: Saham Rakyat – Let’s Talk Stocks

Il trading azionario è spesso considerato una questione complicata: linguaggio tecnico, spesso in una lingua straniera, tendono ad allontanare il settore dalle persone comuni.

Saham Rakyat di Samuel Sekuritas (una società di consulenza finanziaria con sede in Indonesia) è convinta che ognuno di noi possa comprendere meglio il trading azionario e ha sviluppato un’applicazione per “educare” il popolo indonesiano sul tema.

Con il messaggio “Let’s Talk Stocks” abbiamo voluto rompere lo stigma e la confusione sull’argomento e aiutare a comprendere il linguaggio del trading azionario. Che non è affatto una lingua aliena.

annunci stampa di febbraio 2022 - let's talk stocks 06

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Agency: LUP, Jakarta, Indonesia

Women’s Aid – Love Is…

La campagna pro bono Digital Out of Home e social di Engine Creative è stata realizzata per Women’s Aid e diffusa a livello nazionale il giorno di San Valentino.

Il brief ha l’obiettivo di sconvolgere le aspettative delle persone sulla festa degli innamorati, momento in cui le relazioni sentimentali sono sotto i riflettori, mostrando apertamente i segnali di relazioni malsane, controlli coercitivi, spie d’allarme.

In un giorno in cui tutti si affannano a spiegarci cos’è l’amore e cosa dovrebbe essere, Engine Creative ci mostra quello che amore proprio non è.

love is not 01

love is not love is not love is not love is not love is not love is not

Advertising Agency: Engine Creative
Creative Director: Christopher Ringsell
Creative Team: Charlotte Watmough, Holly Fallows
Strategy: Katherine Morris, Kathryn Loosley
Account Management: Marianne Roberts, Katherine Thompson
Project Management: Penny McNally
Design: Tony Cianci, Joe Chakravorty, Maya Summers
Partner Credits
Marketing Assistant, J&M Brands (Netherlands): Sophie Hoyng
Brand Manager, Rocket Licensing (UK): Melissa Satterly
Joint Managing Director, Rocket Licensing (UK): Charlie Donaldson
Licensing Co-ordinator, Rocket Licensing (UK): Emily Morgan

Annunci stampa di febbraio: Volkswagen – See everything. Miss nothing.

Gli innovativi fari a matrice LED IQ.Light sono dotati di un controllo interattivo della luce che rende la guida notturna più confortevole, in modo da aumentare al massimo la sicurezza.

Vedere tutto per non perdersi nulla (proprio come farebbe un gufo).

Migliori annunci stampa di febbraio 2022 - volkswagen

Advertising Agency: DDB Azerbaijan, Baku, Azerbaijan
Creative Director: Vassilis Panagiotopoulos
Senior Art Director: Shahin Aliyev
Copywriter: Vassilis Panagiotopoulos

Pitkin County COVID-19 Response and Recovery – Oh, the places Flu will go

“Oh, the places Flu will go” è la campagna di Pitkin County COVID-19 Response and Recovery per sottolineare quanto sia importante non sottovalutare la necessità del vaccino anti influenza, anche se i riflettori sono stati per lungo tempo puntati sulla profilassi contro il COVID.

In questa creatività, “Influenza” viene personificata e collocata in ambienti familiari che tutti frequentiamo, come autobus e supermercati. Per questo, conviene adottare misure in grado di difenderci dal contagio.

FLU - annunci stampa di febbraio 03

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Advertising Agency: Wedeln Design Company, Aspen, Colorado, United States of America
Copy Writing: Rachel Brenneman, Tracy Trulove

I segreti per far funzionare una strategia digitale: segui le dirette Ninja su Instagram

Con lo sviluppo incessante delle tecnologie e l’aumento progressivo della concorrenza, essere costantemente informati e aggiornati diventa un’esigenza imprescindibile tanto per le aziende quanto per le singole persone.

Il ritorno di questo investimento in termini di produttività è altissimo e i rischi di sottovalutarne l’efficacia possono condizionare seriamente la salute di un’impresa ma anche il percorso professionale di ogni professionista.

Le occasioni di specializzarsi attraverso upskilling e reskilling non mancano: esistono percorsi formativi consistenti e strutturati in grado di permetterci di acquisire competenze totalmente nuove o rinforzare gli aspetti che abbiamo tralasciato nel tempo.

LEGGI ANCHE: Digital Factory: il miglior percorso pratico per diventare Digital Strategist

formazione aziendale nel 2020

A nostra disposizione ci sono molte opportunità per non rimanere indietro: webinar gratuiti, talk e seminari possono essere seguiti online in diretta (o in differita) per assicurarsi di ottenere una panoramica globale sulle novità e, perché no, individuare i temi da approfondire successivamente in un percorso più formale.

Le dirette Instagram di Ninja Academy

Per questo Ninja Academy ha stilato un calendario di appuntamenti settimanali per scovare alcuni dei più interessanti case study e commentarli con i migliori esperti di Digital Marketing in circolazione.

Il primo appuntamento è in programma mercoledì 2 marzo alle ore 13, con la Instagram Live “Fare community oggi: ironia, disagio e altri trend”.

dirette ninja - cose brutte impaginate belle

Mirko Pallera e Adele Savarese faranno una chiacchierata con Andrea Antoni, Founder di Cose Brutte Impaginate Belle, un progetto grafico e di storytelling nato in pieno lockdown e diventato celebre con la raccolta di stories “La Situa”, e con Orazio Spoto, Instagram Expert & Presidente di Instagramers Italia, nonché docente del corso “Instagram Royale” e co autore, con Antoni, del libro “Instagram Community Creatività”.

Ecco alcune delle domande a cui Andrea e Orazio risponderanno durante la diretta:

  • Cosa fa funzionare oggi una community?
  • Quali sono le parole chiave per scatenare l’interazione?
  • Quali i migliori case study a cui ispirarsi?

Al termine della live, ci sarà un annuncio importante per chi vuole rendere ancora più profondo e completo l’aggiornamento nel Digital Marketing.

<< Vuoi partecipare alle dirette e inviare le tue domande agli ospiti? Segui la pagina Ninja Academy <<

 

diretta instagram Ninja Academy - cose brutte impaginate bene

Le prossime dirette Ninja in programma

Venerdì 4 marzo ore 13

Da pagina social ad agenzia creativa: il caso Legolize

con Mattia Marangon, Samuele Rovituso & Pietro Alcaro, Co founder di Legolize

Dirette Instagram Ninja Academy


Lunedì 7 marzo ore 13

Come creare un business da zero e renderlo scalabile

con Mario Di Girolamo, Business & Growth ZERO e con Alessio Pieroni, Digital Strategist, già Apple e Mindvalley


Mercoledì 9 marzo ore 13

Come costruire un piano di Influencer Marketing perfetto

con Giorgia Di Basilio, Influencer Marketing Specialist e con Lorenzo Ferrari, Founder di smarTalks


Giovedì 10 marzo ore 13

Content e social: le keyword che influenzano l’engagement

con Sergio Tranchino, Founder di Amore Asintomatico e con Gaia Banfi, SEO Copywriter

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Gli appuntamenti sono work in progress e altri eventi in diretta verranno aggiunti alla lista.

Nuovi ospiti ed esperti metteranno a disposizione della community Ninja esperienze e consigli attraverso casi di studio e best practice.

>> Segui la pagina Instagram Ninja Academy per non perdere le live e scoprire le prossime novità <<

tiktok video 10 minuti

Novità TikTok: ora i video possono durare 10 minuti

Ci sono tanti cambiamenti in atto nel mondo delle piattaforme social e tra queste non poteva di certo esimersi una delle più amate e utilizzate dalla gen Z, TikTok. L’annuncio è di qualche ora fa e riguarda, nella fattispecie, la durata dei video. TikTok infatti ha deciso di estendere la durata massima dei video fino a 10 minuti e non limitarla più a 3 minuti, come deciso la scorsa estate.

Come sta cambiando TikTok

TikTok nasce come piattaforma di video brevi, ma nel tempo è mutata sempre più. Una realtà che è cresciuta e sta crescendo insieme ai suoi giovanissimi utenti, anche se sempre più persone di diverse generazioni si stanno avvicinando a questo social.

E infatti sta testando da un po’ nuovi caricamenti video sempre più lunghi. Nel luglio scorso aveva esteso la durata dei video fino a 3 minuti, ma questo ultimo aggiornamento è l’aumento più grande mai realizzato, e sarà presto disponibile per tutti.

TikTok

Perché estendere sempre più la durata dei video

Un portavoce dell’azienda, in una recente dichiarazione, ha affermato che l’idea di fondo di questa nuova possibilità di video più estesi è dovuta al fatto di voler aiutare le persone a esprimere senza freni tutto il proprio potenziale creativo. E con la possibilità di caricare video della durata massima di 10 minuti, non ci saranno più quei limiti che impongono un tipo di contenuto a volte troppo ridotto. Lo scopo quindi è quello di offrire alla propria community più tempo per creare e divertirsi su TikTok.

Aumentare la durata dei video per essere più competitivi con gli altri social

Sebbene la rapida ascesa di TikTok sia stata fondata su un flusso infinito di video brevi e su misura per catturare l’attenzione degli utenti, il social sta spingendo sempre più verso contenuti più lunghi da un po’ di tempo ormai. I video più lunghi consentono a TikTok di competere meglio soprattutto con YouTube, che tende a contenuti lunghi, oltre al desiderio di rivolgersi a un pubblico più variegato e aumentare il tempo di coinvolgimento complessivo sull’app.

Attenzione però…

Sta di fatto che il passaggio a contenuti più lunghi potrebbe influire negativamente su TikTok limitando la quantità di dati che può raccogliere sulle abitudini di visione degli utenti. Questo è ciò che le consente, in primo luogo, di personalizzare gli algoritmi che utilizza per attirare il suo pubblico. Ottenere la giusta lunghezza del contenuto è una sorta di equilibrio da raggiungere per rendere l’App unica.

E gli altri social?

Ironia della sorte, mentre TikTok si espande per offrire ai creator e utenti in generale dei contenuti più lunghi, i suoi rivali, spinti proprio dal suo successo, stanno facendo il contrario. Instagram ha lanciato video in forma abbreviata sotto forma di Reels, stessa cosa, di pochi giorni fa l’annuncio, anche per Facebook. YouTube ha i suoi “cortometraggi” chiamati YouTube Shorts e Snapchat i suoi Spotlight. Tutte queste realtà stanno cercando di capire come utilizzare al meglio la potenzialità dei video.

LEGGI ANCHE: I Reels arrivano anche su Facebook

Come TikTok presenterà i contenuti più lunghi?

C’è da sottolineare che i contenuti in formato più lungo sono, in generale, anche più facili da monetizzare e mantengono le persone sulla piattaforma più tempo. TikTok dovrà però capire esattamente come posizionare e presentare adesso questi video sulla sua piattaforma. Forse creerà una sezione dedicata ai video più lunghi? Gli utenti si abitueranno o si stancheranno di guardare un video più esteso non avendolo mai fatto su questo social?

Noi siamo curiosissimi!