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Brand e Gaming: anche Benetton arriva su Animal Crossing

È possibile scoprire la Benetton Island, direttamente da United Colors of Benetton, è online il primo progetto firmato dal team italiano di Dentsu Gaming. L’azienda fa il suo ingresso nel mondo del gaming online attraverso la piattaforma Animal Crossing: New Horizons. Una collezione virtuale pensata per gli appassionati del videogame targato Nintendo.

Attraverso il codice sogno DA-7006-9979-4281 si accede a Benetton Island è un mondo vivace e colorato, realizzato in collaborazione con Azalona, gamer e graphic designer, vanta circa 150mila follower sul suo account Twitch. Per disegnare l’architettura dell’isola, la content creator milanese ha tratto ispirazione dai valori cardine che da anni animano il brand di moda: il colore, la maglieria e la sostenibilità

Benetton Island

Benetton Island

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Si potranno scoprire le frizzanti aree tematiche in plain color e sfilare nello show-room multicolor con i capi United Colors of Benetton. I temi richiamano l’attenzione al mondo green e sostenibile, contornati da pale eoliche e pannelli solari.

I giocatori possono agire per modificare l’aspetto geologico delle isole, a proprio piacimento. Si potrà trasferire la cultura del brand anche in game, visitando gli spazi e le aree della Benetton Island. Inoltre, ci si potrà divertire con la scelta degli abiti per il proprio personaggio, per questo motivo United Colors of Benetton, sempre grazie all’ausilio di Azalona, ha creato una collezione digitale di 10 outfit realizzati con alcuni dei capi simbolo del brand.

Si potranno inviare e condividere i propri outfit United Colors of Benetton in formato digitale, gli utenti con il proprio avatar in versione Benetton Island potranno diventare i veri protagonisti del video manifesto conclusivo sul progetto.

Commenta Antonio Patrissi, Group Chief Digital Officer di Benetton:

L’isola Benetton ci ha permesso di sperimentare un nuovo linguaggio, quello del gaming, attraverso il quale raccontare in maniera inedita i valori del brand. Sostenibilità, inclusione, colore e positività sono gli elementi su cui è stata costruita la nostra isola e che i giocatori di Animal Crossing potranno non solo indossare ma sperimentare in maniera ingaggiante. Un progetto che si interseca alla perfezione con un mercato, quello del gaming, in costante espansione che vorremo iniziare presidiare strategicamente ma soprattutto creativamente.

Benetton Island

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Commenta Emanuela Chiappa, Client Manager di MKTG (dentsu italia):

La nostra expertise e la visione strategica del mondo gaming ci hanno permesso di essere il partner ideale per United Colors of Benetton che da subito ci ha manifestato un interesse e una curiosità crescenti per questo mercato in ampia ascesa. Animal Crossing New Horizon! ci ha permesso di disegnare un progetto creativo sartoriale che permette alla Community di entrare a contatto con i valori del brand attraverso la scoperta dell’isola Benetton e delle sue aree, della casa di Green e dei suoi coloratissimi outfit.

A supporto del lancio di Benetton Island, dentsu gaming ha curato un’attività di social amplification coinvolgendo Guglielmo Scilla (in arte Willwoosh), LaSabri (all’anagrafe Sabrina Cereseto) e quattro talent del mondo del gaming: Sara “Kurolily” Stefanizzi, Cydonia, Kodomo e Tearless Raptor.

Al progetto firmato dentsu gaming hanno lavorato in sinergia tre agenzie di dentsu italia: MKTG, The Story Lab e Simple Agency. Mentre le attività di PR e digital PR sono curate da Gruppo Mario Mele & Partners.

Fan engagement

Fan Engagement: le tecniche giuste per ricevere attenzione dai tifosi

Nonostante i differenti approcci, tempi e modi di fruizione del prodotto diversi, se c’è davvero qualcosa che unisce i Millennials alla Generazione Z è la passione per lo sport.

Chi ama lo sport segue dei valori positivi a cui le aziende da sempre cercano di accostarsi, e spinge la competizione serrata tra gli sponsor per accaparrarsi uno spazio pubblicitario.

fan engagement

Come ben sappiamo, oggi non basta più “comprare” un pannello allo stadio o uno spot da 30 secondi tra un intervallo e l’altro: i canali a cui l’attenzione dei tifosi è rivolta sono veramente tanti e, se teniamo in considerazione che in media la soglia di attenzione è sotto gli 8 secondi, è ancora più difficile scegliere dove investire.

Le aziende hanno trovato nuovi modi per entrare a far parte della vita dei fan. Qui ne analizzeremo tre in particolare:

  1. Le attività social
  2. Le iniziative online
  3. Coinvolgimento in app

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Le attività social

Sappiamo che l’attenzione delle persone ai contenuti dura solo pochi secondi, ma ne conosciamo i motivi?

Ormai è un’abitudine comune, soprattutto tra le generazioni più giovani, seguire le competizioni come “sottofondo” mentre ci si intrattiene con lo smartphone scorrendo i feed dei social, chattando o addirittura giocando. Certi di avere modo di recuperare guardando le highlights, ovvero i momenti salienti della partita, le persone si dedicano con tranquillità ad altre attività. 

fan egagement

Una buona strategia di marketing tiene in considerazione tutti i canali che servono ad accontentare gli utenti e far sentire la loro presenza anche mentre sono impegnati in altro.

Non solo con i classici post sui social, ma anche aggiornando i canali YouTube, proponendo un dietro le quinte nelle Stories, creando meme con hashtag da seguire su Twitter, ecc.

Il ruolo dei social non si esaurisce in quella fase: anche al di fuori della giornata competitiva è necessario fare in modo che l’utente entri in contatto con il brand e ripercorra l’avvenimento sportivo in cui siamo presenti.

Per la Generazione Z, Twitch si adatta perfettamente allo scopo e offre spazio alle aziende sponsor di sfruttare a pieno la sponsorship stretta con la squadra.

Per le aziende che decidono si stringere una sponsorship con un team non è più sufficiente essere fisicamente presenti con uno spazio allo stadio: hanno bisogno di condividere con la società sportiva gli accessi ai contatti delle mailing list, essere dentro le app proprietarie e apparire nei post social della squadra.

Il legame con gli atleti diventa ancora più forte: sono dei veri e propri influencer a cui viene indirettamente affidato il compito di veicolare contenuti attraverso i loro profili social per aumentare la brand awareness dei prodotti.

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Le iniziative online

Definire l’evento sportivo come semplice intrattenimento sarebbe riduttivo. É senso di appartenenza, voglia di mettersi in gioco e terreno su cui sentirsi esperti e confrontarsi con la community.

Per questo, i pronostici sono da sempre una valida iniziativa su cui puntare per ottenere un contatto con i fan.

Le aziende organizzano i loro personalissimo ciclo di pronostici in cui l’utente, con la promessa di vincere un gadget della squadra, fa la propria previsione sull’andamento della competizione. 

Giveaway, pronostici, fotocontest e iniziative simili permettono alle aziende di fare lead generation, collezionando un database con i dati dei partecipanti. 

Coinvolgimento in app

La loyalty in ambito sportivo è una faccenda seria, diremmo fondamentale.

Non esiste tifo senza fedeltà alla propria squadra del cuore. Anche per chi pratica uno sport senza seguire una particolare fede è così, pensiamo ai ciclisti o a chi ama lo scii. In alcuni casi, non seguono le gare ufficiali ma nutrono comunque un forte attaccamento per lo sport. 

Le app svolgono un ruolo fondamentale nelle attività di engagement. In modo gratuito, l’utente ha un mondo a portata di scorrimento. Può leggere le ultime news, giocare per vincere premi, riceve le notifiche con il collegamento live a un video corso e tanto altro. 

Come nel caso di Sporters , un app in cui sono coinvolti moltissimi sportivi  per cercare di avvicinare i ragazzi al mondo dello sport. Come si può leggere dall’analisi di Fulvio Furbatto, CEO di Advice all’interno dell’eBook “Fan Engagement nell’industria sportiva” i dati parlano chiaro:

“Il 40% dei ragazzi tra i 13 e 17 anni, infatti, non pratica sport , mentre il 44% passa fino a 6 ore al giorno al telefono. Inoltre, il 39% della generazione Z afferma di non seguire alcun tipo di
sport. “

Non lo praticano ma passano moltissimo tempo con lo smartphone, finestra sul mondo sportivo e sulle attività che lo circondano.

Ecco perché, specialmente post pandemia, le società sportive spingono sempre di più per rendere gli atleti degli idoli da seguire e creano iniziative digitali per cercare di arrivare non solo ai fedelissimi ma anche ai “casual consumer”.

Queste sono solo tre delle tecniche più utilizzate dai brand, che le utilizzano da anni per coinvolgere gli appassionati ed avvicinarli al proprio brand. Con l’evoluzione delle piattaforme vedremo nuovi fenomeni sempre più improntati sull’ottenere dati di prima mano, in risposta alla tendenza degli ultimi anni di affidarsi a cookie di terze parti. 

Trump l’ha fatto davvero: ha lanciato il suo social network TRUTH Social

Non si può dire che non abbia mantenuto la sua promessa, più volte urlata da palchi fisici e virtuali: l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato il lancio di un nuovo social network, chiamato TRUTH Social.

In un comunicato, Trump ha dichiarato che la piattaforma “si opporrà alla tirannia delle grandi tecnologie”, accusate da sempre dal suo entourage di mettere a tacere le voci non allineate al pensiero unico negli Stati Uniti.

deep fake social network trump

La sua intenzione è creare una piattaforma che possa fare concorrenza a Twitter o Facebook, ma è molto probabile che questo non accadrà.

Per sua stessa natura, la piattaforma sarà apertamente politicizzata. Impensabile che diventi un luogo di scambio di idee come Twitter, o un posto adatto tutta la famiglia come Facebook.

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La triste storia di Trump e dei social network

I social media hanno giocato un ruolo fondamentale nella candidatura di Trump alla Casa Bianca e Twitter in particolare è stato il suo mezzo di comunicazione preferito nel ruolo di Presidente, prima che venisse bandito da Twitter e sospeso da Facebook a seguito dell’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti da parte dei suoi sostenitori.

I principali social media hanno ceduto alla pressione dell’opinione pubblica durante la sua presidenza, a causa dei suoi post giudicati aggressivi o palesemente falsi.

L’anno scorso, infatti, Twitter e Facebook hanno iniziato dapprima a cancellare alcuni dei suoi post o a etichettarli come fake news (come quello in cui dichiarava che il Covid era “meno letale” dell’influenza) e hanno in seguito preso la decisione di bannare o sospendere Mr. Trump dopo i disordini di gennaio, causati da un discorso pubblico pieno zeppo di affermazioni infondate sulla frode elettorale di cui sarebbe stato vittima.

Trump aveva definito “veri patrioti” gli autori dei disordini al Campidoglio, dichiarando espressamente che non avrebbe accettato il risultato delle elezioni. Troppo per Facebook e Twitter, che hanno così deciso di impedirgli l’accesso alle loro piattaforme.

Puoi già entrare in waiting list

truth social network trump

Sei un sostenitore dell’ex Presidente Trump o sei semplicemente curioso di capire come si evolverà la faccenda? Benissimo, puoi già entrare in waiting list e iscriverti al nuovo social network del burrascoso tycoon.

Ti basta cliccare qui.

Una prima versione della sua ultima impresa, TRUTH Social, sarà aperta agli ospiti invitati dal mese prossimo, e avrà un “rollout nazionale” entro i primi tre mesi del 2022, secondo una dichiarazione di Trump Media & Technology Group.

Comprendere (davvero) l’Open Innovation: i 4 progetti di Terna a Maker Faire

La differenza tra praticare l’Open Innovation e inseguirla solamente passa da un semplice atto di fiducia nell’innovazione. Da ricercare fuori dai confini dell’azienda e dentro laboratori o incubatori di idee.

Già prima della pandemia le aziende iniziavano a sperimentare un approccio ai processi di business basati sull’Open Innovation, un metodo rivoluzionario – dal punto di vista strategico e culturale – che permette alle imprese di creare un circolo virtuoso in sinergia con startup, università, istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti.

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Questo nuovo approccio porta con sé una revisione dei processi aziendali e dei profili lavorativi inseriti in una cultura interna improntata allo sviluppo innovativo di idee e soluzioni tecnologiche.

Si è parlato anche di questo alla IX edizione della Maker Faire Rome – The European Edition, il cui tema centrale è stato “Fast Forward – The Future in the Making”: portare il futuro nel presente grazie alla capacità di intercettare e raggiungere opportunità che semplificano la vita di tutti i giorni, in modo concreto.

Quale miglior palcoscenico per celebrare l’Open Innovation?

Mai come quest’anno il mondo ha bisogno di costruttori di futuro: new normal, trasformazione digitale, ripartenza, crescita sostenibile e crisi climatica sono le sfide che la pandemia ha posto sul tavolo da gioco senza troppe remore.

Ora è arrivato il momento di giocare sul serio. Sentiamo il bisogno di fare un passo in avanti verso un nuovo traguardo evolutivo.

Un po’ perché la realtà dei fatti ci ha costretto a divergere completamente da quelle che erano le nostre strade e le nostre priorità meno di due anni fa. Un po’ perché è ora di sviluppare sistemi tecnologici che permettano non solo di soddisfare i bisogni individuali, ma di progettare una vita compatibile tra comunità sociali e pianeta terra.

Nei giorni della fiera abbiamo assistito a una passerella esperienziale di progetti esaltanti a cui hanno contribuito grandi società insieme a piccoli team di ricerca, startup e studiosi. 

Progetti molto diversi tra loro ma uniti da un denominatore comune: fare dell’innovazione un pilastro di business.

È esattamente ciò che si propone di fare Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, tra i primi in Europa per chilometri di linee gestite.

Nel corso della manifestazione, Terna ha presentato quattro soluzioni (alcune già in fase di attuazione) dal profondo carattere innovativo che confermano la sua propensione alla collaborazione sinergica con partner specializzati.

Tecnologie digitali, Advanced Materials, Energy Tech e robotica rappresentano i quattro elementi chiave di quella che potrebbe sembrare una rivoluzione silenziosa.

Un cambiamento che passa per la digitalizzazione e che fissa il suo traguardo nel rendere la trasmissione dell’elettricità sempre più efficiente, affidabile e sostenibile.

Proprio grazie a tecnologie come realtà aumentata, droni, supporti per la mobilità elettrica e la digitalizzazione delle reti, Terna vuole dimostrare che la via per la transizione energetica si percorre attraverso l’Open Innovation.

Un cammino che fa perno sulla sostenibilità e si focalizza sul processo di decarbonizzazione e sullo sviluppo delle infrastrutture di rete per l’integrazione delle fonti rinnovabili. 

Prevedere gli eventi atmosferici con l’innovazione tecnologica

IoT4TheGrid è l’iniziativa che permette di raccogliere ed elaborare i dati per efficientare la manutenzione delle infrastrutture, gestire i flussi di trasmissione, limitare i potenziali disservizi della rete, incrementare la sicurezza degli impianti e fornire indicazioni utili per prevedere eventi atmosferici avversi. Un sistema di monitoraggio integrato a cui partecipano startup, PMI di settore ed enti locali.

Non è fantascienza: dall’Internet of Things si passa all’Industrial Internet of Things

Si tratta di connettere tra loro applicazioni e oggetti fisici con lo scopo di compiere determinate azioni, leggere ed elaborare dati preziosi per la sicurezza dell’uomo e delle infrastrutture, e condividerli con i principali stakeholder.

Sì, perché le infrastrutture elettriche saranno sempre più al centro di ecosistemi basati su big data, intelligenza artificiale e tecnologie. 

L’obiettivo finale è quello di rendere le reti ancora più efficienti. Ecco, quindi, che i classici tralicci del gestore della rete elettrica nazionale diventano strumenti digitali all’avanguardia e dotati di stazioni meteo, sensori di tiro, accelerometri, inclinometri applicati a cavi e funi.

La tecnologia sale in cattedra

Terna è stata una delle prime aziende ad integrare l’uso di droni e robot per la manutenzione degli asset elettrici della sua rete.

Visto il grande impatto positivo, hanno pensato come poter sfruttare ulteriormente l’innovazione tecnologica per studiare, sperimentare e formare le squadre operative delle unità impianti. 

Semplice (si fa per dire!). Grazie al supporto di un visore VR 3D, due controller progettati appositamente, cuffie e apparecchi sensoriali, i tecnici Terna possono simulare, in un ambiente protetto di realtà virtuale immersiva, una sessione operativa.

Senza esporsi a inutili rischi, il tecnico svolge un’esperienza completa di intervento sul traliccio a oltre 30 metri di altezza per la sostituzione di una catena di isolatori.

Formazione tradizionale e sul campo, con l’ausilio della tecnologia. È così che nuove leve operative e squadre di intervento acquisiscono tecniche e procedure di lavoro. Un sistema che permette di disporre di risorse preparate ed esperte che operano in tempi ristretti e con la massima fluidità di manovra.

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La colonnina che carica, si ricarica e distribuisce energia

I piani internazionali di ricerca e sviluppo affermano che entro il 2030 si prevedono circa 6 milioni di veicoli elettrici in circolazione nel solo territorio italiano. Senza dubbio un utilizzo “unidirezionale” della batteria elettrica per auto che appesantisce l’utilizzo della rete.

E-Mobility Lab è un laboratorio tecnologico dedicato allo studio dell’architettura “bidirezionale” intelligente dei veicoli elettrici. Si sta lavorando alla definizione di un sistema di colonnine che non solo consente la ricarica delle vetture elettriche, ma permette il prelievo dell’energia messa a disposizione dall’auto per la successiva immissione nella rete. 

In questo modo è possibile incrementare la flessibilità del sistema elettrico immettendo una “dose di potenza extra” nel circuito. L’idea innovativa alla base del cosiddetto V2G (Vehicle to Grid) è fare in modo che il veicolo non sia solo un “consumatore” di energia, ma una vera e propria “batteria su ruote”.

Stampa 3D per tagliare i tempi operativi

Terna ha illustrato agli ospiti della Maker Faire di Roma come sfruttare la stampa 3D per velocizzare i tempi di gestione e di intervento sul campo. L’esempio pratico è rappresentato da due “morse” prodotte con stampa tridimensionale.

La vera rivoluzione in questo senso è data dalla possibilità di creare pezzi unici, complessi e su misura, che possono essere replicati con l’obiettivo di ridurre drasticamente le tempistiche di costruzione, consegna e applicazione.

Il futuro viaggia sulla rete e non ce ne siamo accorti

Sviluppo tecnologico e innovazione non significano solo progettare razzi per il turismo spaziale. I grandi player tecnologici e le organizzazioni che operano nelle infrastrutture energetiche hanno già colto da tempo la sfida per la sostenibilità del pianeta.

Aprire le porte a nuove collaborazioni con think tank e gruppi di ricerca non può che rappresentare quella spinta propulsiva supplementare di cui l’innovazione industriale ha bisogno per portare l’uomo ad un definitivo cambio di passo.

L’attenzione all’ambiente, al territorio e alle comunità che lo abitano devono essere percepiti come driver strategici e pilastri insostituibili per qualsiasi business presente e futuro. Una visione che Terna concretizza nel suo Piano Industriale 2021-2025 “Driving Energy” da 8,9 miliardi di euro di investimenti finalizzati alla transizione energetica e a concreti progetti di innovazione di medio-lungo termine. Proprio nell’innovazione e nella digitalizzazione, l’azienda ha previsto investimenti per circa 900 milioni di euro.

4 week 4 inclusion

Riparte 4 WEEKS 4 INCLUSION: oltre 200 aziende per promuovere l’inclusione

Dal 22 ottobre al 22 novembre prende il via la seconda edizione della 4 Weeks 4 Inclusion, il più grande evento interaziendale dedicato all’inclusione che quest’anno, per la prima volta in Italia, vede impegnate oltre 200 imprese per valorizzare insieme i temi della diversità e dell’inclusione, con un ricco programma di eventi digitali dedicati ai 700mila dipendenti delle aziende partner.

4 week 4 inclusion

In questa edizione otto eventi particolarmente rilevanti saranno trasmessi in streaming al link e aperti a tutti con l’obiettivo di promuovere un dibattito interdisciplinare con i rappresentanti di istituzioni, business community e associazioni sindacali.

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Come seguire 4 WEEKS 4 INCLUSION

Sul sito 4w4i è possibile registrarsi, trovare tutte le informazioni e gli aggiornamenti sul programma della manifestazione.

Per la giornata inaugurale del 22 ottobre, l’appuntamento principale sarà ‘Storie di inclusione’ (alle ore 12:00), nel corso del quale si affronterà il tema dello sviluppo sociale ed economico, partendo dalle politiche aziendali sull’inclusione.

Alla plenaria parteciperanno autorevoli rappresentanti delle Istituzioni e del mondo aziendale tra i quali Roberto Fico, Presidente della Camera dei Deputati, Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Salvatore Rossi, Presidente di TIM, Laura Nurra, Direttore Risorse Umane di American Express Italia, Ernesto Ciorra, Head of Innovability di Enel e Paola Angeletti, Chief Operating Officer di Intesa Sanpaolo.

L’evento sarà preceduto dal talk show ‘Aziende in Rete’ nel quale i manager HR di Avio Aero, Barilla, Snam e TIM, racconteranno come si svolge l’intera iniziativa e quali obiettivi hanno guidato questa grande collaborazione interaziendale.

4 week 4 inclusion

I lavori della giornata si concluderanno nel pomeriggio con ‘Uguali perché diversi’ (alle ore 17:00) con la partecipazione di Maurizio Landini Segretario Generale CGIL, Luigi Sbarra, Segretario Generale CISL, Pierpaolo Bombardieri Segretario Generale UIL che faranno il punto sull’inclusione nel mondo del lavoro e sul ruolo delle parti sociali.

Anche Ninja per parlare di diversità e inclusione

Ninja non poteva mancare a questo evento: diversità e inclusione sono sempre stati temi che l’azienda ha sentito propri fin dalla sua nascita, interiorizzandoli con sensibilità.

Mirko Pallera

Il webinar, intitolato “Come progettare un piano di inclusione digitale“, sarà trasmesso lunedì 25 ottobre dalle 19:00 alle 20:00. Il digitale è come l’ossigeno, pervasivo e invisibile in ogni azione che compiamo. Per guidarlo bisogna essere dei veri Unbreakable: smart, antifragili, resilienti.

Come offrire equo accesso al professional empowerment e al potenziamento digitale?

Mirko Pallera, CEO di Ninja Academy, terrà una Ninja Masterclass di storie e pratiche innovative e trasferibili di Inclusione Digitale progettate dai più illuminati HR Director e Accademici.

Ad accompagnarlo in questa discussione ci saranno Piermattia Menin, HR Director di DHL che presenterà una case history interna di inclusione digitale degli ipovedenti; Marco Russomando, Head of HR & Organization Illimity e Giulio Beronia, esperto di Diversity & Inclusion con focus sull’inclusione generazionale.

L’evento è aperto a tutti e sarà sufficiente registrarsi sul sito dell’evento per seguirlo online.

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Gli ospiti della maratona e gli eventi da seguire

Nel corso della maratona, interverranno tra gli altri Paola Angeletti – Intesa Sanpaolo; Paola Bonomo – TIM; Paola Boromei – SNAM; Alberto Calcagno – FASTWEB; Silvia Candiani – Microsoft; Ernesto Ciorra – ENEL; Paola Corna Pellegrini – Allianz Partners; Veronica Diquattro – DAZN Italia e Spagna; Luigi Gubitosi – TIM; Monica Iacono – ENGIE; Emanuele Iannetti – Ericsson; Maximo Ibarra – ENGINEERING; Lavinia Lenti – SACE; Mauro Macchi – Accenture; Paola Mascaro – Valore D; Anna Masutti – RFI (Gruppo FS Italiane); Carlo Nardello – TIM; Laura Nurra – American Express Italia, Ruggero Rabaglia – Barilla; Salvatore Rossi – TIM; Walter Ruffinoni – NTT Data; Luciano Sale – TIM; Alice Soru – Tiscali; Roberto Tomasi – Autostrade per l’Italia.

Molto attesi anche gli interventi di testimonial d’eccezione tra campioni olimpici e paralimpici, rappresentanti del mondo dello spettacolo e della cultura e influencer sui temi della diversità.

Oltre al webinar di Ninja, tra i tantissimi interessanti appuntamenti vi segnaliamo alcuni interventi da seguire in diretta streaming:

25 ottobre ore 11:30 – 13:00 Poste Italiane S.P.A.

Dall’acquario al mare: scambio fra le generazioni in azienda

26 ottobre – 15:00 – 16:00 Burger King

Welcome everybody

27 ottobre – 11:00 – 12:00 DAZN

PAROLE IN CAMPO. Il racconto sportivo è una questione di genere?

29 ottobre – 11:00 – 12:00 American Express

“Being yourself matters”: la cultura di Inclusione e Diversità in American Express

2 novembre 11:30 – 13:00 – Noovle

L’etica e l’Intelligenza Artificiale

4 novembre 11:30 – 13:00 Gruppo Nestlé in Italia

Non sono un mammo! Genitorialità condivisa e gender gap

8 novembre 10:30 – 11:30 Google Italy

Accessibility @ Building Awareness & Empathy

10 novembre 15:00 – 16:00 SALESFORCE.COM ITALY S.R.L

Salesforce Inclusion best practices: La nostra storia di successo con Specialisterne

12 novembre 18:30 – 20:00 Virgolimage

Neurodiversità e Moda: abilità e opportunità

17 novembre 11:30 – 13:30 Enel Italia S.P.A

Le sfide (im)possibili

19 novembre -10:30 – 11:30 Coca Cola

Coca-Cola and Diversity&Inclusion: a neverending story

Spopolano le bandierine rosse su Twitter, scopriamo cosa sta succedendo

Non ci sono più i cinguettii di una volta. Twitter, social network con servizio di microblogging, in questi giorni è corredato dall’emoji della bandierina rossa, apparsa in tanti tweet di celebrità e aziende. Un ossimoro, un inatteso tormentone social che sta conquistando proprio tutti, la moda delle red flag ci provoca, diverte e appassiona, spronandoci a mettere in risalto: “l’esatto contrario di ciò che ho detto”.

Perchè i tweet hanno le bandierine rosse?

Tutto inizia da questo post ufficiale di Twitter:

È difficile trovare la risposta a questo fenomeno, soprattutto quando non si ha una chiara spiegazione. Sembra, però, che proprio il profilo ufficiale di Twitter abbia iniziato a parlare delle bandiere rosse negli appuntamenti o delle cose che non si dovrebbero fare mentre si frequenta qualcuno.

Un contrasto dunque, una sorta di “state tutti alla larga”, una mania che ha spinto la casa madre a postare:“Non sono su Twitter”. Seguito poi da tanti profili con la battuta pronta dietro l’angolo. La bandierina rossa indica un pericolo o un avvertimento, indicato con tweet pungenti e contestualizzato con l’emoji.

I tweet con la bandiera triangolare sono aumentati del +455% e l’emoji è stata utilizzata circa 1,5 milioni in tutto il mondo.

I tweet red flag più divertenti

Netflix India ci mette in guardia, non c’è dubbio:”fate attenzione quando il protagonista nota una ragazza solo quando si toglie gli occhiali e si trasforma”.

Twitter Netflix

Il profilo dell’Europa League sottolinea:”L’inno dell’Europa League non è un capolavoro”.

Restando in tema calcistico, il Manchester United ci tiene a far sapere che: “Cristiano Ronaldo non è il GOAT (migliore di tutti i tempi)”

Twitter Manchester

Anche il profilo di Crocs scrive:”Non sono una persona da Crocs”.

E poi… chi non ha mai bevuto una Pepsi nella sua vita?

Non potevamo sottrarci al tormentone e abbiamo rincorso anche noi la moda red flag su Twitter:

Best Place to work Italy

Great Place to Work Italia: come si diventa la migliore azienda in cui lavorare

Per il ventesimo anno consecutivo, Great Place to Work Italia, ha premiato le aziende vincitrici della Classifica delle migliori aziende per le quali lavorare in Italia.

Sono state premiate 50 aziende tra le 128 organizzazioni che hanno preso parte all’indagine sull’analisi di clima organizzativo e che rappresentano l’eccellenza dei luoghi di lavoro in Italia.

53.610 collaboratori appartenenti a queste aziende hanno espresso la propria opinione sull’ambiente lavorativo e l’analisi dei dati risultanti ha permesso di stilare questa classifica.

great palce to work - profilo collaboratori

Le aziende sono state suddivise all’interno di 4 categorie organizzate in base alla loro dimensione (numero di dipendenti).

La classifica Great Place to Work è basata principalmente sulle opinioni dei dipendenti delle aziende interessate alla qualità del proprio ambiente di lavoro: il personale, compilando il questionario Trust Index sull’analisi di clima aziendale, hanno assegnato dunque alla propria organizzazione il titolo di Best Workplace.

LEGGI ANCHE: REPORT: Le aziende cercano programmatori (ma il problema è ancora il compenso)

Il modello su cui si basa il questionario Trust Index mette in evidenza come un ambiente di lavoro eccellente sia caratterizzato da tre relazioni fondamentali:

  • una relazione di fiducia reciproca con il management aziendale,
  • il rapporto di orgoglio per il proprio lavoro e per l’organizzazione di cui si fa parte
  • e la qualità dei rapporti con i colleghi.

Le dimensioni indagate sono 5: Credibilità, Rispetto ed Equità, misurano la fiducia dei dipendenti nei loro manager, mentre le altre due, Orgoglio e Coesione, mirano a valutare il rapporto dei dipendenti con il loro lavoro e la loro azienda, le loro sensazioni riguardo ad essi, e il divertimento nel luogo di lavoro con gli altri colleghi.

Great Place to Work Italy: la parola alle aziende

Abbiamo contattato diverse aziende inserite nella lista dei migliori posti per lavorare nel 2021 in modo da comprendere, attraverso le loro parole, quali siano le strategie e le best practice in grado di creare un ambiente di lavoro sereno e coeso, basato sulla fiducia e il rispetto, così da guadagnarsi l’ambito titolo di Best Workplace.

Serena Rossi – HR DIRECTOR · Stryker

serena rossi stryker

“Stryker è una vera people oriented company, dove il capitale umano viene valorizzato in ogni suo aspetto.

Alimentiamo ogni giorno relazioni basate sulla fiducia trasmettendo i valori della diversità e dell’inclusione, autentici acceleratori di ogni investimento sulle nostre persone.

Essere tra i Best Workplaces è un motivo di orgoglio e di miglioramento continuo.”

Piermattia Menin – Managing Director Human Resources Italy · DHL EXPRESS 

Piermattia Menin - Manging Director Human Resources Italy · DHL EXPRESS 

“Dietro a questo importantissimo riconoscimento c’è tanto lavoro e grande dedizione alle persone che lavorano in DHL; lavoro che non si concentra nel periodo di “rilevazione e survey”, ma che dura tutto l’anno.

Tutto parte dalla nostra Mission e di conseguenza dai nostri valori e comportamenti che sono per noi la stella polare a cui indirizzare ogni nostra azione. Attraverso un’attenzione quasi maniacale ai comportamenti di ognuno di noi, attraverso un coinvolgimento quotidiano che attraversa tutta l’organizzazione all’AD all’ultimo dei collaboratori, siamo riusciti in questi anni a trasferire un mindset che oggi è diffuso a tutti.

Un esempio molto pratico è quello di mantenere aperto un canale comunicativo a due vie con le persone. Le persone, con il proprio responsabile e i propri colleghi, si confrontano e si danno feedback in maniera continuativa in ottica di miglioramento continuo del proprio ambiente di lavoro.

A seguito di questi feedback vengono creati Action Plan di Team, monitorati nel tempo e sui quali capo e collaboratori fanno regolarmente il punto della situazione affinché insieme si possa cambiare rotta nel caso mutassero le esigenze delle persone.

Possono essere cose scontate, ma non lo sono affatto”.

Gianluca Bilancioni – CFO / HR DIRECTOR · Teleperformance

Gianluca Bilancioni - CFO - HR DIRECTOR - Teleperformance

“Due anni fa abbiamo preso coscienza che le persone non fossero il reale centro di Teleperformance: lo erano sulla carta ma non nel cuore, nello spirito, nella passione della nostra azienda.

Abbiamo raso al suolo la Funzione HR e dalle sue ceneri sono spuntate non procedure e istruzioni operative ma incontri personali che iniziavano con “come posso aiutarti nel lavoro quotidiano?” e terminavano con “quali sono i tuoi sogni personali e professionali?”.

Un fuoco di passione ha incendiato Teleperformance e ogni cosa si è illuminata.

La luce ha inondato l’azienda e ricevere il Premio “Great Place to Work” per la prima volta nella storia di un Contact Center italiano è sembrato quasi scontato”.

Marco Russomando, Head of HR & Organization di illimity

Marco Russomando, Head of HR & Organization di illimity

“Fin dalla nascita di illimity, poniamo un’attenzione particolare alle persone, tanto da renderle uno dei pilastri di sostenibilità dell’azienda.

Ascoltiamo continuamente gli illimiters: abbiamo un sistema di welfare su misura, corsi di formazione trasversali ed abbiamo attivato il programma illimity w.o.w. (Way of Working) che ci permette di lavorare per metà del tempo in ufficio e per l’altra metà da un’altra parte, non necessariamente a casa.

Uno dei nostri focus è la ‘Diversity & Inclusion’, un concetto molto integrato nella cultura aziendale; nei nostri oltre 700 illimiters sono, infatti, presenti oltre 20 nazionalità e cerchiamo sempre di garantire la parità di genere ed il giusto equilibrio nelle competenze.

Perché la performance collettiva è il motore di tutto ed è un multiplo di quella individuale”.

Facebook investe nel talento europeo per contribuire a costruire il metaverso

Facebook è all’inizio di un percorso per contribuire a costruire la piattaforma informatica del futuro. Lavorando con altre realtà, sviluppano quello che viene comunemente definito il metaverso – una nuova generazione di esperienze virtuali interconnesse che utilizzano tecnologie come la realtà virtuale e aumentata.

Il metaverso si basa sull’idea che rafforzando la sensazione di “presenza virtuale”, l’interazione online può diventare molto più vicina all’esperienza che si ha con le interazioni di persona. Il metaverso ha il potenziale di aiutare a sbloccare l’accesso a nuove opportunità creative, sociali ed economiche. E saranno gli europei a plasmarlo fin dall’inizio.

Nessuna azienda sarà proprietaria del metaverso, né lo gestirà. Come nel caso di Internet, la sua caratteristica distintiva sarà di essere aperto e interoperabile. Per far nascere tutto questo sarà necessaria la collaborazione e la cooperazione tra aziende, sviluppatori, creator e politici. Per Facebook, richiederà anche continui investimenti nel prodotto e nei talenti tecnologici e questa crescita riguarderà tutta l’azienda. 

facebook logo con sfondo tipo matrix

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Per questo motivo oggi annunciamo un piano per creare 10.000 nuovi posti di lavoro altamente qualificati nell’Unione Europea (UE) nei prossimi cinque anni. Questo investimento è un voto di fiducia nella forza dell’industria tecnologica europea e nel potenziale del talento tecnologico europeo.

L’Europa è estremamente importante per Facebook. A partire dalle migliaia di dipendenti in presenti nell’Unione Europea, fino ai milioni di aziende che utilizzano le nostre app e i nostri strumenti ogni giorno, l’Europa è una parte importante del nostro successo, come lo è Facebook del successo delle aziende europee e dell’economia in generale.

Questo è un momento entusiasmante per la tecnologia europea. L’UE offre una serie di vantaggi che la rendono un luogo ideale per le aziende tecnologiche per investire – un mercato di consumo di grandi dimensioni, università eccellenti e, soprattutto, talenti di alto profilo. Le aziende europee sono all’avanguardia in diversi campi, che si tratti della biotecnologia tedesca che ha contribuito a sviluppare il primo vaccino MRNA o della coalizione di neo-banche europee che stanno facendo da apripista al futuro della finanza.

La Spagna sta assistendo a livelli record di investimenti in start-up che soddisfano qualsiasi bisogno, dalla consegna di generi alimentari online alla neuro-elettronica, mentre la Svezia è pronta a diventare, entro il 2023, la prima società al mondo senza contanti.

Tutto sul nuovo Design del sito di Facebook

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Da tempo crediamo che il talento europeo sia leader a livello mondiale, ed è per questo che abbiamo effettuato investimenti così consistenti nel corso degli anni – dal finanziamento di borse di studio per l’Università Tecnica di Monaco, all’apertura del nostro primo grande laboratorio europeo di ricerca sull’Intelligenza Artificiale con il programma di accelerazione FAIR in Francia, fino all’apertura della sede dei Facebook Reality Labs a Cork.

Oltre ai talenti tecnologici emergenti, l’UE ha anche un ruolo importante da svolgere nel definire le nuove regole di internet. I politici europei sono in prima linea nell’aiutare a includere valori europei, come la libertà di espressione, la privacy, la trasparenza e i diritti delle persone, nel funzionamento quotidiano di internet. Facebook condivide questi valori e nel corso degli anni abbiamo intrapreso azioni significative per sostenerli. Speriamo di vedere il completamento del Mercato Unico Digitale per sostenere ulteriormente gli attuali punti di forza dell’Europa, così come la stabilità sui flussi di dati internazionali che sono essenziali per una fiorente economia digitale.

Nell’iniziare il viaggio per trasformare il metaverso in una realtà, una delle più urgenti priorità per Facebook è quella di trovare ingegneri altamente specializzati. Non vediamo l’ora di lavorare con i Governi di tutta l’UE per trovare le persone giuste e i mercati giusti per portare avanti questo obiettivo, come parte di una prossima campagna di reclutamento che avverrà in tutta la regione. E mentre Facebook continua a crescere in Europa, speriamo di investire di più nel suo talento e continuare a innovare in Europa, per l’Europa e il mondo.

Report Programmatori e developer in Italia

REPORT: Le aziende cercano programmatori (ma il problema è ancora il compenso)

Negli ultimi due anni la pandemia e i lockdown hanno accelerato la trasformazione digitale, evidenziando la necessità da parte delle aziende di innovarsi e di inserire nel team figure tecniche in ambito sviluppo, aumentando di fatto la domanda per chi opera in questo settore.

A confermarlo sono gli stessi sviluppatori: il 41% dei freelance afferma infatti di aver registrato un incremento positivo del lavoro durante l’emergenza sanitaria. Secondo il 61% dei developer, il lavoro dello sviluppatore si evolverà nel tempo e, in ogni caso, sarà sempre più richiesto.

Bitboss report infografica

È la fotografia dell’ecosistema degli sviluppatori di software in Italia, sia dipendenti che freelance, scattata dalla seconda edizione di “The State of Development in Italy”, l’indagine realizzata da BitBoss, startup innovativa incubata in I3P (incubatore delle imprese innovative del Politecnico di Torino) che svolge il ruolo di software house in grado di aiutare startup e imprese tradizionali a sviluppare prodotti digitali. Il report completo può essere scaricato qui.

Il tutto grazie ad un team di sviluppatori provenienti da ogni parte d’Italia e ad una metodologia di lavoro studiata per garantire ai clienti efficacia, partecipazione e controllo totale durante l’intero ciclo di sviluppo.

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Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita del gap tra domanda e offerta di sviluppatori. È vero che il numero di developer è cresciuto fortemente, anche grazie all’ampliamento dell’offerta formativa in questo ambito, ma ancora di più è cresciuta la domanda delle aziende, sempre più alla ricerca di figure che possano accelerare il loro processo di innovazione”, sottolinea  Riccardo Barbotti, co-fondatore di BitBoss.

L’indagine mostra infatti un settore in salute e in grande fermento: solo il 10% degli sviluppatori dipendenti intervistati afferma di essere attivamente alla ricerca di lavoro e in 9 casi su 10 i developer italiani si dicono soddisfatti del proprio lavoro. Ma allo stesso tempo sono aperti a nuove opportunità (59%): questo denota una costante ricerca di condizioni lavorative sempre più favorevoli e stimolanti.

In questa situazione, le aziende devono competere per conquistare le risorse migliori: a vincere sono quelle che riescono a creare le condizioni di lavoro migliori (al di là del trattamento economico) che possano attrarre questi preziosi professionisti”, aggiunge Barbotti.

Per guidare le aziende e supportarle in un percorso di crescita e innovazione, BitBoss ha dunque messo in evidenza con la sua indagine quali siano le  richieste degli sviluppatori: le aziende che ricercano risorse di questo tipo dovrebbero in primis offrire un ambiente lavorativo interessante e stimolante per delle figure che sono sempre attente a cogliere nuove opportunità.

Cosa cercano i developer: flessibilità e trattamento economico

Andando a guardare ciò che i developer ritengono importante nella ricerca di un nuovo lavoro da dipendenti, l’indagine evidenzia al primo posto il trattamento economico, fattore imprescindibile per quasi l’80%.

report BITBOSS - tipologia di developer

Tuttavia, emergono altri punti interessanti: mentre per il 59% è importante avere a che fare con un ambiente dove si hanno prospettive di crescita e di leadership, la necessità di flessibilità sia dal punto di vista dell’orario che del luogo di lavoro è fondamentale per 7 su 10.

La ricerca di libertà e di flessibilità lavorativa è d’altra parte la motivazione più forte per gli sviluppatori che hanno scelto di intraprendere una carriera da freelance (57%) e il 35% non sarebbe disposto a rinunciare alla propria flessibilità in cambio di un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

Tra l’altro, la maggioranza degli intervistati lavora con clienti Italiani su scala locale (46%) e nazionale (60%) e più del 20% dichiara di lavorare anche con clienti esteri. In particolare questi dati dimostrano come la distanza fisica che può intercorrere tra il freelance e i suoi clienti non rappresenti un ostacolo significativo.

Gli sviluppatori e il remote working: 1 su 3 preferisce una formula ibrida

Emerge quindi come la professione dello sviluppatore si sposi alla perfezione con il remote working: il 67,2% degli intervistati (sia dipendenti che freelance) afferma di lavorare sempre o molto spesso da remoto e il 93,5% ha lavorato almeno una volta a distanza.

Nel dettaglio, BitBoss mostra come circa l’86% dei freelance affermi di lavorare sempre o molto spesso da remoto, contro il 63% dei dipendenti. Inoltre il 25,5% dei developer dipendenti in piccole aziende (meno di dieci dipendenti) afferma di non aver mai lavorato da remoto o di averlo fatto raramente. Di contro, solamente il 15% dei developer che lavorano per grandi aziende (più di 20 dipendenti) ha dato queste risposte.

Del lavoro da remoto si dice soddisfatto il 62% dei developer (sia dipendenti che freelance), che spera che questo tipo di approccio si diffonda sempre di più. Tuttavia, un 30% degli intervistati ritiene che il full remote non sia del tutto funzionale e propone di adottare una formula ibrida tra lavoro da remoto e in presenza. Chi si dichiara contrario al remote working invece sottolinea come aspetto negativo dell’esperienza il distaccamento dal team di lavoro e lamenta principalmente la mancanza di un contatto diretto con i colleghi.

Il rapporto tra aziende e sviluppatori

La ricerca di BitBoss si è focalizzata su tre posizioni specifiche che i developer dipendenti ricoprono in azienda: sviluppatore (69%), tech lead (23%) e CTO (5%). Nella maggior parte dei casi, i developer affermano di voler continuare a svolgere un ruolo operativo, lavorando sul codice e migliorando sempre di più, ma non manca un 32% che ambisce ad assumere un ruolo più manageriale e di controllo diventando CTO o Tech Leader.

Una percentuale più ristretta ma rilevante (14%) sogna di diventare imprenditore, abbandonando quindi il lavoro da dipendente e mettendosi in gioco con progetti personali.

Tra gli sviluppatori dipendenti intervistati, il 54% lavora in grandi aziende che contano più di 50 dipendenti, mentre meno del 20% è impegnato in micro imprese. “Probabilmente queste realtà si trovano a essere meno competitive rispetto alle grandi aziende dal punto di vista dell’offerta nel mercato del lavoro e non riescono a dare agli sviluppatori quegli incentivi che per loro sono importanti: un salario competitivo e condizioni lavorative più appetibili.

Un’altra ipotesi potrebbe essere data dal fatto che le aziende più piccole preferiscono collaborare con freelance piuttosto che assumere personale interno”.

Trattamento economico: all’estero si guadagna meglio

Secondo l’indagine di BitBoss, il 49% dei developer dipendenti dichiara di guadagnare tra i 1500€ e i 2000€ netti al mese.

stipendio developer

Per quanto riguarda i freelance intervistati, la fascia più densa (34%) applica tariffe lorde giornaliere tra i 200€ e i 300€ lordi. Chi lavora con clienti esteri afferma inoltre che nell’85% dei casi  riesce a ottenere compensi migliori fuori dai confini italiani.

Una percentuale che pone l’accento su un gap retributivo già noto e che evidenzia una debolezza del nostro Paese rispetto ad altri”, sottolinea Riccardo Barbotti.Questa è la differenza più evidente che intercorre tra il mercato degli sviluppatori in Italia e alcuni Paesi nel resto del mondo: uno sviluppatore in Italia viene mediamente pagato meno rispetto a molti paesi occidentali avanzati e ciò non è necessariamente dovuto a una differenza di competenze tra i developer italiani e quelli stranieri. Circa l’80% delle aziende italiane è composto da micro imprese che, date le risorse limitate, potrebbero voler dare la precedenza a investimenti di altro tipo e allocare budget ridotti sull’innovazione e sul digitale. Inoltre non sempre viene percepito il reale valore in termini di ritorno dell’investimento in innovazione”.

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Tecnologie: gli ambiti e i linguaggi più amati dagli sviluppatori italiani

BitBoss ha inoltre indagato lo scenario legato ai tipi di applicazioni più sviluppate, ai framework e ai CMS più utilizzati.

Molti sviluppatori dichiarano di spaziare con le loro competenze in diversi ambiti: lo sviluppo web domina la classifica con un 76% di intervistati che dichiarano di sviluppare back-end e 70% front-end. Seguono app mobile (30%) e desktop (28%). Il 3% dichiara di sviluppare sia web che mobile mentre, prendendo a riferimento solo la percentuale di web developer, il 57% di loro dichiara di essere full-stack.

Chiudono la classifica le applicazioni legate al Machine learning, al gaming e ad altri tipi di programmazione come ad esempio quelli legati all’automazione industriale.

linguaggi più diffusi tra i developer

Per quanto riguarda i linguaggi, Javascript si conferma il più utilizzato in assoluto: il 73,5% dichiara di utilizzarlo regolarmente. Seguono HTML/CSS (61%), SQL (55%) e PHP (39%).

BitBoss: le aziende italiane hanno bisogno di innovare

Le aziende italiane stanno ancora imparando come innovare sotto questi punti di vista, per offrire agli sviluppatori la possibilità di utilizzare tecnologie all’avanguardia, lavorare in team con tool innovativi e con un approccio smart”, conclude Riccardo Barbotti, co-fondatore di BitBoss.

È necessario innovare la cultura dello sviluppo software in Italia: come BitBoss lo stiamo facendo in primis con il nostro metodo, ispirato ai trend internazionali ma adatto a tutte le realtà presenti sul  mercato italiano”.

BitBoss ha infatti sviluppato il suo metodo di lavoro ispirandosi in parte al modello Scrum della metodologia Agile e in parte al background professionale dei singoli soci, tutti provenienti dal mondo startup.

In BitBoss ogni progetto innovativo viene trattato come una vera e propria startup: “ogni azienda che vuole entrare nel mondo digitale per quanto sia strutturata, dal momento in cui entra nel mondo digitale, è a tutti gli effetti una startup”, sottolinea Barbotti.