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Come utilizzare Instagram Shopping: la guida completa

Dati alla mano, Instagram conta più di un miliardo di utenti attivi al mese ed è sempre di più in crescita: hai mai pensato che il social dei cuoricini potrebbe già essere uno dei tuoi migliori alleati per promuovere il tuo eCommerce? Ti spieghiamo qualcosa in più, caro Ninja.

Cos’è Instagram Shopping

Un insieme di veri e propri “negozi su Instagram”, un’opzione molto interessante  per chi ha un eCommerce e vuole vendere direttamente dalla piattaforma social. È un modo per interagire ma anche fare acquisti: immagina un grande shop, ma all’interno di Instagram, in grado di creare un’esperienza di acquisto più interattiva.

Come funziona lo shopping su Instagram

Instagram Shopping è molto più semplice di quanto tu possa immaginare. Ciò che devi proporti di fare è rendere i contenuti più allettanti, in modo che le persone trascorrano più tempo sull’app, controllando i negozi che amano e scoprendo nuovi marchi, quindi anche il tuo.

Pronto a iniziare? Per trovare i negozi che desideri esplorare o da cui acquistare, vai nell’app e clicca sulla piccola icona dello shopping simile a una borsa della spesa.

Da lì, vedrai negozi dei brand che già segui, oltre ad alcuni che sono consigliati in base alle tue interazioni su Instagram. Puoi anche cliccare su “Scelte degli editori” per scorrere le diverse categorie  (come le guide ai regali), e per esplorare le raccolte e altri consigli; se invece clicci su “Esplora gli shop”, vedrai inoltre un elenco di brand che già segui e che sono presenti tra gli i negozi.

Dopo aver cliccato su un negozio, vedrai i prodotti e le collezioni che hanno a disposizione e potrai saperne di più o scegliere di acquistare, proprio come faresti su un eCommerce.

LEGGI ANCHE: Come la percezione che abbiamo dei brand condiziona le nostre scelte d’acquisto

Come configurare un negozio Instagram

Per creare un negozio su Instagram per il tuo brand, devi avere un  account Instagram Business e devi essere idoneo a crearlo: secondo Instagram, devi operare in un mercato supportato  (a seconda della tua posizione) e avere un sito di eCommerce da cui vendere i prodotti. Ricorda sempre che Instagram Shopping è un’estensione del tuo negozio di eCommerce, non necessariamente un sostituto.

Dopo di ciò, dovrai connettere il tuo account Facebook (e più avanti ti spieghiamo perché!); segui i passaggi che Instagram suggerisce per configurare il tuo account, caricare le immagini dei prodotti e “attivare gli acquisti”.

Ecco alcuni suggerimenti da tenere a mente mentre esegui questi passaggi tecnici:

  • Usa immagini di alta qualità per i tuoi prodotti e le tue collezioni: pensa al tuo negozio Instagram come a una sorta di catalogo interattivo. Sii selettivo riguardo alle immagini che stai utilizzando per i tuoi prodotti. Assicurati che si distinguano e mostrino molti dettagli.
  • Inserisci tutte le informazioni sui prodotti: immagina sempre di comporre un catalogo, perciò dovrai inserire tutte le informazioni su ciascun prodotto, inclusi prezzi, colori, dimensioni, gusti, tipi, ecc. spedizione e altri dettagli.
  • Preparati a taggare: dopo aver configurato il tuo negozio, l’ultimo passaggio consigliato da Instagram è iniziare a taggare. Quando carichi un’immagine, seleziona “Tagga prodotti” e digita il nome del prodotto che desideri taggare in quel post. Potrai farlo anche su Instagram Stories.

Vantaggi di avere un negozio Instagram

Torniamo ai numeri. Secondo Instagram, il 60% delle persone intervistate ha dichiarato di scoprire nuovi prodotti grazie all’app in questione.

Facebook afferma invece che il 70% delle persone indicate come appassionati di shopping si rivolgono a Instagram per fare acquisti e il 36% di tutti gli utenti di Instagram considera lo shopping un appassionante hobby. Un buon inizio, non è vero?

Ecco alcuni altri vantaggi per investire su Instagram Shopping:

  • È gratuito: ci sono solo le commissioni sulle vendite effettive.
  • È un altro negozio online: un ulteriore punto di contatto con i tuoi clienti.
  • È un catalogo mobile: Instagram ha progettato queste funzionalità in modo semplice e pratico, per mettere a disposizione tutte le info in un colpo solo.
  • È un modo per costruire il tuo seguito: non solo hai la possibilità di vendere quindi di guadagnare, ma anche di far crescere la tua community.

Instagram Shopping vs. Facebook Shops

Seppure siano piattaforme diverse, sono entrambe sotto l’ombrello di Facebook.

Ricorda che Facebook possiede Instagram il che significa che Facebook alimenta Instagram Shopping: per questo motivo, per configurare il tuo negozio Instagram, dovrai collegarti al tuo account Facebook il cui pagamento sarà elaborato tramite Facebook Pay.

Sappiamo cosa ti stai chiedendo in questo momento: occorre aprire sia un negozio Instagram sia un negozio Facebook? Considerando che hai necessariamente bisogno di Facebook per avviare Instagram Shopping, potrebbe valere la pena avere prodotti su entrambe le piattaforme; è infatti possibile utilizzare gli stessi prodotti e le stesse collezioni. Inoltre, la tua target audience potrebbe trascorrere più tempo su Instagram che su Facebook, quindi vale la pena investire su entrambi.

LEGGI ANCHE: 5 tips per creare Reels epici su Instagram

Facebook Pay, al tuo servizio

Come si fa a comprare e vendere effettivamente con Instagram Shopping?

L’opzione più semplice è quella dell’acquisto diretto dal tuo sito di eCommerce. Gli acquirenti verranno quindi indirizzati al tuo sito web, in un browser all’interno dell’app Instagram, anziché elaborare l’acquisto tramite la piattaforma Instagram.

Tuttavia, se desideri “bloccare” gli acquirenti in questo passaggio, puoi impostare le opzioni di pagamento per consentire la transazione tramite Instagram. Quando configuri il tuo negozio, dovrai perciò collegarti a Facebook Pay. Quando una persona acquista dai negozi su Instagram, dovrà inviare le informazioni sulla carta di credito, carta di debito o PayPal per utilizzare Facebook Pay  e finalizzare la transazione.

Come promuovere il tuo negozio Instagram

Una volta che lo shop è attivo, non ti resta che iniziare a promuoverlo.

  • Punta sulle collezioni: Instagram consiglia di  puntare su stagioni, vacanze o momenti pop per creare collezioni che si colleghino e attirino gli acquirenti.
  • Semplifica gli acquisti: quando crei post e storie, assicurati di scegliere l’opzione “Tagga prodotto” per collegarti direttamente ai prodotti del tuo negozio. Inoltre, Facebook consiglia di  aggiungere call to action nei sottotitoli per ricordare agli acquirenti cosa fare. Un altro tip è aggiornare la tua biografia con le informazioni sugli acquisti.
  • Investi in pubblicità: vuoi raggiungere ancora più persone con il tuo negozio Instagram? Potresti considerare di lanciare un annuncio su Instagram  con tag cliccabili che attirano le persone nel tuo negozio.

Alternative allo shopping su Instagram

Mettiamo le cose in chiaro: Instagram Shopping non è universale e potrebbe non rappresentare la piattaforma giusta per il tuo brand. I motivi potrebbero essere vari:

  • Non ho l’età. È vero che Instagram è molto popolare, ma non tutti sono presenti sul social. Se il mercato di riferimento del tuo brand non è particolarmente social o non ha “l’età giusta” allora puoi evitare Instagram Shopping.
  • No catalogo, no party. Instagram Shopping funziona bene con le collezioni, consentendo ai brand di lanciare o promuovere gruppi di prodotti. Se vendi solo un articolo, potrebbe non valere la pena dedicare il tuo tempo ad aprire un canale shop. Tuttavia, anche un prodotto, se fotografato e promosso bene, potrebbe essere popolare lì.
  • L’anima non conta. I prodotti o servizi digitali non sono vendibili con l’app, è sempre necessario vendere un prodotto fisico.

Ricordati che il web è bello perché è vario: puoi sempre scegliere un’alternativa a Instagram Shopping. Gli esempi possono includere:

  • Like2Buy : Con Like2Buy, puoi creare soluzioni acquistabili, oltre a creare altri inviti all’azione, come la richiesta di indirizzi e-mail di potenziali clienti.
  • Yotpo : oltre a diversi strumenti di marketing per l’e-commerce, Yotpo offre uno strumento di integrazione di Instagram.
  • FourSixty : pubblicizzando un’estetica incentrata sul design, FourSixty fornisce strumenti di marketing per Instagram, comprese le gallerie acquistabili e la pianificazione.
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Come la percezione che abbiamo dei brand condiziona le nostre scelte d’acquisto

  • Le nostre scelte di acquisto non dipendono pienamente dalla funzionalità del prodotto, ci aspettiamo dai brand una maggiore conoscenza delle nostre storie, dei nostri vissuti e delle nostre emozioni
  • L’influenza dei brand non segue un percorso verticale, con una comunicazione unilaterale ma avviene attraverso uno scambio di emozioni ed empatia
  • I prodotti dunque passano in secondo piano rispetto ai valori e alle emozioni attraverso cui ci immedesimiamo

Siamo abituati a pensare che le decisioni che portano a compiere l’acquisto di un prodotto siano il frutto di scelte razionali. E se invece a scegliere fossero le emozioni?

Il processo decisionale non segue un percorso lineare, non è totalmente il risultato di ricerche e analisi di mercato fondate sulla funzionalità del prodotto e sulla semplice necessità personale. O almeno, non è più così.

Il marketing è da sempre concentrato sullo studio dei consumatori, sui loro desideri e sulla percezione che questi hanno nei confronti dei brand. Negli ultimi anni la guerra dei marchi per differenziarsi dalla moltitudine è diventata spietata con i nuovi canali di comunicazione. Il problema fondamentale rimane quello di catturare l’attenzione, farsi ricordare, diventare un modello e infine entrare nelle nostre case. Costruire e mantenere la propria awareness è il compito più difficile per i brand.

La rivoluzione dei consumatori

Noi consumatori, del resto, siamo diventatati più furbi e più pretenziosi rispetto alle nostre esigenze. Non ci accontentiamo più dei messaggi unidirezionali, abbiamo spodestato il brand dal suo trono e lo abbiamo voluto mettere al nostro pari. Tempestati per anni da loghi, messaggi e immagini abbiamo ormai affinato le nostre preferenze e i nostri valori, imponendo le nostre personalità.

Ovviamente, in questa evoluzione le aziende hanno dovuto rivalutare le loro certezze, i loro studi ed anche le loro teorie economiche.

Le ricerche di mercato di tipo quantitativo trovano ormai uno spazio molto ristretto per intuire i comportamenti di acquisto. A muovere le preferenze sono le scelte personali legate al legame emotivo con il brand attraverso la condivisione dei valori, della sua storia e alla manifestazione che l’azienda ha rispetto ai cambiamenti sociali e alle evoluzioni culturali.

Basti pensare a Gucci con le sue modelle lontane dagli stereotipi di bellezza, a Dove con le sue testimonial rispecchianti la vera società fatta di donne normalmente “imperfette”. Come anche Nike: ricordiamo i manichini plus size o i diversi spot contro gli stereotipi o a favore dell’inclusività.

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Scelte razionali di cuore

Nel 1975 la Pepsi Company decise di avviare una ricerca di mercato per provare a spodestare la Coca-Cola dal primato dei soft drink. L’esperimento prevedeva l’offerta di due bicchieri anonimi di bevande (uno contenente Pepsi e l’altro Coca-Cola) a qualsiasi cliente dei supermercati di tutto il mondo, chiedendo quale bevanda fosse migliore. La raccolta dei dati fece ipoteticamente ben sperare in vendite superiori per Pepsi. Ma non andò così. Perché?

Nel 2003 il direttore dello Human Neuroimaging Lab di Houston riprese lo studio ma cambiando la modalità di raccolta dati. Decise di utilizzare su diverse persone l’fMRI (Risonanza Magnetica Funzionale) macchinario in grado di guardare all’interno del cervello umano, illuminandosi esattamente dove si verifica l’attività cerebrale in risposta ad uno stimolo. Durante la prima somministrazione di bevande anonime, il dottor Montague confermò le preferenze per Pepsi. Ma alla seconda somministrazione, dichiarando prima i nomi dei brand, il 75% delle preferenze andò invece a Coca-Cola. L’attività cerebrale “accesa” indicava la predominanza del pensiero emozionale.

L’esperimento di neuromarketing ha osservato come, sebbene il gusto più gradevole a livello inconscio fosse quello della Pepsi, le emozioni suscitate da Coca-Cola prevalevano sulla preferenza.

Da qui, le tecniche delle neuroscienze (come l’fMRI) sono state ampiamente usate nel marketing e nella comunicazione per osservare la percezione di un prodotto o l’efficacia di una campagna pubblicitaria.

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 Le emozioni scavalcano il prodotto

L’esperimento Pepsi-Coca-Cola ha dimostrato come la percezione di un brand possa influenzare inesorabilmente le nostre preferenze.

Un marchio che ci coinvolge emotivamente attraverso i suoi aspetti, che siano i colori, i ricordi suscitati, la musica, l’immedesimazione, sarà quella spinta invisibile, anzi irrazionale, che ci farà allungare la mano verso quel determinato prodotto. Ce lo ricordano ad esempio Harley-Davidson o P&G.

La leva è sì quella delle emozioni, ma da ricercare anche (e soprattutto) nella sfera sociale ed individuale. E questo, le aziende e il marketing lo hanno ben capito, trasformando la loro comunicazione verticale in una alla pari, vicino ai pensieri, a ciò che provano gli individui. D

a qualche anno assistiamo ad un cambiamento di ruolo dei brand, volto a supportare le persone nell’espressione della propria identità, composta da un lato dall’appartenenza ad una comunità o ad uno stile di vita, dall’altro da una sfera prettamente personale in cui affermare la propria individualità. Dal canto loro anche i brand definiscono la loro identity manifestando i loro valori per acquisire fiducia e fidelizzazione di uno specifico pubblico che si riconosce in essi.

Acquistare un brand oggi significa acquistare la storia, i valori e tutti gli elementi dello stesso. Una sorta di amicizia tra marca e individuo in cui ritrovarsi a vicenda, affidare le insicurezze per sentirsi meno vulnerabili. Si capisce che la relazione è di tipo emotivo, in cui la funzionalità del prodotto passa in secondo piano rispetto alla condivisione, rispetto alla persona.

Scegliamo noi stessi

Vendere un prodotto significa dunque vendere storie, emozioni condivise come paura, gioia, solidarietà, empatia. Ad esempio gli spot natalizi di grandi brand come John Lewis, CocaCola o Erste Group puntano su una narrazione totalmente emotiva volta sulla nostalgia, sugli affetti familiari, sui ricordi, sull’amicizia. Emozioni che la maggior parte di noi condivide e sente proprie (anche per il particolare momento dell’anno) immedesimandosi nello storytelling.

Il prodotto non è il protagonista, il messaggio emotivo si sviluppa insieme al racconto in cui si rivela alla fine con la realizzazione di un desiderio o di un bisogno grazie al prodotto. IKEA, ad esempio, fa emergere i sentimenti di nostalgia attraverso i ricordi. Momenti felici vissuti su una poltrona e che continueranno ad esistere dopo generazioni (grazie anche alla resistenza della poltrona).

Un ulteriore esempio sono stati gli spot durante la prima ondata di Covid-19. Tutto il mondo era coinvolto, le strade deserte, il silenzio delle città interrotto dalle sirene delle ambulanze. Le nostre emozioni erano negative, di paura, di solitudine. I brand si sono immedesimati con le nostre emozioni restituendoci spot che raccontavano di infermieri, corrieri, operai, persone sole in casa senza compagnia: raccontavano del vissuto delle persone. Ci hanno incoraggiato, hanno fatto sentire la loro presenza, hanno manifestato empatia.

LEGGI ANCHE: Qualcosa unisce le pubblicità post Covid dei brand (e le rende tutte un po’ simili)

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Un amico che ha empatia verso ciò che proviamo, che viviamo, verso ciò che vogliamo essere nel contesto della società. Ecco l’aggancio emotivo che ci fa avere interesse per un brand, identificarci con esso e ricordarlo nel futuro. Ricordarlo positivamente e riconoscerlo  porterà anche a preferirlo e molto probabilmente ad acquistarlo.

La comprensione delle preferenze di acquisto del consumatore deve essere dunque basata sulla conoscenza delle emozioni umane che influenzano il processo decisionale. Ancora una volta, al centro del messaggio, del prodotto, del brand e dell’acquisto finale ci sono le persone che attraverso le loro storie, le loro aspirazioni, i loro desideri, scelgono di acquistare emozioni: le loro.

Buddybank partner dei PG Nationals spring, Summer split 2021

Buddybank, la banca per smartphone di UniCredit, affiancata da PG Esports (il più importante organizzatore di tornei dedicati al gaming competitivo), inizia il 2021 con una collaborazione innovativa che riguarda i primi due split dei PG Nationals 2021, il più amato e seguito torneo di League of Legends d’Italia.

Buddybank, ha deciso un anno fa di puntare con successo sulla forza comunicativa del settore degli Esports, iniziando le sue prime collaborazioni con i PG National e la Milano Games Week. Ad inizio 2021 buddybank, con una nuova veste grafica e sempre al fianco di PG Esports, ha rinnovato la sua collaborazione nel settore degli electronic sports con una ulteriore partnership ambiziosa ed innovativa.

Commenta l’Head of GroupM ESP, Luca Pravadelli:

“Siamo lieti della proficua e duratura collaborazione creatasi con buddybank. Nel 2020 abbiamo iniziato assieme questo percorso e adesso torniamo in campo in maniera ancora più solida e forte. In quanto unit specializzata nello sport marketing, negli ultimi anni abbiamo studiato e monitorato la crescita e le opportunità offerte del mondo Esports. Con l’arrivo della pandemia, si è resa ancora più evidente la volontà da parte dei clienti di GroupM (o del gruppo WPP) di instaurare nuove partnership in questo settore, e buddybank ne è la dimostrazione”.

streaming esports

Il team MediaCom, partner da anni di buddybank, si è attivato in completa sinergia con la unit dedicata ai progetti di branded entertainment MediaCom MBA per disegnare e ideare un progetto di esports. L’attività si è svolta avvalendosi della consulenza di GroupM ESP (Entertainment & Sports Partnerships), business unit di GroupM dedicata allo Sport Marketing. GroupM ESP ha supportato buddybank nella negoziazione della partnership e ne gestirà lo sviluppo attraverso la costruzione congiunta di un’efficace strategia di comunicazione.

“Siamo davvero felici di poter continuare a sostenere il mondo degli Esports, anche perché rappresenta in pieno una buona parte della nostra clientela smart e giovane. Non ci sentiamo solo partner, in buddybank siamo diventati dei veri fan degli Esports e non vediamo l’ora di vedere chi vincerà i PG Nationals”.

Afferma Massimo Bondanza, Head of Marketing & Products di buddybank.

Meno contanti più carte prepagate: soluzioni smart per piccoli e grandi acquisti

Siamo in fila al supermercato, ormai diventata una delle attività più mondane da quasi un anno a questa parte. Arrivati alla casa e dopo aver sistemato con abilità la spesa nelle buste, complice anni e anni passati su Tetris, ci accingiamo a pagare. Panico. Abbiamo lasciato i contanti a casa, sul tavolo. Riusciamo a rievocare col pensiero il momento esatto in cui chiudiamo la porta alle nostre spalle mentre le povere banconote vengono abbandonate al loro destino. E noi al nostro. Quante volte siamo incappati in una situazione del genere?

Il mondo degli acquisti sta cambiando, compriamo quasi tutto sul web, e usiamo sempre meno i contanti. Sono molte le iniziative finalizzate per agevolare l’uso delle carte prepagate, e lo stesso Stato ha creato dei programmi proprio per incentivare le transazioni elettroniche e scoraggiare l’utilizzo di monete e banconote.

Meno contanti più carte prepagate

Sempre più persone si affidano alla praticità delle carte prepagate a discapito dei contanti. Avere dei soldi con sé a volte diventa un peso, abbiamo paura di perdere monete in giro, o lasciare le banconote nelle tasche di giacche e cappotti. C’è chi, sbadatamente, dimentica i contati perfino sul cruscotto dell’auto, creando situazioni potenzialmente spiacevoli per sé e per la povera automobile.

Le carte prepagate evitano questi inconvenienti, sono comode, pratiche e sono sempre più collegate ad App e servizi appositi. Anche se dovessimo smarrirle, abbiamo diversi modi per gestire le nostre finanze senza perdere un centesimo.

Sono facili da gestire, non ingombrano e possiamo utilizzarle ovunque, ricaricandole con un semplice gesto. Ci permettono di acquistare davvero qualsiasi prodotto e in tutta sicurezza.

I vantaggi delle carte prepagate

L’esperienza d’acquisto incentrata solo ed esclusivamente sul prodotto non ci basta più, sono tanti gli elementi a cui stiamo prestando sempre più la nostra attenzione.

Comprare in modo sicuro non ha più un solo significato. Nell’era del COVID-19, abbiamo limitato i contatti e anche per quanto riguarda l’acquisto abbiamo la necessità di utilizzare sempre meno i contanti per evitare inutili scambi. In questo caso, le carte prepagate sono un’ottima soluzione grazie alla funzione contactless, ossia il pagamento senza contatto.

La comodità è un altro aspetto che non possiamo sottovalutare nelle nostre esperienze d’acquisto. Una carta prepagata ci consente di effettuare qualsiasi tipo di spesa, dalla più piccola, come pagare un cappuccino al bar prima di recarsi a lavoro, a quelle più impegnative. Per esempio, possiamo gestire tramite app i nostri bollettini risparmiando sulle commissioni, inviare bonifici e controllare le nostre finanze in pochi e semplici gesti, anche da casa. Per non parlare della comodità di poter ricaricare la carta nei punti vendita abilitati.

Le carte prepagate, inoltre, sono davvero convenienti perché hanno un canone annuo irrisorio e di conseguenza sono adatte anche per i più giovani e per chi ha un reddito non fisso e non possiede un conto in banca.

Una società senza contanti grazie a nuovi strumenti smart

Una delle ultime novità che rientra in questi nuovi metodi per fare acquisti e gestire le proprie finanze è la carta Mooney, una carta prepagata Visa con IBAN italiano.

Possiamo attivare la carta in uno dei tanti punti vendita specializzati: tabacchi, bar ed edicole abilitate in tutta Italia. L’attivazione è velocissima, occorrono solo 5 minuti, inoltre è gratuita,  il suo canone annuo è di soli 8€, ed è subito utilizzabile. È ad oggi la carta più vantaggiosa e comoda attivabile sul canale di prossimità.

Scaricando la app Mooney, si potrà inoltre tenere sempre a portata di mano il controllo delle proprie spese.

Grazie ai canali digitali e alla presenza fisica anche nei comuni più piccoli, garantisce l’accesso a un’ampia gamma di servizi di pagamento e transazioni. Questi canali digitali ed elettronici di pagamento integrano e rafforzano l’offerta commerciale tramite un ventaglio di servizi e soluzioni adatti a chiunque.  

Un modello insomma che risponde alle esigenze di tutti, senza lasciare indietro nessuno:

  • Coloro che preferiscono affidarsi al loro barista/tabaccaio/edicolante di fiducia che li accompagni nello svolgimento delle operazioni;
  • Chi ha voglia di andare oltre questi servizi, preferendo l’utilizzo di una App o di un portale online.

In conclusione…

Utilizzando le carte prepagate i benefici sono davvero tanti, in particolar modo:

  • Convenienza;
  • Comodità;
  • Sicurezza.

Acquisti facili, veloci, e sicuri in tutti i negozi in modalità contactless e anche online. Inoltre possiamo inviare bonifici, controllare il saldo, monitorare tutti i movimenti, ricaricare il telefono e pagare i bollettini dallo smartphone risparmiando sulle commissioni.

Fare a meno dei contanti non è una rinuncia, ma una semplice carta prepagata può essere un vero e proprio vantaggio in una società che non si ferma e cambia giorno dopo giorno.

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5 tips per creare Reels epici su Instagram

  • Il 5 agosto 2020 Instagram ha rilasciato Reels
  • Lanciato per diventare la risposta di Instagram a TikTok, offre agli utenti uno spazio creativo per creare e condividere brevi video
  • Su IG Reels è possibile registrare e modificare video di 15 secondi inserendo testo, audio, effetti speciali e adesivi

Gli Instagram Reels sono stati lanciati per la prima volta in Brasile nel 2019 e nel resto del mondo il 5 agosto 2020. “Ci auguriamo che Reels offra alle aziende nuovi modi per entrare in contatto con la loro community su Instagram”, scrivevano sul blog del social.

Cosa sono i Reels di Instagram e le differenze con TikTok

Reels è una funzione che permette di registrare e modificare video brevi inserendo testi, audio, effetti speciali e adesivi. Rappresenta la risposta che Facebook e Instagram hanno provato a dare a TikTok, affermandosi come suo competitor nel mercato dei video brevi.

Instagram e TikTok sono molto simili per alcuni aspetti. Entrambi offrono una serie di strumenti creativi per registrare e modificare multi-clip di 15 secondi permettendo un’elevata personalizzazione di testi, audio, effetti speciali e adesivi.

LEGGI ANCHE: Come TikTok e le Stories di Instagram stanno facendo crescere il valore degli Influencer

Per marketer, brand e creator rappresentano entrambi dei canali e contenuti da sfruttare per intercettare la Generazione Z.

Reel è (forse) più semplice di TikTok. Per chi ha già dimestichezza con gli applicativi di Instagram, l’utilizzo di Reel è più immediato. Infatti l’elevata personalizzazione di TikTok rischia di depistare il neofita che tenta di registrare un video per la prima volta. Un’altra differenza sta nell’utilizzo della musica in quanto alcuni account Instagram non possono inserirla mentre TikTok ha una vasta scelta di basi famose. Tanto che oggi TikTok è diventato uno strumento essenziale per il marketing e la promozione della musica.

instagram reels

Come ovviare al problema? Alcuni marketer consigliano di registrare il video su altre piattaforme di editing prima di caricarlo su Reel, così da poter inserire la musica preferita.

I passi da compiere per realizzare Reels Epici

Il successo di TikTok, che ha spinto Facebook a prendere provvedimenti e lanciare Reels, sta nel fatto che i marchi e i creator hanno mostrato il loro volto umano allontanando un po’ l’alone di mistero e perfezione che gira attorno alle celebrità. Quello che le persone si aspettano di trovare sui social sono contenuti interessanti, coinvolgenti, autentici e divertenti. Ecco spiegato il successo di TikTok che vale la pena replicare su Instagram seguendo alcuni step.

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  1. Crea una strategia di comunicazione integrata. Ricorda che Reel è uno strumento e non un fine.
  2. Registra video divertenti. Sii creativo. Crea un format che ti renda riconoscibile.
  3. Testa più tipologie di contenuto. Mostra prodotti, crea contenuti informativi, riutilizza video di TikTok.
  4. Misura i risultati. Studia le statistiche e le perferomance dei tuoi reels.
  5. Metti in pratica ciò che hai imparato negli step precedenti. Migliora il tuo lavoro.

LEGGI ANCHE: Le novità di Instagram che non avresti dovuto perdere nell’ultimo anno

Reels Epici, 5 tipologie di contenuto

Se sei un marketer o un creator a questo punto ti starai chiedendo come puoi integrare i reels nella strategia digitale per migliorare il tuo business e quello dei tuoi clienti.

Ecco 5 tipologie di contenuto che puoi realizzare per sfruttare la piattaforma a tuo favore.

  1. Riutilizza i video di TikTok

    TikTok permette un’elevata personalizzazione dei video e se hai postato il contenuto su TikTok puoi condividerlo e riproporlo alla tua audience su Instagram. Avrai il vantaggio di proporre un nuovo tipo di contenuto ai tuoi follower di Instagram che non sono ancora su TikTok e potrai testare il contenuto proponendolo su due diversi canali.

  2. Condividi contenuti educativi

    Questo è un ottimo modo per iniziare a popolare il canale Reels. Ci sono tanti argomenti che possono essere condivisi con i follower: ricette, tips, consigli. Basta che il fil rouge sia offrire un’esperienza di apprendimento facile, veloce e divertente.

  3. Mostra e spiega i prodotti

    Reels è un prodotto che Instagram sta spingendo molto negli ultimi mesi. Il fatto che i video pubblicati su Reel siano visibili nella sezione Esplora, può dare al brand e all’influencer una bella impennata di visibilità. Si stima che il pubblico potenzialmente raggiungibile sia del 20%-30% in più rispetto a quello raggiunto da post e da stories. É un trend da non sottovalutare e sfruttare a proprio vantaggio per mostrare nuovi prodotti. Ricordati di usare nel video hashtag, testo e didascalie per aiutare l’algoritmo a capire qual è il tipo di argomento trattato nel video. Se hai prodotto un video in collaborazione con un creator, ricorda di fare il tag al suo profilo.

  4. Mostra i dietro le quinte

    Questa tipologia di video è studiata per creare una relazione intima con i follower. Mostrando il dietro le quinte del tuo lavoro aiuterai i follower a capire chi sei. Puoi provare a condividere brevi video su come scegli i materiali per il tuo prodotto oppure mostrare il processo di creazione del prodotto stesso. Può essere una buona idea pubblicare mini video sulla vita in team, raccontare la storia del marchio e tutto ciò che può avvicinare il lavoro del brand o del creator al suo pubblico potenziale.

  5. Annuncia sconti e saldi

    Per coinvolgere maggiormente gli utenti, gli Instagram Reels possono essere sfruttati per annunciare saldi e sconti esclusivi. La stessa cosa può essere lanciata anche dagli influencer che lavorano per il marchio. Alcuni brand stanno già testando questa tipologia di promo ottenendo un buon engagement da parte degli utenti. É fondamentale rimanere il più naturali possibili e non trasformare il video in una pubblicità vera e propria. Bisogna ricordare sempre che l’utente che guarda i Reels lo fa per distrarsi, intrattenersi e divertirsi.

Cashless e pagamenti: siamo davvero pronti per un futuro senza contanti?

Attendevamo quest’anno con ansia, già dai primi mesi del 2020. Consapevoli dei cambiamenti e delle novità che porta con sé, in noi brulicano desideri e aspettative, ma anche tantissimi dubbi. In un mondo in cui il contatto umano sembra essere stato messo forzatamente in stand by per motivi di sicurezza, anche i più piccoli gesti hanno subito una trasformazione radicale.

La nostra società, quella moderna così come la conosciamo, si è sempre basata su un sistema di scambi, ovviamente anche economici. I contanti ci permettono di acquistare qualsiasi tipo di prodotto o servizio, e sostituirli del tutto ci sembra surreale, ma è quello che sta avvenendo in molti Paesi. Non stiamo parlando di nulla di fantascientifico, ma semplicemente del cashless, ossia quei pagamenti senza contanti, ma che avvengono tramite carta di credito, bancomat e App.

La domanda sorge spontanea: ma siamo davvero pronti a un futuro senza contanti?

Cashless in pillole

I pagamenti senza contanti hanno preso piede nella nostra vita quotidiana verso gli anni ‘90 e da allora sempre più persone vi hanno fatto affidamento. Pagare con carta di credito e Bancomat è comodo, oltre che sicuro.

Quante volte, per la fretta, abbiamo dimenticato di prelevare i contanti o ci siamo ritrovati col portafogli vuoto nel momento meno opportuno? Per fortuna avevamo con noi la carta di credito. Effettuare transazioni simili è diventato sempre più facile e anche la sicurezza riguardo questo gesto, ormai meccanico, è aumentata. Tutti abbiamo letto dell’incremento degli acquisti online nello scorso anno, e anche i più diffidenti hanno messo da parte le proprie resistenze per comprare beni di prima necessità e prodotti più svariati.

Le persone cambiano, la società si evolve e insieme ad essa mutano anche i sistemi che la caratterizzano. In una realtà mutevole ogni cosa si plasma con essa.

LEGGI ANCHE: Come sta cambiando il modo di fare acquisti: dal digitale al cashback

Cashless sì o cashless no? Ecco i dati che abbiamo

Viviamo in tempi interessanti, raramente il ritmo del cambiamento è stato così importante. Molto sta evolvendo, soprattutto nel campo dei servizi finanziari, e non è di certo possibile tornare indietro. Sempre più comuni le opzioni di pagamento contactless accessibili a tutti tramite i propri dispositivi mobile. Con l’aumento delle persone che vogliono limitare il più possibile ogni genere di contatto non necessario, sta diventando sempre più frequente l’uso di pagamenti di questo tipo.

Può il COVID-19 accelerare la transizione verso una società senza contanti?

L’utilizzo di contante è diminuito del 16% dal 2017 al 2018, mentre l’uso delle carte di debito è aumentato. Ora, circa una persona su dieci afferma di non fare quasi mai acquisti in contanti. UKFinance prevede che oltre il 90% delle transazioni sarà digitale in meno di un decennio.

I vantaggi dei pagamenti cashless: la sicurezza prima di tutto

Sono sempre di più le persone che preferiscono acquistare prodotti e servizi senza l’utilizzo dei contanti. E ne hanno motivo, i vantaggi del cashless infatti sono:

  • lo scambio di banconote e monete implica la trasmissione di germi e batteri da una persona all’altra senza nemmeno rendersene conto, i pagamenti cashless evitano tutto questo;
  • I pagamenti elettronici sono spesso più veloci, basta un click sul nostro smartphone o avvicinare una carta di credito o una prepagata all’apposito strumento di transazione per effettuare e completare il pagamento;
  • Avere con sé diversi contanti ci agita perché abbiamo paura di perdere monete o banconote per strada, o peggio, essere derubati. Meglio essere prudenti;
  • I pagamenti elettronici possono aiutarci a tenere sotto controllo il nostro budget, poiché i record delle transazioni con carta sono consolidati e facilmente accessibili tramite app e online. Molti fornitori offrono funzionalità in-app come le notifiche di pagamento istantaneo, quindi i clienti vengono avvisati quando avvengono delle transazioni economiche.

I vantaggi però non sono solo per i consumatori, ma anche per le attività, difatti:

  • le transazioni più veloci consentono ai negozi di servire più clienti e in meno tempo;
  • I pagamenti contactless proteggono il personale da un punto di vista igienico.
  • Il rischio di errore umano nel punto vendita è ridotto e il flusso di cassa diventa più facile da gestire poiché tutte le transazioni vengono tracciate;
  • I sistemi di scorte e di pagamento possono essere consolidati per fornire un report completo della posizione dell’azienda;
  • I pagamenti senza contanti possono richiedere meno personale poiché le transazioni diventano più efficienti e il personale non ha più bisogno d’incassare o recarsi presso un punto di deposito di contanti;
  • Sia i dipendenti che i locali hanno meno probabilità di essere vittime di rapine, poiché i dipendenti non devono più portare grandi somme a un punto di deposito e le aziende senza contanti che lo pubblicizzano hanno meno probabilità di essere scassinate;

L’andamento in Europa e il caso della Svezia

Un maggiore diffusione di questo tipo di pagamenti sta avvenendo anche grazie all’aumento a livello europeo dell’importo massimo possibile con una transazione contactless. Visa ha infatti registrato un considerevole aumento dei pagamenti contactless in Gran Bretagna, dopo che i limiti sono stati rimossi, e un aumento del 100% rispetto all’anno precedente negli Stati Uniti. Visa sta collaborando anche con i governi di Grecia, Irlanda, Malta, Polonia e Turchia per aumentare i limiti di pagamento senza contatto anche in questi paesi.

Mentre i paesi del Nord Europa si distinguono per la loro rapida e diffusa adozione di pagamenti contactless, la stessa tendenza si sta manifestando sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli sviluppati. Dobbiamo tener presente anche i fattori culturali che aiutano a spiegare perché i paesi della regione nordica sono stati precursori rispetto agli altri.

I paesi nordici sono notoriamente società ad alta fiducia, un fatto che ha fortemente influenzato lo sviluppo della politica, degli affari e della loro cultura. Non è difficile immaginare, quindi, perché abbiano mostrato una maggiore disponibilità nell’effettuare pagamenti senza contanti. La fiducia, come in ogni rapporto, è fondamentale.

Una convergenza di vari fattori economici, commerciali e culturali ha portato alcuni analisti a prevedere che la Svezia potrebbe diventare la prima società al mondo ufficialmente senza contanti entro il 2023. In questo Paese il contante è scomparso così velocemente che il Parlamento e la Banca centrale hanno chiesto alle banche commerciali di mantenere circolanti banconote e monete mentre capivano cosa avrebbe comportato un futuro senza contanti.

E in Italia come siamo messi?

Cosa prevede il piano Italia Cashless

In realtà in Italia abbiamo già assistito a dei cambiamenti, prima di Natale, proprio con l’introduzione del Cashback di Stato. Stiamo parlando di un rimborso, una percentuale del 10% di quanto speso, fino a un massimo di 1.500 euro a semestre. Bisogna però effettuare almeno 50 operazioni cashless a semestre, arrivando, di conseguenza, a un rimborso massimo di 300 euro in un anno. La riscossione della somma è semestrale.

Il servizio è riservato solo per chi aderisce al programma e utilizza carte di credito, bancomat e app sul proprio smartphone. Il Governo infatti ha rilasciato anche un’applicazione per usufruirne, cioè l’App IO.

La misura è stata adottata per agevolare acquisti tracciabili, ed evitare l’uso dei contanti, tenendo sotto controllo l’evasione fiscale. Questi servizi rientrano in un piano più grande, ossia l’Italia Cashless, per un futuro senza contanti, (cash less meno contanti, appunto).

A cosa serve

Ma qual è la finalità di questa operazione? Stiamo parlando di un piano messo a punto dal Governo per incentivare l’uso di carte e app di pagamento, per modernizzare il Paese, favorendo lo sviluppo di un sistema più digitale, smart e trasparente.

Sono diversi i sistemi messi a disposizione per far parte del piano cashless, e tra questi rientra Enel X Pay, il conto digitale di Enel X che già integra l’opzione con possibilità di aderire al programma Cashback di Stato direttamente da App senza SPID e App extra.

Enel X Pay è il conto digitale di Enel X Financial Services, la società di Enel X che ha come obiettivo quello di portare, nel settore dei servizi finanziari, l’innovazione, i valori e la solidità del Gruppo Enel attraverso tecnologie, soluzioni sempre nuove e servizi competitivi. Un modo nuovo per gestire la casa, le spese e la propria vita, senza farsi sopraffare da mille pensieri.

Gli italiani sono pronti a questa nuova realtà?

Uno dei motivi di diffidenza verso questa digitalizzazione è dovuta alla paura, a volte legittima, delle novità. Il cambiamento comporta sempre delle perplessità, ed essendo inclini alle abitudini e alle routine quotidiane, dover cambiare il nostro approccio alle cose, imparare nuovi metodi, ci fa sentire inadeguati. Ma per quanto possiamo stare comodi e al sicuro nella nostra comfort zone, prima o poi dobbiamo buttarci in nuove avventure se non vogliamo restare inchiodati nello stesso punto.

Abbiamo visto che il pagamento cashless è una tendenza incoraggiata dai governi di tutto il mondo anche grazie alla facilità di tracciare i movimenti di denaro dove è necessario. La combinazione di tecnologie di prim’ordine con le tendenze dei clienti e le preferenze di pagamento apre possibilità illimitate di cambiamento e innovazione volte a migliorare la qualità della vita delle persone.

La sicurezza sui pagamenti

Il tema della sicurezza è centrale e spesso molto sentito soprattutto da noi Italiani, anche perché l’Italia è ancora ventitreesima su 28 Paesi europei per avanzamento della cashless society. L’89% degli italiani si dichiara a favore della Cashless Society, ma ha preoccupazioni correlata alla sicurezza informatica.

In questo momento è importante educare le persone al corretto utilizzo di questi strumenti, perché non è solo questione d’infrastrutture, carte e dispositivi di pagamento, ma della conoscenza di questi servizi. Dobbiamo tener presente che ormai il rischio di clonazione delle carte è diventato impossibile e le regole di sicurezza stabilite dalla normativa europea PSD2 sono sempre più elevate.

Tuttavia, è comunque importate stare attenti, secondo i dati del Crif, il sistema d’informazioni creditizie, durante i primi sei mesi del 2020, quindi in piena pandemia, è stato  registrato un aumento del 26,6% degli utenti che hanno ricevuto un avviso di attacco informatico ai danni dei loro dati personali.

La fascia d’età maggiormente colpita è quella che va dai 31 ai 50 anni. Le combinazioni principali dei dati intercettati sul web sono quasi sempre le email associate a una password, ma ciò che sconcerta è che al primo posto della top 10 delle password più utilizzate nel primo semestre 2020 si trova ancora la fatidica “123456”.

La tendenza al cashless è inevitabile, ma una transizione graduale è la chiave per evitare di alienare quelle persone che dipendono dal contante come metodo di pagamento principale. Educare la popolazione sui vantaggi del cashless e del mondo digital deve continuare a essere una priorità per i governi e le banche per garantire che le persone si sentano più a loro agio nell’usare meno denaro contante nella propria vita quotidiana.

5 cose che Elon Musk ha detto su Clubhouse

L’evento più atteso su Clubhouse è stato sicuramente l’incontro con Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX, che è riuscito ad attrarre grandi numeri, tanto da mettere a dura prova il limite massimo della piattaforma di 5000 persone a Room. I Ninja sono riusciti ad ascoltare l’intero intervento e abbiamo riassunto i punti salienti.

1. Il viaggio su Marte!

Elon Musk ha parlato in primis del progetto di costruire una civiltà autosostenibile su Marte, secondo le sue previsioni questa esperienza si concretizzerà tra 5 anni e mezzo circa, e sarà estremamente difficile e certo non un’esperienza di lusso. Inoltre, dice di non aver raccolto prove reali sullesistenza degli alieni ma ritiene plausibile la loro esistenza.

Nasa-Marte-Nucleare

2. L’importanza dei meme

Chi controlla i meme controlla l’universo: se un’immagine vale mille parole, un meme vale 10.000 immagini.

E se lo dice lui… c’è da crederci. Ha rivelato in esclusiva che possiede un team di amici come meme dealer, sottolineandone il forte valore simbolico e di impatto sulla società e sui costumi.

3. Aggiornamenti Neuralink

Ha annunciato che presto presenterà nuovi video di aggiornamento su Neuralink, alludendo alla possibile esistenza di test su scimmie con innesti wireless nel cervello in grado di giocare ai videogiochi. In ogni caso questi scenari fantascientifici sono di lungo termine, perché a breve termine Neuralink si concentrerà sul dare supporto alle persone con lesioni cerebrali e spinali.

4. Bitcoin e Dogecoin

Dogecoin (DOGE) entra in poco tempo nella top 10 della classifica per la capitalizzazione del mercato. Elon Musk si è autodefinito ritardatario sulla scena crypto ma crede nel potenziale dei bitcoin. In merito ai Dogecoin, nati puramente per scherzo, ha ricordato che la sorte ama l’ironia.

Potrebbero diventare un giorno la valuta universale del nostro pianeta?

elon musk

5. Intervista a Vlad Tenev, CEO di Robinhood

Nella room era presente anche Marc Andreessen di A16Z, investor sia in Clubhouse che in Robinhood. Sul finale dell’evento Elon ha chiamato sul palco il CEO di Robinhood Vlad Tenev, ed ecco perchè Techrunch ipotizza che forse questa room sia stata solo una non convenzionale attività di PR per A16Z. Vlad è stato interrogato da Elon Musk ed ha annunciato meno limitazioni sul trading di Robinhood a partire da oggi.

Abbiamo appena avuto un volume senza precedenti sul sistema. Ho dovuto trattare la cifra da dare alla NSCC (National Securities Clearing Corporation) per gestire il rischio del trading delle azioni “meme”,  da 3 miliardi a 700 milioni. Una volta depositata questa cifra sul conto abbiamo riavviato il trading su Robinhood.

Tra le domande degli utenti, di spicco quella sulle parole di incoraggiamento che darebbe a chi sta per iniziare un business:

Se ha bisogno di incoraggiamento, è meglio che non inizi un business!

Infine, quanti di voi si sono chiesti la routine quotidiana di un Re Mida come Elon Musk?

Ha rivelato che la sua giornata tipo è piena di task noiosi, e trova difficoltà a gestire il context switching tra un business e l’altro. Per rilassarsi, invece, su Netflix spazia tra diversi generi: dalla serie TV “Cobra Kai” all’ultimo film di Christopher Nolan “Tenet”, The Expanse e Guida Galattica per autostoppisti.

migliori annunci stampa di gennaio

Renault, Croma e SEAI, i migliori annunci stampa di gennaio

Gennaio è di per sé un mese molto carico di aspettative, il classico punto di svolta che ci spinge in una spirale di buoni propositi, irrealistiche intenzioni, velleitari obiettivi che non raggiungeremo, se non in qualche caso.

Nulla di cui preoccuparsi: niente di tanto grave che non possa essere curata da una buona dose di creatività. Una iniezione di succosi annunci stampa in grado di rimetterci in sesto, tanto da affrontare il piccolo febbraio con il piglio giusto. Ecco i best ad del mese di gennaio.

Renault – Don’t Drink and Drive

Ciò che cambia un’immagine può facilmente cambiare il tuo destino. Non sono necessari troppi giri di parole per spiegare che guidare sotto l’influenza di bevande alcoliche può comportare conseguenze disastrose.

renault annunci stampa renault annunci stampa renault annunci stampa

Advertising Agency: Rehab Comunicação, Natal, Brazil
Copywriter: Guilherme Varella
Art Director: Rodrigo Paim

Eureka! – Travel while reading

Si dice che il modo migliore di viaggiare sia con la fantasia. In effetti, in questo particolare momento storico condizionato dall’emergenza sanitaria, è probabilmente l’unico modo per farlo. D’altra parte, è anche il più economico: mete lontane, esotiche e suggestive diventano facilmente raggiungibili, grazie ai libri.

Advertising Agency: NEW!, Lithuania
Creative Director: Aistė Jūrė
Copywriter: Aistė Jūrė
Copywriter: Vytautė Petkevičiūtė
Illustrator: Justine Shirin
Designer: Ieva Paliukaitytė
Project Manager: Kęstutis Kuskys

Algafen – Get Relief

Mi sento come se qualcuno mi martellasse in testa“. In questa campagna di Algafen sono raccolti alcuni modi di dire spesso utilizzati per comunicare meglio agli altri un fastidioso mal di testa.

Anche la scelta grafica incornicia il concept, restituendo immagini stridenti e stilizzate, pungenti anche nella scala cromatica.

Advertising Agency: X3M IDEAS, Lagos, Nigeria
Chief Creative Officer: Steve Babaeko
Creative Director: Mike Miller
Deputy Creative Director: Anthony Wolve
Art Director: Macdonald Iheme, Abisoye Odewole, Sodiq Sheu
Illustrator: Sodiq Sheu
Copywriters: Olumide Aganga, Kelechi Uduma
Brand Managers: Victoria Buzube, Vivian Obiano

Croma – Dispose responsibly

Non sappiamo resistere all’acquisto dell’ultimo modello di smartphone, ci piace avere intorno l’ultimo ritrovato della tecnologia per ascoltare musica, lavorare, navigare su internet.

Quanto pesa questa scelta sul nostro pianeta? Molto: gli apparecchi tecnologi che non utilizziamo più possono, realmente, “rovinare l’ambiente“, così come suggerisce la campagna di Collateral per Croma.

Advertising Agency: Collateral – The Storytellers, Mumbai, India
Associate Creative Director: Harish Gadkari
Visualiser: Dipak Mane
Creative Director Copy: Vinayak Upadhyay
Copywriter: Moiz Dohadwala

SEAI – Don’t be a Fossil

Le auto a combustibile fossile sono sulla strada dell’estinzione. Nei prossimi anni, gli automobilisti irlandesi non potranno infatti comprare auto a benzina o diesel. Chiunque insista con un’auto a combustibile fossile rischia di rimanere bloccato nel passato, proprio come i dinosauri.

Advertising Agency: TBWA\Dublin, Dublin, Ireland
Art Director: Paul Arthurs
Copywriter: Martin Corcoran
Designer: Kyle Schouw
Finished Art: David Picquenot
Illustrator: Aleksey Baydakov

digital tool lavoro flessibile

Mailtolink, Readwise e Affinio, i digital tool della settimana

Riunioni, appuntamenti, videochiamate. E poi call, report da consegnare e scadenze.

La vita lavorativa può essere una vera corsa a ostacoli e raggiungere il traguardo diventa un’impresa. In questa lista abbiamo selezionato alcuni strumenti digitali in grado di darti una mano a superare indenne la competizione: piccoli consigli per migliorare la produttività, attraverso i tanti tool disponibili in rete.

Enjoy!

Piccoli segreti per facilitare la vita con le email

tool mailto

Può capitare quando si scrive un copy o un testo per un sito web, di dover inserire collegamenti ipertestuali che puntino direttamente all’email di un certo indirizzo. Mailtolink.me è un piccolo strumento intelligente per creare link ‘mailto’ precompilati con oggetto, corpo, copia conoscenza e copia nascosta

Leggere meglio, leggere di più e dimenticare di meno

tool_readwise

Se hai l’impressione che le tue letture non ti lascino nulla, o hai paura di dimenticare i passaggi più importanti dei tuoi libri preferiti, Readwise è l’app che ti aiuta a valorizzare note e passaggi chiave, riassumendoli poi con una “preziosa” email quotidiana.

Riconoscere gli hype

tool exploding tools

Produrre contenuti che interessino le persone è la chiave per far crescere i propri numeri sui social, ma non è sempre immediato. Ci viene in soccorso Exploding Topics, un nuovo e brillante strumento per individuare gli argomenti che stanno raggiungendo un picco di interesse.

Affinità elettive

tool affinio

Anche nel marketing esistono, ma servono a connettersi meglio con le persone utilizzando i dati sui loro interessi. Affinio è una piattaforma di marketing strategy che aiuta ad utilizzare al meglio questi dati.

Link sui video di TikTok

evry

In pochi anni è diventato un canale irrinunciabile anche per le aziende, ma molti stanno ancora scoprendo come usarlo al meglio. Un esempio? Aggiungendo link ai video. Per farlo potresti aver bisogno di un tool come evry.link, per mostrare i prodotti direttamente ai tuoi follower.

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Se hai trovato utili questi tool, attiva la prova gratuita di Ninja PRO Information. Riceverai ogni giorno le news sempre aggiornate (anche in versione audio), insight, analisi degli esperti e i nostri consigli sui migliori strumenti.

La musica del mondo è nella tua tasca!

Cosa rivelano le tendenze video durante la pandemia sulle esigenze dei consumatori

Dall’inizio della pandemia, abbiamo osservato da vicino in che modo le persone di tutto il mondo hanno utilizzato le piattaforme come YouTube.

Siamo rimasti colpiti dal fatto che le persone hanno utilizzato i video per soddisfare le proprie esigenze, per far fronte all’isolamento sociale, per trovare nuovi modi per accedere a servizi essenziali, per assecondare le proprie passioni o semplicemente per sentirsi più vicini agli altri.

Poiché queste tendenze riflettono un cambiamento globale molto più ampio verso una nuova normalità, volevamo saperne di più sui comportamenti che le guidano.

Susan Kresnicka, un’antropologa culturale statunitense, ha sviluppato uno schema che studia la relazione tra i bisogni umani fondamentali e il comportamento dei consumatori, attraverso tre esigenze fondamentali che tutte le persone avvertono: cura di sé, connessione sociale e identità.

Per saperne di più su questi stati di necessità e su come si traducono nelle tendenze dei video di YouTube, ci viene in supporto Kresnicka!

1. Cura di sé

Molto più di un termine usato per indicare un bagno caldo a lume di candela, la cura di sési riferisce all’intera gamma di bisogni associati al sostegno e alla cura dell’individuo, un sé incarnato. Quando la pandemia ha sconvolto la quotidianità delle nostre vite, molti dei modi in cui eravamo abituati a soddisfare i nostri bisogni, sono diventati insostenibili. Quindi le persone stanno imparando nuove tecniche per lenire le loro menti ansiose“, spiega Kresnicka.

Su YouTube, il pubblico si è concentrato sui video che aiutano ad affrontare i fattori di stress, come i disturbi del sonno. Ad esempio, le visualizzazioni di video correlati ai suoni della natura sono aumentate del 25% perché le persone erano alla ricerca di qualcosa che li aiutasse a calmarli. Questo video di Dream Sounds è stato visto oltre 2 milioni di volte dal 15 marzo.

Un’altra tendenza legata alla cura di sé sono i contenuti sul cibo. Con così tanti ristoranti costretti a chiudere per motivi di sicurezza, gli spettatori hanno cercato video che li aiutassero a creare una cucina “in stile ristorante” a casa. L’India è stata al centro di questa tendenza. Creator come CookingShooking hanno dimostrato che emulare le cucine dei ristoranti permette alle persone di sperimentare il comfort di cenare fuori, senza però uscire di casa.

2. Connessione sociale

Secondo Kresnicka, i bisogni di connessione sociale derivano dalla natura profondamente sociale degli umani, e spiega: “Siamo una specie ultra sociale la cui sopravvivenza si basa sulla nostra capacità di mantenere una connessione attraverso strette relazioni interpersonali e un più ampio senso di appartenenza alla società”.

Poiché i requisiti di distanza hanno fortemente limitato la nostra capacità di connetterci gli uni con gli altri di persona, la tecnologia ha contribuito a colmare il divario. Su YouTube, gli spettatori hanno utilizzato i video per interagire tra loro direttamente e indirettamente, spesso in modi sfumati.

Il genere “With Me”– in cui gli spettatori condividono un’attività svolta da un creatore, è stato particolarmente pertinente per la vita in lockdown. Il pubblico di tutto il mondo lo ha letteralmente divorato. Le visualizzazioni dei video “#WithMe” sono aumentate del 600% dal 15 marzo. Stessa sorte per un sotto genere: i video “Get Ready With Me”, hanno avuto una “svolta da quarantena” poiché i creator del settore beauty hanno adattato i loro video allo stile di vita casalingo.

Anche per le persone che cercano la connessione attraverso l’arte e la cultura, le esperienze virtuali hanno offerto una soluzione. Le visualizzazioni giornaliere di video con “tour del museo” nel titolo, ad esempio, sono aumentate del 60% poiché gli spettatori e le loro istituzioni culturali preferite hanno cercato di replicare l’esperienza di visitare il museo.

Il Museo Van Gogh nei Paesi Bassi, ad esempio, ha condiviso un tour in più parti, accumulando oltre 200.000 visualizzazioni da metà marzo.

arte virtuale coronavirus

3. Identità

Spesso pensiamo al terzo bisogno fondamentale, l’identità, come un costrutto di categorie sociali come razza, etnia e genere, ma in realtà cela più espansività. Come spiega Kresnicka, “L’identità comprende l’intera esperienza e comprensione del sé, in tutta la sua complessità e capacità di cambiamento. Il modo in cui comprendiamo noi stessi e le nostre esperienze, determina fondamentalmente il modo in cui ci prendiamo cura di noi stessi, ci connettiamo con gli altri e operiamo nel mondo che ci circonda“.

Negli ultimi mesi, i video online si sono rivelati un modo interessante per le persone di esprimere chi sono e di informare su chi potrebbero diventare. Le tendenze video sull’imparare ad eseguire abilità specialistiche, come tagliare i capelli, ne sono un potente esempio. Il pubblico ha guardato diversi tutorial sul taglio dei capelli, con un picco di spettatori globali ad aprile. La lezione di un parrucchiere è stata vista più di 1,7 milioni di volte.

Anche l fede è un aspetto fondamentale dell’identità. Poiché i grandi raduni religiosi sono stati sospesi, i fedeli hanno cercato modi per pregare online, provocando un aumento nelle visualizzazioni settimanali dei servizi religiosi.

Il 27 marzo, la diretta in streaming Urbi et Orbi, un discorso papale pronunciato in occasioni solenni, ha offerto ai cattolici e ad altre persone di fede un modo per ricevere la benedizione di Papa Francesco mentre la diffusione della pandemia aumentava. Centinaia di migliaia di spettatori si sono sintonizzati sull’evento, determinando la più grande crescita di abbonamenti in un giorno per i canali YouTube del Vaticano.

Cosa significa per il tuo marketing e per il futuro

Sulla base di questo scenario, come dovrebbero rispondere i professionisti del marketing? Kresnicka raccomanda di concentrarsi su alcuni principi: “Gli esperti di marketing sanno che per avere successo, le loro offerte devono creare valore per le persone e spesso quel valore implica aiutarle a soddisfare le loro esigenze fondamentali. Perché un marchio di soda di 100 anni è ancora il leader di mercato? Perché aumenta la nostra energia e il nostro umore (cura di sé), ci riporta a tempi precedenti nella nostra vita (identità) e ci fa sentire in contatto con altri che hanno condiviso la stessa esperienza (connessione sociale). Pensare in questo modo ci costringe a comprendere, in modo profondo e olistico, come un prodotto o un servizio opera nella vita delle persone. Quando lo facciamo, apriamo nuovi modi per comunicare, connettersi e servire le persone”.

L’arrivo del COVID-19 e la scala globale hanno presentato ai professionisti del marketing sfide straordinarie, ma hanno anche creato un’opportunità tempestiva per riflettere su come presentarsi ai clienti in modo significativo. In qualità di promotori delle tendenze video, abbiamo riscontrato una notevole uniformità nei tipi di contenuti che le persone cercano su YouTube, rafforzando il fatto che, nonostante le nostre numerose differenze, condividiamo tutti le stesse esigenze fondamentali.

Indubbiamente, questa crisi continuerà a ricordarcelo, mentre noi ci impegniamo a darle un senso.