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pubblicità novembre -Calendario Lavazza 2023

Da Lavazza a Guinnes passando per i mondiali: ecco le più belle pubblicità di novembre

Manca poco a Natale, fervono i preparativi e noi siamo quasi pronti per le pubblicità più strappalacrime; nel frattempo però, godiamoci le pubblicità più belle di novembre, direttamente dall’instancabile mente creativa dei brand a noi più cari.

Una raccolta di campagne pubblicitarie che raccontano di esperienze, condivisione, di inclusività e luoghi speciali, senza però farsi mancare un accenno ai mondiali di calcio.

FIAT SOUTH AMERICA | Jump

La linea Fiat dedicata al mercato sudamericano presenta il SUV Fastback.Un piccolo passo per l’umanità, un balzo da gigante per i SUV” per mostrare l’unicità del prodotto più importante di Fiat e che fa fare un balzo in avanti alla casa automobilistica italiana pronta a rivoluzionare questo segmento. Una pubblicità che ricorda le avvincenti scene dei film d’azione, con un richiamo inconfondibile alla nostra tradizione in cui una delle più celebri canzoni di Modugno, sapientemente riadattata in chiave moderna da ANtfood, accompagna l’audace volo del SUV.

GUINNES AFRICA | Brother

Guinnes dà vita al calcio e si propone come il compagno ideale per accompagnare momenti ed emozioni. In questo spot, Guinnes celebra il modo in cui ogni appassionato di calcio rende la propria esperienza ricca e allegra: come il non vedente Miracle, il più sfegatato tra due fratelli. Ma la sua disabilità di certo non ostacola le sue emozioni, perché il calcio non è solo quello che vediamo ma soprattutto quello che proviamo.

GOOGLE | Buying All Black

Google sceglie le celebrità dell’Hip Hop Ludacris e Flo Milli per invitare allo shopping “all black” durante il Black Friday. Con il sound coinvolgente dei rapper, Google porta il suo sostegno a più di 70 aziende gestite da afroamericani, lanciando l’hashtag #BlackOwnedFriday e indirizzando all’acquisto nei negozi black, esortando così le preferenze in supporto ai valori socio-culturali di inclusività.

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LAVAZZA | Yes, We’re Open!

Quante persone si incrociano in un bar? Il bar rappresenta, soprattutto per noi italiani, un luogo di incontri e interazioni. Dove diverse personalità, diversi gusti, diverse motivazioni si ritrovano e condividono gli stessi momenti di piacere. Un luogo in cui le differenze sottolineano l’umanità e l’unicità di ogni persona.

L’agenzia pubblicitaria Armando Testa presenta così il Calendario 2023 di Lavazza Group, firmato dalla fotografa Alex Prager e presentato alla Triennale di Milano. Il lavoro è dedicato ai bar di tutto il mondo, il cui punto comune è “Yes, we’re Open!”: un messaggio che invita alla condivisione e alla convivialità. “Il bar è una sorta di spazio ideale dove le microstorie trovano il loro spazio e dove le differenze trovano la loro armonia”, questo il concept del direttore creativo Michele Mariani che riesce a trasformare un semplice luogo in un aggregatore di esperienze e inclusività.

WOMEN’S AID | He’s Coming Home

L’Università di Leicester in Inghilterra, ha evidenziato in una sua ricerca come l’aumento degli episodi di violenza domestica sia correlata alle perdite delle partite di calcio. Un amento del 38%, le cui le vittime sono principalmente donne. Ed ora, in cui i mondiali di calcio sono in corso, l’organizzazione benefica Woman’s Aid lancia una campagna, richiamando l’attenzione su questo fenomeno vigliacco.

In questa pubblicità, dal set cupo e poco nitido, sulle case sono appese le bandiere dell’Inghilterra ma su una è riportata la scritta “He is coming home”, lui sta tornando a casa. Un presagio infausto, un’implicita richiesta di aiuto.  La frase è una trasposizione della più celebre “It’s coming home”, canto orgoglioso dei tifosi inglesi.

La bandiera è stata ridisegnata dall’artista britannico Corbin Shaw, già noto per aver apposto frasi sulla bandiera di San Giorgio a favore delle comunità LGBTQ+.  Il ricavato della vendita della bandiera messa all’asta sarà devoluto alla raccolta fondi di Women’s Aid, a sostegno delle donne vittime di violenza .

MCDONALD’S | Wanna Go To McDonald’s?

Tra le pubblicità di questo novembre non poteva certo mancare qualcuna dedicata ai mondiali. Una campagna pensata a livello globale quella del famoso fast food in occasione della Coppa del Mondo FIFA di cui è anche sponsor. Ogni tifoso, che sia di una squadra vincente o perdente, che sia entusiasta o poco coinvolto (perché magari il suo Paese è stato escluso dai mondiali), troverà da McDonald’s una motivazione comune e un momento di gioia esplosiva, proprio come in un gol segnato.

Lanciata in 75 Paesi, girato in dieci lingue e quattro dialetti, la pubblicità mostra anche diversi volti noti: dall’influencer Khaby Lame al girl group sudcoreano ITZY, l’attore Jason Sudeikis protagonista della serie Ted Lasso ed Edwin Castro, streamer di Twich.

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Dawn Ostroff - Spotify

Podcast, audiolibri e Diversity & Inclusion: intervista a Dawn Ostroff di Spotify

Il mercato globale del podcasting vale circa 20,32 miliardi di dollari e si prevede un aumento fino a 58,31 miliardi di dollari nel 2026, con un tasso di crescita annuale del 30,15%. Numeri impressionanti, che abbiamo avuto l’occasione di commentare con Dawn Ostroff, Chief Content & Advertising Business Officer di Spotify.

Grazie al suo punto di vista di assoluto rilievo, abbiamo analizzato quali siano le opportunità per inserzionisti e brand di crescere insieme a questo mercato in espansione; ma abbiamo anche cercato di capire cosa le persone si aspettino da questo ormai relativamente nuovo canale di comunicazione.

Dawn Ostroff ci ha parlato di “rivoluzione audio”, che sta diventando sempre più parte della quotidianità delle persone con il suo formato immersivo in grado di migliorare l’esperienza del pubblico.

Pubblico che in Italia conta, solo fra gli ascoltatori di podcast, più di 13 milioni di persone. E, c’è da scommettere, con l’arrivo degli audiolibri sulla piattaforma, il numero sia destinato ad aumentare velocemente.

Dawn Ostroff - chief content officer and advertising business officer of Spotify

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I budget pubblicitari si stanno spostando sempre più dai media tradizionali a quelli digitali. Cosa sta determinando questo spostamento?

Gli inserzionisti si muovono di pari passo ai consumatori, in particolare quelli più giovani – penso alla Gen Z.

E quando le audience si spostano sempre di più dai media tradizionali a quelli digitali, lo fanno anche gli inserzionisti. Lo abbiamo visto con il passaggio alla TV e ora lo stiamo sperimentando con l’audio.

Il pubblico, a livello globale, infatti, è ormai sintonizzato sull’audio digitale. E lo fa a ritmi record, con numeri in costante aumento. Di conseguenza, i podcast stanno crescendo in popolarità.

Secondo lo IAB Europe i podcast sono destinati a diventare un business pubblicitario da 1,5 miliardi di euro in Europa entro la fine del 2023.

Noi di Spotify siamo impegnati a modernizzare la pubblicità audio.

Siamo convinti che seguendo questa strada – introducendo un migliore targeting con strumenti come Streaming Ad Insertion, aiutando gli inserzionisti a raggiungere gli ascoltatori di podcast su scala con lo Spotify Audience Network, dimostrando l’impatto della pubblicità audio digitale con nuove soluzioni di misurazione e innovando l’esperienza pubblicitaria stessa con formati come le call-to-action cards – porteremo a maggiori investimenti da parte degli inserzionisti, rendendola un must-buy.

Questo non è un bene solo per Spotify, ma anche per gli inserzionisti e i creatori del settore.

Qual è il valore aggiunto che Spotify offre agli inserzionisti rispetto ad altre piattaforme più visive, come Facebook e TikTok?

Siamo nel bel mezzo di una rivoluzione audio.

Ci sono molti nuovi formati e nuovi modi per gli utenti di ascoltare i contenuti grazie a dispositivi intelligenti come smart speaker, telefoni, tablet e altro ancora.  Questo significa che c’è più ascolto in tutti i settori, perché le persone cercano alternative allo schermo.

Gli studi dimostrano che entro il 2025 saranno più di 400 milioni le famiglie che utilizzeranno prodotti e servizi per la casa intelligente (Statista, Marzo 2022).

E secondo il National Public Media’s 2022 Smart Audio Report, il 53% di coloro che possiedono uno smart speaker e che, durante il giorno, ascoltano una pubblicità su di esso, affermano di essere molto più propensi a rispondere a tali annunci (“The Smart Audio Report”, National Public Media, giugno 2022).

Si tratta di un’opportunità a cui brand e inserzionisti dovrebbero prestare attenzione. L’anno scorso abbiamo collaborato con Neuro-Insights per condurre una ricerca volta a comprendere l’impatto che i diversi mezzi di comunicazione hanno sull’attività cerebrale.

L’abbiamo chiamata Sonic Science. Abbiamo scoperto che l’audio digitale – e Spotify in particolare – è più coinvolgente e immersivo dei social media (+27%), della TV (+23%) e della radio (+23%).

Taglia il rumore e coinvolge in un modo unico il pubblico migliorandone l’esperienza.

Siamo ancora ai primi capitoli del “rinascimento” dell’audio e all’orizzonte si profilano innovazioni e crescita che andrà a beneficio dell’intero settore.

In termini di audio advertising, le opportunità di attirare l’attenzione dei consumatori sono infinite, proprio perché l’audio digitale sta diventando sempre più parte della vita quotidiana di tutti noi.

Dal lavoro all’attività fisica, dalla cucina al pendolarismo, gli inserzionisti sono in grado di raggiungere i consumatori nel corso della loro giornata in modo profondamente personale e intimo.

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Perché la parità di genere e la D&I sono valori così importanti per Spotify e come si riflette questo approccio nell’offerta di podcast?

Gender equality, diversity e inclusion sono i pilastri culturali che guidano tutte le nostre attività, dalla musica ai podcast agli audiolibri. Crediamo in una cultura inclusiva in cui ognuno si senta autorizzato ad essere pienamente sé stesso.

Attraverso le nostre produzioni su Spotify e gli show esclusivi, cerchiamo di essere sostenitori del cambiamento. In Italia, ad esempio, abbiamo recentemente lanciato la seconda stagione di Maschiacci, il podcast di Francesca Michielin dedicato a D&I, donne e comunità sottorappresentate.  E il nostro impegno non si ferma certo qui.

inaugurazione casa Spotify

Francesca Michielin all’inaugurazione di Casa Spotify – Milano

Con gli utenti che continuano a crescere di anno in anno, il mercato audio globale è cresciuto a livelli sorprendenti.

Solo nell’ultimo trimestre, abbiamo registrato un numero pari a 4.7 milioni di podcast e sulla scia di questo trend, il mercato è a diventare un business multimiliardario grazie alla sua crescente popolarità a livello globale, sostenuta anche da ricavi pubblicitari in costante aumento.

E questo vale anche per il mercato italiano, dove in Italia, in particolare, gli ascoltatori di podcast sono circa 13 milioni. E il 53% è costituito da appassionati che li fruiscono regolarmente.

Con numeri del genere, non smetteremo mai di essere lo specchio culturale perfetto su questi temi.

L'”istinto per i prodotti di successo” ha ancora un ruolo nella strategia di Spotify, o l’approccio data-driven è la metodologia più importante?

Essenzialmente è un mix, tutto condensato nel raggiungere, intercettare e comprendere le esigenze in evoluzione dei nostri utenti, facendo leva sulle nuove tendenze culturali e sociali.

Nel passaggio dai media tradizionali al digitale, la chiave da ricercare è andare a capire dove sono le nuove generazioni, dove si posizionano, quali sono le loro abitudini di ascolto e consumo del digitale.

Ovviamente i dati fanno molto in questo senso.

Sono fondamentali e gli inserzionisti lo sanno bene. Ecco perché offriamo un ampio portafoglio di dati chiave e strumenti di misurazione delle prestazioni grazie alla pubblicità su Spotify, come Podsights e Brand Lift.

LEGGI ANCHE: Spotify lancia gli audiolibri: 300.000 titoli già disponibili

In che modo l’arrivo degli audiolibri sulla piattaforma convincerà ancora più inserzionisti a investire in Spotify?

Crediamo che ci sia una grande opportunità di innovare anche nel settore degli audiolibri, portando il mercato a un livello superiore.

Soprattutto dal punto di vista degli autori e degli editori, offrendo loro nuovi modelli di monetizzazione, nuovi modi per raggiungere gli ascoltatori e nuovi modi per essere creativi con i contenuti.

Il nostro intento è quello di spingere il settore in avanti, portando la nostra nuova visione di ciò che può essere l’esperienza degli audiolibri, compresa l’aggiunta di nuovi modelli di business per gli audiolibri in futuro.

Stiamo valutando una serie di modelli di monetizzazione per gli audiolibri, ma al momento non abbiamo informazioni specifiche da condividere.

Stella McCartney lancia S-Wave, il simbolo della sostenibilità

Si ispira alle stringhe del DNA, alle onde sonore e alla geometria sacra della madre Terra. Questa la descrizione del nuovo monogramma della casa di moda britannica Stella McCartney.

Il simbolo S-Wave ha l’obiettivo di rappresentare l’armonia della natura in combinazione con i valori della stilista. Ma, soprattutto, rispecchia l’ideale di una moda luxury consapevole, che evidenzia l’impegno nella ricerca dell’innovazione e il ruolo di una leadership responsabile.

s-wave Stella McCartney

Un’onda per rappresentare l’armonia della natura

Il design dell’onda a S “è una rappresentazione dell’equilibrio e dell’armonia della natura, degli obiettivi e dei valori circolari, degli intenti e delle azioni di Stella McCartney” fanno sapere dalla maison omaggia “i rapporti aurei e le energie che ci collegano tutti, la S-Wave è una personificazione dello scopo e del messaggio del marchio, nonché della semplicità della vita e della bellezza stessa”.

Il nuovo monogramma presentato in una limited edition della collezione Fall Winter 22-23, sarà probabilmente parte anche delle future stagioni della casa di moda.

Presente sui capi di abbigliamento vegani della linea, ma anche su borse, scarpe da ginnastica, e non solo. Il simbolo dell’onda ravviverà alcune proposte storiche della stilista, come la borsa Frayme e i capi di sartoria Savile Row.

S-Wave ha il chiaro intento di indicare un ulteriore passo in avanti della stilista nel promuovere la moda circolare e il fashion responsabile: “articoli che sono tra i più sostenibili degli oltre 20 anni di innovazione di Stella McCartney, e che hanno tracciato un percorso più consapevole per la moda di lusso”, specifica l’azienda.

Stella McCartney

Il concetto di lusso responsabile di Stella McCartney

S-Wave non è il primo impegno della stilista nell’ambito della sostenibilità, piuttosto una conferma del comportamento responsabile che attua da più di 20 anni.

La stilista, vegetariana e animalista, ha sempre dichiarato di tradurre nel lavoro i principi della propria vita personale: “voglio che la gente scelga le mie borse per quello che rappresentano non perché sono realizzate in pelle”.

Sin dalla prima collezione, lanciata nel 2001, l’azienda utilizza materiali alternativi, di origine non animale: la borsa tracolla della nuova collezione S-Wave, ad esempio, è realizzata a base di uovo, così come la borsa Frayme Mylo con il micelio, radice derivante dai funghi.

L’iconica borsa Falabella, uno dei prodotti top della maison, prodotta dal 2010, è realizzata in pelle vegetale e con una fodera ottenuta da bottiglie di plastica riciclata.

Stella McCartney

“Per noi responsabilità vuol dire essere consapevoli del processo, sapere che oltre il 60% del bene che facciamo all’ambiente è frutto dell’attenzione al materiale utilizzato e di un lavoro che parte con anni di anticipo. Affinché la moda possa essere sostenibile è necessario agire con tempismo. Occorre pensare in modo circolare e nella sua interezza, considerando che risvolto ha a che fare con gli sprechi. Non dobbiamo fare al pianeta ciò che non vorremmo fosse fatto a noi”.

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L’impegno sostenibile della maison negli anni

Nel corso degli anni, l’azienda britannica della moda di lusso, ha portato avanti un percorso consapevole attraverso azioni concrete. Sempre alla ricerca di nuove soluzioni per l’ambiente, gli animali, l’economia di tipo circolare e il lavoro del personale.

L’attenzione per la ricerca dei materiali non riguarda solo la capsule limited edition S-Wave: ad esempio, le collezioni Knitwear non utilizzano lana vergine ma riciclano vecchio cashmere.

Il 61% del cotone è di tipo organico, privo di pesticidi e sostanze chimiche, soprattutto per le linee bambini. L’attenzione non è rivolta però solo alla sicurezza del cliente ma anche all’impatto ambientale: il 15% dei materiali annui di cui fa uso l’azienda, sono definibili a basso impatto ambientale.

Nel 2021, Stella McCartney, ha dimostrato il proprio supporto al lavoro di Greenpeace nella battaglia contro la deforestazione dell’Amazzonia, promuovendo una capsule collection di t-shirt in cotone biologico.

Nel 2019 l’azienda ha partecipato al Fashion Pact, accordo tra 32 aziende internazionali, con gli obiettivi di arrestare il riscaldamento globale entro il 2050, eliminare le emissioni di gas serra, proteggere gli oceani e ripristinare la biodiversità.

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Le campagne responsabili

La campagna Green Carpet Collection del 2014, ha dimostrato che è possibile fare moda di lusso rispettando l’ambiente in ogni filiera del percorso produttivo (a partire dalla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e del disboscamento, al riciclo e all’utilizzo dei materiali organici, e nella scelta selezionata dei fornitori dei materiali di approvvigionamento).

Per la prima volta una capsule collection è stata realizzata secondo il Green Carpet Challenge (GCC), garante di socialità, etica e sostenibilità. Usando solo materiali riciclati e certificati come sostenibili, la stilista ha confezionato 13 look da sera femminili che comunicano lusso.

Questa collezione è un enorme passo in avanti verso ciò che ho sempre voluto raggiungere, allontanando i confini e gli stereotipi di una moda sostenibile, dimostrando che è possibile creare e indossare vestiti da sera belli e lussuosi senza danneggiare l’ambiente”.

La campagna social #ThereSheGrows ha invece sostenuto finanziariamente il lavoro di Canopy nella protezione della foresta pluviale di Sumatra (Indonesia), dove oggi vivono decine di specie animali in via di estinzione.

La challenge, che prevedeva di regalare un albero ad una persona cara, ha coinvolto numerose celeb, tra cui Gwyneth Paltrow, Charlotte Casiraghi e poi ancora Pink, Justin Timberlake e Drew Barrymore.

“Ora più che mai dobbiamo rallentare ed essere più consapevoli, accelerando contemporaneamente la spinta verso la circolarità e verso soluzioni rigenerative, rispettose della natura. Per questo stiamo lavorando alla definizione di obiettivi sostenibili” aggiunge la maison, “da tempo, misuriamo il nostro impatto ambientale tenendo la contabilità del capitale naturale. Credo che sia un aspetto fondamentale per tutte le aziende misurare, divulgare e intraprendere azioni non solo per ridurre ma invertire il degrado ambientale”.

Collezione SS23: la più sostenibile di sempre

L’impegno profuso dalla maison è in continua ascesa, ne è una conferma l’ultima collezione primavera/estate 2023, presentata alla Fashion Week di Parigi.

La sfilata, ispirata all’artista giapponese Yoshitomo Nara e allo slogan “Change the history”, è definita come la più sostenibile della storia di McCartney, con l’87% dei capi realizzati secondo i principi di sostenibilità.

L’impegno sociale dell’azienda, in quest’ultima occasione, si è dimostrato anche attraverso gli slogan di attivisti stampati su alcuni capi di abbigliamento, relativi ai diritti delle donne, degli animali, alla guerra e al clima.

notizie ninja della settimana

Spotify, IKEA e Lancia: le notizie Ninja della settimana

Dopo i nuovi record del Black Friday si riparte verso uno dei periodi più magici e ricchi di occasioni di Business dell’anno.

Le feste natalizie rappresentano un’opportunità per tirare un po’ il fiato per molte attività commerciali, specie per il settore retail, ma anche per costruire relazioni autentiche e durature con i potenziali clienti, per tutto l’anno.

Ad esempio, grazie a un report di Salesforce, abbiamo scoperto che il 56% delle persone si aspetta offerte personalizzate.

Altro dato importante è che il 74% dei clienti afferma che comunicare in modo onesto e trasparente è più importante ora rispetto a prima della pandemia.

Autenticità è anche la parola chiave per un macrogruppo di persone che a breve disporranno di un potere d’acquisto immenso: parliamo degli Young Adults (qui puoi capire un po’ meglio chi sono), persone con cui i brand hanno bisogno di entrare in risonanza muovendosi già da ora.

Una generazione di creator, iper connessa, che consuma tantissimi contenuti digitali. Ma per nulla immune, ne siamo sicuri e ce lo confermano i dati, al fascino del Natale.

Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.

Le notizie della settimana: 33 trilioni in mano a Millennial, Alpha e GenZ

Nel 2030, le persone nate tra il 1997 e il 2012 disporranno di 33 trilioni di dollari. Una cifra enorme: si parla di circa il 27% del reddito mondiale a disposizione della “generazione Twitch”.

generazione twitch - i guadagni

I brand in grado di comunicare con loro saranno in grado di creare messaggi realmente rilevanti per questo pubblico.

A questo proposito, abbiamo ascoltato Nicoletta Besio, Sales Director di Twitch per l’Italia.

L’85% della GenZ ha pubblicato video online

La Gen Z ama contenuti sempre più personali e predilige una cultura pop digitale incentrata su di sé. Il 65% ritiene che i contenuti personali sono più importanti di quelli di cui parlano tutti. I dati sono quelli raccontati dal Culture e Trends Report di YouTube.

Spotify lancia il suo Wrapped 2022

Anche quest’anno la piattaforma per lo streaming musicale racconta ai suoi utenti i dati che loro stessi hanno contribuito a generare con i loro ascolti.

La novità di rilievo è rappresentata dalla “Personalità d’ascolto“, una funzione creata ispirandosi al più classico dei test di personalità, per identificare 16 diverse tipologie di ascoltatori.

Le notizie dal mercato digitale: su del 2,1% nel 2022

Secondo l’ultimo rapporto Anitec-Assinform, nei primi sei mesi dell’anno “ad avere la crescita percentuale più sostenuta sono stati i settori dei servizi Ict (+7,2%), spinti soprattutto dal cloud (+25,5%), e da contenuti e pubblicità digitale (+7,1%)“.

Le festività come driver di crescita per il retail

Il 74% degli acquirenti afferma che comunicare in modo onesto e trasparente è più importante ora rispetto a prima della pandemia.

Inoltre, ben l’80% degli acquirenti abbandona un rivenditore dopo tre esperienze negative.

guida al retail salesforce 01

Questi e molti altri dati nel rapporto gratuito “The Connected Shoppers Report” di Salesforce con i consigli per fidelizzare i clienti durante le festività natalizie.

Il 68% delle aziende digitali è Data Driven

Secondo un sondaggio condotto da 451 Research le imprese utilizzano una serie di infrastrutture e servizi cloud per raccogliere questi dati, che sempre più spesso provengono da una miriade di dispositivi, compresi quelli IoT.

Due tendenze che si oppongono l’una all’altra: mentre una cerca di aggregare i dati per estrarne valore, l’altra li distribuisce da un numero maggiore di fonti, rendendo difficile per le aziende trovare e accedere ai dati di cui hanno bisogno.

IKEA: una serratura contro la violenza domestica

È la prima serratura per guardaroba con chiusura dall’interno, compatibile con tutti i modelli IKEA, studiata per resistere ai tentativi di apertura dall’esterno.

Ovviamente SÄKERHET nella realtà non esiste, perché un prodotto non può risolvere il problema della violenza domestica. Ma una soluzione concreta e reale è possibile ed è proprio su questa che il brand vuole accendere i riflettori.

Lancia rinasce come marchio elettrico

Tra le notizie della settimana anche la casa automobilistica di proprietà di Stellantis, che sta per essere rilanciata come marchio di auto elettriche. L’azienda ha annunciato l’intenzione di produrre tre veicoli tra il 2024 e il 2028.

notizie della settimana: logo lancia

Il brand avrà anche un nuovo logo, l’ottavo nei suoi 116 anni di storia.

Notizie dal Black Friday, è nuovo record

Negli Stati Uniti le vendite online hanno superato i 9 miliardi di dollari, con un aumento complessivo del 2,3% rispetto all’anno precedente. I dati sono stati raccolti da Adobe, secondo cui in particolare i pagamenti Buy Now Pay Later sono aumentati del 78% rispetto alla settimana precedente.

Gli acquirenti del Black Friday hanno anche battuto il record degli ordini via mobile: il 48% delle vendite online è stato effettuato su smartphone, con un aumento rispetto al 44% dello scorso anno.

Salone dei pagamenti 2022 - banca sella

eCommerce, euro digitale e cybersicurezza: il presente e il futuro dei servizi finanziari al Salone dei Pagamenti 2022

Il settore dei pagamenti è senza dubbio uno dei mercati più dinamici: l’industry si è evoluta così rapidamente che le proiezioni sono affascinanti, perché la tecnologia ha guidato il cambiamento verso una nuova era.

Gli ultimi anni, caratterizzati da restrizioni e un graduale rientro in una “nuova normalità”, hanno permesso di registrare un grande aumento di popolarità dei pagamenti online in tutto il mondo. Come nella maggior parte dei processi aziendali, la semplificazione ha giocato un ruolo chiave per il settore, che ha spinto le aziende ad accelerare per rimanere competitive.

Secondo una stima di Statista contenuta nel report Digital Market Outlook, dal 2020 al 2025, il valore delle transazioni digitali crescerà del 16,3% in Europa, del 15,2% negli Stati Uniti e dell’11,2 in Cina.

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In questa transizione verso il pagamento elettronico, un ruolo decisivo sarà ricoperto dalla Generazione Z, i cosiddetti “view now, buy now consumers“.

Nativamente digitali, i membri della Gen Z utilizzano con scioltezza strumenti digitali come le applicazioni per la gestione dei pagamenti, delle bollette e delle spese e, in generale, richiedono un’esperienza altamente pertinente e personalizzata. Altri dati sui pagamenti online ci confermano che l’82% dei consumatori di questo gruppo sociale fa acquisti online.

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Con queste e molte altre premesse, la tre giorni del Salone dei Pagamenti 2022, ha affrontato il tema del futuro dei pagamenti digitali sulla base del contesto geopolitico e l’impatto delle nuove regolamentazioni in arrivo.

Ma non solo: al centro degli incontri ha assunto particolare interesse la Cybersecurity, presupposto fondamentale per la diffusione di nuovi sistemi di pagamento, così come l’aspetto tecnologico delle nuove frontiere delle transazioni. NFT, Metaverso e blockchain sono destinati a passare presto, da argomenti di nicchia appannaggio degli addetti al settore, ad abilitatori sistemici fra pubblico e privato.

E poi eCommerce, Social Responsibility ed euro digitale. Argomenti complessi, che hanno bisogno di un punto di vista qualificato per essere sdoganati presso il grande pubblico.

stand banca sella salone dei pagamenti

Per chiarirci qualche dubbio e abbattere in parte la distanza che separa i fruitori dei servizi da chi li studia, li progetta e li rende disponibili, al Salone dei Pagamenti abbiamo incontrato Laura Fineo, Responsabile Marketing Banca Sella, Giovanni Baglivo, Vice Responsabile Banking e Sistemi di Pagamento Banca Sella e Andrea Tessera, Chief Innovation Officer Banca Sella.

A loro abbiamo chiesto una panoramica della situazione attuale, i trend in atto e quelli in sviluppo e la direzione che le continue innovazioni delle soluzioni di pagamento stanno prendendo.

Giovanni Baglivo | Vice Responsabile Banking e Sistemi di Pagamento Banca Sella

Giovanni Baglivo - Banca Sella

Il 2022 sta per chiudersi. Quali sono i trend in termini di pagamenti che continueranno a crescere anche nel prossimo anno?

Il 2022 è stato molto ricco di novità con numeri interessanti: vediamo però già forti alcune tendenze sul 2023/2024.

Sicuramente c’è il tema dei pagamenti flessibili e la crescita complessiva dei pagamenti contactless, sostenuti tramite smartphone e dispositivi wearable, e il Buy Now Pay Later, che saranno i cavalli di battaglia che faranno da traino nei prossimi anni. Gli strumenti di pagamento saranno sempre più digitalizzati e sostenibili.

Buy now, pay later. Quali sono i numeri nel nostro Paese?

I numeri sono oggi ancora abbastanza sottili anche se ci aspettiamo per fine anno 2022, Black Friday e spese natalizie, una forte richiesta: il tema del Buy Now Pay Later è rilevante per la forte esigenza del consumatore che, in questo periodo storico, ha bisogno di frazionare i pagamenti e la richiesta di flessibilità finanziaria è fortissima tenendo anche conto della minor disponibilità a spendere legata alla crescita inflattiva dei beni.

Gli operatori BNPL sono molti e prevediamo nei prossimi due anni un forte “usage” soprattutto nel mondo online e fisico, avendo sempre come faro la trasparenza e la sostenibilità attraverso l’educazione del cliente pagatore.

Negli ultimi due anni sempre più persone hanno cominciato a utilizzare i pagamenti digitali. Cosa può contribuire a farne aumentare ancora il numero?

I pagamenti digitali sono stati già fortemente agevolati da due grandi driver.

Il primo è l’aumento dell’utilizzo dei device: la frictionless dei pagamenti si è molto ridotta potendo pagare solo avvicinando la carta o con lo smartphone, che in una situazione di pandemia è stata quasi un’esigenza igienico-sanitaria.

Dall’altro lato, questa semplificazione, l’accesso facilitato ed agevolato agli strumenti di pagamento digitale, accompagnato da un’educazione finanziaria che ha permesso di abbattere le ultime “frizioni” di rischiosità percepita residue, può essere il motore per il boost dei pagamenti nei prossimi anni.

Il cliente pagatore oramai si sta abituando a delle esperienze di pagamento facili, comode ed in sicurezza che guideranno le scelte anche dell’accettazione.

Laura Fineo | Responsabile Marketing Banca Sella

Laura Fineo - Banca Sella

Quello dell’educazione finanziaria è un tema molto sentito nei Paesi anglosassoni, si comincia addirittura dalla più tenera età. E in Italia? A che punto siamo con la creazione di una consapevolezza finanziaria dei più giovani?

Comincia a essere anche nel nostro Paese un tema molto sentito.

Sicuramente abbiamo ancora un gap ma è è diventato un tema molto importante anche per le istituzioni finanziarie che guardano con estremo interesse all’educazione finanziaria.

Siamo nel mezzo di un percorso: la volontà è quella di far approcciare il tema dell’educazione finanziaria anche ai giovanissimi, non soltanto ai giovani.

L’obiettivo è quello di mettere a disposizione quanto prima tutti gli strumenti adatti a non far sembrare la finanza una cosa lontanissima, ma fornire la consapevolezza che tutti i giorni, nella nostra vita, esistono interazioni con il mondo finanziario, bancario e dei pagamenti.

In quali modi è possibile proporre questi temi alle persone, senza che risultino troppo complessi o addirittura lontani?

Una volta si pensava che per comunicare con i giovani fosse sufficiente parlare la loro lingua, quindi raccontare in maniera semplice, utilizzando casi d’uso quotidiani e avvicinarsi al loro mondo.

Oggi, secondo me, serve uno step ulteriore, che è anche “essere nei loro posti”.

Quindi, non solo adeguarsi al loro linguaggio, ma anche portare il messaggio nei posti che loro frequentano e nei mondi che vivono.

In questo ci aiuta molto lo smartphone, perché è uno degli oggetti più importanti per questa generazione e noi abbiamo tanti strumenti per interagire con i più giovani.

Quali sono le prossime sfide per i pagamenti digitali, in termini di comunicazione?

Ci sono già sfide dell’oggi, quotidiane.

Si parla di app, di wallet, di micropagamenti e pagamenti istantanei. Sono tutte sfide di comunicazione e di educazione che affrontiamo già nell’immediato.

Poi ci sono i temi del futuro che ci sembra sempre più vicino: blockchain, cryptovalute e metaverso. Futuro che forse, oggi, è più vicino a loro che a noi.

Andrea Tessera | Chief Innovation Officer Banca Sella

Andrea Tessera - Banca Sella

L’Europa ha iniziato a parlare in modo sistematico di una propria moneta digitale. Quali sono i primi passi per vedere concretizzato il progetto?

È un progetto di innovazione nato tempo fa, per cui anche noi come Gruppo Sella abbiamo iniziato a farne parte dall’inizio dei lavori tramite ABI con Market advisory group e l’European Retail payment Board; ed è ancora in fieri.

Si tratta di un framework che nei prossimi semestri troverà una sua definizione dal punto di vista del modello di distribuzione, del modello architetturale e dei servizi a valore aggiunto che verranno costruiti su questo digital asset.

Allo stato attuale è un work in progress su cui ci sono tante conversazioni, fortunatamente ben organizzate.

In termini concreti cosa può significare per le persone l’introduzione di una moneta digitale ufficiale?

L’aspettativa di tutti è quella che sia molto di più di una semplice versione digitale della moneta attuale, proprio perché è un digital asset e su di esso si possono costruire servizi a valore aggiunto, grazie alla programmabilità sui pagamenti.

L’aspettativa è che possano portare agli utenti finali, cioè alla persone e alle aziende, un vero vantaggio che risponda ai loro bisogni, che sia utile, fruibile, e largamente utilizzato.

E per le aziende, quali possono essere le opportunità da cogliere?

Anche qui valori aggiunti utili per le aziende; ad esempio sui pagamenti cross borders. Ma ci saranno decine di use cases.

Sarà essenziale arrivare a un euro digitale che abbia delle funzionalità che permettano di costruire servizi a valore aggiunto, per le aziende e per le persone. Come e cosa, lo vedremo nei prossimi mesi. Noi ci siamo!

Cos’è Viva Magenta? Pantone lancia il colore dell’anno 2023

Viva Magenta, il colore del 2023 secondo Pantone

Salutiamo Viva Magenta, il colore dell’anno 2023 di Pantone.
La fumata dell’autorità mondiale del colore, questa volta, si tinge di un colore rosso intenso e a tratti rosato.

pantone

Benvenuti nel Magentaverse. Pantone Color Institute combina l’ombra col coraggio: il calore del mondo naturale con le infinite e ricche possibilità dello spazio digitale, con la speranza di generare nuovi mondi e modi di vivere.

Pantone Color Of The Year 2023

La decisione di quest’anno, ha affermato Pantone, ha comportato una fusione sperimentale di esperti di tendenze umane e intelligenza artificiale.

Laurie Pressman, vicepresidente di Pantone Color Institute, ha collegato Viva Magenta al modo in cui le nostre vite sono cambiate durante la Pandemia di COVID-19.

Cos’è Viva Magenta? Pantone lancia il colore dell’anno 2023

Pantone ha utilizzato l’intelligenza artificiale per generare immagini del “Magentaverse”

 

Il Pantone dell’anno, Viva Magenta 18-1750, vibra di vivacità e vigore. È una tonalità radicata nella natura discendente dalla famiglia dei rossi ed espressiva di un nuovo segnale di forza.

È coraggioso e senza paura. È un colore pulsante, protagonista di una nuova narrativa, la cui esuberanza promuove una celebrazione gioiosa e ottimista.

A parte l’intelligenza artificiale e la Pandemia, ha affermato Pantone, un’altra grande influenza nella scelta è stata la tonalità rossa della cocciniglia, un colorante scarlatto naturale ottenuto polverizzando alcuni insetti squamati.

pantone

“In questa era di tecnologia, cerchiamo di trarre ispirazione dalla natura e da ciò che è reale” ha dichiarato Leatrice Eiseman, Executive Director, Pantone Color Institute. “Pantone 18-1750 Viva Magenta – continua – discende dalla famiglia dei rossi, e si ispira al rosso della cocciniglia, uno dei coloranti più preziosi appartenenti alla famiglia dei coloranti naturali nonché uno dei più forti e brillanti che il mondo abbia conosciuto”.

Perché Viva Magenta

Il colore di quest’anno è potente e stimolante. Radicato nel primordiale, ci riconnette alla materia originaria.

Viva Magenta richiama innegabilmente il ritorno ad un’estetica degli anni ’90, un naturale seguito alla rinascita dei jeans larghi e delle Dr. Martens. Per alcuni Millennial, il magenta sarà sempre legato agli elastici fucsia e alle magliette iper colorate.

pantone viva magenta

Un nuovo rosso animato, che mescolato alla gioia pura incoraggia la sperimentazione e l’espressione di sé senza misura. Un’ombra elettrizzante e senza confini che si manifesta come una dichiarazione di spicco.

Viva Magenta accoglie chiunque e tutti con la stessa verve vitale. È un colore audace, pieno di spirito ribelle che rappresenta, tra le altre cose, l’inclusività.

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i trend delle festività secondo Google

Omnicanalità, automazione e sostenibilità: i trend delle festività secondo Google

Incertezza, situazione geopolitica incerta e movimenti economici non troppo rassicuranti. In questo contesto, individuare i trend delle festività può darci una mano ad affrontare meglio l’instabilità e raggiungere il nostro pubblico con più efficacia.

Inoltre, riuscire a supportare le esigenze in mutevole trasformazione delle persone (che in questo periodo festivo si trasformano ancora di più in acquirenti), è essenziale.

In un recente articolo pubblicato sul suo blog italiano, Google ci dà qualche prezioso consiglio sugli aspetti da tenere d’occhio per la stagione delle festività in arrivo.

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I trend delle festività: l’0mnicanalità

Secondo uno studio realizzato da Ipsos e Google nel 2021, ben il 68% dei consumatori italiani ha utilizzato cinque o più canali diversi per fare shopping durante le festività.

Inoltre, mentre le visite in store sono cresciute rispetto al 2020, l’online è rimasto stabile e si è consolidato come un canale indispensabile nel corso degli ultimi tre anni; lo dimostra il fatto che, durante le festività, le persone hanno speso il 60% del proprio tempo online alla ricerca del regalo perfetto e il il 31% degli intervistati ha dichiarato di voler fare quest’anno più shopping online rispetto al 2021.

Insistere quindi su più canali è una strategia irrinunciabile: ora che il confine tra store online e retail fisico va assottigliandosi fino a scomparire, è importante risultare rilevanti per le persone che cercano su internet, indipendentemente da dove decideranno di acquistare in seguito.

La Ricerca Google, in particolare, risulta il canale principale quando si tratta di trovare nuove idee per i regali durante le festività: il’87% degli intervistati afferma di affidarsi alla Ricerca Google più che ad altri canali online o offline.

Offrire un’esperienza senza soluzione di continuità tra lo shopping fisico e quello online diventa così fondamentale per andare incontro alle esigenze delle persone.

trend delle festività

Automazione

Conseguenza di un approccio multicanale allo shopping è che le persone entrano più facilmente in contatto con nuovi brand e retailer grazie al web.

Secondo lo studio realizzato da Google e Ipsos, più di 6 persone su 10 affermano di essere pronte ad acquistare prodotti di brand che non hanno mai comprato prima.

In questo contesto di trasformazione, oltre ai bisogni delle persone cambiano infatti anche le loro abitudini. Machine learning e automazione possono fornire un valido aiuto ai retailer e renderli agili nel cogliere fluttuazioni della domanda e raggiungere i potenziali clienti proprio lì dove vogliono essere trovati.

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Sostenibilità

Non è più una novità: l’attenzione alle tematiche legate alla sostenibilità ambientale è sempre più al centro dei pensieri degli italiani. Nel 2021 Google ha registrato una crescita della query “regali natale sostenibili” rispetto all’anno precedente.

Durante le scorse festività sono andati per la maggiore i doni destinati alla salvaguardia delle foreste o delle api. Secondo lo studio condotto da Google e Ipsos Il 78% dei consumatori intervistati afferma che per gli acquisti di Natale sarebbe disposto a rinunciare a un brand conosciuto, in favore di uno più attento alla sostenibilità.

Diventa quindi molto utile raccontare con autenticità il proprio impegno o quello del proprio brand in questa direzione.

guida al retail salesforce copertina

Guida al retail per le festività: come fidelizzare i clienti con un’esperienza personalizzata

Il mondo del retail ha più che mai bisogno di adeguarsi ai nuovi trend e alle nuove esigenze delle persone: rimanere competitivi è essenziale, soprattutto durante le festività.

Per assicurarsi un alto grado di competitività nel mercato non è possibile ignorare un approccio customer-centric con l’obiettivo di assicurarsi il vantaggio che deriva dall’esperienza positiva dei clienti.

Tale approccio si sviluppa su due binari:

  • attraverso l’attuazione di strategie che aumentano il volume del digitale;
  • attraverso una trasformazione del ruolo del negozio fisico.

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Salesforce, azienda leader globale del CRM, consente alle aziende di ogni dimensione e settore di trasformarsi digitalmente e creare una panoramica a 360° dei propri clienti, ottimizzando la propria  strategia e sviluppando un rapporto duraturo con i clienti.

Per comprendere la strada da intraprendere nel percorso verso un aumento della competitività nel settore retail, è però fondamentale conoscere a fondo le sfide da superare, individuare le opportunità di crescita e sfruttarle al meglio.

A questo scopo, mentre i confini tra negozio fisico e digitale diventano sempre più sottili, Salesforce ha ascoltato 1.600 acquirenti e più di 1.000 dirigenti nel settore retail per individuare le nuove regole del coinvolgimento dei consumatori.

Guida al retail: sfide e priorità per il commercio

Nel contesto odierno le sfide nel retail sono sempre maggiori e, allo stesso tempo, sono diverse le priorità più attuali.

Tra le sfide a cui è necessario porre attenzione troviamo:

  • inflazione;
  • problemi di rifornimenti;
  • mancanza di manodopera.

Tra le priorità più urgenti del settore c’è sicuramente l’esigenza di conoscere sempre meglio i propri clienti, le loro opinioni e le loro esigenze.  Questi dati sono in grado di trasformarsi in informazioni di valore capaci di accrescere la propria competitività nel mercato poiché permettono di ottimizzare l’esperienza offerta al cliente nel negozio fisico o in quello online.

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L’uso dei dati per la conoscenza del cliente

La quarta edizione del “The Connected Shoppers Report” ci fornisce diversi dati interessanti sugli acquirenti connessi che rivelano quali siano le regole in evoluzione del coinvolgimento delle persone.

Dai numeri raccolti nel report emerge che:

  • l’80% degli acquirenti abbandonerà un rivenditore dopo tre brutte esperienze;
  • il 65% dei clienti ha utilizzato un canale self-service negli ultimi due anni;
  • l’83% dei clienti si aspetta di risolvere problemi complessi parlando con una sola persona;

Il 74% dei clienti afferma poi che comunicare in modo onesto e trasparente è più importante ora rispetto a prima della pandemia.

Tutti dati utili a comprendere quanto e come il servizio offerto sia migliorabile. Particolarmente significativo è anche il punto di vista dei professionisti del servizio, il 79% dei quali afferma che è impossibile fornire un ottimo servizio senza una visione completa delle interazioni con i clienti.

Nel report è inoltre possibile evidenziare quattro tendenze principali riguardo al retail:

  • il customer journey è sempre più complesso;
  • i negozi diventano sempre più digitali;
  • le esperienze e il coinvolgimento sono alla base della fidelizzazione;
  • i rivenditori e i brand creano un numero sempre maggiore di touchpoint digitali e fisici.

È chiaro come tutti questi dati possano essere trasformati in informazioni di valore, traducendosi nella manifestazione delle esigenze degli acquirenti, che possono essere schematizzate in questo modo:

  • trasparenza, cioè una comunicazione chiara e onesta;
  • necessità di reperire le risposte sui canali online in modo facile e veloce;
  • servizio guidato sui canali digitali per facilitare l’autonomia rispetto a qualunque procedura;
  • automazione per accelerare la risposta a dubbi e quesiti.

guida al retail salesforce 01

Offrire un servizio sempre competitivo e che segua un’ottica di customer centricity permette ai retailer di migliorare vendite, marketing e servizio, anticipando le esigenze dei clienti.

Ma ci sono molte altre informazioni interessanti da tenere in considerazione. Ad esempio:

  • l’85% delle persone si aspetta interazioni coerenti tra i reparti;
  • il 56% si aspetta che tutte le offerte siano personalizzate;

La personalizzazione è ormai un prerequisito e i clienti bramano esperienze soddisfacenti e autentiche. La fiducia è infatti un aspetto che assume sempre più rilevanza.

Come identificare il pubblico target

Soddisfare l’esigenza di conoscere i dati legati al cliente offre la possibilità di identificare prima di tutto un pubblico target di riferimento, un gruppo demografico composto da quelle persone che hanno maggiori probabilità di acquistare i prodotti o i servizi offerti da un’azienda.

Identificare il pubblico target è oggi fondamentale per qualsiasi azienda che voglia crescere. Per poterlo fare è essenziale conoscere i dati, in modo da ottimizzare la propria strategia di crescita.

customer relationship

Per giungere ad una identificazione del pubblico target è quindi necessario ottenere una una serie di informazioni legate a:

  • dati demografici del pubblico;
  • desideri di acquisto;
  • siti di acquisto più utilizzati;
  • sentiment su aziende, interessi e argomenti di interesse;
  • contenuti di interesse del pubblico di riferimento;
  • fiducia.

Una volta identificato il pubblico target sarà possibile definire una proposta di valore unica facendo risaltare le caratteristiche aziendali e analizzando la concorrenza per conoscere punti di valore. Il tutto in un’ottica di personalizzazione del servizio offerto sempre maggiore.

I vantaggi della personalizzazione delle relazioni con il cliente nel retail

Conoscere il proprio target di riferimento offre dunque  la possibilità di ottenere molteplici vantaggi tra cui:

  • ottimizzare le strategie di marketing;
  • risparmiare rispetto ai costi sostenuti per le campagne adv grazie a campagne mirate;
  • migliorare la fidelizzazione dei clienti grazie ad un’offerta sempre più  personalizzata;
  • sviluppare una relazione duratura con i clienti;
  • digitalizzare esperienze fisiche;
  • semplificare i percorsi di shopping multicanale;
  • migliorare il servizio clienti;
  • creare legami commerciali sostenibili;
  • utilizzare i dati per conquistare quote di mercato.

Partire dalla conoscenza dei dati sugli acquirenti che fanno parte del proprio pubblico target è quindi l’aspetto fondamentale per impostare una strategia che porti ad aumentare la competitività nel retail. 

Il periodo delle festività rappresenta il momento in cui è fondamentale sfruttare al meglio le potenzialità delle informazioni acquisite.

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generazione Twitch

Un potere d’acquisto di 33 trilioni di dollari: come i brand possono intercettare la generazione Twitch

Nel 2030, le persone nate tra il 1997 e il 2012 disporranno di 33 trilioni di dollari. Una cifra enorme: si parla di circa il 27% del reddito mondiale a disposizione della “generazione Twitch”.

Riuscire a comprendere quali saranno le abitudini di spesa, ma anche i canali e i luoghi online che queste persone frequentano diventa un’esigenza indispensabile per i brand, per rimanere rilevanti agli occhi del proprio pubblico.

Il dato iniziale così impressionante è contenuto all’interno della ricerca Leading Cultural Change, uno studio globale di Twitch che mette in evidenza una nuova serie di comportamenti emergenti, che hanno il merito di riflettere meglio le esperienze e i valori culturali dei giovani adulti.

generazione twitch - i guadagni

Solo i brand in grado di cogliere davvero il cambiamento generazionale saranno in grado di creare messaggi realmente rilevanti per questo pubblico emergente. Dall’analisi semiotica dello studio, è emerso in particolare come per i brand sia prioritario imparare a parlare la lingua dei giovani adulti che popolano gli spazi digitali.

LEGGI ANCHE: Community e Branded Content: i segreti del successo di Twitch in Italia

Nella ricerca, questi Young Adults sono racchiusi nel macrogruppo della Generazione Twitch, accomunata da caratteristiche peculiari e differenzianti. Per comprenderle meglio e indagare in quali occasioni i brand possano inserirsi, abbiamo sentito Nicoletta Besio, Sales Director di Twitch per l’Italia. Ecco cosa ci ha detto.

Sales Director Italia di Twitch Nicoletta Besio

Generazione Twitch: cosa accomuna Alpha, Zed e Millennial

Questo gruppo di generazioni, che comprende anche la generazione Alpha e che dal prossimo anno potrà accedere a Twitch, è quella che oggi è alla guida del cambiamento culturale.

«Da sempre, tutte le nuove generazioni hanno creato disruption rispetto a chi è venuto prima di loro. Tra il 1997 e il 2012, sono nate ben 2,5 miliardi di persone, che sono già buyer di moltissimi prodotti. In poco tempo, entro il 2030, saranno in possesso del 27% della ricchezza globale. Si tratta di una generazione concreta e reale, cresciuta in un mondo connesso e padrona di spazi virtuali. La distinzione tra mondo online e offline, propria di generazioni passate, per queste persone scompare del tutto: non si va più online, ma si vive online» ha chiarito Nicoletta.

Ne consegue che il tipo di esperienze che queste persone si aspettano di vivere siano dinamiche e coinvolgenti a 360 gradi: tanto nei rapporti sociali quanto nel rapporto con i brand e i prodotti.

«C’è anche un altro aspetto che accomuna questa generation Twitch ed è il modo di comunicare», ha sottolineato. «Ci sono dei “codici di linguaggio” relativi a questo gruppo, un fattore caratterizzante che la distingue dalle generazioni precedenti».

Qual è questo codice? Intanto una forte propensione alla collaborazione: per Twitch, “community” è una delle keyword più importanti. Poi c’è anche una forte attenzione all’autenticità: l’esperienza “patinata”, quella troppo costruita non risuona, non piace a questa generazione. Queste persone cercano un rapporto molto vero con i loro interlocutori.

generazione twitch - il linguaggio

Come si costruisce una vera relazione con la Gen Z

«I brand hanno un ruolo fondamentale per costruire una vera relazione. Dalla nostra analisi emerge che gli Young Adults si ritrovano benissimo in queste conversazioni con i marchi purché siano comunicate con le giuste modalità, con il giusto linguaggio e il corretto tone of voice. Non possono prescindere dal comprendere quelle che sono le regole e i codici alla base di questa audience.

I brand si possono inserire molto bene in questo contesto purché lo facciano con una profonda comprensione di quello che è il linguaggio della generazione Z. Non devono infatti “avere paura” di entrare in questo contesto avendo il timore di non utilizzare il linguaggio giusto. Devono invece comprenderlo, utilizzare i giusti canali e le giuste modalità per entrare in questo ambiente».

Nella nostra chiacchierata, Nicoletta ha definito Twitch come un “mondo community-centrico“, ed è questo, secondo lei, il punto di vista che anche i brand devono comprendere.

Tutto ciò che è partecipazione attiva, interazione, collaborazione e condivisione delle passioni e dei valori di questa generazione è fondamentale.

La Gen Z (e la Generazione Twitch) si aspetta di ricevere stimoli che siano purposeful ed è questo il tipo di modalità che si deve avere ben chiara quando si vuole interagire con questo tipo di community.

Anche un’attività di branding tradizionale con un messaggio di advertising deve partire da questo punto di ingresso: cioè cosa è rilevante per questo tipo di pubblico.

L’importanza di recepire il cambiamento

«Uno dei claim che utilizziamo spesso in azienda è “Le persone vengono su Twitch per il contenuto ma poi ci rimangono per la community”. L’opportunità per il brand è proprio quella di inserirsi in questo rapporto così autentico, così vero e profondo con la community (che poi è anche il potenziale cliente di ogni servizio)».

Si passa quindi dalla viralità alla rilevanza: non serve più arrivare a molti, conta arrivare alle persone giuste. Ed è importante rendere comprensibile, “tradurre” alla community il messaggio del brand, grazie a chi parla la lingua giusta.

«Negli anni passati siamo stati abituati a ricercare il contenuto virale e il trend; una spasmodica ricerca che potesse arrivare a un grandissimo numero di persone. In realtà, l’esperienza che abbiamo su Twitch e che è nata dall’ambiente del gaming per estendersi al grande mondo che comprende tipi anche molto diversi di streaming, è proprio la voglia di appartenere a un gruppo con un rapporto molto vero con lo streamer.

Lo vediamo spessissimo quando lavoriamo con i brand sui progetti di branded content: i brand devono affidarsi a chi parla il linguaggio della community (lo streamer), il che non significa che il brand non dia suggerimenti e perimetri. Il brand rimane owner del messaggio e del posizionamento, ma è come se lo streamer diventasse un “traduttore simultaneo” con il linguaggio della community».

Gli ultimi anni ci hanno fatto capire la portata del fenomeno del live streaming sottolineando la democratizzazione della produzione dei contenuti e dell’aumento della partecipazione.

«Chiunque, con una webcam e una buona connessione a internet, può esprimere le proprie idee, condividere la propria passione, trasmettere una performance. Il live streaming, da questo punto di vista, ha accelerato moltissimo dei fenomeni e reso molto più partecipativa l’esperienza del pubblico», ha sottolineato Nicoletta.

In conclusione, emerge una domanda secca ma fondamentale: qual è il modo giusto per avvicinarsi alla capacità di spesa delle nuove generazioni?

«Siamo abituati a pensare alle nuove generazioni come ancora “fuori dal mercato”. Li consideriamo erroneamente come persone “non attive”, che non prendono decisioni. In realtà, quasi il 30% della ricchezza globale sarà in mano a questa generazione, ed è quindi importantissimo iniziare a capire già da adesso con che tipo di pubblico ci stiamo interfacciando.

Non sarà possibile entrare in risonanza da un momento all’altro: i brand hanno bisogno di fare un percorso e costruire questa relazione. Recepire questo cambiamento è fondamentale: the time is now e molti marchi lo hanno già compreso ma le opportunità da cogliere sono davvero ancora tante».

I trend video della Generazione Z, cosa guardano i più giovani e perché

Sono nati tra il 1996 e il 2010 e sono determinati a combattere gli stereotipi e a lottare per un mondo più green e più pacifico. Sono loro la Generazione Z, una generazione che è molto meno interessata all’alcol, che punta a relazioni più stabili e che desidera esplorare il mondo senza preconcetti preferendo la diversità e l’inclusione. 

La Gen Z ama contenuti sempre più personali e predilige una cultura pop digitale incentrata su di sé.

Questo è quanto emerge dal Culture e Trends Report 2022 redatto da YouTube che offre una panoramica approfondita delle tendenze inerenti a questa audience con sempre maggiore potere d’acquisto e a cui devono necessariamente rivolgersi brand, media, pubblicità e content creator. 

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Ma chi è realmente la Generazione Z? A darne una panoramica precisa è il report mondiale rilasciato da GWI, la società inglese di ricerche di mercato globali che ha intervistato circa 205 mila persone di 47 paesi diversi, confrontato anche con un campione statunitense.

“È questa la generazione del cambiamento senza precedenti che ritiene obsolete molte abitudini dei loro genitori, incluso lo shopping e anche brand e stilisti devono tenerne conto” spiegano gli autori del report condotto da GWI. 

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Le tendenze video della Gen Z secondo YouTube

È anche la generazione dei video: l’85% di loro, secondo i dati dell’analisi di YouTube, ha pubblicato contenuti video online e il 65% ritiene che i contenuti personali sono più importanti di quelli di cui parlano tutti. 

Per questo motivo non si possono ignorare le tendenze lanciate proprio da questo target che desidera una creatività più condivisa.

Infatti il 61% ammette di essere un grande fan o un super fan di qualcosa o di qualcuno. Non è un caso che le community siano diventate sempre più fondamentali per l’esperienza di intrattenimento ed è per questo che sono nate community di YouTube per tutto.

Un caso esemplare è quello di Big Jet TV che è diventata un fenomeno internazionale quando quasi 250 mila utenti si sono sintonizzati per guardare gli aerei che tentavano di atterrare durante la tempesta Eunice. Un contenuto della durata di quasi 8 ore che ha raggiunto la bellezza di 7.5 milioni di visualizzazioni.  

Questa generazione non rinuncia certo ad una creatività multiformato, tanto che il 57% di afferma di apprezzare i brand che producono meme.

Ryanair ha fatto di questa tipologia di contenuti un asset di comunicazione sui social e su YouTube con short video che ironizzano sulle abitudini e le paure dei propri utenti. 

Contenuti su misura per la Generazione Z

I video per questa generazione devono poter creare una cultura pop che rispecchia le varie esigenze.

Viaggiare rimanendo comodamente seduti davanti al proprio pc, vivendo l’esperienza attraverso lo schermo: il 90% della Gen Z afferma di aver guardato un video che li ha aiutati a sentirsi trasportati in un luogo diverso.

Video rilassanti su destinazioni lontane e sulla natura, ma anche live streaming di animali e filmati immersivi della durata di 10 ore con una musica rilassante in sottofondo.

Ecco cosa apprezzano questi giovani e come amano essere catapultati in realtà lontane senza spostarsi dal divano. 

Ma tra i loro contenuti preferiti non c’è solo questo. Apprezzano molto anche i video ASMR (Autonomous Sensory Meridian Response) che hanno il potere di essere calmanti e rilassanti e che, in genere, includono immagini e suoni pacati. La crescita dell’interesse di ricerca a livello mondiale della parola ASMR su YouTube è davvero notevole. 

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generazione Z - video asmr

Solo nel 2021 questo trend ha raggiunto oltre 65 miliardi di visualizzazioni di video, tanto che anche le grandi istituzioni di tutto il mondo hanno iniziato a produrre contenuti in risposta a questa richiesta del mercato. Una su tutte è stata il Victoria and Albert Museum con la sua playlist “ASMR at the museum”

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Le relazioni con i creator

YouTube è un vero e proprio aggregatore di creatività, tanto che il 69% degli intervistati della generazione Z afferma che si trova spesso a tornare a guardare i creator o i contenuti in cui trova sollievo.

Guardare e riguardare i creator preferiti persino quando fanno cose ordinarie per un lungo periodo di tempo, magari sintonizzandosi su vlog di lunga durata, è un’usanza frequente per la Generazione Z. In generale spicca un forte senso di community in cui la creazione di relazioni significative con le persone avviene attraverso fandom. 

generazione Z

Tra pandemia e crisi climatica, la Gen Z conosce bene le sensazioni di ansia e di instabilità, non è un caso che tra i contenuti più apprezzati ci siano quelli capaci di far vivere stati d’animo rilassanti, l’idea di essere in posti lontani e con persone che senti di conoscere senza averlo mai fatto davvero.

Questa è una generazione che combatte lo stress, che cerca il benessere psicologico e sociale e che ama sentirsi al sicuro. Costruire i messaggi per la Gen Z significa creare contenuti in grado di aggiungere valore alle loro vite, nel pieno rispetto della loro personalità.

E questa è la missione più ambiziosa per brand e marketers che vogliono parlare con questa nuova realtà che ha le idee chiare e la forza per realizzarle.