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Employer Branding: come attirare talenti in azienda attraverso il marketing

Siamo abituati a pensare al marketing come quell’insieme di tecniche che aiutano l’azienda a vendere i propri prodotti attraverso i brand. Ma, prima ancora di vendere i prodotti, l’azienda deve saper fare Employer Branding, ossia saper vendere se stessa ai potenziali candidati.

Le risorse umane sono un patrimonio intangibile, e attirare o trattenere i talenti non è così semplice come sembra, soprattutto in una contingenza lavorativa complicata come quella attuale. Ma facciamo dei passi indietro per capire meglio il fenomeno.

<<Domina i nuovi scenari HR, tra Great Resignation e GenZ: esplora il Corso Employer Branding>>

Che cos’è l’employer branding?

Il termine employer brand, oggi tra i principali trend del mercato del lavoro, è stato introdotto sul finire del secolo precedente, esattamente nel 1990, da Simon Barrow, presidente di People in Business.

L’intento dell’employer branding è quello di applicare le tecniche di marketing e del brand management alla gestione delle risorse umane, con il fine di migliorare la reputazione dell’azienda in quanto datore di lavoro, rappresentando di fatto il modo in cui l’azienda si vende ai potenziali dipendenti.

Rappresenta a tutti gli effetti un’attività di marketing che considera il luogo del lavoro esattamente come un brand, con l’obiettivo di valorizzare l’identità aziendale per attrarre e mantenere nel tempo le risorse umane, che in questo caso costituiscono il target di riferimento.

È un’attività che lega la comunicazione al marketing e alle risorse umane, con lo scopo di mostrare l’azienda come la migliore a cui aspirare nell’ambito lavorativo (best employement of choice).

Perché è importante la reputazione del datore di lavoro

Le aziende con una buona reputazione sul mercato del lavoro hanno più possibilità di successo nell’attirare i talenti. 

Prima di inviare la candidatura per un posto di lavoro, infatti, i candidati effettuano delle ricerche mirate sul potenziale datore di lavoro: secondo un sondaggio di Talent Now l’84% degli intervistati ha affermato che la reputazione dell’azienda risulta fondamentale, a loro volta, l’80% dei responsabili ritiene che l’employer branding abbia un impatto significativo sulle assunzioni.

Il coinvolgimento dei dipendenti rappresenta un buon segnale di employer branding: se i dipendenti sono soddisfatti sarà più facile fidelizzarli all’impiego e saranno più propensi a fare “passaparola”, una delle forme di pubblicità tra le più efficaci al mondo.

Inoltre, il 96% delle aziende concorda sul fatto che una buona attività di employer branding possa avere un effetto positivo sui ricavi.

employer branding

Avere una solida reputazione permette di trattenere talenti: secondo una ricerca di CR Magazine, il 92% è disposto a considerare la possibilità di cambiare lavoro nel caso in cui ricevesse un’offerta da un’azienda con una buona reputazione.

LEGGI ANCHE: Come e dove cercare lavoro nel 2023: consigli per il tuo CV

6 best practice per creare una strategia di employer branding

  1. Il primo passo da compiere è valutare la soddisfazione dei dipendenti. Il riconoscimento è il modo migliore per motivare i dipendenti, il 50% dichiara che sentirsi apprezzati ha migliorato i rapporti con il management, e il 60% delle aziende ammette che il riconoscimento dei dipendenti è prezioso per migliorare le prestazioni aziendali. Gratificare, oltre che con lo stipendio, influisce positivamente sul benessere del dipendente e ne aumenta il senso di appartenenza, ad esempio offrendo percorsi di training per crescere, sviluppando piani di carriera personalizzati e mantenendo una comunicazione fluida con e tra i dipendenti.
  2. Definire il proprio EVP (employee value proposition), la proposta di valore dovrebbe rispondere alla domanda “che cosa offre la mia azienda come datore di lavoro e in che modo è diversa dagli altri?”. Il modo migliore per rispondere è intervistare i propri dipendenti, chiedendo cosa apprezzano, quali aspetti del lavoro li soddisfa e perché hanno scelto di lavorare per l’azienda in questione.
  3. Individua il profilo dei candidati, capire qual è il candidato-tipo aiuta a migliorarne la posizione e di conseguenza la soddisfazione individuale. Nel tracciare il profilo del lavoratore è utile porsi delle semplici domande: quali sono le principali competenze possedute, che tipo di personalità rispecchia, gli obiettivi di carriera che ritiene importanti, cosa lo frustra sul lavoro ecc.
  4. Creare delle mappe dei punti di contatto con il dipendente, risulta particolarmente strategico per non perdere i dipendenti migliori nel tempo, o, addirittura, già dopo il colloquio. Un’esperienza positiva rende infatti propensi ad accettare il posto di lavoro con maggiore serenità.
  5. Creare contenuti accattivanti, che attirino i potenziali candidati a presentarsi: post sul blog e sui social circa gli eventi aziendali, la cultura aziendale, le opportunità di crescita professionale, i futuri progetti dell’azienda, le testimonianze di dipendenti ed ex con esperienza positiva; rendere disponibili i webinar di formazione promossi in azienda.
  6. Coinvolgere i dipendenti nella diffusione dei contenuti, le aziende i cui dipendenti partecipano alla diffusione dei contenuti godono di un maggiore senso di credibilità all’esterno, che può potenzialmente condurre a maggiori domande di lavoro ricevute.

Le difficoltà nell’employer branding

Spesso il settore delle risorse umane non dispone di molte risorse economiche, nonostante tutto sono numerose le aziende che se ne avessero la possibilità investirebbero di più nelle attività di marketing del datore di lavoro.

Di questo, poi, risente anche il coinvolgimento dei dipendenti: uno studio dimostra che 1/4 dei dipendenti intervistati dichiara di non sentirsi al corrente su informazioni da parte della direzione. Il 40% sottolinea di essere disposto a condividere più contenuti sui social se solo fosse più informato.

employer branding

Inoltre, è necessario tenere presente che, in particolare dopo la pandemia Covid-19, il lavoro non ha più distanze. In gran parte si svolge in remoto, tra diverse parti del mondo, quindi occorre saper assumere senza confini e avere una profonda conoscenza della cultura dei vari dipendenti.
Proprio l’esperienza del Coronavirus ha fatto riflettere sulla necessità di mantenere il focus sul presente, come dimostra un seminario condotto da Jason Averbook, CEO e co-fondatore della società di consulenza per le risorse umane Leapgen.

L’importanza di avere dipendenti amabassador

La condivisione dei contenuti sui social, e non solo, da parte dei dipendenti, è un elemento di notevole importanza. L’ultima frontiera, in questione, è rendere il lavoratore ambassador del luogo di lavoro.

Gli ambassador sono personaggi che, in virtù della propria influenza e delle capacità comunicative interpersonali, riescono ad avere un’influenza sugli altri. Rappresentano il “volto” del brand sui canali di comunicazione, dotati di una forza maggiore rispetto alla pubblicità tradizionale, consentono di aumentare la consapevolezza del brand e incrementare la fiducia nei destinatari.

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Così come un influencer noto, allo stesso modo il dipendente potrebbe diventare il personaggio a cui, i potenziali candidati, potrebbero prestare maggiore ascolto. Secondo i dati del sondaggio condotto da Nielsen, il 92% dei consumatori si fida di più di chi è nella propria cerchia, solo 1/3 dice di fidarsi della pubblicità tradizionale.

Per la maggior parte dei soggetti, in una situazione di over information, come quella della società contemporanea, nella quale è faticoso gestire gli innumerevoli stimoli comunicativi, è necessario effettuare una selezione. In questo caso, il dipendente soddisfatto può rappresentare un’esempio da seguire.

Curiosità in numeri

L’86% dei professionisti delle risorse umane intervistati ha indicato che il reclutamento sta diventando sempre più simile al marketing, proprio per questo l’employer branding è ormai considerata un’attività imprescindibile per l’azienda, sotto vari aspetti.

Il marketing del datore di lavoro ha un’assoluta importanza nella percezione dei candidati: il 55% delle persone in cerca di lavoro dichiara di abbandonare le domande dopo aver letto recensioni negative online, il 50% afferma che non lavorerebbe per un’azienda con una cattiva reputazione, nemmeno per un aumento di stipendio. Una reputazione negativa può costare a un’azienda fino al 10% in più per assunzione.

Oltre che sulla reputazione, può influire positivamente anche sul turnover: quasi il 30% delle persone in cerca di lavoro ha lasciato l’impiego entro i primi 90 giorni dall’inizio (indicando un disallineamento tra il candidato e l’employer brand). Investendo nell’employer branding si potrebbe diminuire il turnover del 28%. 

Il 96% delle aziende ritiene che l’employer branding e la reputazione possano avere un impatto positivo sui ricavi, ma meno della metà, appena il 44%, monitora tale impatto. I primi tre canali in cui le aziende intendono comunicare il proprio employer brand sono, nell’ordine, il sito Web aziendale (69%), le reti professionali online (61%), i social media (47%)

LEGGI ANCHE: 8 errori sui social media che le aziende dovrebbero evitare nel 2023

Amazon Prime Video

La nuova identità visiva di Amazon Prime Video

Negli ultimi mesi Amazon Prime Video ha aggiornato il suo look. La nuova identità mira a differenziare la piattaforma video in un panorama sempre più affollato.

Il brand refresh del servizio di streaming tra i più popolari al mondo, con oltre 200 milioni di abbonati, di cui più della metà solo negli Stati Uniti, porta la firma di Pentagram.

L’agenzia indipendente specializzata in design e branding ha sviluppato un aggiornamento del marchio che mette in risalto l’incredibile gamma di intrattenimento e posiziona il servizio di streaming come una casa immersiva per fandom di tutti i tipi.

Oggi gli utenti di tutto il mondo possono accedere e godere di una vasta libreria di film, serie, sport e canali premium. Il marchio utilizza la “fossetta” dell’iconico sorriso di Amazon – “the Dimple” – come catalizzatore per spostare gli spettatori attraverso un’increspatura infinita dei loro contenuti preferiti.

Amazon Prime Video

L’identità è stata lanciata insieme a una versione ridisegnata dell’app Prime Video che rende più facile per gli utenti trovare i contenuti che amano.

Differenziare Amazon Prime Video con una nuova personalità

Per distinguere la piattaforma, di fronte a innumerevoli servizi di streaming come Netflix, Hulu, Disney+ e AppleTV+, Prime Video ha cercato una brand identity coerente evidenziando ciò che lo rende diverso da tutti gli altri, aiutando la sua programmazione originale a brillare.

Il framework doveva essere flessibile in modo da essere modulabile per diverse tipologie di contenuto, dall’azione al dramma, dalla commedia allo sport, e adattarsi alle sfumature culturali nei vari mercati globali.
Tra le altre esigenze c’era quella di correlare Prime Video al marchio principale Prime, pur mantenendo la propria personalità distinta.

Amazon Prime Video

La personalità del marchio è divertente, spiritosa e intelligente, guida gli spettatori attraverso la straordinaria gamma di spettacoli e film.

Pentagram, lavorando in stretta collaborazione con il team di Prime Video, ha contribuito a evolvere il posizionamento con un linguaggio visivo completo che riflette la passione per l’intrattenimento e fa spazio a tutti i tipi di storie.

Il framework conferisce a Prime Video un aspetto distinto e avvincente all’interno del mondo Amazon, sincronizzandosi con gli elementi Prime Video esistenti per creare un’esperienza coinvolgente del marchio.

Elementi familiari arricchiscono il carattere giocoso del brand

Con un occhio accattivante per i dettagli e un gioioso senso dell’umorismo, il rebrand esprime l’idea che Prime Video sia estremamente sintonizzato e nerd (nella sua accezione più positiva) quando si tratta di intrattenimento.

Prime Video

L’identità utilizza elementi familiari del marchio in maniera divertente e sorprendente, trasformando la freccia del sorriso di Amazon in una forma distinta e personale che trasmette movimento, slancio ed energia.

La forma curva può essere ritagliata in sezioni caratteristiche o utilizzata come cornice/finestra per immagini. Le immagini sono grandi e audaci e irrompono attraverso la fossetta. Il colore del brand è un brillante e contemporaneo “Prime Blue” tratto dalla palette Prime.

Amazon Prime Video

Pentagram ha creato un nuovo e audace carattere tipografico proprietario in collaborazione con Lucas Sharp di Sharp Type.

La nuova versione personalizzata di Sharp Grotesk, chiamata Prime Video Sharp, è forte e amichevole, con molteplici pesi che si adattano alla famiglia Prime e supportano il tono esuberante della messaggistica.

Il carattere è progettato per adattarsi a dozzine di simboli giocosi, soprannominati “Iconics”, che possono rappresentare vari generi o creare scorciatoie simili a rebus.

Il concetto si adatta abilmente a qualsiasi cosa, dai cartelloni pubblicitari ai social media, dalla grafica animata agli spot TV, passando per la GUI (interfaccia utente grafica).

I designer hanno sviluppato due modalità visive distinte, o “tunnel”, per diversi tipi di contenuti: audace e luminoso nel caratteristico blu di Prime Video per un tocco di cultura pop, o cupo e cinematografico per quando le cose si fanno più serie, sofisticate e drammatiche.

LEGGI ANCHE: Il rebranding di Zoom: nuova identità visiva e nuovi prodotti

Content Inflation, cos’è e come pianificare una strategia di Content Marketing efficace

L’inflazione, argomento di assoluta attualità che coinvolge l’economia mondiale e la nostra società tutta, sta avendo ricadute anche sul content marketing. Ad una prima lettura potrebbe sembrare insolito il nesso fra Content Marketing e questo fenomeno, ma nuove sfide e cambiamenti stanno interessando il lavoro dei marketer, tanto da parlare sempre più spesso di Content Inflation.

Cos’è di preciso e che ricadute ha la Content Inflation sulle decisioni (e sui budget) di addetti al marketing e aziende? Scopriamolo insieme.

>>Vuoi imparare a pianificare i contenuti ottimizzando il budget? Registrati al webinar gratuito<<

Il Content Marketing ha un solo imperativo: farti crescere

Content is King”, il mantra su cui si basano tutti i professionisti della SEO e del marketing online, stabilisce la sovranità del contenuto perché è attraverso questo che ci si può connettere davvero con le persone.

I contenuti come testi, immagini e video sono il più importante combustibile del grande motore informativo chiamato Internet, ambiente in cui, secondo il report The Global State of Digital 2022, le persone – e quindi i potenziali clienti – spendono circa 7 ore al giorno, vale a dire circa il 42% del tempo di veglia.

Se prima per annunciare un nuovo prodotto o i valori aziendali era sufficiente investire su contenuti destinati alla tv e alla stampa, oggi i canali di comunicazione sono molteplici e il processo d’acquisto si sviluppa attraverso diversi touchpoint.

Inoltre, molti brand, per attrarre nuovi tipi di pubblico, hanno sviluppato al loro interno delle nuove linee (vedi brand ombrello e brand portfolio) dove per ogni nuovo sotto-segmento è necessario un messaggio diverso.

Lo scenario in cui avviene tutto ciò, come dicevamo in apertura, è quello di una economia in grande difficoltà che lascia sempre meno spazio agli investimenti nelle attività di Content Marketing.

content marketing

Content Inflation: perché non puoi ignorarla

Come è noto, ci troviamo davanti a un fenomeno inflazionistico quando si registra un rincaro di ampia portata, tale per cui con la stessa quantità di moneta si possono acquistare meno beni e servizi rispetto al passato. In altre parole, l’inflazione riduce il valore della moneta nel tempo.

Cosa ha a che fare questo con i contenuti che ogni giorno vengono pubblicati su social, blog, newsletter e altri canali?

Molti contenuti presenti sul web sono ormai “inflazionati”, cioè ci sono tante copie di video e testi che non permettono di distinguersi e risultare efficaci.

In modo simile a quanto accade in economia, l’aumento considerevole della quantità totale diluisce il valore del singolo contenuto e l’incremento dei costi connessi alla produzione causa maggiore difficoltà nel generare output originale.

Ma non solo. Considerato che i canali da presidiare sono molteplici e con varie opzioni di formato (newsletter, reel, video in diretta, stories, blog post e podcast, solo per citarne alcuni), spesso lo stesso contenuto viene riutilizzato adeguandolo alle tante piattaforme, risultando snaturato e poco convincente.

Inoltre, grazie alle preziose informazioni che è possibile estrarre dagli UGC e dai metadati degli utenti, diventa sempre più importante (e utile) personalizzare le offerte, i prodotti e la comunicazione in base a fattori come la geolocalizzazione, i dati demografici, il dispositivo utilizzato a molti altri indicatori.

Per rispondere con successo alla Content inflation è necessario allocare una quantità maggiore di budget all’aumentare dei canali da presidiare con i contenuti per poter essere ancora efficaci.

Il 70% dei marketer ha un quadro sufficientemente chiaro della situazione e punta ad aumentare gli sforzi economici da indirizzare nel Content Marketing, ma in che modo è possibile pianificare i contenuti in maniera smart e ottimizzarli se abbiamo a disposizione un budget limitato?

Da dove partire per una content strategy anti crisi: il webinar di TERRITORY Influence

Poiché le persone trascorrono una quantità significativa di tempo su un numero sempre crescente di canali, le aziende e i brand sono costretti a trovare soluzioni strategiche per reperire una grande quantità di contenuti specifici per i canali con un budget limitato.” – Ares Georgoulas, Executive Director, TERRITORY Munich.

Non lasciarsi sopraffare dalla Content Inflation è possibile attraverso la ricerca di una strategia per creare tanti contenuti di valore senza andare fuori budget. In che modo?

Pensando alla Content Strategy in maniera più ampia e ponendosi le giuste domande.

Per esempio, chiediti “in che modo potrei adattare la mia comunicazione per renderla adeguata ai diversi canali?”; oppure, “quali tool e piattaforme possono aiutarmi a ottimizzare il tempo e gli sforzi?”.

E ancora, “in che modo posso costruire una content factory per il mio brand?”

Nel webinar del 2 marzo, gli esperti di TERRITORY Influence insieme a Sprinklr ti mostreranno come ampliare e ottimizzare il portafoglio di contenuti grazie a best practice dei principali brand nel settore Tech, Beauty e Automotive e ai consigli per la pianificazione e analisi della strategia di content marketing per il 2023.

Territory Influence - speaker Content Inflation

Grazie ad Andrea Barri, Senior Solutions Consultant di Sprinklr, Alessandra Arcuri, Project Manager TERRITORY Influence e Christian Piottoli, Key Account Manager di TERRITORY Influence, avrai l’occasione di imparare a pianificare i contenuti in maniera smart, senza soccombere alla Content Inflation.

>>Registrati gratuitamente al webinar cliccando qui <<

intelligenza artificiale - scrivere prompt

Come creare prompt per immagini AI efficaci: la guida

Negli ultimi mesi a chiunque sarà capitato di imbattersi in immagini generate con l’intelligenza artificiale. Per realizzarle è fondamentale cimentarsi nella creazione di prompt per immagini AI efficaci, in modo tale da generare opere realistiche (se voluto) e il più possibile accurate.

LEGGI ANCHE: 7 cose da sapere su ChatGPT prima di utilizzarlo per i contenuti e per la SEO

Attraverso una panoramica generale e alcuni suggerimenti utili proviamo a fare chiarezza sulla generazione di immagini AI, dal testo all’immagine. Bisogna sempre ricordare che potrebbero esserci delle differenze tra i vari generatori, a seconda della piattaforma (DALL-E2, Stable Diffusion o Midjourney, per esempio) che stiamo utilizzando.

prompt e immagini ai

Cosa sono i prompt

Il prompt è un insieme di istruzioni da fornire a un algoritmo di apprendimento automatico che viene utilizzato per generare un output specifico; consente all’utente di fornire suggerimenti all’AI, come ad esempio un colore o un soggetto. Quest’ultima genererà un’opera d’arte basata su quell’indicazione.

Quindi, si possono definire come il mezzo di comunicazione per i generatori di AI, che trasmettono l’idea (cioè cosa dovrebbe contenere l’immagine) ai modelli di machine learning, trasformando il testo in un’immagine.

Esistono vari tipi di prompt. Possono essere semplici come una singola riga di testo oppure più complessi, con l’utilizzo di emoji che danno la possibilità di ottenere l’output desiderato.

Come generare immagini con i prompt

midjourney - come scrivere prompt

Se stai cercando un generatore AI da testo a immagine, puoi dare un’occhiata a DALL.E e DALL.E2. Anche se accedere a questi generatori non è facilissimo. I seguenti modelli sono basati sul web e non richiedono una grande potenza di calcolo del CPU:

Guida base per la creazione di prompt per immagini AI

Per quanto riguarda i suggerimenti da inserire nelle istruzioni del tuo prompt, come regola base dovrai ricordare che, al suo interno, il prompt dovrà contenere un nome, un aggettivo e un verbo per creare un soggetto interessante.

Ecco alcune linee guida generali da seguire:

  • Scrivi almeno da 3 a 7 parole: un prompt con più di tre parole darà all’AI un contesto chiaro.
  • Usa più aggettivi: infonderanno più “sentimenti” nell’opera d’arte (es. bello, realistico, colorato, massiccio).
  • Includi il nome dell’artista: l’AI imiterà lo stile di quell’artista (es. Picasso, Vincent Van Gogh, Paul Gaugin).
  • Scegli uno stile: se vuoi riprodurne uno in particolare, includi il nome desiderato (es. surrealismo).
  • Usa la grafica computerizzata: l’opera diventa più efficace e significativa utilizzando, ad esempio, Octane render, Cycles, Unreal Engine, Ray tracing.
  • Scegli la qualità: indica la risoluzione come bassa, media, alta, 4k e 8k.
  • Non usare parole vietate dal generatore di intelligenza artificiale.

 

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Anatomia base di prompt efficaci

Per la generazione di immagini in AI, il prompt è tutto. La scrittura di ciò che si desidera ottenere può fare la differenza tra un’immagine realistica e accurata e una che sembra disegnata da un bambino.

Generalmente, un input di testo per la generazione di immagini AI ha sempre la stessa struttura. Nella maggior parte dei casi sono necessari tre elementi:

  • soggetto: cosa vedi?
  • dettagli e ambientazione: di cosa si tratta?
  • stile, artista(i), tipo di media: come deve apparire?

È bene ricordare che la lingua di input deve essere chiara e concisa. Ad esempio, una frase completa grammaticalmente corretta, per garantire che il modello possa apprendere il contesto dell’input e creare un’immagine corrispondente; se sono presenti ambiguità o errori nell’input, la generazione dell’immagine ne risentirà.

Descrivi ciò che dovrebbe esistere, non ciò che manca

Se vuoi evitare di avere un uomo con la barba, non scrivere “un uomo senza barba” ma “un uomo rasato”. L’intelligenza artificiale prende le cose alla lettera, quindi se c’è qualcosa nel prompt, è probabile che lo riproduca.

Inoltre, ricordati che parole plurali vaghe come “gatti” lasciano molto spazio all’interpretazione dell’intelligenza artificiale da testo a immagine, quindi, come regola generale, viene consigliato di inserire un massimo di tre soggetti.

È poi importante sapere in quale lingua è stato programmato il modello, perché lingue diverse possono avere un ordine delle parole diverso e questo può influire sulla generazione dell’immagine. Se utilizzi un generatore di testo in immagine con traduzione automatica incorporata, aspettati molti errori dovuti a una traduzione errata.

Se stai cercando di ottenere il massimo dal tuo prompt, è consigliato l’inglese quando si utilizza: Stable Diffusion, DALL.E, DALL.E2, Midjourney o Dreamstudio.

L’algoritmo Stable Diffusion è stato programmato su un sottoinsieme LAION-5B, che contiene 2,3 miliardi di coppie immagine-testo in inglese e 2,2 miliardi di coppie immagine-testo da oltre 100 altre lingue; questo significa che non sei limitato all’alfabeto dell’Europa occidentale.

Il paese di origine dell’AI può fare una grande differenza nell’output. È molto probabile che le AI programmate con i dati di un paese specifico conoscano gli artisti di quel paese.

Quindi, se stai usando un’intelligenza artificiale russa, probabilmente avrà maggiori conoscenze relative agli artisti russi e dell’Europa orientale. Il consiglio è quello di selezionare il miglior generatore di testo in immagine per l’aspetto specifico che stai cercando di produrre.

Inoltre, non sottovalutare che le AI sono bias based: non dimenticare che i database di immagini su cui è stato programmato un generatore di AI possono contenere pregiudizi sulla base del loro addestramento.

Suggerimenti per la creazione di prompt per immagini AI efficaci

pancacke mulino bianco Midjourney

Ecco alcuni suggerimenti da ricordare durante la creazione di prompt per la generazione di immagini AI:

  • Pensa a che tipo di immagini vuoi generare. Devi sapere se vuoi generare immagini realistiche o astratte. Una volta chiarito, sarà più facile trovare suggerimenti appropriati.
  • Considera a quale tipo di informazione desideri che l’AI abbia accesso. Ad esempio, se stai generando immagini realistiche, dovrai fornire i dati sulla scena, come la posizione, l’illuminazione e gli oggetti presenti. Al contrario, se stai generando immagini astratte, potresti fornire un elenco di colori, forme e motivi.
  • Cerca di essere il più specifico possibile con i tuoi suggerimenti.
  • Usa diversi stili artistici come i filtri nei tuoi prompt, consentirà all’AI di aggiungere personalità alle tue immagini generate dall’intelligenza artificiale, attraverso una serie di istruzioni da seguire.
  • Mantieni il prompt semplice. I prompt complessi possono essere difficili da comprendere per il modello AI e possono portare a una generazione di immagini imprecisa.
  • Definisci una tavolozza di colori nei tuoi prompt; l’AI la utilizzerà per la generazione della tua immagine.
  • Scrivi un prompt che contenga i nomi di più artisti famosi per ottenere uno stile unico.
  • Sii creativo! Non ci sono risposte sbagliate quando si tratta di richiedere la generazione di immagini AI. Quindi non avere paura di sperimentare e vedere che tipi di risultati puoi ottenere.
  • Può essere una grande sfida per l’intelligenza artificiale creare immagini partendo dal testo, perché a volte potrebbe non comprendere le relazioni (di significato) per generare l’opera finale. Puoi provare a ripetere la descrizione, modificare l’ordine delle parole, ripetere elementi o aggiungere più oggetti.
  • Sii paziente. Può essere necessario del tempo per comprendere il comportamento del modello AI e iniziare a generare immagini realistiche accurate.

LEGGI ANCHE: Com’è nata l’immagine dei Pancake di Mulino Bianco generata dall’AI

Gli strumenti per la creazione di prompt

Se non siamo interessati a creare prompt manualmente, sono disponibili diversi strumenti che ci aiutano a generarli. Eccone alcuni:

Noonshot.com:

Promptomania.com:

Lexica.art: raccolta di suggerimenti e immagini prodotte con Stable Diffusion

LEGGI ANCHE: 7 Creative Trends che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa nel 2023

Intelligenza Artificiale e lavoro

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notizie della settimana

Il logo di Burberry, le novità di Shopify, l’AI di Ogilvy e le altre news della settimana

Sanremo, poi Super Bowl e subito San Valentino. In sostanza, soldi, soldi e ancora soldi. Tra le notizie della scorsa settimana non sono mancate le discussioni sugli sforzi economici delle organizzazioni.

I budget stratosferici che i brand hanno pagato per aggiudicarsi uno spazio durante The Big Game (qui puoi vedere le creatività più belle) ci danno una chiara idea di quanto sia importante esserci ed essere visibili, al massimo.

Ma anche essere “sempre sul pezzo”, come fa Ogilvy mettendo l’Intelligenza Artificiale Generativa a disposizione dei suoi clienti e come ha fatto l’app di dating OkCupid, che per la Festa degli Innamorati si è affidata a ChatGPT (ne abbiamo parlato in diversi articoli).

Anche per questo, abbiamo raccolto una lista di strumenti digitali indispensabili per il 2023 e una checklist base per il web design, oltre a segnalarti tutte le innovazioni di Shopify per l’eCommerce.

Perché se per San Valentino non hai ricevuto la solita scatola di cioccolatini (a proposito, sai che i Baci Perugina sono nati come “cazzotti”?) ma l’iscrizione a un corso per comprendere l’AI Generativa e il suo impatto sul tuo lavoro, allora fidati: è quellə giustə.

Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.

ChatGPT per trovare l’amore

OkCupid, una delle più famose applicazioni per il dating, ha confermato di aver usato il chatbot per generare le domande a cui due pretendenti dovrebbero rispondere per migliorare la corrispondenza tra i profili e aumentare il “successo” di una possibile relazione.

“Il chatbot di OpenAI ha scritto queste domande per noi – ha sottolineato a Mashable il direttore della comunicazione dell’app Michael Kayeche ora andranno a ottimizzare il nostro algoritmo“.

Ogilvy si attrezza per l’AI generativa

L’hype intorno all’AI e alle sue implicazioni per la creatività è alto e le agenzie si preparano a rispondere alle richieste dei clienti. Ogilvy Paris ha annunciato il lancio di AI.LAB con lo scopo di sviluppare competenze non per scalzare l’esperienza creativa, ma per aumentarla liberando l’immaginazione e offrendo nuove opportunità ai brand.

Una checklist per il web design

Per capire come costruire un sito web di successo, WebCommander ha raccolto in una infografica una lista di controllo con i fattori di web design essenziali. Ecco un elenco completo di tutto ciò a cui bisogna pensare.

notizie della settimana: checklist webdesign

25 indispensabili tool per il marketing digitale

In questo articolo troverai una rassegna dei i principali tool per il digital marketing nel 2023: piattaforme per l’invio di newsletter, tool per la programmazione di post, siti web che ci aiutano nella realizzazione grafica o per l’analisi SEO.

Notizie da Shopify: oltre 100 novità per migliorare la conversion

Shopify ha annunciato oltre 100 novità di prodotto lanciate nell’ambito di Edition, l’appuntamento biennale di aggiornamento sulle novità introdotte a livello globale.

novità shopify - checkout one page

Il checkout sarà costituito da una sola pagina ottimizzata grazie alle funzioni di Shop Pay. Leggi qui tutte le novità. e ascolta cosa ha detto ai nostri microfoni Paolo Picazio, Country Manager di Shopify per l’Italia.

Gli spot più belli del Super Bowl 2023

Un evento che ha visto incollati allo schermo ben oltre 100 milioni di spettatori tra tifosi e curiosi del grande spettacolo a metà tempo. Ma tra questi ci sono anche gli amanti delle pubblicità che hanno guardato la partita da un altro punto di vista.

Super Bowl 2023 pubblicità - Rihanna Apple Music

Ben 7 milioni di dollari per un passaggio di 30’’: una vetrina che di certo fa gola a molti ma che in pochi possono permettersi.

Guarda qui gli spot più belli e ascolta cosa ci ha detto Urania Frattaroli, Creative Copywriter, che ha seguito per noi l’evento.

San Valentino: storia e le campagne di Baci Perugina

La storia d’amore più bella, dal tempo infinito, il cui rimando a San Valentino è diretto? Di sicuro quella raccontata da Baci Perugina, che vede come protagonisti Luisa Spagnoli e Giovanni Buitoni e che continua fino ai giorni nostri attraverso le pubblicità.

manifesto pubblicità baci perugina- san valentino

Ripercorri insieme a noi la storia dei famosi dolci per gli innamorati.

Il nuovo logo di Burberry

La maison ha rivelato una nuova identità e una campagna intrisa di britannicità, la prima guidata dal nuovo creative director Daniel Lee.

Il nuovo logo di Burberry

Leggi qui l’analisi.

ChatGPT e lavoro

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LinkedIn Awareness Strategy

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è dedicato alla LinkedIn Awareness Strategy, scopriremo come progettare una strategia di Brand Awareness per LinkedIn, quali contenuti prevedere nel piano editoriale e come misurare risultati ed efficacia della strategia.

A parlarne con noi  Cristiano Carriero, Storyteller & Brand Journalist.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Che cos’è la Brand Awareness
  • Come pianificare la customer journey
  • I KPI da monitorare

Scarica le slide

digital 2023 di we are social

Gli italiani online sono più vecchi ma amano i video. I dati del Report di We Are Social 2023

È online Digital 2023, il nuovo report di We Are Social con tutti i dati importanti sui comportamenti e le abitudini delle persone in rete.

Anche se gli ultimi anni (e mesi) sono segnati da diversi scossoni e cambiamenti, dovuti prima alle emergenze sanitarie e poi all’instabilità geopolitica, il panorama italiano presenta diverse conferme e quale novità: analizziamo insieme, grazie alle slide del report, gli aspetti più rilevanti.

LEGGI ANCHE: 25 indispensabili tool per il marketing digitale nel 2023

Lo studio globale

Gli highlights di We Are Social nel mondo

Dal report globale, in collaborazione con Meltwater, sono evidenziati i seguenti macrodati:

  • La popolazione mondiale ha raggiunto 8,01 miliardi di individui all’inizio del 2023. Poco più del 57% della popolazione mondiale vive in contesti urbani.
  • 5,44 miliardi di persone usano smartphone, pari al 68% della popolazione mondiale. Gli utenti unici di dispositivi mobili sono aumentati di poco più del 3% lo scorso anno, con 168 milioni di nuovi utenti negli ultimi 12 mesi.
  • Ci sono 5,16 miliardi utenti di Internet, il 64,4% della popolazione mondiale è ora online. Il totale degli utenti Internet globali è aumentato del 1,9% negli ultimi 12 mesi.
  • Ci sono 4,76 miliardi utenti dei social media in tutto il mondo, pari a poco meno del 60% della popolazione mondiale.

Digital 2023 di We Are Social, i dati italiani

Gli highlights in Italia

We are social Italia - analisi demografica

Continua la contrazione della popolazione italiana e la fascia demografica più corposa è costituita dagli over 65, che si attestano di poco sotto il 25%. In questo scenario, emerge che:

  • Siamo più attivi sui social, con particolare attenzione al purpose.
  • I video sono il nostro contenuto preferito, con un trend in crescita.
  • L’Influencer Marketing si conferma come un traino positivo per l’industry del digital.

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Cresce l’uso dei social

Come emerge anche dallo studio globale, gli italiani spendono meno tempo online rispetto all’anno scorso, ma un po’ più tempo sui social.

In leggera contrazione (la prima dal 2013) il numero delle persone connesse ad internet, che scende dello 0,3%.

we are social daytime on social media

Non cambiano in maniera importante le motivazioni per essere online: cercare informazioni è lo scopo principale per cui gli italiani si collegano alla rete, in particolare utilizzando gli smartphone e altri dispositivi mobili (calano desktop e laptop).

we are social - reason for using internet italy

Gli italiani amano guardare video online

we are social - video

Contenuti leggeri come comedy e meme trainano la crescita della fruizione di contenuti video: le persone che dichiarano di guardare contenuti dinamici sono oltre il 91%.

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We Are Social 2023: italiani e Social Media

Quanti italiani usano i social

Quasi il 75% degli italiani è attivo sui social (siamo vicini ai 44 milioni di persone). Dopo una leggera flessione registrata lo scorso anno relativa a una diversa metodologia di raccolta dei dati, il trend appare in crescita.

italian social media use

Per quali motivi

Le ragioni principali per cui le persone visitano e partecipano alla conversazione sui social sono legate all’informarsi, al rimanere in contatto con i propri cari, al passare il tempo (tutti sopra il 40%). Seguono a breve distanza la ricerca di ispirazione su cose da fare o prodotti da acquistare.

Le piattaforme più utilizzate dagli italiani: vince Meta

Il gruppo Meta domina la classifiche delle piattaforme social, grazie a WhatsApp che stacca tutti gli altri coinvolgendo l’89% delle persone tra i 16 e i 64 anni. Seguono a ruota Facebook (78%) e Instagram (73%).

most used social platform in italy

Solo il 38% degli italiani nella stessa fascia di età dichiara di usare TikTok.

Per quanto riguarda le piattaforme preferite dagli utenti, WhatsApp rimane al primo posto, ma Facebook cede il secondo posto a Instagram. Anche TikTok e Telegram invertono posizione, con la piattaforma di video brevi che sale una decina di punti dietro a Facebook.

Reels & Stories: gli shortform per conquistare tutto

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è dedicato a Reels e Stories, scopriremo come creare Reels e Stories di successo, quali formati performano meglio e come misurare l’efficacia della content strategy.

A parlarne con noi  Orazio Spoto, Instagram Expert & Presidente di Instagramers Italia.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • I migliori formati per Reels e Stories
  • Come definire una content strategy
  • Misurare l’efficacia delle campagne

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tool digital marketing 2023

25 indispensabili tool per il marketing digitale nel 2023

Chi lavora nel Digital Marketing non può farne a meno. Stiamo parlando degli strumenti per progettare o programmare al meglio il lavoro. In questo articolo troverai una rassegna completa di quelli che sono i principali tool per il marketing digitale nel 2023. Andremo a vedere piattaforme per l’invio di newsletter, tool per la programmazione di post, siti web che ci aiutano nella realizzazione grafica o per l’analisi SEO.  Insomma ne abbiamo messi per tutti i gusti.

1. MailChimp

MailChimp è uno strumento di mail marketing completo, è uno dei migliori sul mercato. Permette di creare newsletter attraverso numerosi template gratuiti con un’impaginazione personalizzabile dall’utente e consente di raggiungere facilmente il pubblico giusto, al momento giusto. Rispetto alle altre piattaforme di mail marketing MailChimp ha un piano Free che consente l’invio di 2500 mail al mese per poi passare a dei piani a pagamento in base agli invii mensili.

2. MailUp

Altra piattaforma molto utilizzata per l’invio di newsletter programmate e graficamente personalizzabili è sicuramente MailUp. La costruzione del template grafico è molto simile a MailChimp e permette anch’esso di programmare invio, personalizzare mail e creare albero di invio. MailUp permette di fare una prova gratuita e il pacchetto base costa 39 euro al mese. Si tratta di una piattaforma più onerosa ma molto funzionale, che si presta anche all’invio massivo di SMS.

3. Sendinblue

Un altro tool utile per l’invio delle newsletter è Sendinblue, una piattaforma in italiano con funzionalità pari ai due precedenti. Permette di creare mail e template facilmente, il modo di operare è molto simile a MailUp e a MailChimp. Tra le leve principali di Sendinblue troviamo sicuramente il prezzo: è possibile fare un account gratuito per inviare 300 mail al giorno (quindi 9000 al mese), opzione inedita rispetto agli altri strumenti che non permettono di farlo maniera gratuita. I piani a pagamento vanno dai 19 euro al mese ai piani personalizzati in base alle esigenze.

4. Google Analytics

Google Analytics è un servizio di web analytics fornito da Google che consente di analizzare delle statistiche dettagliate sui visitatori di un sito web. Stiamo parlando forse del “Re” delle statistiche. Qui, con un servizio gratuito offerto da Google, possiamo analizzare miriadi di dati: dalle visite al sito, al pubblico, dai punti di connessione al tempo di lettura, dal totale di acquisiti online al monitoraggio delle azioni degli utenti. Uno strumento imprescindibile per chi opera sul web e possiede, o gestisce, un blog o un sito web. Entra di diritto tra i principali tool per il marketing digitale del 2023, anzi di tutti i tempi. Un veterano che non invecchia mai.   

5.Google Ads

Google Ads, invece, è un servizio sempre di Google che permette di progettare e programmare campagne a pagamento. Anche in questo caso, come nel precedente, stiamo parlando di uno strumento fondamentale per chi opera online. Gli annunci pubblicitari di Google sono importantissimi per generare traffico al sito web, per fare remarketing o campagne di brand su YouTube o su altri siti web attraverso banner.

6. Canva Business

Canva è uno strumento di progettazione grafica odiato dalla maggior parte dei grafici (era doveroso dirlo!). Nonostante questo, il tool è molto utilizzato per fare grafiche social, volantini, CV, brochure e altro ancora. Ha un database infinito di foto, video e template grafici. Un ottimo strumento per ovviare alle mancanze tecniche di chi non sa utilizzate Photoshop per esempio. Canva permette di avere un account gratuito (che comunque permette di lavorare bene) o piani a pagamento che naturalmente aprono a mille possibilità in più.

tool per il marketing digitale

7. Trello

Trello è un software gestionale, utilizzato per creare, programmare e organizzare i contenuti online. Facilita il lavoro a distanza in cui i team possono accedere alle loro attività e progetti da qualsiasi luogo. È possibile assegnare più membri del tuo team a una singola scheda in modo che possano lavorare insieme a un progetto. Un tool utilissimo per organizzare il lavoro, gestire scadenze, progetti ed altro. All’inizio risulta essere un po’ macchinoso e dispendioso a livello di tempo ma una volta capita la logica risulterà molto utile.

8. Slack

Slack è un software che facilita la comunicazione in modo istantaneo con i membri del team. Aiuta le persone a collaborare da qualsiasi luogo. Si può discutere del lavoro del cliente, di nuovi articoli, nuovi progetti, nuovi ticket di supporto, condividere contenuti utili, inviare messaggi e fare videoconferenze. Una piattaforma perfetta per un utilizzo quotidiano.

9. Yoast SEO

Yoast SEO è uno dei tantissimi plugin che si possono installare sui siti in WordPress. Questo plugin permette di avere un pannello di gestione, interno a WordPress, che ti indica se il tuo testo è ben ottimizzato a livello SEO. Oltre alle segnalazioni, sempre puntuali, consiglia quali interventi occorre fare per poter migliorare una pagina o un articolo. Consente di scrivere i contenuti migliori per le campagne di marketing digitale. Tra i plus: proteggere il tuo feed RSS da plagio e raschiatori di contenuti, questo ti protegge da altri siti Web che copiano i tuoi contenuti e li pubblicano come loro. Non è un vero tool per il marketing digitale ma è sicuramente uno strumento molto utile per chi scrive sul web.

LEGGI ANCHE: 7 Creative Trends che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa nel 2023

tool per il marketing digitale

10. Survey Anyplace

Survey Anyplace è lo strumento migliore per creare quiz, valutazioni e sondaggi divertenti e interattivi per la propria clientela, aiuta a comprendere le richieste di mercato, cosa vogliono i clienti, come migliorare l’immagine e il lavoro con loro e altro ancora. I sondaggi che fornisce sono ben progettati, semplici e compatibili con i dispositivi mobili.

11. Semrush

Semrush aiuta a far crescere la visibilità dell’azienda online. Questo strumento svela le strategie e le tattiche dei concorrenti. Viene spesso utilizzata per la ricerca di parole chiave e dati di ranking online, comprese le metriche come il volume di ricerca e il costo per clic. Lo strumento è gratuito per la prova di 7 giorni, dopo di che l’utente deve optare per la versione a pagamento. Utilissimo per analisi di parole chiave, contenuti e tendenze sul web.

12. Loomly

Loomly è un calendario di marketing digitale e uno strumento di gestione dei social media che aiuta gli utenti a pianificare, creare e pubblicare contenuti su più piattaforme. È uno strumento semplice da utilizzare anche per gli utenti non esperti di tecnologia, inoltre il prezzo è allettante sia per gli imprenditori singoli e sia per le grandi imprese. Tool utile soprattutto per pianificare su piattaforme che non consentono di farlo (esempio le pagine di Linkedin). Il pacchetto base cosa 26 dollari e può arrivare fino a 269 dollari per il pacchetto Premium.

13. Audeinse

Audiense, precedentemente noto come SocialBro, è una piattaforma di analisi dei social media e di audience. Fornisce dati specifici sugli utenti, inoltre è uno strumento che consente di analizzare il pubblico e quello dei concorrenti. Viene utilizzato per interagire in forma diretta con il pubblico e migliorare in generale la strategia digitale.

14. Hubspot

Hubspot include la gestione delle relazioni con i clienti, gestisce e ottimizza i contenuti di un sito web o di un blog. Inoltre, fornisce strumenti per l’email marketing, la gestione dei social media, l’analisi e la creazione di report. Include anche una versione gratuita e diverse versioni a pagamento.

15. Lemlist

Lemlist è uno strumento utilizzato per monitorare l’invio di email, inserendo immagini e video personalizzati. È utilizzato principalmente dai team di vendita, marketing e sviluppo aziendale per rendere autonomo l’invio e la risposta di email.

16. Clearscope

Clearscope è una piattaforma di ottimizzazione dei contenuti, aiuta gli utenti a identificare le parole chiave, le frasi e gli argomenti più pertinenti, aiuta a identificare e risolvere problemi di leggibilità, grammatica e stile.

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17. Unbounce

Unbounce è una risorsa digitale, che sfrutta l’intelligenza artificiale per realizzare landing page e gestire contestualmente campagne di marketing. La piattaforma, inoltre, offre all’utente non solo la possibilità di creare pagine web con un editor intuitivo basato su funzionalità drag and drop, ma anche di utilizzare un software con funzioni di codifica avanzate.

18. Optimizely

Optimizely integra strumenti per il targeting del pubblico e la progettazione grafica per eseguire rapidamente test su vari segmenti di pubblico, è una piattaforma senza codice che permette di testare modifiche sia significative che minime alle pagine web.

19.Clearbit

Clearbit Connect è uno strumento che trova indirizzi email dal suo database di 150 milioni di contatti commerciali. Questo strumento fornisce dati specifici sulle aziende, arricchisce dati sui clienti, aiuta a cercare nuovi clienti.

20.Typeform

TypeForm è una piattaforma online che permette di creare questionari e sondaggi. I moduli sono belli, funzionano su tutti i dispositivi e sono facilissimi sia da creare che da utilizzare per gli utenti finali. Ma si può utilizzare anche come modulo di raccolta informazioni per il proprio sito web.

tool per il marketing digitale typeform

21. Visme

Visme è una piattaforma per la creazione grafica di contenuti. Offre una vastità di modelli di progettazione, inoltre fornisce un’ampia libreria di immagini, icone e illustrazioni stock, animazione ed elementi interattivi, consente di pubblicare e condividere i contenuti su diverse piattaforme.

22. Google Trends

È un’altra piattaforma di Google che entra di diritto nella lista dei tool per il marketing digitale 2023. Completamente gratuita, permette di analizzare le tendenze di ricerca degli utenti. È molto utile per capire cosa stanno cercando gli utenti su Google, che termini utilizzano, quali sono le differenze tra l’Italia e il resto del mondo, quali sono le differenti ricerche di flussi di traffico tra le varie regioni d’Italia. Insomma, uno strumento fondamentale per chi deve pianificare una strategia di content marketing.

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23. SEO Zoom

SEO Zoom si presenta cosi: “è la SEO Suite migliore per le attività di Search Marketing: analizza, monitora e potenzia il tuo sito web con oltre 40 strumenti”. Dobbiamo dire che una volta utilizzata non possiamo che confermare la loro presentazione. È una piattaforma italiana adatta più a professionisti, poco adatto per chi è alle prime armi.

24. Facebook Ad Library

Facebook Ad Library è una libreria multimediale da cui è possibile ricevere informazioni sull’operato delle pagine dei social media. Il tool dà la possibilità di monitorare, non in maniera approfondita, tutte le campagne attive dei nostri competitor. Riusciamo a capire se una pagina Facebook ha delle campagne attive, quali post sta sponsorizzando, con quale budget e molto altro.

LEGGI ANCHE: Come costruire il tuo piano Facebook ADS

25. Screeming Frog

Screaming Frog è sicuramente uno degli strumenti di web marketing più importanti per la SEO tecnica. Si tratta di un software online che consente di eseguire il crawling di un sito web, attraverso cui è possibile venire a conoscenza di pagine 404, un titolo SEO (title) duplicato, breve o lungo, l’assenza del testo alternativo dalle immagini o della meta descrizione dagli articoli e molto altro. Una piattaforma indispensabile per gli amanti della scrittura SEO.