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6 milioni di italiani amano gli eSport: una grande opportunità per i brand

Quanti sono i fan di eSport in Italia? Sfatiamo subito un mito: non è un’attività solo per ragazzini e non è limitata a una ristretta cerchia di persone.

Gli appassionati di eSport italiani sono 6 milioni, ossia il 12% della popolazione maggiorenne. Sono dati scaturiti dalla ricerca “Gaming ed eSport in Italia” realizzata da Yougov per i membri dell’Osservatorio Italiano eSport (OIES), e che fanno dell’Italia il secondo Paese in Europa per “fanbase eSportiva”.

Il report, che per la prima volta censisce il target eSportivo italiano, porta alla luce dati che ridisegnano lo stereotipo del gaming e traccia una fotografia puntuale della sua composizione. La ricerca fa parte del Centro Studi Nazionale eSports dell’OIES, che è il primo database di dati su questo settore in Italia.

gamers in Italia

Innazitutto il genere. L’eSport in Italia è un fenomeno che sta interessando sempre di più le donne. Infatti il, 37% del target degli appassionati è femminile, percentuale sempre più in crescita.

Poi l’età. L’eSport non è un mondo prettamente destinato alla generazione Z, ma è trasversale su tutte le generazioni. Tra coloro che si dichiarano anche giocatori, troviamo sicuramente una preponderanza nella fascia 18-24 anni. Si registrano però valori sopra la media anche in quella 25-34, fino a punte di giocatori al di sopra dei 55 anni. Questo dimostra come il gaming sia un’attività capillare nella popolazione italiana, e non legata a un solo target.

Gli italiani dimostrano inoltre una rilevante inclinazione verso il consumo di contenuti video di gaming su varie piattaforme streaming: in Europa siamo al primo posto per utilizzo di YouTube Gaming e godiamo invece del terzo gradino in riferimento a Twitch e Facebook Gaming.

In Italia gli appassionati di gaming si dividono in due principali categorie, ciascuna delle quali con delle peculiarità che rivelano abitudini e comportamenti eterogenei.

Stiamo parlando degli Hardcore gamers, giocatori abituali attivi sotto l’aspetto competitivo, e degli eSport fan, appassionati che non necessariamente sperimentano gli aspetti competitivi, ma fruiscono degli eSport principalmente come intrattenimento.

gamers fanbase in Italia e in Europa

Gli Hardcore gamers: quando il gioco diventa uno stile di vita

Il 2,7% degli italiani maggiorenni appartiene al gruppo degli Hardcore gamers (HC gamers), ovvero coloro che dedicano più di 21 ore alla settimana al gioco e non solo. Infatti, si registra un alto consumo mediale: una buona parte degli intervistati dichiara di spendere settimanalmente più di 50 ore sul web (19%) e più di 20 ore di fronte alla TV (40%).

Facciamo riferimento a un insieme di 1,38 milioni di italiani per lo più giovani, di cui ben il 39% è donna. Un dato da non trascurare è che il 45% di essi vive in famiglie dal reddito medio basso. Sono giovani che dichiarano di sentirsi spesso annoiati (49%), di non temere il rischio (42%), e soprattutto di desiderare di aprire una propria attività (49%).

Si tratta di un target che attribuisce importanza all’informazione tempestiva, aggiornandosi quotidianamente attraverso blog e riviste stampate, principalmente a tema sportivo.

A proposito di sport, gli HC gamer sono amanti di quelli tradizionali, tant’è vero che, rispetto a tutta la popolazione, seguono anche discipline come boxe, football americano, arti marziali e l’immancabile calcio.

gamers e advertising

Gli eSport fan: la passione che genera peculiari abitudini e comportamenti

La seconda categoria di target eSportivo fa invece riferimento agli eSport fan, che appunto sono 6 milioni. Il 37% è di sesso femminile: un dato importante nel ribadire che gli eSport stimolano nuove prospettive per intercettare anche il genere femminile.

Gli eSport fan che, pur non manifestando un’abitudine di gioco ordinaria, sostengono che la professione di atleta professionista sarebbe il miglior mestiere del mondo (41%).

Una passione che definisce abitudini e comportamenti di vita peculiari: il 41% dichiara di avere molto tempo libero. Nel consumo dei social media scompare Facebook: i social più utilizzato sono Instagram, Twitter e Tik Tok. A livello di intrattenimento usufruiscono principalmente di servizi streaming in abbonamento.

Gli eSport fan tendono inoltre ad acquistare spesso cibo da asporto e a consumare snack o merendine tra i pasti. Una consuetudine che può giustificare una buona propensione all’acquisto verso marchi come McDonald’s, Burger King, Old Wild West e Deliveroo.

Un’ottima inclinazione è evidente anche quando si parla di advertising che apparentemente non li infastidisce ma al contrario funge da driver nelle scelte di acquisto di circa il 61% degli eSport fan. Difatti, circa metà di loro dichiara di essere attento alle pubblicità online e sulle riviste che legge.

gamers e social media

Ecco che sia gli Hardcore gamers che gli eSport fan dimostrano una forte attrazione verso gli sport tradizionali. Anche in questo caso, a suscitare interesse non sono solo il calcio e il basket ma anche discipline di nicchia come Formula E (22%), wrestling (11%) e rugby (18%).

Da questi dati emerge quanto gli eSport non siano relegati alla modalità competitiva, ma quanto stiano assumendo sempre più un valore di intrattenimento. È proprio in questo senso che gli eSport diventano un canale di comunicazione e marketing per i brand che vogliono intercettare quel pubblico di giovani adulti che non fruisce dei media tradizionali.

È un target nuovo, che contrasta con le abitudini di altre tipologie di pubblico, che apprezza la pubblicità e non è infastidito.

Proprio per questo motivo, gli eSport rappresentano oggi la nuova frontiera del marketing per le aziende.

davide bertozzi - immagini vs parole, recensione

Immagini vs Parole, la recensione del primo libro di Davide Bertozzi

Immagini vs Parole è il primo libro scritto da Davide Bertozzi, arricchito dalla prefazione di Valentina Falcinelli e dagli approfondimenti di Elisabetta Alicino, Roberto Saponi e Gianluca Di Santo.

Copywriter, direttore creativo e formatore, Bertozzi ha curato la comunicazione per tantissimi brand e dato vita a messaggi pubblicitari di svariate tipologie. La sua creatività ha avuto modo di confrontarsi con il mondo dei motori a due ruote e progettare campagne per marchi del circuito MotoGp come, RedBull, Ducati, Estrella Galicia.

Immagini vs Parole si inserisce perfettamente in quel percorso di trasformazione digitale che oggi fa domandare alla maggior parte delle persone che si occupano di comunicazione In che direzione sta andando il linguaggio pubblicitario?.

Il pubblico tende di più verso le immagini? Non riusciamo a saziare la nostra irrefrenabile voglia di fotografie, video e intrattenimento da display? Oppure non possiamo proprio fare a meno di accostare a una certa visione, un accompagnamento testuale?

Le parole sono ancora il punto di partenza di un messaggio pubblicitario?

bertozzi libri

Source: Twitter

Il percorso comunicativo secondo Davide Bertozzi

Immagini e parole sono indubbiamente due armi fondamentali ed imprescindibili quando si parla di comunicare per vendere.

Ma oggi in quanti hanno compreso il loro uso equilibrato e strategico? Soprattutto un uso che porta il consumatore a prendere coscienza di ciò che legge o guarda e interagire con il messaggio?

Bertozzi prova a rispondere al quesito ancestrale tracciando un percorso logico molto semplice. Si parte dagli strumenti basilari che il professionista della comunicazione ha in suo possesso. Le parole e le immagini, appunto – da lì non si scappa.

Bertozzi prosegue esplorando tutte le possibili sfaccettature che il mondo delle parole e delle immagini propone quando ci si mette a giocare con loro. Esattamente come un bambino che, completamente immerso dal suo lavoro con i mattoncini Lego, esce fuori dagli schemi predefiniti del libretto di istruzioni, e da vita e qualcosa di innovativo.

Precisamente di nuovo e utile, come direbbero Henrie Poincaré e Annamaria Testa.

E sì perché anche Davide Bertozzi non si sottrae alla sua personale interpretazione di “creatività”. Che cos’è la creatività? E come si raggiunge attraverso l’uso di parole e immagini?

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Immagini vs Parole: che cos’è la creatività secondo Davide Bertozzi

La creatività è qualcosa di irrinunciabile per chi si trova a lavorare con immagini e parole.
Prima di tutto, in un messaggio pubblicitario, c’è qualcosa che viene ancor prima della creatività.

“Tutta la nostra maestria nello scrivere e progettare non serve a nulla se poi non ci sono reputazione, credibilità, etica, sicurezza, conoscenza. Se dietro un annuncio c’è qualcuno pronto a metterci la faccia e a spiegare perché fa quello che fa”.

In secondo luogo, la creatività è quel processo che riesce a portare l’anomalia comunicativa, all’interno di un certo binario di senso. La creatività è eccezione e difformità. Ma non buttate a casaccio.

La maestria del copywriter o del creativo, è quella di innescare un pensiero o un’emozione, attraverso un evento improvviso, una piccola scossa elettrica, che ci strappa un sorriso, ci riporta in luoghi e sensazioni a cui siamo affezionati, ci fa riflettere.

“Un testo dovrebbe essere scritto per le persone, non per esaltare il nostro ego”.

Ok ma quindi, per far funzionare un messaggio pubblicitario, qual è la strada da intraprendere? Immagini o parole? La metafora che scioglie definitivamente il dilemma colpisce nel segno.

Il rapporto tra visual e copy è identico a quello tra Batman e Robin: il primo è il protagonista indiscusso, il secondo è il suo aiutante.

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Un piccolo manuale pronto all’uso per una corretto messaggio pubblicitario

Immagini vs Parole è a tutti gli effetti un piccolo manuale pronto all’uso per chi si accinge a mettere le mani nella pasta della comunicazione pubblicitaria.

Un compendio in cui si esplora la materia dal punto di vista tecnico (la scelta della fotografia, del font del testo, il peso delle parole, il design tra mezzo stampa e social, lo storytelling) e intellettuale (vale a dire immergersi nel sacro momento del brainstorming, dove qualsiasi pensiero a ruota libera è concesso).

Fino a raggiungere gli estremi confini della combinazione tra immagini e parole: il word hacking. La dimostrazione che, a tutti gli effetti, possiamo trasformare le parole in immagini con semplici accorgimenti che animano quelle che per chiunque fino a poco prima erano semplici lettere.

ragazza legge un libro

Lungo il percorso tracciato da Bertozzi, sempre spiegato in maniera estremamente semplice, troviamo un unico leitmotiv ricorrente: tutte le tecniche di comunicazione d’impresa che è possibile apprendere, che ci siano state tramandate dalla storia del copywriting o che vengano studiate nell’era digitale, hanno un unico scopo finale:

“Il messaggio creativo è quello che funziona”.

Grammatica, gestione degli spazi visivi, equilibrio delle parole. Così come il tono di voce, i valori e l’identità del brand che parla. Tutto va bilanciato per trovare il corretto messaggio da veicolare alla nostra platea. Spoiler: non ci sono trucchetti. Il percorso creativo richiede spesso pazienza e stimolazione. Il lampo di genio è piuttosto una rarità.

Come sottolinea anche Gianluca Di Santo nell’approfondimento all’interno di Immagini vs Parole, se c’è qualcosa di tanto divertente quanto veritiero nel mondo della comunicazione creativa, è che nessuno potrà mai dire di un lavoro pubblicitario – che sia una campagna, un testo o un logo – che è l’unico veramente “perfetto”.

La verità è che il giudice finale è sempre il nostro pubblico: sarà lui a decretare se un messaggio, un’immagine o una parole, funziona o meno.

Dietro il rapido percorso delineato da Davide Bertozzi attraverso la  scrittura e progettazione di un messaggio pubblicitario, si cela un happy ending rassicurante. Non saremo mai costretti a dover scegliere tra immagini o parole. Solo testo o solo visual.

“La prossima volta che qualcuno ci dirà che le immagini valgono di più delle parole, sapremo cosa rispondere”.

giovanni rodia ICE

Come rilanciare il Made in Italy nel mondo grazie a eCommerce e digitalizzazione

Abbiamo intervistato Giovanni Rodia, Direttore della comunicazione dell’ICE, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, l’organismo attraverso cui il Governo favorisce il consolidamento e lo sviluppo economico-commerciale delle nostre imprese sui mercati esteri.

giovanni rodia ice

In che modo l’ICE supporta la digitalizzazione delle PMI italiane?

Le azioni di ICE per la digitalizzazione si inquadrano nella risposta alla pandemia e ai paradigmi della promozione commerciale che mutano di conseguenza.

Si focalizzano da un lato sugli accordi eCommerce con grandi marketplace; dall’altro, in una serie di servizi che possano accompagnare le imprese italiane nei loro processi di digitalizzazione. Sono 28 gli accordi B2C attualmente conclusi in 28 Paesi che insieme a un grande accordo B2B con Alibaba.com, che di Paesi ne copre 190, permetteranno a 7.000 imprese italiane, specialmente PMI, di vendere sul web in tutto il mondo.

A questo abbiamo dedicato un team di 30 esperti digitali interno all’ICE, ma anche dei percorsi di formazione per  Digital Temporary Export Manager. Quest’anno ne formeremo in tutto 150. Abbiamo poi presentato insieme a MAECI e CRUI, in collaborazione con 5 delle più importanti Business School italiane, un ambizioso progetto di formazione gratuita per PMI e professionisti, la Smart Export Academy, che nei 6 moduli formativi affronta, tra gli altri, i temi relativi alla digitalizzazione e commercio online.

Pochi giorni fa c’è stata la conferenza stampa per il lancio del progetto madeinitaly.gov.it che vi ha visto coinvolti anche in formula 1 a Imola nel gran premio del Made in Italy e dell’Emilia Romagna, ci può dare qualche dettaglio in più?

Anche la comunicazione deve adattarsi al cambiamento. In un mondo sempre più complesso e interconnesso, le sinergie tra settori, territori, imprese e organizzazioni diventano un fattore competitivo di successo. I grandi eventi sportivi possono raccontare non solo l’evento in sé, ma anche il sistema economico e produttivo intorno a cui ruotano, il territorio su cui insistono.

Le eccellenze, l’innovazione, la sostenibilità, le tradizioni, la biodiversità che siamo in grado di esprime entrano così, di volta in volta, nelle case di tutto il mondo. Il progetto Motor Valley, realizzato con il MAECI e la Regione Emilia Romagna, lo ha fatto con Formula 1 e tornerà a farlo con la MotoGP,  il Mondiale Superbike e il Motor Valley Fest.

Lo stesso stiamo facendo con il Giro d’Italia. Lo sport è inclusivo, aumenta la ricettività emotiva, stupisce. Esattamente come il Made in Italy nel mondo.

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ice giro d'italia

Obiettivo digitalizzazione

Qual è il principale freno alla digitalizzazione per le pmi?

Le nostre imprese pagano il conto di un gap tecnologico e di capitale umano accumulato negli anni. Al 2018, solo il 22,3% delle imprese utilizzavano tecnologie come il cloud e computing e solo il 7% i big data. Inoltre, anche le competenze digitali dei nostri professionisti sono rimaste indietro.

È per questo che come ICE investiamo molto in progetti formativi in ambito digitale, ma anche sulle nuove tecnologie, come la blockchain, che potranno aiutare le nostre imprese a colmare il ritardo degli ultimi anni. La pandemia ha dimostrato la grande capacità del nostro settore produttivo di accelerare e modificare processi e mezzi quando le circostanze lo richiedono.

Questa capacità è sicuramente la base di partenza che ci permetterà di cogliere i grandi vantaggi che deriveranno dalla transizione digitale prevista dal PNRR.

L’eccellenza manifatturiera italiana può fare da volano al rilancio dell’economia del Paese?

Assolutamente può e lo farà. Le nostre imprese sono particolarmente apprezzate all’estero per la loro eccellenza manifatturiera e tradizione artigiana che conferiscono loro una grande capacità di adattamento e flessibilità, rendendole capaci di offrire un servizio quasi su misura per ciascun cliente.

Inoltre, durante la pandemia abbiamo assistito a un aumento dell’export di prodotti intermedi, perché l’Italia è riuscita a sostituirsi ad altri Paesi storicamente esportatori che, non godendo della stessa flessibilità, hanno risentito maggiormente delle restrizioni derivanti dalla pandemia. Il 2021, secondo il nostro Rapporto ICE – Prometeia sulle prospettive dei mercati esteri, sarà l’anno della ripresa.

Se le nostre imprese sapranno conciliare la tradizione manifatturiera coi nuovi trend di mercato – digitale, innovazione, sostenibilità – potrebbero riportare l’export ai livelli pre-Covid già entro la fine dell’anno per i settori meno colpiti, entro il 2022 per quelli che hanno maggiormente risentito della crisi pandemica.

ice frecce tricolori

Quanto conta in questa operazione e che attenzione è riservata agli aspetti della sostenibilità e dell’economia circolare?

Sostenibilità e rispetto per l’ambiente sono fattori fondamentali che caratterizzeranno i mercati nel prossimo futuro. Attualmente l’industria italiana registra performance in questo settore migliori della media europea e addirittura, per la maggior parte dei comparti produttivi, al di sopra degli obiettivi dell’Unione.

Oggi, penso che il nostro primo compito sia saper comunicare questo aspetto, riportando la sostenibilità anche al suo ruolo di leva promozionale. Stiamo provando a farlo con il nostro portale www.madeinitaly.gov.it, ancora allo stato embrionale ma suscettibile di grande sviluppo.

Ma abbiamo allo studio anche diverse campagne di promozione mirate e saremo presenti a ExpoDubai, un grande palcoscenico per tutta l’eccellenza che come Paese siamo in grado di esprimere.

Considerare le difficoltà come sfide

Le eccellenze italiane investono settori diversissimi, dall’automotive all’arte passando per farmaceutica e agricoltura. Quali sono le difficoltà nel supportare un patrimonio così variegato?

Non mi piace parlare di difficoltà, ma di sfide. Promuovere le eccellenze dei diversi settori richiede una conoscenza approfondita delle loro dinamiche interne e dei mercati, per i quali possiamo contare su team specializzati e, soprattutto, sulla rete dei nostri 78 uffici all’estero.

Allo stesso tempo, sebbene ci troviamo ad affrontare spesso settori produttivi molto diversi fra loro, possiamo far leva su quei tanti punti in comune – fra tutti, qualità, flessibilità e artigianalità – che nel tempo hanno contribuito a costruire il brand Made in Italy oggi così apprezzato nel mondo.

SoftScience: 17 goal in 17 luoghi di Roma

SoftScience. 17 goal in 17 luoghi di Roma per la sua seconda edizione si svolgerà dal 17 al 23 maggio 2021, con  il patrocinio di ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e la collaborazione dell’Università di Roma-Sapienza ( il Corso di formazione interdisciplinare in Scienze della sostenibilità), la Comunità Educante Diffusa del VII Municipio di Roma, Caritas, ItaliaSmartCommunity e tanti altri, per misurarsi con i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Attraverso il format dei walkabout-esplorazioni partecipate radionomadi condotti da Carlo Infante si andranno ad interpretare i 17 obiettivi dell’Agenda 2030, incontrando i vari protagonisti che affrontano questa scommessa evolutiva sul campo, esplorando e conversando con loro nei centri di ricerca e in giro per la città, individuando percorsi urbani da tematizzare con precisa pertinenza.

I walkabout sono conversazioni erranti, caratterizzate dall’ausilio di smartphone e cuffie collegate ad una radioricevente (whisper radio), e permettono di ascoltare le voci dei partecipanti che oltre ad esplorare luoghi, scandagliano temi, attraversano eventi, esposizioni e situazioni, liberando un’energia congeniale, ludico-educativa e fondamentalmente partecipativa.

L’evoluzione di questo format è nello streaming web-radio georeferenziato per cui la risultante dei walkabout una volta svolti è una “mappa parlante” nel web con la pubblicazione dei geo-podcast. 17 walkabout “accenderanno l’attenzione” dei cittadini coinvolti nell’attraversamento esplorativo di alcuni luoghi dello spazio urbano, declinandoli secondo i temi connessi ai 17 obiettivi: povertà; cibo; salute; educazione; donne; acqua pubblica; energia pulita; lavoro; innovazione digitale; diseguaglianza; smart community; economia circolare; emergenza climatica; mare; biodiversità; legalità; partnership.

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SoftScience 2021

Alcune esplorazioni individueranno luoghi particolari nella città, esplicitando il principio fondante della SoftScience: la “scienza soffice” riguarda la capacità di declinare il pensiero-azione scientifico nella sollecitazione consapevole e coinvolgente della società che s’interroga sui nuovi modelli di sviluppo possibile. Non meno della natura fisica, anche il sistema sociale è caratterizzato da comportamenti che la scienza può, e deve, analizzare nell’intento di delineare previsioni per un futuro sostenibile. 

La realtà sociale di quest’ultimo secolo, in cui lo sviluppo scientifico e tecnologico (in particolar modo con il digitale) è diventato l’elemento cardine della trasformazione produttiva è quindi protagonista. La Società è sempre più un laboratorio in cui la Scienza, interagendo con cittadini-utenti consapevoli, deve riequilibrare tutti i processi nell’ottica dello Sviluppo Sostenibile, a partire da quel pensiero-azione che sottende la resilienza, concetto su cui oggi in troppi (che qualche anno fa ne ignoravano l’esistenza) si sperticano nel sottovalutare. 

Le Nazioni Unite hanno lanciato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile che Urban Experience declinerà in una serie di esplorazioni senzienti nelle geografie romane. Coniugare storie e geografie è la nostra strategia culturale tesa ad esplicitare quanto tutto sia interconnesso, a partire dal fatto che trattare di teorie mentre si attraversano luoghi pertinenti ne amplifica il senso (sia delle teorie affrontate nelle conversazioni radiofoniche sia dei luoghi stessi, spesso ricchi di genius loci).

L’attuazione dell’Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalla società civile alle istituzioni, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura e ciò comporta una migliore presenza di spirito che noi “addestriamo” con i nostri metodi di performing media storytelling.

Il processo di cambiamento del modello di sviluppo verrà elaborato attraverso il monitoraggio del  sistema  basato su 17 Obiettivi, 169 Target e oltre 240 indicatori. Ed è proprio rispetto a tali parametri che nell’arco dello sviluppo triennale di #SoftScience rileveremo gli step evolutivi dello Sviluppo Sostenibile attraverso un sistema di Intelligenza Artificiale che abbiamo definito Nuvola 3.0 con cui monitoreremo le parole chiave emerse dalle conversazioni radionomadi secondo le modalità del sentiment analysis.

Parleremo dei 17 Goal in 17 luoghi:  povertà con Caritas a Ponte Casilino e alla Diocesi di Roma; diseguaglianza con il Festival delle Periferie a Tor Bella Monaca; cibo nel Mercato rionale di Testaccio; salute con ASL2 a Cinecittà; educazione con la Comunità Educante del Municipio VII a Cinecittà; donne con Centro Antiviolenza a Villa Lazzaroni; acqua pubblica lungo il corso dell’Acquedotto Felice; legalità al Parco della Giustizia alla Romanina per la giornata della Legalità; partnership  con Festival delle Periferie; innovazione digitale con Comunità Educante Diffusa sulle mappature web del Municipio VII; lavoro con il Corso di Scienze della Sostenibilità alla Sapienza ; energia pulita con il Corso di Scienze della Sostenibilità alla Sapienza; smart community con il Corso di Scienze della Sostenibilità alla Sapienza ; emergenza climatica  con il Corso di Scienze della Sostenibilità alla Sapienza; economia circolare con la Comunità Educante Diffusa alla scuola primaria Garibaldi; mare lungo il Tevere, la via d’acqua che conduce al mare, con gli studenti del Master internazionale sulla Complessità Urbana di Sapienza-Università di Roma; biodiversità tra oliveti e macchia mediterranea in una cava dietro l’Appia Antica. Con il progetto di intelligenza artificiale Nuvola 3.0 sarà realizzata una sentiment analysis dei 17.

Il partner principale è l’Università di Roma-Sapienza (con il Corso di Formazione interfacoltà in Scienze della Sostenibilità), altri partner ed enti che supportano: Earth Day Italia, ItaliaSmArtCommunity, ASVIS, Caritas, Diocesi di Roma, ARCI, Fondazione Raffaele Fabretti, Comitato di Quartiere Tuscolano, Roma Bpa – Mamma Roma e i suoi Figli Migliori, Comunità Educante Diffusa del VII Municipio Roma Capitale. 

Il programma

Lunedì 17 maggio 

ore 11, Cava Fabretti (accesso da Istituto Tor Carbone, Via Tor Carbone 53) walkabout su goal biodiversità con apicoltori urbani

ore 17, IC Ceneda (plesso “Garibaldi” via Mondovì 16) walkabout su goal economia circolare con  Associazione “Anita”, Comunità Educante Diffusa e Hearth Platform 

Martedì 18 maggio 

ore 10, Sapienza-Università di Roma (Ingegneria, Via Eudossiana 18) walkabout su goal smart community

ore 11 walkabout su goal emergenza climatica

ore 12 walkabout su goal lavoro

ore 13 walkabout su goal energia pulita con Corso di Formazione interfacoltà in Scienze della Sostenibilità e Hearth Platform 

ore 16, Centro di salute mentale ASL2 (Piazza di Cinecittà 11) walkabout su goal salute con la Comunità Educante del Municipio VII

Mercoledì 19 maggio 

ore 17, Casa di Accoglienza “Santa Giacinta” (via Casilina Vecchia 19), walkabout su goal povertà con Caritas e Diocesi di Roma 

Giovedì 20 maggio

ore 11, Liceo Scientifico “Gullace” (Piazza dei Cavalieri del Lavoro, 18) walkabout su goal educazione con la Comunità Educante del Municipio VII

ore 15, Architettura-Sapienza Università di Roma (Piazza Borghese 9) walkabout su goal mare lungo il Tevere, la via d’acqua che conduce al mare, con gli studenti del Master internazionale sulla Complessità Urbana 

Venerdì 21 maggio

ore 11, Parco degli Acquedotti (Via Lemonia 221) walkabout su goal acqua pubblica con Comunità Educante del VII Municipio, RetakeRoma 

ore 16 Centro AntiViolenza (Villa Lazzaroni, Via Appia Nuova 522) walkabout su goal donne con la Comunità Educante e Hearth Platform 

ore 18 Centro giovanile Scholé (Villa Lazzaroni, Via Appia Nuova 522) walkabout su goal  innovazione digitale con Comunità Educante del Municipio VII. Presentazione di Nuvola 3.0 sulla sentiment analysis dei 17 goal di Agenda 2030.

Sabato 22 maggio 

ore 12, Mercato rionale di Testaccio (Via Aldo Manuzio 66b, box66) walkabout  su goal cibo tra i banchi del mercato con Collettivo Gastronomico Testaccio

ore 18, Dalla Stazione Metro di Torre Gaia al Teatro Tor Bella Monaca walkabout  su goal diseguaglianza nell’ambito del Festival delle Periferie 

ore 19 Teatro di Tor Bella Monaca (Via Bruno Cirino 5) talk su goal partnership nell’ambito “Mappening. Le mappe partecipate” per il Festival delle Periferie”

Domenica 23 maggio 

ore 17, ITC Lombardo Radice ( Piazza Ettore Viola 6)  verso il Parco della Giustizia  (entrata da Via del Ponte delle Sette Miglia 245) walkabout su goal legalità nell’ambito della Giornata della Legalità.

giornata mondiale contro l'omofobia

Coca-Cola, IKEA e gli altri brand che si sono schierati contro omofobia, bifobia e transfobia

Oggi è la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia, la transfobia e l’intersessuofobia. Celebrata in oltre 130 paesi nel mondo è anche chiamata IDAHOBIT, acronimo di International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia.

Una data riconosciuta a livello mondiale che cade il 17 maggio di ogni anno. Questa ricorrenza è stata scelta per contrassegnare la decisione di rimuovere l’omosessualità dalla Classificazione internazionale delle malattie mentali dell’OMS nel 1990.

Da allora, il movimento ha acquisito sempre più slancio a livello globale ed è osservato da molte aziende e settori.

Lo scopo dell’IDAHOBIT è quello di coordinare eventi che aumentino la consapevolezza delle questioni di uguaglianza LGBT+ e mettano in luce la consapevolezza dei progressi compiuti in tutto il mondo.

I top brand sono soliti lanciare articoli e campagne a tema per questa giornata speciale e per il mese successivo del Pride. Ma solo perché un brand è disposto a schiaffeggiare un arcobaleno su qualcosa – pratica paragonata al “pinkwashing” e fortemente criticata negli ultimi anni – non significa che sia effettivamente LGBT-friendly.

IDAHOBIT

Gli eventi degli ultimi anni hanno portato in primo piano l’esigenza da parte delle aziende di condividere la propria brand purpose con i consumatori, che oggi più che mai si aspettano che i marchi parlino di importanti questioni sociali.

Secondo uno studio, infatti, il 68% dei consumatori statunitensi si aspetta che i marchi siano chiari sui propri valori, mentre i Millennials e la Generazione Z hanno le aspettative più alte di tutte le fasce d’età.

Mentre il Pride Month 2021 si avvicina, diamo uno sguardo a brand e aziende che stanno dimostrando un autentico impegno per l’amore, la diversità e l’inclusività. Ecco alcuni marchi che già da alcuni anni collaborano con organizzazioni senza scopo di lucro e stanno concentrando i loro sforzi con l’obiettivo di amplificare le voci e i diritti LGBT+.

Una carrellata di brand che hanno preso una posizione e hanno deciso di fare qualcosa di significativo.

IKEA 2021

Equality, diversity e inclusion sono alla base della visione strategica e dei valori IKEA. Riconoscere le differenze e garantire l’uguaglianza significa creare una cultura nella quale le persone possano sentirsi sé stesse ovunque, a casa, sul posto di lavoro, nella quotidianità.
IDAHOBIT
Per questa ragione il colosso dell’arredamento svedese già da diversi anni è impegnato nella lotta contro l’omofobia. Per enfatizzare la sua posizione presenta prodotti e altri articoli arcobaleno che irradiano con quello spirito multicolor.

Per celebrare il Tokyo Rainbow Pride di quest’anno, IKEA Giappone ha rilasciato una piccola serie di articoli a tema arcobaleno. La collezione include due borse Storstomma e un altoparlante bluetooth, oltre a tre diversi sfondi virtuali, completi di coriandoli, che si possono scaricare gratuitamente per le videochiamate su Zoom.

Quest’anno nel nostro paese il brand ha deciso di compiere un gesto simbolico, adottando ed esponendo la Progress Flag in tutti i 21 store d’Italia, una bandiera che parla del progresso verso una società che accolga e rispetti ciascun individuo, con la sua storia e la sua esperienza di vita. Un progresso che va costruito giorno dopo giorno con l’impegno di tutti.

IDAHOBIT

Ai 6 colori della Rainbow Flag, molto conosciuta, si aggiungono il nero e il marrone che rappresentano la comunità LGBT+ di colore, il rosa, l’azzurro e il bianco che rappresentano le persone transgender.

Qui invece l’ultimo video di IKEA Italia per celebrare l’IDAHOBIT.

LEGGI ANCHE: IKEA lancia la campagna #FateloACasaVostra per la giornata mondiale contro l’omofobia

Kellogg’s 2021

Kellogg’s e GLAAD, l’organizzazione che da oltre 30 anni è in prima linea nel cambiamento culturale per l’accettazione della comunità LGBT+, si sono uniti per introdurre un nuovo tipo di cereali per il mese del Pride 2021. Il cereale Together With Pride mira a celebrare tutti coloro che siedono a tavola.

La prima collaborazione di Kellogg’s con GLAAD risale al 2019 quando insieme crearono All Together Cereal.

La nuova selezione di cereali è un’estensione della collaborazione esistente tra il marchio Kellogg’s e GLAAD. I pezzi colorati sono aromatizzati ai frutti di bosco e ricoperti di glitter commestibili.

Absolut 2021

L’iconico brand di vodka Absolut presenta la nuova limited edition ABSOLUT Rainbow 2021, una bottiglia in edizione limitata, il cui obiettivo è celebrare i 40 anni del brand a supporto della comunità LGBT+. Il brand che da sempre si contraddistingue per la sua visione contemporanea, fuori dagli schemi, supporta la comunità LGBT+ sostenendo fermamente che un mondo colorato, senza alcun tipo di barriere linguistiche, sessuali sia qualcosa per cui lottare.
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Il design della bottiglia realizzata in collaborazione con la Gilbert Baker Foundation, un’organizzazione no-profit con sede a New York fondata nel 2017 con l’obiettivo di portare avanti l’eredità del designer-attivista, è una rielaborazione dell’iconica bottiglia realizzata nel 2008 con Gilbert stesso.

La bandiera, protagonista assoluta della bottiglia, è realizzata con colori metallici, vivaci, che prendono vita da diverse angolazioni grazie al liquido che funziona come una lente di ingrandimento. Sul retro della bottiglia compare la scritta “Sway It with Pride”, che rende omaggio ad un artista rivoluzionario e alla sua eredità, che ancora oggi continua a vivere.

Avon 2021

Anche Avon conferma il suo impegno contro l’omofobia e la discriminazione LGBT+. Il brand leader mondiale nel settore beauty nel canale della vendita diretta di prodotti cosmetici e parte del Gruppo Natura &Co, da anni è schierato in prima linea per combattere le differenze di genere sostenendo la diversità in tutte le sue forme, le discriminazioni e, in senso più ampio, la violenza.
IDAHOBIT
Per la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, Avon lancia un nuovo messaggio “La bellezza è di tutti” per sensibilizzare l’opinione pubblica sul riconoscimento e la difesa dei diritti umani, indipendentemente dall’orientamento sessuale, identità o espressione di genere.

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Burger King 2020

Tra i sostenitori di uguaglianza, amore e diritto di essere liberi c’è anche Burger King. Ha fatto scalpore la campagna di qualche mese fa in cui la mascotte di BK, in pieno spirito LGBT+, ha condiviso un bacio appassionato con l’arcinemico Ronald McDonald.

Per la settimana del Pride di Helsinki di settembre 2020, come parte della sua sponsorizzazione dell’evento, Burger King ha allestito manifesti in tutta la città reclamizzando con orgoglio che “L’amore vince tutto”.  L’incredibile immagine del bacio rimarrà impressa nelle nostre menti sicuramente per molto tempo.
Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia
Non è la prima volta che Burger King mostra sostegno alla comunità LGBT+, già nel 2014, aveva debuttato con il “Proud Whopper”.
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La versione in edizione limitata del suo iconico hamburger Whopper era nata per celebrare l’orgoglio LGBT a San Francisco: l’involucro arcobaleno riportava la scritta “siamo tutti uguali dentro”.

Coca Cola 2020

Coca-Cola si impegna a supportare la comunità LGBT+ in tutto il mondo, prestando il proprio marchio all’inclusione di individui emarginati.

 

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Il brand ha supportato gli eventi Pride, ha indossato la bandiera arcobaleno e recentemente ha preso posizione, creando un contraccolpo pubblico e anti omofobo attraverso pubblicità inclusive in Ungheria.
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Skittles 2017

Fece scalpore anche Skittles quando nel 2017 con una campagna a sostegno delle celebrazioni del Pride decise di trasformare packaging e prodotto.


Il famoso brand di caramelle multicolore aveva rilasciato una lettera indirizzata alla comunità LGBT, che diceva: “Durante il Pride solo un arcobaleno è importante, quindi abbiamo rinunciato al nostro per mostrare il nostro supporto”.

Mercedes 2017

Qualche anno fa Mercedes Benz Canada aveva pubblicato un breve film documentario intitolato “Painted with Love”. Con più di mezzo milione di visualizzazioni, il corto ribadisce il sostegno di Mercedes per la comunità LGBT+ e racconta esperienze di vita reali di chi ha subito comportamenti omofobi. L’azienda ha combinato questi ricordi dolorosi con il potere curativo dell’arte creando un murales rappresentativo.

Mercedes spalanca così le braccia ai consumatori che hanno diverse sessualità, incoraggiando le persone a essere loro stesse e sottolineando che le esperienze negative non definiscono una persona.

Innovazione strategica: uscire dalla crisi grazie al Digital Business Model

L’obiettivo non è giocare meglio degli altri, ma cambiare le regole del gioco. Cosa possiamo offrire di veramente innovativo, a chi e come? Sono queste le domande fondamentali che ogni imprenditore e manager oggi deve porsi come primo passo per portare la propria organizzazione fuori dalla crisi nella quale l’emergenza ha gettato l’economia globale o anche solo per far fare alla propria impresa il salto di qualità che la metterà al riparo da future difficoltà.

Ed è proprio a queste domande – e alle risposte – che sarà dedicato il prossimo Strategy Innovation Workshop sul tema Digital Business Model, rivolto in particolare a imprenditori e manager che guidano aziende attraverso le sfide del nostro tempo, ma anche a tutti coloro che a vario titolo si occupano di questi temi.

LEGGI ANCHE: Cosa è la creator economy, come funziona e perché ci riguarda tutti

A partire dal 1700 abbiamo assistito a una rivoluzione industriale ogni circa cinquant’anni. Da 20 anni a questa parte, i cicli economici durano decisamente molto meno. A titolo di esempio, se si guarda quali sono i paesi in ordine per dimensione dell’economia o se si guarda quali aziende compaiono negli indici di borsa venti anni fa ed oggi, ci accorgiamo che il cambiamento è stato radicale e questo cambiamento è in costante fase di accelerazione, grazie anche all’impatto che la trasformazione digitale ha sull’economia, consentendo di fare le stesse cose in maniera più efficiente. Ma la tecnologia abilita anche e soprattutto la creazione di nuovi modelli di business. Questa opportunità va colta e va colta in fretta.

Sottolinea Carlo Bagnoli, Ordinario di Innovazione Strategica presso il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia, fondatore di Strategy Innovation e co-autore del volume Business Model 4.0. I modelli di business vincenti per le imprese italiane nella quarta rivoluzione industriale.

Digital Business Model

Il workshop, che prenderà le mosse dal volume Business Model 4.0. I modelli di business vincenti per le imprese italiane nella quarta rivoluzione industriale (autori Carlo Bagnoli, Alessia Bravin, Maurizio Massaro, Alessandra Vignotto con contributi di Gianluca Biotto e Carmelo Mariano, Edizioni Ca’ Foscari, scaricabile qui) affronterà i temi cruciali attraverso l’analisi di casi studio reali e grazie al contributo di Stefano Rebattoni, Amministratore delegato di IBM Italia, Michele Parisatto, Managing Partner di KPMG Advisory Italia e Stefano  Brandinali, Chief Digital Officer e Group CIO di Prysmian Group.

L’appuntamento è per il 21 maggio 2021 alle ore 18 con il webinar online. Necessario registrarsi.

Gli Strategy Innovation Workshop sono organizzati da Strategy Innovation e Fondazione Università Ca’ Foscari con il sostegno di importanti partner italiani: Intesa Sanpaolo, Arper, Axians, Cisco, KPMG e Sharp.

digital tool della settimana

Woolaroo, NovoChat e Squirrel365 : i digital tool della settimana

Presentare in modo dinamico e visivamente più attraente i noiosi fogli di calcolo nella riunione del lunedì, può essere la svolta per alleggerire un po’ la giornata e iniziare la settimana con il piede giusto.

Altri strumenti digitali, possono venirci incontro quando si tratta di ottimizzare gli annunci per il web e i social e monitorare i relativi risultati. Questo tool digitale, insieme ad altri preziose app ed estensioni per il browser come le applicazioni che ci permettono di gestire gli invii multipli di email, personalizzandoli, possono velocizzare le procedure e contribuire ad aumentare la nostra produttività.

Scopriamo insieme i digital tool selezionati per questa settimana.

LEGGI ANCHE: SEO Toolbet, Face Generator e Autopilot: i digital tool della settimana

Lingue in via di estinzione

wolaroo tool digitale

AI e machine learning oggi ci consentono anche di proteggere e preservare il nostro passato e il nostro patrimonio culturale. Per farlo c’è, ad esempio, Woolaroo, l’app che usa la tecnologia per preservare il māori, della Nuova Zelanda o lo yugambeh, degli aborigeni australiani. E tra le lingue da ‘salvare’ con l’app c’è perfino il greco-calabro, ancora oggi parlato in alcuni lembi della Calabria ellenofona.

WhatsApp Broadcast

novochat

Se hai l’esigenza di inviare messaggi personalizzati a contatti esistenti o nuovi in massa, NovoChat ti aiuta con un tool che personalizza i singoli invii tramite CSV. Per iniziare basta caricare un nuovo messaggio e il gioco è fatto.

Pubblicità digitale

tool creazione dati

Creare e ottimizzare gli annunci per web e social può portare via davvero molto tempo e impegno. ADYOUNEED ti aiuta a creare ads su Facebook, Instagram e Google, e a monitorare i risultati.

Cancellare post e foto dai social media

cancellare i post dai social media tool

Per tutti i pentiti del “Pubblica adesso”, o per chi gestisce una pagina che ha deciso di cambiare linea editoriale, questa estensione per Chrome promette di eliminare in massa post, foto e altre attività di Facebook.

Condividi facilmente i tuoi excel

squirrel365

Squirrel365 è uno strumento che, senza far ricorso al codice, utilizza la logica dei tuoi fogli di calcolo per trasformarli in applicazioni web interattive. Potrai pubblicare, condividere o presentare le tue creazioni rapidamente e facilmente sul web o in PowerPoint.

Google, partnership con SpaceX per l’internet satellitare Starlink

SpaceX, società di Elon Musk, annuncia la partnership con Google, per portare servizi cloud e connessioni internet alle imprese anche nelle zone più remote del pianeta attraverso i satelliti Starlink.

Un’alleanza strategica, destinata a cambiare gli equilibri del mondo informatico e le posizioni di potere tra le big tech, in particolare per Google che aspira a guadagnare quote rispetto ad Amazon e Microsoft nel mercato in rapida crescita del cloud computing. Addirittura, alcuni analisti, si interrogano sulla possibilità che possa configurarsi come un’alternativa all’internet terrestre.

Starlink si affiderà, così, alla rete in fibra ottica privata di Google, per stabilire rapidamente connessioni ai servizi cloud, in base all’accordo che secondo i rumors vicini alle due società, potrebbe durare sette anni.

Google Cloud potrà disporre del servizio internet satellitare senza passare per le infrastrutture terrestri: a sua volta metterà a disposizione il suo servizio cloud e i suoi data center per aiutare SpaceX a portare i servizi internet in tutto il mondo attraverso i suoi satelliti Starlink.

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Come funzionerà in termini operativi la partnership?

SpaceX installerà delle stazioni a terra, nei data center di Google (inizialmente negli Stati Uniti, ma con l’obiettivo di espandersi a livello internazionale), che si connetteranno ai satelliti Starlink per trasmettere dati, servizi cloud e applicazioni ai clienti, sfruttando la capacità di Starlink di fornire Internet a banda larga ad alta velocità e bassissima latenza in tutto il mondo e nell’infrastruttura di Google Cloud. A sua volta, Google potrà fornire ai suoi clienti il servizio internet satellitare di SpaceX, che potrebbe essere attivo già nella seconda metà del 2021

Gli investitori contano sul nascente business cloud di Google per stimolare la crescita nel caso in cui la sua attività pubblicitaria rallenti. Sebbene il business cloud di Google abbia prodotto solo il 7% dei ricavi totali della società madre Alphabet nel primo trimestre, è cresciuto di quasi il 46% anno su anno, rispetto all’aumento del 32% per i servizi pubblicitari di Google.

“Siamo fieri di lavorare con Google per fornire questo accesso alle imprese, alle organizzazioni del settore pubblico e ad altri gruppi nel mondo. Offriremo alle organizzazioni del mondo intero una connessione sicura e rapida”, ha dichiarato Gwynne Shotwell, presidente di SpaceX.

Urs Holzle, vice presidente di Google Cloud, ha evidenziato che la collaborazione permetterà di garantire alle organizzazioni che utilizzeranno la rete “un accesso fluido, sicuro e rapido”.

 

nasa lancio spacex

LEGGI ANCHE: New Space Economy, un’opportunità di business per le imprese

SpaceX e la recente valutazione di 74 miliardi di dollari

SpaceX è una delle start-up private più preziose al mondo, avendo raccolto fondi per una valutazione di 74 miliardi di dollari a febbraio, ha riferito la CNBC. Google ha investito 900 milioni di dollari in SpaceX nel 2015. SpaceX ha lanciato in orbita oltre 1.500 satelliti Starlink e la scorsa settimana la società ha affermato che più di 500.000 persone hanno ordinato o effettuato un deposito per il servizio internet.

Google nel fiorente business del cloud insegue con una quota di solo il 5% giganti come Microsoft e Amazon che controllano il mercato enterprise. Nello spazio non se la giocherà da solo, perché Amazon attraverso il progetto Kuiper prevede di lanciare 3.500 satelliti.

Un accordo unico nel suo genere

“Non credo che qualcosa di simile sia stato fatto prima“, sottolinea Bikash Koley, responsabile del networking globale di Google. “Il vero potenziale di questa tecnologia è diventato molto evidente. Il potere di combinare il cloud con la connettività sicura universale, è una combinazione molto potente “.

Il potenziale del cloud computing

Amazon ha reso popolare il business del cloud pubblico con il lancio nel 2006 di strumenti di elaborazione e archiviazione generici dalla sua divisione Amazon Web Services. Google ha introdotto il proprio servizio di elaborazione nel 2012 e negli ultimi due decenni, ha investito per assemblare una rete in fibra ottica privata per collegare i suoi data center. Sebbene gran parte della crescita del cloud di Google sia derivata dalla cura delle esigenze di elaborazione e archiviazione per clienti come Goldman Sachs e Snap, l’accordo SpaceX si baserà in gran parte sulle capacità di rete di Google.

I fornitori di servizi cloud si sono sempre più concentrati sul settore delle telecomunicazioni, in particolare con l’ascesa della connettività 5G.

LEGGI ANCHE: Starlink, la connessione internet satellitare di Elon Musk apre in Italia. Copertura entro il 2021

Sei sicuro di essere in regola con la GDPR e la privacy in azienda?

Settimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

Tema della puntata è il GDPR, General Data Protection Regulation: abbiamo affrontato la violazione della privacy, soprattutto nel settore informatico, dalla figura che si è delineata del DPO, ai cookie di terze parti su Google, e tanto altro. Ospite della puntata è Giovanni Maria Riccio, Docente, Avvocato e Partner E-lex.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Il vasto mondo del GDPR: cos’è?: min 1,55
  • I principali obblighi per le imprese: min 4,40
  • In che modo si utilizzano i data come risorse: min 14,10
  • Come proteggersi dai Data Breach: min 16,28
  • Google elimina i cookie di terze parti: min 19,25
  • L’UE ha vietato l’uso dell’AI: min 20,55
  • I minori sui social network: Instagram Kids: min 28,40
  • La nuova figura del DPO: min 34,15
  • Sanzioni per violazioni: min 38,30

cookieless

L’era cookieless è vicina: regole di base per non farsi prendere dal panico

Il mondo digitale è uno scenario in constante evoluzione e, soprattutto per gli addetti ai lavori, è fondamentale rimanere aggiornati.

È proprio in questo contesto di mercato che vogliamo fare chiarezza su una tematica di cui si sente parlare ormai da mesi, ma ora più attuale che mai: la scomparsa dei cookies di terze parti dal browser Chrome, a partire dal 2022. Sì, proprio quelli che, ogni volta che navighiamo, siamo costretti, più o meno consapevolmente, ad accettare per poter fruire del contenuto in pagina.

Prima di spiegare quali saranno le conseguenze per le persone e per tutto il mercato della pubblicità on line della scomparsa di questo metodo di tracciamento, facciamo uno step back su cosa siano i cookies e quali compiti hanno avuto in questi anni di tracciamento e monitoraggio degli utenti sui siti internet.

Marketing Automation

Cosa sono i cookies

I cookies sono strumenti utilizzati dai siti web per archiviare e recuperare informazioni e rientrano in diverse classificazioni.

Sono chiamati “cookies di prima parte” quelli gestiti direttamente da proprietario del sito che stiamo visitando. Sono invece definiti “cookies di terze parti” quelli che appartengono a domini diversi da quello che l’utente sta visitando (ad esempio, la raccolta di statistiche sui click di un banner pubblicitario).

Vengono classificati dunque in base a un unico parametro, quello della provenienza.

Chiarito questo aspetto, vediamo insieme quali potrebbero essere le conseguenze per utenti, publisher e i marketers che dovranno necessariamente rivedere le logiche di profilazione delle loro target audience quando i cookie di terze parti spariranno dal panorama digital.

Possiamo asserire che la possibilità e la necessità di personalizzare nel minimo dettaglio le campagne di digital advertising, finiranno col perdere questa peculiarità che verrà colmata probabilmente con nuovi tool di monitoraggio e tracking.

La maggior parte dei browser offrivano già la possibilità agli utenti di disabilitare la trasmissione dei cookies di terza parte. A breve, però, tutti i browser bloccheranno completamente questa possibilità.

Teads ha sviluppato una lista di 5 regole per supportare i marketer di tutto il mondo nello sviluppo di strategie pubblicitarie efficaci e garantire vantaggi misurabili senza l’utilizzo dei cookie.

#1. Sii preparato ad affrontare la sfida

Non c’è dubbio, si tratta di una sfida. Il marketing utilizza i cookies come base per le strategie digitali da anni ormai, quindi, per continuare a essere efficace e avere successo è necessario un cambiamento. Un cambio di approccio, un cambio di team, partner e scopo.

Solo con la giusta preparazione, il successo arriverà. Assicurati che i tuoi parametri siano chiaramente definiti; come è strutturato il tuo mercato? Dove sono presenti i tuoi marchi e come misurerai il successo in futuro? Analizza e revisiona le tue attuali necessità di Audience Targeting e dividile in macro categorie, per esempio demografiche, interessi, intent.

#2. Ridisegna la tua strategia di dati di prima parte

Sia in termini di raccolta, sia di utilizzo dei dati, la maggior parte dei dati proprietari dei clienti, che dipende in grande misura dai cookie, si ridurrà. Nonostante questa prevista riduzione di volume, diventa paradossalmente ancora più strategico concentrare il proprio tempo nell’utilizzarli, ma in modo diverso. Ci sono step chiave da seguire:

  1. Utilizzare i dati non solo per il targeting standard.

Devi andare al di là del semplice utilizzo dei tuoi dati per il direct messaging/lookalike. Come priorità, sviluppa una strategia in cui i tuoi dati possono essere utilizzati in due casi d’uso fondamentali:

  • Supportare la pianificazione e il processo decisionale cookieless

I dati che possiedi sui tuoi consumatori dovrebbero diventare il punto di partenza fondamentale della tua trasformazione Cookieless, ad esempio usandoli per analizzare quali sono i contesti in cui intercettare i tuoi clienti più preziosi. Conoscere il tipo di contenuto che i tuoi clienti stanno leggendo in ciascun mercato e per ogni marchio, ti aiuterà a definire la tua strategia di targeting contestuale iniziale.

  • Per supportare le esigenze di misurazione

La misurazione del rendimento e dell’efficacia non deve essere eseguita per il 100% delle campagne, ma solo su una percentuale statisticamente rappresentativa. Assicurati di utilizzare i tuoi dati proprietari per potenziare il più possibile la misurazione dell’efficacia dei media (ad esempio: acquisire segnali online / offline di visite sui tuoi siti proprietari).

  1. Introdurre un sistema sostenibile di gestione di tutti gli aspetti dell’identità online in conformità con le regolamentazioni della privacy

Esamina tutti i tuoi canali di raccolta e utilizzo dei dati per valutare come puoi mappare i tuoi utenti con login / identificatori permanenti. Quando gli editori introdurranno un volume significativo di ID univoci sull’open-web, dovrai già essere in grado di usarli.

Assicurati, inoltre, che la gestione della privacy dei tuoi dati sia ottimale (consenso utente, diritto di attivare/disattivare la condivisione dei propri dati, ecc). Quest’ultimo aspetto dovrebbe essere affrontato non solo da una prospettiva normativa, ma anche per assicurarti di coinvolgere i tuoi consumatori nel modo giusto.

#3. Adatta le tue capacità di audience agli sviluppi futuri

Nonostante le molte iniziative in ambito cookieless, dobbiamo essere realistici: non ci sono soluzioni univoche valide per tutto. Saranno necessari approcci differenti da testare e combinare per mantenere lo stesso livello di efficacia pubblicitaria.

Assicurati di monitorare e testare le iniziative più rilevanti nell’industry:

  1. Privacy Sandbox: tieniti pronto per i primi test che saranno lanciati nell’ H1 2021. Scopri di più qui.
  2. Profilazione real-time: utilizza gli insight e i signal cookieless più rilevanti come proxy di un’audience (es. contesti, modello del device, ecc.)
  3. I dati di prima parte degli editori: Identifica gli editori che hanno i dati più rilevanti per la tua audience principale. Questo approccio ha tante opportunità quanti limiti, quindi assicurati di essere ben consapevole di entrambi prima di prendere qualsiasi direzione
  4. Unique ID: tieni presente che si tratta di utilizzare un unico identificativo e che molti editori stanno progressivamente attivando più soluzioni di accesso ai contenuti. Monitora la scalabilità e comincia a testarne l’utilizzo se possibile (sul medio/lungo termine).

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#4. Scopri il potere del contenuto

Il Contextual Targeting non è un piano B. È un’efficace strategia media che abbiamo validato con diversi brand in tutti i mercati. La sfida del targeting contestuale su larga scala, è che i segreti per far leva sulla sua massima efficacia non sono chiari a molti. Quindi, quali sono i passaggi per assicurarsi di poterlo sfruttare al meglio? Come tutte le buone campagne, si deve iniziare con un buon piano media per garantire un’adeguata fruibilità.

Usa i tuoi dati di prima parte, i nuovi strumenti e le intuizioni per scoprire quali segnali contestuali possono essere utilizzati, quando e come.

I passaggi successivi sono l’utilizzo delle informazioni contestuali per l’adattamento delle creatività: come possono essere personalizzate le tue creatività in base al contenuto della pagina per amplificare il tuo messaggio? Misura i risultati e comparali all’audience targeting, rimarrai piacevolmente sorpreso dai risultati.

Analizza tramite A/B test soluzioni di contextual targeting differenti per scoprire quale funziona meglio per i tuoi marchi e le tue campagne, al momento giusto.

Durante il 2021, sii pronto ad andare anche un passo oltre esplorando nuovi signal contestuali su larga scala: meteo, ora del giorno, modelli di dispositivi, per esempio. Sono tutte dimensioni cookieless chiave, che consentono una maggiore personalizzazione ed efficacia dei media.

#5. Non perdere la bussola

Il percorso di trasformazione cookieless può portarti ad affrontare molteplici sfide che puoi anticipare in modo proattivo. Il miglior approccio è quello di lavorare per trovarti nella miglior posizione per continuare a:

  1. Adottare il giusto mindset: non c’è bisogno di farsi prendere dal panico, ma la questione cookieless deve essere considerata in maniera seria e compresa chiaramente dalla tua azienda di digital marketing.
  2. Focalizzarti sugli obiettivi: definisci in maniera chiara la timeline e lo scopo del progetto. Cosa verrà testato, come e quando? Non testare alla cieca tutte le soluzione dell’ad-tech.
  3. Comunicare, partecipare ai working group e condividere i tuoi risultati: mostra i tuoi migliori lavori all’intera industry e trai beneficio dalle esperienze e punti di vista degli altri brand. Questa è una sfida che dobbiamo affrontare tutti insieme, ma la collaborazione intersettoriale è il modo migliore per fornire risultati di business e al contempo riguadagnare la fiducia dei consumatori

L’epoca cookieless che ci apprestiamo a vivere definirà un nuovo ecosistema digitale per gli utenti, i publisher e gli advertiser, tuttavia non va interpretata come una minaccia, ma come un’interessante opportunità per lavorare in maniera ancora più trasparente e consapevole.