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  • La Pratica, recensione del nuovo lavoro letterario di Seth Godin

    La creatività non è arte e non ha niente di magico, ma è una componente che esiste già in ogni genere di business

    17 Febbraio 2021

    La Pratica è l’ultimo lavoro dell’autore statunitense Seth Godin, in uscita il 17 febbraio in Italia, edito da ROI Edizioni. Le pagine scorrono come se fossero una birra ghiacciata in piena estate, a Ferragosto. A ogni capitolo, continuo a ripetermi “Questa roba non poteva essere spiegata meglio, il buon vecchio Seth ci ha preso ancora“. Sì, perché non si può che annuire a ogni frase letta come un piccolo mattoncino che lentamente va a costruire le basi del discorso. la pratica copertina

    La Pratica: la ricetta della creatività è che ognuno ha la propria

    Godin si toglie subito dall’imbarazzo e già dalle prime pagine dichiara la sua personale “checklist” per una pratica di successo. 14 punti chiari e trasparenti che descrivono step-by-step cosa si dovrebbe fare per creare qualcosa degno di nota. Ah, è tutto qui? Fin troppo semplice! La checklist va in profondità. Non c’è uno solo dei 14 punti che non richieda approfondimento. Questo ce l’ho, anche questo, e così via. No! Non puoi spuntarli tutti in pochi secondi. Devi riflettere, e così scopri che “C’è una pratica a disposizione di ognuno di noi: adottare il processo creativo al servizio del miglioramento. La pratica non è il mezzo per raggiungere il risultato, la pratica è il risultato perché essa è tutto ciò che possiamo controllare”. (Ti vedo che ora stai facendo sì con la testa.) E dire che in molti hanno provato a dare la formula vincente della creatività. Tanti hanno provato a teorizzare il processo da mettere in atto (la Pratica, appunto) per arrivare velocemente al successo. E forse è per questo che l’autore statunitense ha deciso di scriverci un libro. Che, tra l’altro, calza a pennello con il momento attuale di incertezza che vive la società globale. Come molti continuano a ripetere, “È il tempo dei costruttori”.
    La magia del processo creativo è che non c’è magia. Iniziate dal punto in cui siete. Non fermatevi.
    Pensate cosa avrebbe potuto rispondere Botticelli, se qualcuno gli avesse chiesto la ricetta segreta per dipingere la Nascita di Venere. Allo stesso modo, Godin ricorda nel suo ultimo libro cosa disse Susan Kare, designer dell’interfaccia del primo Mac: “Non si può davvero decidere di dipingere un capolavoro. Si deve solamente pensare tanto, lavorare sodo e provare a realizzare un dipinto che ci sta a cuore. Poi, se si è fortunati, la propria opera troverà un pubblico per cui sarà significativa.” A due anni dal suo ultimo saggio “Questo è il Marketing“, Seth Godin sente la necessità di mandare un messaggio ai creatori di idee. Lancia un vero e proprio appello indistinto a tutti quelli che nella vita creano qualcosa, qualsiasi tipo di creazione (non solo nel marketing) e lo fanno semplicemente ispirati dalla loro “pratica”. Più volte Godin esprime il concetto per il quale creare qualcosa, portare un progetto innovativo alla realizzazione, è prima di tutto un atto di fede. Soprattutto, da parte del suo artefice.

    Chi è davvero il creativo

    Il “creativo” secondo Seth Godin è l’uomo che riesce a dare un suo contributo personale al mondo. Non importa di cosa si occupi, il creativo trova la soluzione al problema. Agisce per migliorare le cose. Si sente un leader generoso che “mette in pratica” un atto di crescita e connessione in tutto ciò che fa, in primis il suo lavoro. Un esempio pratico? Il receptionist! Come spiega Seth Godin, “Essere un receptionist piuttosto bravo è facile. Siete fondamentalmente un addetto alla sicurezza che indossa bei vestiti e utilizza strumentazioni a bassa tecnologia. State seduti alla scrivania e vi assicurate che gli ospiti non rubino i soprammobili e non varchino il magico ingresso senza essere accompagnati. (…) Ma un grande receptionist inizia agendo come un vicepresidente insignito della responsabilità della reception” quando accoglie le persone. La differenza risiede nel pensare che non è solo una mansione, un semplice lavoro. C’è uno scopo. Ecco cosa significa impegnarsi in un quotidiano esercizio di creatività. Non è un percorso breve, non è la classica scorciatoia per arrivare al risultato, ma è senza dubbio la scelta più saggia per far sentire la propria voce autentica e genuina. Condividere le proprie idee credendo in sé stessi, facendo pace con la Sindrome dell’Impostore (altro tema discusso da Godin nel libro) e raggiungendo il successo a prescindere dal genere di business di cui ci si occupa.

    Il creativo pratica la generosità

    Non esistono formule industriali per la creatività. Il creativo è di natura generoso. Una generosità che si esprime con la scelta di esplorare la novità, se necessario creare senso di disagio, nel proprio “io” e nel pubblico che ci osserva. “Scegliere di offrire solamente comfort mina il lavoro dell’artista e del leader. In definitiva, crea meno impatto e addirittura meno accoglienza“. Niente di più vero. Pensate ai fratelli Lumiere e alla proiezione de “L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat” nel 1896 che fa sussultare i presenti in sala! Insomma, impegnarsi in un quotidiano esercizio di creatività significa essere generosi, ma non solo. Ci vuole anche coraggio. Coraggio di percorrere una strada lungo la quale si incontreranno fischi, insicurezze, costi irrecuperabili. E, nonostante questo, un creativo sa di dover andare avanti. Capisce che la pratica è anche questo: affrontare le situazioni spigolose per farne motivo di crescita. Ci dice Seth Godin: “La difficoltà desiderabile è il duro lavoro di realizzare un duro lavoro. Preparandoci per cose che causano una lotta, perché sappiamo che, dopo la lotta, saremo a un nuovo livello“.

    Le quattro personalità in La Pratica

    Seth Godin nel libro individua quattro tipi di personalità tracciando due assi perpendicolari che divergono su quattro punti opposti:
    1. Nessuna visione artistica
    2. In cerca del colpo di fortuna
    3. Al costante servizio del pubblico
    4. Onora la musa con una prospettiva
    In base a questi “quattro punti cardinali”, ognuno di noi sceglie di vivere quattro personalità. Il “frustrato” è colui che insegue il colpo di fortuna senza avere alcuna visione artistica e rimane smarrito alla ricerca del suo perché. Il cosiddetto “ronzino” è colui che se la cava a malapena, non ha un punto di vista e fa il minimo indispensabile. Poi troviamo il “dilettante“, che serve solo a se stesso: per lui il lavoro rappresenta un privilegio. Infine il “professionista“, colui che è consapevole che non sempre è necessario un colpo di fortuna, ma che la pratica è a disposizione di chiunque sia disposto a metterci impegno. E quest’ultima personalità dovrebbe essere per tutti la più grande aspirazione. Perché è da egoisti trattenersi quando c’è la possibilità di fare qualcosa: questo significa essere professionisti in ogni campo. La creatività non è arte e non ha niente di magico, ma è una componente che esiste già in ogni genere di business, basta solo applicarla con una pratica tenace e costante.

    La verità è che il blocco dello scrittore non esiste

    Dal genio che ha partorito “La Mucca Viola” non potevamo attenderci un’affermazione più sfrontata ed estrosa. Da un certo punto di vista è un consiglio paterno, come a dire “Ragazzo, tirati su, non sei bloccato, stai solo prendendo fiato”. Perciò anziché dire: “Sono bloccato, non riesco a trovare niente di buono”, è molto più efficace dire: “Ho finito questo e adesso ho bisogno di migliorarlo.” O forse: “Ho finito questo e non può essere migliorato, ma adesso sono pronto a realizzare la cosa successiva, perché guardate tutto ciò che ho imparato.” Parola di Seth Godin. Il Guru della comunicazione da vent’anni ispira milioni di lettori, professionisti, imprenditori e appassionati di marketing con i suoi libri, il suo blog e il suo podcast. Ancora oggi riesce a illuminare il settore con un libro che va oltre il marketing. E che parla al cuore di tutti coloro che sentono di avere qualcosa di buono da offrire al mondo. Una buona “pratica” che fa la differenza.