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Boomer Zoomer Millennial

Boomer, Zoomer, Millennial: che significano e perché li chiamiamo così

Se un utente X,Y o Z? Non è certo  facile districarsi nell’alfabeto delle generazioni! Come si definisce un gruppo di persone “generazione”?

Per identificare e definire una generazione è fondamentale che un gruppo di individui, nato nello stesso arco temporale, abbia vissuto nel medesimo momento di vita uno o più eventi, tanto importanti da avere generato un comune sistema di valori e una stessa visione del futuro.

Un evento sociale, culturale, economico, politico, tecnologico, ambientale, talmente forte da riuscire a originare un nuovo pensiero, un nuovo mindset e un diverso approccio alle cose, rispetto alle generazioni precedenti.

Quando una generazione si forma, ha dei valori chiari e distintivi rispetto alle precedenti e per questo il nome che le viene dato è tanto importante, perché la caratterizza.

Come hanno avuto origine i nomi delle attuali generazioni esistenti?

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Baby Boomers – Cosa vuol dire Boomer

Baby Boomer

Anno: 1946-1964. Essendo un arco temporale abbastanza vasto, qualche esperto propone un’ulteriore distinzione all’interno della stessa generazione di Baby Boomers: gli edge Baby Boomer (cioè coloro che sono nati prima del 1955, e che quindi erano già maggiorenni durante la guerra del Vietnam) e i Late Baby Boomer (nati dopo il 1955). Questa distinzione non ha un semplice scopo tassonomico, ma è determinata da esperienze di vita, valori e opinioni completamente diverse.


Altri soprannomi: Me-Generation, Boomie, Boomer

Perchè si chiamano così? Baby boomer (dall’inglese appartenente al boom dei bebè“), è un termine che contraddistingue una persona, di sesso maschile o di sesso femminile, nata durante il periodo dell’aumento demografico avvenuto in quegli anni.

I baby boomer sono anche la Me-Generation, radicata nella prosperità del dopoguerra. Questo termine incarna la cultura narcisistica che si era diffusa tra i giovani.

Eventi modellanti: L’ottimismo del secondo dopoguerra, l’assassinio di J. F. Kennedy e Martin Luther King, la guerra fredda, la guerra del Vietnam, il femminismo, la rivoluzione sessuale, le lotte per i diritti civili e il movimento hippie.


Tratti distintivi: Figli della Silent Generation, i Baby Boomer sono riusciti a crearsi un futuro: hanno trovato lavoro, comprato casa e messo su famiglia. Sono consapevoli che l’investimento di tempo sia necessario per raggiungere il successo e la ricchezza. Sono ottimisti, fiduciosi, ambiziosi e idealisti. Sono cresciuti in un’epoca di protesta sociale, ma credono nel sistema e soprattutto nelle opportunità offerte. I più “adulti” ora hanno circa 75 anni: molti di loro sono già in pensione, e si godono la ricchezza per cui hanno lavorato duramente per tutti questi anni.


Consumo di media: I baby boomer sono i maggiori consumatori di media tradizionali come televisione, radio, riviste e giornali. Nati ai tempi del sistema analogico, non hanno un rapporto fluido con il digitale, ma gli smartphone hanno offerto loro l’accesso alla rete. La tecnologia, infatti, gli permette di rimanere in contatto con i membri della famiglia e riconnettersi con i vecchi amici.

Motto:Tutto è possibile” e “Se ti impegni ce la fai

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Cosa vuol dire Generazione X

Gen X

Anno: 1965-1980
Altri soprannomi: Gen X, generazione “invisibile”, generazione “Latchkey”

Perchè si chiamano così?  Il termine “generazione X” è stato coniato dallo scrittore canadese Douglas Coupland e riflette le caratteristiche indeterminate delle persone nate in questo arco temporale.

Si è parlato anche di “generazione invisibile”, ovvero priva di un’identità sociale definita:

La sola analisi demografica mostra come quella «X» sia una generazione se non proprio schiacciata, quantomeno cresciuta all’ombra dei baby boomers la quale, essendo numericamente più consistente, ha finito per imporre – grazie anche a un significativo aumento della longevità – la propria visione del mondo e la propria centralità negli assetti di potere. La generazione X, insomma, sarebbe una generazione per certi versi ‘invisibile’, priva di un’identità sociale e culturale definita e costantemente esposta al rischio di subalternità rispetto alla precedente.” (Cassina, Filippini e Lazzarich).

Qualcuno ha definito questa generazione “Latchkey” (“generazione chiavistello”) per rappresentare la minore supervisione degli adulti verso i bambini, che spesso erano a casa da soli: ciò è stato il risultato dell’aumento dei tassi di lavoro e della maggior partecipazione delle donne alla forza lavoro.

Tra i membri della generazione X ci sono anche i cosiddetti ‘X-ennials’ (i più giovani della generazione X): sono i 30-40enni di oggi, che hanno imparato sulla loro pelle l’inutilità di avere attese rispetto alla carriera e al mondo futuro, e stanno formando i propri figli con la logica dell’apertura alle molteplici possibilità.

Eventi modellanti: La fine della guerra fredda, la caduta del muro di Berlino, il crollo del mercato azionario, l’AIDS, la sensazione di smarrimento tra le due grandi generazioni.

Tratti distintivi: Cresciuti sull’esempio della generazione precedente, si sono trovati nel mezzo di un passaggio epocale: la globalizzazione. Non ancora così cosmopoliti come le generazioni successive, hanno dovuto affrontare sfide a cui non erano del tutto preparati. I Gen X sono scettici e disillusi, ma anche pragmatici e aperti al cambiamento. Dimostrano, infatti, un’apertura mentale maggiore verso le “differenze” di genere, razza, sesso e sono i primi ad esser cresciuti con le nuove tecnologie.

Consumo dei media: La generazione X continua a sfruttare i media tradizionali: legge giornali, riviste, ascolta la radio e guarda la TV. Il loro rapporto con il digitale è conflittuale: lo usano con disinvoltura, ma spesso rinunciano ai vantaggi dell’iperconnessione, da cui a volte si sentono un pò minacciati.

Motto:Lavorare per vivere” e “C’è crisi

 

Millennials – Chi sono e cosa vuol dire

Boomer Zoomer Millennial

Anno: 1981 – 1996

Altri soprannomi: Generation Y, Generation Next, Net Generation, Echo Boomers

Perchè si chiamano così? La generazione successiva alla Generazione X è stata chiamata naturalmente Generazione Y, Generation Next  o Echo Boomers.

Il termine “Millennial” è ampiamente accreditato a Neil Howe, insieme a William Strauss. La coppia ha coniato il termine nel 1989 quando l’imminente svolta del millennio ha cominciato a caratterizzare pesantemente la coscienza culturale.

Questa generazione è anche stata definita da molti studiosi come la Net Generation (generazione della rete), dato che è cresciuta con le moderne tecnologie della comunicazione, ed Internet ne ha fortemente plasmato i modelli mentali.

I millennials devono anche fare i conti con un’etichetta scomoda” attribuitagli dal Time, agli inizi degli anni 2000, la “generazione me me me”: furono infatti definiti “pigri, superficiali, narcisisti, egocentrici e vanitosi”. 

Eventi modellanti: l’esplosione tecnologica di Internet e dei social media

Tratti distintivi: Figli del nuovo millennio, sono la generazione più studiata e analizzata della storia. Si distinguono dalle generazioni precedenti per la maggior familiarità con i mezzi di comunicazione moderni e le tecnologie digitali. Tre sono le caratteristiche che li contraddistinguono: sono Connected (connessi in rete e a tutto il mondo), Confident (hanno una gran fiducia in se stessi, vogliono emergere e avere visibilità) e Open to Change (aperti ai cambiamenti). Curiosi, impazienti, intraprendenti e consapevoli del loro potenziale, amano informarsi e sono cultori della filosofia dello sharing. 

Consumo dei media: I millennials sono i primi veri nativi digitali della storia. L’aumento delle tecnologie di comunicazione istantanea, rese possibili attraverso l’uso di internet, come e-mail, SMS e IM e i nuovi media utilizzati come YouTube, Facebook, MySpace e Twitter, ha portato le nuove generazioni a vivere una vita totalmente diversa rispetto ai propri genitori o a chi li ha preceduti. Sono multitasking e iperconnessi.

Motto: Vivi tutto, sempre” e “Consumo, dunque sono

 

Generazione Z o Zoomer

GenZ

Anno: 1997-2012

Altri soprannomi: Zoomer, Post-millennials, iGeneration, Homeland Generation, True Gen

Perchè si chiamano così? I primi a dare una definizione della generazione Z furono William Strauss e Neil Howe, coniando il Homeland Generation. Con questa espressione si voleva descrivere una generazione nata e cresciuta all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle, avvenuto l’11 settembre 2001: si credeva che, i giovani di allora, cresciuti in un clima di terrore, sarebbero stati meno propensi a scoprire il mondo e avrebbero trovato la casa un luogo più sicuro dove vivere.

In seguito, si è cercato di dare un termine più adatto a questa generazione, che li distinguesse dai precedenti: si optò per “Generazione Z” o “Gen Z”, dato che seguono la Generazione Y.

La gen Z è stata definita anche iGeneration (termine coniato dalla professoressa di psicologia Jean Twinge), per sottolineare il rapporto con il mondo hi tech: la loro attitudine all’iperconnessione e alle novità del momento. I membri della generazione Z sono stati anche spesso definiti Zoomer, un termine in contrasto con la precedente generazione dei Boomer. 

La Generazione Z viene chiamata anche la “True Gen” ovvero la generazione della verità. Si tratta di una generazione alla ricerca di valori come l’autenticità, la libertà di espressione e la comprensione delle persone che la circondano.

Eventi modellanti: L’11 Settembre 2001, gli attacchi terroristici e la Crisi Economica.

Tratti distintivi: Nata in un mondo minacciato dal cambiamento climatico, dalla cronica mancanza di lavoro e di prospettive, la Generazione Z ha uno sguardo limpido e una resilienza sconosciuta alle generazioni precedenti. I membri di questa generazione sono affamati di imprenditorialità e perseguono la creazione del proprio impatto nella società e nel mondo degli affari. 

I genZ sono per definizione “multi tasking”: sanno alternare lavoro, studio, gioco, intrattenimento tra mille distrazioni. Costretti a muoversi in un mondo che si muove velocemente, in un costante overflow informativo, sono cittadini e consumatori più attenti, consapevoli ed esigenti. 

Secondo il report di OCstrategy, questa generazione è fortemente soggetta alle opinioni di amici e influencer. Ma le persone che compongono questa generazione hanno anche cura della loro identità e un forte desiderio di sentirsi unici, in particolare per quanto riguarda lo stile, gli hobby e la creatività.

La generazione Z, rispetto alle precedenti, è maggiormente preoccupata e coinvolta in que​​stioni sociali come l’abbattimento delle diseguaglianze, i diritti umani, il benessere degli animali. Desidera essere coinvolta e protagonista in attività utili e filantropiche: aspira a cambiare il mondo e a fare la differenza!

Consumo di media: Gen Z è la prima generazione mobile first della storia, una generazione 2.0. Sono cresciuti in un mondo iperconnesso e lo smartphone è il loro mezzo di comunicazione preferito: amano chattare, videochiamare e invece delle parole utilizzano emoji. E’ una generazione che sa muoversi agilmente con la tecnologia, ma che purtroppo è esposta ai rischi e alle insidie della Rete come il cyberbullismo. Questo può portare a senso di inadeguatezza, difficoltà a relazionarsi e deficit dell’attenzione.

Motto: Reinventiamo le basi” e “Lavora per vivere, non vivere per lavorare

Generazione Alpha

Gen Alpha - Boomer Zoomer Millennial

Anno: 2012-2056

Altri soprannomi: Glass Generation, Gen Tech, Net Tech, Digital Natives

Perchè si chiamano così? Il termine generazione Alpha è stato coniato nel 2005 dal ricercatore sociale australiano Mark McCrindle, ed è il naturale proseguimento della generazione Z (che terminava le lettere dell’alfabeto)..

La generazione Alpha è anche detta “Generation Glass”, in quanto molti ragazzi di questa generazione crescono toccando schermi di vetro (smartphone e tablet dei genitori) per giocare, comunicare, imparare.

Eventi modellanti:  La pandemia globale, i disastri climatici, la politica di Trump e la Brexit.

Tratti distintivi:  La generazione Alpha è culturalmente immersa nella tecnologia, soprattutto in termini di iper-connessione e uso di sistemi Internet of Things. Il multitasking, con loro, trova una nuova definizione: sono rapidissimi nel cogliere le informazioni da qualsiasi media, cambiano schermo e supporto nel giro di pochi attimi, e si annoiano velocemente.  

I Gen Alpha sono figli di genitori consapevoli ed hanno più probabilità di essere figli unici. La conseguenza di questo fenomeno sociale è una tendenza all’egocentrismo e al bisogno di immediata gratificazione, cosa a cui i genitori stessi li hanno abituati. Questi bambini, però, non hanno – o avranno sempre meno – insito il concetto di differenza di genere, tanto caro alla Generazione Z.

La pandemia ha stravolto la loro routine: hanno incontrato poco gli amici, sono andati a scuola a intermittenza e hanno dovuto abbandonare le attività sportive ed extra-domestiche. Tra gli aspetti positivi, però, c’è stata la possibilità di passare molto più tempo con la propria famiglia.

Consumo di media: Non hanno mai visto un mondo senza tecnologia e senza accesso a qualsiasi tipo di informazione: imparano ad usare un tablet o uno smartphone prima di camminare, a scattare e condividere le prima di parlare. Da bambini non passano ore in compagnia della TV, come le generazioni precedenti, ma il loro tempo è accompagnato da un amico invisibile, internet, che spesso viene integrato anche nei giocattoli (un esempio è Hello Barbie, che più che un gioco è un vero e proprio assistente vocale). Manifestano anche grande capacità di servirsi di piattaforme e linguaggi diversi: da Youtube a Tik Tok, da Twitch ad Alexa. 

Motto:Le avversità possono essere formidabili occasioni

 

Confronto generazionale Boomer Zoomer Millennial

Matrix Resurrections scenario

Matrix Resurrections: campagna OOH 3D di Warner Bros e Mediacom

A pochi giorni dall’uscita nelle sale italiane di “Matrix Resurrections”, l’attesissimo quarto film dell’amata saga che ha ridefinito un genere, diretto dalla visionaria regista Lana Wachowski e che riunisce nuovamente le star Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss nei ruoli iconici che hanno reso famosi Neo e Trinity, Warner Bros e MediaCom Creative Systems, la business unit di MediaCom dedicata ai progetti di Branded Entertainment, lanciano a Milano un’innovativa e spettacolare campagna OOH con effetti speciali 3D.

Matrix Resurrection

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LOut of Home per Matrix Resurrections

Realizzata in collaborazione con ZooCom, la creative agency del gruppo OneDay, e con Tiviz – Digital Experience Creators, Società Benefit specializzata in esperienze digitali. La campagna, live dal 17 dicembre per tutto il weekend prenatalizio, prevedeun maxi impianto in Corso Garibaldi a Milano che, attraverso una spettacolare visualizzazione 3D, coinvolge i passanti in un’esperienza sorprendente e totalizzante. I protagonisti del film prendono vita “uscendo” dall’impianto OOH 3D grazie a una trasposizione anamorfica del mondo di Matrix proiettato nella realtà e nella città.

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L’installazione OOH sarà protagonista anche di un’amplificazione su properties social ed editoriali a target pianificata da MediaCom Italia, agenzia del Gruppo WPP guidata da Zeno Mottura. L’obiettivo dell’intera operazione è quello di creare ulteriore hype per l’uscita del nuovo film di Warner Bros e rappresentare al meglio il brand attraverso un contenuto culturalmente rilevante per l’audience di riferimento.

Viewable Completion

Come migliorare la Viewable Completion dei tuoi video e renderli davvero efficaci

Si parla sempre più spesso di pubblicità digitale soprattutto in concomitanza con la futura scomparsa dei cookie di terze parti.

L’ecosistema pubblicitario dovrà trovare e sperimentare nuove soluzioni di targeting e monitoraggio dati.

Molti brand stanno spostando la propria attenzione su un modo sempre più consolidato ed efficace di fare pubblicità online: l’advertising video.

Gli annunci video digitali offrono agli inserzionisti ottime opportunità per la raccolta di dati, la visibilità del marchio, il targeting avanzato e la personalizzazione.

Grazie al tipo di formato, gli annunci video offrono agli inserzionisti opportunità uniche di coinvolgere e convertire i potenziali clienti meglio dei classici annunci, rendendoli il futuro della pubblicità digitale. Nonostante comportino un coinvolgimento maggiore di utenti, bisogna tener presente delle variabili importanti per comprenderne la reale portata e le potenzialità di conversione degli utenti in clienti.

Quando si fa riferimento alle campagne pubblicitarie video, gli inserzionisti e le loro agenzie media prendono principalmente in considerazione due indicatori di performance: visibilità e completamento.

Viewable Completion

Che cos’è la Viewable Completion

La visibilità dei formati video sui device mobile è un KPI fondamentale che misura l’efficacia di qualsiasi messaggio o contenuto veicolato tramite il formato video.

L’obiettivo è considerato raggiunto se almeno metà dei pixel del video sono visibili sullo schermo durante la riproduzione e per almeno due secondi senza interruzioni. La percentuale di completamento del video si riferisce alla parte del pubblico che visualizza l’intero video.

Perché la Viewable Completion è così importante

Ci sono diversi motivi per cui i video a volte non vengono realmente visualizzati dagli utenti. Possono ad esempio essere aperti su una pagina inattiva, o lasciati in fondo alla schermata.

Spesso prestiamo particolare attenzione. La nostra visualizzazione è quindi passiva e senza interazione perché non ne siamo coinvolti. Di conseguenza, iniziamo a scorrere la pagina per evitarli, specialmente da mobile. Lo scrolling è la vera sfida da affrontare da chi investe su questo tipo di formato.

Le campagne digitali di successo non devono interrompere l’esperienza di navigazione dell’utente in maniera invasiva. L’esposizione ripetuta serve, ma la sovraesposizione ha effetti negativi sulla performance dei brand.

Gli utenti rimangono quindi indifferenti di fronte al contenuto offerto e scorrono senza visualizzare cosa viene mostrato nel video. Infatti, secondo Integral Ad Science (IAS), leader mondiale nell’ad-verification, la visibilità media dei video sui dispositivi mobili in Francia è solo del 75,6%. Un rischio che va assolutamente evitato.

C’è un modo per risolvere questo problema?

TopRoll® by Sublime: la nuova generazione di formati mobile video

Sublime è un marketplace di formati alto impatto in grado di sviluppare e garantire una tecnologia innovativa che consente, per la prima volta, la diffusione semplificata, istantanea e settoriale di un unico elemento creativo, in modalità programmatica e nella vendita diretta.

La società ha sede centrale a Parigi e uffici nel Regno Unito, Spagna, Italia e Singapore. Distribuisce campagne multi-device in managed o programmatic in tutto il mondo, e dal primo settembre 2021 è diventata una company del gruppo Azerion.

Con la sua soluzione pubblicitaria che combina una tecnologia all’avanguardia a un approccio creativo, semplifica la delivery di formati premium e non intrusivi rispettando la user experience

Per soddisfare le aspettative degli inserzionisti e per cambiare la situazione del mercato, Sublime ha sviluppato da pochissimo un nuovo formato video mobile: il TopRoll®

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TopRoll® risponde proprio al problema della scarsa visibilità dei formati pubblicitari video grazie a una tecnologia brevettata all’avanguardia. È un formato video coinvolgente e non intrusivo che fornisce una user experience fluida e interattiva attraverso una migliore integrazione nei siti web dei publisher. Grazie alla sua nuova soluzione pubblicitaria, Sublime combina video Premium e visibilità totale.

Come funziona TopRoll® by Sublime?

La visualizzazione del video è semplice. L’annuncio in questione parte attraverso un banner video nella parte superiore della pagina, mentre un’icona invita gli utenti a visualizzare l’annuncio in modalità a schermo intero. Man mano che l’utente scorre l’annuncio, il banner si espande gradualmente fino ad apparire a schermo intero. Il banner poi diventerà più piccolo con lo scroll in senso inverso, offrendo così un’esperienza mobile non intrusiva.

Con questa nuova soluzione compatibile VAST e VPaid, TopRoll® mostra risultati mai raggiunti prima da un formato video outstream. Il tasso di visibilità sarà superiore al 90% con un completion rate pari al 70% e per una durata video di 15 secondi. In questo modo supererà di netto gli standard di mercato.

Il formato TopRoll® può essere costruito con qualsiasi risorsa video e ogni tipo di formato. Ciò consente ai brand di riutilizzare spot creati per la TV o anche video verticali progettati per i social media, oltre che garantire anche video in modalità orizzontale.

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Pagamenti digitali

Pagamenti digitali: perché sempre più italiani trovano vantaggioso pagare cashless

Negli ultimi mesi il mondo delle transazioni finanziarie ha conosciuto un’importante accelerazione verso i pagamenti digitali.

Se la digitalizzazione sta cambiando rapidamente le aspettative, i comportamenti e le abitudini delle persone e delle aziende, anche la pandemia ci ha messo il suo zampino.

Secondo una ricerca condotta da McKinsey’s, Il COVID-19 ha rafforzato la tendenza all’adozione del digitale nei pagamenti tra varie tipologie e cluster demografici.

Pagamenti digitali grafico

Una delle conseguenze che la digital transformation porta con sé sta proprio nelle nuove abitudini di pagamento. In Italia si sta gradualmente abbandonando l’uso del contante in favore dei pagamenti digitali.

Secondo un recente sondaggio Ipsos, il 63% dei pagamenti degli italiani avvengono attraverso soluzioni cashless.

La quasi totalità del campione esaminato (95%) utilizza le carte e un sorprendente 29% usa abitualmente i nuovi metodi di smart payment. L’80% di questi trova i pagamenti digitali più comodi, veloci e sicuri.

Pagamenti digitali grafico 2

A dominare sono in particolar modo le carte di debito e credito, che sono utilizzate da ben 1 italiano su 2; seguono gli smart payments (digital wallet e app) già adottati dal 29% della popolazione, con una curva di crescita potenziale stimata in ulteriori 6 punti percentuali (35%).

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Pagamenti digitali, la situazione pre-covid

Non era tutto rose e fiori. Anzi, il quadro sembrava piuttosto sconfortante.

In base alle indagini condotte dal Team per la Trasformazione Digitale, una task force nata nel 2016 per costruire servizi più semplici ed efficaci per i cittadini attraverso prodotti digitali innovativi, l’Italia fino a qualche anno fa presentava statistiche allarmanti.

Assenza di trasparenza, corruzione e riciclaggio. Dal punto di vista dei pagamenti digitali, un Paese complessivamente arretrato e caratterizzato da una situazione di profondo digital divide e scarsa consapevolezza in merito a possibilità e buone pratiche sui trasferimenti di denaro online.

Giusto per avere il sostegno dei numeri:

  • solo il 24 % degli italiani nel 2018 utilizzava internet per accedere ai servizi pubblici (in questo caso il gap con la media Ocse del 57 % era ancora più rilevante);
  • tra i Paesi industrializzati, l’Italia era tra quelli che utilizzava più contante (205,7 miliardi di Euro nel 2018) e il 50 % della popolazione non aveva effettuato neppure un acquisto online nell’ultimo anno.

Rileggere oggi le statistiche contenute nel rapporto PricewaterhouseCoopers del 2020 lascia un senso di incredulità e stupore.

In Italia, fino a 2 o 3 anni fa, si continuava a guardare le transazioni digitali con diffidenza: qualcosa da evitare come la peste perché associate a truffe online e raggiri.

La percezione è decisamente cambiata e oggi i pagamenti digitali sono visti come un’opportunità.

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Lo sviluppo del progetto pagoPA e la rinascita dei pagamenti digitali

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deciso di prendere in mano la situazione e portare una ventata di freschezza e consapevolezza nel settore, avviando la costruzione della piattaforma pagoPA. Un primo passo verso il cambiamento.

L’obiettivo è quello di rendere più naturali, immediati e veloci per i cittadini i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione. Deve essere una cosa normale in ogni angolo d’Italia poter accedere tramite una semplice app a un servizio pubblico, risolvere una pratica con il proprio Comune in pochi secondi, pagare un tributo con un click. Il valore aggiunto di questo progetto è quello di portare in dote al sistema pubblico le best practices garantite dalle migliori energie del sistema di mercato privato. Si tratta di un vero e proprio cambio di visione, in cui i pagamenti digitali non sono più considerati come un problema da gestire o un costo da sostenere, ma come un’opportunità per l’intero settore pubblico.”

Queste le parole pronunciate da Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio al momento del lancio di pagoPA.

L’obiettivo era uno solo: semplificare quanto più possibile.

Ciò che prima risultava complesso e ostico al cittadino, sarebbe dovuto diventare rapido, diretto e conveniente. Anche uno dei gesti più comuni nell’arco della nostra giornata, come effettuare il pagamento di un bene o un servizio, è infatti qualcosa che può migliorare le nostre giornate.

Certo, esistono problemi ben peggiori nella vita. Ma gustarsi un aperitivo o una cena fuori dai soliti circuiti turistici e che accetta pagamenti cashless (senza dover andare alla ricerca di un bancomat) è diventato qualcosa che tutti noi desideriamo.

Così il Team per la Trasformazione digitale ha lanciato nel 2019 l’iniziativa Repubblica Digitale, un percorso di partnership tra pubblico e privato per guidare la popolazione verso un corretto utilizzo delle tecnologie e dei servizi digitali.

I risultati raggiunti da pagoPA

pagoPA è l’infrastruttura digitale di cui aveva bisogno il Paese per abbracciare definitivamente l’epoca dei pagamenti digitali.

Quando Governo e Pubblica Amministrazione promuovono azioni concrete per una transazione monetaria 100% trasparente, significa che i tempi sono davvero maturi. E che ogni cittadino può finalmente scegliere l’opzione più comoda e conveniente per pagare un servizio online, in modo semplice, chiaro e immediato.

Passando da circa 900 mila transazioni l’anno nel 2016 a oltre 14 milioni di transazioni e quasi 2 miliardi di euro gestiti nel 2018, pagoPA è oggi una delle piattaforme abilitanti in maggiore crescita in Italia. Nonché una delle colonne portanti sulle quali si regge la trasformazione digitale del Paese.

  • Dal primo gennaio 2019, più del 60% dei pagamenti di bolli auto in Italia è avvenuto tramite pagoPA;
  • Sempre più i Comuni che scelgono pagoPA per gestire in modo efficace il pagamento delle multe stradali.

Come specifica Giuseppe Virgone, CEO di pagoPA, quando le persone sono messe in condizione di pagare online, in modo semplice e intuitivo, preferiscono i pagamenti digitali al contante. Un dato di fatto che deve spingere le Pubbliche Amministrazioni a offrire sempre più servizi online.

Le garanzie e la sicurezza fornite dalla piattaforma pagoPA hanno convinto anche giganti come Enel X ad aderire al circuito virtuoso dei pagamenti sicuri e veloci.

I servizi di pagamento digitale forniti da Enel X

Enel X ha deciso di fornire un ulteriore valore aggiunto alle persone, semplificando le opportunità generate dal sistema dei servizi finanziari e di pagamento digitale.

Sfruttando le potenzialità dell’innovazione digitale e cogliendo le nuove opportunità in ambito legislativo, Enel X, attraverso la Fintech Enel X Financial Services,ha ideato una soluzione di pagamento fatta su misura per le esigenze quotidiane: Enel X Pay.

Enel X Pay offre la possibilità di pagare in modo semplice e immediato sia dal sito pay.enelx.com che dall’App (fino al 6 gennaio tutte le commissioni sono pari a zero), ma anche aprire un conto online con carta Mastercard abbinata gratuita e IBAN italiano, con cui gestire facilmente le proprie spese quotidiane.  Una colazione al bar, un acquisto online dall’e-commerce preferito ma anche avvisi pagoPA, Bollo auto, bollettini per le utenze di casa.

Pagamenti Digitali telefoni

LEGGI ANCHE: La partnership tra Tink ed Enel X per il digital banking

Oppure una cena tra amici, la classica divisione delle quote per un regalo di gruppo, il costo della benzina da saldare per un passaggio offerto. Basta calcolatrice, con il conto Enel X Pay fai tutto grazie alla funzione “Dividi spesa” presente in app.

Enel X Pay dice addio alle file e alle lunghe attese ai centri di pagamento. Tutto a portata di dito, in pochi tap e in maniera istantanea.

<< Scopri Enel X Pay: pagare diventa un gesto ancora più semplice e a rischio zero >>

A che punto è l’Influencer Marketing in Italia? Scopriamolo con questo report

Erano in molti ad immaginarsi un calo dell’attenzione sul settore, ma il report sull’Influencer Marketing di ONIM sfata immediatamente tale convinzione: continua la sua crescita sia in termini di numero di progetti realizzati che di budget.

Il 53,9% degli intervistati ha attivato progetti con creator e influencer, con addirittura un 37,3% di questi che hanno realizzato più di 10 campagne negli ultimi 12 mesi. Un dato che conferma la centralità acquisita dall’influencer marketing nelle strategie dei brand.

LEGGI ANCHE: Social Media Trends 2022: cosa devono sapere i brand per puntare al successo

report sull'influencer marketing

Si mantiene alto anche il livello di soddisfazione: il 67,5% si dichiara infatti da soddisfatto ad ampiamente soddisfatto dei risultati ottenuti.

Tra chi non ha realizzato progetti di IM i freni maggiori sono costituiti da limiti budget (47,9%) e mancanza di un team dedicato (39,4%).

Andando ad indagare gli obiettivi connessi alle campagne di influencer marketing troviamo certamente l’awareness (78,3%), da sempre tra le finalità più connesse a questo strumento, ma crescono obiettivi più concreti come incentivare all’acquisto (63,9%) o “maturi” come incrementare la brand reputation (47%) o rafforzare il rapporto con clienti e community (32,5%).

Il bacino di indagine del report sull’Influencer Marketing

485 professionisti, tra marketer ed esponenti di brand: ecco il panel profilato da cui nasce l’edizione 2021 del Report Brand & Marketer di ONIM (Osservatorio Nazionale Influencer Marketing). Un’analisi che si pone l’obiettivo di fissare un’istantanea fedele del suo utilizzo e, soprattutto, dare a chi opera nel settore insight utili a comprendere l’andamento dell’influencer marketing in Italia.

Una serie di chart nate dalle risposte a survey dedicati che indagano temi quali la soddisfazione, le attività, i canali utilizzati, la selezione e l’analisi dei risultati. Uno scenario ancora più “completo” grazie al confronto con i dati 2020, delineando così evoluzioni e possibili trend.

report sull'influencer marketing

Report sull’Iinfluencer Marketing: domina Instagram

Instagram si conferma il canale fondamentale per le campagne di influencer marketing, centrale per utilizzo e attitudine degli utenti (il 95,2% degli intervistati lo usa da spesso a molto spesso). Accanto ad Instagram crescono piattaforme come Twitch, ma soprattutto TikTok. La crescita dei dati relativi a quest’ultimo è davvero notevole: se un 43,4% lo utilizza a volte, un 26,5% va da spesso a molto spesso.

Un maggior utilizzo dell’IM e soprattutto delle risorse dedicate (il 53% degli intervistati aumenterà il budget nel prossimo anno) porta la necessità di un approccio più strategico e competenziale in tutte le fasi di progetto. Un cambio ben evidente nelle metodologie di selezione di influencer e creator. Aumenta infatti l’utilizzo di strumenti data-driven, portando un netto miglioramento nella valutazione dei profili. Il 53% dichiara di usare infatti tool dedicati mentre il 36,1% strumenti di social listening.

Resta, per molti, ancora diffuso un approccio meno verticale e connesso agli insight (es. il 24,1% che utilizza il passaparola per individuare influencer), ma è innegabile, anno su anno, una maggiore consapevolezza del mercato.

A conferma della centralità e dei budget importanti messi a disposizione dei progetti di IM c’è la tipologia di influencer maggiormente coinvolti. Se i micro-influencer restano i più utilizzati notiamo una crescita rilevante dei profili più “alti”: il 49,4% utilizza creator con una fanbase da 100.000 a 500.000 follower e, addirittura, c’è un 28,9% che attiva creator oltre i 500.000 follower.

report sull'influencer marketing

Lato misurazione a farla da padrone sono gli insight più “superficiali” come interazioni generate e audience raggiunta. Ancora limitato l’utilizzo di metodologie più complesse come l’analisi delle conversazioni online o l’impatto sulle vendite, metodologie che necessitano di competenze e strumenti dedicati non sempre a disposizione di tutti i professionisti che realizzano campagne di IM.

Calano gift ed esperienze gratuite

Il budget resta un punto sempre più chiave, vista la crescente professionalizzazione dei creator e, conseguentemente, il compenso richiesto per le loro attività: il 71,1% degli intervistati retribuisce da spesso a molto spesso gli influencer attivati.

Il pagamento resta per lo più connesso all’attività realizzata ed è economico. Calano gift ed esperienze gratuite dai dati del report sull’Influencer Marketing di ONIM.

Aumenta, ma resta comunque limitato, il ricorso a forme di retribuzione ibrida che prevedano una parte fissa ed una a performance, connessa cioè ai risultati ottenuti dal creator (16,9%).

“Un mercato che continua a crescere – dice Matteo Pogliani, founder dell’ONIM e partner di Open-Box in termini di volume di progetti realizzati e budget allocati, ma ancor di più nell’approccio e nella consapevolezza. Il report 2021 ci racconta, dati alla mano, la propensione da parte di brand e professionisti nel migliorare l’approccio all’influencer marketing e, conseguentemente, la necessità di avere team dedicati e strumenti ad hoc.
Un influencer marketing che amplia i canali utilizzati con Twitch e TikTok, ormai non più novità ma certezze concrete, e che si dimostra sempre più trasversale nella tipologia di progetti. Gli influencer passano dall’essere solo generatori di earned media a creator, co-creatori di contenuti brandizzati.”

Ricerche semrush

Il 2021 visto dal web: le ricerche online degli utenti italiani

Il 2021 doveva essere l’anno del riscatto, dopo un 2020 segnato dalla Pandemia, da continue chiusure e da ristrettezze di ogni sorta. Possiamo davvero dire che è stato migliore del suo predecessore? La risposta non è semplice, né univoca, ma ciò che è certo è che il boom di digitalizzazione avuto nel 2020 ha avuto una forte eco anche nel 2021, con ricerche online di ogni tipo.

Le persone continuano a passare molto tempo connessi, non solo per lavoro, ma anche nel tempo libero. Ma cosa hanno cercato in rete gli utenti in Italia nel corso di questi ultimi 12 mesi?

La risposta arriva dallo studio di Semrush, piattaforma di Saas per la gestione della visibilità online, che ha analizzato cosa sia stato digitato sui motori di ricerca nell’ultimo anno, individuando per ogni categoria le ricerche che hanno suscitato maggiore interesse.

Tematiche analizzate sulle ricerche

  • Covid e green pass
  • Politici italiani
  • Sport in Italia: europei di calcio, olimpiadi e MotoGP
  • Musica italiana
  • Serie TV e piattaforme streaming
  • Celebrities più cercate in rete

Covid e green pass

Come era facilmente intuibile, il covid continua ad essere tra gli argomenti più cercati in rete. Ma a differenza dell’anno scorso, in cui a dominare le ricerche sul tema erano la sintomatologia e le regole di spostamento tra le regioni, ora è il green pass. La certificazione verde viene cercata in rete una media di quasi 2 milioni di volte al mese, raggiungendo l’apice a giugno 2021, quando ha superato i 6 milioni di ricerche (6.120.000).

Politici italiani

Proprio nei primi giorni di dicembre, Angela Merkel ha elogiato la gestione della Pandemia in Italia. Già nel corso del 2020 l’allora Premier Conte stava riscuotendo consenso a livello nazionale e internazionale, e sembra che anche quest’anno continui la buona reputazione dell’Italia.

 Ricerche semrush politici.

Ma se l’interesse per l’ex premier nel corso del 2021 è diminuito di quasi l’87% (è il politico con il calo di interesse online maggiore), cresce quello per l’attuale Premier Mario Draghi, il cui interesse online è aumentato di quasi il 22%, attestandolo a politico italiano più cliccato in Italia e nel resto del mondo. 

Ogni mese solo nel nostro paese vengono fatte più di 504 mila ricerche su Mario Draghi, toccando l’apice a febbraio 2021, mese della sua nomina a Premier, con 3 milioni e 350 mila digitazioni online.

Ottimo “posizionamento” anche a livello mondiale: il nostro premier è quattordicesimo, superando anche Papa Francesco.

Buon risultato anche per Enrico Letta che, sebbene le ricerche relative al segretario PD siano “appena” 67 mila al mese, è il politico che ha visto il maggior aumento di popolarità online: + 83% rispetto al 2020.

Sport in Italia: europei di calcio, olimpiadi e MotoGP

Il 2021 è stato un anno d’oro per gli sportivi italiani e per tutti gli appassionati di sport. La prima grande vittoria è stata agli europei di calcio, che a giugno 2021 sono stati protagonisti di quasi 22 milioni di ricerche solo in Italia. Della formazione della nazionale, i giocatori più cercati online nel corso dell’anno sono stati Federico Chiesa, con quasi 290 mila ricerche online al mese, e Jorginho, con una media di 241 mila digitazioni mensili. Jorginho è stato anche il giocatore che ha visto la sua popolarità crescere di più rispetto al 2020, con un aumento dell’interesse online del 643%.

Poco dopo, i nostri atleti hanno trionfato alle Olimpiadi di Tokyo, vincendo 40 medaglie in totale, anche in discipline in cui erano rimasti lontani dal podio anni.

semrush ricerche sport

Tra i nostri atleti, a vincere la medaglia d’oro della popolarità online è Federica Pellegrini, che quest’anno ha detto addio alle competizioni internazionali, dopo una carriera strepitosa che l’ha portata ad ottenere risultati mai raggiunti da nessun nuotatore italiano. La Divina è stata cercata in rete quasi 280 mila volte al mese (+82% rispetto al 2020), toccando 1 milione e mezzo a luglio, durante le gare olimpiche.

Medaglia d’argento per la popolarità online (ma oro olimpico nel salto in alto) per Gianmarco Tamberi, il cui nome è stato digitato oltre 61 mila volte ogni mese, e ben 450 mila volte ad agosto 2021. L’atleta ha registrato una crescita dell’interesse online del 404%.

Nonostante un calo di interesse online del 18% rispetto all’anno precedente, guadagna il terzo gradino del podio il velocista Filippo Tortu, oro olimpico nella staffetta 4×100.

Resta fuori dal podio, ma alza la coppa dell’atleta con il maggior tasso di crescita di popolarità online nel 2021 Marcel Jacobs. Il velocista e lunghista, oro olimpico a Tokyo nella 4×100 e nei 100 metri, sfidando anche il record mondiale di Usain Bolt, ha avuto un aumento di popolarità del 6.233%.

Infine, il 2021 ha segnato anche il ritiro di un altro straordinario campione che ha scritto la storia dello sport italiano: Valentino Rossi. Il Dottore, 9 volte campione mondiale, tra i piloti più titolati della storia del motomondiale, è stato in assoluto lo sportivo più cercato online, con una media di oltre 456 mila ricerche mensili.

Musica italiana

Quest’anno l’Italia si è distinta anche nel campo musicale, con la vittoria dei Måneskin all’Eurovision Song Contest. Era dal 1964 con Gigliola Cinquetti che un cantante o una band italiana non arrivava al primo posto in questa importante manifestazione canora internazionale, che a maggio 2021, mese in cui si è tenuta, è stata cercata online 74 mila volte.

Già reduci dalla vittoria a Sanremo, i Måneskin sono risultati essere anche al primo posto nella classifica di popolarità online per il settore musicale stilata da Semrush. Il gruppo guidato da Damiano David è stato cercato in rete una media di quasi 842 mila volte al mese (+810% rispetto all’anno precedente), toccando il picco a marzo 2021, con 2 milioni e 740 mila ricerche.

Posto d’onore sul podio della musica per Sangiovanni. La popolarità online del cantante diciottenne, vincitore di Amici di Maria De Filippi 2020, è cresciuta in un anno del 172%, ottenendo un grande successo soprattutto con il lancio della canzone Malibù a maggio, mese in cui ha raggiunto 1 milione di digitazioni sui motori di ricerca.

Terzo posto per Fedez, con un volume di ricerche rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2020 di quasi 367 mila ricerche online ogni mese. Anche per il cantante l’apice della popolarità è stato registrato a maggio. Anche per lui ben 1 milione di ricerche.

Serie TV e piattaforme streaming

Come il 2020, anche il 2021 è caratterizzato da un grande interesse degli utenti per le piattaforme streaming e per le serie tv. A sorpresa, la piattaforma più cercata sui motori di ricerca non è Netflix, “solo” seconda con una media di 4 milioni 253 mila digitazioni mensili, ma Rai Play, a quota 4 milioni 651 mila ricerche al mese.

Ricerche Streaming video semrush

LEGGI ANCHE: #SoloSuTwitter2021, tutti i Top Tweet del 2021

La serie che ha suscitato più interesse negli utenti è stata Squid Game, cercata in rete 823 mila volte a settembre, mese del lancio, e oltre 4 milioni di volte ad ottobre. La serie sudcoreana si piazza al primo posto anche a livello mondiale, con un totale di oltre 146 milioni e 640 mila ricerche nell’arco di un anno.

Nonostante un calo di poco più del 18% rispetto al 2020, Grey’s Anatomy riesce comunque ad aggiudicarsi la seconda posizione, con una media di quasi 257 mila digitazioni ogni mese (probabilmente molte relative alla ricerca di anticipazioni). Dopo anni legata alla Fox, la serie, che ha lanciato ora la stagione 18, quest’anno ha traslocato su Disney+.

Per quanto riguarda il panorama italiano, una menzione speciale andrebbe dedicata a “Strappare lungo i bordi”, la prima serie animata di Zerocalcare uscita su Netflix il 17 novembre 2021.

I dati raccolti da Semrush per il mese di novembre sono ancora solo una stima, ma sarebbero almeno 810 mila le ricerche fatte online relative alla serie, mentre Netflix parla di “serie più vista in Italia”.

Le celebrities delle ricerche

Quali sono le celebrities più cercate in rete in Italia? No, non sono i Ferragnez, ma un’altra celebre (ex) coppia. Il più cliccato in assoluto è Can Yaman, ex promesso sposo di Diletta Leotta, che si trova in seconda posizione. Per l’attore turco sono state fatte in media quasi 825 mila ricerche ogni mese, mentre per la bionda conduttrice TV poco più di 568 mila.

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In terza posizione troviamo Chiara Ferragni (554 mila digitazioni mensili), seguita dal marito Fedez (367 mila ricerche online ogni mese). Per l’imprenditrice digitale, il picco di popolarità in rete si è registrato a marzo con 1 milione di ricerche in rete, quando è nata Vittoria, la sua secondogenita.

Analizzando, invece, il tasso di crescita rispetto al 2020, l’incremento maggiore è stato registrato, suo malgrado, da Alec Baldwin (quasi 3.000% in più). L’attore è rimasto coinvolto in un incidente durante le riprese del suo ultimo film (poi sospeso), che ha portato alla morte di una donna. Il nome di Baldwin ad ottobre è stato digitato in rete ben un milione e mezzo di volte.

Top Tweet 2021

#SoloSuTwitter2021, tutti i Top Tweet del 2021

Quali sono stati i Top Tweet 2021, i tweet più apprezzati e gli argomenti più discussi nel 2021? Twitter, il social dei cinguettii ha appena pubblicato la sua review annuale.

Nel report del social sono riportati gli argomenti più dibattuti e le analisi delle conversazioni italiane e nel mondo.

LEGGI ANCHE: Social Media Trends 2022: cosa devono sapere i brand per puntare al successo

I temi più discussi su Twitter nel 2021: i Top Tweet dell’anno

Tra i temi più discussi abbiamo Måneskin, Olimpiadi, campionati Europei di Calcio, green pass e commenti ai film della stagione.

top tweet 2021

Di seguito  i dati di ranking riferiti al periodo 1 gennaio – 15 novembre 2021 e una panoramica dei tweet più apprezzati e condivisi ripartiti per categoria.

Top 10 Tweet 2021

Al primo posto tra i top tweet 2021 e i post più ritwittati troviamo quello di Fedez pubblicato il primo maggio, in cui è riportato il video della conversazione con gli esponenti RAI circa il discorso da fare al concerto.

Al secondo posto il tweet ironico di Twitter pubblicato durante il down di Facebook, Instagram e WhatsApp.

Completano il podio i Maneskin dopo la vittoria a Sanremo.

Ed ecco gli altri della Top 10:

4 @trash_italiano
5 @GiuseppeConteIT
6 @JoeBiden
7 @Fedez
8 @Fedez
9 @cecilia_strada
10 @thisismaneskin

Top 10 Tweet con più retweet

1 @Fedez
2 @Twitter 
3 @ItaliaTeam_it
4 @Eurovision
5 @GiuseppeConteIT
6 @thisismaneskin
7 @thisismaneskin
8 @thisismaneskin
9 @ferrarivany
10 @NASAPersevere

Top 50 hashtag più utilizzati su Twitter

Tra gli hashtag più pubblicati spiccano quelli associati ai programmi tv.

Ne troviamo alcuni relativi allo show televisivo Grande Fratello Vip, #tzvip riferito al vincitore Tommaso Zorzi e #gfvip riferito alla trasmissione Grande Fratello.

Seguono in classifica altri hashtag ufficiali di programmi televisivi come quello di Amici, #amici20 e un altro coniato per la coppia nata durante il GF Giulia Salemi e Pier Paolo Petrelli, #prelemi.

Di seguito l’elenco completo.

1 #tzvip
2 #gfvip
3 #amici20
4 #prelemi
5 #iheartawards
6 #bestfanarmy
7 #louies
8 #sanremo2021
9 #artistofthesummer
10 #rosmello
11 #isola
12 #tommasozorzi
13 #amemici20
14 #sovip
15 #sençalpimi
16 #canyaman
17 #eurovision
18 #amici21
19 #draghi
20 #ateez
21 #covid19
22 #greenpass
23 #gregorelli
24 #exrosmello
25 #euro2020
26 #mellos
27 #loveisintheair
28 #sonkezsençalkapimi
29 #conte
30 #edser
31 #tokyo2020
32 #alinaboz
33 #burakdeniz
34 #roma
35 #genshinimpact
36 #salvini
37 #nogreenpass
38 #renzi
39 #covid
40 #uominiedonne
41 #italia
42 #mahcel
43 #jimin
44 #ddlzan
45 #straykids
46 #italiainghilterra
47 #enhypen
48 #nft
49 #juventus
50 #tzlateshow

Top 50 personalità più citate su Twitter per categoria

Il gruppo musicale più discusso è stato BTS mentre al secondo posto nella scena musicale di Twitter troviamo Louis Tomlinson.

Nella classifica della politica spuntano Matteo Salvini e Matteo Renzi seguiti da Giuseppe Conte e Giorgia Meloni.

I personaggi più citati del mondo dello spettacolo sono stati Can Yaman e Hande Erde. Nella categoria religione, la personalità più twittata è stata Papa Francesco, mentre nello sport troviamo sul podio Romelu Lukaku seguito da Lionel Messi.

Ecco la lista dei personaggi più twittati.

1 BTS MUSICA
2 Louis Tomlinson MUSICA – PRIMO CANTANTE
3 Matteo Salvini POLITICA
4 Matteo Renzi POLITICA
5 Harry Styles MUSICA
6 Giuseppe Conte POLITICA
7 Giorgia Meloni POLITICA
8 Donald Trump POLITICA
9 Joe Biden POLITICA
10 Fedez MUSICA
11 Niall Horan MUSICA
12 Enrico Letta POLITICA
13 Can Yaman SPETTACOLO
14 Sergio Mattarella POLITICA
15 Taylor Swift MUSICA
16 Zayn Malik MUSICA
17 Virginia Raggi POLITICA
18 Hande Erdel SPETTACOLO
19 Kerem Bursin SPETTACOLO
20 Liam Payne MUSICA
21 Luigi Di Maio POLITICA
22 Papa Francesco RELIGIONE
23 Silvio Berlusconi POLITICA
24 Romelu Lukaku SPORT – PRIMO SPORTIVO
25 Ariana Grande MUSICA
26 Lionel Messi SPORT
27 Ermal Meta MUSICA
28 Beppe Grillo POLITICA
29 Elon Musk ATTUALITÀ

top tweet 2021 donnarumma

30 Gianluigi Donnarumma SPORT
31 Cristiano Ronaldo SPORT
32 Burak Deniz SPETTACOLO
33 Andrea Pirlo SPORT
34 Vittorio Sgarbi POLITICA
35 Narendra Modi POLITICA
36 One Direction MUSICA
37 Lady Gaga MUSICA
38 Little Mix MUSICA
39 Paulo Dybala SPORT
40 Giorgio Chiellini SPORT
41 Gianluca Di Marzio ATTUALITÀ/SPORT
42 Nicolò Barella SPORT
43 Laura Boldrini POLITICA
44 Leonardo Bonucci SPORT
45 Manuel Locatelli SPORT
46 Alina Boz SPETTACOLO
47 5 Seconds Of Summer MUSICA
48 Justin Bieber MUSICA
49 Vladimir Putin POLITICA
50 Zlatan Ibrahimovic SPORT

Top 50 film più chiacchierati su Twitter

Durante il 2021, prima della riapertura delle sale cinematografiche, sono usciti diversi film su varie piattaforme streaming.

Il film che ha vinto il primo premio nella Top 50 di Twitter è stato Zack Snyder’s di Justice League, seguito da Spider-Man: No Way HomeBlack Window.

Ecco l’elenco completo dei film più argomentati sul social.

1 Zack Snyder’s Justice League
2 Spider-Man: No Way Home

3 Black Widow
4 Eternals
5 Dune (2021)
6 House of Gucci

7 Call Me By Your Name
8 Black Panther
9 Don’t Worry Darling
10 The Suicide Squad (2021)
11 Titanic
12 Shrek
13 The Batman
14 Luca
15 Mamma Mia!
16 Doctor Strange in the Multiverse of Madness
17 Nomadland
18 Venom: Let There Be Carnage
19 Cruelia
20 Indiana Jones
21 Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings
22 007 – No Time To Die
23 Promising Young Woman
24 Joker (2019)
25 Cinderella (2021)
26 Blade Runner
27 Godzilla vs Kong
28 Pride and Prejudice
29 Pulp Fiction
30 The Silence of the Lambs
31 The French Dispatch
32 Belle
33 Pirates of the Caribbean
34 Malcolm & Marie
35 Spencer
36 The Godfather
37 After We Collided
38 Back to the Future
39 Kill Bill
40 Promare
41 Fear Street: The Trilogy
42 Forrest Gump
43 The Last Duel
44 Army of the Dead
45 In The Heights
46 The Little Mermaid
47 La La Land
48 The Kissing Booth 3
49 Fast and Furious 9
50 Framing Britney Spears

SE Ranking

Come ottimizzare gli obiettivi SEO in modo semplice e veloce grazie al software multifunzione SE Ranking

Se sui motori di ricerca non sei in prima pagina, non esisti”. Questa frase è ormai diventata la regola base per quanto riguarda l’ottimizzazione di un sito web. Ma oggi non basta più.

Bisogna scalare le vette della SERP, farsi largo tra i competitor, prendere ispirazione dai siti concorrenziali e programmare una strategia che indirizzi le aziende nella giungla dell’ottimizzazione SEO e nella conquista di nuovi clienti.

Il primo passo imprescindibile è quello di analizzare determinate variabili attraverso la comparazione di parole chiave, pagine e contenuti simili. Nella miriade di risultati e di dati, decidere di optare per una strategia confusionaria non porterà di certo a risultati vincenti.

Un valido aiuto in questa importante e impegnativa analisi può arrivarci da SE Ranking che, grazie alla sua piattaforma intuitiva, permette di acquisire una panoramica dettagliata sulla propria situazione con pochi click e decidere dove e come intervenire per posizionarsi.

Questo software SEO all-in-one è in grado di monitorare l’efficacia delle parole chiave, tenere sotto controllo i competitor, verificare l’audit del sito web e controllare la qualità dei backlink. Uno strumento che lavora al posto nostro, e che può guidarci nelle scelte migliori.

I competitor possono essere la tua forza

SE Ranking si presenta con un tool completo ed automatizzato, pronto a mostrare quali siti e competitor tenere sott’occhio.

Facciamo prima una panoramica: inserendo il sito web nella Ricerca Concorrenza si presenterà un overview che mostrerà tutti i dati analizzati: traffico totale, keyword, organiche e il costo stimato del traffico.

Puoi fare ricerche davvero approfondite e accurate poiché il database di SE Ranking lo permette. Ad oggi, la base italiana delle parole chiave nel Keyword Research di SE Ranking supera i 245 milioni e il numero di domini nella Ricerca Concorrenza i 35 milioni.

overview se ranking

SE Ranking suggerirà risultati relativi al traffico organico e a pagamento. Nello specifico, mostrerà le parole chiave organiche con cui il sito web analizzato si posiziona nelle SERP. Evidenzierà inoltre la distribuzione di ranking delle parole chiave organiche, i primi competitor rilevanti, la loro distribuzione (data dal rapporto tra il loro volume di traffico e il numero di parole chiave a cui mirano nella ricerca) ed il numero delle loro keyword uguali, simili o uniche rispetto al sito preso in analisi.

panoramica se ranking

se ranking panoramica 2

Il bello è che SE Ranking punta una lente di ingrandimento molto grande sui nostri competitor. Se dalla Ricerca Concorrenza andiamo sulla voce Concorrenti, avremo davanti tutti quei siti considerati “rivali” e che ricevono traffico organico per le parole chiave simili al nostro sito analizzato.

Inoltre, una volta che avremo creato il nostro progetto, il tool ci permette di poter sfruttare la voce I Miei Concorrenti, e che sarà pronto a comparare tutti i dati relativi ai competitor scelti da noi e di cui vorremmo monitorarne i “movimenti”.

i miei concorrenti se ranking

Individuare facilmente le parole chiave adatte al tuo business

L’individuazione delle parole chiave diventa semplice anzi di più: una delle funzioni principali e più veloci di SE Ranking è quella della ricerca e del raggruppamento delle parole chiave.

Un grande risparmio di tempo e con zero margini di errore per l’inserimento nel sito delle keyword più ricercate. Ma SE Ranking suggerisce anche una lista di ulteriori parole chiave efficaci da poter inserire nella struttura SEO, evidenziandone il punteggio di difficoltà ed il loro posizionamento sui diversi motori di ricerca.

parole chiave attrezzatura da sci se ranking

Il Plus di SE Ranking: accedere ai dati storici sui domini e sulle parole chiave

SE Ranking ha introdotto da pochi mesi un plus, quello dei dati storici, nell’analisi dei competitor e delle parole chiave. Inserendo un dominio o una parola chiave è così possibile avere a disposizione la cronologia dei dati e il loro ranking relativi al mese precedente, a partire dal 2020. Basta impostare una data e analizzare i dati organici e a pagamento per il periodo scelto. Il software spiega nel dettaglio come utilizzare i dati storici a nostro vantaggio. 

dati storici SE Ranking

LEGGI ANCHE: Google features: cosa cambia con i testi degli snippet evidenziati in giallo

Content is The King (ancora e sempre)

Uno strumento intelligente offerto da questa piattaforma è quello dell’individuazione degli argomenti topic di un sito competitor e che generano un alto traffico.

Un contenuto che si rivela un punto di forza dei concorrenti e che possiamo dunque sfruttare implementandolo a nostro vantaggio sul nostro sito. Basta inserire il dominio del “rivale” nello strumento Ricerca Concorrenza e selezionare dal menu la voce Pagine.

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L’importanza dei Backlink nella SEO

Anche se un sito sembra ben ottimizzato, può succedere che alcune pagine competitor possano posizionarsi meglio. Ed è per questo che è importante monitorare i contenuti, promuoverli al meglio e lavorare sull’ottimizzazione del link building. SE Ranking ancora una volta ci viene in aiuto suggerendoci le azioni necessarie per importare i backlink.

Prendendo ancora come riferimento i nostri concorrenti, basterà scoprire la tipologia di siti a cui si appoggiano e “prendere spunto” per creare nuove opportunità di collaborazione con partner che ci aiutino ad aumentare il nostro ranking.

se ranking backlink

SE Ranking e l’Audit

Un altro dei fondamentali strumenti della piattaforma è l’analisi del proprio sito. Capire ed interpretare la qualità e le prestazioni del sito, identificare eventuali problemi e scoprire perché non è idoneamente ottimizzato.

Nella sezione Panoramica, è possibile vedere il punteggio di salute del sito. Core Web Vitals indica le misurazioni su una scala che va da scarso a migliorabile a ottimo. SE Ranking in questo caso funge da controllore, verificando ad esempio lo stato dell’indicizzazione e il tempo di caricamento della pagina. E da supervisore, mostra i miglioramenti apportati e i progressi SEO realizzati nel tempo.

Il software mette a disposizione diversi utili suggerimenti anche per l’ottimizzazione SEO da mobile e per come intervenire sulle eventuali problematiche legate alla creazione di una pagina web responsive.

audit decathlon SE Ranking

E se provassi SE Ranking?

Questo software si rivolge ai professionisti SEO, agenzie digital e team di marketing che necessitano monitorare e migliorare la qualità e quindi l’ottimizzazione del sito web dei propri clienti. Aiuta ad impostare la giusta strategia marketing con pochi click, in modo semplice ma efficace.

SE Ranking permette anche l’estrapolazione di report personalizzabili da inviare ai clienti, pianificando l’invio automatico con scadenza periodica.

Il primo passo è testarlo, grazie alla prova gratuita di 14 giorni in grado di fornire una prima panoramica dei tool a disposizione. Tool che si riveleranno utili per lavorare in modo veloce e professionale e per raggiungere in modo assistito gli obiettivi prefissati.

Che aspetti? Crea il tuo nuovo progetto e lascia che SE Ranking ti porti tra i primi risultati di ricerca.

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valore dei terreni nel metaverso - copertina con Bored Ape Yacht Club

Milioni di dollari per la terra virtuale: guarda quanto valgono i terreni nel Metaverso

I maggiori colossi informatici sono impegnati nell’individuare nuove forme di business declinate per il metaverso in beni e servizi da offrire agli utenti all’interno della realtà virtuale e il valore dei terreni nel Metaverso potrebbe rappresentare una nuova “terra promessa”.

Nel metaverso le blockchain trovano applicazioni in svariati ambiti, dato che nella realtà virtuali è possibile vendere prodotti e servizi come nella realtà.

Prendendo in considerazione The Sandbox, una delle applicazioni per il metaverso che ultimamente attira l’attenzione di molti, gli utenti possono creare beni, venderli oppure acquistarli e di conseguenza guadagnare dal loro lavoro virtuale.

La caratteristica di questi beni e delle transazioni ad esse collegate sta nel fatto che, grazie alla blockchain, esistono sia nel mondo virtuale che in quello reale e questo grazie a due elementi:

  • gli smart contract che consentono agli utenti di avere il controllo dei propri beni
  • i ledger distribuiti che danno agli utenti la sicurezza che i propri beni non possano essere rubati.

Così, se qualcuno nella vita reale ha bisogno di un bene da utilizzare nel metaverso lo può acquistare tanto nella realtà che nel metaverso stesso.

Recentemente OVR, app mobile italiana collegata al mondo della blockchain e degli NFT, che per prima ha orientato il proprio core business verso la realtà aumentata applicata alle chat, ha venduto per 38.6159 ETH (circa 106.960 dollari) un terreno virtuale (NFT) con sopra la Torre Eiffel tramite la piattaforma OpenSea.

LEGGI ANCHE: 6 piattaforme di realtà virtuale che anticipano Metaverso

I terreni in vendita su OVR vengono chiamati OVLand e in soli 4 mesi l’azienda ha venduto spazi virtuali per circa 260.000 NFT e con soli 5.000 visitatori al giorno.

Secondo una ricerca di Routers, nei primi sei mesi del 2021 si è assistito alla vendita di circa 37.000 NFT portando il valore del settore a circa 2,5 miliardi di dollari.

NFT e valore nel metaverso

Il valore dei terreni nel metaverso: quanto valgono gli spazi virtuali

Come nella realtà, anche nel metaverso i beni maggiormente richiesti sono i “terreni” per via della loro innata capacità di conservazione del valore della moneta.

Di seguito qualche dato recente che riguarda i soli mesi estivi del 2021:

  • Nel giugno 2021 ben nove terreni virtuali in Axie Infinity sono stati venduti al prezzo record di 888,25 ETH, circa 1,5 milioni di dollari.
  • Il 9 giugno 2021 Boson ha annunciato che avrebbe acquistato beni immobili virtuali nel sobborgo di Vegas di Decentraland al prezzo di mercato di circa 704.000 dollari,  con l’intento di creare il primo centro commerciale virtuale.
  • Il 18 giugno 2021 lo sviluppatore immobiliare digitale Republic Realm ha acquistato 259 lotti di terreno digitale, parliamo di 66.304 metri quadrati virtuali, per ben 1,295 milioni di MANA circa 913.000 dollari.
  • Nel luglio 2021 su The Sandbox viene venduto un terreno virtuale con una superficie di oltre 5,3 milioni di metri quadrati (24*24) al prezzo di quasi 880.000 dollari.

Restando in tema di record segnalati dal valore mobiliare virtuale è doveroso citare che un lotto di terreno di CryptoVoxels chiamato “9 Robotis Route” ha visto il proprio valore crescere vertiginosamente sulla piattaforma Opensea passando da 101,2$ a 9570,8$.

Su OpenSea è possibile vederne la descrizione che recita:”Created by 4F857A. 135m² parcel near Le Marais in Origin City, 224m from the origin, with a 12m build height and near to Phiser Path, Ben Freeway, Robotis Route, Shallow Mall and Memory Trace” ed è persino disponibile la foto del lotto:

valore dei terreni nel metaverso - screenshot land

Molti analisti riconoscono la correlazione tra incremento valore dei terreni nel Metaverso con quello delle stablecoin, tanto che secondo i dati di CoinMarketCap, al 26 luglio 2021, il valore totale del mercato delle stablecoin era di 116 miliardi di dollari: un aumento di quasi quattro volte dall’inizio di quest’anno.

valore dei terreni nel metaverso - grafico

Attualmente, i terreni più costosi sono quelli di Decentraland e The Sandbox che rientrano tra i 10 NFT più costosi del momento.

LEGGI ANCHE: Gaming e criptovalute si incontrano nel Metaverso (e i numeri sono da capogiro)

Cosa attira gli utenti verso questi due mondi virtuali; da un lato all’interno di Decentraland vi sono aree o quartieri a tema come:

  • Genesis Plaza, la piazza centrale degli eventi
  • Vegas City che riproduce fedelmente Vegas City
  • Fashion Street, la via del lusso con i più importanti marchi di moda
  • Festival Land, la città delle feste e eventi
  • Decentrland University e tante altre realtà in costruzione.

Recentemente, proprio su Decentraland il brand Adidas ha tenuto una sfilata di moda mentre Sotheby’s, famosa casa d’aste, ha virtualizzato la sua iconica galleria di Londra.

The Sandbox, invece, è più orientata a diventare un importante luogo di intrattenimento dove i grandi brand sono di scena come le importanti celebrità che possono incontrare virtualmente i propri fan e fornire interazioni tra cui giochi, performance dal vivo ed esperienze sociali.

Concludendo, rispetto al tasso di rendimento dei beni tradizionali o delle criptovalute, la terra virtuale è più attraente per gli investitori.

Sotto forma di NFT, la proprietà viene ritrasmessa al giocatore, e ogni pezzo di terra e ogni edificio è unico. Inoltre, tutte le transazioni sono pubbliche, trasparenti e tracciabili: un valore aggiunto decisamente alto rispetto alle transazioni del mondo reale.

cos'è il neuromarketing e a cosa serve

A cosa serve il neuromarketing e alcune case history per comprenderlo meglio

A cosa serve il neuromarketing? Aiuta ad analizzare tutti i processi inconsapevoli che avvengono nel cervello ed influiscono sulle decisioni di acquisto delle persone e il modo in cui il corpo e il cervello rispondono agli stimoli del marketing tramite l’applicazione delle conoscenze neuroscientifiche. 

Cos’è il neuromarketing

Il termine “neuromarketing” fu utilizzato per la prima volta nel 2002 dallo scienziato olandese Ale Smidts che lo definiì come “l’insieme delle tecniche di identificazione dei meccanismi cerebrali orientate a una maggiore comprensione del comportamento del consumatore per l’elaborazione di più efficaci strategie di marketing.”

Conosciamo molte strategie efficaci per attivare i processi di conversione (dalla psicologia del colore al packaging fino alla posizione nello scaffale all’interno di un negozio fisico o la forma degli oggetti, ecc.) e il neuromarketing analizza proprio il coinvolgimento emotivo nei confronti di un brand e cosa spinge il consumatore a svolgere determinate azioni.

Utilizzando il neuromarketing è più facile per i brand capire quali sono i sentimenti dei loro clienti e cosa li spinge a effettuare un acquisto.

Il neuromarketing aiuta a progettare siti Web, loghi, contenuti sui social media per evocare una reazione emotiva (dal subconscio) che spinga verso l’acquisto.

Tantissime aziende utilizzano da anni questa disciplina per misurare il coinvolgimento dei propri clienti, mentre altri Big della tecnologia come Microsoft, Google e Facebook  hanno recentemente costituito i propri centri di neuroscienze per studiare il marketing. Il laboratorio di Facebook, ad esempio, monitorerà e misurerà i dati biometrici degli utenti attraverso il monitoraggio degli occhi, la risposta della pelle, la frequenza cardiaca e l’espressione facciale, con l’obiettivo di ottenere una comprensione più profonda di quanto siano ben accolti determinati tipi di contenuti in una varietà di formati.

Quali sono gli strumenti utilizzati per la mappatura e l’analisi cerebrale

Il neuromarketing utilizza due metodi per monitorare l’attività cerebrale: la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l’elettroencefalografia (EEG).

Il neuromarketing prevede l’imaging e la scansione del cervello per vedere come le persone rispondono a prodotti, prezzi, imballaggi e pubblicità. 

Secondo il professore Gerald Zaltman dell’Harvard Business School, il 95% delle nostre decisioni di acquisto sono subconsce. Questo significa che decidiamo prima di renderci conto di averlo fatto! Ad esempio, nel tempo di 0,05 secondi siamo in grado di decidere se un sito web ci piace o meno! 

Le ricerche e gli studi di questo tipo aiutano i brand ad elaborare i propri contenuti in funzione delle risposte cerebrali. 

I professionisti del marketing hanno a disposizione un notevole strumento. Il neuromarketing infatti aiuta ad analizzare e comprendere il modo in cui le informazioni entrano fisicamente nel cervello per creare messaggi di base più performanti nei loro contenuti, annunci, sito Web e persino nelle loro interazioni con gli acquirenti.

Il controllo del “centro del piacere” del cervello tramite il metodo fMRI si avvale di magneti per monitorare l’evoluzione del flusso sanguigno quando percepiamo immagini visive o audio. Mentre l’EEG traccia le attività elettriche con l’ausilio di elettrodi attaccati al cuoio capelluto. 

Sono quasi sempre le emozioni che attivano stati d’animo o ricordi a livello inconscio definendo per ognuno la percezione del messaggio ricevuto. 

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A cosa serve il neuromarketing

Il neuromarketing analizza le risposte cerebrali delle persone sottoposte ad alcuni messaggi audiovisivi e in particolare serve a:

  • Tracciare il movimento degli occhi per vedere cosa attira l’attenzione
  • Utilizzare l’imaging cerebrale EEG per valutare le risposte emotive (ad es. risposte felici alle pubblicità o alle caratteristiche del prodotto)
  • Esaminare le scansioni fMRI per vedere quali pubblicità, immagini e caratteristiche di un prodotto generano la maggior attività in determinate aree del cervello associate a specifiche emozioni nei confronti del brand

Fare tutto questo aiuta ad attingere alle risposte inconsce del cliente e rende più facile per le aziende adattare le tecniche di marketing ai pensieri e ai sentimenti dei loro clienti.

Quali brand utilizzano il neuromarketing

Tantissimi brand utilizzano questa disciplina nonostante ci siano in atto controverse accettazioni della stessa per questioni etiche.

PepsiCo

Pepsi Company ha utilizzato queste tecniche quando una delle sue società, Frito-Lay, stava cercando nuovi metodi per coinvolgere maggiormente il suo pubblico femminile.

Le confezioni delle loro patatine erano in sacchetti luccicanti e mettevano in moto una parte del cervello della loro clientela femminile che suscitava sensi di colpa. Era a causa di questa reazione inconscia alle patatine che le clienti di Frito-Lay esitavano a mangiare le patatine.

Così, Frito-Lay ha cambiato la confezione e ha iniziato a vendere le patatine in sacchetti con finitura opaca. Invece di sentirsi in colpa, le clienti femminili hanno iniziato ad avere reazioni positive con le patatine e il brand innescando un aumento significativo delle vendite.

 

 

PayPal

Il neuromarketing è molto utile per rilevare le tendenze dei clienti.

Nella frenesia della nostra società, vogliamo che i nostri acquisti online vengano consegnati più rapidamente e che i pagamenti vengano elaborati più velocemente.

PayPal ha condotto uno studio su ciò che contava di più per i propri clienti: il cervello dei clienti reagiva più alla comodità che alla sicurezza.

Quindi, invece di inviare un messaggio di sicurezza, PayPal ha utilizzato questo studio per mostrare quanto velocemente potrebbe elaborare i pagamenti per i clienti.

Hyundai

La casa automobilistica Hyundai ha utilizzato test di neuromarketing per valutare il design delle auto. Mentre consentiva ai clienti di esaminare i prototipi di auto, Hyundai tracciava l’EEG per comprendere le preferenze e il tipo di stimolazione che può portare alla decisione di acquisto. 

Hyundai in seguito ha apportato alcune modifiche al design esterno in base ai risultati.

Due consigli per iniziare con il neuromarketing

Come entrare nel mondo del neuromarketing? Il neuromarketing è uno strumento che va accuratamente impostato per trarne vantaggio e quindi bisogna prima di tutto conoscere il proprio target e poi iniziare a leggere e… studiare.

Per scegliere i libri potreste iniziare da quelli scritti dai personaggi più influenti come “La psicologia della persuasione” di Robert Cialdini o “Pensieri lenti e veloci” di Daniel Kahneman.

I corsi sono una delle migliori risorse che i marketer possono utilizzare per apprendere le competenze necessarie per utilizzare il neuromarketing nelle aziende, ma verificate sempre le referenze dei docenti per validarne l’autorevolezza.