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  • A cosa serve il neuromarketing e alcune case history per comprenderlo meglio

    Sono quasi sempre le emozioni che attivano stati d’animo definendo per ognuno la percezione del messaggio ricevuto

    7 Dicembre 2021

    A cosa serve il neuromarketing? Aiuta ad analizzare tutti i processi inconsapevoli che avvengono nel cervello ed influiscono sulle decisioni di acquisto delle persone e il modo in cui il corpo e il cervello rispondono agli stimoli del marketing tramite l’applicazione delle conoscenze neuroscientifiche. 

    Cos’è il neuromarketing

    Il termine “neuromarketing” fu utilizzato per la prima volta nel 2002 dallo scienziato olandese Ale Smidts che lo definiì come “l’insieme delle tecniche di identificazione dei meccanismi cerebrali orientate a una maggiore comprensione del comportamento del consumatore per l’elaborazione di più efficaci strategie di marketing.” Conosciamo molte strategie efficaci per attivare i processi di conversione (dalla psicologia del colore al packaging fino alla posizione nello scaffale all’interno di un negozio fisico o la forma degli oggetti, ecc.) e il neuromarketing analizza proprio il coinvolgimento emotivo nei confronti di un brand e cosa spinge il consumatore a svolgere determinate azioni. Utilizzando il neuromarketing è più facile per i brand capire quali sono i sentimenti dei loro clienti e cosa li spinge a effettuare un acquisto. Il neuromarketing aiuta a progettare siti Web, loghi, contenuti sui social media per evocare una reazione emotiva (dal subconscio) che spinga verso l’acquisto. Tantissime aziende utilizzano da anni questa disciplina per misurare il coinvolgimento dei propri clienti, mentre altri Big della tecnologia come Microsoft, Google e Facebook  hanno recentemente costituito i propri centri di neuroscienze per studiare il marketing. Il laboratorio di Facebook, ad esempio, monitorerà e misurerà i dati biometrici degli utenti attraverso il monitoraggio degli occhi, la risposta della pelle, la frequenza cardiaca e l’espressione facciale, con l’obiettivo di ottenere una comprensione più profonda di quanto siano ben accolti determinati tipi di contenuti in una varietà di formati.

    Quali sono gli strumenti utilizzati per la mappatura e l’analisi cerebrale

    Il neuromarketing utilizza due metodi per monitorare l’attività cerebrale: la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l’elettroencefalografia (EEG). Il neuromarketing prevede l’imaging e la scansione del cervello per vedere come le persone rispondono a prodotti, prezzi, imballaggi e pubblicità.  Secondo il professore Gerald Zaltman dell’Harvard Business School, il 95% delle nostre decisioni di acquisto sono subconsce. Questo significa che decidiamo prima di renderci conto di averlo fatto! Ad esempio, nel tempo di 0,05 secondi siamo in grado di decidere se un sito web ci piace o meno!  Le ricerche e gli studi di questo tipo aiutano i brand ad elaborare i propri contenuti in funzione delle risposte cerebrali.  I professionisti del marketing hanno a disposizione un notevole strumento. Il neuromarketing infatti aiuta ad analizzare e comprendere il modo in cui le informazioni entrano fisicamente nel cervello per creare messaggi di base più performanti nei loro contenuti, annunci, sito Web e persino nelle loro interazioni con gli acquirenti. Il controllo del “centro del piacere” del cervello tramite il metodo fMRI si avvale di magneti per monitorare l’evoluzione del flusso sanguigno quando percepiamo immagini visive o audio. Mentre l’EEG traccia le attività elettriche con l’ausilio di elettrodi attaccati al cuoio capelluto.  Sono quasi sempre le emozioni che attivano stati d’animo o ricordi a livello inconscio definendo per ognuno la percezione del messaggio ricevuto.  LEGGI ANCHE: Life Change: Arturo Brachetti ci spiega cosa significa trasformazione

    A cosa serve il neuromarketing

    Il neuromarketing analizza le risposte cerebrali delle persone sottoposte ad alcuni messaggi audiovisivi e in particolare serve a:
    • Tracciare il movimento degli occhi per vedere cosa attira l’attenzione
    • Utilizzare l’imaging cerebrale EEG per valutare le risposte emotive (ad es. risposte felici alle pubblicità o alle caratteristiche del prodotto)
    • Esaminare le scansioni fMRI per vedere quali pubblicità, immagini e caratteristiche di un prodotto generano la maggior attività in determinate aree del cervello associate a specifiche emozioni nei confronti del brand
    Fare tutto questo aiuta ad attingere alle risposte inconsce del cliente e rende più facile per le aziende adattare le tecniche di marketing ai pensieri e ai sentimenti dei loro clienti.

    Quali brand utilizzano il neuromarketing

    Tantissimi brand utilizzano questa disciplina nonostante ci siano in atto controverse accettazioni della stessa per questioni etiche.

    PepsiCo

    Pepsi Company ha utilizzato queste tecniche quando una delle sue società, Frito-Lay, stava cercando nuovi metodi per coinvolgere maggiormente il suo pubblico femminile. Le confezioni delle loro patatine erano in sacchetti luccicanti e mettevano in moto una parte del cervello della loro clientela femminile che suscitava sensi di colpa. Era a causa di questa reazione inconscia alle patatine che le clienti di Frito-Lay esitavano a mangiare le patatine. Così, Frito-Lay ha cambiato la confezione e ha iniziato a vendere le patatine in sacchetti con finitura opaca. Invece di sentirsi in colpa, le clienti femminili hanno iniziato ad avere reazioni positive con le patatine e il brand innescando un aumento significativo delle vendite.    

    PayPal

    Il neuromarketing è molto utile per rilevare le tendenze dei clienti. Nella frenesia della nostra società, vogliamo che i nostri acquisti online vengano consegnati più rapidamente e che i pagamenti vengano elaborati più velocemente. PayPal ha condotto uno studio su ciò che contava di più per i propri clienti: il cervello dei clienti reagiva più alla comodità che alla sicurezza. Quindi, invece di inviare un messaggio di sicurezza, PayPal ha utilizzato questo studio per mostrare quanto velocemente potrebbe elaborare i pagamenti per i clienti.

    Hyundai

    La casa automobilistica Hyundai ha utilizzato test di neuromarketing per valutare il design delle auto. Mentre consentiva ai clienti di esaminare i prototipi di auto, Hyundai tracciava l’EEG per comprendere le preferenze e il tipo di stimolazione che può portare alla decisione di acquisto.  Hyundai in seguito ha apportato alcune modifiche al design esterno in base ai risultati.

    Due consigli per iniziare con il neuromarketing

    Come entrare nel mondo del neuromarketing? Il neuromarketing è uno strumento che va accuratamente impostato per trarne vantaggio e quindi bisogna prima di tutto conoscere il proprio target e poi iniziare a leggere e… studiare. Per scegliere i libri potreste iniziare da quelli scritti dai personaggi più influenti come “La psicologia della persuasione” di Robert Cialdini o “Pensieri lenti e veloci” di Daniel Kahneman. I corsi sono una delle migliori risorse che i marketer possono utilizzare per apprendere le competenze necessarie per utilizzare il neuromarketing nelle aziende, ma verificate sempre le referenze dei docenti per validarne l’autorevolezza.