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Fondo Nuove Competenze: le opinioni degli HR Manager italiani

Upskilling e reskilling: quali saranno gli effetti del Fondo Nuove Competenze di ANPAL sugli scenari futuri del mondo del lavoro? Quanto sarà importante ispirare le persone e sostenerle nell’acquisire nuove competenze professionali, in un contesto sempre più competitivo e sfidante, proiettato ai grandi asset della rivoluzione digitale, accelerati dall’emergenza pandemica?

Cyber Security, lavoro agile, database, internet delle cose, transizione ecologica sono solo alcuni dei temi cardine intorno a cui si è sviluppata l’offerta formative delle aziende, destinata ai propri dipendenti, attraverso l’utilizzo della misura ministeriale.

Un trend in fieri, quindi. Per comprendere il valore del programma, Ninja ha coinvolto nel dibattito i maggiori esperti HR italiani che hanno aderito al Fondo Nuove Competenze (il fondo pubblico cofinanziato dal Fondo sociale europeo, nato per contrastare gli effetti economici dell’epidemia Covid-19), prevedendo piani di formazione aziendale specifici, inseriti nel più ampio contesto strategico dell’organizzazione.

Lo scorso gennaio l’Anpal ha erogato i primi 70 milioni di euro alle 125 aziende beneficiare del Fondo (che abbiano stipulato accordi collettivi CCNL di rimodulazione dell’orario di lavoro), attive da Nord a Sud dell’Italia in mercati differenti, dalle telecomunicazioni all’energia, dal settore manifatturiero al comparto editoriale, oltre che agroalimentare, culturale e del turismo. Percorsi formativi, destinati ai primi 53mila lavoratori coinvolti, per un numero totale di oltre 5 milioni di ore complessive.

Il Fondo sarà rifinanziato nel 2021 con il Recovery Plan

Istituito dal Decreto Rilancio con una dotazione iniziale di 230 milioni di euro a valere sul Programma Operativo Nazionale SPAO 2014-2020, il Fondo Nuove Competenze è stato rifinanziato dal Decreto Agosto, con ulteriori 200 milioni di euro per l’anno 2020 e altri 300 milioni di euro per estendere l’operatività al 2021 secondo quanto disposto dal Ministero del Lavoro.

Un totale di 730 milioni che potrà essere incrementato con risorse messe a disposizione dalle Regioni, dai Programmi operativi nazionali e regionali (PON e POR) del Fondo sociale europeo (FSE) e dai Fondi paritetici interprofessionali.

Il rifinanziamento dello strumento è legato al Recovery Plan, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con un miliardo di euro proveniente dai fondi europei di REACT-EU.

Il programma nazionale di politiche attive per l’occupazione è rivolto non solo a recuperare il gap digitale, ma anche per la definizione di possibili percorsi di ricollocazione dei lavoratori. Inclusività, creatività e spazi collaborativi, ma c’è anche chi immagina uffici con nuovi layout spinti verso la sostenibilità ambientale.

Bando prorogato al 30 giugno per accordi collettivi e domande

Il bando, con scadenza iniziale al 31 dicembre 2020, con il nuovo decreto approvato dal Ministero del Lavoro di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha subito uno spostamento dei termini al 30 giugno 2021, sia per la sottoscrizione degli accordi che per la presentazione delle domande, confermato dal decreto direttoriale ANPAL del 17 febbraio 2021, che  modifica anche i termini per la fase istruttoria e per la fase di richiesta del saldo.

il-mondo-dopo-il-covidStimolare l’empowerment delle persone: l’esempio di Vodafone

Ad accelerare sulle skill transformation, con un piano di formazione aperto a tutti i 6.000 dipendenti è Vodafone. Ben 120 ore di formazione individuale, per un totale di 300mila in 3 mesi, tra training days e week.

“Prepararci alle professionalità del futuro significa investire sulla resilienza del lavoro delle persone e quindi anche sulla resilienza dell’organizzazione, sulla sua capacità di adattarsi al cambiamento – commenta Ilaria Dalla Riva, direttore Risorse Umane e Organizzazione di Vodafone Italia –  Grazie ad un costante confronto con le Organizzazioni Sindacali, abbiamo avviato un processo di trasformazione e digitalizzazione delle competenze, attraverso percorsi di reskilling e riconversioni professionali, definendone contenuti e obiettivi in specifici accordi sindacali. Percorso accelerato da un grande piano di formazione  avviato grazie al Fondo Nuove Competenze di ANPAL, a cui abbiamo avuto accesso dopo la sottoscrizione di un nuovo accordo sindacale, a dimostrazione di un consolidato sistema di relazioni industriali. Siamo partiti da una mappatura delle competenze digitali delle nostre persone per disegnare un piano di trasformazione profonda”.

Il Fondo Anpal ha così permesso di estendere il piano a tutta la popolazione aziendale. “I primi riscontri sono estremamente positivi: più del 90% dei colleghi (dopo ogni giornata di formazione è prevista una survey di gradimento) ritiene di aver accresciuto le proprie competenze rispetto ai temi proposti. L’elemento più apprezzato è stato il mix di fonti e formati. Anche la scelta di fermare le attività ordinarie dell’azienda per consentire alle persone di dedicarsi completamente alla formazione è stata molto apprezzata dalle persone”.

Lavoro agile che per Vodafone diviene parte integrante di un più ampio sistema di welfare aziendale: tema interconnesso con il cambiamento culturale, su cui si concentra Ilaria Dalla Riva, con la previsione di corsi per “promuovere un modo di pensare innovativo, per allenare la capacità di assumere decisioni sulla base dei dati, o ancora, per diffondere quella “cultura dell’errore” essenziale per l’innovazione”.

“E’ previsto, inoltre, un importante programma che coinvolge tutti i 600 manager di Vodafone Italia per stimolare un modello di leadership ancora più inclusivo, basato sulla fiducia e l’empowerment delle persone – insiste il direttore HR – Elementi sempre più importanti in un contesto di lavoro da remoto”.

Ilaria Dalla Riva, Vodafone

Lo sviluppo della digital leadership in American Express

“I nuovi scenari servono a mettere a sistema le competenze. Significa supportare, attraverso i giusti investimenti, il settore pubblico e i privati, in particolare le aziende nel pensare alle nuove competenze che serviranno da qui ai prossimi 10 anni”, evidenzia Vittorio Carparelli, HR Manager Amex Italia.

Iniziare, soprattutto, ad un piano di formazione che preveda un linguaggio comune, partendo dalle università: “Abbiamo bisogno di ripensare i modelli formativi degli individui, dei lavoratori e dei manager del domani, per metterli in condizione di affrontare le condizioni del mondo del lavoro che saranno sempre più complesse e veloci – continua Carparelli – L’obiettivo non sarà solo focalizzato su competenze specifiche, ma sulla capacità di adattarsi al cambiamento. Questo aiuterà le organizzazioni ad essere più pronte ad affrontare le nuove sfide del mercato e a proporre soluzioni più efficaci per i propri clienti.

L’opportunità offerta dal Fondo è, quindi, di fare sistema ed essere più pronti nel formare sulle soft skill e sulle competenze di digital leadership: in American Express stiamo affrontando questa sfida anche grazie alla collaborazione con Ninja Academy. Oggi, come mai in passato, nelle organizzazioni è importante avere persone in grado di abbracciare la cultura digitale”.

Vittorio Carparelli, American Express

Il cambio radicale di prospettiva verso la sostenibilità di Enel

È il programma di più ampie proporzioni realizzato in Italia quello predisposto da Enel. Oltre 22mila persone coinvolte per un totale di 37 percorsi formativi attivati, per un massimo di 250 ore di formazione per ciascun dipendente. Un approccio “train the trainer”, con progetti di job shadowing per favorire la trasversalità delle competenze, ma anche di riduzione del gap digitale, upskilling e reskilling, in linea con la visione strategica del Gruppo, spinta verso la transizione energetica.

“Il reskilling per me significa permettere ai colleghi di essere pronti e non spaventati dagli scenari futuri. Alla base c’è il principio del rispetto per le persone – esordisce Guido Stratta, Direttore People and Organization del Gruppo Enel – Mi sono mosso subito coinvolgendo le organizzazioni sindacali, che hanno compreso la mia passione e mi hanno consentito di realizzare un accordo dal volume importante per Enel, oltre 22.000 persone. Coinvolgimento e non lasciare le persone spiazzate, è questa la forza dell’idea. Abbiamo realizzato 37 percorsi, non solo sulla digitalizzazione, ma anche soft skill per preparare il futuro. Le persone devono comprendere ciò che li aiuta a lavorare meglio con gli altri”.

Rivoluzionario il punto di vista di Stratta, divulgatore della “leadership gentile”, che stravolge il punto di vista, riportando il valore e l’unicità di ogni singola persona al centro del processo produttivo. “Tutti mi dicevano che avrebbero bocciato le mie idee, perché troppo teoriche – sottolinea Stratta – invece c’è stato un grande gradimento del ministero, perché abbiamo realizzato un progetto molto innovativo. Sono molto soddisfatto”.

È un cambio radicale di paradigma, lo scenario ipotizzato dal manager Enel: “Sottolineo l’importanza per tutti, in questo momento, di trasformare questo dolore in una svolta forte che abiliti le persone a realizzarsi. Ognuno di noi deve riflettere su questo aspetto. Da soli non potremo più fare nulla, bisogna essere insieme. I risultati dovranno essere coniugati alla sostenibilità. Dovrà esserci un’etica della biosfera, non basterà realizzare profitti.  Ottenere risultati significherà rispettare il mondo.  Terzo aspetto essenziale, a tutti i livelli dell’organizzazione, per reagire al disastro del prodotto interno lordo e alla crisi economica, la condizione sarà non avere conflitto sociale: significa valorizzare ogni singolo essere umano e offrire opportunità. Tutti devono fiorire”.

Guido Stratta, Enel Group

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Superare la dicotomia domanda-offerta verso un know-how contemporaneo di Adecco

“Il fondo nuove competenze è senz’altro un’iniziativa necessaria che la situazione pandemica ha – fortunatamente – posto al centro delle politiche del lavoro. Tuttavia il tema risponde ad una necessità che il Paese esprime da tempo e che si traduce, da una parte, nel disallineamento delle competenze richieste e dall’altro nella mancanza di competenze contemporanee – sottolinea Manlio Ciralli, Chief of sales, branding and innovation at The Adecco Group Italy.

Un processo dicotomico tra domanda e offerta, ulteriormente acuito dall’arrivo della Pandemia che ha avuto un impatto su molti settori: “Impone ripensare alle competenze trasversali per immaginare come spostare cluster di lavoratori in modo orizzontale. Questo rende indispensabile una riflessione sull’attuazione sistemica dei modelli di re-skilling e upskilling della forza lavoro italiana – continua il manager di Adecco Group – La competitività delle persone deve inderogabilmente transitare da un nuovo modello culturale che sposa il concetto di occupabilità dell’individuo sostenuta dall’apprendimento continuo”.

È sulla concretezza dei corsi che insiste, inoltre, Ciralli, rispetto alle opportunità di placement. “L’augurio è che ogni eventuale componente burocratica di accesso al Fondo lasci spazio ad una azione agile nella quale la proxy di rilascio dei fondi sia la stretta correlazione tra formazione e percorsi di impiegabilità reale”.

Manlio Ciralli, Adecco

Competenze trasversali per proiettarsi al futuro, secondo Fastweb

“Il Fondo Nuove Competenze di ANPAL è uno strumento davvero prezioso perché ci consente di arricchire ulteriormente con nuovi stimoli il percorso avviato in azienda volto all’ampliamento, alla diversificazione e all’evoluzione delle competenze delle nostre persone” spiega Matteo Melchiorri, Chief Human Capital Officer di Fastweb.

“La formazione è un elemento centrale per lo sviluppo delle organizzazioni che sono chiamate a evolvere molto più rapidamente rispetto al passato sotto la spinta dell’innovazione e dei cambiamenti della società.  Investire sulle competenze tecniche, così come su quelle trasversali delle persone è la chiave per continuare a crescere e a proiettarsi nel futuro”.

Matteo Melchiorri, Fastweb

Fiducia, autonomia, capacità di comunicazione e soft skill di Flixbus

“In Flixbus non abbiamo aderito al Fondo Nuove Competenze in quanto mancanti del requisito dell’accordo collettivo. In azienda infatti lo smart working è in essere già dal 2018 gestito tramite accordi individuali. Il percorso quindi di smart working, che non è semplicemente un tema di remotizzazione del lavoro, quando piuttosto di fiducia, autonomia e chiarezza di obiettivi”, evidenzia Fabio Salvi, Team Leader HR Flixbus.

Un’esperienza di lavoro agile in essere da tempo per FlixBus. “Tramite Avvisi Regionali e Fondi Interpersonali stiamo finanziando percorsi volti a migliorare la consapevolezza delle specifiche della comunicazione e gestione di un gruppo di lavoro diffuso, oltre alla padronanza piena degli strumenti digitali forniti.”

Fabio Salvi, Flixbus

La sfida dei contenuti di RDS

“Il gruppo RDS ha aderito al progetto Fondo Nuove Competenze proseguendo un cammino intrapreso da tempo e dedicato alla crescita e allo sviluppo professionale delle Risorse Umane. Ancor di più in un momento come questo, in cui ognuno di noi ha voglia di rinascita”, dichiara Tiziana Mennuti Head of HR & Legal Affairs RDS Spa.

Uno strumento accolto con favore e ritenuto di grande valore, “perché è evidente che l’upskilling delle persone non può essere solo una responsabilità dell’impresa, ma dell’intero sistema Paese – continua Tiziana Mennuti – Dunque una grande opportunità per noi in uno scenario di mercato, quello dei contenuti, sempre più competitivo e sfidante”.

Tiziana Mennuti, RDS Spa

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Innovazione e impresa: al via i workshop di Strategy Innovation

Tornano anche nel 2021 i SIW – Strategy Innovation Workshop, gli eventi rivolti a imprenditori e manager e dedicati all’innovazione strategica, oggi più che mai importante per le imprese che si trovano ad affrontare le difficoltà ma anche le opportunità generate dalla pandemia in atto.

Strategy Innovation Workshop

È a Venezia, da sempre luogo di innovazioni strategiche, ambientali e sociali, che lo spin-off cafoscarino Strategy Innovation mette a disposizione delle imprese le più rilevanti scoperte della ricerca accademica.

Spiega Carlo Bagnoli, professore ordinario di Economia presso Università Ca’ Foscari e fondatore dello spin-off Strategy Innovation.

Nel 2021 Strategy Innovation ha avviato quattro nuovi osservatori per accompagnare le aziende a intraprendere percorsi di innovazione strategica. Questi osservatori riguardano il Cross-cultural Business Model, il Digital Business Model, il Future Business Model e il Sustainable Business Model. Dalla ricerca realizzata da ciascuno di essi, scaturisce la programmazione degli Strategy Innovation Webinar – SIW, incontri di diffusione e contaminazione a cadenza regolare, che abbiamo mantenuto anche nel periodo pandemico. Aziende e manager sono invitati a questi webinar, in cui dialogheremo con alcune figure di estremo rilievo del mondo imprenditoriale italiano.

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Nei quattro incontri, Carlo Bagnoli si confronterà per un’ora e mezza con ospiti provenienti direttamente dal mondo delle imprese, mettendo a fuoco quali sono gli elementi che fanno di un’organizzazione una realtà significante per la società. Un approccio che guarda a un nuovo modello umanistico di impresa, studiato e proposto da anni dal team di Strategy Innovation e del quale oggi sempre più aziende stanno prendendo consapevolezza, grazie alle necessità e alle sfide che l’emergenza sanitaria prima e la crisi economica che si profila all’orizzonte ora hanno messo loro davanti.

Gli Strategy Innovation Workshop sono realizzati con il sostegno di importanti partner italiani: Intesa Sanpaolo, Arper, Axians, Cisco e Sharp.

Il primo incontro, in agenda per il 25 marzo 2021 a partire dalle ore 18 sarà dedicato al tema dell’impresa totale e vedrà la presenza di Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato Pirelli.

Il dibattito, prenderà le mosse dal volume Alla ricerca dell’impresa totale di Carlo Bagnoli e Beniamino Mirisola e Veronica Tabaglio, in cui i tre autori cercano di dare una risposta innovativa alla domanda che molti si pongono di fronte a un’azienda: cos’è davvero l’identità di un’impresa? Cosa la rende portatrice di significati rispetto alla società in cui opera e addirittura anche oltre, trascendendo le epoche, le mode e, spesso, anche le crisi?

Durante l’evento verrà raccontata e analizzata l’esperienza di Pirelli con lo scopo di ricercare gli elementi dell’azienda capaci di esemplificare il concetto di “impresa totale”. Concetto mutuato da quello di opera d’arte totale di Wagner, l’impresa totale è un’organizzazione capace di creare valore, non soltanto economico e non soltanto per l’organizzazione stessa, ma per tutto l’ecosistema in cui è immersa, in grado di aumentare la capacità occupazionale e di ridefinire i confini del proprio mercato.

Il segreto per farlo si nasconde nella capacità di rifarsi agli archetipi, quei modelli universali condivisi dall’umanità che valicano ogni barriera temporale o spaziale: si potrebbe dire, la pietra filosofale del successo duraturo.

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Un viaggio attraverso la multidisciplinarietà e trasversalità della ricerca che ha come scopo ultimo quello di individuare nuovi modelli innovativi per le aziende che hanno la necessità, anche se non sempre la consapevolezza, di evolversi per stare al passo con la rapida evoluzione che la nostra società sta subendo.

Insieme a Carlo Bagnoli, interverrà al workshop del 25 marzo anche Beniamino Mirisola, coautore del volume “Alla ricerca dell’impresa totale” e Chief Literature Specialist di Strategy Innovation Srl.

Calendario Strategy Innovation Workshop 2021

  • 25 marzo ore 18. L’impresa totale, con Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato Pirelli;
  • 21 maggio ore 18. Digital Business Models, con Stefano Rebattoni, General Manager IBM Italy;
  • 23 luglio 2021 ore 18. Future Business Models, con Marco Carrai, Presidente Toscana Aeroporti Spa;
  • 5 novembre 2021 ore 18. Sustainable Business Models.
guida allo youtube marketing

La guida essenziale al Marketing Digitale con YouTube

YouTube viene spesso sottovalutato. Nonostante i 2 miliardi di utenti mensili registrati in tutto il mondo e nonostante risulti essere una delle piattaforme online più apprezzate dai cittadini statunitensi ed europei, YouTube risulta essere la piattaforma social più trascurata da web strategist e marketer di tutto il mondo.

Attraverso la pubblicazione dei video su questa piattaforma è possibile ottenere risultati rilevanti, soprattutto se il target della tua azienda è su YouTube e i tuoi competitors invece no.

Il pensiero di molti è che YouTube non sia più di una piattaforma di video online o banalmente un’altra rete social, ma non è affatto così, YouTube è molto, molto di più.

Ogni ora vengono caricate più di 500 ore di video. YouTube è sempre più popolare in diverse fasce d’età e il marketing sulla piattaforma, oltre ad essere senza alcun dubbio efficace, è anche semplice (ovvio è che necessario avere alcune nozioni di base, ma la creatività e la fantasia restano gli elementi essenziali).

Per questi motivi, abbiamo pensato di realizzare una breve guida su come poter iniziare questa avventura del marketing di YouTube ed aggiungere un ulteriore tassello nella strategia comunicativa della tua azienda. Procediamo step to step senza indugi e per piccoli passi!

youtube schermata

Step 1 –  Apri un canale YouTube

Stiamo parlando di una vera e propria piattaforma dove l’iscrizione rappresenta il primo passo per accedervi. Per poterlo fare è indispensabile aprire un brand account su Google. Un’iscrizione appositamente pensata per l’azienda (ricorda di utilizzare non una mail personale, ma quella rappresentativa dell’azienda), che possa offrire la possibilità di lavorare sul canale da più account anche contemporaneamente.

Per poter realizzare questo primo step è indispensabile accedere a Google (se si ha già un account) o iscriversi registrando tutte le informazioni necessarie. Per poterlo fare sarà necessario raggiungere la home del più grande motore di ricerca al mondo ed entrare, dal tasto presente in alto a destra, nel mondo della “grande G”.

L’iscrizione appena realizzata offrirà già un canale YouTube, ma se accedendo alla piattaforma dovesse esserci un canale già esistente, personale o non conforme al piano comunicativo della tua azienda, sarà necessario aprirne uno ex novo (dal tasto presente nella stessa pagina).

A questo punto la tua avventura è già iniziata!  L’azienda è stata appena registrata su YouTube, il canale è aperto e la piattaforma è già pronta ad offrirti tutte le sue opportunità.

Step 2 – Attrai nuovi follower personalizzando il canale

Dopo aver aperto il canale è indispensabile completarlo in ogni suo aspetto. Parti dal logo (che andrà collocato nell’immagine profilo) utilizzando un file in alta definizione.

Nella sezione ‘”descrizione” offri informazioni e anticipazioni sulle pubblicazioni del canale inserendo all’interno di questi contenuti testuali, le parole chiave (approfondisci la SEO per YouTube al punto 6) e i link del sito web e degli altri profili social di rilievo della strategia di comunicazione della tua azienda.

Nella stessa sezione potrai inserire anche il link di altri canali YouTube della stessa azienda (nel caso ce ne fossero) o pubblicare delle risorse o indicare dei canali ausiliari ai tuoi contenuti. Ultimo aspetto, ma non per importanza è l’ottimizzazione dell’immagine di copertina. Inserisci i prodotti di cui parlerai o illustra gli argomenti principali del canale.

caricamento dei video su youtube

Step 3 – Scopri il tuo potenziale pubblico

Il pubblico è il vero tesoro del tuo canale e dedicare del tempo per scoprire alcuni dettagli come l’età, le preferenze di visualizzazione ed i loro interessi, è certamente uno step indispensabile per il successo della tua strategia di marketing su YouTube.

Online è possibile raccogliere tantissimi dati riguardanti il tuo potenziale target, ma non solo. Aprendo il canale avrai disposizione un’intera pagina con dati di analisi specifici, che possono offrirti tante informazioni preziose, per migliorare ed ottimizzare i contenuti che hai pensato di pubblicare.

A questo punto dovrebbe essere più o meno chiaro l’identikit del tuo target. Confrontalo con i dati statistici degli altri canali social aziendali per comprenderne differenze e somiglianze, ti aiuterà senz’altro a perfezionare ulteriormente la strategia di marketing che adotterai su YouTube.

È questo il punto in cui dovrai iniziare a ‘sporcarti le mani’: inizia a realizzare contenuti, programmali nei giorni e nelle ore di maggiore accesso, crea sondaggi e domande per conoscere il pubblico ed ottenere nuovi spunti per nuovi video. Insomma, inizia ad arricchire il canale con contenuti interessanti per il brand.

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Step 4 – Prendi spunti da youtubers e competitors

Prendi spunto per i tuoi video da altri Youtubers, ma anche dai competitori diretti. Attenzione però: prendere spunto non significa copiare, ma significa lasciarsi ispirare per nuove idee (possibilmente differenti da quelle che hai già visto).

Prendi nota di tutto ciò che cattura l’attenzione sulla piattaforma, analizza cosa ti spinge a tornare sempre sui soliti canali, cerca di scoprire cosa aumenta le visualizzazioni ed il coinvolgimento di uno specifico canale.

Anche nei video di tendenza puoi ottenere dei dati di grande rilevanza, anche se non hanno nulla a che vedere con il canale aziendale. Ciò che puoi facilmente intuire è la tecnica di realizzazione di un video e gli effetti (e/o risultati), che mediante essa è possibile ottenere dalla propria community.

youtube marketing

Step 5 – pianifica la pubblicazione dei tuoi video

A questo punto, dopo aver aperto il canale aziendale, compreso come ottimizzare i contenuti testuali e grafici dei contenuti, è giunto il momento di pensare ad una pianificazione delle pubblicazioni.

Gli utenti si aspettano delle pubblicazioni continue, degli appuntamenti settimanali a cadenza fissa nei quali vengono pubblicati i nuovi o il nuovo video. Fa attenzione a rispettare queste tempistiche, cercando di non saltare alcun appuntamento e di organizzarti per tempo nel caso dovessero presentarsi delle complicanze ho degli imprevisti.

Organizza al meglio le pubblicazioni tra gli altri social e YouTube, schedula tutti i flussi in uscita con strumenti come Hootsuite, per gestire tutto da una stessa dashboard.

Dai un’occhiata ai dati analitici del tuo canale, soprattutto dopo le prime pubblicazioni, per comprendere se c’è un giorno o un orario con un maggior numero di visualizzazioni di coinvolgimento, una volta rintracciato sfrutta questi dati per aumentare la visibilità e l’efficacia del canale aziendale

Ste 6 – Non dimenticare la SEO nei tuoi video

A questo punto hai aperto il tuo canale, sai in linea generale a chi rivolgerti e hai realizzato e programmato la pubblicazione dei primi contenuti su YouTube. A questo punto è indispensabile conoscere ‘l’ABC della SEO’ su YouTube.

La SEO è assolutamente indispensabile per il corretto posizionamento dei tuoi video nei risultati di ricerca di YouTube ed ottenere di conseguenza una maggiore visualizzazione dei contenuti. YouTube funziona come un grande motori di ricerca e per questi motivi è indispensabile utilizzare le giuste parole chiave, le descrizioni e titoli che possono catturare l’attenzione (Attenzione al clickbait!).

Ma dove è possibile trovare le parole chiave? La risposta è abbastanza semplice.potresti partire dall’analisi del sito web dell’azienda, da come quest’ultimo è stato posizionato e le parole chiave chi sono state scelte per indicizzarlo al meglio. Inoltre potrei utilizzare tools specifici come Google trends o come Google adv.

Un altro aspetto da non sottovalutare è la SEO utilizzata dai tuoi diretti competitors. Approfondisci le loro scelte e studia i loro risultati di ricerca. Dunque concentrati sugli argomenti, sui contenuti e sulle ricerche che le persone tutti i giorni effettuano sui motori di ricerca.

Controlla le parole chiave anche su social differenti come ad esempio Pinterest. Un social utile e semplice da usare, che senz’altro potrà facilmente aiutarti. Inserisci sulla piattaforma le parole chiave che interessanti ed utili per il tuo brand, effettua la ricerca, analizza i risultati.

Evitala punteggiatura eccessiva e parole maiuscole, nei titoli, sottotitoli e nel testo. I contenuti che verranno pubblicati su YouTube devo essere anzitutto ottimizzati per le persone, anche i testi devono avere un senso logico con una punteggiatura ed una formattazione coerente. Nel testo delle descrizioni dei contenuti inserisci sempre le parole chiave scelte,  soprattutto nella parte iniziale, salvaguardando sempre l’integrità del messaggio.

caricare video su youtube

Step 7 – Usa correttamente gli hashtag

Ma a cosa servono gli hashtag? Le finalità possono essere differenti, ma in primo luogo servono per aumentare la visibilità organica di contenuti pubblicati su YouTube.

Si tratta di vere proprie parole chiave, che possono essere ipoteticamente collocata in qualsiasi punto dell’area testuale. Scegli per ogni contenuto degli hashtag che siano coerenti con gli argomenti trattati nel video, non troppo specifici ma neanche troppo generici.

Utilizza solo quelli realmente necessari senza eccedere, rischieresti di ottenere un risultato diverso da quello sperato. Dunque evita categoricamente i trenini hashtag, non servono a nulla, non solo su YouTube, ma in gran parte delle altre piattaforme social (es Facebook).

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Step 8 – Ottimizza le miniature, le anteprime, le schede e le CTA

La miniatura dei contenuti pubblicati è la prima cosa che un utente osserva. Spesso decreta il successo o l’insuccesso dei video e per incrementare la visualizzazione del contenuto, è necessario personalizzarla ad hoc, in correlazione ovviamente al titolo del contenuto stesso.

video su youtube

Il consiglio è di utilizzare sempre miniature in alta definizione, di personalizzale e inserire pochi elementi comunicativi, ma essenziali per catturare l’attenzione dell’utente e spingerlo ad andare oltre la visualizzazione della miniatura. Realizza dei i test per verificare che tutto funzioni correttamente e che nulla sia sfuggito alla tua attenzione.

Ultimo aspetto, ma non per importanza, è quello di prestare attenzione alle schede e alle schermate finali.

Le schede sono delle vere proprie call tu action che possibile inserire all’interno dei video. È possibile pubblicarne un massimo di cinque per contenuto e risultano utili per indirizzare le persone verso una specifica pagina web o altro.

Le schermate finali appaiono negli ultimi secondi del video e offrono all’utente la possibilità di scegliere un contenuto correlato a quello appena visto. Dunque è indispensabile promuovere all’interno di queste schermate finali, degli ulteriori video che possano continuare a mantenere alta l’attenzione dell’utente per spingerlo a continuare la visione di contenuti dal canale della tua azienda.

digital tool

Mimoto, TweetIdeas e LunarCRUSH, i digital tool della settimana

Alcuni argomenti tendono a polarizzare la nostra attenzione durante la settimana e solo nel weekend abbiamo l’occasione di approfondirli. Tra quelli dell’ultimo periodo ci sono sicuramente gli NTF e il mondo delle cripto valute in generale.

Tra le applicazioni consigliate questa settimana, anche uno strumento per tenere sotto controllo il panorama relativo a uno dei metodi di pagamento in più rapida crescita, che non ci si può più permettere di sottovalutare.

Con gli strumenti digitali di oggi però, pensiamo anche al tempo libero: un po’ di svago cantando a squarciagola i nostri successi preferiti può aiutarci a trascorrere una serata spensierata dopo tante, impegnative ore di lavoro.

E poi anche suggerimenti per i tweet e l’analisi delle chat di WhatsApp, nella nostra selezione settimanale dei digital tool, direttamente da Ninja PRO Information.

LEGGI ANCHE: MyHeritage, Ariyh e Kbee, i digital tool della settimana

Un sabato sera differente

tool karaoke

Se il karaoke con gli amici era la tua più grande passione nel pre-pandemia, puoi continuare a farlo: sul web o in VR. Per farlo puoi provare Karaoke Nite, ancora in versione Beta.

Mondo Crypto

tool crypto

Senza community, non ci sono criptovalute. Lo stanno imparando non solo gli esperti ma anche i profani. LunarCRUSH è la piattaforma di social listening per le criptovalute che aiuta gli investitori a prendere decisioni migliori monitorando i social media che influenzano i mercati. Tutto attraverso interessantissime dashboard.

Mai a corto di tweet

tool tweet

Vuoi essere all’altezza di Elon Musk nel gestire il profilo su Twitter? Con TweetIdeas potrai generare post di alta qualità, variando tra barzellette, citazioni, news e grafiche accattivanti.

Relazioni su WhatsApp

tool per whatsapp

Sei curioso di conoscere nel dettaglio i dati sui rapporti che intrattieni sui social? Con Mimoto puoi analizzare obiettivamente le tue chat, in modo sicuro per la privacy. L’app per iOS funziona solo sul dispositivo e non esporta alcun dato, offrendo interessanti statistiche.

Il supporto, al costo di un caffè

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Personal brand

Personal Brand, come crearlo nel modo giusto

Nei due articoli precedenti abbiamo discusso dell’imminente recessione, di come adattarsi al mercato del lavoro e di come trovare il lavoro dei sogni. Ora è importante capire come aumentare le tue possibilità di aggiudicarsi quel lavoro, perfezionando il tuo brand.

Perché il tuo brand è importante

Esattamente come accade quando fai un acquisto, magari particolarmente costoso, e presti attenzione al marchio del prodotto, il tuo brand è fondamentale per i recruiter quando hanno bisogno di inserire un nuovo membro nel team. Per essere “il marchio giusto” per l’esaminatore, dovrai allineare i tuoi talenti alle sue esigenze.

Il tuo brand è praticamente già ovunque: le foto che condividi sui social network, le opinioni espresse nei tuoi blog post, anche quelle che gli altri hanno su di te, sono rintracciabili su moltissimi canali accessibili online. La presenza online rivela moltissimo di te ai reclutatori.

Sarà necessario, quindi, fare sempre del nostro meglio per assicurarci che la nostra immagine pubblica su tutti i media sia costantemente a supporto del nostro personal brand e che i contenuti visibili non lo indeboliscano.

Inutile negarlo: sono molti i casi di persone che hanno perso una buona occasione di lavoro, o addirittura hanno perso il posto, dopo aver pubblicato messaggi o immagini “sconvenienti” sui social media.

In più, la tua immagine dovrebbe essere coerente con la carriera che hai scelto. Se il tuo obiettivo è lavorare nel settore delle arti creative, allora hai probabilmente un certo margine di manovra. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, proporre un atteggiamento positivo, sicuro di sé e, semplicemente, professionale, può fare la differenza.

Non c’è nulla di male a voler desiderare un’immagine diversa, più privata, che si condivide con la famiglia e gli amici più stretti, ma bisogna fare attenzione a tenere separati i due ambiti, in modo che i comportamenti più disinvolti non vadano a intaccare la sfera professionale, trapelando nell’arena pubblica.

Il posizionamento del tuo personal brand

Ognuno di noi ha una percezione personale del prossimo. Va da sé che anche gli altri hanno una percezione soggettiva di quello che riguarda noi.

A volte è il risultato di una esperienza diretta, personale o professionale: altre volte deriva da messaggi e comunicazioni indirette attraverso amici, familiari, colleghi o media. Altre volte ancora, questa percezione è il risultato di nient’altro che immagini stereotipate che si formano in base all’età, al sesso, all’aspetto fisico, alla nazionalità e a molti altri fattori superficiali.

different brand positions

In questa immagine, sono stati presi in considerazione due aspetti del possibile posizionamento del brand personale: Popolarità e Rispetto.

Questi due aspetti sono molto diversi e conducono a un risultato divergente comportando un posizionamento spesso agli antipodi per le persone. Alcune persone non dotate di grande talento, inseguono senza grande successo la popolarità ad ogni costo, e questo può portare a ridurre in maniera considerevole il rispetto che abbiamo per loro.

Il punto chiave è che è necessario concentrarsi sulle caratteristiche personali da coltivare per sviluppare un giusto posizionamento del nostro brand ed ottenere il lavoro che cerchiamo.

Comprendere chiaramente la tua Brand Proposition

Il modo migliore per raggiungere questo obiettivo è costruire la tua Brand Proposition.

La Brand Proposition è il “valore che metti sul tavolo” ed è quindi importante che quello che puoi offrire sia diverso e in qualche modo migliore rispetto alle proposte degli altri candidati. In parole povere, la tua offerta deve essere superiore.

Per “diverso”, intendiamo che è necessario distinguersi dalla massa. Per “superiore”, vogliamo dire che le differenze aggiungono un valore significativo alla proposta in questione.

In altre parole, i vantaggi di assumere te dovranno essere di gran lunga superiori a quelli che potrebbe apportare chiunque altro. La chiave sono proprio i benefici che l’azienda acquisirà potendo contare su di te, non solo, banalmente, della mansioni lavorative che potrai svolgere. Anche il selezionatore vuole avere “successo” e il modo migliore per raggiungere l’obiettivo è puntare sulla scelta migliore possibile tra i candidati.

Per spiegarlo ulteriormente, diamo un’occhiata al modello qui sotto in modo da lavorare efficacemente sulla tua Personal Value Proposition.

Personale Value Proposition

Nel grafico vediamo i cinque tipi di competenza che ogni esaminatore prenderà in considerazione: Esperienza, Conoscenza, Capacità, Abilità e Attitudini.

Sul lato sinistro della tabella si trova una semplice scala di punteggio, da 0 a 5, dove zero identifica una prestazione inesistente e cinque invece un livello molto alto di prestazione su quel tipo di competenza.

Potremo disegnare diverse linee per confrontare le differenti prestazioni richieste dal selezionatore in modo da mettere la nostra posizione in relazione a quella degli altri candidati.

Non è necessario ottenere un risultato esatto al centesimo, è sufficiente anche una valutazione approssimativa. Basterà calcolare il divario fra il nostro risultato e quello degli altri per avere una visione chiara di quali siano gli aspetti sui quali valga la pena di concentrarsi per migliorare il nostro personal brand.

Per fare un esempio pratico, valuteremo la proposta di valore del nostro soggetto ideale, David Swift, per una specifica opportunità di lavoro. Come abbiamo visto nel precedente articolo, David era particolarmente interessato alla posizione di Business Development Director in una società di consulenza commerciale di medie dimensioni.

In previsione di un colloquio con la “Flash Sales Ltd” (anche questo è un nome fittizio a titolo di esempio), David vuole assicurarsi di mostrare una value proposition adatta allo scopo.

david swift value proposition

Dal grafico possiamo trarre spunti interessanti:

a) La buona notizia è che David ha solo un Inferior Competitive Gap in cui un altro candidato ha un punteggio maggiore di lui, cioè l’esperienza nella conversione in vendita.

b) Il dato negativo è invece in How to Exploit Technology, dove tutti sono allo stesso livello di performance e non c’è differenziazione tra i candidati.

c) Informazioni contrastanti arrivano invece riguardo al requisito della capacità di aumentare le quote di mercato. Nessun candidato soddisfa il livello necessario e quindi ci troviamo di fronte a un Unmet Needs Gap. Questo può significare che tutti i candidati vengono respinti.

d) David è molto più avanti della concorrenza e molto più avanti delle esigenze del selezionatore per quanto riguarda l’essere un leader etico. In altre parole, è troppo qualificato e non dovrebbe esagerare con questa capacità.

e) C’è un analogo gap di bisogni insoddisfatti per il secondo requisito, quello di avere un atteggiamento orientato ai risultati.

Queste lacune forniscono spunti molto importanti su come dovresti dimostrare il tuo valore al selezionatore. In questo caso, David può enfatizzare la sua conoscenza della tecnologia, le sue abilità nella crescita della quota di mercato e il suo atteggiamento orientato ai risultati. Dovrebbe però dedicare più tempo alla quota di mercato.

Dovrebbe anche menzionare il suo atteggiamento etico, ma senza spenderci troppo tempo. Dovrà invece pensare a come superare la sua debolezza nella trasformazione in vendite ed essere pronto a difendersi su questo punto, se interrogato.

Un consiglio utile per usare questo strumento è di essere focalizzato sul futuro. Pensare a come la linea tratteggiata potrebbe cambiare in futuro. Le esigenze sono in continuo cambiamento e a volte il reclutatore stesso non ci avrà pensato. Potete quindi abbinare i vostri punti di forza a queste esigenze future ed educare il selezionatore sul perché i vostri punti di forza (per esempio flessibilità, esperienza multiculturale) saranno ancora più necessari in futuro.

Definire la SWOT personale

Questa analisi può anche essere trasferita alla tua SWOT personale, che è ora raffinata per raggiungere uno specifico lavoro o segmento di lavoro.

Riguardo al nostro David, l’analisi solleva quattro domande chiave che dovrebbe considerare. Vengono mostrate in ordine di importanza sul lato destro della SWOT.SWOT

Grazie a questi strumenti, dovresti ora essere in grado di scrivere una corretta Personal Value Proposition.

Diventerà è un riassunto memorabile dei tuoi punti di forza chiave che si adattano alle esigenze del reclutatore e ti posizionano come il miglior candidato per il lavoro.

Per completare la tua preparazione, dovresti anche preparare alcune risposte, sulle eventuali domande riguardo alle area di debolezza. Se vuoi fare un ottimo lavoro, cerca di quantificare il ritorno che l’organizzazione avrà nell’assumerti.

Per alcuni settori, sarà certamente più difficile che per altri. Tuttavia, l’obiettivo di cercare di quantificare il ROI del tuo valore nel modo più esatto possibile: più riuscirai ad andare in profondità su questo aspetto, meglio riuscirai a impressionare i valutatori.

Per completare la riflessione su come stimare il giusto valore del tuo brand, segui i seguenti step:

a) Scegli un lavoro reale all’inizio della tua nuova carriera.

b) Completa il template della Proposta di Valore Personale per quel lavoro.

c) Ci sono delle lacune?

d) Raffina la tua SWOT personale per quel determinato lavoro. Quali domande chiave emergono da esso?

e) Prova a scrivere una Personal Value Proposition

f) Quali azioni devi intraprendere per migliorare la tua Proposta di Valore Personale?

Alcuni degli esercizi che abbiamo trattato in questi tre articoli saranno più facili di altri. Tuttavia, nessuno di questi richiede competenze di matematica avanzata o conoscenza della fisica delle particelle. Dovrebbero essere tutti alla tua portata, ma se sei in difficoltà, chiedi aiuto a un amico, un collega o un familiare.

L’obiettivo non è quello di ottenere la perfezione. È semplicemente avere un’idea migliore di dove vuoi essere in futuro, perché, come ci arriverai, e “battere” le persone che competono per quella stessa posizione.

Proprio come nello sport, la differenza tra il primo e il secondo posto può essere molto sottile e allenarsi, cioè “fare i compiti a casa” potrebbe essere la strategia in grado di farti superare il traguardo per primo.

template

festa del papà

Gli spot più emozionanti per celebrare la festa del papà

Celebrare la festa del papà ormai ha assunto un valore diverso. Questo lungo periodo di Covid ha rivoluzionato le nostre vite. Nel lavoro e nella quotidianità stiamo imparando a non dare più niente per scontato.  Le nostre abitudini sono state stravolte tanto fuori casa quanto dentro: il cambiamento delle dinamiche ci ha fatto riscrivere gli equilibri ed i ruoli.

Essere dei supereroi significa anche aver riprogrammato la quotidianità e aver scoperto nuovi approcci nei confronti della famiglia e dei figli. I bambinipossono trarre maggiori benefici dalla parità dei genitori, apprendendo così le diverse dinamiche sociali e di ruolo.

Soprattutto nell’ultimo anno i padri hanno riscoperto il prendersi cura della famiglia non solo economicamente. Si condividono maggiormente gli spazi, i tempi e la pragmaticità delle azioni. La rinnovata immagine dei padri li vede impegnati non solamente a fare cose per i figli, ma a fare cose insieme. Questa evoluzione di sicuro lascerà un buon esempio non solo per chi la vive nel presente ma anche per le generazioni future.

Ed anche i brand sono vicino ai papà e ce li mostrano come grandi compagni di avventure, come protagonisti della quotidianità e come accompagnatori, insieme alle madri, nella vita dei bambini.

Pampers India – A father’s promise (2021)

Secondo il sondaggio Nielsen del 2016, in India l’84% dei padri ritiene che la cura dei figli spetti principalmente alle madri. Pampers è impegnata nella diffusione di un messaggio volto alla parità genitoriale. Ci vogliono due genitori per crescere un figlio e ci vuole il supporto di entrambi per essere genitori.

Dove Men+Care – Dad On (2020)

Sono presenti, sono insegnanti, ci sono vicini in ogni momento e ci accompagnano in nuove avventure. Sono complici e si fanno coinvolgere, anche se si tratta di un video per Tik Tok! Dove è in prima linea anche nel supporto per i genitori con DadsCare.com, fornendo risorse utili e consigli pratici per il quotidiano, creati dai papà per i papà.

Star Wars – #I’myourfather’s day (2020)

Quanti modi e quante occasioni ci sono per dire “Sono tuo padre“?

Budweiser – Fathers Who Stepped Up (2019)

Budweiser mette in luce una figura a volte trascurata e del suo ruolo a volte controverso e delicato: quella del patrigno. Il brand celebra tutti quegli uomini che anche hanno abbracciato un diverso modo di essere padre. Nello spot, nell’augurare buona festa del papà, ogni figlio fa una bellissima dichiarazione al proprio patrigno, consegnando alla fine i documenti di adozione.

LEGGI ANHE: 6 spot emozionanti e divertenti per celebrare la Festa del Papà (2019)

Dollar Shave Club – Manifique: A Father’s Day Gift (2019)

Dollar Shave Club celebra la festa del papà puntando sull’ironia. Ma forse c’è anche un altro messaggio dietro. I papà anche se non hanno un fisico scultoreo sono comunque i nostri supereroi. Come per le donne, è giusto annullare gli stereotipi sulla bellezza e mostrarsi per la propria autenticità.

Stockland Father’s Day – Dad. A small word for a big job (2018)

Il gruppo immobiliare australiano celebra la festa del papà ricordandoci che in una piccola parola sono contenute infinite emozioni, infinite azioni e infinito amore. Il sito Stockland dà inoltre voce ai pensieri di diversi papà che con le loro esperienze e con i propri consigli si aprono agli altri papà.

Manforce Condoms – Work From Home Distraction (2020)

In quest’ultimo anno a causa della pandemia sono molte le persone che hanno continuato a lavorare da casa. Per le coppie sono aumentate le occasioni di concedersi momenti di intimità. Come sono aumentate anche le nascite. Il brand di profilattici ironicamente augura una buona festa del papà a tutti quelli che fanno un break dal lavoro (da casa) per occuparsi dei neonati e non per concedersi un momento di passione.

Oltre 22.000 kg di tiramisù a domicilio ordinati su Just Eat nell’ultimo anno

Una morbida crema al mascarpone, caffè e savoiardi, sono questi gli ingredienti principali che fanno di questo dolce al cucchiaio uno dei simboli per eccellenza della cucina italiana e tra i dessert più apprezzati e ricercati a livello internazionale. Una vera e propria golosità, che non smette mai di stupire sia nella sua versione tradizionale sia nelle sue molteplici varianti, e che sta prendendo sempre più piede anche tra gli amanti del food delivery.

La conferma arriva da Just Eat, app leader per ordinare online cibo a domicilio in tutta Italia e nel mondo, e parte di Just Eat Takeaway.com, leader mondiale nel mercato della consegna di cibo a domicilio e top player assoluto fuori dalla Cina. Per celebrare il Tiramisù Day che ricorre il 21 marzo, Just Eat ha analizzato l’andamento degli ordini di tiramisù nell’ultimo anno, registrando oltre 22.000 kg di tiramisù ordinati a domicilio, un amore guidato dalla tradizione e che si è fatto sentire soprattutto negli ultimi mesi dell’anno, che da soli hanno rappresentato il 34% degli ordini.

Classifica dei tiramisù più ordinati

  1. Classico;
  2. Pistacchio;
  3. Caffè;
  4. Nutella;
  5. Fragola;
  6. Oreo;
  7. Nutella e banana;
  8. Pan di Stelle;
  9. Tè Verde;
  10. Mascarpone.

Il tiramisù tra gusti preferiti e nuovi food trend

La classifica conferma ancora una volta il grande primato del gusto classico, soprattutto nelle varianti artigianali e della casa. Secondo posto per il pistacchio e terzo per quello al caffè.

Emerge però anche la passione degli italiani per accostamenti unici e originali, come Nutella e banana, così come per varianti più golose come quella alla Nutella, all’Oreo o al Pan di Stelle. C’è poi chi non vuole rinunciare alla frutta e quindi opta per la versione alla fragola, oppure di chi desidera un tocco più esotico e si lancia sul Tè Verde

Oltre ai tiramisù più richiesti, che registrano le preferenze in fatto di ordini a domicilio, ci sono poi le curve di crescita che ci parlano dei nuovi food trend: il tiramisù a gelato, quello senza glutine, quello al mascarpone e quello fatto in casa, spiccano su tutti, soprattutto nelle tipologie con amaretto e pistacchio. 

Durante i mesi di lockdown il tiramisù è stato un vero alleato per gli amanti del food delivery. Tra le varianti preferite spiccano quelle della casa e le artigianali, seguite da quella al pistacchio. Differenze invece si registrano in relazione al terzo posto: nel primo lockdown la variante al caffè è stata la più ordinata, mentre negli ultimi mesi dell’anno si è preferito quello alla Nutella.

LEGGI ANCHE: Just Eat celebra le donne che gestiscono oltre 500 ristoranti di food delivery in Italia

E per quanto riguarda i mesi e i giorni in cui si è ordinato di più? I mesi in cui si è ordinato di più sono stati ottobre, novembre e dicembre 2020, che da soli rappresentano infatti il 34% degli ordini dell’anno. Febbraio e marzo, che di solito sono sempre in testa a questa speciale classifica, hanno invece visto una preferenza per il gelato, che ha registrato +133% di crescita di ordini, come confermato dal focus dell’Osservatorio annuale sul mercato del cibo a domicilio realizzato per analizzare i consumi del food delivery tra marzo e aprile 2020.

Il giorno in cui si è ordinato più tiramisù è stato invece il 5 dicembre 2020, segno della voglia di dolci che si fa sentire soprattutto sotto le feste, mentre tra i giorni preferiti della settimana per ordinare spicca il sabato a Roma e Milano, seguito dalla domenica e dal venerdì. 

Il tiramisù lungo la Penisola: le città più golose

Roma si conferma la città del tiramisù a domicilio per eccellenza, con oltre 7.300 kg ordinati nel 2020. Gusto preferito? Il classico, che si posiziona in cima alla classifica per tutte le città, seguito da pistacchio e Nutella. Secondo posto per Milano (oltre 1.600 kg) che a differenza di Roma, al secondo posto predilige la variante più fresca ai frutti di bosco. Seguono Genova (oltre 1.400kg) con Avocado e Tè Matcha tra i gusti più originali e preferiti, e Torino (oltre 1.200 kg) in cui spicca la variante aromatizzata al Limoncello. Trieste, con 669 kg, registra una preferenza per l’originale tiramisù al cardamomo, mentre Bologna, sesta in classifica con 602 kg, si differenzia per la presenza della versione al mirto. A chiudere la top 10 delle città più golose troviamo poi Verona (357 kg), Cagliari (290 kg), Parma e Napoli a pari merito (267 kg) e Firenze (245 kg).

Roma e Milano sono state anche le città in cui si è ordinato più tiramisù sia in occasione del primo lockdown (marzo-aprile) sia nel secondo (novembre-dicembre), mentre Torino, che sull’anno si è posizionata solo quarta, è stata la terza città ad avere registrato più ordini durante il primo periodo di chiusura.

consegne a domicilio

Identikit dei mangiatori di tiramisù a domicilio

Che il tiramisù sia uno dei dolci più amati universalmente lo si evince anche dal fatto che la percentuale di uomini e donne che lo ordinano a domicilio si equivale quasi completamente, parliamo infatti del 51% vs 49%. Se andiamo invece a indagare per fasce di età, scopriamo che in linea con le tendenze evidenziate su coloro che ordinano sulla piattaforma, il tiramisù viene prediletto come sfizio soprattutto da chi ha 25-34 anni (37%), cui fa seguito il range 35-44 anni con il 30%, quello 18-24 anni con il 16% e infine il 45-55 anni con il 10%.

NFT

Vuoi investire in NFT? Ecco tutto quello che dovresti sapere per iniziare

Gli NFT sono beni digitali che, grazie alla tecnologia applicata anche alle criptovalute, diventano “unici”.

Ognuno di essi, infatti, ha una propria identificazione e non è replicabile. Questi token servono quindi da “atto digitale” per certificare edizioni originali per opere d’arte, album o brani musicali e anche meme.

Per questo, la definizione “non fungibili” si riferisce ai criteri di unicità e indivisibilità del token. Queste caratteristiche li rendono anche diversi dagli utility token e dalle criptovalute.

I Non-Fungible Token si acquistano solitamente in aste, in un sistema di offerte in cui la migliore si aggiudica il contenuto, che può essere poi pagato attraverso i consueti metodi oppure, naturalmente, in criptovaluta.

LEGGI ANCHE: Crypto economy: perchè devi capire la blockchain per prepararti al Web 3.0

Il fenomeno è esploso negli ultimi mesi, quando la popolarità degli NFT è decollata grazie alla vendita di alcune opere digitali per cifre da capogiro, ma anche per l’interesse manifestato sempre più spesso da celebrità e uomini d’affari come, inutile sorprendersi, Elon Musk.

Il rischio principale di acquistare qualsiasi criptovaluta, compresi gli NFT, è che il valore del bene è in gran parte basato sulla speculazione. Gli acquirenti puntano quindi sul fatto che i loro NFT saranno il futuro del collezionismo. Si tratta però di una scommessa senza alcuna garanzia.

Se ti solletica l’idea di partecipare alla frenesia del momento e vuoi acquistare un NFT, devi assolutamente conoscere alcune informazioni basiche.

Che “forma ha” un NFT

Un NFT è un’opera digitale. Può quindi essere un brano musicale (o un intero album), un contenuto audio visivo, una realizzazione grafica. Ma anche un meme e persino un Tweet.

Kings of Leon

Ad esempio, i Kings of Leon hanno pubblicato il loro ultimo album proprio con questa modalità all’inizio di questo mese. Si tratta quindi di un oggetto da collezione a cui è abbinato un certificato (il token) che ne garantisce autenticità e originalità.

Mike Winkelmann, un artista conosciuto al grande pubblico con lo pseudonimo di Beeple, ha venduto un collage digitale di opere realizzate in 5000 giorni per la cifra record di 69,3 milioni di dollari, in un’asta da Christie’s. Un evento che non si fa fatica a definire storico non solo per l’oggetto messo all’incanto, ma anche perché la famosa casa d’aste fondata nel 1766, per la prima volta ha consentito di pagare l’offerta tramite moneta digitale, oltre alle consuete forme di pagamento.

E poi c’è l’artista canadese Claire Boucher, conosciuta come Grimes, che ha venduto una sua opera d’arte visiva per quasi 6 milioni di dollari, sul marketplace Nifty Gateway. Un bel colpo!

Non tutti gli NFT sono però oggetti da collezione: possono infatti anche incorporare biglietti per eventi, acquisti in-game e altri benefit. Tornando ai Kings of Leon, infatti, alcuni degli NFT venduti dalla band consistevano in biglietti Premium per i futuri concerti, con concessioni speciali come l’accesso al backstage o un posto in prima fila riservato a vita.

Cosa ottengo quando acquisto un NFT

Quando acquisti un NFT possiedi i diritti originali del bene digitale, che si tratti di musica, immagini o qualsiasi altro “oggetto virtuale”.

L’acquirente ottiene infatti l’unico token che ne certifica la proprietà e ogni NFT viene registrato in un enorme “libro mastro digitale” (esattamente come avviene per le criptovalute) che conserva le informazioni riguardo alla sua creazione, alle transazioni di vendita e alla proprietà attuale.

Gran parte del valore del bene digitale deriva quindi dalla possibilità di certificarne la proprietà e i diritti che da essa derivano. “La vera chiave è la proprietà stessa“, ha specificato Dan Kelly, Presidente di Nonfungible.com. “È lo status che deriva dal possedere quella cosa. È totalmente diverso possedere l’originale rispetto a una replica“.

Uno degli ostacoli che invece frena la diffusione di queste opere è la percezione che la versione fisica di un oggetto da collezione sia, in qualunque caso, più preziosa del corrispettivo digitale. In realtà, gli NFT sono spesso un investimento più valido in termini di sicurezza, grazie proprio al loro processo di autenticazione.

Cosa rende un NFT davvero originale

Anche se ne esistono diverse copie in giro per la rete, solo l’acquirente del token NFT possiede i diritti sul bene digitale. Per fare un paragone facilmente comprensibile, un conto è possedere il quadro della Monna Lisa di Leonardo Da Vinci, un altro è tenere appesa in camera una delle centinaia di milioni di riproduzioni in giro per il mondo. Una e solo una è l’originale, le altre sono solo copie senza un gran valore.

Ogni token basato su blockchain è infatti unico. Gli NFT contengono metadati che certificano la creazione dell’opera, chi l’ha realizzata e altre informazioni che vengono combinate con una funzione hash crittografica (una tecnica che trasforma i dati in una sequenza unica di 40 caratteri fra lettere e numeri) che crea una identificazione unica.

Quindi, anche se ci sono migliaia di NFT in giro per la rete con immagini che possono apparire identiche, le informazioni all’interno saranno tutte diverse e permetteranno di riconscere l’una rispetto all’altra e distinguere l’originale dalle copie.

Le normative in merito hanno però bisogno di essere ancora analizzate da diversi punti di vista. Se è vero che quando una persona acquista un NFT il bene contenuto diventa di sua proprietà, non accade lo stesso con il copyright, che dovrebbe essere trasferito separatamente con un contratto a parte. Diversamente, il creatore del copyright potrebbe ancora utilizzare, distribuire o creare copie dell’opera, compresa la generazione di nuovi NFT per quelle copie, creando un possibile danno a chi ha acquistato l’opera originale eliminando il presupposto della scarsità del bene.

Ci sarà parecchio lavoro per gli avvocati specializzati sulle proprietà intellettuali!

Quanto costano gli NFT

Nyan Cat

Mentre alcuni token non fungibili sono stati venduti per pochi dollari, altri pezzi di arte digitale di fascia alta hanno raggiunto quotazioni milionarie. Il famoso meme chiamato Nyan Cat, che raffigura un gatto con il corpo di una Pop-Tart, è stato acquistato per quasi 600.000 dollari, ma gli album dei Kings of Leon erano invece in vendita a soli 50 dollari.

Il marketplace di beni digitali Top Shot permette ai fan del basket e ai collezionisti di comprare, vendere e collezionare video con licenza ufficiale di highlights degli eventi sportivi. Un acquirente che aveva speso più di 175.000 dollari per alcune trading card digitali, ora si ritrova con un patrimonio in NFT che supera i 20 milioni di dollari.

Dove si comprano i Non-Fungible Token

Una informazione senza dubbio necessaria riguarda il posto giusto in cui è possibile accaparrarsi questi preziosi oggetti del desiderio senza incappare in sgradite sorprese. Esistono infatti marketplace accreditati dove i potenziali acquirenti possono partecipare ad aste, comprare e vendere NFT. I più popolari sono OpenSea, Nifty Gateway, Yellowheart e NBA Top Shot.

Una indicazione importante può essere quella di cercare di acquistare gli NFT direttamente dal venditore. Sui siti secondari, diventa più difficile verificarne l’autenticità se si ha meno familiarità con il processo di acquisto e vendita dei token non fungibili.

Attenzione alle truffe

La premessa necessaria è quella di evitare quindi siti secondari e venditori non accreditati. Anche sui canali ufficiali, però il rischio di truffe e inganni è sempre dietro l’angolo, cosa che non dipende in nessun modo dal sistema di certificazione del bene digitale o della piattaforma ma dall’azione, più o meno in buona fede, di possibili persone con pochi scrupoli.

Il modo migliore per combattere questo fenomeno è quello di rivolgersi sempre a venditori accreditati e considerare l’operazione con la stessa prudenza che si adotta nel fare trading sul mercato azionario.

10 consigli per garantire che le e-mail arrivino con successo a destinazione

Quante volte siamo rimasti imbambolati di fronte allo schermo del nostro laptop aspettando l’arrivo di un’e-mail importante? A nulla è valso aggiornare la posta elettronica e staccare e attaccare la connessione in maniera quasi ossessiva, quella famigerata e-mail non è mai arrivata.

Evoluzione 2.0 di un fido emissario o un abile piccione viaggiatore, l’e-mail è diventata presto il canale per eccellenza preferito dai marketer di tutti i settori per comunicare, interagire e fidelizzare la propria clientela. Lo sapevate che, dopo la lettura di una e-mail, 4 persone su 10 visitano incuriositi un sito e-commerce o si recano in negozio per fare degli acquisti?

L‘e-mail marketing può davvero fare la differenza per un’azienda perché contribuisce ad aumentare le conversioni delle campagne su tutti i canali e incidendo, di conseguenza, sul fatturato. Se inizialmente veniva utilizzata per far conoscere e promuovere prodotti e/o servizi, ormai è diventata un punto d’incontro dove clienti, potenziali clienti e azienda possono interagire fra loro.

Prima di concentrarsi su una strategia di e-mail marketing efficace però, dobbiamo avere la certezza che le nostre e-mail arrivino a destinazione, e parlando di marketing automation, la deliverability rappresenta proprio la capacità di un messaggio di arrivare nella casella elettronica dei clienti senza incontrare nessun intoppo.

Ma quali sono le strategie di deliverability da tenere a mente affinché i nostri messaggi giungano sempre a destinazione?

Le strategie di deliverability da conoscere

La deliverability è quindi un aspetto fondamentale su cui i CRM manager devono focalizzarsi.

Noi vogliamo svelarvi delle strategie per ottimizzarla, ma non finisce mica qui. Se volete conoscere trucchi e segreti di questo fantastico mondo, Splio da sempre esperto sul tema di deliverability, ha creato un’esperienza immersiva per raccontarvi, in modo unico e interattivo, quali sono i principali fattori a cui prestare attenzione quando si invia una e-mail.

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e-mail

Credits: by Splio

Ecco 10 suggerimenti per migliorare la ricezione delle proprie e-mail e la propria strategia di e-mail marketing.

1. Assicurarsi un database pulito e di qualità

La pulizia dei dati è il primo punto da cui partire per garantire il corretto funzionamento della marketing automation. I dati infatti devono essere controllati periodicamente, garantendo una corretta sintassi degli indirizzi e-mail, verificare che il dominio sia quello giusto e rimuovere invece tutti quegli indirizzi che producono una risposta da postmaster.

Meno saranno gli indirizzi e-mail errati nel CRM migliore sarà il tasso di deliverability.

2. Utilizzare un sottodominio del proprio sito web per l’e-mail d’invio

Prima di avviare qualsiasi strategia CRM, è meglio selezionare un dominio per il proprio indirizzo e-mail che corrisponda al sottodominio del proprio sito web. Per quale motivo? Per essere identificato dai provider di posta elettronica grazie al dominio delle proprie e-mail assicurandosi che le newsletter vengano riconosciute per tempo dai provider.

Altro aspetto importante è quello di evitare, in questo modo, conflitti di dominio senza danneggiare né la reputazione della e-mail né del sito web.

3. La quantità non è mai sinonimo di successo

Intasare la casella di posta elettronica dei propri clienti non è di certo una strategia vincente. È importante escludere dagli invii chi ha già ricevuto una e-mail nell’ultima settimana. Bisogna garantire un equilibrio nella comunicazione considerando tutti i canali.

Un’elevata pressione marketing può generare effetti indesiderati sull’engagement e sul tasso di deliverability. Con un tool di marketing automation possiamo, per esempio, impostare dei filtri automatici evitando d’inviare nuovamente e-mail a chi abbiamo già contattato nell’ultimo periodo.

4. Dare priorità agli utenti attivi grazie alla segmentazione

Siamo bombardarti da messaggi ed e-mail ogni giorno, tutti i giorni. Sapevate che inviamo ben oltre 300 miliardi di e-mail e 6.100 miliardi di SMS al giorno? Sono davvero tante e ovviamente non siamo interessati a ogni messaggio che fa trasalire il nostro smartphone!

Ecco perché diventa indispensabile ottimizzare i tempi e focalizzarsi solo sugli utenti davvero interessati ad aprire e a leggere le nostre e-mail. Tutto ciò è possibile grazie alla segmentazione.

LEGGI ANCHE: Le prossime tendenze del Marketing Globale secondo Deloitte

In questo modo avremo la possibilità di registrare un migliore tasso di apertura e di conversione, senza contare un altro fattore importante, la riduzione dell’impatto ecologico del nostro brand. Purtroppo anche le e-mail inquinano creando traffico virtuale, e che a sua volta genera CO2.

5. Inserire come oggetto un titolo semplice e accattivante

Per favorire l’apertura delle e-mail, è meglio inserire sempre per oggetto un titolo semplice e accattivante, e che allo stesso tempo sia allineato con il motivo principale del nostro messaggio.

Più il tasso di apertura è alto, più i lettori avranno aperto con interesse e letto con piacere le nostre e-mail. In questo modo i Mailbox provider ci riconosceranno come un mittente che offre contenuti di qualità e per il giusto target, contribuendo alla nostra buona reputazione.

6. Creare contenuti ad hoc per ogni utente

Una e-mail personalizzata ha un tasso di apertura superiore del 29% rispetto a quelle standardizzate e clic unici oltre il 41%. I dati che raccogliamo sui nostri utenti devono essere utilizzati in modo smart per personalizzare al meglio la nostra comunicazione creando un messaggio su misura per ognuno. Dall’oggetto alla selezione dei prodotti all’interno dell’e-mail, ogni cosa può essere personalizzata.

Grazie al genere, l’età, le preferenze, e i dati di vendita, sarà possibile personalizzare e rendere più accattivante l’e-mail per il target, aumentando le possibilità di conversione.

7. Scegliere un e-mail design responsive e verificare il codice delle pagine

Il codice delle e-mail è un criterio importante per verificare e accettarsi che un messaggio inviato non sia uno spam o addirittura un virus. Per superare i filtri dei Mailbox provider è indispensabile verificare la qualità del codice rispetto agli standard internazionali e utilizzare un design responsive che sia leggibile da desktop e da mobile.

8. Essere parsimoniosi con i contenuti multimediali

Offrire contenuti diversi e originali è importante, ma non è detto che verranno letti perché ci sono alcuni formati che non sono supportati dai Mailbox provider. Ecco perché è meglio utilizzare meno GIF e prediligere le immagini statiche ai video. Inoltre evitiamo d’includere allegati, meglio inserire una CTA visibile e di rimando al contenuto d’interesse.

9. Utilizzare un lessico adeguato evitando le spam words

Le parole sono importanti, soprattutto nel mondo comunicazione. Quando prepariamo una e-mail da inviare ai nostri clienti, dobbiamo utilizzare un lessico adeguato ed evitare le spam words, ossia le parole che vengono bloccate dall’algoritmo dei Mailbox provider.

Ciò è fondamentale perché le e-mail che vengono identificate come spam impattano in modo negativo sulla nostra reputazione e abbassando il tasso di deliverability.

10. Le persone interessate fanno la differenza

Ultimo consiglio che vogliamo darvi, ma uno dei più importanti, è che sarà il cliente, e quindi chi legge la e-mail, a decidere se interessato o meno ai nostri messaggi. Se infatti l’utente non è convinto del tipo di comunicazione e delle offerte ricevute, nel 60% dei casi annullerà l’iscrizione alla nostra newsletter.

Ma anche questo ci è utile perché decidendo di non inviare e-mail ai consumatori non interessati, andremo ad agire in modo positivo sulla nostra reputazione.

Ora sì che possiamo rilassarci e staccare gli occhi dallo schermo!

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eToro verso la quotazione sul Nasdaq. Valutazione da 10,4 milioni

eToro si preparara a quotarsi in borsa. La piattaforma leader mondiale di social trading e brokeraggio multi asset si predispone all’IPO sull’indice tech Nasdaq con il simbolo FTVC, dopo aver annunciato la firma dell’accordo di aggregazione aziendale con FinTech Acquisition Corp V., il veicolo di acquisizione per scopi speciali (SPAC) di Betsy Cohen.

Alla chiusura della transazione, la società che aggrega i due business opererà con il nome di eToro Group Ltd. L’aggregazione con Spac, approvata all’unanimità dai due consigli di amministrazione, si concluderà entro il terzo trimestre del 2021. Si prevede per la società un valore netto implicito stimato di circa 10,4 miliardi di dollari al closing dell’operazione (con un enterprise value implicito per eToro di circa 9,6 miliardi di dollari).

LEGGI ANCHE: Halving Bitcoin: cos’è e come cambierà la vita di miner e investitori?

Trading semplice e trasparente: la mission eToro

“Sin dalla nostra fondazione, la visione di eToro è stata quella di aprire i mercati globali in modo che tutti avessero la possibilità di fare trading e investire in modo semplice e trasparente. Abbiamo sempre immaginato che, un giorno, gli investitori su eToro sarebbero stati in grado di investire in azioni eToro. Oggi abbiamo fatto un enorme passo avanti verso il raggiungimento di tale obiettivo. Siamo la principale rete di social investing al mondo e dominiamo il mercato. I nostri utenti vengono su eToro per investire, ma anche per comunicare tra loro, per vedere, seguire e copiare automaticamente gli investitori di successo di tutto il mondo”, sottolinea Yoni Assia, Chief Executive Officer di eToro.

eToro, fondata a aTel Aviv nel 2006, con sedi legali a Cipro, Israele, Regno Uniti, Stati Uniti ed Australia, è un social network per investimenti con oltre 20 milioni di utenti registrati da più di 100 Paesi, con una social community in rapida espansione in linea con i trend di crescita delle piattaforme di investimento digitale.

“Diventare una società quotata in borsa sosterrà la nostra continua espansione di entrare in nuovi mercati e la nostra offerta di prodotti innovativi per soddisfare le esigenze dei nostri clienti in continua evoluzione”,

afferma Yoni Assia. “Come società per azioni, continueremo a concentrarci sulla nostra missione di consentire alle persone di tutto il mondo di diventare investitori migliori – aggiunge – fornendo loro i migliori strumenti possibili per prendere decisioni di investimento informate e responsabili”.

E conclude: “La giornata di oggi rappresenta una pietra miliare per noi. Desidero esprimere la mia gratitudine per la passione, il duro lavoro, la spinta e la determinazione di tutti i membri del team eToro negli ultimi 14 anni che hanno contribuito alla crescita di questa realtà”.

Il 91% della proprietà sarà detenuta dagli attuali azionisti, investitori, dipendenti eToro

La nuova società nata dall’aggregazione, a fine terzo trimestre 2021 disporrà di una liquidità di 800 milioni di dollari, per finanziare progetti di crescita e sviluppo. Azionisti e dipendenti dell’azienda al momento rimarranno i maggiori investitori nella società aggregata, conservando circa il 91% della proprietà.

“Come pioniere nell’evoluzione delle Spac, Fintech Masala, la nostra piattaforma sponsor cerca aziende con una crescita fuori misura, controlli efficaci e team di gestione eccellenti ed eToro soddisfa tutti e tre questi criteri – evidenzia Betsy Cohen, presidente del Consiglio di amministrazione FinTech V – Negli ultimi anni, eToro ha consolidato la sua posizione come principale piattaforma di social trading online al di fuori degli Stati Uniti, ha delineato i suoi piani per il mercato statunitense e ha diversificato i suoi flussi di reddito. Ora si trova ad un punto di inflessione della crescita, eccezionalmente posizionata per capitalizzare questa opportunità”.

Il trend in crescita eToro e l’accelerazione della democratizzazione della finanza

Nel 2020, complice la pandemia e nuovi investitori che si affacciano al trading, eToro ha registrato una crescita del 147% rispetto all’anno precedente, con nuovi 5 milioni di nuovi utenti registrati e ricavi lordi per 605 milioni di dollari.

Trend positivo che continua anche nel 2021: solo nello scorso mese di gennaio sono stati più di 1,2 milioni i nuovi utenti registrati e boom di transazioni, con 75 milioni di scambi eseguiti su piattaforma su azioni, ETF, materie prime, forex e criptovalute, contro gli 8 milioni di scambi medi del gennaio 2019.

Tra i diversi asset su cui investire investire, eToro è una delle prime piattaforme regolamentate ad offrire criptovalute, consentendo agli utenti di fare trading in autonomia e in maniera diretta, con un semplice clic e senza costi aggiuntivi.

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