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Audio & subscription: le 400 puntate di Ninja PRO Information

Quando nel 2019 è nata Ninja PRO Information, l’idea era quella di fornire ai lettori di Ninja un’esperienza ancora più completa di informazione sui temi del Tech, del Digital e del Marketing, con una selezione quotidiana di notizie, ma anche con Insight e Analisi degli esperti.

Accanto ai testi è subito arrivato anche l’audio, con la versione speakerata ogni giorno della Morning PRO e con i Webinar PRO, un trend intercettato dal CEO di Ninja Mirko Pallera, che è poi esploso anche nel settore social media, con dati e previsioni incredibili.

Oggi siamo ancora più sicuri di aver intrapreso un viaggio importante e centrato sui lettori e la community Ninja, che si è arricchito sempre di più di contenuti utili e interessanti e di contributi autorevoli.

Per questo vogliamo celebrare insieme a tutti voi la puntata 400 di Ninja PRO Information. Un bel traguardo, ma anche un punto di partenza per offrirvi contenuti sempre più ricchi e coinvolgenti.

Dedichiamo questa occasione ai tanti abbonati di Ninja PRO, ma anche a chi ancora non conosce la subscription Ninja e vuole iniziare a testarla ora. A chi ama seguirci su Apple Podcast, Google Podcast, Spotify, Spreaker e gli altri servizi di podcasting, con la nostra versione audio free quotidiana. E ancora, a chi proprio non può cominciare la giornata se prima non ha ascoltato le Ninja News con la skill di Alexa dedicata.

Ninja PRO News: le puntate memorabili

400 puntate sono lunghe da ripercorrere, ma ci sono alcuni episodi tratti dalla nostra Ninja News nella versione free che non possiamo non citare.

La prima puntata

Speakerata da Mirko Pallera, la prima puntata raccontava un’iniziativa di VISA dedicata all’imprenditoria femminile. Ma parlavamo anche di Uber e delle sue auto a guida autonoma, un settore poi parzialmente abbandonato dalla compagnia, che proprio alla fine dello scorso anno ha ceduto la sua divisione self driving.

Elettrico e food delivery, tra gli altri trend seguiti già a partire dalla puntata n. 1.

3 febbraio 2020

Lo scorso anno, a inizio pandemia, le notizie dal mondo di Ninja News ci hanno permesso di comprendere subito che qualcosa di sconvolgente stava per avvenire. Gli uffici delle Big Tech in Cina cominciavano a chiudere e la voce di Alessio Galea iniziava a raccontarci uno scenario di cronaca destinato a investire salute, business, consumi, e più in assoluto la vita delle persone. Abbiamo assistito con le nostre newsletter quotidiane all’esplosione globale dell’eCommerce, ma anche al lancio di nuovi servizi di streaming come Disney+ e ancora a quello che nel marketing è stato inizialmente definito come New Normal.

E abbiamo parlato tanto anche di remote e smart working, con approfondimenti e guide su Ninja PRO.

29 maggio 2020

“Il terremoto Trump” si intitolava la puntata che ha dato inizio a un nuovo capitolo nella storia dei social media, ponendo interrogativi importanti sul ruolo delle aziende nella moderazione dei contenuti e degli utenti. Devono essere considerate a tutti gli effetti media responsabili dei contenuti che su di esse vengono pubblicati o devono essere considerate solo come piattaforme? Insomma abbiamo cercato di seguire e vederci chiaro su una vicenda che è culminata con il ban di Trump dai social, ma anche con quello di alcune piattaforme come Parler dai server su cui erano collocate.

Il fenomeno NFT

Abbiamo iniziato a parlare di crypto e blockchain da subito nella Ninja PRO Information, ma quest’anno in particolare abbiamo seguito l’esplosione del fenomeno NFT (una bolla, secondo qualcuno), che ha coinvolto addirittura una parrocchia italiana, il cui sacerdote ha deciso di trasformare il patrimonio artistico della chiesa in token non fungibili, con lo scopo di tutelarlo.

mike winkelmann beeple collage NFT

Clubhouse e l’opinione di Fernando Machado

Nell’ultimo anno, infine, abbiamo assistito all’ascesa di un nuovo social audio, Clubhouse, che ha aperto la strada a decine di sperimentazioni copia su tutte le maggiori piattaforme, da Twitter a Facebook. Abbiamo atteso con ansia l’apertura anche agli utenti Android e ora ne seguiamo i numeri per capire la strada che prenderà l’audio nel prossimo futuro. A commentare ai nostri microfoni il nuovo modello di social, un ospite di eccezione: Fernando Machado, all’epoca CMO di Burger King, oggi passato ad Activision Blizzard.

Per seguirne gli sviluppi più da vicino abbiamo anche aperto un Club Ninja su Clubhouse e ogni mattina alle ore 9 commentiamo insieme alla redazione le notizie della Morning di Ninja PRO Information.

clubhouse

5 buoni motivi per non perderti mai più una puntata e diventare PRO

Insomma, come vedi ogni giorno attraverso le notizie selezionate per Ninja PRO Information raccontiamo l’evoluzione del settore Tech, Digital e Marketing, ma in sintesi analizziamo tutto quello che sta accadendo nel mondo con la lente di ingrandimento del business e del digitale tipica di Ninja.

Ecco perché crediamo davvero che Ninja PRO sia un’occasione imperdibile per dare i super poteri alla tua informazione quotidiana.

1. Ogni giorno le news riassunte per te

Se l’audio è il trend del momento non è un caso: ascoltare significa avere le mani libere da ogni ingombro per poter fare contemporaneamente altro. Le notizie della Morning PRO arrivano nella tua casella di posta ogni mattina  alle 5, corredate del formato audio con l’inconfondibile voce del nostro Alessio Galea. In circa 3 minuti ascolterai il meglio delle news del giorno.

2. Il plus del podcast Ninja News

Testo, immagini e audio. Tre ingredienti indispensabili oggi per avere tutto, ma proprio tutto quello che ti serve per essere informato. Il podcast quotidiano, infatti, ti permetterà di arricchire l’esperienza di ciò che puoi leggere nella tua mail, grazie a musica, suoni e imperdibili quote audio direttamente dai protagonisti delle news.

3. Gli insight di Ninja PRO Information

Ma Ninja PRO Information non è solo Morning! Oltre alle notizie infatti, potrai accedere a una sezione del sito, Ninja PRO, interamente dedicata a te, con articoli di approfondimento ricchi di informazioni, dati e analisi utili per il tuo lavoro.

4. Le raccolte di fonti

Tra i contenuti a disposizione nella Ninja PRO, anche un repository con la raccolta di tutti i più interessanti report dell’anno su Social Media, Business, Marketing, Digital, e tanto altro.

5. I tool utili per il tuo lavoro e gli eventi della settimana

Ogni giorno, oltre alle notizie più importanti, riceverai direttamente nella nostra newsletter anche i tool consigliati da Ninja per te, e ogni lunedì i tre eventi imperdibili della settimana.

Se vuoi essere sempre al passo e non perderti mai una notizia dal mondo del Tech, del Digital e del Marketing, scegli Ninja.

Ti auguriamo una felice puntata 400 insieme a Ninja PRO Information!

Come cambierà la ristorazione con il digital? I trend della riapertura

Come sarà il “Be Back”, il ritorno al ristorante dopo le chiusure provocate dalla pandemia? Se l’aspirazione è il recupero di una presunta “normalità”, come reagirà tutto il settore horeca, travolto dall’accelerazione digitale? Nuove abitudini di consumo e comportamenti di acquisto si impongono, con una crescita esponenziale dell’eCommerce e strumentazioni tecnologiche tra sistemi contactless per i pagamenti digitali, sviluppo del delivery e menù in formato QRcode sembrano destinati a contraddistinguersi come un must ormai irrinunciabile anche per il consumatore e per il futuro della ristorazione. O ancora la possibilità di prenotare un tavolo in maniera smart, attraverso un’app digital

Ad indagare i nuovi trend di consumo e a tracciare il primo bilancio ad una settimana dalla riapertura anche degli spazi interni dopo le chiusure determinate dalla pandemia, è intervenuta TheFork, la principale piattaforma per le prenotazioni online di ristoranti.

Raddoppiano le prenotazioni online nella prima settimana di apertura dei ristoranti inside. Tutti pazzi per la pizza

Il tratto più eclatante, che emerge dal report della prima settimana dall’1 al 6 giugno, è l’aumento delle prenotazioni del 108% rispetto alla prima settimana di riaperture.

Se durante la fase pandemica il 95% dei clienti ha affermato di voler tornare a mangiare fuori appena possibile, le regioni che registrano una crescita maggiore nelle prenotazioni sono la Sicilia (+18%), con a seguire il Veneto (+12%) e la Liguria (+10%), e performance positive di Puglia, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Toscana.

A dominare la top 3 delle tipologie di food preferito è la pizza, che si conferma un evergreen, primeggiando sulle cucine mediterranea e di mare, tra tradizione, attenzione agli impasti con farine a base di kamut, integrale, 5 cereali. Abbinamenti estremi, per un cliente che ricerca esperienze esclusive e prodotti di qualità e di nicchia, prediligendo materia prima d’eccellenza, spesso prediligendo l’origine o la tipologia specifica.

“I ristoranti hanno reagito al lockdown dimostrando una grande capacità di adattamento e di resilienza, rispetto a regole e misure di contenimento Covid in continuo mutamento, adeguando le sale e i servizi con un ritmo fin troppo accelerato, a partire dalla trasformazione digitale”, racconta a Ninja Elena Collini, Brand Manager di TheFork per l’Italia, evidenziando anche la nuova campagna a tema sociale realizzata in collaborazione con la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi, associazione leader nel settore delle imprese che svolgono attività di ristorazione e di intrattenimento) e APCI per invitare i clienti a sostenere i ristoranti con un appella all’essere responsabili.

Elena, la digitalizzazione quanto sarà determinante per il rilancio della ristorazione in Italia? Quali sono gli scenari futuri per il settore dopo il grave arresto economico prodotto dalla pandemia?

“Sarà cruciale, anche rispetto a quanto emerge dall’ultimo rapporto della FIPE, dalle ultime indagini condotte. Nella fase di chiusura, il delivery è stato determinante, non in termini di fatturato – sebbene per alcune tipologie di ristoranti sia stato un introito significativo –  ma è stata un’occasione per tenere vivo il rapporto con la clientela, coltivare il legame, verso la riapertura. La digitalizzazione è stata un passaggio importante, iniziata negli anni precedenti, ma consolidatasi durante l’emergenza ed oggi trainante per il settore. Ci sono state forti perdite, ci vorrà tempo per recuperarle, ma l’adozione di alcune tecnologie ha aiutato ad affrontare le sfide del futuro”.

I digital device cambieranno la ristorazione del futuro?

“Cosa resterà di questa fase? Di sicuro la prenotazione online: è impensabile oggiandare al ristorante senza prenotare, rispetto alla numero ridotto di posti a sedere. Anzi è un grande alleato nella fidelizzazione dei clienti. I pagamenti digitali contactless che abbiamo introdotto sono un’altra frontiera importante, per ridurre il rischio di contatti. Il momento del conto è quella parte in cui l’interazione umana non è indispensabile. A ciò si aggiunge il menù digitale consultabile attraverso un QRcode. Sono tutti fronti importanti, prima quasi inimmaginabili”.

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I report di TheFork mostrano scenari dinamici. Come si muove il consumatore? Si avverte il desiderio di un ritorno alla “normalità”?

“Stiamo monitorando settimana dopo settimana, se non day by day, rispetto alle prenotazioni online. Ci sono regioni che stanno performando meglio di altre, anche se il trend di crescita è presente in tutto il Paese. La Liguria è una di queste, la Sicilia, il Veneto più degli altrui, ma anche la Puglia sta correndo. Si percepisce voglia di uscire, di andare al ristorante, con l’apertura degli spazi interni oltre che esterni c’è la possibilità di poter accogliere più clienti, anche con il graduale allentamento del coprifuoco si potranno operare maggiori rotazioni di tavoli. Ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere, ma ci indirizziamo verso un trend positivo”.

Quali sono i risvolti del Covid sul comportamento di consumo del cliente?

“I consumatori durante il lockdown si sono adeguati alle restrizioni. Il desiderio di normalità è un tema molto sentito ed evidente. Con l’allentamento delle misure di contenimento riprendono alcune abitudini pre-covid: infatti, se i coperti medi continuano ad attestarsi a 2 persone, aumentano in percentuale le prenotazioni di gruppo da 5 a salire. Lo scontrino cala leggermente e si torna anche a prenotare con meno anticipo: 7 ore prima contro le 20 dell’ultima settimana di maggio. Si predilige la cucina di tradizione, magari rivisitata. Resta alto l’interesse per esperienze fuori casa uniche e di qualità: il rating medio dei ristoranti prenotati dal primo giugno si attesta tra l’8.5 e il 9.3, aumentano le prenotazioni per i ristoranti “Insider” premiati da guide e utenti, che hanno rappresentato il 26% del totale contro il 24% della settimana precedente”.

Elena Collini, Brand Manager di TheFork.it per l’Italia

Il consumatore che si è adeguato al digitale non tornerà indietro, quindi, rispetto all’uso di tecnologie innovative?

“È presto per dirlo. Con l’allentamento delle misure, occorrerà trovare una linea di equilibrio tra passato e presente. Abbiamo rinunciato talmente tanto a vivere la nostra vita sociale, che adesso c’è fame di esperienze di elevata qualità e di ristoranti insider. Digitalizzazione senza rinunciare all’esperienza viva della socializzazione. Molte acquisizioni e abitudini di consumo persisteranno, sia sul fronte BtoC che BtoB”.

TheFork come ha vissuto questo periodo di trasformazione?

“Dal punto di vista business, abbiamo deciso di sfruttare questo tempo per accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti, come TheFork Pay, il nostro sistema di pagamento contactless, cuore delle nostre attività, in questi ultimi mesi, che ci ha permesso di lanciare le gift card utilizzabili in 9mila ristoranti, in Italia, Francia e Spagna. Siamo concentrati su nuove tecnologie a servizio della ristorazione per il Be Back. Abbiamo sentito il dovere di supportare i ristoranti in questa fase difficile, soprattutto le medio piccole, che hanno rasentato il fallimento perché ci sono state tante chiusure, rendendo disponibile la nostra comunicazione per il delivery e l’asporto”.

Perché l’urgenza di dar vita a una campagna con Fipe e Apci per sensibilizzare al ritorno al ristorante?

“La capienza dei ristoranti è limitata, siamo chiamati ad atteggiamenti responsabili, non solo nel rispetto delle norme di sicurezza, ma anche per evitare i “no show”, le prenotazioni alle quali non ci si presenta. Da sempre un problema della ristorazione, perché hanno un risvolto economico: in un contesto di capacità limitata, perdere un tavolo è perdita di denaro. È difficile colmare questo deficit con i “walk in”, con chi è di passaggio. È importante richiamare alla responsabilità”.

LEGGI ANCHE: L’importanza di una forte esperienza di shopping online per la valorizzazione delle piccole imprese

investimenti in TV

Il dilemma del marketer: come puntare sul digitale senza togliere budget alla TV lineare

In questi tempi in rapida evoluzione, una delle domande più importanti che i professionisti e le professioniste del marketing devono porsi è “quali dei cambiamenti a cui stiamo assistendo saranno permanenti?”.

Trovare una risposta a questa domanda è assolutamente indispensabile, mentre cerchiamo il modo giusto per crescere in questo nuovo mondo.

Durante la pandemia, abbiamo visto i comportamenti dei consumatori diventare più dinamici e imprevedibili che mai. Oggi, dopo un anno di convivenza con il COVID-19, possiamo individuare chiaramente tre tendenze emergenti dei consumi che le aziende devono tenere presenti per prepararsi alle sfide future:

  1. La pandemia ha accelerato i cambiamenti dei comportamenti che erano già in atto.
  2. I consumatori hanno sempre più bisogno di aiuto quando devono fare una scelta complessa.
  3. Le persone desiderano un mondo digitale aperto e accessibile, il che richiede annunci pertinenti che rispettino la loro privacy.

Queste tendenze hanno tutta l’aria di essere destinate a rimanere. Ecco cosa possono fare le aziende per adattarsi:

Adattamenti aziendali al Marketing post pandemia –  Fonte Google

LEGGI ANCHE: Come le Connected TV stanno cambiando il settore della pubblicità televisiva

Cosa sta accadendo nel panorama televisivo?

Gli inserzionisti si stanno affrettando ad adattare la propria strategia di marketing ai cambiamenti che si stanno verificando nel panorama televisivo.

Tra i vari mezzi pubblicitari disponibili , la televisione fa ancora parte del panorama del marketing. I sondaggi dicono che il 62% delle persone negli Stati Uniti guarda ancora la TV e si abbona ai servizi satellitari.

Allo stesso tempo, i servizi di streaming hanno preso il comando. Le piattaforme di social media stanno pianificando le loro trasmissioni per soddisfare un pubblico in rapida crescita.

La domanda nella mente di ogni marketer è: adesso che succede?

Di fronte al cambiamento del panorama dei consumatori , gli inserzionisti non sono tanto sicuri di come fare per passare dalla TV al digitale.

La pandemia di COVID 19 ha esacerbato ulteriormente questo dilemma, visto che molti di noi hanno lavorato da casa e consumiamo ancora più servizi digitali di prima.

Doug Stephens del blog Retail Prophet ha parlato di qualcosa di simile nel suo podcast. Ha detto che il COVID 19 è “come un wormhole nello spazio che tutti noi stiamo attraversando”. Secondo Doug, la pandemia sta spingendo l’umanità a entrare o ad adottare l’era digitale, lasciandosi alle spalle tutti i resti della rivoluzione industriale del passato.

Era molto chiaro per le aziende che dovevano adattare la loro strategia di marketing televisivo a questa nuova realtà digitale.

Cosa ne pensano ora i consumatori

Durante la pandemia, l’esigenza di lavorare da casa ha fatto capire a persone e aziende che è possibile mantenere la produttività e la cultura del lavoro anche lavorando a distanza. Ha creato anche nuove tendenze nel modo in cui vivono i consumatori e nel loro comportamento di acquisto.

Ad esempio, alcune persone stanno pensando di spostarsi in periferia per godere di una migliore qualità della vita. Non devono più preoccuparsi di degli spostamenti e dei lunghi tragitti per andare al lavoro perché possono lavorare da remoto.

La nuova prospettiva influenzerà i modelli di vendita al dettaglio e le strategie di marketing; per esempio, i consumatori più giovani si concentrano sulle esperienze invece che sull’acquisto di beni tangibili.

Questo tipo di comportamento si è acuito in modo considerevole durante la pandemia: le persone hanno risposto molto emotivamente alla situazione, adottando nuove tecnologie a un ritmo rapidissimo. Pensiamo infatti a tutti i sistemi di pagamento online o di consegna a domicilio, per prima quella di generi alimentari, che ci hanno permesso di minimizzare il contatto in svariate occasioni.

I cambiamenti digitali nella strategia di marketing digitale

Ora, anche i marketer stanno cercando di trovare un equilibrio tra investimenti nel digitale e sulla TV lineare.

Sono consapevoli che gli approcci strategici da adottare devono essere ogni volta unici. E che ci sono diverse cose che devono considerare quando impostano una strategia.

Ad esempio, la TV lineare è ancora un canale di copertura del marketing praticabile in quanto ha un buon numero di spettatori. Tuttavia, sta diminuendo molto lentamente man mano che gli spettatori scoprono e iniziano a utilizzare i servizi di streaming online.

Quindi, possiamo stare certi che i marketer non abbandoneranno la pubblicità in TV (almeno per il momento) ma, invece, amplieranno la loro portata considerando canali digitali diversi nella loro strategia di marketing .

Chi è il nuovo pubblico di destinazione?

La nuova tendenza mostra che le aziende stanno ora migrando la loro tradizionale spesa pubblicitaria dalla TV al digitale.

La migrazione della strategia di marketing digitale è una corsa rischiosa e accidentata. Ad alcune aziende manca persino l’abilità necessaria per familiarizzare con i cambiamenti nelle tendenze di visualizzazione e le conseguenti esigenze pubblicitarie. Questo ha creato una nuova domanda di personale dotato di vaste conoscenze tecniche e digitali, che sappiano modificare una strategia di marketing televisivo

La risposta per rendere più facile questa transizione sta nell’avere abbastanza mercati che hanno questo know-how digitale. Senza i dati di ricerca appropriati, non ci sarà un percorso chiaramente definito da seguire.

Combinare strategie di marketing Blend

Per la maggior parte delle aziende che hanno sempre investito il loro budget sulla TV tradizionale, è complicato determinare come suddividere la spesa pubblicitaria totale.

La risposta corretta, e l’approccio che sembra funzionare meglio, è investire su entrambi. Questo perché il tuo marchio è più visibile quando combini più canali per raggiungere il pubblico di destinazione.

Un recente studio della Advertising Research Foundation ha mostrato che avvicinarsi alla propria strategia di marketing utilizzando questo duplice approccio può aumentare il ROI del 35% .

Proprio per questo, va tenuto presente che l’attenzione dei consumatori oggi si divide tra dispositivi digitali e TV. Si può raggiungere il target demografico tramite TV. Ma possono anche essere raggiunti tramite gli altri dispositivi che guardano.

Una strategia di marketing mista

Due terzi delle persone di età compresa tra 18 e 54 anni utilizzano un altro dispositivo durante gli spot televisivi

La capacità di attenzione del consumatore medio è suddivisa su più schermi, soprattutto nell’era della pandemia. In effetti, gli annunci online sono ancora più orientati all’azione. Possono distrarre i consumatori dagli annunci standard visti in TV.

Conclusioni

Si tratta di un motivo in più per passare a una strategia di marketing digitale mista.

Ma stabilire il giusto mix di media tradizionali e digitali viene prima di tutto. Ciò crea opportunità di crescita incrementale e si adatta a molti dati demografici. L’idea non è di distogliere l’attenzione dei consumatori dalla TV verso i canali digitali. L’obiettivo è di pubblicizzare e misurare la reazione dei consumatori che stanno già guardando quegli schermi.

 

Come l’Instant Mobile Messaging sta cambiando la comunicazione B2B

Quando si pensa al mondo del business e ai modelli di comunicazione ad esso collegati si ragiona spesso su forme di relazione formali e pompose, che si regolano su protocolli rigidi e ingessati.

Niente, almeno apparentemente, farebbe pensare che in realtà qualcosa sta cambiando… e molto in fretta.

Alla formalità delle email e le lungaggini delle videocall si è affiancata infatti una modalità forse sottovalutata ma perfettamente in linea con i trend più attuali: quello della messaggistica istantanea. 

Proprio così: anche nel B2B sembra che l’inviare e ricevere dei messaggi (SMS o Whatsapp, poco importa), tutto ciò che rientra nel mondo dell’Instant Mobile Messaging, stia prendendo piede. 

Considerato come nel nostro paese (ma non solo) il device più diffuso sia lo smartphone (35 milioni di utenti attivi) non era forse difficile prevederlo: diverso il discorso sulle numeriche che la messaggistica può generare. Si calcola infatti che le imprese italiane abbiano inviato nel solo 2020 ben 5 miliardi e 300 milioni di messaggi istantanei, con un tasso di apertura del 93,3%: avete capito bene, amici lettori, ben 93,3%. Mica male, no?

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Instant Mobile Messaging: migliorare le strategie d’ingaggio

È evidente che con questi KPI l’attenzione delle aziende verso questo canale sia aumentata. A confermarlo è una ricerca realizzata da Esendex, leader in Europa per le soluzioni di messaggistica istantanea per il business, in collaborazione con PWC su un campione di 4.300 aziende in Europa, UK e Asia (area del Pacifico). La ricerca è stata pubblicata in occasione dello sbarco in Italia di Esendex, la piattaforma per le aziende che permette di lavorare con SMS, soluzioni di rich messaging come Whatsapp Business, chatbot e landing page: tutte quelle soluzioni, insomma, ottimizzate per creare conversazioni e realizzare transazioni via mobile.

Molte delle declinazioni che questo approccio può consentire sono ben raccontate sul blog di Esendex, anche se è interessante soffermarsi su alcune evidenze presenti nella ricerca per circoscrivere un fenomeno sempre più rilevante.

I dati che emergono dal report infatti sono molto interessanti: ben il 47% dei soggetti intervistati hanno dichiarato di adottare servizi di Instant mobile messaging nelle proprie strategie (52% in Italia), con una prevalenza fra quelle aziende con più di 250 dipendenti rispetto alle PMI (la proporzione è 62% vs 45%). 

In che logica però si inserisce lo strumento della messaggistica instantanea?

La parola chiave che guida è di quelle che viene spesso citata ma mai veramente esplorata fino in fondo: multicanalità.

Capire come distribuire i touchpoint di marca è da sempre una sfida, a maggior ragione se diventa necessario metrificare i risultati raggiungendo dei KPI predefiniti per capire l’efficacia di un’azione.

Nel caso specifico la messaggistica istantanea garantisce come abbiamo visto dei volumi interessanti, in grado di giustificare lo sforzo di sviluppare delle azioni efficaci.

Proprio in capire “quanto” effettivamente sia questa efficacia basta guardare la ricerca proposta da Esendex e PWC, concentrandosi sugli impieghi che si fa di SMS e simili: privilegiando l’interazione one-to-one come forma d’interazione, vediamo come i messaggi diretti coprano l’intero parco dei processi aziendali, dall’invio di avvisi e comunicazioni di emergenza (utilizzati dal 21% degli intervistati), le notifiche e i promemoria per i clienti (19%), la gestione di processi aziendali (19%) e le campagne di marketing (19%).

Un focus a parte merita l’SMS, che è uno strumento ormai “vecchiotto” per età ma giovanissimo per risultati: il 25% degli intervistati lo indica come strumento molto efficace e il 22% lo preferisce per la capacità di personalizzare. D’altronde, è uno strumento essenzialmente noto a tutti, che supera le barriere tecnologiche e di piattaforma e che tutti possono ricevere, è altamente customizzabile con call to action semplici e immediate: cosa c’è di meglio?

Un evento per scoprirne di più

Della crescita della messaggistica mobile ci ha parlato il report confezionato dal Gruppo Commify, ma le occasioni di condivisione non finiscono. 

Lo sbarco della suite Esendex in Italia, infatti, è anche l’occasione per portare anche nel  nostro paese un appuntamento imperdibile: Esendex LIVE!, il format gratuito organizzato sul tema della Digital Transform-Action che nella sua prima edizione italiana si propone di indagare uno degli aspetti più vicini al mondo dell’Instant Mobile Messaging, “The Human Side of Technology”.

All’evento interverranno speaker di altissimo livello come Rudy Bandiera, Andrea Barchiesi, Cinzia Bertoli, Angela Sebastianelli, Linda Serra e Dario Cardile, distribuendosi su tre diversi palchi dedicati a verticali diverse: “Digital Room”, “Technology Room” e “Human Room”. 

Per partecipare ci si può registrare gratuitamente qui, maggiori informazioni si possono trovare anche sui canali Facebook e LinkedIn di Esendex.

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professiioni più richieste

Ingegneri, informatici e le altre professioni di cui le aziende hanno bisogno

I fattori globali che stanno profondamente cambiando il mercato del lavoro (come progresso tecnologico, invecchiamento della popolazione, globalizzazione e digitalizzazione) incidono in modo considerevole sul gap tra domanda e offerta riguardo alle professioni richieste e le skill acquisite.

Il risultato dell’azione di questi fattori è la “distruzione” di alcune tipologie di lavoro e la creazione di lavori totalmente nuovi. Anche le professioni “tradizionali” che sopravviveranno al cambiamento dovranno confrontarsi con un cambiamento di competenze richieste e una contrazione della domanda.

Già oggi, ma ancora di più nel prossimo futuro, al centro dell’attenzione non vi sarà solo il tema dell’occupazione, ma anche e soprattutto quello della competenze: riuscire ad anticipare e interpretare le tendenze del mercato del lavoro diventa essenziale per gettare le basi di una migliore corrispondenza tra offerta e domanda nel mercato del lavoro.

Il report “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a breve termine (2019-2023)” dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, ci fornisce utili indicazioni in questo senso.

report occupazione

Il modello di stima prevede che lo stock nazionale di occupati possa crescere in una misura compresa tra 374.000 e 559.000 unità, a un tasso medio annuo che potrà quindi variare tra lo 0,3% e lo 0,5%; A e B corrispondono al valore minimo e massimo che potranno assumere le variabili considerate.

LEGGI ANCHE: VR e AR come tecnologie trasformative e le potenzialità per la formazione

I fabbisogni occupazionali

La “Digital Trasformation” e l’Ecosostenibilità avranno un peso determinante nel caratterizzare i fabbisogni occupazionali dei diversi settori economici, arrivando a coinvolgere circa il 30% dei lavoratori di cui imprese e Pubblica Amministrazione avranno bisogno nei prossimi anni.

In particolare, si stima che imprese e PA ricercheranno un numero di lavoratori compreso tra circa 270.000 e circa 300.000 unità con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o connesse a “Industria 4.0”.

Fra le figure professionali emergenti maggiormente richieste sul mercato ci saranno gli esperti nell’analisi dei dati, nella sicurezza informatica, nell’intelligenza artificiale e nell’analisi di mercato.

In particolare, le sarà molto importante padroneggiare queste competenze:

  • Capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici per organizzare e valutare informazioni qualitative e quantitative;
  • Capacità di gestire soluzioni innovative applicando tecnologie robotiche, Big Data analytics, Internet of things, ai processi aziendali.

Le nuove professioni emergenti in questo campo saranno:

  • Data Scientist
  • Big Data Analyst
  • Cloud Computing Expert
  • Cyber Security Expert
  • Business Intelligence Analyst
  • Social Media Marketing Manager
  • Artificial Intelligence Systems Engineer

Inoltre, la richiesta di competenze digitali non sarà limitata alle aree funzionali “tecniche” (Information technology, Progettazione e Ricerca e sviluppo), ma sarà sempre più presente anche nelle altre aree: quella amministrativa, le risorse umane, i servizi generali e le funzioni di staff.

Al momento, per oltre 9 profili su 10 è prevista la richiesta di competenze digitali.

Fenomeni come la Digital Transformation sono in gradi creare una discontinuità con il passato, introducendo nuovi paradigmi produttivi e nuovi modelli organizzativi e non interessano solo l’industria, ma puntano a creare un ecosistema digitale diffuso reso possibile dallo sviluppo di tecnologie avanzate che si estendono lungo tutta la filiera, dalla progettazione alla produzione, dalla logistica ai servizi post-vendita.

Anche in tema di economia circolare, saranno ricercati dalle imprese italiane tra 518.000 e 576.000 lavoratori con competenze green fino al 2023. Nel futuro, il dato è destinato a crescere e le competenze green riguarderanno, in maniera trasversale, tanto le professioni ad elevata specializzazione che le professioni tecniche.

Le altre filiere del lavoro

L’aggregazione di alcuni tradizionali settori economici consente  di individuare altre cinque filiere produttive che fanno da traino alla domanda di lavoro:

• salute e benessere: sanità e assistenza sociale, settore farmaceutico, industrie ottiche e medicali, servizi sportivi e altri servizi alle persone;
• education e cultura: istruzione e servizi formativi, servizi dei media e della comunicazione, servizi culturali;
• meccatronica e robotica: fabbricazione di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, attività di installazione, riparazione e manutenzione, industrie elettriche ed elettroniche;
• mobilità e logistica: servizi di trasporto e logistica;
• energia: industrie petrolifere e chimiche e Public utilities.

Il fabbisogno occupazionale delle imprese della filiera “meccatronica e robotica” potrà riguardare tra 69.000 e 83.000 lavoratori entro il 2023.

Le figure più richieste saranno i tecnici per l’automazione e i sistemi meccatronici, i tecnici per la gestione e manutenzione ed uso di robot industriali, i progettisti di impianti industriali e gli addetti alla programmazione di macchine a controllo numerico.

In particolare, la meccatronica è il comparto manifatturiero centrale per il passaggio alle nuove modalità produttive, sinteticamente riassunte con il termine “Industria 4.0”, e con esso giocano naturalmente un ruolo di primo piano i comparti terziari dell’informatica e dei servizi avanzati e i principali utenti non sono più solo le grandi imprese, ma soprattutto le piccole e medie imprese che ricercheranno un maggior numero di figure professionali legate alla trasformazione della catena produttiva.

La prima domanda da affrontare alla luce di questi dati è: possiamo contare su un numero adeguato di specialisti, tecnici, pronti a entrare nel mercato del lavoro perché opportunamente orientati dalla scuola, prima, e dall’università, poi?

Già nel 2017, oltre un quinto delle figure richieste risultava di difficile reperimento, con quote sensibilmente più elevate per le professioni specialistiche (37%), tecniche (33%) e operaie specializzate (31%).

Forbice che si allarga ulteriormente per le figure professionali maggiormente coinvolte nei processi di trasformazione in atto.

In un mercato del lavoro in cui già si registra un elevato mismatch fra domanda e offerta di lavoro, il rischio che si corre è che i cambiamenti radicali in atto nel mercato del lavoro amplino ulteriormente questo disallineamento.

Dai grafici di Unioncamere è possibile estrapolare due dati molto importanti:

  1. il numero delle immatricolazioni e dei laureati diminuirà entro il 2023. Non è un buon segnale nella direzione di colmare l’evidente gap tra domanda e offerta nel mondo del lavoro, che richiederà figure sempre più qualificate e con competenze trasversali. Appare, tuttavia, una buona notizia per chi intenda seguire questo tipo di indirizzo: un numero minore di soggetti in grado di ricoprire specifiche posizioni tecniche agevolerà l’ingresso di tecnici, laureati e specializzati con migliori condizioni di lavoro e retribuzioni più alte.
  2. il fabbisogno totale dei laureati si concentra principalmente su profili economici, sanitari, ingegneristici e legati alla formazione. Occupano comunque una buona posizione anche le richieste legate alla formazione relativa ai campi scientifico, matematico e fisico, della geologia e della bio-tecnologia e al campo chimico-farmaceutico.

Le discipline STEM

In Italia, solamente 1 studente universitario su 4 è iscritto a facoltà STEM (il 27% del totale), e queste risorse non mostrano un incremento significativo negli anni.

Inoltre, secondo il report “RiGeneration STEM, le competenze del futuro passano da scienza e tecnologia” di Deloitte, di questi studenti, solo 1 su 10 è iscritto alle facoltà che rispondono appieno alle esigenze professionali emergenti.

Profili stem

Nonostante esista un potenziale bacino di studenti interessati alle materie tecnico-scientifiche, una percentuale rilevante di questi ultimi ha cambiato rotta nel momento decisivo di iscrizione: 2 studenti NON STEM su 5, e 1 giovane occupato su 3, hanno infatti dichiarato di avere avuto un interesse verso le discipline STEM, che non si è mai concretizzato.

Tra i fattori che influenzano le scelte scolastiche dei ragazzi, il primo posto è occupato dalla famiglia, mentre i servizi di orientamento hanno un impatto marginale: solo 1 studente su 6 è stato guidato dai centri di orientamento nella scelta dell’indirizzo scolastico. Gli studenti si troverebbero quindi un po’ soli, al momento della scelta, fattore che porterebbe ad una percezione distorta dell’effettiva offerta formativa e delle potenzialità della stessa.

Ma quali sono i motivi che allontanano i giovani dalla scelta di percorsi formativi STEM? Chi si iscrive a scuole secondarie NON STEM, lo fa principalmente perché ritiene che questi percorsi siano maggiormente in linea con le proprie capacità.

Nel passaggio all’Università, invece, la passione per le materie e la coerenza con le proprie capacità, vengono integrati anche dalla valutazione circa la possibilità di raggiungere la professione ambita. I giovani, infatti, associano al percorso STEM delle professioni evidentemente poco ambite, in particolare il professore sottopagato, lo scienziato premio Nobel, o l’informatico nerd.

Gli stereotipi di genere

Questi bias risultano ancor più marcati all’interno dell’universo femminile, presso cui vi è un’elevata percezione di disallineamento di interesse rispetto ai contenuti (per il 66% delle donne contro il 59% degli uomini) e di inadeguata formazione (per il 24% donne contro il 16% degli uomini). E se aziende e professori non riscontrano alcun gap di genere nelle performance, ben 1 giovane occupato in ambito STEM su 3 ritiene che il proprio lavoro sia più adatto alle capacità degli uomini.

deterrenti allo studio STEM

Le accelerazioni legate alla pandemia

Nonostante le previsioni del report di Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior investano un arco temporale individuato tra il 2019 e il 2023, l’imprevedibilità dell’emergenza pandemica ha contribuito a rafforzare la visione sulla necessità di una formazione specializzata in campo tecnologico, sulla robotica e sulle discipline STEM in generale.

Iniziare a lavorare per ridurre il gap tra offerta e domanda di ingegneri, informatici, matematici, professionisti del martech e le altre professioni individuate in questa analisi, significa aprire la strada a una maggiore competitività per il Paese e a un migliore equilibrio sui dati dell’occupazione.

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roblox cos'è

Cos’è Roblox, come funziona e perché vale così tanto

  • 100 milioni di utenti attivi, 2 milioni di creators e 50B $ di capitalizzazione in borsa;
  • non un semplice gioco online, ma una raccolta di oltre 5o milioni di giochi diversi;
  • guadagni non solo per l’azienda, ma anche per chi contribuisce con lo sviluppo.

Roblox potrebbe non essere famoso come Fortnite o Minecraft, ma ha recentemente annunciato di avere più di 100 milioni di giocatori mensili attivi.

Un progetto forse sottovalutato all’inizio, che però è esploso diventando un vero e proprio fenomeno nel settore del gaming.

Cos’e Roblox?

Cos'è Roblox e perché vale così tanto 2

it.finance.yahoo.com

Iniziamo con il dire che Roblox non è una novità, o almeno non come la conosciamo oggi. L’azienda (Roblox Corporation) è nata nel 2006 e da allora è cresciuta in maniera costante.

Parlare di videogame sarebbe decisamente riduttivo dato che non si tratta di un singolo gioco, ma piuttosto di una raccolta con oltre 50 milioni di giochi, tutti creati dalla sua community di giocatori, rivoluzionario non credete?

Per capire più facilmente cosa è diventato Roblox, faremo un semplice paragone,  quello con YouTube.
Un’enorme libreria di “contenuti generati dagli utenti”, ma in questo caso i contenuti sono giochi piuttosto che video.

Gli utenti scaricano l’applicazione Roblox per computer (MacWindows), console di gioco, smartphone (AndroidiOS) o tablet e la utilizzano per sfogliare e riprodurre il catalogo di giochi.

Perché è così popolare?

Il fenomeno di Roblox è davvero molto particolare, soprattutto pensando al fatto che la maggior parte degli utenti che entra nella community è stato invitato a giocare da un amico.

Quindi, un successo decisamente organico. Aspetto fondamentale sono le funzionalità social, inclusa la possibilità di invitare ed aggiungere amici e chattare con loro durante il gioco.

Inoltre, secondo Craig Donato, chief business officer di Roblox, una delle ragioni della popolarità di Roblox è la sua enfasi sul “gioco non strutturato”.

Il gioco non strutturato non è altro che un’attività ludica in cui i bambini si impegnano in giochi che non hanno prettamente obiettivi di apprendimento specifici.

In un’epoca e soprattutto in un periodo storico in cui molti bambini sono più limitati nelle loro attività nel mondo fisico rispetto alle generazioni precedenti, è diventata naturale la ricerca di un’alternativa.

Quando tornavo a casa da scuola, salivo in bicicletta, uscivo nei boschi, giocavo a baseball. Ma oggi viviamo in un mondo in cui è difficile per i bambini uscire e giocare in modo non strutturato con i loro amici “, dice Craig. “La maggior parte delle esperienze sulla nostra piattaforma non riguardano solo l’obiettivo da portare a termine e quindi da vincere. È un’esperienza che fai con altre persone: un’esperienza condivisa.

Facile dedurre come la pandemia abbia dato un’importante spinta a Roblox, portando sempre più persone a trascorrere molto tempo online. Avere a disposizione una piattaforma in cui ognuno ha il suo avatar e ciascuno può giocare interagendo con altre persone, ha rappresentato una valida alternativa al distanziamento sociale.

Una buona fetta del successo di Roblox, però, è sicuramente dovuto a youtuber e streamer.

Per le nuove generazioni questi tipi di figure, non sono più dei semplici “influencer“, ma sono diventati dei veri e propri moderni opinion leader. Non è quindi difficile da capire quanto il loro ruolo abbia un’importanza enorme nella diffusione di un gioco al di là della promozione tradizionale.

Molti eventi si sono spostati negli ambienti virtuali di Roblox: incontri, appuntamenti, feste di compleanno e di ogni altro tipo. Anche per questo Roblox si presta perfettamente allo streaming  diventando, per questo settore, una vera miniera d’oro.

Come si crea un gioco su Roblox?

Chiunque può creare un gioco (o “esperienza”) scaricando il software Roblox Studio. Il software si basa su di un linguaggio di programmazione molto semplice, chiamato “Lua”. La diffusione dello sviluppo è stato reso possibile anche grazie alle numerose guide e ai forum di supporto.

L’azienda afferma di avere più di 2 milioni di “creators”, quindi circa il 2% dei suoi giocatori. I giochi più popolari possono ospitare fino ad un massimo di 100.000 persone contemporaneamente.

Molti utenti si limitano a creare giochi semplici o a dare vita a stanze virtuali in cui possono interagire con gli amici. Altri costruiscono giochi più complessi e iniziano persino a monetizzare grazie agli acquisti in-game.

Gli acquisti sono della tipologia che non  danno vantaggi competitivi; gli utenti infatti possono acquistare abiti e armi o altri oggetti, che possono usare per rendere i loro personaggi più belli ed originali.

Questi acquisti avvengono utilizzando la valuta virtuale di Roblox: Robux che possono essere scambiati per denaro reale.

I Robux, ovviamente, possono essere guadagnati muovendosi nel sistema, ma possono essere anche acquistati. Ad esempio, 400 Robux costano circa 5€. L’azienda premia gli sviluppatori condividendo il 30% delle entrate dagli acquisti virtuali.

Per capire la portata del fenomeno creators in Roblox, basti pensare che più di 1.250 sviluppatori hanno guadagnato almeno 10.000 dollari l’anno scorso attraverso le vendite virtuali nei loro giochi. I guadagni totali degli sviluppatori ammontano a più di 329 milioni di dollari solo quest’anno.

Quello che una volta era un hobby oggi è diventato un lavoro per molti dei nostri utenti, ed ora sta diventando sempre più la base per lo sviluppo di grandi progetti incredibilmente creativi che stanno emergendo sulla nostra piattaforma“, ha dichiarato il CEO David Baszucki, che ha fondato Roblox nel 2004.

LEGGI ANCHE: I trend che segneranno l’industria del gaming nel 2021

Dopo aver conquistato i bambini, diventa un successo a Wall Street

Le azioni della società quotate sotto il simbolo RBLX alla Borsa di New York, hanno chiuso la giornata di debutto in rialzo del 54% arrivando a 69,50 dollari di valore, partendo da un prezzo di riferimento di 45 dollari.

La quotazione diretta quindi, ha dato alla piattaforma una valutazione di circa 40 miliardi di dollari con una quotazione di mercato è pari a 51,43 miliardi di dollari.

Scegliendo di andare in borsa con una quotazione diretta, come hanno fatto aziende come Spotify, Slack e Palantir, Roblox non ha emesso nuove azioni in borsa e quindi non ha raccolto capitale.

L’azienda, fondata nel 2004, deve ancora registrare un profitto, a causa dei continui investimenti per l’infrastruttura tecnologica, la protezione dei dati e il pagamento dei creatori di giochi.

Roblox Corporation ha dichiarato di aver assunto quasi 400 nuovi dipendenti nel 2020, crescendo fino a 979 persone, e di aver acquistato una startup di intelligenza artificiale proprietaria di una tecnologia che potrà aiutare gli avatar e le ambientazioni ad avere un aspetto più realistico.

Negli ultimi mesi, grazie anche all’entrata in borsa, Roblox è diventata nota anche a chi non fa parte del suo pubblico abituale ed è facile prevedere una sua ulteriore crescita.

Cos'è Roblox e perché vale così tanto

blog.roblox.com

Chi gioca a Roblox?

Quando ci si iscrive a Roblox, viene richiesto all’utente di creare un nome utente che possibilmente non dovrà essere il proprio vero nome. Viene richiesta la data di nascita, il sesso ed una password. L’iscrizione crea sulla piattaforma un’area utente simile ad un account di un social network.

Sul profilo infatti, è possibile visualizzare i giochi a cui si è giocato, è possibile postare sul feed ed è anche possibile mostrare chi sono i propri amici, chi si segue e da chi si viene seguiti. Viene mostrato inoltre di quali gruppi si fa parte e i distintivi (traguardi) conquistati durante il gioco.

Roblox ha circa 100 milioni di utenti attivi e la maggior parte di essi sono under 18, divisi quasi perfettamente tra ragazzi e ragazze. La cosa davvero interessante che emerge dai vari dati raccolti in proposito è l’impatto che Roblox ha sui più piccoli rispetto a tutte le altre piattaforme.

Infatti, il 24% dei bambini intervistati dai 10 ai 12 anni usano Roblox, più che TikTok (13%) e Snapchat (20%).

Roblox è sicuro per i minori?

Gli amministratori di Roblox sono molto attenti alla tranquillità dei propri utenti. Proprio per questo vengono effettuate continue verifiche su tutti i giochi sviluppati, in modo da assicurarsi che non ci siano contenuti sessualmente espliciti o troppo violenti oppure offensivi.

Per i genitori, invece, è possibile monitorare l’account da remoto, controllando le interazioni con gli altri giocatori, gli acquisti in-game ed il contenuto dei giochi a cui i propri figli partecipano.
Inoltre, è possibile, in caso di evenienza, segnalare eventuali giocatori sospettati di violazioni di termini e condizioni.

Una cosa però è certa: come per tutte le piattaforme online che prevedono una parte “social”, anche per Roblox, sarebbe meglio che i minori non fossero lasciati completamente soli.

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Quali sono i giochi più popolari su Roblox?

Dato il numero enorme di utenti che giocano a Roblox esistono diverse tipologie di gioco creati ad-hoc per soddisfare un’ampia gamma di giocatori dai gusti più disparati.

I titoli più popolari sono sicuramente Tower of Hell, Meepcity e Piggy. Ma tra i più apprezzati c’è sicuramente Adopt Me, considerato da alcuni come il gioco più popolare di Roblox. Il gioco conta infatti circa 18,8 miliardi di visite e una media di quasi 500.000 giocatori attivi.

Si tratta di un gioco per “famiglie” in cui gli utenti devono far crescere una serie di animali domestici. Non solo, i giocatori possono anche decorare le loro case in stile The Sims e persino giocare online con gli amici. Ogni server può ospitare fino a 48 giocatori e la configurazione di un nuovo server privato è completamente gratuita.

Quale sarà il suo futuro?

Roblox oggi è disponibile in oltre 180 paesi e in 11 lingue diverse ma cresce molto velocemente.

Combinando social network e gaming, la piattaforma ha avuto un impatto notevole sui più giovani. Ciononostante ci vorrà del tempo affinché Roblox diventi un vero e proprio colosso, anche a causa di due grossi ostacoli.

Il primo relativo all’età media degli utilizzatori e il secondo inerente il periodo che stiamo vivendo.

Nel primo caso, infatti, bisognerà vedere se non ci saranno problemi, nel momento in cui la piattaforma verrà colonizzata da utenti più adulti.
Questo, infatti, potrebbe comportare problemi nella sicurezza ma potrebbe anche snaturare la spensieratezza tipica di una piattaforma dedicata a giovani utilizzatori.

Il secondo ostacolo potrebbe essere quello da affrontare nel breve periodo. Con la fine delle restrizioni, infatti, il mondo ritornerà alla vita sociale e Roblox potrebbe perdere quell’appeal legato proprio alla socialità che ne ha decretato il successo

digital tool strumenti digitali

Storydoc, Icons8 e Daily Gratitude Journal: i digital tool della settimana

Lo sappiamo bene: ci sono giornate stressanti, in cui tutto sembra andare storto. Questo capita tanto nella sfera personale della vita, quanto in quella professionale.

A fare la differenza, può essere un approccio positivo. Una buona abitudine è ringraziare ogni giorno per quello che abbiamo: ci permette più facilmente di renderci conto che, ogni problema è tuttavia superabile e possiamo riprendere a vivere con serenità la nostra vita.

Certo, qualche piccolo aiuto in ufficio non guasta: oggi vi presentiamo alcuni strumenti per migliorare l’aspetto grafico delle presentazioni e dei fogli di calcolo, ma anche strumenti per non dimenticare nessun appuntamento importante.

In più, un diario per annotare quotidianamente perché dovremmo essere felici ogni giorno.

LEGGI ANCHE: Jove, Google Cemetery e: i digital tool della settimana

Quel tocco in più

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Vuoi migliorare le tue presentazioni, ravvivare i tuoi fogli o coinvolgere i lettori dei tuoi documenti di Google? Le icone sono sempre la risposta giusta! Con Icons8 puoi aggiungere centinaia di immagini in stili differenti ai tuoi file, per renderli riconoscibili e accattivanti.

Un coach per le conference-call

poised digital tool

Non ti senti abbastanza sicuro durante le riunioni in diretta? Anche questa abilità va allenata e puoi farlo con Poised, un “personal trainer” di comunicazione digitale che fornisce un feedback in tempo reale durante le riunioni online. Il tool funziona con Zoom, Slack, Microsoft Teams e Google Meet.

Lascia il segno

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Per dare un tocco in più alle tue presentazioni e trasformare diapositive statiche di vendita e marketing in bellissimi slideshow interattivi, puoi provare Storydoc. Aumenterai il coinvolgimento dei clienti e i tassi di conversione, senza aver bisogno di sviluppare nuove competenze di design o coding.

Ricorrenze virtuali

koya digital tool

Sei sei super organizzato ma ti capita spesso di dimenticare compleanni o anniversari che vorresti celebrare, KOYA è il tool che fa per te. Puoi programmare messaggi personali che includano ricordi, url e addirittura regali digitali. Per fare sempre bella figura anche online.

Felici a partire da quello che si ha

daily gratitude journal

Essere grati e ringraziare l’universo può avere incredibili benefici per la salute fisica e mentale.

Aumenta la felicità, aiuta a dormire meglio e allevia la depressione. Ci sono molti modi per praticare allenarsi a provare gratitudine ogni giorno, ma il diario quotidiano è uno dei modi più semplici ed efficaci. Per questo scopo, esiste Daily Gratitude Journal.

Come la Digital Health sta cambiando il mondo della salute

Nono appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

Tema della puntata: Digital health ecosystem, ne abbiamo parlato con Roberto Ascione, Ceo & Founder di Healthware Group, company di digital health che da quasi 25 anni offre alle grandi aziende dei settori life sciences e insurance un insieme unico di servizi e competenze in consulenza strategica, comunicazione, tecnologia e innovazione per guidare la trasformazione digitale della salute.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Le applicazioni della Digital Health: min 1,20
  • Come migliorare la gestione della salute: min 16,55
  • I benefici dell’adozione dei sistemi digitali: min 26,40
  • Le principali applicazioni della telemedicina: min 31,20
  • I dati della trasformazione digitale: min 34,05
  • Come sta cambiando il mondo della salute: min 36,00
  • Il prossimo futuro della Digital Health: min 40,00

A tavola e con gli amici, così gli italiani seguiranno UEFA EURO 2020

All’avvio ufficiale di EURO 2020, Just Eat, app leader per ordinare online cibo a domicilio in tutta Italia e nel mondo, e parte di Just Eat Takeaway.com, leader mondiale nel mercato della consegna di cibo a domicilio, ha condotto un’indagine* svelando una serie di previsioni sul cibo che accompagnerà le partite di quest’anno. Un italiano su due si è detto in trepidante attesa per l’inizio delle competizioni e l’84% ha dichiarato come il cibo sia un elemento fondamentale, con la pizza in testa per seguire il torneo da casa con amici.

Italiani e calcio: la nuova normalità agli UEFA EURO 2020

Il torneo di quattro settimane, che prende il via oggi, vede il 43% degli italiani pronti a guardare tutte le competizioni di EURO 2020, una percentuale che cresce se si guarda alla fascia maschile (53%). Dopo un anno di ritardo, gli EURO 2020 rappresentano un momento emozionante per i fan del calcio in tutto il continente e in Italia. Infatti, oltre il 47% degli italiani ha dichiarato di seguire il calcio in modo frequente e il 39% riferisce che le restrizioni non hanno influenzato le abitudini, ma di aver guardato la stessa quantità di partite. Questo vale soprattutto per i più giovani, con le fasce 18-24 anni (20,5%) e 25-34 (18%) che dichiarano di averne guardate di più. Il 26,5% degli intervistati ha invece ammesso di averne guardate addirittura il doppio.

Ma dove si godranno le partite gli italiani? Quasi il 90% ha dichiarato che le seguirà comodamente da casa, ma non manca chi sta programmando di recarsi a casa di amici e parenti (26%) o al bar (21%) per aumentare lo spirito di squadra e socialità. Inoltre, il 51% prevede di passare le sere dei match con gli amici, percentuale che cresce se si guarda alle fasce più giovani (73%), mentre il 46% ha dichiarato che vedrà le partite con il partner, tendenza che vale soprattutto per le donne (55%). 

Tra gli aspetti più importanti per gli italiani in relazione al calcio e alla visione delle partite spicca l’atmosfera generale (18,5%). Per il 20% degli intervistati, celebrare per le strade insieme a connazionali e altri tifosi rappresenta una delle esperienze che più mancheranno rispetto agli eventi sportivi vissuti gli anni precedenti la pandemia. E se il 34% non organizzerà nulla per compensare questa mancanza, il 19% dichiara che si connetterà online con altre persone per condividere in tempo reale impressioni ed emozioni, percentuale che cresce se si guarda alle donne (22,5%) e alle fasce 18-24 e 25-34 anni (24%). Altri piani per godersi al meglio le partite degli EURO 2020, includono per il 35% invitare degli amici a casa, mentre il 31% guarderà più partite del solito e il 25% ordinerà cibo a domicilio.

Calcio-cibo: connubio perfetto

LEGGI ANCHE: Come Orto Barbieri ha rivoluzionato il suo business grazie alla tecnologia

L’indagine condotta da Just Eat ha infatti evidenziato come il cibo giochi un ruolo centrale nell’esperienza di visione del torneo. Nonostante i tifosi italiani non abbiano una specifica tradizione per quanto riguarda gli snack (93%), l’84% dichiara che il cibo è un elemento imprescindibile durante la visione di una partita di calcio, da gustare principalmente prima del calcio d’inizio (30%) o durante il primo tempo (29,5%). La scelta ricade principalmente su snack veloci (26%), seguiti da qualcosa di casalingo preparato in anticipo (20%) o di ordinato grazie al food delivery (15%).

Gli appassionati di calcio italiani si affidano al cibo a domicilio soprattutto perché questo permette loro di rilassarsi e focalizzarsi sulla partita (33%), evitando di dover lasciare casa (30%) e quindi perdere momenti salienti della partita (23%). Quando si guarda una partita, il 32% conferma come la cosa più importante sia il gusto del cibo scelto, seguito dalla necessità di goderselo prendendosi il proprio tempo (21%), dalla qualità (19%) e dalla possibilità di condividerlo (17%). 

Mentre l’Italia si prepara ai match con Turchia, Svizzera e Galles, la ricerca di Just Eat ha svelato che gli italiani sono particolarmente patriottici quando si parla di cibo. L’89% dei tifosi italiani non ha nessun dubbio nell’affermare che la propria cucina sia la migliore, con la pizza in cima al podio delle scelte sia in caso di vittoria (40,5%) sia di sconfitta come comfort food (27%). La pizza rappresenta il piatto ideale da ordinare per il 67%, percentuale che sale tra le donne (71%), seguita dalle patatine fritte (32%), amate soprattutto dai più giovani (42,5%), e da un bell’hamburger (24%), che risulta essere il preferito dagli uomini (28%). I cibi contenenti carne sono inoltre i preferiti dal 73% degli intervistati quando si guarda una partita. Riguardo invece le bevande, per il 67% la birra rappresenta il perfetto accompagnamento, seguita dall’acqua (36%), dalle bibite (26%) e da un bicchiere di vino (16%).  

Rivelando i risultati del report, Tiziana Bernabè, Senior Marketing Lead Just Eat Italia, ha dichiarato:

Mentre l’eccitazione continua a crescere per gli EURO 2020 di quest’anno, è bello vedere quante persone siano appassionate come noi quando si tratta di cibo e calcio. Quello che ci hanno riferito i nostri consumatori in tutta Europa è che riunirsi per guardare le squadre competere, gustandosi del cibo delizioso a casa, è davvero un abbinamento perfetto. Siamo orgogliosi di sponsorizzare EURO 2020 e non vediamo l’ora di vedere cosa succederà nelle prossime settimane.

L’Italia aprirà il torneo questo venerdì e si potranno guardare le partite comodamente da casa mentre l’Italia compete in questi match: venerdì 11 Giugno con Turchia vs Italia (ore 21:00, Roma),  mercoledì 16 Giugno con Italia vs Svizzera (ore 21.00, Roma) e domenica 20 Giugno con Italia vs Galles (ore 18:00, Roma).

Il potere di un’immagine: contenuti reali e originali per essere ricordati

Un’immagine vale più di mille parole”. Una frase che abbiamo sentito dire così tante volte che sembra aver perso il suo reale significato. 

Chi lavora nel mondo della creatività sa benissimo cosa significa questa espressione: le immagini sono strumenti d’espressione così evocativi da essere essenziali in ogni forma di comunicazione. Le immagini però bisogna sceglierle con cura, altrimenti il messaggio non avrà l’effetto desiderato.

Ci affidiamo con leggerezza a strumenti che troviamo in rete, come le immagini Stock, senza rifletterci troppo. In fondo sono lì, a disposizione di tutti e per tutti, perché non approfittarne? Proprio perché possono essere utilizzate da tutti non sono contenuti personalizzati ma stereotipati e di conseguenza, messaggio e immagine non saranno coerenti.

Immagini autentiche per una comunicazione efficace

Quante volte vi è capitato, curiosando in rete, di non leggere un articolo e di passare oltre perché vi eravate già imbattuti nell’immagine di quel contenuto? A volte ci sembra di leggere sempre le stesse cose perché ricordiamo più le immagini che le parole.

E infatti succede che un’immagine diventa più famosa degli stessi brand e prodotti che pubblicizza.

Chi non ha mai visto in rete pubblicità di aziende e servizi promossi dalla fascinosa ragazza asiatica dai lunghi capelli setosi e il sorriso rassicurante? Ormai è diventata una vera e propria icona del web, e magari anche noi abbiamo utilizzato una delle sue immagini in stock per qualche nostro post senza farci caso.

Un problema che potrebbe penalizzare qualunque agenzia, anche la vostra. Immaginate di dover pianificare una campagna per il lancio di un nuovo prodotto. Oltre a un testo chiaro e conciso, vi serviranno delle foto professionali che andranno ad accompagnare le parole in modo tale da rappresentare a 360° sia il servizio offerto che il vostro brand. 

Volete davvero affidarvi a immagini già viste in giro e che non raccontano nulla della vostra identità?

Un errore che può sembrarci banale e insignificante ma che in realtà non ci consente di veicolare in modo personalizzato ciò che avevamo intenzione di comunicare. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che magari non solo noi, ma anche i nostri competitor potrebbero usufruire della stessa foto in Stock su cui abbiamo fatto affidamento, confondendo ulteriormente chi ci ascolta e legge.

Se le immagini sono davvero così potenti, perché dovremmo accontentarci delle trite e ritrite foto Stock per rappresentare il nostro brand?

C’è bisogno di una comunicazione visiva personalizzata per farsi riconoscere subito. Creare una forte visual identity è fondamentale e le immagini devono essere fatte apposta per noi.

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Immagine personalizzata per contenuti unici

Abbiamo bisogno d’immagini e video su misura, che siano evocative e che accompagnino le parole per essere comprese e ricordate. Non dobbiamo solo stupire i clienti con foto accattivanti, ma dobbiamo essere veri per avvicinare le persone al nostro marchio.

Un brand per non essere dimenticato e distinguersi rispetto agli altri deve avere un’identità riconoscibile. In un mondo pullulante d’immagini, l’uso di foto originali e coerenti è diventato sempre più indispensabile per emergere.

Insomma, come deve essere un’immagine per catturare l’attenzione di chi la guarda?

  • Attraente e bilanciata, l’occhio vuole sempre la sua parte;
  • Coerente nell’insieme per essere capita;
  • Incisiva, così intensa da emozionare ed essere indimenticabile.

Set-Up: il servizio da conoscere per avere immagini originali

Se anche voi siete convinti che le immagini di repertorio non bastino e volete affidarvi a un servizio mirato e ad hoc, allora dovete dare un’occhiata a Set-Up.

Stiamo parlando della prima realtà in Italia di produzione contenuti social, sia foto che video, pensata e dedicata alle esigenze di art director, creativi e professionisti della  comunicazione che sono alla ricerca di una valida alternativa ai materiali Stock. Set-Up mette a disposizione un team di professionisti pronti a realizzare le vostre idee e i vostri progetti grazie a contenuti di qualità realizzati in tempi brevi ma a un prezzo accessibile.

Il bisogno di essere autentici per essere compresi

Un servizio personalizzato può davvero cambiare la nostra strategia di comunicazione. Contenuti con immagini e parole pensate appositamente per il nostro brand aiutano a descrivere e mostrare chi siamo e di cosa ci occupiamo in modo originale ed efficace.

Se la fiducia è alla base di ogni rapporto, lo stesso discorso vale tra aziende e clienti. Ecco perché ricorrere a immagini che ci riguardano e che parlino di noi e per noi, e non pescate da un catalogo sul web, ci aiuta a distinguerci in un mercato sempre più affollato.

Basta impazzire dietro immagini Stock che non possono parlare per noi. Lasciamo spazio a quelle reali. Facciamo largo alla vera essenza del nostro brand!

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