In occasione del lancio italiano di “Seguimi“, il progetto educativo multicanale pensato per supportare le PMI a promuovere il proprio business facendo leva su TikTok, la piattaforma di intrattenimento leader per i video brevi presenta i risultati di due analisi sul suo impatto sulle PMI: la prima dalla prospettiva della community, e la seconda da quella dei professionisti del marketing.
L’autenticità dei contenuti, chiave di volta per ingaggiare il pubblico di TikTok
Gli utenti italiani di TikTok sono molto interessati ai contenuti delle piccole e medie imprese e sulla piattaforma ne scoprono sempre di nuovi e trasversali.
Il 66% dichiara di essersi imbattuto in contenuti di PMI italiane in ambito fashion (56%), bellezza (50%), food & drink (44%), viaggi (31%), casa (24%) e gaming (19%).
L’89% di chi ha trovato contenuti di questo tipo di realtà afferma di averli visti per la prima volta su TikTok e il 72% dichiara di vederli con cadenza giornaliera.
Le evidenze della ricerca confermano inoltre la volontà degli utenti di voler continuare a vedere contenuti pubblicati dalle PMI e di interagire con esse. Infatti, il 67% di chi li ha visti afferma di seguire profili di piccole e medie imprese, mentre il 46% dichiara che TikTok è la piattaforma dove interagisce di più con le PMI.
Fruizione, azione, ma anche propensione all’acquisto
Rispetto agli utenti italiani che hanno avuto occasione di trovare contenuti di PMI in piattaforma, il 51% li ha condivisi con parenti o amici e il 36% ha fatto un acquisto.
Di questi ultimi, il 91% si dichiara soddisfatto del proprio acquisto e il 40% afferma di averlo effettuato dopo aver visto per la prima volta l’azienda su TikTok.
Una tendenza che presenta ricadute reali sul territorio e favorisce rapporti diretti: infatti, l’87% degli utenti dichiara che aver visto contenuti di PMI su TikTok li ha spinti ad acquistare di più dalle aziende locali, mentre il 36% ha visitato subito il profilo TikTok dell’azienda per guardare altri contenuti. Il 92% ritiene invece, che la piattaforma possa aiutare le PMI a costruire relazioni più solide con gli utenti.
TikTok permette di allargare il pubblico di riferimento
Il 69% dei professionisti del marketing che in Italia già utilizzano TikTok afferma che includeranno la piattaforma nelle proprie campagne ADV nei prossimi 12 mesi.
Il 77% dichiara di includere TikTok in almeno il 50% delle campagne in corso e ben il 91% afferma che utilizzerà la piattaforma almeno nel 50% delle proprie campagne l’anno prossimo. Riguardo al ritorno dell’investimento, per il 27% i responsabili marketing di PMI confermano che TikTok li ha aiutati ad ottenere maggiori risultati dal loro investimento pubblicitario.
Infatti, hanno dedicato a TikTok il 29% del loro investimento media nell’ultimo anno e il 21% pensa che TikTok sia una priorità e un must nel proprio media mix. Il 65%, infine, afferma di utilizzare attualmente TikTok per integrare altri canali o piattaforme media.
I responsabili marketing delle PMI vedono risultati reali nell’aggiunta di TikTok al media mix. Tra questi, il 61%afferma che TikTok li ha aiutati a raggiungere nuovi consumatori e il 33% ad ampliare la propria base clienti internazionale.
Il 35% dichiara di aver incrementato le vendite dei propri prodotti o servizi come risultato diretto della pubblicità su TikTok.
TikTok e PMI. la piattaforma, sinonimo di creatività e innovazione
TikTok incoraggia i responsabili marketing a superare i limiti ed evolversi. L’83% dichiara che fare pubblicità su TikTok spinge a pensare fuori dagli schemi e il 51% ha adattato la strategia di marketing per attrarre nuovi pubblici.
In tema di identità aziendale, su TikTok il 54% si è sentito incoraggiato a mostrarne un lato diverso e il 32% ha utilizzato le osservazioni e i commenti degli utenti per aggiornare o creare nuovi prodotti e offerte.
In particolare, il 27% ha creato un prodotto o servizio basato su una tendenza esistente su TikTok e il 10% ha iniziato a esportare i propri prodotti per soddisfare una domanda generata proprio in piattaforma.
Tra le PMI, i professionisti del marketing si sono imbattuti anche in sorprese inaspettate su TikTok. Grazie a TikTok, il 45% ha raggiunto nicchie di cui non era a conoscenza e il 45% è stato in grado di raccogliere recensioni autentiche e feedback dagli utenti nella sezione commenti.
Il 18% è anche riuscito a creare una connessione con aziende dai valori simili e il 24% ha appreso dall’esperienza di altre PMI in categorie simili, mentre il 32% ha elevato il profilo del proprio brand nella comunità locale grazie a TikTok.
“Seguimi”, il programma educativo di TikTok per le PMI
“Seguimi” offre percorsi di formazione differenziati basati sugli obiettivi dei visitatori e invita le PMI a iscriversi a un mailing della durata di sei settimane, che delinea le buone pratiche per gestire la loro prima campagna TikTok e integrare nei video la storia del loro brand.
Tra queste, una guida su come aprire un Business Account gratuito, o accedere al Creative Center per trovare ispirazione per i propri contenuti, e approfondimenti su come utilizzare le funzioni Ads Manager e Promotion per ottenere dalla propria campagna risultati ancora più efficaci.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/tiktok-e-PMI.jpg647972Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-13 11:00:132022-10-13 09:11:40TikTok e PMI: un impatto positivo sulla community e sui brand locali
+1,8 milioni di persone ascoltano podcast in controtendenza con la news avoidance del mondo mediale
I content creator indipendenti dell’audio sono i nuovi microinfluencer del digitale
Il futuro del podcasting è tra rinascita dell’oralità, cryptovalute e digital marketing
Il Festival del Podcasting 2022
Il Festival del Podcasting 2022, in 6 giorni, con oltre 35 ore di streaming no stop e più di 300 partecipanti nella giornata dal vivo il Festival del Podcasting 2022 ha celebrato ancora una volta per la sua settima edizione lo strumento di content creation che negli ultimi anni ha dimostrato più vigore e capacità di sviluppo.
Il più grande evento per chi ama i podcast in italia è nato con lo scopo di far incontrare centinaia di persone che hanno in comune l’amore per il podcasting per conoscersi, scambiare idee e creare collaborazioni, e la settima edizione del Festival del Podcasting, che si è svolta dal 3 all’8 Ottobre, online e in presenza a Roma e a Milano, ha coinvolto complessivamente quasi 900 partecipanti tra podcaster alle prime armi, professionisti del mondo digital audio, editori e rappresentanti delle piattaforme.
115 speaker hanno animato 16 tavole rotonde, 10 workshop, 22 interventi di approfondimento “FocusOn”, 4 talk ispirazionali, 3 podcast live, 2 presentazioni di libri e 13 interventi “Storie di podcaster”.
Avendo seguito le precedenti edizioni, vale la pena scoprire quali novità e quali tendenze sono diventate rilevanti in quest’ultimo anno.
E abbiamo scoperto che gli ascoltatori di podcast hanno raggiunto nel 2022 circa 11,1 milioni di utenti tra i 16 e i 60 anni, con un aumento di ben 1,8 milioni rispetto all’anno precedente.
Una crescita molto significativa che testimonia la capacità del podcast di attrarre e interessare il pubblico, ottenendo una sua collocazione sempre più rilevante nelle abitudini di fruizione mediatica. Ascoltatori soddisfatti di questo strumento mediale tanto da dedicare circa 35 minuti al giorno ai podcast (il tempo che una volta si dedicava alla lettura del quotidiano).
Un pubblico che rimane prevalentemente giovane (quasi la metà è under 35) e socio-culturalmente elevato (il titolo di studio è ancora più elevato rispetto al 2021) e fatto in buona parte da professionisti e da “early adopter”.
Sono ascoltatori che decidono di fruire di un podcast a partire da un argomento di interesse (34%); il driver di scelta più forte è proprio l’argomento del podcast (57%), mentre è in calo il peso relativo degli host (28%), che rimangono ancora una leva da valorizzare sul mercato.
Ci sono ricerche, infatti, che dimostrano che le voci narranti portano con sé un capitale di fiducia che non solo può fare da traino alla scelta dei podcast, ma al contempo orienta di ascoltatori e può rappresentare una valida argomentazione commerciale per il riverbero positivo possono dare su tutti i contenuti (compresi quelli pubblicitari: 7 ascoltatori su 10 ricordano messaggi pubblicitari abbinati ai podcast).
Riflettendo sul più ampio contesto mediale in cui podcast giocano la loro partita, si tratta di un momento in cui la trasformazione del settore media e intrattenimento vive una forte accelerazione e finalmente anche l’Italia sta provando a colmare alcuni divari.
La pandemia ha sicuramente contribuito a questa accelerazione ma allo stesso tempo mentre si fa sempre più serrata, ed affollata, la competizione per una quota dell’attenzione; ma anche le aspettative, i comportamenti e le attitudini del pubblico stanno dando il segno di evolvere.
La parola d’ordine di quest’anno nel mondo mediatico è stata news avoidance (o selected news user avoidance), cioè la tendenza delle persone a limitare la propria esposizione alle notizie o a determinati tipi di notizie dalla tendenza negativa. In un contesto dove nell’audiovisivo si sta iniziando anche a ripensare il concetto di gratificazione istantanea e del binge watching, si osservano i comportamenti di fruizione dei più giovani che richiedono ai media approcci più innovativi della comunicazione tradizionale e l’attenzione per i podcast e il digital audio in genere rappresenta una bella controtendenza.
E infatti, secondo alcune indagini di Reuters, l’80% degli operatori editoriali ha collocato i podcast e l’audio digitale tra le attività a cui dedicare più risorse in questo ultimo periodo.
Dai dati emerge con grande forza ancora quanto sia alto il livello di engagement già sorto negli ultimi anni, con oltre la metà degli utenti che dichiara di ascoltare podcast per l’intera durata, così come cresce in maniera significativa l’ascolto per intero delle serie di podcast. Un tema cruciale è proprio quello della capacità di fidelizzazione dei podcast, specialmente per un format dalla logica pull.
I temi
Che il podcasting sia variegato ed eterogeneo non è una novità.
Da molti anni abbiamo assistito alla creazione di serie orizzontali o verticali su temi e ambiti davvero multiformi. Non solo per quanto riguarda le categorie (Storie, True Crime, News, Commedia, Sport, Cultura e Società, Formazione, Business, Tecnologia, Arte, Famiglia, etc.) ma soprattutto perché la possibilità di accesso da parte di tanti permette la creazione di contenuti tematici che afferiscono a tante categorie professionali e alle loro community di riferimento.
La forza del podcast è sempre stata quella di creare engagement con comunità di interesse e di pratica, di awareness professionale attraverso l’intimità dell’ascolto e della profondità a cui può arrivare la riflessione o la chiacchierata a più voci su un determinato tema.
La kermesse del Festival ha permesso di comprendere quanto alcune categorie professionali o determinati temi sociali siano molto rilevanti per far generare un “trigger” di interesse che diventa continuativo nel tempo: dalla sessualità, alla genitorialità, al food, ma anche la stand-up comedy, la psicologia, lo sport e il true crime continuano ad avere successo e a generare nuovi talenti del podcasting.
Estremamente significativa, poi, la trasformazione che tante realtà media tradizionali e di brand journalism stanno dando all’informazione attraverso lo sviluppo del filone del podcasting per l’aggiornamento e il newsmaking, ma soprattutto dell’approfondimento giornalistico da parte di una “firma” che diventa a tutti gli effetti una “voce”, creando ancora più intimità e fidelizzazione con il lettore/ascoltatore.
Piccola nota a margine per il mondo People&Culture aziendale: in questo Festival si sono iniziati anche a vedere progetti di HR Podcasting che hanno permesso il coinvolgimento diretto di lavoratori e collaboratori all’interno dell’organizzazione per raccontare le storie di apprendimento in azienda, per engagement su valori e contenuti di employer branding interno ed esterno, o per migliorare significativamente la comunicazione interna.
Con tutta la potenza dell’audio che si fonde con una community già esistente unita dal lavoro per un brand che può animare e coinvolgere anche tutti gli stakeholder che ruotano attorno al microcosmo aziendale.
Ma forse, dall’osservazione dei contenuti emersi nel Festival del Podcasting, la vera grande peculiarità di questo strumento, oltre alle sue caratteristiche di intimità, di profondità del contenuto, di ascolto in mobilità, di digital wellbeing e di autenticità, sta in due capisaldi importanti: la democraticità del mezzo, accessibile veramente a tutti (molto più che il videomaking) e l’incredibile capacità di generare community, sotto-community e network di appassionati che ruotano intorno ad un tema specifico e di nicchia.
Osservare dal vivo la comunità dei podcaster che si incontra, scambia idee e attiva sinergie fa immaginare quanto l’engagement basato sulle passioni comuni, sulle comunità di pratica e professionali che possono fare knowledge sharing e sull’amore per l’emozione che possono generare le voci sia davvero potente.
Il futuro del podcasting
Il 2022 è stato anche l’anno in cui in maniera sempre più chiara si sono affermate le major del mondo della distribuzione, ma anche e soprattutto sono nate e cresciute in maniera importante le realtà di produzione audio, soprattutto attraverso i modelli del branded podcast e della monetizzazione attraverso la sponsorizzazione di serie o host di successo.
Ma non per questo l’attenzione verso il podcasting indipendente ha perso la sua presa.
Per certi versi è come se negli ultimi anni avessimo assistito a ciò che accadeva intorno al 2008/2009 quando incominciarono a nascere i primi youtuber (tra i primi youtuber italiani ricordiamo Willwoosh, Clio MakeUp, Frank Matano e Yotobi), giovani ragazzi e ragazze che caricavano video con serialità, spinti soltanto dalla passione di fare video e dalla curiosità scaturita da questo nuovo mezzo di comunicazione.
Oggi la concorrenza inizia a farsi sentire e la difficoltà nella “discovery” di contenuti nuovi e originali è limitata anche dal fatto che le piattaforme di ascolto sono tante e diversificate, al contrario della piattaforma di Mountain View.
Stiamo osservando anche i primi tentativi di rendere i podcast dei “vodcast”, cercando di unire il contenuto audio a quello video, con una sorta di catch-up al contrario, quando invece in molti semplicemente riversavano i contenuti YouTube su Spotify e Apple Podcast.
Le sperimentazioni del Podcast Index, una directory aperta di podcast a cui chiunque può inviare il proprio feed RSS e che qualsiasi app può ricercare, stanno andando avanti per permettere al podcasting indipendente di sopravvivere al potere delle major che fagocitano i più piccoli ed effettuano un controllo editoriale sugli episodi uploadati.
Nato dall’idea di Adam Curry, il “primo podcaster della storia”, propone ai podcaster di intraprendere il “Value for Value” model, che attraverso servizi “custodial”, permette di monetizzare autonomamente l’ascolto dei podcast prodotti attraverso le cryptovalute.
E allora il futuro del podcasting sta veramente nei content creator dell’audio, che possono continuare ad alimentare una sottocultura indipendente, al di là delle logiche del digital marketing più mainstream, oltre le logiche editoriali ma anche insieme ad esse. Nell’unione sinergica di questi universi e con una competizione sana si possono disegnare i tratti di una nuova capacità di comunicare nel mondo BANI (Brittle/Fragile, Ansioso, Non lineare, Incomprensibile).
Il podcasting, inoltre, può essere considerato uno strumento del futuro, in quanto riesce a generare un nuovo spazio di comunicazione, perché permette di non subire la dittatura dell’immagine. Anticamente la frattura che abbiamo osservato nella filosofia dei media era tra oralità e scrittura.
Oggi esiste un’altra “frattura” che si configura tra scrittura e immagine. E per abitare bene questa “crepa”, questo spazio di navigazione, bisogna utilizzare delle “barche” che sappiano reinventare in fondo il podcast: che oggi non è che una “nave di Teseo” che rimane sé stessa anche se mutano nel percorso i suoi componenti e si frammenta in tante realtà identitarie.
Una delle critiche che viene fatta spesso al mondo del podcast è che “di podcast ce ne sono troppi” e che vengono ascoltati da poche persone.
Ma per quanto possano essere poche, compongono un ambiente, anche circoscritto, in cui è possibile sperimentare e imparare delle cose nuove. Perché davvero facendo podcast e ascoltando podcast, si impara moltissimo e si impara molto di sé.
Si tratta di scoprire (o riscoprire) la propria voce, ma anche mettersi a disposizione degli altri, un po’ come avviene con le idee secondo il celebre aforisma di G.B. Shaw: “se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee”.
Attraverso il podcasting, fatto di oralità e di voce, si riesce ad andare oltre ciò che siamo: è quella parte del corpo che non è nel corpo – è l’invisibile del corpo – con la quale riusciamo a “toccare” qualcuno senza spostarsi, parlandogli e facendo vibrare qualcosa che condividiamo, passando dalle orecchie e arrivando direttamente alla mente e al cuore.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/11/podcast.jpg583912Giulio Beroniahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiulio Beronia2022-10-13 08:50:062022-10-13 08:50:06Reportage e nuovi trend dal Festival del Podcasting 2022
Prende forma la prima edizione dell’INFLUENCE DAY, l’evento per approfondire il mondo dell’influencer marketing attraverso gli occhi e le voci dei protagonisti del settore.
Ideato da FLU, business unit di Uniting Group, INDA sarà una giornata di formazione esperienziale grazie alla presenza dei creator più importanti d’Italia che, il 10 novembre all’interno della location milanese ‘Magna Pars’, ricopriranno il ruolo di speaker d’eccezione.
“Non potevamo chiedere di meglio per la prima edizione dell’INFLUENCE DAY, che promette un palinsesto davvero di primo livello sia per le ‘voci’, che per i contenuti” afferma Chiara Dal Ben, Marketing & Innovation Director di FLU, Part of Uniting Group.
“Temi come Metaverso, Avatar 3D, Infotainment, Edutainment, novità e approfondimenti sugli aspetti legal, Virtual Influencer verranno raccontati da chi li vive e li studia ogni giorno”.
Tantissimi i nomi di spicco: da Gabriele Vagnato, comico e creator con oltre 4 milioni di follower, allo youtuber vincitore dell’Isola dei Famosi Awed™ e Marco Cartasegna, Founder e direttore di Torcha.
Da Paola Di Benedetto, modella e apprezzatissima conduttrice televisiva-radiofonica, a Pow3r, uno dei gamer più seguiti e amati del panorama italiano. E ancora: Catherine Poulain, famosa influencer e DJ, Cooker Girl (Aurora Cavallo), fenomeno emergente nel mondo cooking dei social, tra i top creator di Giallozafferano e Benedetta De Luca, ambassador indiscussa della body positivity e gender e inclusion editor di The Wom.
Impossibile elencare tutti gli ospiti, per una lista che vede, tra gli altri, anche Elisa Maino, Mattia Stanga, Dangiuz, Riccardo Dose, Rosy Chin, Alessia Lanza, Rafael Nistor, Muriel, Beatrice Gherardini, Yuniho, Nefele e Cameron-James Wilson.
Un palinsesto importante, frutto anche del coinvolgimento di media partner d’eccellenza che hanno scelto da subito di sposare l’iniziativa: Giallozafferano, il food media brand leader in Italia e The Wom, il social magazine 100% inclusivo che parla alle giovani millennial e alla generazione Z e delle talent agency Doom Entertainment, Wannabe, WebStarsChannel, Oneshot, TeamWorld, Sparkle e Ehappen.
INDA, inoltre, potrà contare sulla preziosa collaborazione come partner tecnico di TechStar, realtà italiana Metaverse Enabler che sviluppa soluzioni di Metaverso per accompagnare le aziende nella loro Virtual Transformation.
Partecipa con lo sconto dedicato alla community Ninja
Per scoprire il palinsesto dettagliato sono già stati lanciati il sito ufficiale e i canali social (Facebook, Instagram e LinkedIn), che permetteranno di rimanere sempre aggiornati sulle novità legate all’evento e, naturalmente, di acquistare i ticket per la partecipazione.
Alla community Ninja è dedicato uno sconto sul biglietto di ingresso: inserisci il codice NINJA30 in fase di acquisto per aggiudicarti la riduzione del prezzo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/influence-day-influencer-marketing.jpg6651000Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-12 13:00:242022-10-13 18:31:56La prima edizione dell'INFLUENCE DAY, l’evento per approfondire il mondo dell’influencer marketing
Negli ultimi anni, Spotify si è consolidata come vera e propria piattaforma audio leader al mondo, spazio per dare modo a tutti di esprimere la propria creatività e il proprio talento. E così, nel tempo, si è trasformata in una casa per artisti, creator, autori ed editor.
Sulla scia di questo percorso, Spotify mette nuove radici a Milano. Ha inaugurato l’11 ottobre i suoi uffici nel financial district cittadino in Via Joe Colombo 4, offrendo una nuova Casa a più di 100 dipendenti di oltre 10 diverse nazionalità.
Casa Spotify, infatti, si propone di essere un nuovo hub innovativo, moderno e dal respiro internazionale, centro di tutte le operation della regione Sud e Est Europa nonché punto di riferimento per tutti coloro che gravitano attorno all’universo Spotify.
Inoltre, sarà testimonianza del valore strategico della regione e del legame con la città di Milano, città che incarna appieno i valori dell’azienda.
L’ufficio, una vera e propria villa indipendente che si sviluppa su sei piani, è stato immaginato e progettato proprio per riflettere la diversità dei team, ospitare le varie funzioni ed operation.
Un hub dal quale chiunque può lavorare, non solo chi è direttamente coinvolto nel business locale, in base al programma Work From Anywhere.
“Sono davvero entusiasta di inaugurare la nostra nuova sede di Milano, ovvero nella città che è lo specchio perfetto della nostra cultura: internazionale, inclusiva, aperta e in continua crescita” ha commentato Federica Tremolada, Managing Director Southern & Eastern Europe Spotify. “Un ufficio che è una vera e propria casa di cui ciascun membro si sente parte. Le stesse stanze rappresentano le diverse sfaccettature culturali della regione: le sale riunioni, ad esempio, prendono il nome di “Plus Ultra” o “Estate Italiana”, due playlist italiane, oppure di XRey, il primo podcast originale che abbiamo lanciato in Spagna che rivela la storia dell’ex Re Juan Carlos, o ancora di altre stanze dedicate alla musica internazionale come Israeli Jazz o RapGeneracja in Polonia.”
“We like to think of ourselves as a band” è il nostro motto. E proprio come una band lavoriamo in totale sinergia e sintonia per offrire il meglio alla nostra community di artisti e creator” ha detto Katarina Berg, Chief Human Resources Officer Spotify.
“Tutta la nostra filosofia di lavoro, è riassunta nelle parole Work From Anywhere”. L’attenzione alla società, all’ambiente e alla comunità diventerà sempre più importante nel tempo. Una maggiore mobilità lavorativa e di ruolo, che offra opportunità di crescita attraverso molteplici percorsi, sarà data per scontata. E accogliere tutta la community di Spotify nel nuovo spazio milanese sarà per noi un nuovo modo di permettere a chiunque di dare libero sfogo alla creatività!”
Infatti, la roadmap strategica della piattaforma di streaming musicale in abbonamento più grande e più popolare al mondo, con 433 milioni di utenti, tra cui più di 188 milioni di abbonati Premium, passa anche per creatività, inclusività e passione.
1 miliardo di utenti e 50 milioni di creatori entro il 2030
Tre valori fondamentali per permettere a Spotify di raddoppiare i suoi numeri, prevedendo oltre 1 miliardo di utenti e 50 milioni di creatori entro il 2030.
Così, con l’apertura del nuovo hub, Spotify aggiunge un nuovo tassello al suo potenziale di crescita, in tutte e tre le sue linee di business, Music, Podcast e Audiolibri, con l’ambizioso obiettivo di essere la piattaforma creativa per eccellenza e luogo di riferimento per artisti, creator, editor e autori di tutto il mondo e della regione in particolare.
Una regione chiave per la crescita in Europa, rappresentata da 28 paesi, e in cui Italia, Spagna, Turchia e Polonia rappresentano quelli più virtuosi.
Ad inaugurare il nuovo hub di Milano hanno partecipato, insieme alla main host Federica Tremolada, anche Katarina Berg, Chief Human Resources Officer Spotify, Alberto Mazzieri, Head of Enterprise Sales Southern Europe, Eduardo Alonso, Head of Studios for Southern and Eastern Europe e Melanie Parejo, Head of Music for Southern and Eastern Europe.
Nel corso dell’inaugurazione sono stati presentati tutti i milestone e gli obiettivi raggiunti negli ultimi anni dall’azienda, come EQUAL, Sound Up e Radar e gli investimenti nella regione.
Hanno preso parte anche la cantautrice e creator Francesca Michielin e Sans Soucis, cantautrice e produttrice italiana, giovane promessa della musica senza confini, come ospiti d’eccezione ed esempio concreto di come Spotify si impegna a supportare artisti e i creator.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/spotify-a-milano.jpg629936Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-12 10:31:282022-10-14 09:03:25Spotify sceglie Milano per il suo Hub internazionale del Sud ed Est Europa
Fondato nel 1944, Coppertone è stato il primo marchio di prodotti solari lanciato nel mercato statunitense.
Oggi il brand, di proprietà della multinazionale tedesca Beiersdorf dal 2019, è sinonimo di protezione solare a livello globale. I risultati della ricerca scientifica, gli elevati standard di qualità e i severi test sui prodotti sono alla base dell’ampia gamma di prodotti.
Negli ultimi anni, il settore dei solari è diventato molto competitivo.
Una vera e propria corsa al miglior SPF, incentrata sui numeri e sulla protezione da ciò che è “cattivo”. Con una nuova generazione emergente di marchi sempre più audaci ed emozionali che ha superato gli storici leader. Per questa ed altre ragioni, qualche giorno fa, il gigante della crema solare ha introdotto un nuovo logo, insieme ad una brand identity e un packaging aggiornati.
Il progetto di rebranding di Coppertone porta la firma di Pearlfisher.
L’agenzia con sede a Londra e New York ha raccolto la sfida di ripristinare lo status iconico di Coppertone con un nuovo sistema di identità visiva che, ancora una volta, consolidasse il suo posto come leader di categoria.
Tra gli elementi fondamentali di questo rebranding troviamo la reintroduzione di “Little Miss Coppertone” nella sua prima apparizione in un unico colore, che non solo è estremamente leggibile e meglio eseguita rispetto a qualsiasi iterazione precedente, ma anche molto più accessibile grazie all’approccio grafico utilizzato.
“Abbiamo ripensato a Coppertone nel suo periodo di massimo splendore, prendendo ispirazione dalle azioni più amate e distintive di questa icona, come Little Miss Coppertone, che da sempre è sinonimo di fiducia, cura ed efficacia.
Ora, un’illustrazione più contemporanea, inclusiva e giocosa di lei occupa un posto d’onore nella comunicazione del marchio” ha dichiarato Hamish Campbell, Direttore Creativo Esecutivo di Pearlfisher.
Approfondendo cosa significa il sole per le persone e il marchio, Pearlfisher ha creato un posizionamento positivoed emotivo per Coppertone incentrato sulla libertà di abbracciare tutto ciò che c’è di buono sotto il sole.
L’illustrazione è inclusa nel nuovo packaging e si flette in tutti i sottomarchi: diventa centrale nello storytelling del brand e nella mission di “cogliere il sole”.
La nuova architettura del marchio si presenta più snella e si inserisce in un sistema di identità visiva capace di rendere il portafoglio Coppertone più pulito, contemporaneo e adattabile.
La base del vecchio logo rimane intatta. Il titolo, condensato senza grazie è immediatamente riconoscibile grazie al fatto che è rimasto sostanzialmente invariato dal 1970.
Il sole astratto viene rimosso per spingere l’intera atmosfera del logo nel territorio farmaceutico generico.
Il nuovo wordmark mantiene praticamente tutta la struttura del marchio autentico del 1970 ma arrotonda tutti gli angoli, conferendo una sensazione più morbida, più pastosa e più solare.
Nel 2021, più di 11 milioni di consumatori nel mondo hanno acquistato da un negozio italiano su Shopify, per un totale di oltre il 28% del traffico verso gli store Shopify tricolore proveniente, in media, da 5 mercati internazionali, con Stati Uniti in pole position, seguiti da Germania e Francia.
In Italia, il 39% dei merchant Shopify vende all’estero, per un totale del 27% delle vendite generate fuori dal nostro Paese. A dirlo è una recente indagine interna condotta da Shopify che rivela, ancora una volta, quanto sia amato all’estero il Made in Italy.
Per comprendere meglio le opportunità per i merchant di espandersi in nuovi mercati e far crescere gli affari a livello internazionale, abbiamo fatto una chiacchierata con Paolo Picazio, Country Manager Italia di Shopify. Ecco cosa ci ha detto.
“L’export è uno dei temi più importanti per i merchant italiani. Shopify Markets prima e Translate and Adapt adesso, sono prodotti che Shopify ha rilasciato a livello globale, ma che hanno un impatto specifico e molto forte su quei mercati che hanno una vocazione molto alta nei confronti dell’export“.
L’Italia nel 2021 ha esportato merci e servizi per più di 500 miliardi di euro, un impatto fortissimo sul PIL.
Questa vocazione si può esprimere soprattutto grazie all’eCommerce, strumento attraverso il quale le aziende possono vendere con facilità all’estero, raggiungendo il pubblico oltre i propri confini.
“Shopify opera in oltre 175 Paesi: questa capillarità consente di tastare il polso dei mercati e individuare con buona approssimazione dove l’interesse per l’export è più alto“.
Per comprendere con più concretezza la vocazione all’export del Made in Italy, Paolo mi ha fornito alcuni numeri: nel 2021, il fatturato complessivo dei merchant Shopify nel mondo è stato di 175 miliardi di dollari nel mondo, di cui ben 25 miliardi sono rappresentati dall’export; più del 14%.
In Italia, questa percentuale è doppia: nel 2021, gli export dei merchant Shopify, tra cui ad esempio Velasca, Alessi, Pittarosso, e Olivieri 1882, è stato del 27%, quasi il doppio della media globale.
“Siamo estremamente fortunati come “sistema Italia”: il valore del Made in Italy non è una “storiella” che ci raccontiamo fra noi. I settori delle “3 F”, Food, Fashion e Furniture, a cui mi sento di aggiungere il settore della Cosmetica, sono settori che hanno un appeal altissimo nei confronti degli stranieri, perché sono associati a valori intrinsechi come alta qualità, creatività, bellezza, fascino.
Molti merchant italiani fanno leva su questo “brand condiviso” e questo si riflette sui numeri: il 39% dei brand italiani presente su Shopify vende all’estero, ma stiamo facendo tanti investimenti per semplificare questo canale di vendita“.
Vendere all’estero non è “semplicemente” prendere un pacco e spedirlo (anche questa operazione ha una sua complessità) ma è riuscire ad attirare le persone verso il proprio sito, fare in modo che questo sia comprensibile ma anche localizzato correttamente, con le giuste valute e sistemi di pagamento differenti.
“Ogni mercato ha le sue specificità: se ho un prodotto che ha un ticket medio molto alto, per esempio, e voglio vendere negli USA, avrò bisogno di integrare un sistema di buy now pay later diffuso in quel contesto. Di contro, i merchant stranieri che vogliono vendere in Italia deve conoscere i metodi di pagamento utilizzati in Italia. Quello che fa Shopify Markets è proprio mettere a disposizione i metodi di pagamento nei diversi Paesi. Nel momento in cui sul sito di un merchant italiano arriva tanto traffico dagli USA, Shopify consiglia di aprire uno store in lingua inglese e quali sono i pagamenti da integrare“.
Un supporto quindi non solo di tipo tecnologico ma anche di insight sui singoli mercati con il chiaro obiettivo della semplificazione delle operazioni.
Chi sono i merchant italiani su Shopify
“Il merchant tipico italiano si sta evolvendo negli ultimi anni: all’inizio della pandemia, molti degli imprenditori che hanno iniziato a usare Shopify non avevano mai venduto online ma hanno colto l’opportunità per digitalizzarsi.
Attualmente, la piattaforma viene percepita come uno strumento che aiuta i piccoli ma permette anche i grandi di scalare il business. Anche aziende consolidate, come K-Way, Superga e Sebago, puntano alla semplificazione rispetto alle piattaforme proprietarie, che faticano a stare al passo con i cambiamenti continui che avvengono a livello tecnologico“.
La semplificazione appare il punto centrale: aziende come Pittarosso, che ha un business molto complesso con moltissimi negozi offline da coordinare con quanto accade online; oppure Alessi, che è un’azienda con 100 anni di storia e che proprio durante la pandemia ha effettuato il replatforming su Shopify. Ora vende in 30 Paesi.
“I merchant e i brand presenti sulla piattaforma, sono quindi uno specchio abbastanza fedele di quella che è l’economia italiana. Uno dei limiti della crescita all’estero di queste aziende può essere rappresentato dall’approccio alle lingue: non è più solo l’inglese lo scoglio per chi si propone a un mercato internazionale che non comprende soltanto Paesi anglofoni.
I nostri dati interni ci dicono con chiarezza che quando un sito è ben tradotto e ben localizzato, l’impatto sul G&B aumenta del 13% circa. Ovviamente, per merchant di tutte le fasce, l’impatto è enorme“.
Translate and Adapt garantisce questo margine di miglioramento semplicemente presentandosi ai potenziali clienti esattamente come si aspettano di trovare lo shop. Pensiamo infatti alle differenze che consideriamo minime, come quelle che ci sono tra l’inglese UK e quello americano o il francese della Francia e quello canadese. Queste differenze linguistiche permettono a chi compra di “sentirsi a casa”.
Proprio per questo, Translate and Adapt potrà avere un impatto ancora maggiore sul risultato di quei Paesi che hanno un basso indice di digitalizzazione e una scarsa conoscenza media dell’inglese (proprio come l’Italia).
“Oggi, con buona probabilità, chi inizia con l’eCommerce si affida a Shopify evitando i costi di una piattaforma proprietaria e l’impegno che in continuo aggiornamento delle integrazioni in-house comporta“.
Aspetto che risulta ancora più importante considerando che su Shopify le integrazioni sono implementate in tandem con le altre piattaforme, come Meta e TikTok, ad esempio, senza che i merchant debbano occuparsene. Le soluzioni ready to go permetteranno di essere pronti anche alle novità che riguardano il web3 e gli NFT.
Le novità per il mercato italiano
Una delle novità più interessanti per il mercato italiano è POS: è stato lanciato a ridosso dell’estate e chiude il cerchio dell’omnicanalità.
“Si tratta di un vero e proprio POS fisico che permette di gestire le vendite nel negozio fisico e ricondurle alle attività online. Shopify diventa così un sistema operativo per il retail, di cui l’eCommerce è una parte fondamentale“.
Siamo abituati a parlare di omnicanalità quando parliamo di grandi brand e grandi aziende, ma questa soluzione, che contribuisce ad abbattere il già flebile confine tra retail fisico e commercio online, consentirà anche ai piccoli merchant di essere presente su ogni canale.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/shopify-le-nuove-funzionalita.jpg630998Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-11 11:30:232022-10-11 08:50:14Identikit degli italiani che vendono all'estero: i numeri di Shopify
Nutella compie 59 anni e presenta 59 nuovi vasetti in edizione limitata. Il brand, famoso in tutto il mondo per la sua inconfondibile crema al cacao e nocciole, da sempre ispira le persone a vivere il lato bello della vita. È proprio da questo insight che nasce la Limited Edition “Nutella Con Te”.
Una collezione speciale che racconta piccoli e grandi fatti accaduti nel mondo dal 1964 – anno di nascita del marchio – ad oggi. Cambiamenti storici che hanno arricchito le nostre vite, aneddoti per rievocare emozioni e forti ricordi.
I 59 vasetti raccontano viaggi, scoperte scientifiche, invenzioni e tante altre curiosità per offrire l’opportunità, soprattutto ai più giovani, di imparare e conoscere, decennio dopo decennio, alcuni dei fatti che hanno modificato, grazie alla loro spinta innovativa, la vita di ognuno di noi.
Nutella Con Te, una serie limitata
Dall’avvento della mail nel 1971 e della penna cancellabile nel 1981, fino all’arrivo del World Wide Web nel 1991 e degli smartphone nel 2007. I 59 vasetti di Nutella saranno disponibili, sui punti vendita di tutta Italia, a partire da questo mese.
I fatti della Limited Edition “Nutella Con Te” sono selezionati in collaborazione con ANSA. L’obiettivo è quello di raccontare le storie che hanno rivoluzionato i nostri stili di vita, mostrandoci che c’è sempre qualcosa di straordinario da “assaporare” e scoprire ogni giorno.
Anche la grafica dei vasetti è sviluppata creativamente traendo ispirazione dagli avvenimenti scelti insieme ad ANSA.
Ecco alcuni tra i barattoli più belli:
1969 – PRIMO UOMO SULLA LUNA
“Un piccolo passo per un uomo, ma un gigantesco balzo per l’umanità”
Sono le 4.56 del 21 luglio 1969, ora italiana, quando Neil Armstrong diventa il primo uomo a toccare il suolo lunare, seguito subito dopo dal collega Buzz Aldrin, mentre Mike Collins rimane in orbita ad aspettare gli altri due astronauti per riportarli a Terra, con il mondo intero incollato al televisore per seguire la missione col fiato sospeso, gli occhi e il cuore nello spazio.
1977 – LA TV SI COLORA
“Da oggi per la televisione italiana finisce il periodo di trasmissioni sperimentali a colori e inizia quello delle trasmissioni regolari”
Così le storiche presentatrici della TV hanno annunciato una vera rivoluzione: l’arrivo del colore nelle case degli italiani il primo febbraio del 1977, dopo 10 anni di rinvii, polemiche politiche e discussioni.
1983 – LA MUSICA CAMBIA FORMA
“La musica, in una nuova forma”
Quest’anno cambia per sempre il modo di ascoltare la musica. Vengono, infatti, venduti 400 mila esemplari di CD, segnando l’inizio di una ascesa che vede la musica digitale superare il vinile sette anni dopo. Una lotta però, quella tra vinili e CD che ancora oggi non ha un vincitore.
1991 – NASCITA DI INTERNET
“World Wide Web, tre parole che ci rendono più connessi”
È il 6 agosto del 1991 quando Dal Cern un informatico inglese mette online il primo sito, che parla del nuovo progetto, lo descrive e spiega come si usa. Vuole dar vita a una rete che cambi il modo di comunicare fra le persone, ma prima che la sua pagina venga visitata da un utente esterno al centro di ricerca svizzero passano 17 giorni.
2004 – NASCITA SOCIAL NETWORK
“Condividere e dire mi piace, non è mai stato così facile”
Nate inizialmente per collegare fra loro gli studenti di Harvard, i social network nel 2004, quando condividere foto, pensieri, stati d’animo, notizie, interagire con gli altri in discussioni più o meno animate, creare una rete, sentirsi connessi con persone lontane, ritrovare amici persi da tempo, promuovere la propria attività o campagne sociali, diventa parte integrante della nostra vita.
2010 – BOOM DELLA LETTURA
“Un anno da best seller, quanti libri letti”
Nel 2010, 26 milioni 448 mila italiani dai 6 anni in su – il 46,8% della popolazione – leggono per piacere almeno un libro. A fare la parte del leone i giovani, con la percentuale più alta, oltre il 59% tra gli 11 e i 17 anni, e un picco del 65,4% tra gli 11 e i 14 anni. Sono numeri che fanno di questo, l’anno del boom per la lettura con una predilezione per romanzi e libri di cucina.
2020 – L’ARTE ARRIVA A CASA
“Musei online, tutta l’arte in un click”
Nel 2020 non solo le aste e le vendite sul web toccano numeri record, con il 67% del totale degli acquisti online, ma la stessa fruizione dell’arte ha nel web una nuova finestra sul mondo. Le gallerie virtuali si moltiplicano e consentono agli appassionati di visitare le opere preferite da casa, muovendosi solo con i tasti del computer o con il visore, e lo stesso concetto di arte cambia forma, arrivando a nuove forme espressive che rendono la intangibile come mai prima.
Una playlist Spotify per immergersi nel viaggio
Attraverso il QR code presente su ogni vasetto, sarà possibile approfondire la storia di ogni fatto selezionato sul sito di Nutella. Una vera e propria mostra digitale che gli utenti potranno scoprire anno dopo anno grazie ai testi realizzati dall’ANSA corredati da immagini selezionate dell’epoca.
Ma non finisce qui. Nutella arricchisce il viaggio alla scoperta di queste 59 storie grazie alla musica di Spotify, arriva una playlist sonora creata ad hoc per riuscire ad immergersi nell’atmosfera tipica di ogni anno.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/nutella-limited-edition.jpg10801920Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2022-10-11 08:55:162022-10-12 09:37:26Nutella racconta storie e scoperte dal 1964 ad oggi con una Limited Edition
Meta ha annunciato la Creator Week 2022, il secondo evento che si concentrerà sui creatori di reel. Si terrà nella prima metà di novembre di quest’anno.
Meta Creator Week 2022
L’evento è stato pensato per aiutare i creatori a capire meglio come utilizzare gli strumenti di Facebook e Instagram per costruire una presenza online e monetizzare il proprio lavoro.
Come spiegato da Meta: “Siamo impegnati ad aiutare i creatori a far crescere la loro comunità e a guadagnarsi da vivere sulle nostre piattaforme. Mentre lavoriamo verso il metaverso, i nostri investimenti mirano a dotare i creatori di strumenti, formazione e risorse all’avanguardia, necessari per costruire il successo creativo e finanziario, ora e in futuro“.
Meta sa bene che, se vuole che davvero il suo metaverso sia un successo, avrà bisogno di creator all’avanguardia che contribuiscano alla costruzione e all’evoluzione dei suoi mondi VR. Infatti, anche se l’azienda può ovviamente contare su grandi risorse e un team interno formidabile, sarà la partecipazione di artisti provenienti da uno spettro più ampio a creare le esperienze più coinvolgenti e coinvolgenti.
La lezione arriva da Snap rimane il leader nello spazio AR, perché ha costruito una validissima piattaforma per la collaborazione e la creazione, e con Meta che vuole usare Horizon Worlds come ponte verso il metaverso, questo sarà probabilmente l’obiettivo principale delle sue presentazioni di prossimo livello all’evento.
Cosa c’è di nuovo nella Creator Week di quest’anno
L’anno scorso, l’evento della Creator Week aveva un’attenzione più generica su Instagram, ma con i reel che stanno diventando una parte importante dell’ecosistema di Facebook, questo nuovo evento della Creator Week avrà un focus più centrato e presenterà una serie di star della piattaforma, provenienti da entrambe le applicazioni, che forniranno informazioni sul loro processo creativo e commerciale.
Tra questi creatori ci saranno @karenxcheng, il cui uso sempre creativo di reels l’ha resa leader nel settore e le ha fatto guadagnare oltre 1,2 milioni di follower su IG, e @kelladactyl, che ha anch’egli utilizzato approcci creativi ai contenuti per diventare una delle principali star della piattaforma.
Meta ha dichiarato che le attivazioni della Creator Week si terranno a Bali, San Paolo, Londra e Delhi.
Delhi, in particolare, è un luogo di grande interesse, perché con l’uscita di scena di TikTok in India, a causa di un divieto governativo, la corporate di Facebook ha avuto più spazio per crescere, diventando un’opzione video fondamentale per i creatori indiani emergenti.
I partecipanti potranno anche sintonizzarsi sugli eventi della Creator Week e sui resoconti tramite @Creators su Instagram e la pagina Meta for Creators su Facebook.
E potrebbe valere la pena sintonizzarsi: Reels rappresenta già il 20% di tutto il tempo trascorso su Instagram, e Meta è chiaramente intenzionata a far sì che sempre più persone consumino i contenuti di Reels, in qualsiasi modo, in entrambe le app.
Affidarsi a Reels, quindi, potrebbe essere una scelta intelligente per le strategie di marketing e, forse, raccogliere un paio di consigli e appunti alla Creator Week potrebbe dare una nuova prospettiva sulle opzioni per crescere.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/meta-annuncia-la-creator-week-2022.jpg6771144Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-10 12:30:142022-10-10 10:29:34Meta annuncia la Creator Week 2022: focus sui creatori di Reel
L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia lancia una nuova iniziativa digitale per avvicinare i giovani alla musica sinfonica.
L’obiettivo è coinvolgere gli Under 35 nei propri eventi rinnovando la propria comunicazione social e proponendo una serie di iniziative volte a stimolarne l’interesse e la partecipazione, in sala e online.
Una nuova grafica e un nuovo approccio social sono stati ideati, in collaborazione con la società Plural guidata da Marco Diotallevi, per promuovere la Formula Y, un abbonamento riservato esclusivamente agli Under 35 che consente di assistere in platea a 28 concerti sinfonici del turno del venerdì a un prezzo super scontato.
L’iniziativa dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Ad aprire le danze è Sir Antonio Pappano, Direttore Musicale dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia di Santa Cecilia; alcuni mesi fa ha elencato alcuni dei brani che ama e ascolta di più fin dalla sua giovinezza, trascorsa prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti.
Da quella chiacchierata è nata The Y Playlist (Young playlist) dedicata ai giovani e composta da 12 brani ascoltabili gratuitamente su Spotify: non solo musica “classica”, ma un mix di compositori del passato e contemporanei, di gruppi rock e celebri crooner, di influenze europee e statunitensi, di nomi celebri come Mozart e Richard Strauss (September dagli “Ultimi quattro Lieder”) ad altri più ricercati comeCollier e Vaughan Williams.
E che sorpresa ascoltare “September” degli Earth Wind and Fire, che riporta alla follia e alla vitalità degli anni ’70: un brano ancora attuale che spesso ci capita di ascoltare come colonna sonora di reel e stories di Instagram, oppure Tony Bennett e Bill Evans che cantano “But beautiful” o, ancora, il primo movimento della Quinta Sinfonia di Beethoven – la sinfonia del “destino che bussa alla porta” – diretta da Carlos Kleiber.
A proposito di questa iniziativa, il Presidente-Sovrintendente di Santa Cecilia Michele dall’Ongaro ha dichiarato:
“Un modo per avvicinarsi alla grande musica si nasconde ovunque, compreso nel web, dove si può trovare la Playlist segreta di Antonio Pappano. Una maniera per conoscere attraverso i gusti, le esperienze e gli amori musicali di un grande direttore d’orchestra un pianeta di straordinaria ricchezza, tutta da esplorare con suoni e musiche che attraversano ambienti, generi ed epoche diverse. Con Antonio Pappano esplori le proposte che l’Accademia di Santa Cecilia può fare a un pubblico di tutte le età, purché disponibile a mettersi in gioco con le emozioni, con i sentimenti e con le idee della musica che parla al cuore ma anche, e soprattutto, al cervello”.
Puoi scoprire qui gli altri brani selezionati dal maestro Antonio Pappano.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/Accademia-Nazionale-di-Santa-Cecilia.jpg524840Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2022-10-10 12:23:552022-10-10 12:23:55The Y Playlist: l'iniziativa dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia per avvicinare i giovani alla musica sinfonica
Secondo il sondaggio IPSOS 2022, i giovanissimi inseriscono la sostenibilità al primo posto tra le 7 azioni prioritarie per il futuro.
Doxa ci fa sapere che l’80% delle persone intervistate in un sondaggio per Mindwork sostiene di aver manifestato i sintomi del burnout negli ultimi 12 mesi.
Da una recente indagine di Viewpoint di Dnv scopriamo che, sebbene il 79% delle aziende a livello internazionale affermi che Diversità e Inclusione sono ormai parte integrante della strategia di business, solo 6 organizzazioni su 10 ritengono che questo aspetto conduca a risultati migliori.
Cosa hanno in comune queste statistiche e le notizie della settimana?? Il comune denominatore è il cambiamento.
Cambiano le generazioni, cambiano le aspettative e il modo di vivere il percorso professionale e il bilancio vita lavoro (parola d’ordine: Quiet Quitting). Non ultimo, cambia il modo in cui vediamo il mondo e, di conseguenza le nostre abitudini di spesa.
Corriamo, almeno idealmente, verso un mondo in cui i brand rispettano il pianeta (come abbiamo scritto qui, è ormai indispensabile) lontanissimi da accuse di greenwashing. Intravediamo un futuro in cui le aziende e i marchi considerano l’inclusione un valore su sui puntare, invece di un mero strumento autopromozionale e anzi, celebrano la diversità come hanno fatto quelli di cui parliamo in questo articolo.
A volere più di tutti questo cambiamento ci sono loro: i giovani della Generazione Z. Siamo pronti a dare una mano?
Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.
Le notizie della settimana: siamo attenti alla sostenibilità…
Un sondaggio condotto da Google per il mercato italiano mostra che la ricerca della parola “sostenibilità” è fortemente aumentata e il 31% delle persone pensa che, nello shopping, il fattore sostenibilità sia da preferire al design e allo stile.
Per questo, chiedono sempre maggiore trasparenza ai marchi.
Inoltre, le persone richiedono l’impegno delle aziende nella scelta di materiali che siano rispettosi per l’ambiente e nell’utilizzo di risorse energetiche green.
In questo cambio di direzione ha inciso molto la pandemia che, complice lo smart working, ci ha fatto passare per normalità il lavoro da casa senza alcun orario, obbligandoci a rispondere a mail o a messaggi anche nei week end, la sera o nei festivi.
Una ricerca di BVA Doxa per Mindwork evidenzia che l’80% delle persone intervistate ha avuto negli ultimi 12 mesi sensazione di sfinimento, distacco mentale e calo dell’efficienza fisica e lavorativa.
Le altre notizie da leggere su Ninja
GroupM Consulting cambia volto
Arriva in Italia Acceleration, il nuovo volto di GroupM Consulting, la unit di GroupM Italy, a servizio delle sue agenzie media, che da anni accompagna i brand nel loro percorso di trasformazione digitale.
Dagli omaggi a grandi personaggi, alle celebrazioni di eventi straordinari, all’esaltazione della vita quotidiana: quali campagne pubblicitarie ci hanno proposto i brand tra fine estate e questo rapido inizio autunnale?
L’occasione per migliorare la strategia social
Ninja Academy ha programmato un nuovo ciclo di webinar gratuiti per tutti coloro che vogliono mettere in pratica la teoria e farla funzionare. Segna in agenda il prossimo appuntamento:
Martedì 12 Ottobre ore 13:00
Content Creator: il lavoro del futuro?
_____________
Se vuoi ricevere tutte le notizie ogni giorno, senza pubblicità, con il formato audio attivabile su Alexa e l’accesso a tutti gli articoli e i webinar PRO iscriviti a Ninja PRO Information.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/10/le-notizie-della-settimana.jpg6001200Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-10-10 10:36:462022-10-10 10:36:46Quiet Quitting, Elon Musk e Chiquita: le notizie Ninja della settimana
Vuoi fare Carriera nel Digital Business?
+100.000 professionisti e 500 grandi aziende hanno incrementato i loro Affari grazie a Ninja.
Non aspettare, entra subito e gratis nella Ninja Tribe per avere Daily Brief, Free Masterclass e l’accesso alla community di professionisti.