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acquisti online per Natale i consigli di Pinterest

Come portare un senso di scoperta e gioia negli acquisti natalizi: i consigli di Pinterest

Così come le abitudini e gli stili di vita sono stati alterati drasticamente dalla pandemia, anche le priorità dei consumatori sono cambiate, sia per motivi economici che sociali e questo cambiamento influisce anche sugli acquisti online per Natale.

Quest’anno le festività sono più simili alla normalità, le aziende devono ripensare il modo di comunicare per soddisfare i nuovi bisogni del proprio pubblico. Quando si tratta di momenti stagionali, i social network sono il luogo ideale per i piccoli e grandi brand per implementare le proprie campagne poiché forniscono spunti utili su come e perché le priorità delle persone siano cambiate e cosa possano fare i brand per raggiungere e coinvolgere il proprio pubblico di riferimento.

I Ninja hanno sentito Adrien Boyer, Country Manager, Pinterest France, Southern Europe & Benelux per comprendere meglio la situazione e ricevere feedback utili sulle strategie per massimizzare il risultato degli acquisti online per Natale.

Adrien Boyer, Country Manager, Pinterest France, Southern Europe & Benelux

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Come sono cambiate le priorità delle persone dopo la pandemia?

La pandemia ha sicuramente cambiato i comportamenti di acquisto e ha accelerato la crescita dell’eCommerce più di quanto ci saremmo mai aspettati. Quando si tratta di fare acquisti, le persone danno la priorità e si aspettano dai brand un’esperienza simile allo shopping nella vita reale.

Poiché l’eCommerce è diventato più importante che mai e i consumatori continuano a spostare i propri acquisti online, i retailer dovrebbero ispirare i consumatori e creare un’esperienza di acquisto che sembri più simile alla vita reale, portando un senso di scoperta e gioia.

I brand  e i retailer che hanno avuto successo hanno attuato strategie per ispirare gli acquirenti creando, di conseguenza, esperienze di acquisto digitale altamente visive.

acquisti online per Natale consigli di Pinterest

Man mano che le persone continuano a rivolgersi a Pinterest per fare acquisti, stiamo costruendo un luogo per fare un’esperienza di acquisto online, non solo per concludere una transazione di acquisto, ma un luogo in cui gli acquirenti possono trovare i prodotti che amano davvero e in cui rendere lo shopping interessante e piacevole.

Si può identificare un ipotetico profilo del “consumatore post-Covid” sugli acquisti online per Natale?

Sebbene la pandemia continui, quest’anno le vacanze sembrano molto diverse dall’anno precedente. La gente non vede l’ora di passare del tempo con la propria famiglia e gli amici.

Inoltre, le persone desiderano fare la propria parte per supportare le piccole imprese e sono tendenzialmente preoccupate dai ritardi che la crisi ha causato nelle catene di approvvigionamento.

Abbiamo quindi riscontrato che gli utenti si sono rivolti alle piattaforme per lo shopping natalizio prima rispetto ad altri anni: quest’anno le ricerche su Pinterest di regali di Natale hanno iniziato ad aumentare già ad agosto per settori come la casa, la bellezza e la moda.

A settembre abbiamo lanciato le nostre funzionalità di acquisto, che consentono ai Pinner di acquistare facilmente i prodotti che scoprono e di trarre ispirazione dai propri creator preferiti. Alcuni anni fa abbiamo lanciato anche in Italia la possibilità di caricare i propri cataloghi in modo che possano raggiungere il pubblico della piattaforma (in Italia di 19,5 milioni di visitatori unici mensili – Audiweb).

Rivenditori come IKEA e Leroy Merlin in Italia hanno caricato il proprio catalogo di prodotti su Pinterest nell’ultimo anno.

Rendendo il proprio inventario ricercabile come Pin su Pinterest, la piattaforma offre ai brand nuovi modi per raggiungere gli acquirenti con Pin di prodotto, annunci Shopping e profili aziendali dinamici.

acquisti online per Natale consigli di Pinterest - shop

Gli utenti di Pinterest sono particolarmente adatti a questo percorso perché arrivano sulla piattaforma con una mentalità aperta ma indecisa e spesso escono con una decisione di acquisto. Infatti, l’83% dei Pinner settimanali ha effettuato un acquisto in base ai contenuti visualizzati dai brand su Pinterest.

In che modo i brand possono trarre vantaggio dalle tendenze?

Gli utenti di Pinterest sono pianificatori.

In genere iniziano a cercare due volte prima delle persone su altre piattaforme. Raggiungendo gli utenti in anticipo quando sono alla ricerca di ispirazione, le aziende sono in grado di raggiungere i consumatori quando sono più aperti a diverse possibilità di acquisto.

Risulta davvero importante essere in grado di prevedere gli interessi degli utenti in base alle idee che le persone cercano. Queste tendenze sono molto preziose per i brand.

Ad esempio, il report annuale di Pinterest – Pinterest Predicts – ha supportato gli inserzionisti durante tutto il 2021: l’80% delle tendenze rilevate nel report hanno continuato ad aumentare durante tutto l’anno (Fonte: Pinterest, analisi delle ricerche in lingua inglese, globale, luglio 2019-2020 rispetto a luglio 2020-giugno 2021).

Un certo numero di brand ha creato campagne sfruttando le tendenze e i risultati, tra cui Dawn ha approfittato della tendenza in aumento “Sapori che stendono” e ha lanciato un pacchetto basato sul picco di ricette speziate. L’attività ha prodotto CPM più efficienti del 24% rispetto al benchmark Household (fonte Pinterest, analisi interna, agosto 2021).

Quali azioni, campagne o programmi possono intraprendere i brand per soddisfare le nuove esigenze dei consumatori?

Il consumatore di oggi è attento al modo in cui i brand creano una connessione con il proprio pubblico. Per soddisfare queste nuove esigenze, l’empatia e un ambiente positivo sono la chiave.

Nella strategia, i brand dovrebbero essere consapevoli del proprio pubblico, creando un messaggio che sia sensibile nei confronti delle situazioni personali dei consumatori, pur essendo aperto, onesto e umano.

I brand dovrebbero anche avere una rappresentazione corretta. Al di là delle basi della messaggistica “siamo tutti uniti”, i brand devono impegnarsi ponendo l’accento su inclusione e diversità in modo più coerente nella propria narrazione visiva, evitando una comunicazione superficiale e stabilendo una connessione reale con gli utenti.

Pinterest ha condotto una ricerca che indica che gli ambienti online positivi rendono le persone più propense a ricordare, fidarsi e acquistare dai brand presenti in questi spazi (fonte: YouGov, UK Adults and Monthly Pinners, agosto 2020).

Questa tendenza è già in atto da tempo, ma adesso è cresciuta in maniera esponenziale e le persone vogliono più responsabilità da parte dei brand. Infatti, il 70% dei consumatori in tutto il mondo è d’accordo: “I brand e le aziende che vedo mettere i loro propri davanti alle persone durante questa crisi perderanno la mia fiducia per sempre”.

Viewable Completion

Come migliorare la Viewable Completion dei tuoi video e renderli davvero efficaci

Si parla sempre più spesso di pubblicità digitale soprattutto in concomitanza con la futura scomparsa dei cookie di terze parti.

L’ecosistema pubblicitario dovrà trovare e sperimentare nuove soluzioni di targeting e monitoraggio dati.

Molti brand stanno spostando la propria attenzione su un modo sempre più consolidato ed efficace di fare pubblicità online: l’advertising video.

Gli annunci video digitali offrono agli inserzionisti ottime opportunità per la raccolta di dati, la visibilità del marchio, il targeting avanzato e la personalizzazione.

Grazie al tipo di formato, gli annunci video offrono agli inserzionisti opportunità uniche di coinvolgere e convertire i potenziali clienti meglio dei classici annunci, rendendoli il futuro della pubblicità digitale. Nonostante comportino un coinvolgimento maggiore di utenti, bisogna tener presente delle variabili importanti per comprenderne la reale portata e le potenzialità di conversione degli utenti in clienti.

Quando si fa riferimento alle campagne pubblicitarie video, gli inserzionisti e le loro agenzie media prendono principalmente in considerazione due indicatori di performance: visibilità e completamento.

Viewable Completion

Che cos’è la Viewable Completion

La visibilità dei formati video sui device mobile è un KPI fondamentale che misura l’efficacia di qualsiasi messaggio o contenuto veicolato tramite il formato video.

L’obiettivo è considerato raggiunto se almeno metà dei pixel del video sono visibili sullo schermo durante la riproduzione e per almeno due secondi senza interruzioni. La percentuale di completamento del video si riferisce alla parte del pubblico che visualizza l’intero video.

Perché la Viewable Completion è così importante

Ci sono diversi motivi per cui i video a volte non vengono realmente visualizzati dagli utenti. Possono ad esempio essere aperti su una pagina inattiva, o lasciati in fondo alla schermata.

Spesso prestiamo particolare attenzione. La nostra visualizzazione è quindi passiva e senza interazione perché non ne siamo coinvolti. Di conseguenza, iniziamo a scorrere la pagina per evitarli, specialmente da mobile. Lo scrolling è la vera sfida da affrontare da chi investe su questo tipo di formato.

Le campagne digitali di successo non devono interrompere l’esperienza di navigazione dell’utente in maniera invasiva. L’esposizione ripetuta serve, ma la sovraesposizione ha effetti negativi sulla performance dei brand.

Gli utenti rimangono quindi indifferenti di fronte al contenuto offerto e scorrono senza visualizzare cosa viene mostrato nel video. Infatti, secondo Integral Ad Science (IAS), leader mondiale nell’ad-verification, la visibilità media dei video sui dispositivi mobili in Francia è solo del 75,6%. Un rischio che va assolutamente evitato.

C’è un modo per risolvere questo problema?

TopRoll® by Sublime: la nuova generazione di formati mobile video

Sublime è un marketplace di formati alto impatto in grado di sviluppare e garantire una tecnologia innovativa che consente, per la prima volta, la diffusione semplificata, istantanea e settoriale di un unico elemento creativo, in modalità programmatica e nella vendita diretta.

La società ha sede centrale a Parigi e uffici nel Regno Unito, Spagna, Italia e Singapore. Distribuisce campagne multi-device in managed o programmatic in tutto il mondo, e dal primo settembre 2021 è diventata una company del gruppo Azerion.

Con la sua soluzione pubblicitaria che combina una tecnologia all’avanguardia a un approccio creativo, semplifica la delivery di formati premium e non intrusivi rispettando la user experience

Per soddisfare le aspettative degli inserzionisti e per cambiare la situazione del mercato, Sublime ha sviluppato da pochissimo un nuovo formato video mobile: il TopRoll®

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TopRoll® risponde proprio al problema della scarsa visibilità dei formati pubblicitari video grazie a una tecnologia brevettata all’avanguardia. È un formato video coinvolgente e non intrusivo che fornisce una user experience fluida e interattiva attraverso una migliore integrazione nei siti web dei publisher. Grazie alla sua nuova soluzione pubblicitaria, Sublime combina video Premium e visibilità totale.

Come funziona TopRoll® by Sublime?

La visualizzazione del video è semplice. L’annuncio in questione parte attraverso un banner video nella parte superiore della pagina, mentre un’icona invita gli utenti a visualizzare l’annuncio in modalità a schermo intero. Man mano che l’utente scorre l’annuncio, il banner si espande gradualmente fino ad apparire a schermo intero. Il banner poi diventerà più piccolo con lo scroll in senso inverso, offrendo così un’esperienza mobile non intrusiva.

Con questa nuova soluzione compatibile VAST e VPaid, TopRoll® mostra risultati mai raggiunti prima da un formato video outstream. Il tasso di visibilità sarà superiore al 90% con un completion rate pari al 70% e per una durata video di 15 secondi. In questo modo supererà di netto gli standard di mercato.

Il formato TopRoll® può essere costruito con qualsiasi risorsa video e ogni tipo di formato. Ciò consente ai brand di riutilizzare spot creati per la TV o anche video verticali progettati per i social media, oltre che garantire anche video in modalità orizzontale.

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Pagamenti digitali

Pagamenti digitali: perché sempre più italiani trovano vantaggioso pagare cashless

Negli ultimi mesi il mondo delle transazioni finanziarie ha conosciuto un’importante accelerazione verso i pagamenti digitali.

Se la digitalizzazione sta cambiando rapidamente le aspettative, i comportamenti e le abitudini delle persone e delle aziende, anche la pandemia ci ha messo il suo zampino.

Secondo una ricerca condotta da McKinsey’s, Il COVID-19 ha rafforzato la tendenza all’adozione del digitale nei pagamenti tra varie tipologie e cluster demografici.

Pagamenti digitali grafico

Una delle conseguenze che la digital transformation porta con sé sta proprio nelle nuove abitudini di pagamento. In Italia si sta gradualmente abbandonando l’uso del contante in favore dei pagamenti digitali.

Secondo un recente sondaggio Ipsos, il 63% dei pagamenti degli italiani avvengono attraverso soluzioni cashless.

La quasi totalità del campione esaminato (95%) utilizza le carte e un sorprendente 29% usa abitualmente i nuovi metodi di smart payment. L’80% di questi trova i pagamenti digitali più comodi, veloci e sicuri.

Pagamenti digitali grafico 2

A dominare sono in particolar modo le carte di debito e credito, che sono utilizzate da ben 1 italiano su 2; seguono gli smart payments (digital wallet e app) già adottati dal 29% della popolazione, con una curva di crescita potenziale stimata in ulteriori 6 punti percentuali (35%).

LEGGI ANCHE: Millennials e Gen Z: sì al contactless e ai metodi di pagamento innovativi

Pagamenti digitali, la situazione pre-covid

Non era tutto rose e fiori. Anzi, il quadro sembrava piuttosto sconfortante.

In base alle indagini condotte dal Team per la Trasformazione Digitale, una task force nata nel 2016 per costruire servizi più semplici ed efficaci per i cittadini attraverso prodotti digitali innovativi, l’Italia fino a qualche anno fa presentava statistiche allarmanti.

Assenza di trasparenza, corruzione e riciclaggio. Dal punto di vista dei pagamenti digitali, un Paese complessivamente arretrato e caratterizzato da una situazione di profondo digital divide e scarsa consapevolezza in merito a possibilità e buone pratiche sui trasferimenti di denaro online.

Giusto per avere il sostegno dei numeri:

  • solo il 24 % degli italiani nel 2018 utilizzava internet per accedere ai servizi pubblici (in questo caso il gap con la media Ocse del 57 % era ancora più rilevante);
  • tra i Paesi industrializzati, l’Italia era tra quelli che utilizzava più contante (205,7 miliardi di Euro nel 2018) e il 50 % della popolazione non aveva effettuato neppure un acquisto online nell’ultimo anno.

Rileggere oggi le statistiche contenute nel rapporto PricewaterhouseCoopers del 2020 lascia un senso di incredulità e stupore.

In Italia, fino a 2 o 3 anni fa, si continuava a guardare le transazioni digitali con diffidenza: qualcosa da evitare come la peste perché associate a truffe online e raggiri.

La percezione è decisamente cambiata e oggi i pagamenti digitali sono visti come un’opportunità.

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Lo sviluppo del progetto pagoPA e la rinascita dei pagamenti digitali

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deciso di prendere in mano la situazione e portare una ventata di freschezza e consapevolezza nel settore, avviando la costruzione della piattaforma pagoPA. Un primo passo verso il cambiamento.

L’obiettivo è quello di rendere più naturali, immediati e veloci per i cittadini i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione. Deve essere una cosa normale in ogni angolo d’Italia poter accedere tramite una semplice app a un servizio pubblico, risolvere una pratica con il proprio Comune in pochi secondi, pagare un tributo con un click. Il valore aggiunto di questo progetto è quello di portare in dote al sistema pubblico le best practices garantite dalle migliori energie del sistema di mercato privato. Si tratta di un vero e proprio cambio di visione, in cui i pagamenti digitali non sono più considerati come un problema da gestire o un costo da sostenere, ma come un’opportunità per l’intero settore pubblico.”

Queste le parole pronunciate da Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio al momento del lancio di pagoPA.

L’obiettivo era uno solo: semplificare quanto più possibile.

Ciò che prima risultava complesso e ostico al cittadino, sarebbe dovuto diventare rapido, diretto e conveniente. Anche uno dei gesti più comuni nell’arco della nostra giornata, come effettuare il pagamento di un bene o un servizio, è infatti qualcosa che può migliorare le nostre giornate.

Certo, esistono problemi ben peggiori nella vita. Ma gustarsi un aperitivo o una cena fuori dai soliti circuiti turistici e che accetta pagamenti cashless (senza dover andare alla ricerca di un bancomat) è diventato qualcosa che tutti noi desideriamo.

Così il Team per la Trasformazione digitale ha lanciato nel 2019 l’iniziativa Repubblica Digitale, un percorso di partnership tra pubblico e privato per guidare la popolazione verso un corretto utilizzo delle tecnologie e dei servizi digitali.

I risultati raggiunti da pagoPA

pagoPA è l’infrastruttura digitale di cui aveva bisogno il Paese per abbracciare definitivamente l’epoca dei pagamenti digitali.

Quando Governo e Pubblica Amministrazione promuovono azioni concrete per una transazione monetaria 100% trasparente, significa che i tempi sono davvero maturi. E che ogni cittadino può finalmente scegliere l’opzione più comoda e conveniente per pagare un servizio online, in modo semplice, chiaro e immediato.

Passando da circa 900 mila transazioni l’anno nel 2016 a oltre 14 milioni di transazioni e quasi 2 miliardi di euro gestiti nel 2018, pagoPA è oggi una delle piattaforme abilitanti in maggiore crescita in Italia. Nonché una delle colonne portanti sulle quali si regge la trasformazione digitale del Paese.

  • Dal primo gennaio 2019, più del 60% dei pagamenti di bolli auto in Italia è avvenuto tramite pagoPA;
  • Sempre più i Comuni che scelgono pagoPA per gestire in modo efficace il pagamento delle multe stradali.

Come specifica Giuseppe Virgone, CEO di pagoPA, quando le persone sono messe in condizione di pagare online, in modo semplice e intuitivo, preferiscono i pagamenti digitali al contante. Un dato di fatto che deve spingere le Pubbliche Amministrazioni a offrire sempre più servizi online.

Le garanzie e la sicurezza fornite dalla piattaforma pagoPA hanno convinto anche giganti come Enel X ad aderire al circuito virtuoso dei pagamenti sicuri e veloci.

I servizi di pagamento digitale forniti da Enel X

Enel X ha deciso di fornire un ulteriore valore aggiunto alle persone, semplificando le opportunità generate dal sistema dei servizi finanziari e di pagamento digitale.

Sfruttando le potenzialità dell’innovazione digitale e cogliendo le nuove opportunità in ambito legislativo, Enel X, attraverso la Fintech Enel X Financial Services,ha ideato una soluzione di pagamento fatta su misura per le esigenze quotidiane: Enel X Pay.

Enel X Pay offre la possibilità di pagare in modo semplice e immediato sia dal sito pay.enelx.com che dall’App (fino al 6 gennaio tutte le commissioni sono pari a zero), ma anche aprire un conto online con carta Mastercard abbinata gratuita e IBAN italiano, con cui gestire facilmente le proprie spese quotidiane.  Una colazione al bar, un acquisto online dall’e-commerce preferito ma anche avvisi pagoPA, Bollo auto, bollettini per le utenze di casa.

Pagamenti Digitali telefoni

LEGGI ANCHE: La partnership tra Tink ed Enel X per il digital banking

Oppure una cena tra amici, la classica divisione delle quote per un regalo di gruppo, il costo della benzina da saldare per un passaggio offerto. Basta calcolatrice, con il conto Enel X Pay fai tutto grazie alla funzione “Dividi spesa” presente in app.

Enel X Pay dice addio alle file e alle lunghe attese ai centri di pagamento. Tutto a portata di dito, in pochi tap e in maniera istantanea.

<< Scopri Enel X Pay: pagare diventa un gesto ancora più semplice e a rischio zero >>

A che punto è l’Influencer Marketing in Italia? Scopriamolo con questo report

Erano in molti ad immaginarsi un calo dell’attenzione sul settore, ma il report sull’Influencer Marketing di ONIM sfata immediatamente tale convinzione: continua la sua crescita sia in termini di numero di progetti realizzati che di budget.

Il 53,9% degli intervistati ha attivato progetti con creator e influencer, con addirittura un 37,3% di questi che hanno realizzato più di 10 campagne negli ultimi 12 mesi. Un dato che conferma la centralità acquisita dall’influencer marketing nelle strategie dei brand.

LEGGI ANCHE: Social Media Trends 2022: cosa devono sapere i brand per puntare al successo

report sull'influencer marketing

Si mantiene alto anche il livello di soddisfazione: il 67,5% si dichiara infatti da soddisfatto ad ampiamente soddisfatto dei risultati ottenuti.

Tra chi non ha realizzato progetti di IM i freni maggiori sono costituiti da limiti budget (47,9%) e mancanza di un team dedicato (39,4%).

Andando ad indagare gli obiettivi connessi alle campagne di influencer marketing troviamo certamente l’awareness (78,3%), da sempre tra le finalità più connesse a questo strumento, ma crescono obiettivi più concreti come incentivare all’acquisto (63,9%) o “maturi” come incrementare la brand reputation (47%) o rafforzare il rapporto con clienti e community (32,5%).

Il bacino di indagine del report sull’Influencer Marketing

485 professionisti, tra marketer ed esponenti di brand: ecco il panel profilato da cui nasce l’edizione 2021 del Report Brand & Marketer di ONIM (Osservatorio Nazionale Influencer Marketing). Un’analisi che si pone l’obiettivo di fissare un’istantanea fedele del suo utilizzo e, soprattutto, dare a chi opera nel settore insight utili a comprendere l’andamento dell’influencer marketing in Italia.

Una serie di chart nate dalle risposte a survey dedicati che indagano temi quali la soddisfazione, le attività, i canali utilizzati, la selezione e l’analisi dei risultati. Uno scenario ancora più “completo” grazie al confronto con i dati 2020, delineando così evoluzioni e possibili trend.

report sull'influencer marketing

Report sull’Iinfluencer Marketing: domina Instagram

Instagram si conferma il canale fondamentale per le campagne di influencer marketing, centrale per utilizzo e attitudine degli utenti (il 95,2% degli intervistati lo usa da spesso a molto spesso). Accanto ad Instagram crescono piattaforme come Twitch, ma soprattutto TikTok. La crescita dei dati relativi a quest’ultimo è davvero notevole: se un 43,4% lo utilizza a volte, un 26,5% va da spesso a molto spesso.

Un maggior utilizzo dell’IM e soprattutto delle risorse dedicate (il 53% degli intervistati aumenterà il budget nel prossimo anno) porta la necessità di un approccio più strategico e competenziale in tutte le fasi di progetto. Un cambio ben evidente nelle metodologie di selezione di influencer e creator. Aumenta infatti l’utilizzo di strumenti data-driven, portando un netto miglioramento nella valutazione dei profili. Il 53% dichiara di usare infatti tool dedicati mentre il 36,1% strumenti di social listening.

Resta, per molti, ancora diffuso un approccio meno verticale e connesso agli insight (es. il 24,1% che utilizza il passaparola per individuare influencer), ma è innegabile, anno su anno, una maggiore consapevolezza del mercato.

A conferma della centralità e dei budget importanti messi a disposizione dei progetti di IM c’è la tipologia di influencer maggiormente coinvolti. Se i micro-influencer restano i più utilizzati notiamo una crescita rilevante dei profili più “alti”: il 49,4% utilizza creator con una fanbase da 100.000 a 500.000 follower e, addirittura, c’è un 28,9% che attiva creator oltre i 500.000 follower.

report sull'influencer marketing

Lato misurazione a farla da padrone sono gli insight più “superficiali” come interazioni generate e audience raggiunta. Ancora limitato l’utilizzo di metodologie più complesse come l’analisi delle conversazioni online o l’impatto sulle vendite, metodologie che necessitano di competenze e strumenti dedicati non sempre a disposizione di tutti i professionisti che realizzano campagne di IM.

Calano gift ed esperienze gratuite

Il budget resta un punto sempre più chiave, vista la crescente professionalizzazione dei creator e, conseguentemente, il compenso richiesto per le loro attività: il 71,1% degli intervistati retribuisce da spesso a molto spesso gli influencer attivati.

Il pagamento resta per lo più connesso all’attività realizzata ed è economico. Calano gift ed esperienze gratuite dai dati del report sull’Influencer Marketing di ONIM.

Aumenta, ma resta comunque limitato, il ricorso a forme di retribuzione ibrida che prevedano una parte fissa ed una a performance, connessa cioè ai risultati ottenuti dal creator (16,9%).

“Un mercato che continua a crescere – dice Matteo Pogliani, founder dell’ONIM e partner di Open-Box in termini di volume di progetti realizzati e budget allocati, ma ancor di più nell’approccio e nella consapevolezza. Il report 2021 ci racconta, dati alla mano, la propensione da parte di brand e professionisti nel migliorare l’approccio all’influencer marketing e, conseguentemente, la necessità di avere team dedicati e strumenti ad hoc.
Un influencer marketing che amplia i canali utilizzati con Twitch e TikTok, ormai non più novità ma certezze concrete, e che si dimostra sempre più trasversale nella tipologia di progetti. Gli influencer passano dall’essere solo generatori di earned media a creator, co-creatori di contenuti brandizzati.”

Economia sostenibile

Economia sostenibile: le sfide che le aziende dovranno affrontare per un futuro migliore

Gli ultimi mesi hanno messo a dura prova chiunque e siamo consapevoli che, nei prossimi decenni, affronteremo ancora diverse sfide.

Tra le più complesse ci sono senza dubbio il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità e le disuguaglianze sociali sempre più forti.

Queste crisi globali sistemiche non possono essere affrontate in modo isolato perché sono tutte interconnesse e i nostri sistemi economici non sono adatti a fornire un buon equilibrio tra obiettivi ambientali e sociali. Ecco che in nostro soccorso entra in gioco il concetto di economia sostenibile, che può indirizzarci meglio verso soluzioni più adeguate all’importanza di questi temi.

Le economie sono, in fondo, un insieme di regole e norme che premiano alcuni comportamenti e ne penalizzano altri.

Nella loro forma attuale, le nostre economie incentivano il consumo eccessivo, degradano i legami comunitari e danneggiano la ricchezza naturale. Questo schema non è immutabile e dipende dal modo in cui esse si sono evolute finora per funzionare. Per risolvere questi problemi bisogna spingersi verso una nuova visione: un futuro economico equo, sostenibile e verde.

Perché l’economia sostenibile rappresenta il futuro delle aziende

Un passo in questa direzione è rappresentato dalla Green Economy

La Green Economy è una visione alternativa per la crescita e lo sviluppo economico che supporta l’interazione armoniosa tra l’uomo e la natura, puntando a soddisfare i bisogni di entrambi.

Una componente significativa di una strategia green economy è quella di promuovere lo sviluppo e l’adozione di tecnologie sostenibili basandosi sulle relazioni interconnesse tra le persone e l’ambiente. Al di là del progresso tecnologico risulta necessario un adeguamento economico e sociale per ottenere un cambiamento tecnologico sostenibile.

economia sostenibile - ambiente

Un’economia ideale e sostenibile è quella che fornisce la maggior quantità di benessere generale con il minor uso di risorse e danni ambientali.

LEGGI ANCHE: La svolta sostenibile dei brand verso un’economia sempre più circolare

Sebbene un brand si definisca sostenibile quando ha integrato con successo questioni ambientali, economiche e sociali nelle sue operazioni commerciali, molte aziende che si considerano tali soddisfano non soddisfano del tutto questa definizione. Integrare la sostenibilità nel cuore strategico di un’organizzazione è un’azione a lungo termine e deve essere pianificata con attenzione. 

Cosa devono fare le aziende, così come la società, per diventare sostenibili? Per prima cosa comprendere a fondo le basi su cui operare questo cambiamento.

I pilastri della sostenibilità e dell’economia sostenibile

I 3 pilastri su cui si basa la sostenibilità, cioè soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai propri, sono:

  • l’economia;
  • la società;
  • l’ambiente.

Analizziamoli nel dettaglio.

Sostenibilità economica

La sostenibilità economica riguarda tutte quelle pratiche che supportano la crescita economica a lungo termine senza incidere negativamente sugli aspetti sociali, ambientali e culturali della comunità. Ciò, ovviamente, comporta che la crescita economica debba essere costruita sulla sostenibilità (e non contro di essa, come spesso accade).

Sostenibilità sociale

La sostenibilità sociale punta a garantire a tutti l’accesso a beni di prima necessità e il rispetto dei diritti umani. Significa anche fare in modo che i lavoratori non vengano sfruttati o discriminati.

Questi aspetti giocano un ruolo importante nelle catene di approvvigionamento sostenibili in cui i lavoratori vengono talvolta trattati in modo poco equo per massimizzare il profitto delle aziende.

Sostenibilità ambientale

L’aspetto della sostenibilità con cui la maggior parte delle persone ha familiarità è la sostenibilità ambientale: in poche parole, assicurare la salvaguardia delle risorse naturali evitandone il depauperamento in modo irreversibile.

Il modo in cui attualmente utilizziamo le risorse naturali non è per nulla sostenibile. I cambiamenti in questo settore aiuterebbero a proteggere gli ecosistemi globali e la biodiversità, a garantire acqua e aria pulite e a ridurre le nostre emissioni di gas serra.

Cosa possono fare i brand per migliorare e aumentare la sostenibilità nella propria strategia aziendale? Qualcuno si sta già muovendo in questa direzione.

Terna Start Up Procurement: sviluppo sostenibile grazie alle persone e all’innovazione

Terna è la società che gestisce la rete elettrica italiana.

Tra i principali operatori europei e mondiali di infrastrutture per la trasmissione dell’energia, l’azienda guidata da Stefano Donnarumma ha un ruolo di regista e abilitatore della transizione energetica, per sviluppare e realizzare un sistema elettrico che in futuro dovrà essere ancor più eco-compatibile, efficiente, resiliente e sostenibile.

Le complessità della transizione energetica impongono nuove sfide e Terna, per gestire in sicurezza una rete sempre più complessa e articolata, con centinaia di migliaia di punti di generazione diffusi sul territorio, è chiamata a mettere in campo le soluzioni più innovative.

Nel Piano Industriale 2021-2025 ‘Driving Energy’ la società ha dedicato oltre 900 milioni, sugli 8,9 miliardi di euro complessivi, proprio all’innovazione e alla digitalizzazione delle strutture e dei processi, con un approccio di open innovation, concreto e inclusivo.

Terna asset di rete elettrica - Economia sostenibile

In questo percorso rientra il progetto Start Up Procurement, un’iniziativa con cui l’azienda si impegna a collaborare con startup e PMI innovative per promuovere azioni finalizzate ad accrescere la sostenibilità per un cambiamento culturale nel territorio.

I pilastri della strategia di crescita individuati da Terna per garantire alle prossime generazioni un futuro green sono:

  • la sostenibilità;
  • l’innovazione;
  • la digitalizzazione.

Open Innovation e economia sostenibile

Terna ha scelto di puntare su progetti innovativi e sui trend tecnologici basandosi su un approccio di Open Innovation, cioè non facendo affidamento solo sulle proprie conoscenze, fonti e risorse interne ma condividendo e aprendosi alle competenze di risorse esterne, come startup e aziende dinamiche, per guidare l’innovazione e cooperare insieme.

Startup e Pmi innovative hanno caratteristiche peculiari ed è per questo che Terna ha avviato delle riflessioni sul processo di procurement creando un percorso ad hoc, che permettesse al gestore della rete elettrica nazionale di collaborare con queste realtà in maniera diretta ed efficace. È nata così l’idea dello “Startup Procurement”, con l’obiettivo di generare valore per l’ecosistema dell’innovazione, consentendo alle startup e alle Pmi innovative di accedere al mercato a condizioni che rispettino le rispettive peculiarità“, ha detto Marco Pietrucci, responsabile dell’innovazione di Terna. 

 Marco Pietrucci - Startup Procurement di Terna

Tracciando l’evoluzione dello scenario tecnologico, la società ha individuato i temi emergenti per il futuro del sistema energetico italiano, raggruppandoli in quattro cluster distinti:

  1. Digital, per far fronte alla crescente necessità di tecnologie digitali per soluzioni intelligenti di gestione dell’energia e della potenza;
  2. Advanced Materials, in quanto la necessità di ridurre l’impatto sull’ambiente richiede materiali eco-compatibili;
  3. Energy Tech, attraverso l’impiego di tecnologie più efficienti e green che guidano l’evoluzione del mercato energetico;
  4. Robotics, in quanto l’automazione consentirà l’offerta di servizi su vasta scala ad una popolazione crescente.

Collaborando con le diverse realtà, l’azienda vuole abilitare un cambiamento: dialogare con le startup per trovare insieme soluzioni efficaci alle sfide della transizione energetica.

“Con il progetto Startup Procurement, Terna ha voluto cambiare approccio, puntando a sviluppare iniziative con iter di gara snelli e veloci. Un approccio che definisce una nuova modalità di collaborazione e che sarà in grado di stimolare sinergie più efficaci con le startup per abilitare i propri progetti di open innovation”,  ha sottolineato Marco Pietrucci.

LEGGI ANCHE: Un futuro alimentato da energia pulita, con Open Innovation e analisi predittive

La sostenibilità riguarda tutti

Economia Sostenibile - ambiente

Un’economia sostenibile e inclusiva è un’alternativa necessaria al modello economico dominante di oggi, che esaspera le disuguaglianze, incoraggia gli sprechi, innesca la scarsità di risorse e genera minacce diffuse per l’ambiente e la salute di tutti noi.

Mahatma Gandhi una volta disse, “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, ed è questo che dovremmo fare tutti per approcciarci a una vita più sostenibile non solo per noi stessi, ma anche per chi verrà dopo di noi. 

Hootsuite guida il gruppo Tecnocasa nella social transformation

Il Gruppo Tecnocasa, leader nell’intermediazione immobiliare e nella mediazione creditizia con circa 14 mila collaboratori in tutto il mondo, ha scelto Hootsuite come partner strategico per trasformare la comunicazione delle 2300 agenzie immobiliari presenti sul territorio italiano, con la social transformation.

Il tessuto socio-economico italiano ha intrapreso un deciso processo di transizione verso nuove forme di impresa e di commercio, che incorporano all’interno dei processi aziendali strumenti dapprima poco valorizzati, come i canali digitali.

Complice il biennio pandemico, i social media hanno amplificato la loro valenza, superando la definizione di canale d’intrattenimento e attestandosi come un vero e proprio ecosistema digitale in grado di favorire lo scambio di beni e servizi tra aziende e utenti finali.

Tecnocasa Social transformation

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Social transformation

In questa agorà digitale, è nato e si è affermato il fenomeno del social commerce, ovvero la trasposizione di una parte o dell’intera esperienza d’acquisto di beni e servizi nell’ecosistema digitale, al fine di integrare ed arricchire la customer journey degli utenti.

In un contesto sociale in cui oltre il 68% della popolazione adopera i social media, l’ottimizzazione di questi canali come ulteriori punti di contatto per la promozione del proprio prodotto e servizio, è l’obiettivo che ha guidato Tecnomedia, società del gruppo Tecnocasa che si occupa di editoria, comunicazione e grafica nella scelta di Hootsuite, società leader a livello globale nel social media management con oltre 200.000 clienti e milioni di utenti, come partner per trasformare la comunicazione delle 2300 agenzie immobiliari affiliate al Gruppo sul territorio italiano.

Le agenzie già avevano una presenza sui social media, ma il Gruppo Tecnocasa e Tecnomedia volevano rendere i canali digitali degli asset strategici al fine di valorizzare le iniziative delle stesse e coordinare la comunicazione con un adeguato supporto per lo sviluppo della rete e dei collaboratori.

Racconta Stefano D’Orazio, Regional Director Italy di Hootsuite.

Tutte le agenzie delle reti Tecnocasa e Tecnorete si sono dotate di Facebook Local Page, pagina Google My Business ed eventuali profili Instagram, collegati ad Hootsuite Enterprise. Attraverso la piattaforma, inoltre, le agenzie sono in grado di creare un piano editoriale, accedendo ad una repository di asset creativi e ottenere insights sui competitor locali. I moduli avanzati di analytics all’interno di Hootsuite Enterprise, infatti, aiutano a comprendere al meglio le complesse dinamiche del mercato e i segmenti di clientela per attuare eventuali cambiamenti.

hootsuite Social transformation

Anche il CEO di Tecnocasa, Luigi Sada, commenta con soddisfazione la collaborazione, soprattutto in ottica futura di crescita del settore.

Il futuro del Real Estate sarà sempre più integrato tra offline e online, per offrire ai clienti un’esperienza di acquisto positiva. La partnership con Hootsuite ci permette di guardare al domani gestendo il cambiamento con successo. Ottimizzare ed amplificare il potenziale dei social media, grazie a uno strumento semplice, valido ed efficace, rappresenta una ricchezza per tutte le nostre agenzie oltre che un modo per coinvolgere maggiormente tutti i collaboratori.

Oggi, più del 67% delle agenzie del gruppo adopera il software Hootsuite quotidianamente producendo oltre 12.000 contenuti al mese, attingendo dalla libreria multimediali di oltre 1000 contenuti. La strategia comunicativa del gruppo ha beneficiato sensibilmente dell’approccio comune ai nuovi canali, in grado di delineare un comportamento coerente ed armonico su scala nazionale.

I nuovi punti di contatto rappresentati dai canali digitali hanno apportato importanti benefici alle agenzie, favorendo il dialogo con il pubblico e arricchendo l’esperienza di acquisto degli utenti, incentivando l’interesse nei confronti dei beni proposti.

La partnership con Tecnomedia si inscrive in un progetto di ampio respiro che vede Hootsuite decisa ad affiancare un ventaglio di settori, che spazia dal real estate al healthcare, nel processo di transizione verso un modello di business che includa i canali digitali come asset strategico.

Conversion Funnel Neil Patel

I segreti del Conversion Funnel svelati da Neil Patel

Quando si lancia un nuovo business online è necessario comprendere a fondo le sfide da affrontare per far crescere un’impresa da zero e portare risultati di fatturato.

Chiunque sarebbe disposto a pagare a peso d’oro i consigli e i suggerimenti di imprenditori che sono riusciti a trasformare una ditta individuale in una società dal valore di 1 miliardo di dollari.

Se c’è una persona che possiamo definire un vero “guru” in fatto di crescita di business online è senza dubbio Neil Patel. Per chi si occupa di marketing, un nome che non ha bisogno di presentazioni.

Per chi ancora non lo conoscesse, è l’uomo che ha dato vita a famosissimi portali dedicati alla Search Engine Optimization, autore best-seller per il Wall Street Journal, riconosciuto dal Presidente Obama tra i 100 migliori imprenditori Under 30, nonché tra i migliori 10 secondo Forbes.

Neil Patel Conversion Funnel

Bene, Neil ha scritto una guida su come far crescere un’attività online – basata sulla propria esperienza personale e su casi di successo da lui stesso analizzati – e chiunque può scaricarla gratuitamente in italiano grazie a GetResponse, la piattaforma completa di marketing online utilizzata da oltre 350.000 aziende in tutto il mondo.

La metodologia di business spiegata da Neil Patel in questo Ebook si focalizza prevalentemente sulle fasi che compongono un conversion Funnel o funnel di marketing.

<< Leggi la guida completa al Conversion Funnel di Neil Patel. Scarica l’ebook di GetResponse “Come far crescere la tua attività online con i funnel di conversione” >>

Che cos’è un Conversion Funnel?

È come quando si versa un liquido da un grande recipiente ad uno più piccolo: per fare in modo di non perdere nemmeno una goccia, ottimizziamo l’operazione con un semplice ma praticissimo imbuto.

La stessa cosa accade nei Conversion Funnel.

Il funnel di conversione (o marketing funnel) è il percorso che un utente compie attraverso un sistema di campagne pubblicitarie o di ricerche online per atterrare sul sito web di un’azienda o di un brand per poi essere convertito in cliente.

In questo caso l’utente è esattamente la goccia del liquido. Mentre il sito web è il piccolo recipiente che dovrà essere pronto a raccoglierlo. Ti stai chiedendo cosa rappresenta l’imbuto? È proprio il conversion funnel.

 Conversion Funnel team

La peculiarità di un funnel di marketing è infatti quella di fornire la soluzione giusta per ogni fase del percorso del cliente (tecnicamente il customer journey).

TOFU, MOFU, BOFU. Ovvero Top, Middle e Bottom of the Funnel.

Quando una persona si trova all’ingresso del funnel, riceverà un certo tipo di informazioni di “ampia portata”. Queste cambieranno di volta in volta che la persona prosegue l’interazione con l’azienda nella parte centrale del funnel. Fino a raggiungere la parte finale: la conversione.

In questo modo è molto più probabile portarlo, passo dopo passo, a compiere un acquisto – o qualsiasi altro tipo di obiettivo commerciale che è stato stabilito nel conversion funnel.

“Il conversion funnel è la strategia per ottenere, mantenere e far crescere la customer base di un’azienda utilizzando tecnologie e strumenti dedicati a soddisfare le esigenze del tuo pubblico target in modo efficiente.”

– Neil Patel, Imprenditore, investitore e influencer

Perché progettare un Conversion Funnel?

Progettare un funnel di marketing significa sviluppare un sistema di azioni finalizzate a trasformare un semplice visitatore in un cliente fidelizzato. Si tratta di mixare efficacemente gli obiettivi aziendali con i desideri della target audience.

Tiene traccia dei risultati, automatizza il processo di ingaggio dell’utente e riduce la quantità di tempo necessaria a investire nel processo.

Questo modello di marketing permette di sapere esattamente a che punto del customer journey si trova ogni singolo contatto presente nel database aziendale in un determinato momento.

Perciò più un funnel di conversione riesce a monitorare tutti i dati e le informazioni acquisite dagli utenti nelle varie fasi del percorso, tanto più riuscirà a generare risultati utili al business per l’incremento del fatturato dell’azienda.

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Il Conversion Funnel spiegato da uno dei top 10 marketer mondiali

Secondo Neil è necessario partire dallo studio della parte superiore del funnel.

È qui che si trova la parte più larga dell’imbuto, ovvero quella dove la comunicazione si focalizza nell’attirare il maggior numero di persone possibile verso il brand o l’azienda.

Conversion Funnel

Una volta che si è riusciti ad attirare l’attenzione, sarà il momento di trasformare un’opportunità commerciale in cliente.

In base alle sue esperienze di conversione e crescita, Neil afferma che il sistema più efficace per attirare le persone all’interno dell’imbuto e nutrirle lungo il percorso sia quello del content marketing.

Ovvero produrre quei contenuti che il pubblico target si aspetta di trovare per soddisfare le proprie necessità. Fornire informazioni utili è il modo migliore per emergere nel mercato.

A metà del marketing funnel è possibile selezionare gruppi di persone che dimostrano qualcosa in più di un semplice interesse generale.

È in questa fase che il processo di conversione deve lavorare per rafforzare l’idea che il prodotto o servizio possa risolvere i loro problemi.

Arrivati alla fine dell’imbuto, chi è entrato in contatto con i contenuti creati, ha elevate probabilità di acquistare un prodotto o sottoscrivere l’abbonamento ad un servizio. Ovviamente non è finita qui: mantenere una relazione attiva (e proficua) con il cliente è fondamentale per qualsiasi Conversion Funnel di successo.

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Un solo funnel, tanti strumenti da gestire

La domanda che sorge spontanea è sempre questa: ma per fare content marketing e generare tutti gli step necessari per un conversion funnel di successo, quali tecnologie e strumenti è necessario utilizzare?

In genere, ciò che serve è almeno:

  1. Una piattaforma web dove pubblicare articoli, guide e approfondimenti per fare in modo che le persone entrino in contatto con il brand o l’azienda;
  2. Un processo che trasformi queste persone in iscritti alla newsletter o follower;
  3. Un sistema per creare email e contenuti gratuiti (ma utili e di valore) da inviare ai contatti;
  4. Un metodo per convertire gli iscritti o i visitatori dei contenuti gratuiti in clienti;
  5. Un processo che riattiva i clienti passati e continui a generare nuovi acquisti.

A prima vista potrebbe sembrare un meccanismo troppo complicato da governare. In realtà è come provare a guidare una “fuoriserie” per la prima volta. Con un po’ di attenzione, è facile assaggiare il piacere che si prova quando si affonda il pedale dell’acceleratore.

In questo caso la supercar per il Conversion Funnel è GetResponse, la piattaforma completa di marketing online che offre e-mail marketing, automation, siti web, landing page, funnel di marketing, webinar, live chat e notifiche push in un unico strumento.

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bea italia

Non perdere la premiazione della XVIII edizione del BEA Italia Festival 2021

Tutto pronto per la premiazione del BEA Italia Festival 2021: poche ore al fischio d’inizio!

Per i 18 anni del premio di ADC Group, il regalo più bello: il ritorno delle celebrazioni ‘dal vivo’ con una dinner ceremony powered by FeelRouge – Balich Wonder Studio Business Unit Events and Brand Experiences.

BEA Italia Festival 2021

Un finale col botto quello che chiuderà il BEA Italia Festival 2021, con una dinner ceremony che segna il ritorno alle celebrazioni in presenza per le premiaizoni della XVIII edizione del BEA Italia.

Alle ore 18.00 di giovedì 2 dicembre verranno svelati tutti i vincitori con un galà firmato FeelRouge – Balich Wonder Studio Business Unit Events and Brand Experiences, presso il Superstudio Maxi di via Moncucco 35 a Milano.

BEA Italia Festival 2021

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I pass saranno acquistabili fino a esaurimento posti.

La serata sarà trasmessa anche in diretta streaming: per seguire la cerimonia, registrati QUI.

A fare gli onori di casa il presidente di ADC Group Salvatore Sagone affiancato dal presidente di giuria Gianmaria Restelli, Responsabile Comunicazione Esterna e Corporate Image di Gruppo Unipol. La conduzione della cerimonia è affidata a Marco Maccarini.

Durante il galà verranno consegnati i premi assegnati dalla giuria di aziende composta da 42 manager, che si è riunita lunedì 29 e martedì 30 novembre in occasione delle digital live presentation delle agenzie finaliste.

Social media trends 2022

Social Media Trends 2022: cosa devono sapere i brand per puntare al successo

Social Media Trends 2022: per grandi e piccoli brand comunicare attraverso i social media dal prossimo anno sarà impegnativo.

C’è un forte cambiamento che bolle in pentola e gli esperti sono sicuri che il piatto sarà presto servito nel giro di qualche mese (per alcuni la tavola è già stata imbandita).

Forse non tutte le grandi società hanno colto le principali innovazioni che stanno trasformando il modo di fare social media marketing.

Tuttavia il mix perfetto tra innovazione tecnologica ed evoluzione relazionale legata agli effetti della pandemia sulla società, è pronto a scatenare i suoi effetti.

Tutto conduce a una macro-dinamica generale: il passaggio – neanche tanto graduale – dal Social Listening come lo abbiamo sempre conosciuto, alla Conversational Intelligence.

C’era una volta il Social Listening

Cos’è il Social Listening? Si tratta di una serie di tecniche e strumenti che permettono di mappare tutti i termini associati al proprio marchio e comprenderne il valore positivo, neutrale o negativo.

Oggi i dati confermano che solo una piccola minoranza di utenti online commenta o condivide effettivamente i contenuti: la stragrande maggioranza di tutti i media online viene consumata passivamente.

Ci piace tanto guardare, ma non sempre partecipiamo al dibattito o esponiamo le nostre idee o sensazioni.

Ciò rende molto difficile monitorare le conversazioni che avvengono, per esempio, tramite Instagram Stories, LinkedIn, TikTok o messaggi privati in generale, e questo può distorcere le informazioni che si ottengono.

Social trend 2022 talkwalker-2

Un esempio di dashboard su Talkwalker relativa al Social Sentiment del brand Coca-Cola.

Come rimediare a un gap che sembra incolmabile?

Trasformando il Social Listening in uno strumento di Intelligence che aiuta le imprese a prendere decisioni più consapevoli sulla base delle mutevoli esigenze dei clienti.

Benvenuta Conversational Intelligence

Gli sviluppi del marketing omnicanale e della gestione sinergica delle diverse piattaforme di comunicazione d’impresa, permettono di colmare i gap del Social Listening con la Conversational Intelligence.

Grazie ai progressi raggiunti dall’intelligenza artificiale è possibile incrociare dati e analizzare su larga scala informazioni rilevanti sulle conversazioni attorno a uno specifico brand.

Dall’analisi del social sentiment, delle discussioni sul web, del visual analysing fino al clustering delle conversazioni in piattaforma.

Tutte queste informazioni aiutano un’azienda a migliorare il ROI delle campagne di marketing online. Ottimizzare l’esperienza del cliente, dall’inizio del customer journey fino alla sua fase conclusiva, così da riprodurre la miglior esperienza di brand possibile in fase di engagement, conversione e fidelizzazione.

Le aziende innovative devono essere in grado di analizzare rapidamente questa massa critica di conversazioni tra utenti online e clienti. Ottenendo così una visione a 360 gradi delle mutevoli preferenze e dei comportamenti di quelli che sono i player decisivi per la reputazione e il successo di un marchio sul web.

La Conversational Intelligence va oltre l’ascolto sociale, oltre le intuizioni dei media, oltre le tradizionali ricerche di mercato. I brand possono accelerare la loro attività online, restare rilevanti all’interno dei social trend ed essere percepiti come thought leader del proprio settore.

È il sistema perfetto per ascoltare e monitorare la voce del cliente in tempo reale. Altrimenti si rischia di restare fuori da quella che è definita l’Era del Consumatore.

Conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro

La massima di Tucidide, storiografo ateniese del 400 a.C., è ancora attuale.

La transizione da Social Listening a Conversational Intelligence è il frutto di una naturale evoluzione sociale ed economica: anche se le aziende continuano a detenere una grande rilevanza decisionale, sono i consumatori a guidare le scelte e i temi della comunicazione di brand.

Valori, identità e azioni assumono un ruolo imprescindibile nelle scelte quotidiane di ciascuno di noi. La centralità delle persone nella strategia di marketing di un’azienda sarà sempre più decisiva.

Ecco perché è bene conoscere come grandi aziende e noti brand dovrebbero comportarsi sui social media.

Cosa conta davvero nella relazione digitale con il proprio pubblico? Come direbbero negli USA, cosa separa the best from the rest del social media marketing del 2022?

>> Scarica il rapporto Social Media Trends 2022 di Talkwalker per sapere quali novità e quali certezze attendono il tuo brand nei prossimi mesi. <<

Le tendenze 2022 decisive per la sorte dei brand sui social media

Ecco alcuni dei trend che, assieme a molti altri, vengono illustrati, analizzati e rivisti in chiave strategica dal report di Talkwalker per una corretta comunicazione social a partire dal prossimo anno.

Quali saranno le tendenze che porteranno un brand al successo?

  1. TikTok leader indiscusso

TikTok diventerà il leader dei social media e le piattaforme online non potranno fare altro che adattarsi a questa egemonia.

Gli utenti chiedono sempre più contenuti personalizzati, un servizio rapido, fluido e un’esperienza di brand migliore. Le nuove generazioni esprimono un senso di urgenza senza troppi fronzoli.

Le caratteristiche tecniche di TikTok si prestano perfettamente ai nuovi canoni di comunicazione di marca tra utenti e organizzazioni.

Generare viralità, rafforzare la community e lanciare una comunicazione d’intrattenimento su TikTok funziona molto meglio che sugli altri social tradizionali.

LEGGI ANCHE: Dalla Generazione T agli insight degli utenti: tutti i dati di TikTok che devi assolutamente sapere

  1. Un nuovo sistema di fare Advertising

Il Programmatic Advertising e l’intero scenario dell’industria pubblicitaria dovranno farsi trovare pronti davanti ai cambiamenti che porterà con sé la Cookie Apocalypse.

Gli annunci social dovranno agire su meccanismi differenti man mano che i cookie avranno un margine d’azione sempre più ridotto.

I cookie stanno morendo e molti brand hanno già intonato il loro de profundis.

Quale impatto porterà questo cambiamento sul futuro della pubblicità sui social?

In che modo i brand potranno continuare a offrire servizi personalizzati e allo stesso tempo rispettare regole e disposizioni che proteggono dati e informazioni sensibili?

La Conversational Intelligence è l’elemento che ci permette di dire che la partita è ancora tutta da giocare.

  1. Accorciare il Buyer Circle sui social 

Se è vero che la pandemia ha spinto le persone a cercare online le risposte alle proprie esigenze di consumo, il Social Media Trends 2022 di Talkwalker esamina in maniera approfondita come le diverse piattaforme online stiano affrontando il tema del social commerce.

Esiste un modo per rendere ancora più fluido il customer journey di un’azienda e facilitare la vendita tramite social? Come stanno elaborando questa esigenza – sempre più evidente – le grandi piattaforme online?

Accorciare il ciclo di conversione è possibile, ed è utile farlo lì dove l’utente è più attivo e a contatto con il brand online.

  1. Il Content Marketing post-pandemico

La creazione di contenuti di marca nell’era post-pandemica è un altro elemento che non può prescindere dalle esigenze dei consumatori.

Le dinamiche di chiusura, quarantena e distanziamento hanno innalzato fortemente i livelli di consumo di contenuti online.

Social Media Trend 2022 consumer

Percentage of consumers increasing the time the spend on social media, news sites, streaming. © Forbes | Doubleverify

Si può dire che la pandemia abbia creato un mondo di consumatori di contenuti online.

Le persone nutrono maggiori aspettative nella fruizione di contenuti. Sensibilità, inclinazioni e gusti diventano sempre più raffinati.

I nuovi livelli cognitivi e una maggiore confidenza con video, dirette streaming e on demand plasmeranno il content marketing del futuro.

  1. Alla ricerca dei nostri Metaversi

Il metaverso continuerà a essere un argomento di conversazione tra il pubblico online e offline.

I diversi sviluppi hanno fatto passi da gigante sulla strada verso un un mondo virtuale online che incorpora realtà aumentata, realtà virtuale, avatar olografici 3D, video e altri mezzi di comunicazione.

Social Media Trend 2022

Man mano che lo studio sul metaverso si espande, si aprono scenari – prima impensabili – in mondi alternativi iperreali che coesistono tra loro.

Si può dire che i metaversi saranno la futura connessione tra consumatore e brand. Potremmo fluttuare a bordo della navicella di Rick Deckard e districarci nei meandri dello skyline di Blade Runner, ma a massima definizione e interagendo con i nostri brand preferiti.

Conversational Intelligence, come valutare il presente per prepararsi al futuro

Queste sono solo alcune delle tendenze chiave che Talkwalker ha analizzato nel suo report e che aziende e organizzazioni devono attendersi nel 2022.

Sebbene sia molto complesso prevedere esattamente come andranno le cose, sulla base di ciò che abbiamo vissuto negli ultimi due anni è possibile prendere coscienza di alcuni evidenti indicatori sulle tendenze che stanno influenzando il modo di comunicare online con le persone.

Stiamo ancora cercando di adattare le nostre abitudini alle evoluzioni post-pandemiche e sotto molti aspetti il momento appare decisivo e carico di cambiamenti significativi per la società, così come l’abbiamo finora considerata.

Il futuro della ripartenza potrebbe aprire nuove importanti opportunità, soprattutto per coloro che prestano attenzione all’evoluzione delle relazioni interpersonali nel mondo digitale e desiderano allinearsi con le tendenze evolutive per facilitare la crescita e l’esposizione mediatica del brand.

>> Scarica il report Social Media Trends 2022 di Talkwalker per sapere quali novità e quali certezze attendono il tuo brand nei prossimi mesi <<

Forum HR 2021 intervista sul metaverso agli HR Director italiani

Lavorare nel Metaverso è possibile? Lo abbiamo chiesto al mondo degli HR italiani

Lavorare nel Metaverso è possibile o è soltanto una visione distopica di un’umanità sempre più connessa ma scollegata dalla realtà non virtuale?

Il mondo del lavoro è in un costante cambiamento, oggi più che mai, e la portata di questa rivoluzione è stata al centro del Forum HR 2021.

Sono molte le discussioni che è necessario affrontare ora che le sfide tecnologiche, ma anche ambientali, ci mettono davanti a scelte sempre più nette.

Digital Transformation, welfare, wellbeing, recruiting, learning e hybrid working. Questi e altri importanti temi legati al mondo HR sono stati al centro dell’edizione 2021 del Forum delle Risorse Umane, quest’anno alla sua tredicesima edizione.

L’evento è finalmente tornato dal vivo, anche se con alcune limitazioni sul numero del pubblico.

Forum HR 2021 - federica bulega

Il Forum HR 2021 è stata anche l’occasione per la redazione di Ninja di entrare in contatto con le più importanti voci del mondo HR italiano e noi di Ninja non ci siamo fatti sfuggire l’occasione per fare loro qualche domanda sul futuro del lavoro in relazione a una delle tecnologie più impattanti annunciate recentemente: il Metaverso.

Le tecnologie emergenti di virtual communication e virtual collaboration promettono di unire una forza lavoro sempre più dispersa grazie ad avatar, riunioni olografiche, mondi virtuali. Molto prima dell’annuncio di Mark Zuckerberg, ne avevamo parlato approfonditamente in questo articolo.

Se come si deduce dalle dichiarazioni degli esperti saranno necessari ancora diversi anni prima che questa rivoluzione abbia luogo, è importante gettare uno sguardo sui prossimi anni e anticipare i possibili sviluppi di una tecnologia così disruptive.

Lavorare nel metaverso è possibile? Diventerà presto realtà?

La domanda che abbiamo posto ai rappresentanti del panorama HR italiano è stata proprio questa: possiamo aspettarci, a breve, di lavorare in spazi virtuali, uffici nei quali muoverci con il nostro avatar e interagire con le rappresentazioni cibernetiche dei nostri colleghi? Ecco cosa ci hanno risposto.

Simona Liguoro – HR Director Italy – Nestlé Nespresso

lavorare nel metaverso simona liguoro

In futuro lavoreremo con gli avatar e sono particolarmente sicura di questo, ma per conquistare le persone e farle legare all’azienda sarà sempre necessario e fondamentale il contatto fisico.

Dal mio punto di vista i sensi sono la cosa più importante.

Serena Rossi – Human Resources Director – Stryker

serena rossi stryker

Incontrarsi di persona sarà sempre essenziale: eventi come il Forum HR 2021 lo dimostrano. Non potremo mai essere sostituiti dal nostro avatar, o almeno ci proviamo. Magari, però, il nostro avatar potrà occuparsi di cose per noi che non riusciamo a gestire.

Non credo che la sostituzione completa sia una strada da seguire: l’essere umano ha bisogno di essere fisico, toccare, guardare negli occhi, ma certamente la tecnologia potrà aiutarci semplificandoci la vita.

Guido Stratta – Direttore People & Organisation Gruppo Enel

Lavorare nel Metaverso Guido Stratta Forum HR 2021

Secondo me dobbiamo far sì che questa nuova tecnologia non ci schiacci: credo sarà una buona dimensione da gestire con equilibrio.

Io penso che la relazione umana sia ancora determinante, abbinata però a tutte queste belle novità.

Annalisa Alberti – Human Resources, Facility Management, ICT & Compliance Director – Rheinmetall Italia S.p.A.

Lavorare nel metaverso - Annalisa Alberti al Forum HR

Il contatto umano resta fondamentale: dovremmo invece ragionare un po’ fuori dagli schemi e pensare che non ci si può più limitare a “un classico orario di lavoro” dalle 8.00 alle 16.30, perché viviamo in un mondo che è interamente connesso e abbiamo bisogno di ripensare il nostro modo di lavorare focalizzandoci sugli obiettivi.

Detto questo, il contatto umano e la vicinanza faranno la differenza per le aziende.

Tiziana Carnicelli – Group Education and HR Communication Head presso Angelini Holding

Tiziana Carnicelli

È un argomento che mi intriga molto: nell’esperienza vissuta durante il Covid, la cosa che abbiamo sofferto di più nel fare formazione era il non poter guardare negli occhi la persona e comprendere la comunicazione non verbale.

La possibilità di avere un’aula di formazione, nella quale posso dialogare con il professore anche se a distanza vedendolo come fosse dal vivo, e magari interagire con un mio collega, anche se il collega è dall’altra parte del mondo, può significare molto.

Tutto dipenderà da quanto saranno “intelligenti” questi avatar e ologrammi, se ci permetteranno davvero una reale interazione. Altrimenti, dubito che funzionerà.

Giuseppe Conte – Direttore centrale Formazione e sviluppo risorse umane · INPS

Giuseppe Conte - Forum HR 2021

Già oggi, tendenzialmente, molte riunioni che si organizzavano in presenza e che richiedevano spostamenti si possono fare tranquillamente a distanza.

Vi saranno però sempre dei momenti importanti in cui sarà utile incontrarsi in presenza, magari per appuntamenti di tipo laboratoriale o di brainstorming. Sarà sufficiente trovare un giusto equilibrio.

Fabrizio Tripodi – HR Director at Brown-Forman, the Jack Daniel’s company

Fabrizio Tripodi Lavorare nel Metaverso - Forum HR 2021

La tecnologia mi piace molto, perché si evolve velocemente, ma ho un punto fermo: deve essere al servizio dell’uomo; uno strumento attraverso il quale risparmiamo, ottimizziamo e ci concentriamo maggiormente su quello che è il valore aggiunto del contatto umano.

Tutti quelli che sono gli strumenti digitali sono benvenuti: si aggiungono e aiutano e non sostituiscono il contatto umano, ma permettono che il contatto umano sia usato nel modo migliore, laddove necessario per motivi professionali ma soprattutto per una connessione empatica tra le persone.

Accogliamo con entusiasmo il metaverso proprio considerandolo come una piattaforma di supporto e non di sostituzione del contatto umano.

Elisabetta Maiocchi – Head of HR di Siae Microelettronica

Lavorare nel Metaverso Elisabetta Maiocchi Forum HR 2021

È un percorso che considero realizzabile: per determinati tipi di funzioni aziendali, come ricerca e sviluppo e funzioni amministrative, c’è una compatibilità di fondo; per altri ambiti, come il mondo del commerciale, sarà necessario capire se la soluzione può essere valida, perché spesso l’incontro in presenza rimane la via preferibile.

Sul mondo training e academy mi sento ottimista sull’argomento: ci si può dotare di postazioni adatte allo scopo per le persone che non dispongono di strumentazione e connessioni adeguate.

Fabio Salvi – Head of HR/Team Lead People Partner Italy, Spain, Portugal, Serbia, Croatia and Romania presso FlixBus

Lavorare nel metaverso - Fabio Salvi - Flixbus

Questo scenario mi sembra un po’ una deriva dello sviluppo tecnologico, una sorta di puntata di Black Mirror.

La tecnologia, dal mio punto di vista, è uno strumento per abilitare in modi diversi le relazioni, ma la relazione è e resta umana. La tecnologia è solo uno dei canali che va sfruttato per quello che è nei suoi significati, funzionale quando ci sono team distribuiti e separati da una distanza fisica.

Quello che però è il rapporto umano è inalienabile. Se questo scenario degli avatar si realizzasse staremmo davvero ripensando alla natura stessa dell’essere umano e, almeno personalmente, non vorrei andare in questa direzione.

Federica Visioli – Head of Human Resources – CDI Centro Diagnostico Italiano

Lavorare nel Metaverso - Federica Visioli

Se ne parla molto e conosco le possibilità del metaverso. Non so però se il nostro contesto nazionale sia già pronto per arrivare a queste dinamiche.

Ritengo però che anche il mondo sanitario si stia evolvendo, per cui l’aiuto di tutti quelli che sono gli strumenti informatici è prezioso.

Pensiamo per esempio all’intelligenza artificiale, a quanto può aiutare il medico nel migliorare le logiche predittive su alcune malattie. Il rapporto tra medico e paziente rimane fondamentalmente fisico: per semplificare, talvolta è necessario toccare l’arto malato. Però ci sono degli aspetti come le consulenze e determinati momenti che possono essere gestiti in modo ottimale anche con una modalità da remoto.

Andrea Lugo – H.R. Director | Aruba S.p.A.

Andrea Lugo - Aruba - Metaverso

Spero non si arriverà a lavorare in ambienti virtuali per mezzo di avatar, anzi, spero di essere andato in pensione prima che succeda.

È un mondo che non conosco in modo approfondito, ma sul quale ho qualche dubbio: credo che per adesso l’assetto attuale nelle modalità di recruiting sia quello corretto.

Samanta Todaro – Direttrice delle Risorse Umane del Gruppo Alessi

Lavorare nel Metaverso Samanta Todaro Forum HR 2021

Io credo che l’aspetto relazionale debba rimanere, perché è quello che fa la differenza; lo comprendiamo bene anche da questo evento tornato in presenza: tutti avevano voglia di tornare a vedersi.

Penso però che la tecnologia ci possa aiutare, debba essere sfruttata come un mezzo per farci arrivare dove oggi fisicamente non possiamo. La realtà virtuale, nel lavoro, è infatti nata anni fa, per esempio nel training medico, ma può essere efficacemente utilizzata anche in altri ambiti diversi dalla formazione, per esempio nella simulazione di un investimento per valutarne il tasso di successo.

Roberta Fagotto – Chief Human Capital Officer – SIT

Lavorare nel Metaverso Roberta Fagotto - Forum HR 2021

Credo che non possiamo prescindere dalla relazione umana: nel nostro contesto latino facciamo molta difficoltà a sconnetterci completamente dall’organizzazione dal punto di vista fisico, perché la relazione umana, per esempio quelle che avviene alla macchinetta del caffè, il contatto visivo non asincrono come quello del contatto video che è sempre un filtro, per noi è ancora fondamentale.

Sia per la parte progettuale e di innovazione, che non può essere “remotizzata” completamente, ma anche perché spesso tendiamo a unire la dimensione umana del collega alla nostra quotidianità.

Ritengo che invece assumeranno maggiore importanza gli spazi di lavoro, perché saranno degli spazi in grado di valorizzare la connessione, anche da un punto di vista personale, di tutti i colleghi.