Dal 22 ottobre al 22 novembre prende il via la seconda edizione della 4 Weeks 4 Inclusion, il più grande evento interaziendale dedicato all’inclusione che quest’anno, per la prima volta in Italia, vede impegnate oltre 200 imprese per valorizzare insieme i temi della diversità e dell’inclusione, con un ricco programma di eventi digitali dedicati ai 700mila dipendenti delle aziende partner.
In questa edizione otto eventi particolarmente rilevanti saranno trasmessi in streaming al link e aperti a tutti con l’obiettivo di promuovere un dibattito interdisciplinare con i rappresentanti di istituzioni, business community e associazioni sindacali.
Per la giornata inaugurale del 22 ottobre, l’appuntamento principale sarà ‘Storie di inclusione’ (alle ore 12:00), nel corso del quale si affronterà il tema dello sviluppo sociale ed economico, partendo dalle politiche aziendali sull’inclusione.
Alla plenaria parteciperanno autorevoli rappresentanti delle Istituzioni e del mondo aziendale tra i quali Roberto Fico, Presidente della Camera dei Deputati, Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Salvatore Rossi, Presidente di TIM, Laura Nurra, Direttore Risorse Umane di American Express Italia, Ernesto Ciorra, Head of Innovability di Enel e Paola Angeletti, Chief Operating Officer di Intesa Sanpaolo.
L’evento sarà preceduto dal talk show ‘Aziende in Rete’ nel quale i manager HR di Avio Aero, Barilla, Snam e TIM, racconteranno come si svolge l’intera iniziativa e quali obiettivi hanno guidato questa grande collaborazione interaziendale.
I lavori della giornata si concluderanno nel pomeriggio con ‘Uguali perché diversi’ (alle ore 17:00) con la partecipazione di Maurizio Landini Segretario Generale CGIL, Luigi Sbarra, Segretario Generale CISL, Pierpaolo Bombardieri Segretario Generale UIL che faranno il punto sull’inclusione nel mondo del lavoro e sul ruolo delle parti sociali.
Anche Ninja per parlare di diversità e inclusione
Ninja non poteva mancare a questo evento: diversità e inclusione sono sempre stati temi che l’azienda ha sentito propri fin dalla sua nascita, interiorizzandoli con sensibilità.
Il webinar, intitolato “Come progettare un piano di inclusione digitale“, sarà trasmesso lunedì 25 ottobre dalle 19:00 alle 20:00. Il digitale è come l’ossigeno, pervasivo e invisibile in ogni azione che compiamo. Per guidarlo bisogna essere dei veri Unbreakable: smart, antifragili, resilienti.
Come offrire equo accesso al professional empowerment e al potenziamento digitale?
Mirko Pallera, CEO di Ninja Academy, terrà una Ninja Masterclass di storie e pratiche innovative e trasferibili di Inclusione Digitale progettate dai più illuminati HR Director e Accademici.
Ad accompagnarlo in questa discussione ci saranno Piermattia Menin, HR Director di DHL che presenterà una case history interna di inclusione digitale degli ipovedenti; Marco Russomando, Head of HR & Organization Illimity e Giulio Beronia, esperto di Diversity & Inclusion con focus sull’inclusione generazionale.
L’evento è aperto a tutti e sarà sufficiente registrarsi sul sito dell’evento per seguirlo online.
Nel corso della maratona, interverranno tra gli altri Paola Angeletti – Intesa Sanpaolo; Paola Bonomo – TIM; Paola Boromei – SNAM; Alberto Calcagno – FASTWEB; Silvia Candiani – Microsoft; Ernesto Ciorra – ENEL; Paola Corna Pellegrini – Allianz Partners; Veronica Diquattro – DAZN Italia e Spagna; Luigi Gubitosi – TIM; Monica Iacono – ENGIE; Emanuele Iannetti – Ericsson; Maximo Ibarra – ENGINEERING; Lavinia Lenti – SACE; Mauro Macchi – Accenture; Paola Mascaro – Valore D; Anna Masutti – RFI (Gruppo FS Italiane); Carlo Nardello – TIM; Laura Nurra – American Express Italia, Ruggero Rabaglia – Barilla; Salvatore Rossi – TIM; Walter Ruffinoni – NTT Data; Luciano Sale – TIM; Alice Soru – Tiscali; Roberto Tomasi – Autostrade per l’Italia.
Molto attesi anche gli interventi di testimonial d’eccezione tra campioni olimpici e paralimpici, rappresentanti del mondo dello spettacolo e della cultura e influencer sui temi della diversità.
Oltre al webinar di Ninja, tra i tantissimi interessanti appuntamenti vi segnaliamo alcuni interventi da seguire in diretta streaming:
25 ottobre ore 11:30 – 13:00 Poste Italiane S.P.A.
Dall’acquario al mare: scambio fra le generazioni in azienda
26 ottobre – 15:00 – 16:00 Burger King
Welcome everybody
27 ottobre – 11:00 – 12:00 DAZN
PAROLE IN CAMPO. Il racconto sportivo è una questione di genere?
29 ottobre – 11:00 – 12:00 American Express
“Being yourself matters”: la cultura di Inclusione e Diversità in American Express
2 novembre 11:30 – 13:00 – Noovle
L’etica e l’Intelligenza Artificiale
4 novembre 11:30 – 13:00 Gruppo Nestlé in Italia
Non sono un mammo! Genitorialità condivisa e gender gap
8 novembre 10:30 – 11:30 Google Italy
Accessibility @ Building Awareness & Empathy
10 novembre 15:00 – 16:00 SALESFORCE.COM ITALY S.R.L
Salesforce Inclusion best practices: La nostra storia di successo con Specialisterne
12 novembre 18:30 – 20:00 Virgolimage
Neurodiversità e Moda: abilità e opportunità
17 novembre 11:30 – 13:30 Enel Italia S.P.A
Le sfide (im)possibili
19 novembre -10:30 – 11:30 Coca Cola
Coca-Cola and Diversity&Inclusion: a neverending story
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/3_19ott.jpg10801920Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-10-20 10:00:442021-10-20 08:55:59Riparte 4 WEEKS 4 INCLUSION: oltre 200 aziende per promuovere l'inclusione
Non ci sono più i cinguettii di una volta. Twitter, social network con servizio di microblogging, in questi giorni è corredato dall’emoji della bandierina rossa, apparsa in tanti tweet di celebrità e aziende. Un ossimoro, un inatteso tormentone social che sta conquistando proprio tutti, la moda delle red flag ci provoca, diverte e appassiona, spronandoci a mettere in risalto: “l’esatto contrario di ciò che ho detto”.
Perchè i tweet hanno le bandierine rosse?
Tutto inizia da questo post ufficiale di Twitter:
“I’m not on Twitter” ????????????????????????????????????????????????
È difficile trovare la risposta a questo fenomeno, soprattutto quando non si ha una chiara spiegazione. Sembra, però, che proprio il profilo ufficiale di Twitter abbia iniziato a parlare delle bandiere rosse negli appuntamenti o delle cose che non si dovrebbero fare mentre si frequenta qualcuno.
Un contrasto dunque, una sorta di “state tutti alla larga”, una mania che ha spinto la casa madre a postare:“Non sono su Twitter”. Seguito poi da tanti profili con la battuta pronta dietro l’angolo. La bandierina rossa indica un pericolo o un avvertimento, indicato con tweet pungenti e contestualizzato con l’emoji.
I tweet con la bandiera triangolare sono aumentati del +455% e l’emoji è stata utilizzata circa 1,5 milioni in tutto il mondo.
I tweet red flag più divertenti
Netflix India ci mette in guardia, non c’è dubbio:”fate attenzione quando il protagonista nota una ragazza solo quando si toglie gli occhiali e si trasforma”.
Il profilo dell’Europa League sottolinea:”L’inno dell’Europa League non è un capolavoro”.
“The Europa League anthem isn’t a masterpiece” ??????????????????????????????
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/2_twitter_19_OTT.png10801920Rossella Pisaturohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRossella Pisaturo2021-10-19 15:19:032021-11-10 19:40:56Spopolano le bandierine rosse su Twitter, scopriamo cosa sta succedendo
Per il ventesimo anno consecutivo, Great Place to Work Italia, ha premiato le aziende vincitrici della Classifica delle migliori aziende per le quali lavorare in Italia.
Sono state premiate 50 aziende tra le 128 organizzazioni che hanno preso parte all’indagine sull’analisi di clima organizzativo e che rappresentano l’eccellenza dei luoghi di lavoro in Italia.
53.610 collaboratori appartenenti a queste aziende hanno espresso la propria opinione sull’ambiente lavorativo e l’analisi dei dati risultanti ha permesso di stilare questa classifica.
Le aziende sono state suddivise all’interno di 4 categorie organizzate in base alla loro dimensione (numero di dipendenti).
La classifica Great Place to Work è basata principalmente sulle opinioni dei dipendenti delle aziende interessate alla qualità del proprio ambiente di lavoro: il personale, compilando il questionario Trust Index sull’analisi di clima aziendale, hanno assegnato dunque alla propria organizzazione il titolo di Best Workplace.
Il modello su cui si basa il questionario Trust Index mette in evidenza come un ambiente di lavoro eccellente sia caratterizzato da tre relazioni fondamentali:
una relazione di fiducia reciproca con il management aziendale,
il rapporto di orgoglio per il proprio lavoro e per l’organizzazione di cui si fa parte
e la qualità dei rapporti con i colleghi.
Le dimensioni indagate sono 5: Credibilità, Rispetto ed Equità, misurano la fiducia dei dipendenti nei loro manager, mentre le altre due, Orgoglio e Coesione, mirano a valutare il rapporto dei dipendenti con il loro lavoro e la loro azienda, le loro sensazioni riguardo ad essi, e il divertimento nel luogo di lavoro con gli altri colleghi.
Great Place to Work Italy: la parola alle aziende
Abbiamo contattato diverse aziende inserite nella lista dei migliori posti per lavorare nel 2021 in modo da comprendere, attraverso le loro parole, quali siano le strategie e le best practice in grado di creare un ambiente di lavoro sereno e coeso, basato sulla fiducia e il rispetto, così da guadagnarsi l’ambito titolo di Best Workplace.
Serena Rossi – HR DIRECTOR · Stryker
“Stryker è una vera people oriented company, dove il capitale umano viene valorizzato in ogni suo aspetto.
Alimentiamo ogni giorno relazioni basate sulla fiducia trasmettendo i valori della diversità e dell’inclusione, autentici acceleratori di ogni investimento sulle nostre persone.
Essere tra i Best Workplaces è un motivo di orgoglio e di miglioramento continuo.”
Piermattia Menin – Managing Director Human Resources Italy · DHL EXPRESS
“Dietro a questo importantissimo riconoscimento c’è tanto lavoro e grande dedizione alle persone che lavorano in DHL; lavoro che non si concentra nel periodo di “rilevazione e survey”, ma che dura tutto l’anno.
Tutto parte dalla nostra Mission e di conseguenza dai nostri valori e comportamenti che sono per noi la stella polare a cui indirizzare ogni nostra azione. Attraverso un’attenzione quasi maniacale ai comportamenti di ognuno di noi, attraverso un coinvolgimento quotidiano che attraversa tutta l’organizzazione all’AD all’ultimo dei collaboratori, siamo riusciti in questi anni a trasferire un mindset che oggi è diffuso a tutti.
Un esempio molto pratico è quello di mantenere aperto un canale comunicativo a due vie con le persone. Le persone, con il proprio responsabile e i propri colleghi, si confrontano e si danno feedback in maniera continuativa in ottica di miglioramento continuo del proprio ambiente di lavoro.
A seguito di questi feedback vengono creati Action Plan di Team, monitorati nel tempo e sui quali capo e collaboratori fanno regolarmente il punto della situazione affinché insieme si possa cambiare rotta nel caso mutassero le esigenze delle persone.
Possono essere cose scontate, ma non lo sono affatto”.
Gianluca Bilancioni – CFO / HR DIRECTOR · Teleperformance
“Due anni fa abbiamo preso coscienza che le persone non fossero il reale centro di Teleperformance: lo erano sulla carta ma non nel cuore, nello spirito, nella passione della nostra azienda.
Abbiamo raso al suolo la Funzione HR e dalle sue ceneri sono spuntate non procedure e istruzioni operative ma incontri personali che iniziavano con “come posso aiutarti nel lavoro quotidiano?” e terminavano con “quali sono i tuoi sogni personali e professionali?”.
Un fuoco di passione ha incendiato Teleperformance e ogni cosa si è illuminata.
La luce ha inondato l’azienda e ricevere il Premio “Great Place to Work” per la prima volta nella storia di un Contact Center italiano è sembrato quasi scontato”.
Marco Russomando, Head of HR & Organization di illimity
“Fin dalla nascita di illimity, poniamo un’attenzione particolare alle persone, tanto da renderle uno dei pilastri di sostenibilità dell’azienda.
Ascoltiamo continuamente gli illimiters: abbiamo un sistema di welfare su misura, corsi di formazione trasversali ed abbiamo attivato il programma illimity w.o.w. (Way of Working) che ci permette di lavorare per metà del tempo in ufficio e per l’altra metà da un’altra parte, non necessariamente a casa.
Uno dei nostri focus è la ‘Diversity & Inclusion’, un concetto molto integrato nella cultura aziendale; nei nostri oltre 700 illimiters sono, infatti, presenti oltre 20 nazionalità e cerchiamo sempre di garantire la parità di genere ed il giusto equilibrio nelle competenze.
Perché la performance collettiva è il motore di tutto ed è un multiplo di quella individuale”.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/1_19ott.jpg10801920Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-10-19 11:39:212021-10-20 10:27:35Great Place to Work Italia: come si diventa la migliore azienda in cui lavorare
Facebook è all’inizio di un percorso per contribuire a costruire la piattaforma informatica del futuro. Lavorando con altre realtà, sviluppano quello che viene comunemente definito il metaverso – una nuova generazione di esperienze virtuali interconnesse che utilizzano tecnologie come la realtà virtuale e aumentata.
Il metaverso si basa sull’idea che rafforzando la sensazione di “presenza virtuale”, l’interazione online può diventare molto più vicina all’esperienza che si ha con le interazioni di persona. Il metaverso ha il potenziale di aiutare a sbloccare l’accesso a nuove opportunità creative, sociali ed economiche. E saranno gli europei a plasmarlo fin dall’inizio.
Nessuna azienda sarà proprietaria del metaverso, né lo gestirà. Come nel caso di Internet, la sua caratteristica distintiva sarà di essere aperto e interoperabile. Per far nascere tutto questo sarà necessaria la collaborazione e la cooperazione tra aziende, sviluppatori, creator e politici. Per Facebook, richiederà anche continui investimenti nel prodotto e nei talenti tecnologici e questa crescita riguarderà tutta l’azienda.
Per questo motivo oggi annunciamo un piano per creare 10.000 nuovi posti di lavoro altamente qualificati nell’Unione Europea (UE) nei prossimi cinque anni. Questo investimento è un voto di fiducia nella forza dell’industria tecnologica europea e nel potenziale del talento tecnologico europeo.
L’Europa è estremamente importante per Facebook. A partire dalle migliaia di dipendenti in presenti nell’Unione Europea, fino ai milioni di aziende che utilizzano le nostre app e i nostri strumenti ogni giorno, l’Europa è una parte importante del nostro successo, come lo è Facebook del successo delle aziende europee e dell’economia in generale.
Questo è un momento entusiasmante per la tecnologia europea. L’UE offre una serie di vantaggi che la rendono un luogo ideale per le aziende tecnologiche per investire – un mercato di consumo di grandi dimensioni, università eccellenti e, soprattutto, talenti di alto profilo. Le aziende europee sono all’avanguardia in diversi campi, che si tratti della biotecnologia tedesca che ha contribuito a sviluppare il primo vaccino MRNA o della coalizione di neo-banche europee che stanno facendo da apripista al futuro della finanza.
La Spagna sta assistendo a livelli record di investimenti in start-up che soddisfano qualsiasi bisogno, dalla consegna di generi alimentari online alla neuro-elettronica, mentre la Svezia è pronta a diventare, entro il 2023, la prima società al mondo senza contanti.
Da tempo crediamo che il talento europeo sia leader a livello mondiale, ed è per questo che abbiamo effettuato investimenti così consistenti nel corso degli anni – dal finanziamento di borse di studio per l’Università Tecnica di Monaco, all’apertura del nostro primo grande laboratorio europeo di ricerca sull’Intelligenza Artificiale con il programma di accelerazione FAIR in Francia, fino all’apertura della sede dei Facebook Reality Labs a Cork.
Oltre ai talenti tecnologici emergenti, l’UE ha anche un ruolo importante da svolgere nel definire le nuove regole di internet. I politici europei sono in prima linea nell’aiutare a includere valori europei, come la libertà di espressione, la privacy, la trasparenza e i diritti delle persone, nel funzionamento quotidiano di internet. Facebook condivide questi valori e nel corso degli anni abbiamo intrapreso azioni significative per sostenerli. Speriamo di vedere il completamento del Mercato Unico Digitale per sostenere ulteriormente gli attuali punti di forza dell’Europa, così come la stabilità sui flussi di dati internazionali che sono essenziali per una fiorente economia digitale.
Nell’iniziare il viaggio per trasformare il metaverso in una realtà, una delle più urgenti priorità per Facebook è quella di trovare ingegneri altamente specializzati. Non vediamo l’ora di lavorare con i Governi di tutta l’UE per trovare le persone giuste e i mercati giusti per portare avanti questo obiettivo, come parte di una prossima campagna di reclutamento che avverrà in tutta la regione. E mentre Facebook continua a crescere in Europa, speriamo di investire di più nel suo talento e continuare a innovare in Europa, per l’Europa e il mondo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/1_company-_rox.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-10-18 17:03:382021-10-27 15:46:03Facebook investe nel talento europeo per contribuire a costruire il metaverso
Negli ultimi due anni la pandemia e i lockdown hanno accelerato la trasformazione digitale, evidenziando la necessità da parte delle aziende di innovarsi e di inserire nel team figure tecniche in ambito sviluppo, aumentando di fatto la domanda per chi opera in questo settore.
A confermarlo sono gli stessi sviluppatori: il 41% dei freelance afferma infatti di aver registrato un incremento positivo del lavoro durante l’emergenza sanitaria. Secondo il 61% dei developer, il lavoro dello sviluppatore si evolverà nel tempo e, in ogni caso, sarà sempre più richiesto.
È la fotografia dell’ecosistema degli sviluppatori di software in Italia, sia dipendenti che freelance, scattata dalla seconda edizione di “The State of Development in Italy”, l’indagine realizzata da BitBoss, startup innovativa incubata in I3P (incubatore delle imprese innovative del Politecnico di Torino) che svolge il ruolo di software house in grado di aiutare startup e imprese tradizionali a sviluppare prodotti digitali. Il report completo può essere scaricato qui.
Il tutto grazie ad un team di sviluppatori provenienti da ogni parte d’Italia e ad una metodologia di lavoro studiata per garantire ai clienti efficacia, partecipazione e controllo totale durante l’intero ciclo di sviluppo.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita del gap tra domanda e offerta di sviluppatori. È vero che il numero di developer è cresciuto fortemente, anche grazie all’ampliamento dell’offerta formativa in questo ambito, ma ancora di più è cresciuta la domanda delle aziende, sempre più alla ricerca di figure che possano accelerare il loro processo di innovazione”, sottolinea Riccardo Barbotti, co-fondatore di BitBoss.
L’indagine mostra infatti un settore in salute e in grande fermento: solo il 10% degli sviluppatori dipendenti intervistati afferma di essere attivamente alla ricerca di lavoro e in 9 casi su 10 i developer italiani si dicono soddisfatti del proprio lavoro. Ma allo stesso tempo sono aperti a nuove opportunità (59%): questo denota una costante ricerca di condizioni lavorative sempre più favorevoli e stimolanti.
“In questa situazione, le aziende devono competere per conquistare le risorse migliori: a vincere sono quelle che riescono a creare le condizioni di lavoro migliori (al di là del trattamento economico) che possano attrarre questi preziosi professionisti”, aggiunge Barbotti.
Per guidare le aziende e supportarle in un percorso di crescita e innovazione, BitBoss ha dunque messo in evidenza con la sua indagine quali siano le richieste degli sviluppatori: le aziende che ricercano risorse di questo tipo dovrebbero in primis offrire un ambiente lavorativo interessante e stimolante per delle figure che sono sempre attente a cogliere nuove opportunità.
Cosa cercano i developer: flessibilità e trattamento economico
Andando a guardare ciò che i developer ritengono importante nella ricerca di un nuovo lavoro da dipendenti, l’indagine evidenzia al primo posto il trattamento economico, fattore imprescindibile per quasi l’80%.
Tuttavia, emergono altri punti interessanti: mentre per il 59% è importante avere a che fare con un ambiente dove si hanno prospettive di crescita e di leadership, la necessità di flessibilità sia dal punto di vista dell’orario che del luogo di lavoro è fondamentale per 7 su 10.
La ricerca di libertà e di flessibilità lavorativa è d’altra parte la motivazione più forte per gli sviluppatori che hanno scelto di intraprendere una carriera da freelance (57%) e il 35% non sarebbe disposto a rinunciare alla propria flessibilità in cambio di un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.
Tra l’altro, la maggioranza degli intervistati lavora con clienti Italiani su scala locale (46%) e nazionale (60%) e più del 20% dichiara di lavorare anche con clienti esteri. In particolare questi dati dimostrano come la distanza fisica che può intercorrere tra il freelance e i suoi clienti non rappresenti un ostacolo significativo.
Gli sviluppatori e il remote working: 1 su 3 preferisce una formula ibrida
Emerge quindi come la professione dello sviluppatore si sposi alla perfezione con il remote working: il 67,2% degli intervistati (sia dipendenti che freelance) afferma di lavorare sempre o molto spesso da remoto e il 93,5% ha lavorato almeno una volta a distanza.
Nel dettaglio, BitBoss mostra come circa l’86% dei freelance affermi di lavorare sempre o molto spesso da remoto, contro il 63% dei dipendenti. Inoltre il 25,5% dei developer dipendenti in piccole aziende (meno di dieci dipendenti) afferma di non aver mai lavorato da remoto o di averlo fatto raramente. Di contro, solamente il 15% dei developer che lavorano per grandi aziende (più di 20 dipendenti) ha dato queste risposte.
Del lavoro da remoto si dice soddisfatto il 62% dei developer (sia dipendenti che freelance), che spera che questo tipo di approccio si diffonda sempre di più. Tuttavia, un 30% degli intervistati ritiene che il full remote non sia del tutto funzionale e propone di adottare una formula ibrida tra lavoro da remoto e in presenza. Chi si dichiara contrario al remote working invece sottolinea come aspetto negativo dell’esperienza il distaccamento dal team di lavoro e lamenta principalmente la mancanza di un contatto diretto con i colleghi.
Il rapporto tra aziende e sviluppatori
La ricerca di BitBoss si è focalizzata su tre posizioni specifiche che i developer dipendenti ricoprono in azienda: sviluppatore (69%), tech lead (23%) e CTO (5%). Nella maggior parte dei casi, i developer affermano di voler continuare a svolgere un ruolo operativo, lavorando sul codice e migliorando sempre di più, ma non manca un 32% che ambisce ad assumere un ruolo più manageriale e di controllo diventando CTO o Tech Leader.
Una percentuale più ristretta ma rilevante (14%) sogna di diventare imprenditore, abbandonando quindi il lavoro da dipendente e mettendosi in gioco con progetti personali.
Tra gli sviluppatori dipendenti intervistati, il 54% lavora in grandi aziende che contano più di 50 dipendenti, mentre meno del 20% è impegnato in micro imprese. “Probabilmente queste realtà si trovano a essere meno competitive rispetto alle grandi aziende dal punto di vista dell’offerta nel mercato del lavoro e non riescono a dare agli sviluppatori quegli incentivi che per loro sono importanti: un salario competitivo e condizioni lavorative più appetibili.
Un’altra ipotesi potrebbe essere data dal fatto che le aziende più piccole preferiscono collaborare con freelance piuttosto che assumere personale interno”.
Trattamento economico: all’estero si guadagna meglio
Secondo l’indagine di BitBoss, il 49% dei developer dipendenti dichiara di guadagnare tra i 1500€ e i 2000€ netti al mese.
Per quanto riguarda i freelance intervistati, la fascia più densa (34%) applica tariffe lorde giornaliere tra i 200€ e i 300€ lordi. Chi lavora con clienti esteri afferma inoltre che nell’85% dei casi riesce a ottenere compensi migliori fuori dai confini italiani.
“Una percentuale che pone l’accento su un gap retributivo già noto e che evidenzia una debolezza del nostro Paese rispetto ad altri”, sottolinea Riccardo Barbotti. “Questa è la differenza più evidente che intercorre tra il mercato degli sviluppatori in Italia e alcuni Paesi nel resto del mondo: uno sviluppatore in Italia viene mediamente pagato meno rispetto a molti paesi occidentali avanzati e ciò non è necessariamente dovuto a una differenza di competenze tra i developer italiani e quelli stranieri. Circa l’80% delle aziende italiane è composto da micro imprese che, date le risorse limitate, potrebbero voler dare la precedenza a investimenti di altro tipo e allocare budget ridotti sull’innovazione e sul digitale. Inoltre non sempre viene percepito il reale valore in termini di ritorno dell’investimento in innovazione”.
Tecnologie: gli ambiti e i linguaggi più amati dagli sviluppatori italiani
BitBoss ha inoltre indagato lo scenario legato ai tipi di applicazioni più sviluppate, ai framework e ai CMS più utilizzati.
Molti sviluppatori dichiarano di spaziare con le loro competenze in diversi ambiti: lo sviluppo web domina la classifica con un 76% di intervistati che dichiarano di sviluppare back-end e 70% front-end. Seguono app mobile (30%) e desktop (28%). Il 3% dichiara di sviluppare sia web che mobile mentre, prendendo a riferimento solo la percentuale di web developer, il 57% di loro dichiara di essere full-stack.
Chiudono la classifica le applicazioni legate al Machine learning, al gaming e ad altri tipi di programmazione come ad esempio quelli legati all’automazione industriale.
Per quanto riguarda i linguaggi, Javascript si conferma il più utilizzato in assoluto: il 73,5% dichiara di utilizzarlo regolarmente. Seguono HTML/CSS (61%), SQL (55%) e PHP (39%).
BitBoss: le aziende italiane hanno bisogno di innovare
“Le aziende italiane stanno ancora imparando come innovare sotto questi punti di vista, per offrire agli sviluppatori la possibilità di utilizzare tecnologie all’avanguardia, lavorare in team con tool innovativi e con un approccio smart”, conclude Riccardo Barbotti, co-fondatore di BitBoss.
“È necessario innovare la cultura dello sviluppo software in Italia: come BitBoss lo stiamo facendo in primis con il nostro metodo, ispirato ai trend internazionali ma adatto a tutte le realtà presenti sul mercato italiano”.
BitBoss ha infatti sviluppato il suo metodo di lavoro ispirandosi in parte al modello Scrum della metodologia Agile e in parte al background professionale dei singoli soci, tutti provenienti dal mondo startup.
In BitBoss ogni progetto innovativo viene trattato come una vera e propria startup: “ogni azienda che vuole entrare nel mondo digitale per quanto sia strutturata, dal momento in cui entra nel mondo digitale, è a tutti gli effetti una startup”, sottolinea Barbotti.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/2_18_sett.jpg10801920Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-10-18 11:30:372021-10-19 11:39:45REPORT: Le aziende cercano programmatori (ma il problema è ancora il compenso)
Bit2win acquisisce Datalytics con l’obiettivo di fondere le competenze tecnologiche e professionali e rappresentare la scelta top of mind nei mercati di riferimento, rispondendo così alle esigenze di un contesto in continua evoluzione tramite un servizio più completo.
Davide Feltoni Gurini (CEO Datalytics) e Andrea Galbiati (CEO Bit2win) sono d’accordo nell’affermare che l’acquisizione avrà un forte impatto nel piano strategico aziendale, consentendo alle due realtà di integrare e valorizzare la propria offerta.
Datalytics è stata fondata da Davide Feltoni Gurini (CEO) e Marco Caruso (CTO) nel 2014 ed offre tecnologie interamente personalizzabili per attivare i consumatori e convertirli in clienti fedeli tramite campagne coinvolgenti declinate su canali digital e social.
L’azienda vanta una suite proprietaria completa, con soluzioni che si integrano perfettamente all’interno del panorama Bit2win, completandone e ampliandone l’offerta.
Due nuovi prodotti
Bit2win Customer Engagement, infatti, consente alle aziende dei settori B2B e B2C di creare un’esperienza cliente coinvolgente tramite programmi di fidelizzazione e relazioni personalizzate.Grazie all’acquisizione delle competenze di Datalytics, la soluzione di Bit2win si arricchisce di due importanti prodotti:
ENGAGE: è il software che permette di costruire una Customer Experience personalizzata, che include la visualizzazione di contenuti User Generated su tutti i dispositivi o touch point a disposizione del brand, dal maxi-schermo all’impianto Out of Home. La piattaforma, certificata MISE, permette inoltre di gestire in piena autonomia social e digital contest in formati come “Quiz”, “Buy&Win”, “Play&Win”.
WHATSAPP ENTERPRISE: è la soluzione che rivoluziona la Customer Experience in ambito Retail, offrendo ai consumatori un servizio veloce di personal shopping per l’acquisto di prodotti direttamente dal proprio smartphone. Whatsapp Enterprise permette inoltre ai retailers di utilizzare un unico numero verificato e impiegare operatori umani che gestiscano le richieste inbound, aumentando e migliorando il processo di vendita online. La soluzione rappresenta, inoltre, un nuovo canale di outbound marketing per l’invio di messaggi promozionali al consumatore.
L’acquisizione di Datalytics rappresenta un valore aggiunto per Bit2win grazie alle nuove soluzioni che andranno ad arricchire la nostra suite. Saremo ancora più competitivi, in settori in continua evoluzione, con l’obiettivo di rispondere alle esigenze dei mercati e portare i business ad un livello più elevato. Consapevoli che oggi l’esperienza è un elemento imprescindibile per tutte le aziende che vogliono conquistare i loro clienti, abbiamo deciso di incrementare la nostra soluzione di Customer Engagement con prodotti rivoluzionari. Il futuro di Bit2Win è ora ed insieme possiamo concretizzare grandi idee.
Andrea Galbiati, CEO e Founder Bit2win.
Ritengo che l’acquisizione di Datalytics da parte di Bitw2in rappresenti un’opportunità importante e stimolante per entrambe le aziende. Datalytics da sempre persegue e crede in un modello di business che faccia della collaborazione, della modernizzazione e della voglia di offrire soluzioni sempre più innovative i suoi punti di forza e in Bit2win abbiamo trovato lo stesso entusiasmo. Nel contesto contemporaneo i consumatori sono sempre più esigenti, al termine del customer journey prediligono l’acquisto di vere e proprie esperienze e non solo di prodotti fisici. Credo allora che gli strumenti di Datalytics e le competenze di Bit2win insieme possano davvero portare il Customer Engagement su un altro livello, coinvolgendo e fidelizzando i consumatori come mai fino ad ora.
Davide Feltoni Gurini, CEO and Co-Founder Datalytics.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/3_18_ott.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-10-18 10:49:262021-10-18 10:49:26Bit2win effettua la sua prima acquisizione con Datalytics
Quindicesimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.
L’argomento scelto per questa puntata è l’Influencer Marketing: ne abbiamo discusso con Matteo Pogliani, Partner di Openbox & Founder dell’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing (ONIM), che ha la mission di fare cultura e dare insight concreti sull’Influencer Marketing nel mercato italiano. Autore dei libri “Influencer marketing: valorizza le relazioni e dai voce al tuo brand” e “Professione Influencer”.
Non perderti i punti salienti dell’intervista:
L’evoluzione e la crescita esponenziale dell’Influencer Marketing: min 02,50
Report 2020 sull’Influencer Marketing: min 11,00
Relevance: una metodologia multi-kpiolistica: min 24,00
Analisi mensili sui social network: min 34,30
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/1920x1080-antearticoli-–-2-min.png10801920Rossella Pisaturohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRossella Pisaturo2021-10-15 15:57:132021-10-15 17:27:48Febbre da Influencer: qual è il termometro giusto per il tuo brand (e come curarti)
In un contesto sempre più “globale” (quello del web e dei social network) parlare “local” può significare distinguere la propria offerta, renderla unica e inimitabile, fidelizzare i clienti.
Il Local Marketing si basa molto sulla costruzione di relazioni all’interno della tua zona geografica di riferimento o entro un certo raggio dalla tua attività.
Che cos’è il local marketing?
Il local marketing è un tipo di marketing che si rivolge specificamente ai clienti che vivono entro una certa distanza dalla sede della tua azienda, del tuo negozio.
Questo metodo consente alle aziende di commercializzare beni e servizi a potenziali clienti che vivono in una determinata città o località. Le piccole imprese spesso trascurano questa strategia di marketing, poiché molte di loro prendono spunto da conglomerati più grandi.
Seguire le strategie di marketing dei grandi player è fantastico, in teoria. Ma a meno che tu non possa competere con enormi budget , probabilmente non avrai lo stesso successo.
Ecco 5 suggerimenti che potranno aiutarti a realizzare un’efficiente strategia di local marketing.
1. Conosci il tuo pubblico
Il primo e più importante passo nello sviluppo di qualsiasi campagna di marketing è sapere chi è il tuo pubblico in gergo tecnico le tue buyer personas.
Non dovresti solo sapere a quale gruppo appartiene il cliente ideale, ma anche avere un’idea degli interessi del cliente ideale e di cosa gli piacerà.
Dovresti anche scoprire “dove” si trova il tuo pubblico. Ad esempio, su quali piattaforme di social media il tuo pubblico trascorre più tempo?
La Local Seo è importante perché aiuta le persone a trovare il tuo sito web aziendale online.
Questa è la chiave per le attività locali che vogliono apparire nella prima pagina dei motori di ricerca come Google. Molte persone (i tuoi clienti target, infatti) digitano la loro posizione, più una parola chiave quando eseguono una ricerca.
I primi tre siti nel riquadro rosso otterranno praticamente tutti i clic. Per dare alla tua attività le migliori possibilità di essere in questa casella, dovrai ottimizzare il tuo sito per la SEO.
Saresti sorpreso di scoprire che la maggior parte dei piccoli brand non ottimizza i propri siti web e questo lascia aperta una importante possibilità per te.
Ecco alcuni rapidi suggerimenti SEO per il tuo sito:
Usa un design/tema del sito web che sia responsive (il che significa che il tuo sito si adatta automaticamente quando viene visualizzato su dispositivi mobili).
Scegli come target una manciata di parole chiave che il tuo cliente ideale cercherà; questi saranno probabilmente una combinazione tra “la tua posizione” + “il tuo servizio/prodotto/marchio”.
Ottimizza titolo e meta tag per parole chiave sull’intero sito, sia sui post del blog che sulle singole pagine.
Aggiungi pagine utili al tuo sito web, rispondi alle domande più comuni dei clienti e includi le tue parole chiave mirate.
Includi il nome, l’indirizzo e il numero di telefono della tua attività in ogni pagina del tuo sito.
Questo aspetto si lega all’ottimizzazione per i motori di ricerca ed è una componente importante di qualsiasi strategia di marketing locale. Oltre al tuo sito web, devi anche assicurarti che la tua attività compaia in altri “luoghi” online.
Il primo punto da cui puoi iniziare è rivendicare la tua attività su Google My Business, directory vitale che può aiutarti a iniziare a pubblicare annunci locali online e rafforzare la tua presenza sui motori di ricerca.
Se sei un professionista, hai un ristorante o un albergo, essere presente su elenchi di attività commerciali locali e siti di recensioni come Tripadvisor, Yelp è una parte importante della strategia di marketing locale.
Quindi, assicurati di iscrivere la tua attività a queste directory e portali, non dimenticare di cercare anche le directory locali; è probabile che ci saranno altri siti disponibili, come quelli realizzati da associazioni di categoria, reti di imprese o Camere di Commercio.
Assicurati di includere anche il tuo nome, indirizzo e numero di telefono su ogni directory e sito web, in modo che le persone sappiano come contattare la tua azienda una volta che ti trovano online.
4. Email Marketing
Spesso l’email marketing viene sottovalutato dimenticato per il marketing locale delle piccole imprese.
Quando un sondaggio di Infusionsoft e Leadpages ha chiesto quali fossero i canali di marketing preferiti dai proprietari di piccole imprese, l’email marketing è arrivato terzo, come evidenziato dal grafico seguente:
Certo, mettiamo sempre al primo posto i social media, ma l’email marketing ha mostrato un ritorno sull’investimento migliore, una generazione di lead più elevata e un potere d’acquisto maggiore rispetto ai social.
Una buona strategia di email marketing offre molti vantaggi per una piccola impresa:
Aiuta a costruire un elenco di potenziali clienti
Consente connessioni con i clienti su base regolare tramite newsletter
Permette di promuovere di offerte tramite coupon speciali, sconti ed eventi
Fornisce un modo per offrire un servizio e un’attenzione personalizzati
Ognuna di queste funzionalità può mantenere la tua attività in primo piano con i tuoi clienti, fornire un servizio eccellente e creare fiducia. È molto più probabile che qualcuno che si fida di un marchio acquisti da loro e sia un cliente fedele .
5. Social media per le imprese locali
I social media sono una parte indispensabile del marketing digitale, non importa quanto sia grande la tua azienda.
Le piattaforme social sono il luogo in cui diventiamo amici del nostro pubblico di destinazione e dei clienti per una relazione a lungo termine. Come in tutti i tipi di relazioni, qui dobbiamo essere compassionevoli e considerare ciò di cui hanno bisogno.
I social media non sono un canale per proporti, ma una buona opportunità per aiutare il tuo pubblico e migliorare la loro vita. All’interno di tutti gli ambienti virtuali e fisici, le persone sono circondate dalla pubblicità.
Un post sui social media che dice solo “Comprami” non è interessante per le persone nell’era digitale.
Quello che le persone vogliono vedere per essere interessate è “Posso aiutarti in questo” se mi compri.
Per social media non si intendono solo Facebook, Instagram ma anche WhatsApp e Messenger, che oggi stanno aiutando le aziende locali a comunicare facilmente con i loro clienti.
Ad esempio, l’app WhatsApp Business è ottima per creare un catalogo e mostrare i tuoi prodotti e servizi. In più, consente di utilizzare strumenti speciali per automatizzare, ordinare e rispondere rapidamente ai messaggi.
Con Messenger puoi rispondere rapidamente alle domande dei tuoi potenziali clienti. Essere disponibili su un’app che le persone hanno sui propri smartphone, è pratico e li fa sentire al sicuro.
Quindi, sii presente tramite messaggi live o chat bot, o idealmente entrambi!
Come si misurano i risultati di una strategia di local marketing
La misurazione dei risultati è un approccio su più fronti che prevede il monitoraggio delle metriche sia digitali che in negozio.
La raccolta e l’analisi dei dati è fondamentale e i dati possono provenire da molte fonti. I dati sulle vendite di persona possono essere estratti e analizzati dai sistemi del punto vendita, ad esempio.
Tuttavia, è importante non fare affidamento solo su quelli, poiché escludono un’ampia fascia di clienti al di fuori del negozio. Le metriche digitali come l’analisi del sito web, il ritorno sull’investimento della tua pubblicità digitale e le informazioni raccolte dal tuo software di gestione delle relazioni con i clienti (CRM) svolgono tutte un ruolo nella misurazione del successo dei tuoi sforzi.
In conclusione possiamo dire che un local marketing che funziona è un mix di competenze tecniche , tool adeguati, social, pr e molta creatività.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/1-fabio.jpg10801920Andrea Venturahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAndrea Ventura2021-10-15 12:30:382021-10-18 11:39:525 consigli per migliorare la tua strategia di Local Marketing
Nel 1998 usciva il film “You’ve Got Mail” con due giovanissimi Tom Hanks e Meg Ryan. Si trattava di un remake di “Scrivimi fermo posta” dove al posto delle lettere Tom e Meg utilizzavano le nuovissime email. Ora, nel 2022, sonocirca 4 miliardi le persone che utilizzano le email, metà della popolazione mondiale.
Il film di Nora Ephron e i dati di Statista ci mostrano come l’email sia entrata nella nostra quotidianità. Uno strumento efficace anche per il marketing: dem, newsletter e transazionali, le mail vengono utilizzate nelle strategie digital e di comunicazione.
Secondo una ricerca di Mailup, nel 2020 sono state inviate dalla piattaforma ben 14 miliardi di email di cui il 68% newsletter, il 26% dem e il 3% transizionali. Il covid-19 e la relativa quarantena ha fatto impennare i tassi di apertura della mail (+11% aperture uniche rispetto al 2019).
Ok, fin qui tutto bello… ma come si fa a realizzare una mail performante? Come si fa a non farsi ignorare dei lettori, così presi dal logorio della vita e dalle valanghe di spam? Per abbattere la muraglia cinese del “ti prego apri la mail!” ecco 9 semplici ed efficaci consigli da seguire per un’email marketing a prova di cestino.
1# Una mail personalizzata è una mail apprezzata
Personalizzare l’oggetto della mail è un’ottima strategia per rendere più umana e calda la comunicazione. Utilizzando le numerose piattaforme di email marketing disponibili (tra le più famose Mailchimp e Mailup, ad esempio) è possibile inserire dei tag di personalizzazione come il nome del destinatario.
Se non si utilizza un tool di Email Marketing è possibile pensare a delle personalizzazioni differenti come, ad esempio, il luogo geografico degli iscritti al database. Dipende tutto da come avete profilato i vostri contatti!
2# Precisi, concisi e dritti al punto per una Email Marketing vincente
Il primo errore di chi lavora nel digital e quello di non pensare agli utenti mobile. Da smartphone le mail si visualizzano in meno spazio, se si scrive un oggetto troppo lungo si rischia di non farlo leggere ai destinatari.
Importante, quindi, scrivere un oggetto il più corto possibile massimizzando l’efficacia. Andiamo dritti al punto, senza giri di parole, ed evitiamo parole “riempitive” o inutili al fine della conversione.
Uno studio svolto da Marketo ha dimostrato come la percentuale di apertura della mail si inversamente proporzionale al numero di parole usate nell’oggetto. Interessante invece la relazione tra il numero di parole e il click-through rate (CTR) che subisce delle variazioni in base al numero di parole utilizzate.
Ovviamente questi dati non sono da prendere alla lettera, ci sono altre variabili da tenere in considerazione (e di cui parleremo in questo articolo), ma sono utili per spronarci a scrivere degli oggetti semplici, diretti e soprattutto brevi.
3# Non dimenticarti del Pre Header!
Dopo l’oggetto inizia una nuova area dedicata ad altro testo, si tratta del pre header. A volte si dimentica l’importanza di questo spazio ma, se sfruttato con intelligenza, può diventare un ottimo alleato della Email Marketing.
Per scrivere un buon pre header:
Non bisogna ripetere quello che c’è scritto nell’oggetto.
Si deve cercare di dare un’anteprima o un approfondimento sulla mail.
Se utile, si possono usare dei campi personalizzati.
Deve instillare curiosità in chi legge.
Deve essere semplice da leggere e comprensibile a tutti.
Nota: non vi preoccupate sul numero di caratteri da utilizzare, se il testo risulta troppo lungo viene automaticamente tagliato con l’aggiunta dei tre puntini. Si può sfruttare questa particolarità per aumentare la curiosità e invogliare alla lettura!
4# Le mail con i numeri nell’oggetto performano meglio
Ok, starete pensando “Ma cosa c’entrano i numeri con le email?”. Domanda legittima, per spiegarvi il motivo utilizzerò le parole di Debra Jason:
“Il nostro cervello è attratto dai numeri perché organizzano automaticamente le informazioni in un ordine logico. Nel marketing e nella pubblicità, la tua headline è una pubblicità per il tuo contenuto. Una singola, piccola cifra dispari, come il 7, per esempio, è come una caramella per la tua mente organizzativa”
Questa regola vale anche per l’oggetto dell’email. Yesware ha analizzato circa 115 milioni di oggetti di email e ha confermato questa teoria: gli oggetti contenenti numeri avevano un tasso di apertura più alto rispetto alla media.
Facciamo un esempio, quale tra i due oggetti è più efficace?
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Il secondo oggetto è più efficace, non solo perché utilizza dei numeri ma anche perché da un’idea precisa di cosa stiamo offrendo: quanti chili perdere e in quanto tempo. In maniera chiara, precisa e con poco testo.
5# Usa le “power words” nella tua Email Marketing
Le “power words” sono delle parole che riesco a scatenare nella mente del lettore delle emozioni potenti, solitamente ataviche e non controllabili perché appartenenti al nostro subconscio.
Queste parole fanno leva su emozioni ancestrali come il senso di appartenenza ad un gruppo, il bisogno di sicurezza, etc. Ci sono molti studi a riguardo e davvero tantissimi libri che trattano l’argomento in maniera approfondita (ad esempio questo articolo di contentmarketinginstitute.com).
Perché non utilizzare queste parole per l’oggetto delle email? Possiamo utilizzarle per:
Generare curiosità
Il nostro cervello si attiva automaticamente quando messo di fronte a qualcosa di ignoto, non definito o non chiaro. Il nostro desiderio di mettere tutto in ordine ci obbliga a soffermarci su ciò che leggiamo per approfondire.
Parole come “dietro le quinte”, “inaspettato”, “privato” generano curiosità nel lettore, voglia di saperne di più e, quindi, di cliccare sulla nostra mail. Un esempio concreto, avrete sicuramente ricevuto mail da brand di moda che vi invitavano a delle “private sale” oppure a visitare il “dietro le quinte della sfilata”.
Giocare con la vanità
Sentirsi belli, star bene, avere un aspetto salutare e attraente è uno stimolo tanto antico quanto forte nel genere umano. Colpire la vanità dei nostri lettori è un’ottima strategia, soprattutto se vendiamo prodotti di cosmetica, skin care, healthy, etc.
Alcune power words sono “brillante”, “sano” ma anche “elite”, “migliore”, “forte”. Parole che lavorano sul nostro senso di apparire al meglio, sia fisicamente che psicologicamente che socialmente.
Ispirare fiducia
Tanto difficile da guadagnare quanto facile da perdere, la fiducia è molto importante per ogni brand. Solo un utente che si fida di noi acquisterà i nostri prodotti e ci consiglierà agli amici.
Anche aprire una email è un gesto di fiducia: devo fidarmi di te, capire che non mi stai imbrogliando e fare quel passo verso l’ignoto, aprire la mail e leggere cosa c’è dentro.
Parole come “esperti”, “garantito”, “ufficiale” e “sicuro” sono parole che esprimono fiducia e danno un senso di ufficialità a ciò che sto leggendo. Possiamo leggere degli esempi negli oggetti di email inviate da ospedali, centri estetici o associazioni.
Generare paura di perdere qualcosa
“Solo 99 pezzi disponibili, non lasciarti scappare l’offerta!” ecco un classico esempio di Email Marketing che sfrutta la FOMO (fear of missing out). La paura di restare senza, di non aver approfittato della promozione o di farsi scappare qualcosa di irripetibile è fortissima.
Possiamo usarla nell’oggetto con parole tipo “folle”, “irripetibile”, “solo per”, “errore”. Queste power words vengono principalmente utilizzate da brand che vendono online per spingere all’acquisto.
Attenzione però: sono parole molto forti e la loro carica negativa stressa il lettore. Se usate troppo a lungo possono perdere di efficacia e far perdere la credibilità e fiducia. Un esempio? Le offerte di Poltrone e Sofà!
6# Nessuno sa resistere agli sconti
Ovviamente la scontistica e le promo sono pensate proprio per invogliare all’acquisto, soprattutto quello compulsivo. Utilizzare le promo anche negli oggetti delle nostre mail è una scelta sempre vincente.
Possiamo poi mixare questo spunto con le power word e l’utilizzo dei numeri per rendere il nostro messaggio ancora più efficace! Un esempio “Solo per oggi -35% su tutti i prodotti” oppure “Private Sale: solo per te -15% sulla nuova collezione”.
Attenzione: non mentire ai tuoi clienti, mai! Come abbiamo detto prima, avere la loro fiducia è difficile ma è facilissimo perderla. Citando Ambra Angiolini “Se prometti poi mantieni” soprattutto se si parla di sconti.
7# Email Marketing per la brand awareness? Why not!
Non pensare alla email come un solo strumento di conversione per invogliare all’acquisto o alla sottoscrizione di un servizio. Si possono utilizzare anche per comunicare al nostro database delle news interessanti.
C’è una nuova collaborazione? Il sito verrà rinnovato? Partirà una nuova campagna con una influencer milanese sposata con un cantante tatuato? Comunicalo nelle tue email!
Puoi sfruttare le power words della curiosità per attirare l’attenzione e, perché no, legarci qualche promozione particolare riservata solo a chi legge la mail. Con le newsletter puoi costruire anche un rapporto più forte ed intimo con chi ti sta leggendo, non fermarti solo alla vendita!
8# Tutti ❤️ le emoji!
Le emoji hanno portato un tocco di colore nel mondo dei copy, anche negli oggetti delle email. Possono essere utilizzate come focus visivo oppure per comunicare qualcosa in più o anche per stimolare qualche emozione specifica.
Come abbiamo detto prima gli oggetti devono essere bravi e precisi, le emoji possono aiutarci comunicando con un’immagine concetti che avrebbero occupato spazio.
Ci soffermiamo sulle emoji perché chiediamo al nostro cervello di attivare una parte solitamente assopita durante la lettura: quella dell’interpretazione visiva. In un muro di testo compare qualcosa di diverso, cos’è? Fammi capire bene.
9# NON URLARE!
Una volta un cliente mi disse “meglio scrivere tutto in maiuscolo, così è più facile da leggere ed è impattante”. Ecco, non proprio. Come per la tavola, il teatro e le relazioni sociali anche per il digital esiste un galateo ben preciso dove il maiuscolo viene usato per urlare qualcosa.
Scegliere di urlare in un oggetto non è proprio la scelta più saggia. Come abbiamo visto ci sono tantissimi modi per attirare l’attenzione dei nostri lettori, perché dover essere così aggressivi?
Attenzione anche all’abuso dei punti esclamativi: mai usarne più di uno di fianco all’altro e in una frase. “Ultima occasione!!” funziona anche con un punto esclamativo. “incredibile! Il 30% di sconto su tutto!” un entusiasmo travolgente, forse troppo, meglio evitare i due punti esclamativi per un decoroso “Incredibile: il 30% di sconto su tutto!”.
Ok colpire il lettore, attirarlo… ma ricordiamoci le buone maniere. Immaginiamo se qualcuno entrasse all’improvviso dentro casa e iniziasse ad urlare e sbraitare, non ci sentiremo sicuramente a nostro agio.
9+1 Testare, sbagliare e riprovare
Concludo l’elenco con l’ultimo consiglio che suona più come un messaggio motivazionale: non smettete mai di provare, sbagliare e riprovare. Un errore non è la fine del mondo ma l’inizio di nuove possibilità e strategie.
Non arrendetevi mai al “abbiamo fatto sempre così” ma sperimentate cose nuove, nuove formule e strategie. Per farlo imparate dagli altri, sviluppate il pensiero laterale e, perché no, prendete spunto da articoli come questo.
L’importante è non fermarsi mai, il digital è troppo dinamico e veloce per permettersi il lusso di fare sempre la stessa cosa. Forza quindi, è tempo di pensare ad un nuovo oggetto per le prossime mail!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/fabio_company-1.jpg10801920Kyubi no Kitsunehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngKyubi no Kitsune2021-10-14 09:30:082021-10-13 15:10:329 consigli per scrivere l’oggetto perfetto per le tue email (ed evitare il cestino)
Il modo di lavorare non è più quello di qualche tempo fa: gli ultimi anni hanno completamente stravolto le nostre abitudini incoraggiandoci a rimanere in casa il più possibile.
All’inizio sembrava lo scenario di una distopia, ma adesso stiamo riadattando nuovamente la nostra quotidianità attendendo che la situazione torni, prima o poi, a stabilizzarsi.
In risposta, le aziende hanno cercato modi per continuare le loro operazioni da remoto grazie a Internet. Questi avvenimenti hanno accelerato notevolmente il processo di digitalizzazione in tutti gli ambiti, cambiando anche le strategie di marketing delle aziende.
Il ruolo della tecnologia in un mondo che cambia
Prima della pandemia le aziende consideravano la tecnologia come un mezzo utile per interagire con i clienti, consentendo una certa flessibilità sul posto di lavoro; ma anche come un modo per introdurre l’automazione creando così processi più veloci. Tuttavia, la diffusione del coronavirus ha costretto le aziende a esaminare tutte le soluzioni digitali in modo che le organizzazioni potessero continuare a funzionare da remoto e anche a rapportarsi con i propri clienti.
Questa massiccia digitalizzazione ha assunto un ruolo chiave sia nei rapporti con i clienti che dietro le quinte di molte organizzazioni. L’impossibilità di riunirsi in gruppi ha richiesto a molte attività di trovare nuovi modi per consentire alle persone di comunicare, collaborare e completare progetti lavorando a distanza. Anche i clienti però hanno espresso il loro interesse a ricevere servizi richiedendo operazioni remote o almeno a contatto limitato.
Tutto ciò ha contribuito a una trasformazione digitale che ha avuto un impatto sulle aziende di tutti i settori. Ciò comporterà una ridefinizione delle strategie di marketing in questo post pandemia, con nuove sfide e obiettivi da raggiungere.
Le nuove strategie di marketing post pandemia
L’impatto di questi cambiamenti sulle aziende aiuterà di certo a comprendere come le organizzazioni abbracceranno la trasformazione digitale e quali parti di questi cambiamenti saranno duraturi nel tempo. A questo punto viene da chiedersi quali saranno le strategie di marketing che le aziende e i marketer dovranno adottare nel post pandemia? Un periodo non facile, pieno d’incertezze e di grandi mutamenti in cui nuove priorità e sfide plasmeranno il futuro delle strategie di marketing delle aziende per i prossimi anni.
State of Marketing di Salesforce: priorità e sfide per i marketer
La settima edizione del report State of Marketing di Salesforce racconta le priorità e i cambiamenti che modelleranno le nuove strategie di marketing delle aziende in questo periodo di post pandemia. Per la grande maggioranza dei professionisti del settore marketing, gli accadimenti dell’ultimo anno e mezzo hanno cambiato quasi ogni aspetto dei propri progetti di business. Tutto questo però ha comportato delle novità anche d’impatto positivo.
Dal report emerge che il 77% dei marketer a livello globale ritiene che il proprio lavoro abbia maggiore valore rispetto a un anno fa. Il 66% invece prevede una crescita dei ricavi della propria azienda nei prossimi 12-18 mesi.
La centralità del cliente
L’annuale ricerca condotta a livello globale da Salesforce è stata effettuata su un campione di oltre 8.200 leader del settore marketing in 37 Paesi e 6 continenti, di cui 300 solo in Italia. Il report ha evidenziato una situazione incoraggiante sotto molti punti di vista confermando non solo, come ci si aspettava, il ruolo centrale della digitalizzazione e delle nuove tecnologie.
Ha messo in luce che il cliente resta il perno attorno a cui ruotano tutte le strategie di marketing di qualsiasi azienda, anche se il 77% dei marketer italiani concorda che le aspettative dei clienti siano oggi più difficili da soddisfare rispetto a un anno fa.
Migliorare le proprie competenze digitali per gestire i clienti
L’83% dei marketer sostiene che la capacità di soddisfare le aspettative dei clienti dipende dalle loro capacità digitali. I sistemi di gestione delle relazioni con i clienti (CRM) sono la tecnologia più diffusa per i marketer. Il CRM però è affiancato da una serie di altri strumenti e piattaforme che aiutano a organizzare e a leggere i dati, automatizzare i processi e misurare i risultati.
I clienti si aspettano sempre di più dalle aziende, e soddisfare le loro aspettative è parecchio complicato come abbiamo visto. Customer 360, la piattaforma CRM di Salesforce, offre però soluzioni complete e su misura per ogni fase del customer journey, dalla scoperta al post-vendita. Il servizio garantisce una migliore esperienza ai clienti, organizzata in un profilo unico a disposizione dei diversi team.
Il lavoro a distanza abbatte i confini tra i lavoratori
La collaborazione tra le diverse business units guida la crescita del mercato e ridisegna i rapporti tra i lavoratori. Nonostante molti marketer sono stati fisicamente separati, ciò non li ha fatti sentire del tutto disconnessi l’uno dall’altro. In effetti molti dicono di sentirsi più connessi ai loro manager, clienti, colleghi e partner. Adattarsi a un ambiente di lavoro in cui le persone erano tutte dislocate non è stato semplice. Con la pandemia e il boom del lavoro da remoto, il 78% dei dipartimenti marketing in Italia sta adottando nuove tecnologie di collaborazione per continuare a lavorare nel migliore dei modianche a distanza.
I dati saranno sempre più la chiave di lettura per capire i clienti
Il marketing, soprattutto nel periodo post pandemia, ruoterà tutto intorno ai dati. La loro gestione sta diventando sempre più complessa man mano che le fonti si moltiplicano. I marketer italiani prevedono un aumento del 40% del numero di fonti di dati a cui fare riferimento entro il prossimo anno.
Raccogliere dati sui consumatori e analizzarli aiuta a comprendere cosa vogliono davvero i clienti da un’azienda. Ci permette di capire quali prodotti e i servizi specifici stanno cercando e persino come preferiscono interagire con il marchio. Quando un’azienda conosce i propri clienti può modificare il suo approccio e modulare le sue strategie marketing per soddisfare meglio le esigenze dei consumatori.
Metriche e KPI continuano a evolversi
La pandemia ha contribuito ad accelerare la trasformazione digitale e ha creato un panorama che continuerà a incoraggiare l’innovazione e l’adozione tecnologica in futuro. Man mano che le aziende comprenderanno meglio le capacità di una tecnologia più avanzata, afferreranno al volo le opportunità che si trovano davanti, anche dopo la fine della pandemia. Ed ecco perché i professionisti del settore stanno rivedendo i parametri per valutare le proprie performance in maniera più puntuale e aggiornata. Il 78% delle organizzazioni di marketing in Italia ha modificato o ridefinito le metriche a causa della pandemia.
Cambiare mentalità, eliminare le barriere e mettere il cliente al centro
La sfida più grande delle aziende nell’epoca post pandemia è un totale cambio di mentalità per modellare le proprie strategie di marketing a vantaggio dei clienti sempre più esigenti e digitalizzati. E infatti la pandemia ha accelerato diversi cambiamenti che erano già in atto e ha reso ancora più evidente l’importanza della
centralità del cliente nelle strategie marketing di qualsiasi azienda;
il valore dell’esperienza dei dipendenti nelle organizzazioni;
il bisogno di reinventarsi in un mondo che sta diventando sempre più connesso.
Ecco perché applicare semplicemente le nuove tecnologie alle vecchie procedure non cambierà il modo in cui le aziende offriranno un’ottima esperienza ai consumatori. Ora più che mai i marchi hanno enormi opportunità per innovare e maturare la loro capacità di coinvolgere i clienti, rispondere alle loro esigenze e andare avanti in un mondo nuovo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/rox-2.jpg10801920Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2021-10-13 15:39:132023-03-20 16:32:14Report: com'è cambiato il marketing nel nuovo scenario globale
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