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  • 5 anni di Maker Faire Rome, in 15 cartoline

    Dal debutto a Palazzo dei Congressi, una carrellata di 5 anni di progetti, invenzioni, discorsi, idee, emozioni: aspettando la Fiera degli Innovatori 2018

    9 Ottobre 2018

    Stampanti 3D, robot, razzi, circuiti elettronici, luci led, fili elettrici, giochi, strumenti di lavoro, suoni e rumori. L’avventura della Maker Faire Rome è iniziata così, nel 2013 al Palazzo dei Congressi il 4 ottobre. In un palazzone squadrato e serioso, anche grigio, che per tre giorni si è riempito di colore e bambini. Un’invasione. Sono dovuti intervenire i pompieri. Troppa gente. Ma non starò qui a fare una cronaca delle 5 edizioni della Maker Faire a Roma, piuttosto mi piacerebbe mettere accanto, una a una, le 15 cose viste più interessanti. 5 edizioni: solo nella prima ci sono stati 35 mila i visitatori, 250 i progetti, 6 mila gli studenti, 200 le performance live e decine di workshop educativi. Nella seconda, all’Auditorium – Parco della Musica, 600 invenzioni, 90 mila visitatori. Ed è stato un crescendo di numeri, fino al 2015. 11o mila nel 2016 (la prima edizione alla Fiera di Roma, 700 invenzioni da 65 paesi, 6 padiglioni, 100mila metri quadrati). Compito peggio che complicato. Siete mai stati in una fiera? Vi ricordate di tutti gli stand di utensileria per la casa, vestiti, gastronomia varia che avete incrociato? Di una fiera ti resta addosso un’atmosfera, un mood, sensazioni, al massimo qualche istantanea. Ci provo con le 15 cose top. Ecco quindi un elenco parziale, parzialissimo e partigiano, che pesca qui e là nei ricordi, invenzioni sì, ma non solo. LEGGI ANCHE: Ecco i pionieri del futuro che apriranno la Maker Faire Rome

    1. Io ballo con la Robot Band

    Sulla spianata del Palazzo dei Congressi nel 2013 dribblò tutti: una band di robot (la One Love Machine Band) che suona heavy metal. Più precisamente a conquistare (e far ballare) grandi e piccoli l’esibizione del robot bassista di Kolja Kugler, artista di Berlino. Nel 2014, all’Auditorium ha fatto il bis. Protagonista anche all’Università La Sapienza nel 2015. Si farà sentire anche quest’anno. LEGGI ANCHE: «L’Intelligenza Artificiale? Per la musica è una rivoluzione cosmica»

    2. Cesare, Jack e Joey

    Nessuno può sapere se saranno mai veramente i Leonardo da Vinci del XXI Secolo, ma le premesse ci sono o quantomeno c’erano. Portatori sani di innovazione. Giovanissimi. Alla Maker Faire Rome 2013 i protagonisti sono stati anche loro: Cesare Cacitti, (nel 2013 aveva 14 anni) e creatore di una stampante 3D, Jack Andraka, ideatore di un test non invasivo per la diagnosi di tumori al pancreas, Joey Hudy, inventore che, neanche sedicenne, ha già all’attivo brevetti e una presenza alla White House Science Fair. Jack Andraka continua a lavorare alla sperimentazione del suo test, nonostante i dubbi sollevati dalla comunità scientifica. Cesare Cacitti è stato anche protagonista dell’Opening Conference della Maker Faire Rome 2015 all’Università La Sapienza.

    3. Emilia 2, il bolide che va con il sole

    Alla Maker Faire Rome 2013 c’era anche Emilia 2, la vettura alimentata a pannelli fotovoltaici sviluppata dal team Onda Solare in collaborazione con l’università di Bologna e la Scuola di Maranello. La Ferrari solare, l’hanno chiamata così, si è presentata con il corpo in carbonio e un’armatura di 6 metri quadrati di celle fotovoltaiche al silicio. Nel 2011 ha partecipato al World Solar Challenge, la gara internazionale riservata alle automobili elettriche e prototipi a celle fotovoltaiche da tutto il mondo.

    4. Il concerto a pedali dei Tetes De Bois

    Dovevano suonare sul tetto del Palazzo dei Congressi, ma prometteva pioggia. Alla fine il concerto a pedali (in omaggio a Margherita Hack) i Tetes De Bois lo hanno fatto all’interno. Fra mille difficoltà e qualche ritardo, per evitare che il pubblico si spazientisse, a organizzare un live, o meglio un instant live, ci hanno pensato i ragazzi del FabLab Roma Makers. Vedere per credere.

    5. Il robot para-rigori

    Alla fine che fai, non li tiri due calci ad un pallone? Anche alla Maker Faire. Peccato che in porta c’era un robot che nel 2013 ha fatto fare una pessima figura pure a Vincent Candela (in gol dopo 11 tentativi). E non se l’era cavata benissimo neanche Pancaro. Una consolazione? L’automa, nato in Giappone, aveva messo in difficoltà pure Messi.

    6. In mostra mezzo secolo di invenzioni

    A 50 anni dall’invenzione del primo personal computer della storia, la Programma 101 di Olivetti, la Fondazione Make in Italy ha allestito una mostra-installazione ospitata nel Foyer della Sala Sinopoli dell’Auditorium – Parco della Musica per celebrare mezzo secolo di invenzioni. E’ il 2014, seconda edizione della Maker Faire Rome. maker faire rome

    7. Dale Dougherty

    Ok, ok, lo conoscete tutti e lo incontrate tutti i giorni. Voi. Io, confesso, pur accanito lettore di Make Magazine, l’ho incrociato dal vivo, per la prima volta, nei corridoi dell’Auditorium – Parco della Musica, mentre girava tra gli stand come un curioso qualunque. Sto parlando di Dale Doughertyfondatore, president e CEO di Maker Media, l’editore di Make Magazine, lanciato nel 2005. Il papà delle Maker Faire (la prima si è tenuta nell’area di San Francisco nel 2006). Non esattamente una persona qualunque. L’anno dopo l’ho rivisto sul palco insieme a Riccardo Luna e Massimo Banzi, all’Università La Sapienza nel corso degli ultimi momenti della terza edizione. Incontri felici. maker faire rome

    8. La BigDelta di WASP

    12 metri. Era così alta che per fotografarla tutta dovevi sdraiarti in terra. Però che effetto che faceva. La BigDelta di WASP (che sta per World Advanced Saving Project), la mega stampante 3D di Massimo Moretti, che ha già iniziato a stampare case a basso costo. Dai blocchi di argilla escono abitazioni per chi non se le può permettere. Addio bidonville e baracche. Nel 2015 la BigDelta svettava dietro gli archi dell’Università La Sapienza di Roma, edizione numero tre della Maker Faire. maker faire rome

    9. House of drones

    300 metri quadrati protetti da una rete di 22 metri. Uno spazio solo per i droni. Una voliera? Più o meno. Il sogno di Paolo Mirabelli, founder di DroniLab e vero riferimento in materia. La casa dei droni ha debuttato nel 2015 alla Maker Faire Rome alla Sapienza e dalla edizione alla Fiera di Roma ha raddoppiato gli spazi. Che si fa nella voliera? Nel rispetto delle norme di sicurezza, si fanno volare i droni, si prendono lezioni di volo, si fanno gare di droni.
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    I vincitori del R.O.M.E. Prize 2016 Francesco Pezzuoli e Dario Corona (LiMiX) insieme a Neil Gershenfeld, Bruce Sterling e Simona Maschi – credits Makerfairerome.eu

    10. Le mappe e i palloncini della Fiera di Roma

    La quarta edizione è stata quella della Fiera di Roma (una superficie espositiva triplicata rispetto alla Sapienza), dei padiglioni con i palloncini, e dei corridoi della struttura prese d’assalto dai 25 mila ragazzi dell’open day dedicato alle scuole. Un’invasione arrivata dai parcheggi e dai prati. E’ stata l’edizione delle mappe per orientarsi e del R.O.M.E. Prize, il premio da 100 mila euro al miglior progetto maker europeo con il più alto impatto sociale: lo ha portato a casa un team delle Marche con un progetto che si chiamava Talking Hands, un guanto capace di tradurre in parole il linguaggio dei segni. Ma è stato anche l’anno della Opening Conference aperta sulle note di Bob Dylan, allora fresco di Nobel, e dell’omaggio a Dario Fo. “Ogni anno – disse allora Massimo Banzi  continuo a stupirmi piacevolmente del fatto che tanta gente aderisca al nostro invito a partecipare alla Maker Faire. Questo vuol dire che il desiderio di innovazione in Italia è di gran lunga superiore a quello che si pensa». LEGGI ANCHE: «Vi racconto il mio giro del Mondo alla ricerca del cibo che ci curerà»

    11. Energia per l’acqua

    Alla fine, imponente, alla Fiera c’era anche Watly, sistema di purificazione dell’acqua in grado anche di produrre energia elettrica e permettere la connessione ad internet, grande quanto due pullman messi in fila. Un progetto pensato soprattutto per le zone più povere del mondo, per dare la possibilità alle popolazioni del terzo mondo di avere un accesso più semplice alle fonti di acqua pulita ed energia gratuita. Al Padiglione 5 della Maker Faire c’era anche lui, l’ideatore, Marco Attisani. Maker Faire Rome

    12. Neil Gershenfeld – Maker Hero

    Sì, la sua biografia la conoscono tutti. Scrittore, fisico, direttore del MIT’s Center for Bits and Atoms e tantissime altre cose. Genio sì, e pure gentile. Ecco alla vigilia della Maker Faire Rome 2016 era in un fablab di Roma a mangiare pizza e panini e a discutere insieme a tutti, ma proprio a tutti. Venerdì era sul palco della Maker Faire Rome, per la Opening Conference. Sabato era nella giuria del R.O.M.E. Prize dopo aver discusso con i FabLab italiani di strategie condivise. LEGGI ANCHE: Dai satelliti al software dell’Apollo, così i maker hanno conquistato lo spazio Maker Faire Rome

    13. Il Wall con i fantasmini al Padiglione 10

    Maker Faire Rome 2016: una parete interattiva da Guinness lunga 16 metri. Al Padiglione 10 è stata la felicità dei bambini. Mentre i grandi discutevano nelle aule, loro si divertivano con i fantasmini della parete. Uno spettacolo.

    14. Boldrini incontra i maker

    Non so voi, ma io un presidente della Camera in una Maker Faire non me lo ricordo. Piaccia o non piaccia, Laura Boldrini lo ha fatto. Si è presentata a sorpresa il 2 dicembre 2017 (secondo giorno di Fiera), ha visitato il Padiglione 4, dedicato all’innovazione nel food, e poi il Padiglione 7 (Interaction) dove, nello spazio Arduino, ha incontrato Massimo Banzi, curatore della Maker Faire Rome. “Che i bambini e le bambine imparino a fare i programmatori e le programmatrici – ha detto mentre visitava gli stand – è importante per superare il gender gap e anche il digital divide, il divario digitale”. Ha anche ricordato con emozione il Coderdojo (la palestra di coding per piccoli programmatori) che si è tenuto 2 anni fa a Montecitorio. maker faire rome

    15. Da qui si riparte

    Alla fine, l’ultimo slot me lo prendo come concessione. Nessuna invenzione, niente robot che fanno cose o stampanti 3D, né soluzioni che cambiano il mondo, ma parole. Solo un’istantanea. Uno. Riccardo Luna, 6 ottobre 2014, all’Auditorium: la cavea di una delle opere contemporanee più belle di Roma, l’agorà dei nostri tempi, in tripudio. Il sole di Roma, i bambini sulle spalle, i cappellini rossi. «Questo è l’ultimo giorno della Maker Faire, da qui si riparte per un’altra nuova stagione». Da qui si riparte.