Augmented reality: l'intervista di Simosoke ai ragazzi di JoinPad [REALTA' AUMENTATA]

Oggi voglio cominciare a raccontarvi una storia. Anzi, immaginate che con queste prime parole io stia scrivendo l’introduzione di un bel libro. Pagina dopo pagina, settimana dopo settimana, diventeranno capitoli arricchiti di spunti, riflessioni e curiosità.

Avevo nella testa questa collaborazione da un po’, ma ora posso essere ben felice di annunciarvi che JoinPad dedicherà un post su Ninja Marketing a settimana, parlando di realtà aumentata.
Il modo migliore per capire cos’è, a cosa si applica e come si usa l’augmented reality (soprattutto in modo semplice e chiaro).

Siete pronti? Naturalmente, per cominciare, vi parlo di JoinPad e della loro visione delle cose. Sono andato nella loro sede a Milano, ecco quello che mi hanno raccontato!

Una realtà italiana


Così amano definirsi i ragazzi di JoinPad e non posso che sottoscrivere questa “definizione”. Un team interamente italiano, composto da 8 ragazzi.
I soci sono Mauro Rubin (CEO), Andrea Gonteri (CTO) e Alessandro Vannicelli (Chief Press & Communication). Alle spalle un fondo d’investimento statunitense che ha creduto nelle loro potenzialità applicate al mondo della realtà aumentata.

Quindi a Milano c’è la prima Augmented Reality Farm italiana.

Area comunicazione


Sotto la guida di Alessandro troviamo Roberto Genovese e Gianpiero Volpe.
Secondo loro l’AR è un mezzo di comunicazione innovativa, che arricchisce l’esperienza utente. Questa esperienza, “stravolta” in senso positivo, permette di lavorare sui contenuti in maniera creativa ed innovativa.

L’utente “vive” un mondo nuovo ed un’esperienza (concetto che ricorrerà spesso) nuova. Le possibili applicazioni? Gaming e training solo per citarne alcune.
Le aziende, in ogni settore, potrebbero semplificare molte procedure e veicolare delle informazioni, anche tecniche, fruibili da qualsiasi persona in modo molto più intuitivo.

A livello di relazione con i clienti JoinPad ha un approccio differente dalle tipiche software house. Si studiano i bisogni del cliente, cercando di anticiparli (non guardando solo al lato economico).

Area sviluppo/tecnica


Sotto la guida di Andrea troviamo Daniele Salvioni, Piero Buttazzo e Antonio Caiazzo.
Naturalmente partiamo con la definizione di realtà aumentata: “Sovrapposizione di oggetti virtuali su situazioni/immagini reali”.

E qui si apre un mondo! 🙂 Riconoscimento di immagini, marker oppure posizione GPS dell’utente (localizzazione). In JoinPad si lavora su tutte le opzioni, tenendo presenti eventuali limiti (la posizione GPS ad esempio non è molto precisa e indoor non funziona).

L’aria che si respira nel team di sviluppo è senza limiti davvero: si parla del presente, di riconoscimento immagini su flusso video e tracking. Ma il passo è breve, eccoci arrivare a domotica, Internet degli oggetti ed evoluzione tecnologica.
Si passa da pc, webcam e smartphone a prototipazione di Ar Drone.
Insomma, la tecnologia nel prossimo futuro sarà ancora più usabile e meno invasiva. Quasi da non crederci!

L’Italia e l’innovazione


Ho toccato questo “tasto dolente” scambiando due chiacchiere con Mauro. Sicuramente la realtà italiana sotto questo punto si vista è tutt’altro che aumentata. Purtroppo mancano investimenti lungimiranti da parte dei privati e lo stato non crea politiche necessarie a riguardo.
Le idee ci sono, belle e numerose. E non è detto che i cervelli debbano fuggire per forza. Solo che c’è bisogno davvero di una svolta, di un nuovo inizio per i nostri giovani e le loro innovazioni.

Conclusioni


La tecnologia del futuro sarà sempre meno invasiva, ma con gli stessi vantaggi. Si pensi alle tecnologie indossabili per esempio. Dovrà ottimizzare i tempi morti, abbattere ancora di più le barriere ed avvicinare le persone. Le persone saranno coinvolte ancora di più e la loro esperienza attiva sarà ancora più “ricca” di valori.

Per chiudere ringrazio Mauro ed i ragazzi di JoinPad per la disponibilità e la gentilezza. E vi do appuntamento alla prossima settimana per cominciare questo “libro”, parlando e facendovi entrare nel mondo della realtà aumentata con il primo post targato JoinPad!
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I sindaci su Facebook: cosa fare e soprattutto cosa non fare

Nell’era dei social media, come sappiamo, i social network possono essere un importante strumento per la politica, non tanto da un punto di vista propagandistico, ma come strumento per poter instaurare un rapporto sincero e diretto con i cittadini.

Facebook, in particolar modo, può diventare strumento per comunicare progetti, condividere pensieri e idee ma soprattutto un modo per ASCOLTARE la voce delle persone e questo aspetto non dev’essere trascurato. Spesso vediamo pagine facebook usate in maniera unidirezionale, non sociale e di certo non 2.0. Una delle caratteristiche per la buona riuscita di una pagina politica 2.0 è proprio la capacità di saper esprimere vicinanza ai cittadini e un contatto diretto. Normalmente, per una persona sarebbe molto difficile poter  incontrare il primo cittadino di una città. Ecco che la pagina Facebook può diventare per le persone un mezzo per raggiungere l’autorità e per il politico uno strumento per far sentire la vicinanza ai cittadini.

In occasione della settimana della politica 2.0 oggi vogliamo analizzare alcuni case history di pagine Facebook dei sindaci italiani. Abbiamo preso in considerazione le pagine ufficiali, o presunte tali, dei politici in carica in alcune delle più importanti città italiane. Subito notiamo che non tutti i sindaci in questione sono attivi su Facebook, come nel caso del sindaco di Napoli, ed entrando più in dettaglio tra quelli con pagine Facebook non tutti sfruttano a dovere le potenzialità dello strumento, che talvota gli si può ritorcere contro.

Perché Facebook?

Perché gli italiani lo hanno scelto. In base ai dati statistici di Vincos è il nostro social network preferito. Guardare per credere:

Una prima considerazione è che alcuni politici non hanno una pagina Facebook ma un profilo personale. Un errore comune, infatti, è proprio quello di aprire un profilo come persona piuttosto che come pagina Facebook così si ha la possibilità di chiedere “l’amicizia” tipo spam.

Andiamo a vedere nel dettaglio alcune pagine.

Il sindaco di Firenze

Il primo cittadino di Firenze, Matteo Renzi, ha una pagina con più di 45.000 fan. La pagina è ricca di contenuti costantemente aggiornati con informazioni sulla città, contenuti politici, news e riflessioni ed è molto attiva anche da parte dei fan che commentano e rispondono alle questioni. Come in tutte le pagine ci sono anche pareri discordanti e opinioni contrarie (non censurate) che diventano spunto per un confronto.

La pagina Facebook è ben strutturata e parte di un progetto di comunicazione 2.0 più ampio. Il sito ufficiale matteorenzi.it a sua volta è ricco di contenuti e vive in simbiosi con i social network facebook, youtube, flickr, twitter, ff, un’applicazione per iPhone e Android.

Il sindaco di Bari

Analizzando la pagina di Michele Emiliano, sindaco di Bari, la troviamo ricca di informazioni, video e contenuti. La pagina registra circa 24 mila fan ed è costantemente aggiornata, spesso con riflessioni personali. Un esempio: dopo la puntata di Striscia la Notizia del 21 febbraio commenta la consegna del provolone ad un assessore comunale “Provolone meritatissimo. Attendo scuse ufficiali alla città ed a tutti i disabili.”

Il sindaco di Milano

Al contrario, il sindaco di Milano, Letizia Moratti, per il momento non ha investito risorse sul canale Facebook. Si trovano più di una pagina a suo nome, quella ufficiale sembrerebbe una pagina che registra 160 fan creata in automatico con i contenuti di wikipedia priva di bacheca e contenuti. Da segnalare su facebook anche alcune pagine o gruppi negativi tra cui “Letizia Moratti: DIMETTITI” (500 fan).

Il sindaco di Roma

Analoga la situazione per il sindaco di Roma Gianni Alemanno con una pagina di contenuti wikipedia e 217 fan. Esiste anche una seconda pagina che porta il nome del sindaco di Roma, questa volta con più di 6.000 fan ma non sembrerebbe ufficiale o almeno non aggiornata e priva di contenuti.

Il sindaco di Cagliari

Il sindaco di Cagliari, Emilio Floris ha 318 fan in una pagina morta, ultimo aggiornamento 4 marzo 2010 e quello prima novembre 2009.

Il sindaco di Torino

Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino ha più di 3.000 fan nonostante l’ultimo aggiornamento risalga al 2008. Aggiornamento in cui fa notare “Ragazzi, questo non è un profilo. E’ una fan page e come tale è gestita da un fan. Ci tenevo a precisare”. Eh no, fanpage non vuol mica dire che deve essere gestita da un fan! Infatti vediamo che succede quando della gestione di una pagina si occupa un fan disattento:

Il sindaco di Parma

Il primo cittadino di Parma, Pietro Vignali, ha due pagine profilo e una pagina fan che registra solo 420 fan (rispetto a numero ben più ampio di amici nel profilo che ha reso “necessario” creare un profilo Pietro Vignali Bis). I profili sono costantemente aggiornati con considerazioni, informazioni, eventi e notizie e anche la pagina Facebook è aggiornata frequentemente.

Cosa fare e cosa non fare

Gli errori più comuni sono quindi:
–       l’inserimento discostante di contenuti
–       non rispondere ad eventuali domande o critiche
–       offendere o censurare eventuali contestazioni
–       non controllare le discussioni e le immagini caricate nella pagina o profilo

Gli aspetti più importanti rimangono:
–       contenuti e aggiornamenti
–       come gestire eventuali polemiche
–       come filtrare toni delle discussioni (non censurare opinioni contrarie ma espressioni non appropriate o frase inappropriate)
–       rispondere a domande
–       pagina Facebook parte di un progetto più ampio, che include anche altri social media
–       essere trasparenti e non prendere in giro i fan
–       ascoltare e analizzare “cosa dicono di te”

E nella vostra città come se la cava il sindaco con Facebook? Conoscete altri esempi da imitare?

Ricordiamo il corso in Politica 2.0 in programma il 24 e 25 marzo a Roma!
CLICCANDO QUI è possibile visualizzare il programma e tutti i dettagli del corso.
Per qualsiasi info e/o dubbio non esitate a contattare il team di Ninja Academy, ovvero Ilaria Mangiardi (ilaria[@]ninjamarketing.it) e Francesca Albrizio (francesca[@]ninjamarketing.it) oppure telefonate allo 02 899 26 128.

I 10 spot che val la pena condividere scelti da Chris Anderson [ADVERTISING]

Croce e delizia dei palinsesti televisivi, gli spot sono da sempre oggetto di commenti e critiche feroci. E se i tempi d’oro di Carosello – in cui la collaborazione tra grandi artisti e brand davano vita a dei piccoli cortometraggi cult – sono lontani, possiamo consolarci guardando al web.

Quest’anno la conferenza TED (Technology Entertainment Design), diretta dal visionario Chris Anderson, ci fa scoprire i 10 spot che secondo gli utenti web vale la pena condividere.

Anderson intravede un nuovo modo di fare pubblicità, in cui le aziende non cercano di inculcare il proprio messaggio al pubblico a tutti i costi ma chiedono loro di diffondere un contenuto su invito. In questo modo, secondo il direttore di Wired, forse si perderà qualche visualizzazione ma si risparmieranno tempo ed energie.

“È possibile condividere un idea, raccontare una storia, umanizzare una società. Sta accadendo qualcosa di molto emozionante, sta cambiando il nostro modo di avere una conversazione col pubblico.”

Ma andiamo al dunque 🙂 Ecco i 10 video che val la pena condividere e non dite di non essere stati avvisati: almeno uno, se non ognuno, vorrete condividerlo!

Hornbach – The Infinite House

Savory Institute: Changing Our Future

Dulux – Dulux Walls

Intel – The Chase

The Topsy Foundation – Selina

Batelco – Infinity

Nike Foundation – The Girl Effect: The Clock is Ticking

Target – Target Kaleidoscopic Fashion Spectacular

Nokia – The World’s Smallest Stop Motion Character Animation

Chrysler – Born of Fire

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In arrivo la nuova versione di Facebook Deals: che la guerra a Groupon abbia inizio!

Facebook si prepara a lanciare una nuova versione di Deals (in italiano Offerte), che promettono un’esperienza ancora più social. Oggi infatti se cliccate su facebook.com/deals, troverete questa schermata:

Sembra infatti che Facebook abbia intenzione di aggiornare il servizio, specializzandosi nelle offerte che possono essere condivise con gli amici. Come ho spiegato qui, esistono quattro tipi di offerta, tra cui l’ “offerta amici” che però può essere usata da un massimo di 8 persone. Non sappiamo cosa abbia in mente Facebook esattamente. Si può ipotizzare che voglia eliminare gli altri tipi di offerta e concentrarsi solo su quella “amici” aumentando però il numero di amici. Si può anche ipotizzare che se l’offerta non raggiunge un numero di Like (?) prestabilito venga annullata, come nel caso di Groupon.

Una cosa è certa: a Facebook interessano sempre di più i mercati locali, come nel caso di Google che ha tentato, fallendo, lo scorso dicembre di comprare Groupon. Del resto come fa notare uno dei partner di Facebook, TJ Sassani, chief executive di Zozi:

Sono una compagnia straordinariamente forte con il più grande numero di visualizzazioni sul web. E’ utile quando si deve parlare con i commercianti. (In inglese dal Financial Times: They are an extraordinarily strong company with the largest number of page views on the web. That’s helpful when we talk to merchants.)

Sempre sul Financial Times, Emily White, direttrice delle operazioni locali di Facebook, ha dichiarato:

Non ti fai mica la ceretta con i tuoi amici. Ci vai a cena fuori, ai concerti, fai attività all’aperto. Vogliamo assicurarci che queste esperienze siano massimizzate (in inglese: You won’t get your legs waxed with friends. You dine out, you go to concerts, you do outdoor activities. We want to make sure those experiences are maximised.)

Per ora il nuovo servizio sarà testa in cinque città america (Dallas, Austin, Atlanta, San Francisco and San Diego) e per essere i primi a ricevere l’aggiornamento delle Offerte basta iscriversi qui e riceverete una mail di conferma:

Luxury automotive: quando le supercar incontrano l'iPhone

Luxury automotive

La settimana scorsa abbiamo dato un breve sguardo alla relazione tra mobile ed automotive, scoprendo che le mobile apps, oltre a costituire un contenuto utile per gli utenti, sono un valido strumento di promozione per le case automobilistiche. Ma cosa succede quando ad interessarsi al mobile è l’automotive delle auto di lusso? Il luxury automotive segue un andamento diverso rispetto ai normali beni di consumo: le vetture di questo tipo rappresentano un prodotto mitico per gli appassionati del genere ed uno status symbol per chi le possiede. Di conseguenza, i fattori determinanti in questo settore sono la visibilità e la promozione. In quest’ottica il luxury automotive si lega perfettamente al mondo mobile; vediamo gli esempi più lampanti del fenomeno.

Ferrari

Ferrari sound

Oltre a contenere delle immagini di qualità, Ferrari Sound vi permette di ascoltare il rombo di sei bolidi Ferrari semplicemente dall’iPhone. Inclinando il device potrete accelerare per alzare i giri ed aumentare il rombo. È compreso il test con il quale distinguere il modello dal rumore del motore!

Aston Martin

Aston Martin Explore
Con Aston Martin Explore potrete ascoltare i motori v8 e v12 montati sulle sportive inglesi, fare un tour virtuale alla sede centrale della casa e rimanere connessi con la news list per cercare l’evento Aston Martin più vicino.

Bentley

Pure Bentley

Se siete catturati dalle curve dei modelli di casa Bentley, questa app fa per voi. Pure Bentley è  un book fotografico che vi immergerà nel design e nella storia di Bentley Motors. E’ possibile scaricare sul proprio device una sola pagina, con o senza testo, per utilizzarla come sfondo o inviarla agli amici.

Jaguar

Jaguar Magazine

Anche Jaguar lancia il suo magazine ufficiale sull’Apple store, con le notizie sulla storia e sul design del nuovo super prototipo della casa, la C-x75

Rolls Royce

Rolls Royce Ghost

Nemmeno il settore delle auto di lusso sfugge alla tentazione dei configurator: sono il modo più semplice di mostrare il prodotto agli interessati. In altre parole, si tratta di una brochure 2.0; in questa app è possibile configurare la Rolls Royce Ghost, la vettura di punta della casa, nei minimi particolari per poi esplorare il risultato finale. La qualità è molto fedele all’originale.

Daimler

Daimler AG

Daimler, settore di lusso Mercedes, rilascia Daimler AG: una app con la quale seguire direttamente le novità che la casa apporterà alle vetture Mercedes di fascia alta.

Porsche

Porsche iPerformance

Spesso lavorando con il luxury Automotive emergono idee originali come Porsche i-Performance; in occasione del nuovo sistema di risparmio energetico Porsche Intelligent Performance, questa app spiega il funzionamento del meccanismo (che permetterebbe di risparmiare carburante grazie alla forza del movimento) e vi invita a “generare energia”. L’app infatti fa anche da pedometro per misurare la distanza ed il tempo di percorrenza delle vostre passeggiate.

Audi

Audi AR Calendar

Audi sfrutta l’augmented reality per regalare al pubblico una app calendario nella quale i vari modelli tedeschi verranno circondati da effetti visivi e sonori completamente personalizzabili. Audi AR Calendar è disponibile gratis su itunes.

In conclusione, possiamo dire che le case del luxury Automotive hanno una personalità così forte che molti appassionati aderiscono alla filosofia aziendale e la fanno propria. E quando il brand si collega ad un oggetto altrettanto esclusivo e personale come l’iPhone, l’effetto è assicurato!

Ecco le App che abbiamo presentato in quest’articolo
Ferrari Sound Aston Martin ExplorePure BentleyJaguar MagazineRolls Royce GhostDaimler AGPorsche i-PerformanceAudi AG Calendar

Adesso vorremmo sapere da voi qual’è la supercar dei vostri sogni e la vostra automotive app preferita! 😀

[INTERVISTA] Avacar.it: quando il car pooling si fa social!

Il Web 2.0 ha rivoluzionato molti aspetti della vita quotidiana: tra questi proprio poco tempo fa Pierajk ci aveva parlato del RoadSharing, ossia il viaggio 2.0 tra social network e geolocal. A distanza di qualche mese è nato un nuovo progetto, tutto italiano, che vuole letteralmente “colmare ogni distanza”: si chiama Avacar.it ed è il primo social & mobility network per il car pooling (una sorta di “auto di gruppo”). Avacar.it è dunque un servizio pensato per coloro che, per motivi personali o di lavoro, si trovano ad affrontare in automobile viaggi sulla lunga, media o breve distanza… e cercano compagni di viaggio!

Registrandosi sul sito è possibile scoprire se ci sono utenti che viaggiano sulla stessa tratta e offrirsi come guidatori o passeggeri attraverso un servizio di messaggistica. A differenza di un normale sito di car pooling, ogni utente crea il proprio profilo, in tutto e per tutto simile a quelli dei comuni social network, tramite il quale interagisce con gli altri utenti, creando una propria cerchia di contatti. Al termine di ogni viaggio, riceve inoltre dai suoi compagni di viaggio un feedback, che va a costituire la sua reputazione sul sito e lo rende un viaggiatore più o meno affidabile o piacevole.

Per la sua natura dinamica, Avacar.it si presta ad essere strumento ideale per la fascia d’età che varia dai 18 ai 35 anni, ma rimane un “media” dalle potenzialità infinite, dal preciso istante che fa Rete attraverso i viaggi e viceversa. Il motto dice tutto:  Avacar: less cars, more friends! Proprio per questo sono andato alla ricerca degli ideatori e ho incontrato Simona Ardito, giovane responsabile della comunicazione, e AndreRutigliano, co-founder di Avacar.it dalle origini del 2010.

Com’è nata l’idea di Avacar.it?

Siamo un gruppo di giovani pugliesi pendolari da molti anni, prima per studio e poi per lavoro. Per ovvie ragioni economiche, il carpooling lo praticavamo già molto fra noi; poi la cerchia dei viaggiatori ha cominciato ad allargarsi agli amici degli amici e negli ultimi tempi mi capitava di ricevere richieste di un passaggio per il week end già dal lunedì mattina! Avacar.it è nato così, come strumento organizzativo che si sostituisse al pressante e dispendioso tam-tam di telefonate, sms, mail; in seguito abbiamo pensato di aggiungere la dimensione del social network. Io e i miei soci abbiamo conosciuto tantissimi nuovi amici grazie ai viaggi in auto in giro per l’Italia, e crediamo che sia giusto condividere e diffondere la nostra più che positiva esperienza.

Qual è stata la risposta degli utenti al lancio della piattaforma?

Ti confesso che la risposta degli utenti è stata entusiasmante: 500 utenti registrati e circa 2000 visite a meno di una settimana dal lancio, un ottimo inizio soprattutto se consideri che in questa prima fase il portale è stato pubblicizzato principalmente grazie al passaparola. Questo è il segno per noi che in Italia il carpooling può rappresentare una risposta davvero efficace al problema delle falle infrastrutturali e dei sempre più gravosi costi di carburante ed autostrade. Alcuni dati:

  • 1.987 Visite
  • 14.210 Visualizzazioni di pagina
  • 7,15 Pagine/Visita
  • 65,32% % Nuove visite

Anche gli addetti ai lavori guardano alla nostra idea con attenzione: abbiamo vinto il primo premio al Puglia Innovation Contest organizzato dal Festival dell’Innovazione, siamo stati invitati allo Smau Bari con uno stand nell’ambito dei Percorsi dell’Innovazione, e siamo stati anche al Social Media Week di Roma, una delle cinque start-up italiane selezionate per una presentazione allo Start Up Lab, a Palazzo Chigi. Adesso poi che la Regione Puglia ha deciso di finanziarci grazie al bando Principi Attivi, possiamo davvero fare sul serio.

Non c’è il rischio di fare “spiacevoli” incontri? Come si tutela Avacar.it? E come tutela gli utenti?

Certo, il rischio c’è, come per tutti i social network, le chat, e i luoghi d’incontro virtuali. In questi casi, il più efficace sistema di sicurezza sono gli utenti stessi: Avacar.it è dotato di un pratico ed efficiente apparato di feedback in puro stile Ebay (ma basato su parametri prettamente ‘automobilistici’: affidabilità, puntualità, guida) che già permette di avere quel livello di controllo che l’utente medio del network pretende come condizione necessaria per usufruire di un servizio web-based. In più, è in fase di perfezionamento un protocollo che distinguerà gli utenti in certified e uncertified: chi completerà il proprio profilo con un documento di riconoscimento in corso di validità (la cui visualizzazione sarà ad esclusivo utilizzo degli Amministratori nel pieno rispetto della legge sulla privacy) diventerà utente certified, fornendo un’ulteriore garanzia ai suoi compagni di viaggio. Per le donne abbiamo previsto in più l’opzione del viaggio in rosa, nel caso si voglia viaggiare solo con utenti di sesso femminile.

Le vostre previsioni?

Non ci poniamo limiti, nel bene e nel male, nel senso che siamo fiduciosi nel fatto che se condurremo questa esperienza con il massimo dell’impegno, i risultati arriveranno da sé.
Intanto noi lavoriamo sodo per rendere il nostro portale sempre più affidabile e user-friendly, e soprattutto per diffonderlo il più possibile. Il nostro obiettivo è quello di costruire una rete inter-universitaria in grado di garantire efficacia nell’offerta/ricerca di passaggi: un ragazzo in cerca di passaggio dovrà essere in grado di trovarlo facilmente e senza alcun dubbio sull’affidabilità del viaggio. Tra i nostri partner ci sono già RomaTre, Tor Vergata, il Politecnico di Bari e l’Università di Bari, ma molte altre si stanno aggiungendo proprio in questi giorni.

Una news in anteprima?

Avacar.it ha suscitato l’interesse di una grossa multinazionale molto vicina al mondo automobilistico, che presto ci permetterà di offrire ai nostri utenti un servizio ancora più completo e conveniente. Stay tuned!

Insomma, io mi sono già registrato e conto di inserire i miei spostamenti molto presto… e voi quando vi decidete? Ma soprattutto: chi prende la macchina la settimana prossima?

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Master in Marketing, Web e Social Media di Eidos Communication

Qualche settimana fa su Ninja Marketing vi abbiamo parlato del Master in Marketing, Web e Social Media: si tratta di un Master Executive organizzato da Eidos Communication grazie al quale poter accedere ad un percorso formativo di eccellenza con grandi brand in aula e aziende disponibili a prendere tirocinanti.

Il Master in Marketing, Web e Social Media

Ideare la nuova campagna di un noto brand. Organizzare un meeting o una conferenza stampa. Saper gestire un portale e-commerce. Pianificare una campagna di web marketing. Andare a caccia di follower sui Social Media, scrivere articoli di marketing, controllare la reputation dell’azienda sul web……

Chi sogna una carriera come marketing & communication manager non sarà certo spaventato dalle tante attività da gestire, ma anzi coglierà l’opportunità di inserirsi in un settore professionale dove ogni giorno nasce una nuova sfida e dove la creatività è la regola, non l’eccezione!

Iniziamo da uno stage…

La Scuola di Alta Formazione Eidos Communication e le numerose aziende partner hanno lavorato ad un progetto per formare i manager della comunicazione nell’era del web: il MASTER MARKETING, WEB & SOCIAL MEDIA: 200 ore di lezioni in aula con manager di grandi aziende da cui avere suggerimenti, dritte e consigli e ai quali far conoscere il proprio talento. Al termine i 15 allievi dell’aula potranno svolgere uno stage di 4 mesi in azienda per mettere in pratica quanto acquisito in aula con il lavoro sul campo.

DIESEL, H3G, SITCOM, HACHETTE RUSCONI, LA7, ZOOMARINE, BLLUNET, CLUBMED, RED CARPET, PFIZER, CONNEXIA, TWT. CLONWERK, CARAT ITALIA sono solo alcune delle realtà che selezioneranno gli stagisti tra gli allievi di Eidos.

Candidature e Borse di Studio

La frequenza del Master è a numero chiuso, per essere ammessi è necessario superare una prova di ingresso. Per i più meritevoli la Scuola ha riservato numerose borse di studio; Sono previste inoltre agevolazioni per i fuori sede.

Le candidature vanno inviate entro il 30 marzo attraverso l’apposito form on line oppure tramite mail all’indirizzo eidos@eidos.co.it

Una lezione gratuita il 22 Marzo o il 20 Aprile

Eidos Communication dà l’opportunità di seguire una lezione gratuita estratta dal Master il prossimo 22 MARZO o in alternativa il 20 APRILE.

In questo modo ognuno potrà sciogliere i propri dubbi seguendo la lezione, chiedendo chiarimenti e facendo domande ai docenti e ai consulenti di Eidos. L’incontro con il docente è in questo caso decisivo! Non solo per testare il metodo formativo della scuola ma anche per avere un confronto umano e un consiglio professionale sul proprio futuro e, perché no, per uscire da una lezione avendo imparato effettivamente qualcosa.

Per ulteriori informazioni potete contattare Eidos Communication chiamando il numero 06 42 01 41 00 oppure inviando una mail a eidos@eidos.co.it

"Raccogliere la sfida e non aver paura del web": la Politica 2.0 secondo Anna Paola Concia

Oltre alle tribune televisive, alle interviste sui quotidiani, alle ospitate nei talk-show, il buon politico sa essere presente anche sul web. Perfino a Montecitorio, infatti, si è diffusa la voce dell’esistenza di internet e del vantaggio che un profilo Facebook e un blog ammiccante possa recare alla propria immagine. Se ad un primo sguardo il proliferare di parlamentari sui social può sembrare l’ennesimo tentativo di indottrinamento, si badi a non sottovalutare l’upgrade del mondo politico, perchè  il fenomeno gode di un respiro decisamente più ampio. Internet di per sè democratizza la circolazione delle idee, quindi non solo permette maggiore visibilità al politico, ma anche minor distanza dell’elettorato dal meccanismo istituzionale. L’insistente digitalizzazione dei partiti, di fatto, è una tendenza consolidata da tempo e con ottimi risultati (avete presente le elezioni di Obama?).

Per chiarire il ruolo della rete nel contesto politico italiano, abbiamo incontrato e intervistato l’Onorevole Anna Paola Concia, deputata del Partito Democratico, eletta alla camera nel 2008.

Onorevole Concia: ex PCI, oltre vent’anni di militanza politica, coming out nel 2002. Lei si racconta integralmente sul Suo sito (e sulla Sua pagina Facebook). Insomma, è un’Onorevole 2.0. Di fronte a Lei c’è l’Italia, una Nazione che non sembra pronta per investire sulla ricerca, per puntare sulla tecnologia, per anticipare realmente l’innovazione. Come ci si sente da Onorevole 2.0 in un Paese non proprio al passo con i tempi?

Il fatto che l’Italia non sia un paese al passo con i tempi è evidente agli occhi di tutti, non soltanto per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione tecnologica, ma anche dal punto di vista dei diritti civili e delle libertà perchè le due cose sono strettamente connesse; c’è un legame profondo tra innovazione e diritti di libertà che insieme rappresentano una spinta per la crescita economica e sociale.
Il nostro è un paese che non vuole investire sulla modernità e che ha paura del futuro. Pensiamo al fatto che abbiamo un presidente del consiglio ultrasettantenne, che non sa neanche pronunciare correttamente il nome di ‘’google’’. Come possiamo pretendere da questa classe dirigente che si assuma la responsabilità di costruire l’Italia di domani?

Bisogna riconoscere che oggi la rete ricopre un ruolo sempre maggiore nel permettere il contatto con il pubblico e con gli elettori. Schwarzenegger comunica su Twitter, Obama ha fatto ampio uso dei social media. Come cambia il modo di fare politica attraverso i nuovi mezzi di comunicazione?

Stiamo andando verso una democrazia sempre più partecipata, trasparente, che utilizza gli strumenti delle nuove tecnologie; e questo è un bene. I nuovi media danno la possibilità al cittadino di controllare meglio l’attività dei politici e delle pubbliche amministrazioni. La politica deve raccogliere la sfida del cambiamento e non aver paura del web, per questo la banda larga deve essere potenziata e questo deve essere fatto il più velocemente possibile. Personalmente utilizzo tutti gli strumenti che mi offre la rete, dal blog ai social network e mi tengo in contatto quotidiano con le  cittadine e i cittadini, raccolgo i loro consigli, critiche e pareri, perché per un politico i social network, utilizzati in modo positivo, permettono di poter vivere in una sorta di assemblea permanente. Sono convinta, infatti, che l’interazione sia il futuro della democrazia.

L’Italia soffre ancora il digital divide. Solo il 40% degli accessi sul territorio nazionale sono su banda larga. Tra l’altro, il Decreto Milleproroghe ha programmato il futuro dirottamento di 30milioni di euro dalla banda larga al digitale terrestre. Quanto è pronto l’elettorato a trasferire la propria militanza politica sul web partecipativo? Ed a dialogare online con la politica e le istituzioni?

Il governo ha commesso un vero e proprio autogol trasferendo i fondi della banda larga al digitale terrestre. Fatto salvo l’evidente confitto di interessi che sorge tra il presidente del consiglio e la sua azienda, che è uno degli operatori chiave del servizio televisivo e quindi del digitale terrestre, chi ci rimette è il sistema paese. Mi sarebbe piaciuto che il governo in questo campo avesse fatto di più, anche per stimolare la crescita, in un momento di crisi economica che rischia la stagnazione. Il Partito democratico, del resto, è sempre stato disponibile su questi temi a collaborare con la maggioranza. Per esempio si poteva investire di più sull’industria del software, che in Italia praticamente quasi non esiste. Ma il governo Berlusconi ha un’ idea di politica industriale che è rimasta agli anni settanta, basti pensare a come si è comportato sul caso Fiat.

I recenti scontri in Nord Africa hanno evidenziato l’importanza della rete come mezzo di informazione privilegiato: pluralista, impossibile da censurare, libero. Eppure l’Italia in questo campo sconta ancora il dominio della carta stampata e della comunicazione televisiva. Cosa manca alla rete?

Innanzitutto dobbiamo registrare che oggi i giovani al di sotto dei 30 anni si informano quasi esclusivamente sulla rete. Non leggono i giornali e non guardano quasi più la televisione. Ditemi se, per un governo, non deve essere una priorità investire sui contenuti della rete. Penso a questo proposito che il nostro sistema educativo si dovrebbe aprire alla tecnologia nella didattica quotidiana. Per quanto riguarda le rivolte in nord Africa è noto che in quei paesi, che oggi attraversano la transizione da regimi dittatoriali verso la democrazia, l’età media della popolazione è ben al di sotto dei trent’ anni. Se l’Italia fosse un paese fatto per la maggioranza di giovani, sono sicura che sarebbe un paese diverso da quello attuale perché, come ci dimostrano anche gli eventi in nord Africa, soltanto le giovani generazioni non hanno paura del cambiamento e del futuro.

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Donald Norman al Toscanalab per parlare di sostenibilità: scopri chi c'è

Il prossimo 28 marzo torna in scena ToscanaLab, con una edizione speciale interamente dedicata ai temi della sostenibilità e che vedrà relatori di fama internazionale confrontarsi su un nuovo paradigma: Internet migliora la qualità della vita e non può farlo che facilitando e rendendo diffusi e praticabili percorsi di sostenibilità sociale ed ambientale.

Uno nome su tutti presente al ToscanaLab sarà Donald Norman , autorità riconosciuta nell’attività di studio e di progetto sulle interfacce umane e molto sensibile alle tematiche in oggetto.

Se come detto e ribadito più volte, Internet migliora la qualità della vita, non può farlo che facilitando e rendendo diffusi e praticabili percorsi di sostenibilità sociale, ambientale ed economica, solo raggiungendo i tre capisaldi si può effettivamente parlare di sostenibilità.

L’evento del Toscanalab si terrà  a Massa Marittima, nel cuore della Maremma, location che ha fatto della tutela ambientale uno dei valori chiave della propria offerta come territorio, un’occasione di concreto confronto e proposta per comprendere come il mondo sta cambiando e come sia possibile tradurre la sostenibilità in un effettivo vantaggio competitivo per il sistema territorio.

 

Per guardare il programma della giornata  e iscrizioni clicca qui

 


ToscanaLab nella sua edizione territoriale è promossa da Fondazione Sistema Toscana, Provincia di Grosseto con la partecipazione di Zoes.it e BTO Educational.

Cogito Ergo Sud per il "compleanno" dell’Italia [VIDEO]

Ormai conoscerete benissimo gli snack di Cogito Ergo Sud. In attesa dell’intervista ai suoi fondatori vi proponiamo l’ultimo video che hanno ideato per il 150° anniversario dell’unità d’Italia.
Nel filmato l’invito a riflettere sul significato della nostra bandiera ironizzando su luoghi comuni e piccole verità.
Questa volta è “Filomena” a dare lo spunto per meditare; Lei, come altri, non conosce il significato della bandiera italiana e l’associa esclusivamente ai mondiali di calcio.Insomma “Filomena” ritiene il tricolore un semplice ornamento. Noi Ninja non la pensiamo come lei e invitiamo anche voi a vedere questo video come occasione per riflettere: “nun ‘a pigliamm’ a barzellett”