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Google News Showcase: nuovi accordi di licenza con gli editori italiani

Google firma in Italia nuovi accordi di licenza con una serie di editori, sia di portata nazionale che di carattere locale, tra cui RCS Media Group, Sole 24Ore, Gruppo Monrif, Caltagirone Editore, il Fatto Quotidiano, Libero, Il Foglio, Il Giornale, Il Tempo, Ciaopeople, Edinet, Gruppo Corriere, Citynews e Varese web. 

Questi nuovi accordi, firmati su base individuale, rappresentano un importante passo avanti nella relazione di Google con gli editori italiani, remunerando gli editori aderenti per Google News Showcase.

Questi accordi per News Showcase tengono in considerazione i diritti previsti dall’Articolo 15 della Direttiva Europea sul Copyright in relazione agli usi specifici online delle pubblicazioni giornalistiche (tali diritti non si applicano ai collegamenti ipertestuali e all’utilizzo di estratti molto brevi). 

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Google News Showcase

Google News Showcase è un nuovo programma di licenze annunciato da Google nel 2020, che offrirà ai lettori l’accesso a contenuti più approfonditi a fronte di una remunerazione per gli editori firmatari degli accordi. News Showcase permetterà agli editori di rafforzare la propria relazione con i lettori, sviluppare nuovi modelli per la monetizzazione dei contenuti e trarre beneficio dall’aumento di traffico verso il proprio sito. News Showcase sarà disponibile in Italia nei prossimi mesi. 

News Showcase si inserisce in un quadro più ampio di iniziative che rappresentano l’impegno di lungo termine di Google verso il mondo del giornalismo. Oltre a programmi come la Google News Initiative e alla collaborazione in ambito pubblicitario con gli editori a livello globale, attraverso le sue piattaforme Google invia ogni mese ai siti degli editori 24 miliardi di clic, che permettono agli editori di aumentare i ricavi attraverso annunci e nuovi abbonamenti sui loro siti e app.

In Italia, dal 2015 Google ha investito 11 milioni di Euro in progetti italiani di giornalismo attraverso il Fondo per l’Innovazione della Digital News Initiative, mentre nel 2016 ha sottoscritto con FIEG un accordo triennale che ha portato l’azienda a investire oltre 16 milioni di Euro su una serie di settori strategici per l’editoria digitale. E nel 2020, con il diffondersi della pandemia di COVID-19, ha offerto supporto economico a oltre 300 redazioni italiane attraverso il suo Fondo globale di emergenza per il giornalismo locale. 

Siamo soddisfatti di aver raggiunto questo accordo che, regolando anche il tema dei diritti connessi, riconosce l’importanza dell’informazione di qualità e l’autorevolezza delle nostre testate. Un nuovo tassello nella partnership con Google che valorizza i quotidiani RCS e offre un ulteriore impulso alla crescita della nostra customer base, supportando con una sempre più ampia copertura informativa.

Urbano Cairo, Presidente e Amministratore Delegato di RCS Media Group.

Il programma Showcase apre una nuova stagione di relazione con Google, perché affronta il tema dei diritti connessi alla distribuzione dei contenuti digitali, consente di promuovere il giornalismo di qualità delle nostre testate e di accelerare la trasformazione digitale dei processi editoriali e lo sviluppo dei ricavi da subscription.

Michela Colamussi, Director of Transition to Digital and Innovation Gruppo Monrif.

L’accordo con Google è un ulteriore riconoscimento del valore dell’informazione di qualità quale è quella de Il Sole 24 Ore. La remunerazione dell’informazione, inclusi i diritti connessi alla distribuzione dei contenuti digitali, è un fronte su cui il nostro gruppo editoriale è impegnato in prima linea con l’obiettivo di tutelare il nostro patrimonio di contenuti ad alto valore aggiunto. Questo accordo si inserisce in tale strategia ed è coerente con il processo di innovazione editoriale e tecnologica su cui Il Sole 24 Ore si è impegnato negli ultimi due anni. L’adesione alla GNI di Google e quella a News Showcase sono alcuni degli esempi.

Giuseppe Cerbone, Amministratore Delegato Il Sole 24 Ore.

Questi nuovi accordi rappresentano un importante passo avanti e confermano l’impegno di Google verso gli editori italiani. I nostri editori partner avranno accesso a nuove opportunità per valorizzare i propri contenuti e per aumentarne la profittabilità. Siamo felici di contribuire allo sviluppo dell’ecosistema digitale per il mondo degli editori e di rafforzare il nostro impegno verso il giornalismo di qualità.

Fabio Vaccarono, Vice President di Google e Managing Director di Google Italy.

Spotify lancia in Italia Ad Studio, la piattaforma pubblicitaria self service

Spotify lancia oggi in Italia Ad Studio, la piattaforma pubblicitaria self-service che permette a chiunque di creare e gestire campagne pubblicitarie audio e video su Spotify. Fare pubblicità diventa, così, ancora più semplice, con annunci audio realizzati da zero, grazie ad un’interfaccia intuitiva, agli strumenti creativi e ai servizi offerti (doppiatori, musiche e analytics) direttamente da Spotify, leader dello streaming on demand, che ha rivoluzionato il modo di ascoltare musica.

La mission, come sempre, è quella di liberare il potenziale della creatività, anche nello scenario italiano, dove il consumo di audio digitale sta superando rapidamente la fruizione della radio: infatti il 61% degli utenti Spotify Free in Italia ascolta audio da mobile, con il trend in crescita del podcast

“Tutta l’opportunità del mercato audio non è ancora colta, soprattutto nell’advertising delle strategie media. Ad Studio è una rivoluzione”,

esordisce Alberto Mazzieri, Director of Sales di Spotify Italia: “È sicuramente un segmento da esplorare. L’audio digitale, lo streaming, offrono opportunità di comunicazione legate al targeting, al tracciamento e alla comprensione dell’audience attraverso i contenuti che definiscono il mood di ascolto.  Un’innovazione assoluta, perché permette di costruire messaggi sfruttando i dati, con un’efficacia superiore”.

L’intelligence Spotify a servizio delle campagne advertising per monitorare l’impatto

Gli inserzionisti Spotify Advertising potranno attingere alla Spotify Audience Network, prevedere stime di impression, reach e frequenza in base al target, ma anche tracciare e gestire tutti i report della campagna. Opzioni di targeting avanzate, per raggiungere il pubblico di riferimento, rivolte a piccole e medie imprese PMI, startup, brand in crescita, ma anche creator digitali, rispetto ad una community, che registra oltre 345 milioni di utenti Spotify in 178 Paesi del mondo, di cui 155 milioni abbonati Premium.

Una rivoluzione per l’industria della pubblicità audio, secondo Alberto Mazzieri: “Il lancio di Ad Studio rafforza il nostro impegno a fornire alle aziende e agli artisti di tutte le dimensioni le opportunità della streaming intelligence di Spotify.  Anche le realtà di piccole e medie dimensioni possono testare facilmente una campagna su Spotify, misurarne l’impatto e sfruttare la potenza dell’audio”.

A partire da un investimento minimo (250€), inserzionisti di ogni tipo e dimensione – imprese locali, concessionarie, catene di supermercati, negozi di elettronica, istituti e università per la promozione di corsi, open day o altre attività – avranno accesso alla streaming intelligence di Spotify. Inoltre, fornendo uno script, la piattaforma aiuterà nella creazione di annunci professionali in sole ventiquattro ore, senza costi aggiuntivi.

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Alberto Mazzieri, Director of Sales di Spotify Italia

Dottor Alberto Mazzieri, da quale esigenza nasce Spotify Ad Studio in Italia?

“È la nostra piattaforma aperta a tutti gli advertiser, per campagne di comunicazione audio o video in autonomia, in pochi minuti e con la possibilità di raggiungere l’audience qualificata di  Spotify: dei 345 milioni di utenti globali, circa  190milioni la utilizzano in modalità free, esposti ai messaggi pubblicitari, raggiungibili attraverso Ad Studio. In Italia ci basiamo sui dati Comscore, che nell’ultimo ultimo trimestre del 2020 ci ha attribuito una media di 11,2milioni di utenti attivi ogni mese, in crescita  rispetto all’anno precedente, anche rispetto ai primi mesi dell’anno. Alla fine del prossimo quarter rilasceremo i dati aggiornati che sembrano confermare i trend in crescita”.

L’esperienza immersiva dell’audio

Audio e podcast sono tra i trend digitali dell’ultimo anno. Come si adegua e reagisce Spotify alle recenti applicazioni che fondano il proprio successo sulla voce?

“Il podcast è uno degli elementi che sta trainando la crescita, sia in termini di ore di consumo che di ascolto, nell’ultimo trimestre duplicate rispetto all’anno precedente. Ad oggi abbiamo 2,2 milioni di titoli podcast in piattaforma (erano 1,9 milioni solo nel terzo trimestre, per cui più di 300 mila in pochissimi mesi. Un trend che registriamo in ambito globale in tutte le Country. Conferma la rilevanza sempre maggiore dell’audio nella vita delle persone”.

Audio significa intimità, svincolata dal dominio dell’immagine?

“L’esperienza audio è molto immersiva e intima, molto più di qualsiasi altro mezzo. Poi si aggiunge il fattore tecnologico: lo streaming ha reso i contenuti audio disponibili in misura molto maggiore e su tantissimi dispositivi. La radio è il diffusore per antonomasia, ma il contenuto attraverso lo streaming si sta evolvendo, cresce il consumo. Spotify ha fatto della “ubiquity”, della disponibilità su più device possibili una colonna della propria strategia, non solo computer e cellulari, ma sempre più anche consolle di gaming, smart speaker, connected tv, automotive. Sono tantissimi i dispositivi che hanno integrato l’app di Spotify, permettendo alle persone di fruire di contenuti in tante situazioni diverse”.

Spotify Italia ha previsto un reparto creativo, un nuovo piano di recruiting per individuare le figure a sostegno delle campagne advertising delle aziende?

“C’è un grande investimento da parte dell’azienda, perché l’opportunità è gigantesca. Ad Studio offre a tutte le imprese, a prescindere dalla dimensione, l’opportunità di accedere alla comunicazione audio come non è mai stato fatto in passato. L’automazione e la possibilità di fare tutto in self service, permette di ottimizzare anche investimenti dal punto di vista creativo”.

Come funzionerà praticamente Ad Studio? Come si realizza uno spot in 24 ore?

“Qualora le aziende non disponessero di un asset audio, la campagna viene prodotta tramite  piattaforma,  caricando il copy (la sceneggiatura scritta) dello spot, con la possibilità di scegliere una voce e una musica poi mixate,  e nel giro massimo di quarantott’ore lo spot audio viene fornito da Spotify per essere utilizzato nella campagna adv. Dietro c’è un network di speaker e doppiatori e lo spot viene fornito gratuitamente, scegliendo la voce e il suono tra una library di generi musicali”.

Ad Studio – L’interfaccia semplice ed intuitiva

Il podcast, nuovo trend audio

Il pubblico italiano come risponde alle potenzialità audio, rispetto a quello internazionale?

“in termini di adozione di nuove tecnologie, sia il singolo utente che le aziende riescono a cogliere abbastanza rapidamente i trend e le opportunità. I numeri lo testimoniano, la piattaforma in Italia cresce in un modo significativo, non solo nell’audience, ma in termini di tempo speso e contenuti caricati. Tra gli esperimenti, abbiamo lanciato il primo podcast Spotify Original, prodotto da Spotify Italia con i The Jackal  per Sanremo, condensato in pochi minuti. Abbiamo avuto un riscontro di pubblico, in cima alla classifica dei più ascoltati in italia. Ciò che accade nella società e nel mondo reale è poi trasposto in contenuti audio”.

Spotify ha lanciato una nuova iniziativa in Usa spinta dal podcast di Obama e Bruce Springsteen. In Italia sarebbe immaginabile una simile operazione? I creator sono giovani o sono trasversali alle diverse fasce di età?

“C’è un segmento altissimo di titoli nuovi che compaiono in piattaforma, aumentano di centinaia di migliaia di mese in mese. Si va dai grandi publisher a chi ha qualcosa da dire, influencer creator, o chi è specializzato in qualsiasi disciplina. Il bello dei podcast che ha ampliato il range di contenuti, prima era solo musica. Coprono qualsiasi argomento: news, informazione, eventi di costume come Sanremo. Il targeting, il tracciamento, consentono comunicazioni efficaci, sulla definizione del mood: sapere chi ci sia dall’altra parte, che cosa stia facendo, se sia in auto o si stia allenando, con  caratteristiche socio-demografiche di utenti loggati alla piattaforma”.

Profiling, produzione dello spot e poi?

“Terzo aspetto la tecnologia avanzata, che permette di creare un’esperienza audio super immersiva. Si pensi al 3D o all’8D, che se ascoltato con auricolari o cuffie è ancora più coinvolgente. Per le aziende e tutte le industry è un’opportunità gigantesca, complementare alla strategia video. L’audio riempie i momenti della giornata in cui il video non è presente, quando si guida, ci si allena, si cucina”.

Musica, UX e bambini

Come può un singolo utente o un’impresa utilizzare la funzionalità Ad Spotify? 

“La piattaforma mette a disposizione tutte le informazioni, è user friendly. Basta usare l’applicazione da desktop o da smartphone, su Ad Studio, e seguire i vari step  per definire gli obiettivi della campagna, l’audience che si vuole raggiungere, il formato audio o video, o entrambi insieme. 1 minuto su 5 speso in piattaforma è passato sul video, sebbene siamo riconosciuti soprattutto per l’audio. Il quel 20% del tempo (su un totale di 2ore e mezzo al giorno trascorso su Spotufy), possiamo erogare messaggi advertising video, molto premium, a schermo pieno”.

Nessun testimonial in Italia per il lancio?

“Desideriamo comunicare la velocità di utilizzo e le caratteristiche tecnologiche. Il testimonial è la piattaforma in sé, che desideriamo diventi familiare a chiunque, con l’ambizione di diventare la piattaforma di comunicazione per l’audio di tutte le aziende, grandi e piccole”.

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Splio acquisisce la startup Goodfazer e potenzia il Referral Marketing

Splio è orgogliosa di annunciare l’acquisizione della startup francese Goodfazer, piattaforma SaaS per la gestione dei referral. L’innovativa soluzione permetterà ai brand di utilizzare la raccomandazione dei clienti e sfruttare la forza del passaparola per  l’acquisizione di nuovi contatti tramite l’uso strutturato ed intelligente dei canali digitali.

Splio è una piattaforma marketing di fidelizzazione che consente alle aziende di ingaggiare e fidelizzare la clientela su tutti i canali. Con questa acquisizione Splio rinforza la sua vision per cui l’engagement e la fidelizzazione rappresentano potenti leve di crescita per i marchi. Con oltre 500 clienti nel retail, eCommerce, transportation e food, Splio si conferma leader nel Martech ed esperto di trade, lavorando per fornire una piattaforma che unisca tutte le esigenze di attivazione marketing dei merchant.  

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Splio pone il cliente al centro della strategia di crescita dei brand

Il Referral Marketing è oggi al centro della trasformazione dei processi decisionali di acquisto. È una leva marketing che si basa sul forte principio della raccomandazione e della fiducia, ed è proprio questa la vision che Mireille Messine, CEO di Splio, rende accessibile grazie alla piattaforma Splio.

Scegliere il passaparola del cliente, significa optare per una leva di sviluppo organico, che capitalizzi la clientela acquisita e conquistata, e che la ponga al centro della strategia  di crescita dei brand. Il passaparola digitale ha già dimostrato il suo valore negli Stati Uniti e ha portato al successo marchi come Uber, Airbnb e Dropbox.

Mirelle continua:

L’obiettivo di questa  acquisizione è quello di estendere le sue potenzialità e il suo utilizzo a beneficio di una fascia di brand più ampia possibile. L’arrivo di Frédéric Faivre nel team e l’integrazione della piattaforma Goodfazer, è un’ottima notizia per Splio. Apre nuove prospettive ai marketer e nuove opportunità  per i nostri clienti.

Goodfazer: da un progetto imprenditoriale a Splio

Il potere del Referral Marketing si misura nella natura esponenziale del passaparola, che trasforma il cliente in un canale di influenza e vendita. Il cliente crea valore ed è più che mai un  canale di comunicazione da non sottovalutare. L’ha ben compreso Frédéric Faivre, fondatore di Goodfazer. Fondata nel 2018, Goodfazer consente ai brand di acquisire nuovi clienti grazie alla creazione di programmi di referral e campagne coinvolgenti. 

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La piattaforma Goodfazer è nata da un’iniziativa intraprenditoriale incubata da Becoming Group, mentre Frédéric Faivre, ancora direttore associato dell’agenzia Grenade, gestiva le operazioni di referral per Sosh e Orange. Questo progetto rientrava nello sviluppo di un’innovazione al servizio della vision della società, e ha permesso a Frédéric Faivre di sviluppare la piattaforma di referral di cui i merchant avevano bisogno.  

I clienti ingaggiati e fedeli vogliono ricoprire un ruolo attivo per i brand che amano. Stiamo assistendo a una trasformazione radicale nella scelta di acquisto dei consumatori, che è meno influenzata dalla pubblicità e maggiormente dalla raccomandazione e il passaparola tra amici e conoscenti. Restituire il comando ai consumatori, rendendo la raccomandazione accessibile a tutti i commercianti, grazie a una piattaforma innovativa e di  semplice utilizzo, questa è la nostra ambizione al fine di rendere la raccomandazione una customer experience ingaggiante e fidelizzante.

La raccomandazione ingaggia e fidelizza su tutti i canali

La raccomandazione in modalità SaaS ha già guadagnato sostenitori, tra cui Sandrine Privat Pedoussaut, direttore marketing di NAF NAF, che ha sviluppato un programma di referral multicanale con Goodfazer, per ingaggiare nuovi clienti e aumentare le vendite online e offline al di  fuori dei periodi commerciali di punta:

Abbiamo integrato facilmente la piattaforma Goodfazer nel nostro ecosistema phygital, eCommerce e nei punti vendita, e implementato rapidamente campagne di referral all’interno della rete NAF NAF con ottimi risultati. 

Alla fine della sua prima campagna, NAF NAF aveva aumentato il paniere medio di 1.5 per i nuovi clienti e di 2 per i clienti ambassador.

NFT mania

NFT mania, ecco i non-fungible token che tutti vorremmo collezionare

Opere d’arte audiovisiva, quadri digitali. Ma anche meme, canzoni e interi album musicali. Sono il trend del momento, gli NFT (o non-fungible token), i gettoni digitali basati su tecnologia blockchain che stanno monopolizzando l’attenzione di collezionisti, appassionati di cripto valute (ma non sono la stessa cosa) e semplici curiosi di internet.

Jack Dorsey NFT

Abbiamo raccolto alcuni dei gettoni più strani e originali, che dimostrano l’hype che si sta generando intorno al fenomeno. Imprenditori, brand e personaggi dello showbusiness sono letteralmente ammaliati dal fenomeno NFT e desiderosi di sperimentarlo.

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Il primo tweet di Jack Dorsey

Jack Dorsey, il miliardario co-fondatore e CEO di Twitter ha messo all’asta il suo primo tweet come NFT.

Il tweet (di ben 15 anni fa) è stato vendita su una piattaforma chiamata Valuables by Cent, che consente appunto alle persone di fare offerte su tweet “autografati dai loro creatori originali”.

Per “Sto settando il mio twttr”, l’offerta più alta ha raggiunto i 2,9 milioni di dollari e si è assicurato il prezioso bene digitale Sina Estavi, CEO di Bridge Oracle.

Dorsey ha comunque dichiarato che convertirà il ricavato in Bitcoin e che in seguito lo devolverà in beneficenza.

Le GIF di Taco Bell

Taco Bell ha iniziato a servire qualcosa in più di semplici tacos: ha anche cominciato a consegnare NFT.

La catena di fast-food ha annunciato su Twitter la vendita di GIF e immagini “a tema taco” sul marketplace NFT Rarible.

Naturalmente, tutti si sono immediatamente resi conto che si trattava di un brand che cavalcava l’onda del fenomeno NFT (un trend che potrebbe essere anche potenzialmente dannoso per l’ambiente), ma i gettoni sono andati a ruba, volatilizzati in trenta minuti.

Taco Bell ha dichiarato che tutti i proventi andranno alla borsa di studio Live Más attraverso la Taco Bell Foundation. L’azienda ha anche lasciato intendere che sta progettando un’altra serie di token anche se, come ha affermato l’azienda, sebbene gli NFT siano “per sempre”, non potranno mai sostituire il gusto e la croccantezza di un taco caldo.

Le Pringles con il sapore virtuale

Anche Pringles è tra i brand del food saltati sul treno della popolarità dei non-fungible token, per sfruttare il clamore mediatico del momento.

L’azienda ha emesso 50 tubi virtuali CryptoCrisp “al sapore di NFT”, un’opera d’arte digitale dall’artista Vasya Kolotusha: un file MP4 1080×1080 che mostra una lattina Pringles dorata.

Tutti i proventi delle vendite dei 50 pezzi emessi andranno direttamente all’artista.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Vasya Kolotusha (@kolotooosha)

Il collage di Beeple messo all’incanto da Christie’s

Mike Winkelmann, un artista conosciuto al grande pubblico con lo pseudonimo di Beeple, ha venduto un collage digitale di opere realizzate in 5000 giorni per la cifra record di 69,3 milioni di dollari, in un’asta da Christie’s.

Un evento storico non solo per l’oggetto messo all’incanto, ma anche perché la famosa casa d’aste fondata nel 1766, per la prima volta ha consentito di pagare l’offerta anche tramite moneta digitale.

mike winkelmann beeple collage NFT

Non-fungible token: il Badge di Montemagno per pazzi furiosi

NFT Marco Montemagno

Il noto divulgatore Marco Montemagno ha invece scelto il marketplace OpenSea per il lancio del suo NFT. Si tratta di un badge che, secondo le sue esatte parole, devi essere “un pazzo furioso” per comprarlo. Puoi vederlo qui e renderti conto della quotazione che sta raggiungendo.

Il gatto con la Pop-Tart

Nyan Cat - non-fungible token

Il famoso meme chiamato Nyan Cat, che raffigura un gatto con il corpo di una Pop-Tart, è stato acquistato per quasi 600.000 dollari.

Le cripto copertine del Time

copertine time nft

Anche il prestigioso TIME non ha resistito alla mania degli NFT e ha messo all’asta tre copertine: l’iconica “Is God Dead?” del 1996, la più recente rivisitazione “Is Truth Dead?” del 2017 e un’ultima versione nuova di zecca, mai andata in stampa, che strizza l’occhio proprio alle cripto valute, cioè “Is Fiat Dead?”

Le tre copertine sono in vendita su NFT SuperRare e l’asta durerà fino a mercoledì sera. Il prezzo base è di 10 Ether per ogni copertina (quasi 18.000 dollari), ma quella con “Fiat” ha già superato il doppio della richiesta.

L’immagine anaglifica di Marco Camisani Calzolari

Un pezzo di arte digitale tutto italiano. A uno sperimentatore come Marco Camisani Calzolari non poteva essere indifferente l’attenzione riservata agli NFT. Ecco il suo non-fungible token, che però non sarà messo in vendita.

Il “quasi NFT” di Elon Musk

Eccentrico, poliedrico, visionario. E, di certo, sempre sul pezzo. Grande sostenitore di Bitcoin e del mondo legato alle crypto, Elon Musk ha annunciato la sua intenzione di mettere in vendita, sotto forma di non-fungible token, il suo nuovo pezzo techno (sì, Elon ha tempo anche per comporre musica).

Ci ha però ripensato dopo un po’, dichiarando di aver cambiato idea con un tweet.

L’opera di Banksy bruciata (e diventata un NFT)

Un Banksy originale, che è stato bruciato e distrutto in un video in live streaming, è stato venduto come NFT per 380.000 dollari.

L’opera d’arte del 2006, dal titolo Morons (White) è essa stessa una critica al mercato dell’arte, e infatti raffigura un banditore d’asta di Christie’s.

Un video condiviso dall’account BurntBanksy ha mostrato il video di un uomo mascherato mentre dava fuoco alla stampa con un accendino.

Alcuni critici hanno però liquidato l’evento come una “trovata” per fare soldi.

Cosa sono gli NFT (se ancora non lo sai)

Gli NFT sono beni digitali che, grazie alla tecnologia applicata anche alle criptovalute, diventano “unici”.

Ognuno di essi, infatti, ha una propria identificazione e non è replicabile. Questi token servono quindi da “atto digitale” per certificare edizioni originali per opere d’arte, album o brani musicali e anche meme.

Per questo, la definizione “non fungibili” si riferisce ai criteri di unicità e indivisibilità del token. Queste caratteristiche li rendono anche diversi dagli utility token e dalle criptovalute.

Non-Fungible Token si acquistano spesso in aste e possono poi essere pagati attraverso i consueti metodi oppure, naturalmente, in criptovaluta.

Innovazione e impresa: al via i workshop di Strategy Innovation

Tornano anche nel 2021 i SIW – Strategy Innovation Workshop, gli eventi rivolti a imprenditori e manager e dedicati all’innovazione strategica, oggi più che mai importante per le imprese che si trovano ad affrontare le difficoltà ma anche le opportunità generate dalla pandemia in atto.

Strategy Innovation Workshop

È a Venezia, da sempre luogo di innovazioni strategiche, ambientali e sociali, che lo spin-off cafoscarino Strategy Innovation mette a disposizione delle imprese le più rilevanti scoperte della ricerca accademica.

Spiega Carlo Bagnoli, professore ordinario di Economia presso Università Ca’ Foscari e fondatore dello spin-off Strategy Innovation.

Nel 2021 Strategy Innovation ha avviato quattro nuovi osservatori per accompagnare le aziende a intraprendere percorsi di innovazione strategica. Questi osservatori riguardano il Cross-cultural Business Model, il Digital Business Model, il Future Business Model e il Sustainable Business Model. Dalla ricerca realizzata da ciascuno di essi, scaturisce la programmazione degli Strategy Innovation Webinar – SIW, incontri di diffusione e contaminazione a cadenza regolare, che abbiamo mantenuto anche nel periodo pandemico. Aziende e manager sono invitati a questi webinar, in cui dialogheremo con alcune figure di estremo rilievo del mondo imprenditoriale italiano.

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Nei quattro incontri, Carlo Bagnoli si confronterà per un’ora e mezza con ospiti provenienti direttamente dal mondo delle imprese, mettendo a fuoco quali sono gli elementi che fanno di un’organizzazione una realtà significante per la società. Un approccio che guarda a un nuovo modello umanistico di impresa, studiato e proposto da anni dal team di Strategy Innovation e del quale oggi sempre più aziende stanno prendendo consapevolezza, grazie alle necessità e alle sfide che l’emergenza sanitaria prima e la crisi economica che si profila all’orizzonte ora hanno messo loro davanti.

Gli Strategy Innovation Workshop sono realizzati con il sostegno di importanti partner italiani: Intesa Sanpaolo, Arper, Axians, Cisco e Sharp.

Il primo incontro, in agenda per il 25 marzo 2021 a partire dalle ore 18 sarà dedicato al tema dell’impresa totale e vedrà la presenza di Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato Pirelli.

Il dibattito, prenderà le mosse dal volume Alla ricerca dell’impresa totale di Carlo Bagnoli e Beniamino Mirisola e Veronica Tabaglio, in cui i tre autori cercano di dare una risposta innovativa alla domanda che molti si pongono di fronte a un’azienda: cos’è davvero l’identità di un’impresa? Cosa la rende portatrice di significati rispetto alla società in cui opera e addirittura anche oltre, trascendendo le epoche, le mode e, spesso, anche le crisi?

Durante l’evento verrà raccontata e analizzata l’esperienza di Pirelli con lo scopo di ricercare gli elementi dell’azienda capaci di esemplificare il concetto di “impresa totale”. Concetto mutuato da quello di opera d’arte totale di Wagner, l’impresa totale è un’organizzazione capace di creare valore, non soltanto economico e non soltanto per l’organizzazione stessa, ma per tutto l’ecosistema in cui è immersa, in grado di aumentare la capacità occupazionale e di ridefinire i confini del proprio mercato.

Il segreto per farlo si nasconde nella capacità di rifarsi agli archetipi, quei modelli universali condivisi dall’umanità che valicano ogni barriera temporale o spaziale: si potrebbe dire, la pietra filosofale del successo duraturo.

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Un viaggio attraverso la multidisciplinarietà e trasversalità della ricerca che ha come scopo ultimo quello di individuare nuovi modelli innovativi per le aziende che hanno la necessità, anche se non sempre la consapevolezza, di evolversi per stare al passo con la rapida evoluzione che la nostra società sta subendo.

Insieme a Carlo Bagnoli, interverrà al workshop del 25 marzo anche Beniamino Mirisola, coautore del volume “Alla ricerca dell’impresa totale” e Chief Literature Specialist di Strategy Innovation Srl.

Calendario Strategy Innovation Workshop 2021

  • 25 marzo ore 18. L’impresa totale, con Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato Pirelli;
  • 21 maggio ore 18. Digital Business Models, con Stefano Rebattoni, General Manager IBM Italy;
  • 23 luglio 2021 ore 18. Future Business Models, con Marco Carrai, Presidente Toscana Aeroporti Spa;
  • 5 novembre 2021 ore 18. Sustainable Business Models.
guida allo youtube marketing

La guida essenziale al Marketing Digitale con YouTube

YouTube viene spesso sottovalutato. Nonostante i 2 miliardi di utenti mensili registrati in tutto il mondo e nonostante risulti essere una delle piattaforme online più apprezzate dai cittadini statunitensi ed europei, YouTube risulta essere la piattaforma social più trascurata da web strategist e marketer di tutto il mondo.

Attraverso la pubblicazione dei video su questa piattaforma è possibile ottenere risultati rilevanti, soprattutto se il target della tua azienda è su YouTube e i tuoi competitors invece no.

Il pensiero di molti è che YouTube non sia più di una piattaforma di video online o banalmente un’altra rete social, ma non è affatto così, YouTube è molto, molto di più.

Ogni ora vengono caricate più di 500 ore di video. YouTube è sempre più popolare in diverse fasce d’età e il marketing sulla piattaforma, oltre ad essere senza alcun dubbio efficace, è anche semplice (ovvio è che necessario avere alcune nozioni di base, ma la creatività e la fantasia restano gli elementi essenziali).

Per questi motivi, abbiamo pensato di realizzare una breve guida su come poter iniziare questa avventura del marketing di YouTube ed aggiungere un ulteriore tassello nella strategia comunicativa della tua azienda. Procediamo step to step senza indugi e per piccoli passi!

youtube schermata

Step 1 –  Apri un canale YouTube

Stiamo parlando di una vera e propria piattaforma dove l’iscrizione rappresenta il primo passo per accedervi. Per poterlo fare è indispensabile aprire un brand account su Google. Un’iscrizione appositamente pensata per l’azienda (ricorda di utilizzare non una mail personale, ma quella rappresentativa dell’azienda), che possa offrire la possibilità di lavorare sul canale da più account anche contemporaneamente.

Per poter realizzare questo primo step è indispensabile accedere a Google (se si ha già un account) o iscriversi registrando tutte le informazioni necessarie. Per poterlo fare sarà necessario raggiungere la home del più grande motore di ricerca al mondo ed entrare, dal tasto presente in alto a destra, nel mondo della “grande G”.

L’iscrizione appena realizzata offrirà già un canale YouTube, ma se accedendo alla piattaforma dovesse esserci un canale già esistente, personale o non conforme al piano comunicativo della tua azienda, sarà necessario aprirne uno ex novo (dal tasto presente nella stessa pagina).

A questo punto la tua avventura è già iniziata!  L’azienda è stata appena registrata su YouTube, il canale è aperto e la piattaforma è già pronta ad offrirti tutte le sue opportunità.

Step 2 – Attrai nuovi follower personalizzando il canale

Dopo aver aperto il canale è indispensabile completarlo in ogni suo aspetto. Parti dal logo (che andrà collocato nell’immagine profilo) utilizzando un file in alta definizione.

Nella sezione ‘”descrizione” offri informazioni e anticipazioni sulle pubblicazioni del canale inserendo all’interno di questi contenuti testuali, le parole chiave (approfondisci la SEO per YouTube al punto 6) e i link del sito web e degli altri profili social di rilievo della strategia di comunicazione della tua azienda.

Nella stessa sezione potrai inserire anche il link di altri canali YouTube della stessa azienda (nel caso ce ne fossero) o pubblicare delle risorse o indicare dei canali ausiliari ai tuoi contenuti. Ultimo aspetto, ma non per importanza è l’ottimizzazione dell’immagine di copertina. Inserisci i prodotti di cui parlerai o illustra gli argomenti principali del canale.

caricamento dei video su youtube

Step 3 – Scopri il tuo potenziale pubblico

Il pubblico è il vero tesoro del tuo canale e dedicare del tempo per scoprire alcuni dettagli come l’età, le preferenze di visualizzazione ed i loro interessi, è certamente uno step indispensabile per il successo della tua strategia di marketing su YouTube.

Online è possibile raccogliere tantissimi dati riguardanti il tuo potenziale target, ma non solo. Aprendo il canale avrai disposizione un’intera pagina con dati di analisi specifici, che possono offrirti tante informazioni preziose, per migliorare ed ottimizzare i contenuti che hai pensato di pubblicare.

A questo punto dovrebbe essere più o meno chiaro l’identikit del tuo target. Confrontalo con i dati statistici degli altri canali social aziendali per comprenderne differenze e somiglianze, ti aiuterà senz’altro a perfezionare ulteriormente la strategia di marketing che adotterai su YouTube.

È questo il punto in cui dovrai iniziare a ‘sporcarti le mani’: inizia a realizzare contenuti, programmali nei giorni e nelle ore di maggiore accesso, crea sondaggi e domande per conoscere il pubblico ed ottenere nuovi spunti per nuovi video. Insomma, inizia ad arricchire il canale con contenuti interessanti per il brand.

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Step 4 – Prendi spunti da youtubers e competitors

Prendi spunto per i tuoi video da altri Youtubers, ma anche dai competitori diretti. Attenzione però: prendere spunto non significa copiare, ma significa lasciarsi ispirare per nuove idee (possibilmente differenti da quelle che hai già visto).

Prendi nota di tutto ciò che cattura l’attenzione sulla piattaforma, analizza cosa ti spinge a tornare sempre sui soliti canali, cerca di scoprire cosa aumenta le visualizzazioni ed il coinvolgimento di uno specifico canale.

Anche nei video di tendenza puoi ottenere dei dati di grande rilevanza, anche se non hanno nulla a che vedere con il canale aziendale. Ciò che puoi facilmente intuire è la tecnica di realizzazione di un video e gli effetti (e/o risultati), che mediante essa è possibile ottenere dalla propria community.

youtube marketing

Step 5 – pianifica la pubblicazione dei tuoi video

A questo punto, dopo aver aperto il canale aziendale, compreso come ottimizzare i contenuti testuali e grafici dei contenuti, è giunto il momento di pensare ad una pianificazione delle pubblicazioni.

Gli utenti si aspettano delle pubblicazioni continue, degli appuntamenti settimanali a cadenza fissa nei quali vengono pubblicati i nuovi o il nuovo video. Fa attenzione a rispettare queste tempistiche, cercando di non saltare alcun appuntamento e di organizzarti per tempo nel caso dovessero presentarsi delle complicanze ho degli imprevisti.

Organizza al meglio le pubblicazioni tra gli altri social e YouTube, schedula tutti i flussi in uscita con strumenti come Hootsuite, per gestire tutto da una stessa dashboard.

Dai un’occhiata ai dati analitici del tuo canale, soprattutto dopo le prime pubblicazioni, per comprendere se c’è un giorno o un orario con un maggior numero di visualizzazioni di coinvolgimento, una volta rintracciato sfrutta questi dati per aumentare la visibilità e l’efficacia del canale aziendale

Ste 6 – Non dimenticare la SEO nei tuoi video

A questo punto hai aperto il tuo canale, sai in linea generale a chi rivolgerti e hai realizzato e programmato la pubblicazione dei primi contenuti su YouTube. A questo punto è indispensabile conoscere ‘l’ABC della SEO’ su YouTube.

La SEO è assolutamente indispensabile per il corretto posizionamento dei tuoi video nei risultati di ricerca di YouTube ed ottenere di conseguenza una maggiore visualizzazione dei contenuti. YouTube funziona come un grande motori di ricerca e per questi motivi è indispensabile utilizzare le giuste parole chiave, le descrizioni e titoli che possono catturare l’attenzione (Attenzione al clickbait!).

Ma dove è possibile trovare le parole chiave? La risposta è abbastanza semplice.potresti partire dall’analisi del sito web dell’azienda, da come quest’ultimo è stato posizionato e le parole chiave chi sono state scelte per indicizzarlo al meglio. Inoltre potrei utilizzare tools specifici come Google trends o come Google adv.

Un altro aspetto da non sottovalutare è la SEO utilizzata dai tuoi diretti competitors. Approfondisci le loro scelte e studia i loro risultati di ricerca. Dunque concentrati sugli argomenti, sui contenuti e sulle ricerche che le persone tutti i giorni effettuano sui motori di ricerca.

Controlla le parole chiave anche su social differenti come ad esempio Pinterest. Un social utile e semplice da usare, che senz’altro potrà facilmente aiutarti. Inserisci sulla piattaforma le parole chiave che interessanti ed utili per il tuo brand, effettua la ricerca, analizza i risultati.

Evitala punteggiatura eccessiva e parole maiuscole, nei titoli, sottotitoli e nel testo. I contenuti che verranno pubblicati su YouTube devo essere anzitutto ottimizzati per le persone, anche i testi devono avere un senso logico con una punteggiatura ed una formattazione coerente. Nel testo delle descrizioni dei contenuti inserisci sempre le parole chiave scelte,  soprattutto nella parte iniziale, salvaguardando sempre l’integrità del messaggio.

caricare video su youtube

Step 7 – Usa correttamente gli hashtag

Ma a cosa servono gli hashtag? Le finalità possono essere differenti, ma in primo luogo servono per aumentare la visibilità organica di contenuti pubblicati su YouTube.

Si tratta di vere proprie parole chiave, che possono essere ipoteticamente collocata in qualsiasi punto dell’area testuale. Scegli per ogni contenuto degli hashtag che siano coerenti con gli argomenti trattati nel video, non troppo specifici ma neanche troppo generici.

Utilizza solo quelli realmente necessari senza eccedere, rischieresti di ottenere un risultato diverso da quello sperato. Dunque evita categoricamente i trenini hashtag, non servono a nulla, non solo su YouTube, ma in gran parte delle altre piattaforme social (es Facebook).

LEGGI ANCHE: Google Update Timeline: come l’algoritmo di Google ha imparato a interpretare il linguaggio umano

Step 8 – Ottimizza le miniature, le anteprime, le schede e le CTA

La miniatura dei contenuti pubblicati è la prima cosa che un utente osserva. Spesso decreta il successo o l’insuccesso dei video e per incrementare la visualizzazione del contenuto, è necessario personalizzarla ad hoc, in correlazione ovviamente al titolo del contenuto stesso.

video su youtube

Il consiglio è di utilizzare sempre miniature in alta definizione, di personalizzale e inserire pochi elementi comunicativi, ma essenziali per catturare l’attenzione dell’utente e spingerlo ad andare oltre la visualizzazione della miniatura. Realizza dei i test per verificare che tutto funzioni correttamente e che nulla sia sfuggito alla tua attenzione.

Ultimo aspetto, ma non per importanza, è quello di prestare attenzione alle schede e alle schermate finali.

Le schede sono delle vere proprie call tu action che possibile inserire all’interno dei video. È possibile pubblicarne un massimo di cinque per contenuto e risultano utili per indirizzare le persone verso una specifica pagina web o altro.

Le schermate finali appaiono negli ultimi secondi del video e offrono all’utente la possibilità di scegliere un contenuto correlato a quello appena visto. Dunque è indispensabile promuovere all’interno di queste schermate finali, degli ulteriori video che possano continuare a mantenere alta l’attenzione dell’utente per spingerlo a continuare la visione di contenuti dal canale della tua azienda.

digital tool

Mimoto, TweetIdeas e LunarCRUSH, i digital tool della settimana

Alcuni argomenti tendono a polarizzare la nostra attenzione durante la settimana e solo nel weekend abbiamo l’occasione di approfondirli. Tra quelli dell’ultimo periodo ci sono sicuramente gli NTF e il mondo delle cripto valute in generale.

Tra le applicazioni consigliate questa settimana, anche uno strumento per tenere sotto controllo il panorama relativo a uno dei metodi di pagamento in più rapida crescita, che non ci si può più permettere di sottovalutare.

Con gli strumenti digitali di oggi però, pensiamo anche al tempo libero: un po’ di svago cantando a squarciagola i nostri successi preferiti può aiutarci a trascorrere una serata spensierata dopo tante, impegnative ore di lavoro.

E poi anche suggerimenti per i tweet e l’analisi delle chat di WhatsApp, nella nostra selezione settimanale dei digital tool, direttamente da Ninja PRO Information.

LEGGI ANCHE: MyHeritage, Ariyh e Kbee, i digital tool della settimana

Un sabato sera differente

tool karaoke

Se il karaoke con gli amici era la tua più grande passione nel pre-pandemia, puoi continuare a farlo: sul web o in VR. Per farlo puoi provare Karaoke Nite, ancora in versione Beta.

Mondo Crypto

tool crypto

Senza community, non ci sono criptovalute. Lo stanno imparando non solo gli esperti ma anche i profani. LunarCRUSH è la piattaforma di social listening per le criptovalute che aiuta gli investitori a prendere decisioni migliori monitorando i social media che influenzano i mercati. Tutto attraverso interessantissime dashboard.

Mai a corto di tweet

tool tweet

Vuoi essere all’altezza di Elon Musk nel gestire il profilo su Twitter? Con TweetIdeas potrai generare post di alta qualità, variando tra barzellette, citazioni, news e grafiche accattivanti.

Relazioni su WhatsApp

tool per whatsapp

Sei curioso di conoscere nel dettaglio i dati sui rapporti che intrattieni sui social? Con Mimoto puoi analizzare obiettivamente le tue chat, in modo sicuro per la privacy. L’app per iOS funziona solo sul dispositivo e non esporta alcun dato, offrendo interessanti statistiche.

Il supporto, al costo di un caffè

strumento per il supporto

Buy Me a Coffee è un modo semplice per permettere alle persone di finanziare il tuo lavoro.

Senza perdere la testa con un mucchio di applicazioni come Patreon, Mailchimp, puoi accettare supporto, adesioni, e costruire un rapporto diretto con i tuoi fan.

 

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Se hai trovato utili questi tool, attiva la prova gratuita di Ninja PRO Information. Riceverai ogni giorno le news sempre aggiornate (anche in versione audio), insight, analisi degli esperti e i nostri consigli sui migliori strumenti.

Personal brand

Personal Brand, come crearlo nel modo giusto

Nei due articoli precedenti abbiamo discusso dell’imminente recessione, di come adattarsi al mercato del lavoro e di come trovare il lavoro dei sogni. Ora è importante capire come aumentare le tue possibilità di aggiudicarsi quel lavoro, perfezionando il tuo brand.

Perché il tuo brand è importante

Esattamente come accade quando fai un acquisto, magari particolarmente costoso, e presti attenzione al marchio del prodotto, il tuo brand è fondamentale per i recruiter quando hanno bisogno di inserire un nuovo membro nel team. Per essere “il marchio giusto” per l’esaminatore, dovrai allineare i tuoi talenti alle sue esigenze.

Il tuo brand è praticamente già ovunque: le foto che condividi sui social network, le opinioni espresse nei tuoi blog post, anche quelle che gli altri hanno su di te, sono rintracciabili su moltissimi canali accessibili online. La presenza online rivela moltissimo di te ai reclutatori.

Sarà necessario, quindi, fare sempre del nostro meglio per assicurarci che la nostra immagine pubblica su tutti i media sia costantemente a supporto del nostro personal brand e che i contenuti visibili non lo indeboliscano.

Inutile negarlo: sono molti i casi di persone che hanno perso una buona occasione di lavoro, o addirittura hanno perso il posto, dopo aver pubblicato messaggi o immagini “sconvenienti” sui social media.

In più, la tua immagine dovrebbe essere coerente con la carriera che hai scelto. Se il tuo obiettivo è lavorare nel settore delle arti creative, allora hai probabilmente un certo margine di manovra. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, proporre un atteggiamento positivo, sicuro di sé e, semplicemente, professionale, può fare la differenza.

Non c’è nulla di male a voler desiderare un’immagine diversa, più privata, che si condivide con la famiglia e gli amici più stretti, ma bisogna fare attenzione a tenere separati i due ambiti, in modo che i comportamenti più disinvolti non vadano a intaccare la sfera professionale, trapelando nell’arena pubblica.

Il posizionamento del tuo personal brand

Ognuno di noi ha una percezione personale del prossimo. Va da sé che anche gli altri hanno una percezione soggettiva di quello che riguarda noi.

A volte è il risultato di una esperienza diretta, personale o professionale: altre volte deriva da messaggi e comunicazioni indirette attraverso amici, familiari, colleghi o media. Altre volte ancora, questa percezione è il risultato di nient’altro che immagini stereotipate che si formano in base all’età, al sesso, all’aspetto fisico, alla nazionalità e a molti altri fattori superficiali.

different brand positions

In questa immagine, sono stati presi in considerazione due aspetti del possibile posizionamento del brand personale: Popolarità e Rispetto.

Questi due aspetti sono molto diversi e conducono a un risultato divergente comportando un posizionamento spesso agli antipodi per le persone. Alcune persone non dotate di grande talento, inseguono senza grande successo la popolarità ad ogni costo, e questo può portare a ridurre in maniera considerevole il rispetto che abbiamo per loro.

Il punto chiave è che è necessario concentrarsi sulle caratteristiche personali da coltivare per sviluppare un giusto posizionamento del nostro brand ed ottenere il lavoro che cerchiamo.

Comprendere chiaramente la tua Brand Proposition

Il modo migliore per raggiungere questo obiettivo è costruire la tua Brand Proposition.

La Brand Proposition è il “valore che metti sul tavolo” ed è quindi importante che quello che puoi offrire sia diverso e in qualche modo migliore rispetto alle proposte degli altri candidati. In parole povere, la tua offerta deve essere superiore.

Per “diverso”, intendiamo che è necessario distinguersi dalla massa. Per “superiore”, vogliamo dire che le differenze aggiungono un valore significativo alla proposta in questione.

In altre parole, i vantaggi di assumere te dovranno essere di gran lunga superiori a quelli che potrebbe apportare chiunque altro. La chiave sono proprio i benefici che l’azienda acquisirà potendo contare su di te, non solo, banalmente, della mansioni lavorative che potrai svolgere. Anche il selezionatore vuole avere “successo” e il modo migliore per raggiungere l’obiettivo è puntare sulla scelta migliore possibile tra i candidati.

Per spiegarlo ulteriormente, diamo un’occhiata al modello qui sotto in modo da lavorare efficacemente sulla tua Personal Value Proposition.

Personale Value Proposition

Nel grafico vediamo i cinque tipi di competenza che ogni esaminatore prenderà in considerazione: Esperienza, Conoscenza, Capacità, Abilità e Attitudini.

Sul lato sinistro della tabella si trova una semplice scala di punteggio, da 0 a 5, dove zero identifica una prestazione inesistente e cinque invece un livello molto alto di prestazione su quel tipo di competenza.

Potremo disegnare diverse linee per confrontare le differenti prestazioni richieste dal selezionatore in modo da mettere la nostra posizione in relazione a quella degli altri candidati.

Non è necessario ottenere un risultato esatto al centesimo, è sufficiente anche una valutazione approssimativa. Basterà calcolare il divario fra il nostro risultato e quello degli altri per avere una visione chiara di quali siano gli aspetti sui quali valga la pena di concentrarsi per migliorare il nostro personal brand.

Per fare un esempio pratico, valuteremo la proposta di valore del nostro soggetto ideale, David Swift, per una specifica opportunità di lavoro. Come abbiamo visto nel precedente articolo, David era particolarmente interessato alla posizione di Business Development Director in una società di consulenza commerciale di medie dimensioni.

In previsione di un colloquio con la “Flash Sales Ltd” (anche questo è un nome fittizio a titolo di esempio), David vuole assicurarsi di mostrare una value proposition adatta allo scopo.

david swift value proposition

Dal grafico possiamo trarre spunti interessanti:

a) La buona notizia è che David ha solo un Inferior Competitive Gap in cui un altro candidato ha un punteggio maggiore di lui, cioè l’esperienza nella conversione in vendita.

b) Il dato negativo è invece in How to Exploit Technology, dove tutti sono allo stesso livello di performance e non c’è differenziazione tra i candidati.

c) Informazioni contrastanti arrivano invece riguardo al requisito della capacità di aumentare le quote di mercato. Nessun candidato soddisfa il livello necessario e quindi ci troviamo di fronte a un Unmet Needs Gap. Questo può significare che tutti i candidati vengono respinti.

d) David è molto più avanti della concorrenza e molto più avanti delle esigenze del selezionatore per quanto riguarda l’essere un leader etico. In altre parole, è troppo qualificato e non dovrebbe esagerare con questa capacità.

e) C’è un analogo gap di bisogni insoddisfatti per il secondo requisito, quello di avere un atteggiamento orientato ai risultati.

Queste lacune forniscono spunti molto importanti su come dovresti dimostrare il tuo valore al selezionatore. In questo caso, David può enfatizzare la sua conoscenza della tecnologia, le sue abilità nella crescita della quota di mercato e il suo atteggiamento orientato ai risultati. Dovrebbe però dedicare più tempo alla quota di mercato.

Dovrebbe anche menzionare il suo atteggiamento etico, ma senza spenderci troppo tempo. Dovrà invece pensare a come superare la sua debolezza nella trasformazione in vendite ed essere pronto a difendersi su questo punto, se interrogato.

Un consiglio utile per usare questo strumento è di essere focalizzato sul futuro. Pensare a come la linea tratteggiata potrebbe cambiare in futuro. Le esigenze sono in continuo cambiamento e a volte il reclutatore stesso non ci avrà pensato. Potete quindi abbinare i vostri punti di forza a queste esigenze future ed educare il selezionatore sul perché i vostri punti di forza (per esempio flessibilità, esperienza multiculturale) saranno ancora più necessari in futuro.

Definire la SWOT personale

Questa analisi può anche essere trasferita alla tua SWOT personale, che è ora raffinata per raggiungere uno specifico lavoro o segmento di lavoro.

Riguardo al nostro David, l’analisi solleva quattro domande chiave che dovrebbe considerare. Vengono mostrate in ordine di importanza sul lato destro della SWOT.SWOT

Grazie a questi strumenti, dovresti ora essere in grado di scrivere una corretta Personal Value Proposition.

Diventerà è un riassunto memorabile dei tuoi punti di forza chiave che si adattano alle esigenze del reclutatore e ti posizionano come il miglior candidato per il lavoro.

Per completare la tua preparazione, dovresti anche preparare alcune risposte, sulle eventuali domande riguardo alle area di debolezza. Se vuoi fare un ottimo lavoro, cerca di quantificare il ritorno che l’organizzazione avrà nell’assumerti.

Per alcuni settori, sarà certamente più difficile che per altri. Tuttavia, l’obiettivo di cercare di quantificare il ROI del tuo valore nel modo più esatto possibile: più riuscirai ad andare in profondità su questo aspetto, meglio riuscirai a impressionare i valutatori.

Per completare la riflessione su come stimare il giusto valore del tuo brand, segui i seguenti step:

a) Scegli un lavoro reale all’inizio della tua nuova carriera.

b) Completa il template della Proposta di Valore Personale per quel lavoro.

c) Ci sono delle lacune?

d) Raffina la tua SWOT personale per quel determinato lavoro. Quali domande chiave emergono da esso?

e) Prova a scrivere una Personal Value Proposition

f) Quali azioni devi intraprendere per migliorare la tua Proposta di Valore Personale?

Alcuni degli esercizi che abbiamo trattato in questi tre articoli saranno più facili di altri. Tuttavia, nessuno di questi richiede competenze di matematica avanzata o conoscenza della fisica delle particelle. Dovrebbero essere tutti alla tua portata, ma se sei in difficoltà, chiedi aiuto a un amico, un collega o un familiare.

L’obiettivo non è quello di ottenere la perfezione. È semplicemente avere un’idea migliore di dove vuoi essere in futuro, perché, come ci arriverai, e “battere” le persone che competono per quella stessa posizione.

Proprio come nello sport, la differenza tra il primo e il secondo posto può essere molto sottile e allenarsi, cioè “fare i compiti a casa” potrebbe essere la strategia in grado di farti superare il traguardo per primo.

template

festa del papà

Gli spot più emozionanti per celebrare la festa del papà

Celebrare la festa del papà ormai ha assunto un valore diverso. Questo lungo periodo di Covid ha rivoluzionato le nostre vite. Nel lavoro e nella quotidianità stiamo imparando a non dare più niente per scontato.  Le nostre abitudini sono state stravolte tanto fuori casa quanto dentro: il cambiamento delle dinamiche ci ha fatto riscrivere gli equilibri ed i ruoli.

Essere dei supereroi significa anche aver riprogrammato la quotidianità e aver scoperto nuovi approcci nei confronti della famiglia e dei figli. I bambinipossono trarre maggiori benefici dalla parità dei genitori, apprendendo così le diverse dinamiche sociali e di ruolo.

Soprattutto nell’ultimo anno i padri hanno riscoperto il prendersi cura della famiglia non solo economicamente. Si condividono maggiormente gli spazi, i tempi e la pragmaticità delle azioni. La rinnovata immagine dei padri li vede impegnati non solamente a fare cose per i figli, ma a fare cose insieme. Questa evoluzione di sicuro lascerà un buon esempio non solo per chi la vive nel presente ma anche per le generazioni future.

Ed anche i brand sono vicino ai papà e ce li mostrano come grandi compagni di avventure, come protagonisti della quotidianità e come accompagnatori, insieme alle madri, nella vita dei bambini.

Pampers India – A father’s promise (2021)

Secondo il sondaggio Nielsen del 2016, in India l’84% dei padri ritiene che la cura dei figli spetti principalmente alle madri. Pampers è impegnata nella diffusione di un messaggio volto alla parità genitoriale. Ci vogliono due genitori per crescere un figlio e ci vuole il supporto di entrambi per essere genitori.

Dove Men+Care – Dad On (2020)

Sono presenti, sono insegnanti, ci sono vicini in ogni momento e ci accompagnano in nuove avventure. Sono complici e si fanno coinvolgere, anche se si tratta di un video per Tik Tok! Dove è in prima linea anche nel supporto per i genitori con DadsCare.com, fornendo risorse utili e consigli pratici per il quotidiano, creati dai papà per i papà.

Star Wars – #I’myourfather’s day (2020)

Quanti modi e quante occasioni ci sono per dire “Sono tuo padre“?

Budweiser – Fathers Who Stepped Up (2019)

Budweiser mette in luce una figura a volte trascurata e del suo ruolo a volte controverso e delicato: quella del patrigno. Il brand celebra tutti quegli uomini che anche hanno abbracciato un diverso modo di essere padre. Nello spot, nell’augurare buona festa del papà, ogni figlio fa una bellissima dichiarazione al proprio patrigno, consegnando alla fine i documenti di adozione.

LEGGI ANHE: 6 spot emozionanti e divertenti per celebrare la Festa del Papà (2019)

Dollar Shave Club – Manifique: A Father’s Day Gift (2019)

Dollar Shave Club celebra la festa del papà puntando sull’ironia. Ma forse c’è anche un altro messaggio dietro. I papà anche se non hanno un fisico scultoreo sono comunque i nostri supereroi. Come per le donne, è giusto annullare gli stereotipi sulla bellezza e mostrarsi per la propria autenticità.

Stockland Father’s Day – Dad. A small word for a big job (2018)

Il gruppo immobiliare australiano celebra la festa del papà ricordandoci che in una piccola parola sono contenute infinite emozioni, infinite azioni e infinito amore. Il sito Stockland dà inoltre voce ai pensieri di diversi papà che con le loro esperienze e con i propri consigli si aprono agli altri papà.

Manforce Condoms – Work From Home Distraction (2020)

In quest’ultimo anno a causa della pandemia sono molte le persone che hanno continuato a lavorare da casa. Per le coppie sono aumentate le occasioni di concedersi momenti di intimità. Come sono aumentate anche le nascite. Il brand di profilattici ironicamente augura una buona festa del papà a tutti quelli che fanno un break dal lavoro (da casa) per occuparsi dei neonati e non per concedersi un momento di passione.

NFT

Vuoi investire in NFT? Ecco tutto quello che dovresti sapere per iniziare

Gli NFT sono beni digitali che, grazie alla tecnologia applicata anche alle criptovalute, diventano “unici”.

Ognuno di essi, infatti, ha una propria identificazione e non è replicabile. Questi token servono quindi da “atto digitale” per certificare edizioni originali per opere d’arte, album o brani musicali e anche meme.

Per questo, la definizione “non fungibili” si riferisce ai criteri di unicità e indivisibilità del token. Queste caratteristiche li rendono anche diversi dagli utility token e dalle criptovalute.

I Non-Fungible Token si acquistano solitamente in aste, in un sistema di offerte in cui la migliore si aggiudica il contenuto, che può essere poi pagato attraverso i consueti metodi oppure, naturalmente, in criptovaluta.

LEGGI ANCHE: Crypto economy: perchè devi capire la blockchain per prepararti al Web 3.0

Il fenomeno è esploso negli ultimi mesi, quando la popolarità degli NFT è decollata grazie alla vendita di alcune opere digitali per cifre da capogiro, ma anche per l’interesse manifestato sempre più spesso da celebrità e uomini d’affari come, inutile sorprendersi, Elon Musk.

Il rischio principale di acquistare qualsiasi criptovaluta, compresi gli NFT, è che il valore del bene è in gran parte basato sulla speculazione. Gli acquirenti puntano quindi sul fatto che i loro NFT saranno il futuro del collezionismo. Si tratta però di una scommessa senza alcuna garanzia.

Se ti solletica l’idea di partecipare alla frenesia del momento e vuoi acquistare un NFT, devi assolutamente conoscere alcune informazioni basiche.

Che “forma ha” un NFT

Un NFT è un’opera digitale. Può quindi essere un brano musicale (o un intero album), un contenuto audio visivo, una realizzazione grafica. Ma anche un meme e persino un Tweet.

Kings of Leon

Ad esempio, i Kings of Leon hanno pubblicato il loro ultimo album proprio con questa modalità all’inizio di questo mese. Si tratta quindi di un oggetto da collezione a cui è abbinato un certificato (il token) che ne garantisce autenticità e originalità.

Mike Winkelmann, un artista conosciuto al grande pubblico con lo pseudonimo di Beeple, ha venduto un collage digitale di opere realizzate in 5000 giorni per la cifra record di 69,3 milioni di dollari, in un’asta da Christie’s. Un evento che non si fa fatica a definire storico non solo per l’oggetto messo all’incanto, ma anche perché la famosa casa d’aste fondata nel 1766, per la prima volta ha consentito di pagare l’offerta tramite moneta digitale, oltre alle consuete forme di pagamento.

E poi c’è l’artista canadese Claire Boucher, conosciuta come Grimes, che ha venduto una sua opera d’arte visiva per quasi 6 milioni di dollari, sul marketplace Nifty Gateway. Un bel colpo!

Non tutti gli NFT sono però oggetti da collezione: possono infatti anche incorporare biglietti per eventi, acquisti in-game e altri benefit. Tornando ai Kings of Leon, infatti, alcuni degli NFT venduti dalla band consistevano in biglietti Premium per i futuri concerti, con concessioni speciali come l’accesso al backstage o un posto in prima fila riservato a vita.

Cosa ottengo quando acquisto un NFT

Quando acquisti un NFT possiedi i diritti originali del bene digitale, che si tratti di musica, immagini o qualsiasi altro “oggetto virtuale”.

L’acquirente ottiene infatti l’unico token che ne certifica la proprietà e ogni NFT viene registrato in un enorme “libro mastro digitale” (esattamente come avviene per le criptovalute) che conserva le informazioni riguardo alla sua creazione, alle transazioni di vendita e alla proprietà attuale.

Gran parte del valore del bene digitale deriva quindi dalla possibilità di certificarne la proprietà e i diritti che da essa derivano. “La vera chiave è la proprietà stessa“, ha specificato Dan Kelly, Presidente di Nonfungible.com. “È lo status che deriva dal possedere quella cosa. È totalmente diverso possedere l’originale rispetto a una replica“.

Uno degli ostacoli che invece frena la diffusione di queste opere è la percezione che la versione fisica di un oggetto da collezione sia, in qualunque caso, più preziosa del corrispettivo digitale. In realtà, gli NFT sono spesso un investimento più valido in termini di sicurezza, grazie proprio al loro processo di autenticazione.

Cosa rende un NFT davvero originale

Anche se ne esistono diverse copie in giro per la rete, solo l’acquirente del token NFT possiede i diritti sul bene digitale. Per fare un paragone facilmente comprensibile, un conto è possedere il quadro della Monna Lisa di Leonardo Da Vinci, un altro è tenere appesa in camera una delle centinaia di milioni di riproduzioni in giro per il mondo. Una e solo una è l’originale, le altre sono solo copie senza un gran valore.

Ogni token basato su blockchain è infatti unico. Gli NFT contengono metadati che certificano la creazione dell’opera, chi l’ha realizzata e altre informazioni che vengono combinate con una funzione hash crittografica (una tecnica che trasforma i dati in una sequenza unica di 40 caratteri fra lettere e numeri) che crea una identificazione unica.

Quindi, anche se ci sono migliaia di NFT in giro per la rete con immagini che possono apparire identiche, le informazioni all’interno saranno tutte diverse e permetteranno di riconscere l’una rispetto all’altra e distinguere l’originale dalle copie.

Le normative in merito hanno però bisogno di essere ancora analizzate da diversi punti di vista. Se è vero che quando una persona acquista un NFT il bene contenuto diventa di sua proprietà, non accade lo stesso con il copyright, che dovrebbe essere trasferito separatamente con un contratto a parte. Diversamente, il creatore del copyright potrebbe ancora utilizzare, distribuire o creare copie dell’opera, compresa la generazione di nuovi NFT per quelle copie, creando un possibile danno a chi ha acquistato l’opera originale eliminando il presupposto della scarsità del bene.

Ci sarà parecchio lavoro per gli avvocati specializzati sulle proprietà intellettuali!

Quanto costano gli NFT

Nyan Cat

Mentre alcuni token non fungibili sono stati venduti per pochi dollari, altri pezzi di arte digitale di fascia alta hanno raggiunto quotazioni milionarie. Il famoso meme chiamato Nyan Cat, che raffigura un gatto con il corpo di una Pop-Tart, è stato acquistato per quasi 600.000 dollari, ma gli album dei Kings of Leon erano invece in vendita a soli 50 dollari.

Il marketplace di beni digitali Top Shot permette ai fan del basket e ai collezionisti di comprare, vendere e collezionare video con licenza ufficiale di highlights degli eventi sportivi. Un acquirente che aveva speso più di 175.000 dollari per alcune trading card digitali, ora si ritrova con un patrimonio in NFT che supera i 20 milioni di dollari.

Dove si comprano i Non-Fungible Token

Una informazione senza dubbio necessaria riguarda il posto giusto in cui è possibile accaparrarsi questi preziosi oggetti del desiderio senza incappare in sgradite sorprese. Esistono infatti marketplace accreditati dove i potenziali acquirenti possono partecipare ad aste, comprare e vendere NFT. I più popolari sono OpenSea, Nifty Gateway, Yellowheart e NBA Top Shot.

Una indicazione importante può essere quella di cercare di acquistare gli NFT direttamente dal venditore. Sui siti secondari, diventa più difficile verificarne l’autenticità se si ha meno familiarità con il processo di acquisto e vendita dei token non fungibili.

Attenzione alle truffe

La premessa necessaria è quella di evitare quindi siti secondari e venditori non accreditati. Anche sui canali ufficiali, però il rischio di truffe e inganni è sempre dietro l’angolo, cosa che non dipende in nessun modo dal sistema di certificazione del bene digitale o della piattaforma ma dall’azione, più o meno in buona fede, di possibili persone con pochi scrupoli.

Il modo migliore per combattere questo fenomeno è quello di rivolgersi sempre a venditori accreditati e considerare l’operazione con la stessa prudenza che si adotta nel fare trading sul mercato azionario.