In un momento in cui è vitale fermarsi, e restare a casa, il web corre veloce, tra crowdfunding per gli ospedali, brand che mettono a dispozione librerie digitali, corsi online, camminate virtuali, maratone in streaming, podcast e iniziative che mantengono viva la cultura.
Anche il mondo dei social non si ferma. Torna, puntuale come ogni settimana, la nostra Week in Social.
Facebook lavora su Stories, Gruppi e VR
Parliamo ancora di stories. Mentre fino a oggi era possibile condividere le stories di Instagram su Facebook, ma non il contrario, pare che Facebook permetterà presto di condividere le stories di Facebook su Instagram.
Le stories non sono l’unico tool a cui sta lavorando Facebook. Negli ultimi due anni, i gruppi sono cresciuti molto. Per questo la piattaforma mette a disposizione dei leader delle community un nuovo programma: Community Accelerator.
“Un programma di sei mesi che fornisce formazione, tutoraggio e finanziamenti per aiutare i gruppi a crescere. Con l’aiuto di esperti, i community leader selezionati trascorreranno tre mesi imparando come far crescere la loro community e raggiungere i loro obiettivi”.
E sempre a proposito di trend, gurda come sta procedendo il lavoro di Facebook sulla piattaforma VR, Horizon.
TikTok aggiunge url esterne ai clip
Qualche settimana fa ti abbiamo parlato dell’introduzione dei link in bio sui profili TikTok. La app continua a testare nuove feature e introduce la possibilità di inserire link a Wikipedia, Yelp o TripAdvisor nei post video.
LinkedIn e il coronavirus
Ti abbiamo già parlato delle misure che i social stanno adottando negli ultimi, difficilissimi, giorni. Arriva anche LinkedIn. Oltre ad aver aggiornato la piattaforma, per permettere agli utenti di restare informati, ha creato un Trending News, per mettere in evidenza aggiornamenti da parte di fontiaffidabili, come l’Organizzazione mondiale della sanità e il Center for Disease Control and Prevention.
Non solo. LinkedIn metterà a disposizione corsi gratuiti sui temi della produttività, il lavoro a distanza, le relazioni in tempi in cui non è possibile vedersi face-to-face.
In ultimo, LinkedIn ha lanciato delle playlist su Spotify, come colonna sonora per il tuo percorso di ricerca lavorativa. Le playlist sono divise in topic, come “Women at Work”, “Never Give Up” e “Refine and Focus”.
Instagram porta lo streaming su IGTV
Come riportato dall’esperta di ingegneria Jane Manchun Wong, Instagram sta testando un’opzione per condividere gli streaming di Instagram direttamente su IGTV non appena terminato il live.
Vediamo se questo darà una ulteriore spinta ai tuoi contenuti e se arriveranno altre news su questo fronte.
YouTube contro la disinformazione
YouTube ha fornito un aggiornamento sulle sue ultime misure per combattere la disinformazione sul coronavirus e tenere informati i suoi utenti durante la crescente crisi. La principale iniziativa riguarda i pannelli informativi che indirizzano gli utenti verso fonti autorevoli, fornendo, allo stesso tempo, crediti pubblicitari agli organi competenti.
Come spiegato da YouTube:
“Stiamo utilizzando la nostra homepage per indirizzare gli utenti all’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e altre organizzazioni locali autorevoli in tutto il mondo per garantire che gli utenti possano trovare facilmente gli aggiornamenti”.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/03/week-in-social.jpg583946Valentina De Felicehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngValentina De Felice2020-03-15 11:36:512020-03-18 19:29:21Week in Social: dal crossposting delle Facebook Stories ai link su TikTok
Progetti, piani, percorsi da seguire. Sono gli elementi che ci permettono di avere un’idea chiara della direzione in cui vogliamo muoverci e del modo in cui vogliamo crescere e trasformare il nostro futuro. Questo almeno in tempi ordinari. Quando però ci troviamo ci si presenta una situazione straordinaria da fronteggiare, bisogna essere dei veri Ninja per trasformare l’ostacolo in una opportunità.
Così, le misure straordinarie del governo, che ci impongono di restare in casa, lavorare da remoto e limitare i contatti interpersonali, possono diventare, ad esempio, il primo passo per un nuovo percorso di formazione personale come quello di Ninja Academy valido per ottenere un Certificato Professionalizzante.
Per tutti, professionisti e aziende, sono moltissimi i servizi a disposizione oggi anche grazie all’iniziativa Solidarietà Digitale promossa dal Ministro dell’Innovazione.
Stai pensando di cogliere questa occasione? Abbiamo raccolto una serie di risorse utili, tra quelle messe a disposizione, per lavorare, studiare, intrattenersi e restare informati.
Tutte le Free Masterclass di Ninja Academy
Vuoi utilizzare il tempo in casa per approfondire e accrescere il tuo bagaglio di competenze digitali? Parti da qui: una serie di masterclass gratuite di Ninja Academy, a tua disposizione subito, come primo step di un percorso che potrebbe perfino portarti a una certificazione riconosciuta.
Li abbiamo suddivisi per argomento e li trovi tutti qui.
ADWorld Experience mette a disposizione di tutti in modo gratuito i video degli esperti e delle tavole rotonde degli eventi degli ultimi anni. Una raccolta super interessante per chi si occupa di Advertising online, SEO & SEM e più in generale di Digital Marketing. E per un giorno sono disponibili in modo gratuito anche quelli paid.
I servizi smart di TIM
Anche TIM prosegue con le iniziative volte a sostenere le aziende italiane, grandi e piccole, e i professionisti, in questo momento di difficoltà. Dopo aver messo a disposizione dei clienti mobili 100 Giga gratuiti per 30 giorni, mette in campo per clienti fissi e mobili un set di servizi evoluti che agevolano lo svolgimento dell’attività lavorativa a distanza:
TIM Work Smart, per lavorare in smart working ed effettuare web e audio conferenze, da smartphone e PC gratis fino al 30 giugno 2020, con disattivazione automatica senza costi alla scadenza.
TIM ID (identità digitale SPID), per accedere direttamente da casa ai servizi della Pubblica Amministrazione abilitati. Per usufruire del servizio occorre effettuare la videoidentificazione, gratuita fino al 30 giugno 2020. Il servizio è gratis per sempre.
I servizi possono essere richiesti gratuitamente su digitalstore.tim.it. E sul Digital Store è possibile trovare gratuitamente altri servizi pensati per il lavoro a distanza come per esempio Virtual Fax, Video Chat e molto altro.
Gartner: La Resilienza per Reagire Alle Sfide del 2020
Gartner ha messo a disposizione di tutte le aziende un webinar di un’ora con una panoramica sulle analisi continuative e sul supporto a centinaia di clienti in tutto il mondo che stanno affrontando l’emergenza di Covid-19, per offrire alla aziende utili strumenti in questa fase di crisi anche per l’economia e il business.
Rinascita Digitale
Dal 16 marzo al 3 aprile, professionisti, esperti, ricercatori e innovatori si alterneranno in diretta con un progetto di formazione gratuita non-stop. Una maratona in streaming dedicata a sviluppo d’impresa e gestione finanziaria, smart working e digital transformation, comunicazione digitale e marketing.
Il supporto a scuole ed enti di Skillando – Digital Volunteering
Skillando – Digital Volunteering ha messo a disposizione strumenti e competenze a supporto di scuole, enti ed organizzazioni no profit che hanno bisogno di aiuto digitale.
Visibilità online senza bisogno di investimenti
Matteo Gasparello ha raccolto 65 risorse gratuite di marketing che possono aiutare piccole e medie imprese a ottenere visibilità online senza bisogno di investimenti.
I corsi di Mosaicoelearning
Mosaicoelearning mette a disposizione di tutti tre corsi gratuiti per stare vicini anche da lontano in questi giorni di quarantena.
I corsi per ritrovare la concentrazione, prepararsi alla crisi e distinguere le fake news dalle notizie vere sono:
Marketing Business Summit ha creato un pacchetto di alcuni video selezionati dalle passate edizioni, per approfondire e continuare a formarsi.
Solidarietà Digitale
Promossa dal Ministro dell’Innovazione, l’iniziativa ha riscosso un enorme successo, sia tra le aziende che hanno offerto i propri servizi che tra chi ne sta giù usufruendo. Si va dalle piattaforme per le lezioni da remoto, a Giga di navigazione mobile gratuita. Ne abbiamo parlato più nel dettaglio qui, ed è possibile vedere l’elenco di tutti i servizi disponibili sul sito ufficiale.
La formazione online gratuita di Web Marketing Festival
Oltre400 video didatticisono disponibili sulcanale YouTube del Festival, con tematiche che spaziano nel campo dell’innovazione digitale e del web marketing.
Inoltre sono disponibili anche una serie dicorsi online e webinar per gli insegnanti di scuole superiori e università, per avvicinare i meno esperti al mondo della didattica digitale.
I corsi di Docebo
Docebo, in collaborazione con GO1, ha aggiunto al catalogo Docebo Content quattro nuovi corsi eLearning gratuiti sul tema del Coronavirus:
“Controllo dell’infezione da Coronavirus” di Echo3 Education
“10 minuti di consapevolezza della pandemia” di Learning Planet
“Prevenzione e controllo delle infezioni” di Sentrient
“COVID-19 – Assistenza sanitaria/Assistenza agli anziani” di CQI Internet Solutions Pty Ltd
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No, anche a noi non basta! Per far sentire tutta la nostra solidarietà a professionisti e aziende del digital, abbiamo pensato a un altro regalo: 60 giorni di accesso gratis a Ninja PRO Information, il servizio Ninja Premium Membership che ogni giorno confronta decine di fonti per selezionare tutti i più utili e importanti marketing insight, i social media update, le tech news e i business events.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/03/free-masterclass-ninja-academy.jpg605945Redazionehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRedazione2020-03-13 17:23:382020-05-21 13:26:20#IoRestoaCasa: ecco le risorse gratuite messe a disposizione dalle aziende italiane per l'emergenza Coronavirus
eMarketer ha recentemente pubblicato uno studio in cui rileva come e dove i giovani trascorrono il loro tempo online e quali sono i loro device preferiti sul web
Attraverso una serie di grafici, ricavati da altrettante ricerche, è possibile scoprire come e quanto la Gen Z utilizza Internet
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Connettersi e saper comunicare alla Gen Z è un compito tutt’altro che semplice. Il primo passo è cercare di comprenderne comportamenti e bisogni.
Per aiutare le aziende a raggiungere questo obiettivo, eMarketer ha recentemente pubblicato uno studio in cui rileva come e dove i giovani trascorro il loro tempo online e quali sono i loro device preferiti.
I risultati chiave della ricerca possono essere riassunti in cinque grafici.
Esaminiamoli insieme.
Gen Z, Gen Mobile
Velocità, accessibilità, esperienze personalizzate e on demand, questo in estrema sintesi è tutto ciò che sta a cuore alla Gen Z, una generazione perennemente connessa.
E cosa può soddisfare questa brama di esperienze online se non lo smartphone? Un dispositivo ormai indispensabile per i ragazzi che cominciano a usarlo fin da giovanissimi.
Se nel 2013 solo il 49,6% degli adolescenti tra i 12 e i 17 anni aveva uno smartphone, si stima che entro quest’anno la percentuale salirà fino al l’83,2%.
Inoltre, Il 73% dei genitori afferma d’aver comprato uno smartphone ai figli di 11-13 anni, mentre il 31,0% ai figli che hanno tra i 6 e i 10 anni.
Il mobile è probabilmente la prima forma di liberà di cui un adolescente gode, quindi non sorprende che rappresenti anche la forma di tecnologia preferita dalla Gen Z.
A renderlo noto è il rapporto del gennaio 2019 dell’agenzia di marketing Fuse, secondo cui lo smartphone viene indicato da quasi la metà degli intervistati (48%) mentre solo il 27% preferisce i videogame e il 20% i social media.
Werable e assistenti vocali
Non riscuotono altrettanto entusiasmo gli assistenti vocali e i werable (dispositivi indossabili come smartwatch, fitness tracker, braccialetti etc.), forse anche a causa dei dubbi più volte sollevati sulla privacy garantita da questi device.
Da veri nativi digitali, gli adolescenti non trovano niente di “straordinario” nell’irrompere della dimensione online nella vita “reale”. Rispetto alle generazioni precedenti, subiscono meno il fascino di tutte le novità e gli scenari dell’IoT(Internet of Things).
“Sono sempre stati circondati dalla tecnologia, sono abituati a una realtà in cui l’innovazione avanza rapidamente” afferma Bill Carter di Fuse. “Per loro, non è niente di così strabiliante”.
Lo scarso entusiasmo della Gen Z per i werable si riflette chiaramente sul grado di penetrazione di questi device tra i più giovani.
Come mostrato dal grafico, tra gli utenti di werable, solo il 14,7% ha tra i 12 e 17 anni, il 36% tra i 18 e i 24 e il 38,2% tra i 25 e i 34. Il basso livello di penetrazione rilevato soprattutto nella fascia degli adolescenti è probabilmente influenzato anche dalla riluttanza dei genitori ad acquistare più di un dispositivo costoso (se teniamo conto dello smartphone) ai figli.
Analogamente, per quanto riguarda gli acquirenti di vocal assistant device, solo il 18,6% ha tra i 12 e i 17 anni, meno della metà di coloro di età compresa tra i 18 -24 anni (35,1%) e i 25-34 (42,5%).
Sempre secondo Carter, “Rispetto alle altre fasce di consumatori, gli adolescenti non percepiscono il valore aggiunto di questo tipo di tecnologia, le occasioni in cui essa può rendere la vita più facile”.
Il tempo trascorso online dalla Gen Z
Quest’anno, il 97,4% dei ragazzi utilizzerà Internet almeno una volta al mese.
Nel sondaggio YouGov del settembre 2019, oltre la metà degli adolescenti (fascia d’età 13-17 anni) ha riferito di navigare online in media due 2 ore al giorno, il 30% di trascorrere su internet più di 3 ore.
Contrariamente a quanto si possa pensare, i giovani non spendono tutto il tempo su Instagram. Il 63,5% di coloro che hanno tra gli 11 e i 17 anni ha dichiarato d’aver scoperto un nuovo hobby o interesse navigando sul web, mentre il 55, 5% d’essersi impegnato in alcune cause sociali.
YouTube e Netflix
Qualunque sia il dispositivo utilizzato, la Gen Z è per eccellenza la generazione dei video. Nel 2020, il 93,7% degli adolescenti (13-17 anni) guarda video online
YouTube è il cuore delle attività online. Il sondaggio del marzo 2019 del National Research Group (NRG) rileva che il 92% della fascia 13-17 anni usa questo social almeno una volta a settimana.
Inoltre, secondo la ricerca “Taking Stock with Teens” di Piper Jaffray, nel 2019 gli adolescenti hanno trascorso il 37% del loro tempo su YouTube, più di quello trascorso su di Netflix (35%) (per la prima volta dal 2017).
Secondo quanto afferma il CEO di Piper Jaffray, Mike Olson, “YouTube offre una gamma molto ampia di contenuti che interessano agli adolescenti. Tra questi, video musicali, streaming di celebrità e altri user generated content”.
Anche Netflix rimane un baluardo per le giovani generazioni. Il 71% dei ragazzi lo utilizza su base settimanale.
Perché la TV è ancora importante
In mezzo al dilagare dell’universo online, è molto facile sottovalutare i media tradizionali come la TV.
Eppure, si stima che nel 2020 gli adolescenti trascorreranno in media 81 minuti al giorno a guardare la TV, (10 minuti in meno rispetto a quello del 2019).
Inoltre, i dati Nielsen pubblicati nel primo semestre del 2019 mostrano che i ragazzi (12-17 anni) spendono in media più di un’ora al giorno guardando le dirette televisive.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/01/03.jpg400600Giulia Migliettahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiulia Miglietta2020-03-09 12:08:412020-03-12 13:38:55L'universo digital secondo la Gen Z: ecco i 5 grafici per esplorarlo
Quella del Social Media Manager è una professione ancora in crescita, conosciuta da tutti ma spesso sottovalutata.
Per diventare un professionista del settore sono necessarie alcune skill fondamentali, che vanno dalla capacità organizzativa alla pazienza
— Forse da bambino, scrutando il mare all’orizzonte, avrai anche tu pronunciato tra te e te la frase: “Da grande sarò un pirata”. Complici i film e i libri d’avventura, tutti abbiamo sognato un futuro galattico, a sfrecciare tra i pianeti dell’Universo, o a piroettare negli abissi degli oceani. Crescendo abbiamo dovuto cambiare i nostri desideri di bambini e diventare più concreti, adattarci ai tempi, e a volte creare una nuova immagine fantastica di noi stessi.
Le aspettative mutano, i bisogni cambiano, lo scenario di quando eravamo dei ragazzi è stato stravolto dagli avvenimenti, sia personali che sociali. La tecnologia ha rivoluzionato ogni cosa e ha portato con sé la nascita di nuovi lavori, professioni che nemmeno la nostra mente di piccoli sognatori avrebbe potuto concepire. Uno di questi è il Social Media Manager.
Tutti ormai sanno chi sia, molti vorrebbero diventarlo, ma pochi conoscono davvero le competenze che questo lavoro richiede.
Chi è il Social Media Manager
Una figura mitologica del mondo dei social media, nata dall’esigenza dei brand, sia grandi che piccoli, di potersi raccontare sulle varie piattaforme, per tenere sott’occhio i dati generati e le risposte degli utenti. Una persona che ha diverse competenze, emblema della parola multitasking.
Un lavoro che non è possibile improvvisare sottovalutandone l’impegno o limitando tutto alla crescita dei like (magari a pagamento).
No, il Social Media Manager – quello vero e capace – deve avere diverse skill, deve conoscere lo strumento con cui ha a che fare e deve aggiornarsi, sempre. Quello che a prima vista può sembrare un lavoro facile, come ogni professione richiede impegno e costanza.
Le 10 skill del Social Media Manager ideale
Abbiamo già detto che il Social Media Manager è una persona multitasking. Lui / lei sa che la sua giornata sarà probabilmente lunga e tortuosa. Deve creare un piano editoriale per ogni cliente, deve raccontare la natura di un’azienda, la sua mission. Oltre a confrontarsi con il cliente, deve dialogare con il pubblico attraverso post mirati, utilizzando sia le parole che le immagini (o i video). Opera con diversi social a seconda delle esigenze dell’azienda. Non solo genera contenuti, ma li analizza, studia gli utenti, i loro feedback, cerca di capire chi sono, cosa vogliono e come si sentono rispetto al marchio in questione.
Dietro i like, dietro le reaction, ci sono delle persone, e dietro i post creati c’è una donna o un uomo che ogni giorno deve mediare tra azienda e utenti, tutto questo tramite un social media.
Un Social Media Manager viaggia leggero, ha tutto sul suo smartphone e sul laptop. Ha un’agendina con tutti i contatti, è sempre munito di carta e penna e lo si riconosce da lontano perché ha la mente che frulla idee in continuazione.
Organizzato nei minimi dettagli, crea contenuti sui social, risponde ai commenti, pianifica riunioni con il proprio team e con i clienti, analizza i dati dei follower.
Il tempo è fondamentale, progetta in anticipo le campagne, i post, e studia nuovi approcci basandosi sulle risposte ai contenuti che ha generato. Sembra aver sempre la testa fra le nuvole, ma in realtà si sta ricaricando per una nuova sfida.
2. Deve essere creativo
Non solo numeri, ma soprattutto immagini e parole. La creatività è la linfa vitale della conoscenza, ed essere creativi significa essere aperti alle novità, abbattere mattone dopo mattone, il muro dell’apatia, per non arrendersi mai. E infatti il Social Media Manager non si lascia sconfiggere dalle reazioni negative, ma cerca di dare il massimo in ogni situazione, creando la soluzione perfetta a ogni esigenza.
Come aumentare la propria creatività? Esercitandola ogni giorno, leggendo libri, guardando film, serie tv, documentari, disegnando, ascoltando le persone, abbandonandosi al mondo, tendendo l’orecchio a tutti i punti di vista, senza essere rigidi sui propri pensieri e sul modo di vedere se stessi e gli altri.
Questo serve anche a essere aggiornati su trend e meme, conoscere in anticipo cosa potrebbe creare hype, entrare in connessione con il pubblico.
Ecco perché è utile abbracciare il cambiamento senza averne paura, staccare la spina appena è possibile, facendo le cose che più ci fanno stare bene, che sia una partita a Playstation o una gita in montagna.
3. Deve essere curioso e aggiornarsi (sempre)
In questo lavoro bisogna avere una spiccata propensione alla curiosità, ma soprattutto aver voglia di non accontentarsi di ciò che si conosce, ma voler imparare sempre più cose, giorno dopo giorno.
Il mondo del web cambia in continuazione: nuovi algoritmi, nuove procedure, nuovi clienti e nuove esigenze. Noi non siamo gli stessi di qualche anno fa, e nemmeno chi ci ascolta.
Bisogna stare attenti ai desideri degli utenti, alla società che si evolve, ai consumatori che cambiano. Abbiamo visto che il focus, con annesse aspettative, si sta spostando sempre più verso la Generazione Z, e questo implica un dover necessariamente rinnovarsi, sia per i brand che per i Social Media Manager che sono dietro ai canali social.
Ecco perché corsi e formazione continua sono linfa vitale per il buon Social Media Manager, un’occasione non solo per approfondire il proprio lavoro, ma anche per confrontarsi su casi specifici con colleghi e docenti.
In un mondo di immagini, le parole sono ancora importanti? Ovviamente sì. Il bravo Social Media Manager sa che per comunicare col pubblico deve esprimersi in modo chiaro, conciso e semplice, perché l’equivoco è sempre dietro l’angolo.
Partendo dal presupposto che la soglia dell’attenzione di noi lettori si è notevolmente abbassata, arrivare alle persone, in un mondo di rumori, è sempre più difficile.
Scrivere sui social, comunicare in pochi caratteri ciò che è il cuore di un’azienda, è una sfida. Bisogna andare dritto al sodo, senza essere troppo invasivi. Il tono è importante, come il messaggio. Possiamo raccontare la storia più romantica che ci sia, ma se sbagliamo i modi, si trasformerà in un incubo.
Gli strumenti per chi vuole fare della scrittura la propria attitudine, sono tanti. Ci sono diversi manuale di copywriting, sia in italiano che in inglese, libri sulla scrittura creativa e professionale, ma non dimentichiamo mai i classici, i romanzi e tutta la letteratura che più ci ispira, che sia un fumetto o l’ultimo volume di Palahniuk.
5. Deve saper usare i programmi di grafica (o almeno provarci)
Il Social Media Manager non è un grafico, ma può utilizzare dei programmi e dei tool per creare grafiche apposite per accompagnare le didascalie dei post. Ci sono numerosi strumenti per chi vuole specializzarsi, tutto dipende dalla strada che si vuole percorrere e dalle competenze richieste.
Ogni social ha un proprio linguaggio e, con il brand, si sceglie il modo di comunicare, che sia incentrato più sulle parole o intento a catturare l’attenzione del cliente attraverso immagini, grafiche, foto.
Collegato con la precedente skill c’è questa competenza. Conoscere le basi della fotografia, i filtri da utilizzare, il foto ritocco, aiuta tantissimo in questo tipo di lavoro, specialmente se si lavora molto con le immagini.
Avere una buona macchina fotografica e tutti gli strumenti per preparare la location, una sorta di piccola scenografia per i prodotti da presentare, è sicuramente un’arma vincente nelle mani del Social Media Manager.
Il gusto estetico, più in generale, sarà fondamentale per proporre un’immagine coordinata del brand sui diversi social, per progettare layout per specifici account o semplicemente per creare belle stories.
7. Deve saper analizzare i dati
Il professionista non è solo un creativo, ma anche un analista. I contenuti generano delle reazioni, traffico sulle pagine, e tutto ciò che passa su una pagina social resta e lo si evince dagli insight. Che sia un profilo Facebook o Instagram, ogni cosa è registrata e pronta a essere spulciata fino al midollo.
La capacità di utilizzare l’analisi per dimostrare il ROI e creare report significativi sui social media è un’abilità chiave per un Social Media Manager. Con la crescente importanza del Social Listening, è importante sviluppare la capacità di analisi dei dati sia quantitativi che qualitativi, al fine di comprendere il quadro completo e le prestazioni dei social.
Comunicare le opinioni agli stakeholder, fare report sulle prestazioni social è il primo passo, ma analizzare significa guardare i dati ed essere in grado di identificare le tendenze, sviluppare raccomandazioni e comunicare un piano d’azione.
Essere flessibili non solo nella gestione del lavoro, ma anche nell’organizzarlo. Le strategie social devono essere dinamiche e flessibili come le piattaforme su cui si basano.
È importante sperimentare diverse tattiche o persino rivoluzionare completamente la strategia, adattarsi alle nuove tendenze, incorporare i cambiamenti del business o riprendersi dai risultati scadenti. Imparare dai dati, ascoltare feedback, sia dei propri clienti che degli utenti, e tenere sotto controllo le tendenze social rende un Social Media Manager agile e flessibile.
Con dati e analisi, possiamo conoscere quale tipo di post sui social è utile e quale invece può essere eliminato poiché non produce risultati. La psicologia comportamentale spiega perché le persone sono attratte da determinati post o perché ne condividono altri. Conoscere ciò consente d’individuare le tendenze e provare nuove strategie più produttive.
La giornata di un Social Media Manager sembra essere interminabile. Non dura 24 ore, ma di più. Preparare il calendario editoriale, modificare i contenuti, anche all’ultimo minuto quando ci sono particolari esigenze, cancellare qualcosa, aggiungere altro. Rispondere in chat, rispondere ai commenti, condividere le stories dei follower, destreggiarsi con le reaction, ma soprattutto ascoltare, chiarire dubbi, aiutare.
Agli utenti può sfuggire un link, una descrizione, e il Social Media Manager corre in soccorso per indirizzarli verso la retta via.
10. Deve essere (tanto) paziente
Sì, lo sappiamo, come la disponibilità, anche la pazienza è più un dono che una competenza, ma si tratta comunque di una qualità da non sottovalutare in un Social Media Manager, una inclinazione personale che può essere allenata.
A volte gli utenti dimenticano che dietro a un sistema oliato e organizzato esistono delle persone, che come tutti noi, hanno una vita, con gioie e dolori.
Cerchiamo tanto il lato umano nelle cose che spesso lasciamo a casa il nostro. Siamo delusi da un brand perché si è affidato all’influencer di turno per promuovere il proprio prodotto, e non ci risparmiamo a mostrare il nostro dissenso sulla pagina social. A pagarne le conseguenze è il povero Social Media Manager che deve placare una guerra cibernetica a colpi di clic.
Il regalo perfetto per lui o lei? Un corso di yoga (o un lanciafiamme).
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/02/social-media-manager-competenze-skill.jpg538865Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2020-02-12 15:40:482020-03-18 13:03:4210 competenze che un Social Media Manager dovrebbe assolutamente avere
Hai mai scambiato quattro chiacchiere con un Chatbot?
Se la tua risposta è no, sappi che l’85% delle persone non riconosce la differenza tra un messaggio scritto da un umano e un messaggio scritto da un robot.
Non preoccuparti, il motivo è semplicissimo. I Chatbot di oggi sono così avanzati da riuscire a simulare alla perfezione una conversazione umana.
In questo articolo analizzeremo Meena, il nuovissimo Chatbot di Google, un “agente conversazionale che può parlare di … qualsiasi cosa”.
Cos’è un Chatbot?
Partiamo dal presupposto che un Chatbot non è assolutamente un’AI (intelligenza artificiale).
Un Chatbot è un software in grado di ricevere degli input dagli utenti, ed inviare loro una risposta pre-impostata.
Ad oggi possiamo trovare svariati tipi di Chatbot, se ne contano quasi 800.000 solo su Facebook e vengono impiegati soprattutto per la customer care delle aziende private o come supporto agli uffici turistici nella pubblica amministrazione.
Un’AI invece è in grado di imparare da tutti gli input che riceve, migliorando la propria “conoscenza” e garantendo un miglioramento continuo delle risposte.
Arriviamo a Meena, il nuovo progetto di Google
Meena si basa su un modello conversazionale neurale end-to-end, in grado di considerare più di 2,6 miliardi di parametri.
Google ha dichiarato di aver “allenato” Meena per 30 giorni con un set di 40 miliardi di parole. Non solo parole a caso!
L’addestramento è stato improntato anche su più di 340 Gigabyte di chiacchiere pubbliche sui social. Ed è in grado di parlare di qualsiasi cosa e persino di ricorrere al black humor.
Per misurarne le capacità, Google ha sviluppato un sistema di misurazione chiamato SSA (Sensibleness and Specificity Average), in grado di valutare le risposte in una conversazione, assicurandosi che esse siano pertinenti e comprensibili.
L’SSA dà un punteggio ad una conversazione umana dell’86%, altri Chatbot sul mercato hanno ricevuto un punteggio che varia tra il 30% e 60%, invece Meena ha ricevuto un punteggio pari al 79%.
Che impatto avrà sul mercato?
Ad oggi seppur alto, il livello della conversazione di Meena resta sul conosciutissimo “parlare del più e del meno”.
Non è in grado di insegnare qualcosa o di migliorare la customer experience, fornendo informazioni sull’acquisto di un biglietto, il tracciamento di un pacco o offrendo supporto emotivo. I software di conversazione dovrebbero infatti avere lo scopo di portare un utente alla soluzione di un problema.
Diversi studi dimostrano che in certe situazioni, le risposte “robot” sono preferibili a quelle umane, soprattutto quando in ballo ci sono informazioni personali sensibili.
Quando conosceremo Meena?
Google non rilascerà una demo fino a quando non avrà verificato il livello di sicurezza di Meena, per non incorrere in problemi come capitato con un suo predecessore, rilasciato da Microsoft su Twitter nel 2016.
Dopo alcune ore Tay, questo era il nome del Chatbot, ha iniziato a pubblicare tweet sessisti e xenofobi, obbligando la casa madre a zittirlo immediatamente.
Quando Meena entrerà in gioco sarà un ulteriore passo avanti nel mondo dei Chatbot.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2020/02/Chatbot-Marco-Mantovan-scaled-scaled.jpg31006479Marco Mantovanhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMarco Mantovan2020-02-06 10:15:232020-02-10 15:49:09Cosa ha di speciale Meena, il più avanzato Chatbot al mondo progettato da Google
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