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  • Cosa ha di speciale Meena, il più avanzato Chatbot al mondo progettato da Google

    Secondo il parametro che dà un punteggio ad una conversazione umana dell'86%, Meena ha ricevuto un punteggio del 79%. I bot precedenti erano arrivati al massimo al 60%

    6 Febbraio 2020

    Hai mai scambiato quattro chiacchiere con un Chatbot? Se la tua risposta è no, sappi che l’85% delle persone non riconosce la differenza tra un messaggio scritto da un umano e un messaggio scritto da un robot. Non preoccuparti, il motivo è semplicissimo. I Chatbot di oggi sono così avanzati da riuscire a simulare alla perfezione una conversazione umana. In questo articolo analizzeremo Meena, il nuovissimo Chatbot di Google, un “agente conversazionale che può parlare di … qualsiasi cosa”. i tipi di chabot

    Cos’è un Chatbot?

    Partiamo dal presupposto che un Chatbot non è assolutamente un’AI (intelligenza artificiale). Un Chatbot è un software in grado di ricevere degli input dagli utenti, ed inviare loro una risposta pre-impostata. Ad oggi possiamo trovare svariati tipi di Chatbot, se ne contano quasi 800.000 solo su Facebook e vengono impiegati soprattutto per la customer care delle aziende private o come supporto agli uffici turistici nella pubblica amministrazione. LEGGI ANCHE: Chatbot: l’incrocio tra tech e comunicazione che sta rivoluzionando la Customer Experience. Un’AI invece è in grado di imparare da tutti gli input che riceve, migliorando la propria “conoscenza” e garantendo un miglioramento continuo delle risposte. Google Meena Marco Mantovan

    Arriviamo a Meena, il nuovo progetto di Google

    Meena si basa su un modello conversazionale neurale end-to-end, in grado di considerare più di 2,6 miliardi di parametri. Google ha dichiarato di aver “allenato” Meena per 30 giorni con un set di 40 miliardi di parole. Non solo parole a caso! L’addestramento è stato improntato anche su più di 340 Gigabyte di chiacchiere pubbliche sui social. Ed è in grado di parlare di qualsiasi cosa e persino di ricorrere al black humor. Per misurarne le capacità, Google ha sviluppato un sistema di misurazione chiamato SSA (Sensibleness and Specificity Average), in grado di valutare le risposte in una conversazione, assicurandosi che esse siano pertinenti e comprensibili. L’SSA dà un punteggio ad una conversazione umana dell’86%, altri Chatbot sul mercato hanno ricevuto un punteggio che varia tra il 30% e 60%, invece Meena ha ricevuto un punteggio pari al 79%.

    Che impatto avrà sul mercato?

    Ad oggi seppur alto, il livello della conversazione di Meena resta sul conosciutissimo “parlare del più e del meno”. Non è in grado di insegnare qualcosa o di migliorare la customer experience, fornendo informazioni sull’acquisto di un biglietto, il tracciamento di un pacco o offrendo supporto emotivo. I software di conversazione dovrebbero infatti avere lo scopo di portare un utente alla soluzione di un problema. Diversi studi dimostrano che in certe situazioni, le risposte “robot” sono preferibili a quelle umane, soprattutto quando in ballo ci sono informazioni personali sensibili. Meena Ninja Marketing Marco Mantovan

    Quando conosceremo Meena?

    Google non rilascerà una demo fino a quando non avrà verificato il livello di sicurezza di Meena, per non incorrere in problemi come capitato con un suo predecessore, rilasciato da Microsoft su Twitter nel 2016. LEGGI ANCHE: Intelligenza Artificiale, tra fantascienza e scelte etiche Dopo alcune ore Tay, questo era il nome del Chatbot, ha iniziato a pubblicare tweet sessisti e xenofobi, obbligando la casa madre a zittirlo immediatamente. Quando Meena entrerà in gioco sarà un ulteriore passo avanti nel mondo dei Chatbot. Ricordiamo però che un robot dovrebbe fare esclusivamente qualcosa di utile per l’uomo e non parlare a vanvera, senza peli sulla lingua. Si può dire di un robot?!?