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Great Resignation: l’identikit degli italiani che lasciano il lavoro

  • La “Grande Rassegnazione” lancia i segnali per il futuro del lavoro
  • La qualità della vita lavorativa è il nuovo mantra per il mondo aziendale
  • Nuove Generazioni e Adulti insieme possono innescare la nuova rivoluzione del lavoro

Il sistema valoriale che per anni ha guidato le scelte lavorative di Baby Boomers e Generazione X è entrato in crisi a partire da un nuovo paradigma che mette al primo posto la salvaguardia della qualità della vita.  Come sono gli italiani che lasciano il lavoro? L’aspetto economico, in Italia comunque ancora centrale, inizia ad essere subordinato alla salute psico-fisica, soprattutto dalle Nuove Generazioni. Una volta “il posto fisso e la carriera a tutti i costi” erano ambizioni che per decenni hanno condizionato le scelte di intere generazioni. Ma qualcosa è cambiato: l’impianto del lavoro tradizionale fortemente gerarchizzato e basato su performance e produttività ha iniziato a scricchiolare e oggi, dopo due anni di pandemia, è in atto una trasformazione che lo scrolla sensibilmente.

A preoccupare non sono le “Grandi Dimissioni”, che nel nostro Paese non si sono rivelate così significative, quanto i segnali sottesi che raccontano una rivoluzione dei principi che regolano i rapporti lavorativi.

Grandi Dimissioni o Grandi Omissioni?

Il fenomeno denominato “Big Quit” o “Great Resignation” è nato Oltreoceano come un’ondata senza precedenti storici di lavoratori dimissionari.

Dopo i cataclismi economici del 2020, alcuni economisti statunitensi, analizzando la fase della ripresa, si sono accorti dell’aumento del numero di dipendenti che si dimettevano spontanemente.

Nel 2021, negli Stati Uniti, quattro americani su dieci hanno deciso di cambiare lavoro, di abbandonare la propria carriera o di avviare un’attività autonoma lasciando il posto di lavoro in cui avevano vissuto gran parte della loro vita, facendo diventare questo comportamento una sorta di fenomeno di massa.

Un discorso che, insieme alle tendenze economiche, sociali, tecnologiche, si è allargato: in Australia un lavoratore su due pensava di lasciare il lavoro; in Cina i giovani hanno iniziato a rifiutare di lavorare perché si sentivano solo un ingranaggio del sistema.

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Le Grandi Dimissioni in Italia: come sono gli italiani che lasciano il lavoro

Con una portata più ridotta, il fenomeno sembra sia stato avvertito anche in Italia: nel secondo trimestre del 2021 il boom è stato dell’85%, mentre nel terzo la media è stata del 26,7%. Alcuni hanno letto questi numeri come una risposta ai mesi di pandemia, altri invece hanno teorizzato un mutamento sostanziale e ormai inarrestabile dei paradigmi lavorativi.

Il fenomeno delle “grandi dimissioni” in Italia si è affermato nel corso del 2021 con un tasso di dimissioni (il numero di dimessi sul totale dei lavoratori dipendenti) che ha superato il 3% nel quarto trimestre dell’anno passato (un numero mai visto nell’ultimo decennio).

Questi numeri sembravano indicare un fenomeno simile a quello americano anche perché l’autunno del 2021 ha comportato un aumento del numero di lavoratori dimissionari che ha superato il mezzo milione di persone.

Un primo “disclaimer” da tenere in considerazione è che si è trattato in proporzione di numeri molto più piccoli rispetto agli USA. Al di là dell’Atlantico, ogni mese si dimetteva il 3% dei lavoratori, mentre in Italia il 2-3% ogni 3 mesi: la “velocità” era di un terzo in meno. Se è vero che il fenomeno in Italia ha avuto proporzioni molto più contenute rispetto alla “versione originale” statunitense (circa un terzo), allo stesso tempo, esiste ancora una tendenza nel nostro Paese e ci si è interrogati lungamente, e ci si continua ad interrogare, sulle sue cause.

Che succede se tutti lasciano il lavoro

Per un’economia, se tante persone si dimettono non si tratta di una tendenza necessariamente negativa: alcuni ricercatori della Banca d’Italia avevano considerato questo fenomeno come “normale” all’interno di una fase di ripresa e ri-equilibratura economica dopo la forte contrazione dovuta alla pandemia.

I lavoratori che decidono di trovare nuovo lavoro possono essere addirittura un segnale di vitalità di un mercato: l’assunto è che chi cambia, lo fa per condizioni migliori (la cosiddetta job-to-job transition), per cercare un posto di lavoro migliore e, a livello macroeconomico complessivo, si riflette in lavoratori che possono anche generare una produttività migliore se si trovano a loro agio nei nuovi contesti.

grandi dimissioni great resignation 02

Francesco Armillei, ricercatore della London School of Economics e di Tortuga, ha compiuto delle rilevazioni molto significative per descrivere il fenomeno e ha contribuito a smentire e ridimensionare alcuni aspetti dell’“identikit” di questa popolazione dimissionaria: si è trattato per la maggior parte di uomini (tre quarti delle dimissioni in più); non erano in prevalenza giovani (c’è stato un aumento dimissioni sotto i 30 anni, ma l’aumento più importante rilevato è quello sopra i 50 anni, spesso accompagnato ad un discorso di uscita dal mercato del lavoro o di avvio verso un percorso alternativo pre-pensionistico); l’aumento delle dimissioni era pressappoco identico tra titoli di studio, configurandosi come un fenomeno trasversale e molto sfumato nelle interpretazioni.

Una particolarità tutta italiana è stata rappresentata del settore delle costruzioni, “drogato” dagli incentivi introdotti recentemente e che hanno alterato non poco le misurazioni.

Le interpretazioni dei dati hanno anche provato ad indagare quanto, tra le possibili cause, ci fosse un fenomeno di “dimissioni rimandate” poiché bloccate dal lockdown sanitario e dall’impasse economica, ma i settori (o professioni, gruppi d’età, e di anzianità di servizio) che hanno visto calare maggiormente le loro dimissioni nel 2020, sono gli stessi in cui le dimissioni sono rimaste a livelli relativamente inferiori anche nel 2021, non facendo emergere nessun “rimbalzo” da dimissioni rimandate.

Un’altra ipotesi approfondita è quella della “paura o stress del lavoro da remoto” ma la variazione del numero di dimissioni a livello di professione sembra non seguire a livello macroscopico nessuno degli indici utilizzati per il remote working.

Il pragmatismo vince sulla Great Resignation

Anche il CENSIS ha sancito ad inizio anno che “il pragmatismo ha vinto sulla tentazione da Great Resignation” (cioè dimissioni al buio per cercare un impiego più gratificante), poiché dai dati è emerso che continua a fare troppa paura ritrovarsi nella precarietà del mercato del lavoro.

Nonostante questo, l’82,3% dei lavoratori (l’86,0% tra i giovani, l’88,8% tra gli operai) si dice insoddisfatto della propria occupazione e ritiene di meritare di più. Le cause di questa insoddisfazione annoverate sono tendenzialmente i livelli retributivi inadeguati (che non crescono rispetto al resto d’Europa da troppo tempo), lo stress aggiuntivo sul lavoro accumulato con il lavoro da remoto e le situazioni d’urgenza o la richiesta (da parte dell’86,5% dei lavoratori) di maggiori servizi di welfare aziendale per rispondere ai bisogni sociali quali la non autosufficienza di un familiare, la previdenza o l’istruzione dei figli.

Forse allora non dovremmo tradurre malamente “Great Resignation” con “Grandi Dimissioni”, semmai letteralmente con “Grande Rassegnazione”. Una rassegnazione dal rapporto lavorativo che negli anni di pandemia ha accentuato tutti gli aspetti di sfiducia e malessere collegati alla vita professionale.

Ma al di là degli aspetti strutturali ed economici, quali sono i “demotivatori”, le cause intrinseche alla “Grande Rassegnazione”? Tornando al contesto americano, una ricerca del MIT Sloan Management Review ha identificato alcuni fattori che in maniera più marcata causano l’abbandono del lavoro presente da parte dei “grandi dimissionari”:

  1. la cultura tossica (come l’incapacità di promuovere la diversità, l’equità e l’inclusione; dove i lavoratori si sentono mancati di rispetto ed esistono comportamenti poco etici all’interno dei processi di lavoro);
  2. la precarietà, l’instabilità occupazionale e le continue ristrutturazioni che influenzano continuamente il turnover dei dipendenti;
  3. la mancanza di riconoscimento delle performance laddove le aziende che non premiano le performance migliori riscontrano tassi di abbandono più elevati; oppure quando i dipendenti parlano più in generale della carenza di politiche della propria azienda per la protezione della salute e del benessere;
  4. i tassi di innovazione troppo alti e la difficoltà a stare dietro ai cambiamenti di questo tipo: rimanere all’avanguardia richiede ai dipendenti di dedicare più ore, lavorare a un ritmo più rapido e sopportare più stress di quanto farebbero in un’azienda che si muove più lentamente. Il lavoro può essere eccitante e soddisfacente, ma anche difficile da sostenere a lungo termine.
chi sono gli italiani che lasciano il lavoro - MIT Sloan Management Review

Source: MIT Sloan Management Review

La grande sfida aziendale è oggi prendere coscienza di queste “tossine” e coinvolgere nuovamente e in maniera più autentica e significativa i propri lavoratori. Le Grandi Omissioni sono e saranno quelle dovute alle mancanze di attenzione a questi segnali da parte dei datori di lavoro oppure gli obiettivi che i lavoratori non vorranno o non potranno raggiungere perché demotivati e rassegnati ad uno stile produttivo abbandonato all’inerzia.

LEGGI ANCHE: Grandi Dimissioni: come far innamorare di nuovo le persone delle aziende 

Yolo Economy, Tang Ping e gli “Sdraiati” del mercato del lavoro

Il senso di malessere e di rassegnazione dall’avere fiducia in un rapporto di lavoro soddisfacente è arrivato simultaneamente in tutto il mondo, facendo ribattezzare in alcuni ambiti questo nuovo approccio al mercato del lavoro come YOLO economy, dove YOLO sta per You Only Live Once, cioè “Si vive una volta sola”.

Un acronimo che è tornato in auge negli ultimi anni a partire dal mondo rap americano (comunemente era attribuito all’attrice Mae West già ai primi del novecento: “si vive solo una volta, ma se lo fai bene, una volta è sufficiente”) e che è stato abbinato spesso e volentieri alla generazione Millennial che nel decennio precedente ha espresso marcatamente la rilevanza dell’ experience (“meglio un passaporto pieno di timbri che una casa piena di oggetti”) e del purpose anche nel contesto lavorativo.

In questa fase questo hashtag assume molto meno il suo senso edonistico, di disimpegno dalle responsabilità, o del vivere alla giornata, e si può tradurre con la voglia di vivere un’esistenza piena di significato, dove vita e lavoro sono armonizzate, e dove le scelte professionali aderiscono alla propria identità. Andando oltre i fattori estrinseci dello stipendio, della carriera e dei benefit.

La YOLO economy sembra essere la vera grande discriminante tra il prima e il dopo pandemia. Sta di fatto che questo nuovo approccio sta cambiando il punto di vista con cui i lavoratori interpretano il mercato e come scelgono di viverlo.

È stato rilevato che l’Italia ha un discreto numero di “intenders”, ovvero chi ha intenzione di cambiare lavoro nei prossimi mesi, e secondo le riflessioni contenute nell’ultimo report Microsoft Work Trend Index non sottovalutare questa tendenza è importante soprattutto per le nuove generazioni, che in azienda possono offrire nuove prospettive e modificare lo status quo soprattutto nell’ambito manageriale.

grandi dimissioni - Microsoft Work Trend Index

Source: Microsoft Work Trend Index

Garantire che la Gen Z trovi un senso di purpose e di benessere è un imperativo urgente anche soprattutto nel passaggio che molte realtà aziendali stanno compiendo verso il lavoro ibrido. I dati confermano che l’ultimo anno è stato più impegnativo per la Generazione Z, rispetto alle altre generazioni, soprattutto nel riuscire a portare nuove idee sui tavoli di lavoro o nel sentirsi semplicemente più coinvolti o entusiasti della posizione che ricoprono.

In questo aspetto ritroviamo la “Grande Rassegnazione” o semplicemente la rapida disillusione che il lavoro non corrisponde a come viene raccontato oppure che inevitabilmente il bisogno di armonia tra benessere personale e professionale è prioritaria non solo perché deve compensare lo stress post-pandemico, ma perché la consapevolezza che la “sicurezza psicologica” (da intendersi quella dei modelli Agile) sia un assunto imprescindibile nel contesto lavorativo anche per gli anni a venire.

Il fenomeno è talmente globale che assume forme diverse in base alla cultura di riferimento: il movimento di protesta sociale cinese tang ping 躺平 (in inglese tradotto “lying flat”), è l’espressione di un rifiuto delle pressioni della società al superlavoro (il cosiddetto sistema 996), che è considerato come una corsa al successo esasperata.

I giovani cinesi non sono socialmente isolati come gli hikikomori in Giappone, ma scelgono semplicemente di abbassare le proprie ambizioni professionali ed economiche e semplificare i propri obiettivi, rimanendo comunque produttivi ma solo per bisogni essenziali, dando priorità alla salute psicologica rispetto al materialismo economico.

L’idea di “sdraiarsi” significa quindi prendersi una pausa dal lavoro incessante. Il movimento tang ping è decollato iniziato ad aprile 2021 poiché molti sentivano di essere sempre più sotto pressione per lavorare ancora più duramente e superare i loro coetanei: chi vi ha aderito vuole letteralmente solo “sdraiarsi” leggendo un libro o sedersi e guardare un po’ di TV, piuttosto che perseguire una hustle culture del lavoro sodo, ma schizofrenico.

Sui siti di social media cinesi, gli utenti pubblicavano messaggi in cui affermavano che non volevano tornare come erano prima della pandemia e che ora avevano trovato la fiducia necessaria per perseguire una vita più lenta.

Nell’immaginario italiano gli “sdraiati” sono quelli del romanzo di Michele Serra (“forse sono di là, forse sono altrove. In genere dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo. Sono gli sdraiati. I figli adolescenti, i figli già ragazzi”), e quindi i giovani superficiali o disimpegnati, oppure gli scansafatiche e i parassiti del mercato del lavoro? Il dibattito di questo ultimo periodo si perde ancora, a volte, sull’importanza del sacrificio, della “schiena dritta” (anziché sdraiata) e della fatica, come se fossero l’unico ingrediente che permetta di raggiungere obiettivi lavorativi e il famigerato “successo”.

Ma questo momento storico è unico nel suo genere e può permettere un cambio di paradigma del mondo lavorativo. Sono molti i filosofi contemporanei che lo rimarcano da tempo, ma oggi l’occasione di trasformare il concetto di performance lavorativa, al di là delle prospettive economiche è concreto, perché il sentimento condiviso è comune e soprattutto globale.

Superare la società della performance

Tra i segnali che ricaviamo dalla lettura di questi fenomeni di “Grande Rassegnazione” forse l’unica considerazione davvero rilevante è che la retorica dell’eccellenza, del talento e del successo sta perdendo di credibilità.

Avere successo, per le generazioni di qualche tempo fa, significava affermarsi all’interno della propria cerchia sociale: potersi permettere beni materiali e oggetti da mostrare a familiari e amici faceva percepire agli altri di essere una persona di talento e di “successo”.

Oggi tutto questo potrebbe tendere ad essere etichettato come old style, in poche parole da “boomer”. Anche la fiducia sulla potenza dei social media inizia a scricchiolare, per cui è quasi impossibile pensare di poter emergere anche impegnandosi duramente nella performance che richiede il marketing digitale: nella incommensurabile vetrina del web non c’è più lo stesso spazio di emersione e visibilità di anche solo quattro o cinque anni fa.

Siamo esposti a troppi standard che risultano inarrivabili. La «società della performance», come scrivono magistralmente Maura Gancitano e Andrea Colamedici, punta tutto sui talenti, sulle capacità individuali e sulla spendibilità in ottica produttiva. Ma “Il talento è misurabile, la vocazione è inestimabile”: qualcuno potrebbe non avere talenti, ma tutti hanno una vocazione.

 

Il talento può essere fagocitato dalle logiche della società della performance, mentre chi segue la vocazione è in un certo senso più libero. Come rifletteva Jung, la vocazione non risponde allo Spirito del Tempo, ma allo Spirito del Profondo. Lo Zeitgeist è quello che vuole sentire di cose utili e che valgono, mentre lo Spirito del Profondo costringe comunque a parlare, al di là di ogni giustificazione, utilità e senso.

Metaforicamente, la ricerca della posizione “supina” della Yolo Economy è un invito a entrare in contatto con se stessi, con lo Spirito del Profondo, con la propria vocazione, mantenendo la prospettiva della transitorietà, dell’imperfezione e dell’unicità della propria esistenza professionale e personale.

Per questo, nel mondo manageriale si continua a sottolineare l’importanza dell’“equilibrio vita-lavoro” e del rispetto delle esigenze personali di ogni singolo lavoratore.

Come afferma compiutamente Riccardo Maggioloperché una volta eravamo più aperti alla possibilità di “fare gavettae trovavamo convincente la retorica del “lavoro duro”? Perché fino a ieri eravamo persuasi della necessità di perseguire l’eccellenza tramite una indefessa e quasi cocciuta dedizione alla nostra professione o progetto, e oggi invece non ne siamo più così sicuri? Forse la risposta semplice è: perché le narrazioni del successo e della carriera non convincono più”.

Nella prospettiva generazionale hanno funzionato per Baby Boomers o X Gen anche grazie alle congiunture favorevoli di crescita economica e tecnologica, ma oggi non sono più credibili nello stesso modo. Per Millennials e Zed Gen (ma anche per le generazioni più adulte) oggi è assolutamente normale darsi la possibilità di poter cambiare continuamente il proprio ruolo lavorativo.

La “Grande Rassegnazione”, oltre le interpretazioni economiche e politiche, ci fa allora accorgere che probabilmente è in atto il più grande momento di orientamento professionale collettivo della storia. Una nuova generazione di lavoratori e lavoratrici che davvero riescono a domandarsi se sono sulla strada giusta, agendo senza condizionamenti, senza approvazioni esterne o riconoscimenti materiali. E senza essere troppo legati al denaro, al potere e alla descrizione vecchio stile del “successo”.

Il futuro del lavoro è allora nella possibilità di accettare un nuovo modello di “successo” che comprenda la capacità di equilibrare la ricchezza economica e la celebrità anche con la salute psico-fisica, la consapevolezza del presente e i legami delle relazioni reali. Sovvertendo completamente il significato di pausa, di lentezza, e perfino di ozio.

Come scrive Byung-Chul Han, “l’ozio comincia là dove il lavoro cessa completamente. Il tempo dell’ozio è un altro tempo. L’imperativo neoliberista della prestazione trasforma il tempo in tempo di lavoro, totalizza il tempo di lavoro. La pausa ne è solo una fase. Oggi non abbiamo tempo all’infuori di quello lavorativo. Ce lo portiamo dietro, così, non solo in vacanza, ma anche nel sonno. Per questo dormiamo agitati: i soggetti di prestazione spossati si addormentano come si addormenta una gamba. Poiché serve alla rigenerazione della forza lavoro, anche il riposo non è nient’altro che una modalità del lavoro: il rilassarsi non è l’Altro dal lavoro, ma il suo prodotto”

TikTok Made Me Buy It: Promuovi il tuo business con l’advertising su TikTok

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi. L’argomento di questa puntata è dedicato alle opportuinità di TikTok Advertising, come creare un annuncio su TikTok, come ottimizzare le campagne, monitorare e fare il reporting dei risultati.

A parlarne con noi  Giada Franceschini Head of Advertising di ZERO.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Introduzione a TikTok Advertising
  • Come creare un annuncio su TikTok
  • Formati e struttura delle inserzioni
  • Best practice per la creatività
  • Targeting e definizione del pubblico
  • Reporting e Monitoraggio dei risultati

inclusive design

Cos’è l’Inclusive Design e perché non puoi farne a meno

Qualsiasi decisione di design può potenzialmente includere o escludere una persona. L’inclusive design è quel tipo di progettazione per prodotti, servizi o ambienti focalizzata sulla comprensione della diversità degli utenti.

Studia anche come includere il maggior numero possibile di persone all’interno di un processo decisionale su uno specifico prodotto. In particolare, gruppi sociali e cluster di utenti tradizionalmente esclusi dalla possibilità di utilizzare un’interfaccia o navigare in un ambiente.

Perché parliamo di Inclusive Design

L’inclusive design celebra la diversità delle persone per rimuovere eventuali barriere che ne precludono l’accesso. Se è vero che non scopriamo oggi le esigenze delle persone su sedia a rotelle o quelle con mobilità ridotta, è altresì necessario identificare e comprendere le barriere comunicative che incontrano gli utenti con difficoltà di apprendimento, problemi di salute mentale, problemi di vista e problemi di udito.

Progettando un ambiente costruito in maniera inclusiva, è possibile superare la frustrazione e le difficoltà vissute da molte categorie, come i disabili, gli anziani o le famiglie con bambini piccoli.

Perché è importante per noi

L’avanzamento tecnologico e le nuove interfacce digitali continuano a offrire sempre più funzionalità a costi sempre più contenuti. È per questo che aziende e organizzazioni cadono sempre più facilmente nella trappola della “feature race”: la corsa sfrenata a nuovi sviluppi di usabilità.

Cercare di fornire sempre più funzionalità è senz’altro una strategia per essere un passo avanti sulla concorrenza. Talvolta questo significa trascurare l’accesso a determinate categorie sociali.

inclusive design ninja marketing

Il modello piramidale della diversità elaborato nel 2003 da una ricerca commissionata da Microsoft.

Cosa c’è da sapere

Si è iniziato a parlare di inclusive design nel 1997 quando alcune organizzazioni statunitensi, tra cui l’Institute for Human Centered Design (IHCD), hanno sviluppato i Principles of Universal Design. Da allora l’IHCD ha spostato il linguaggio dei principi da “universale” a “inclusivo”. Nel 2006 il Design Council del Regno Unito, attraverso il Commission for Architecture and the Built Environment (CABE), ha pubblicato una serie di principi di progettazione inclusiva.

L’Università di Cambridge ha poi sviluppato l’Inclusive Design Toolkit, inserendo nella progettazione elementi come l’esplorazione dei bisogni, la creazione di soluzioni e il grado di soddisfazione dei bisogni. Oggi grandi corporation come Microsoft, Google e Adobe, fondano i loro prodotti e servizi sui principi di inclusive design.

Conclusioni

Poter ridefinire il processo creativo e di progettazione di determinati prodotti o servizi, oltre ad aprire le porte del loro utilizzo a nuove categorie di persone, è un passo in avanti per la società attuale verso principi di maggiore inclusività. Un ambiente maggiormente inclusivo dovrebbe superare il design tradizionale fondato su specifiche tecniche minime per ispirare stakeholder e utenti a un uso innovativo e progressista.

A guardarlo meglio, l’inclusive design sembra una versione modernizzata del Participatory Design nato negli anni ’70 dalla cultura ingegneristica scandinava: consultare gli utenti e le loro esperienze ancor prima di procedere alla fase di analisi, costruzione e implementazione del prodotto.

progetto Come Back Brighter Canon

Libero sfogo alla creatività: un progetto formativo per tornare a brillare

Been down, but I’ve come back brighter”.

“Mi sono sentito giù, ma sono tornato più luminoso”.

Inizia così un brano dei Reef, rock band britannica che descrive la difficoltà e la fatica che si provano quando ci si trova di fronte a un “cigno nero”. Un evento inaspettato che ci lascia spiazzati e lottiamo con tutte le nostre forze per ristabilire un equilibrio perduto. Per tornare più forti di prima.

Inutile dire quanto sia stato incisivo il lockdown nella vita reale e nella percezione di tutti noi. La nostra quotidianità è stata letteralmente stravolta e siamo ancora oggi alla ricerca di qualcosa che ci trasmetta una nuova energia.

canon - studenti felici - Come Back Brighter

Un percorso formativo per tornare più luminosi

Proprio per dissolvere l’alone di inerzia e insicurezza degli ultimi due anni, Canon e Acer in collaborazione con NABA, Nuova Accademia di Belle Arti – hanno voluto lanciare l’iniziativa Come Back Brighter.

Un progetto formativo di eccellenza e dall’alto significato metaforico riservato a 10 fortunati studenti NABA.

Obiettivo del percorso? Suddivisi in 4 gruppi di lavoro, gli studenti hanno sviluppato un progetto di campagna grafica integrata (tra digitale e stampa) dedicata proprio al ritorno al colore brillante che ispira rinascita e vitalità.

Il tutto supportati dalle attività di mentoring e consulenza tecnologica di un top player nel mercato della fotografia, dei video e della stampa come Canon.

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Più brillantezza alle immagini con Canon

Canon ha così scelto di presentare la nuova gamma di plotter grafici imagePROGRAF GPcollegando la brillantezza e l’alto impatto visivo dei colori sulla stampa a grande formato con la necessità di tornare a vivere un presente radioso, luminoso, quello di cui tutti noi abbiamo bisogno, in sinergia con Acer, che mette a disposizione dei processi di stampa la sua gamma di Laptop per il design grafico ConceptD, la nuova serie di dispositivi che consente ai professionisti del settore e agli artisti di esprimere il proprio talento grazie all’alto livello di fedeltà cromatica e alla vividezza delle immagini.

Quale miglior cura se non quella dei colori per tornare a brillare?

Il potere terapeutico dei colori, insieme al dinamismo e l’intraprendenza delle nuove generazioni, sono i due elementi al centro della campagna comunicativa Come Back Brighter.

Un richiamo alla rinascita delle immagini dopo anni di restrizioni, chiusure e distanziamenti. Dopo il lungo periodo di buio dettato dalla pandemia abbiamo tutti bisogno di energia, luce e vivacità.

L’idea del progetto è assolutamente in linea con gli umori del nostro tempo: ritrovare l’equilibrio perso da un paio d’anni lasciandoci stupire e incantare da forme, linee, parole e immagini esaltate da una nuova tecnologia di stampa del colore.

Ecco che nel progetto Come Back Brighter si fondono innovazione tecnologica, studio del mestiere e indagine culturale.

Gli step del progetto Canon e Acer

Molto più di una campagna di comunicazione.

Un programma educativo pensato per i giovani creativi di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti che è ormai un punto di riferimento quando si parla di comunicazione grafica e design.

Una volta realizzata la proposta grafica, gli studenti hanno potuto assistere all’intero workflow di stampa professionale dei loro progetti presso il Canon Experience Center di Cernusco sul Naviglio.

In questo modo per loro è diventato ancora più evidente l’impatto cromatico e visivo della resa dei plotter grafici imagePROGRAF GP.

Uno dei progetti è stato selezionato e viene presentato ufficialmente al Print4All 2022, il grande evento fieristico dedicato al settore della stampa, del converting e del packaging che si svolge a Milano dal 3 al 6 maggio.

canon - studenti universitari - Come Back Brighter

Digitale e stampa insieme per una campagna di successo

Perché Canon e Acer hanno scelto di lanciare un progetto di formazione accademica per far luce (in questo caso in senso anche letterale) sulla nuova resa cromatica della stampa?

Le aziende sono convinte che la capacità di restituire precisamente i colori e i dettagli dell’immagine così come è stata concepita e la qualità di un’immagine stampata facciano la differenza in termini di comunicazione ed engagement della persona, e il progetto Come Back Brighter ne è la prova tangibile.

Un’immagine digitale non potrà mai infondere la stessa fiducia, autorevolezza e creatività di una stampa di qualità ad alta definizione (e con una resa dei colori eccellente).

Ecco perché Canon continua a investire nel miglioramento delle tecnologie dedicate alla stampa e alla realizzazione di progetti grafici.

Ma non è una lotta all’ultimo sangue tra reale e digitale. Il progetto Come Back Brighter vuole dimostrare, a partire dall’ambiente accademico e dai giovani, che esiste un flusso di lavoro attraverso il quale digitale e materiale possono convivere.

E fare meglio di quanto si possa credere.

Come Back Brighter oltre che riportare luce e brillantezza sostiene metodi di integrazione sempre più stretta tra creazione digitale e fisica.

Collocare la stampa in un corretto sistema di media mix è la via per migliorare l’esperienza del consumatore e incrementare i risultati commerciali.

La stampa, gli stakeholder e gli strumenti impiegati per la realizzazione di progetti di comunicazione visiva, devono far sentire la propria voce.

Nel momento in cui i brand saranno in grado di calcolare l’impatto positivo generato dalla qualità di stampa saranno definitivamente convinti che il digitale può raggiungere vaste platee, ma è la stampa a colpire le persone nell’intimo. E conquistarle.

Guardare al futuro con una nuova luce sul passato

È vero, consumatori e brand tendono a considerare la stampa come uno strumento superato. Numerose ricerche continuano ad affermare che gli investimenti di marketing si spostano sempre più verso sistemi di comunicazione digitale.

Immagini, video, ora persino gli incontri si spostano dai luoghi reali al metaverso.

Una tendenza che prosegue nonostante il calo di attenzione da parte di persone e utenti sempre più sopraffatti e stremati dal sovraccarico di informazioni online.

Se è vero che anche le generazioni meno avvezze al digitale si sono fatte conquistare dalla velocità, l’immediatezza e la tracciabilità delle azioni di marketing online, non si può negare che la stampa continua a vincere sul digitale in termini di impatto emozionale e visivo. 

<< Dai un’occhiata alla nuova gamma di plotter grafici imagePROGRAF GP >>

digital project manager

Vuoi lavorare con i Ninja? Cerchiamo un Junior Project Manager!

Ninja Academy, la scuola che sta rivoluzionando l’alta formazione professionale rendendola accessibile e democratica, vuole ampliare il team: apriamo una posizione di tirocinio curriculare come Project Manager Junior per la unit Product & Corporate Training. 

La risorsa, supervisionata dal Project Manager e dall’Head of Corporate Training, apprenderà a gestire e assistere la progettazione dei corsi di formazione erogati nelle aziende e in modalità eLearning. 

Cerchiamo persone motivate, con la passione per il marketing digitale e per la formazione. Lavorare coi Ninja è un vero e proprio stile di vita, perché è un’azienda che investe nei tuoi obiettivi personali e professionali: avrai strumenti per costruire il tuo personal brand e lavorerai al centro della formazione digitale in Italia.

Questo lavoro fa per te se:

  • ti piace il mondo della formazione online e vuoi toccare con mano questo settore 
  • sei in grado di gestire diversi progetti in contemporanea, impostando e rispettando deadline
  • stai cercando una nuova opportunità professionale e vorresti fare carriera in una realtà dinamica e stimolante 
  • vuoi immergerti in una community unica di docenti, professionisti, imprenditori e manager motivati a scambiare conoscenza ed esperienze

Apprenderai a e ti occuperai di:

  • organizzare e gestire le diverse fasi di un progetto formativo consumer o aziendale in area Digital Marketing, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze del cliente B2B e/o B2C
  • lavorare quotidianamente con referenti interni ed esterni per costruire i progetti formativi 
  • interfacciarti con docenti ed esperti di digital marketing italiani per definire i calendari didattici ed essere il punto di riferimento per ogni aspetto operativo
  • utilizzare tool di creazione quiz e test, analizzare i learning analytics e i questionari di feedback 
  • seguire i live webinar della formazione come Virtual Tutor

Il tirocinio curriculare potrà essere svolto in Remoto, presso la sede di Ninja Marketing oppure in modalità ibrida. Sarà considerata come plus la disponibilità a lavorare a Salerno o a Milano.

Obiettivi formativi

– Apprendere le basi del Project Management della Formazione 

– Apprendere come relazionarsi con stakeholder a vari livelli di un’organizzazione 

– Apprendere le basi del Digital Marketing 

– Apprendere come gestire eventi formativi digitali

 

Competenze da acquisire

– Project Management 

– Progettazione Didattica 

– Relationship Management 

– Data Analysis  

– Comunicazione e Coordinamento

Si richiede:

  • Buone capacità di project management 
  • Buona conoscenza ed utilizzo dei principali strumenti di lavoro da remoto (Google Drive, Slack, etc.)
  • Skill di coordinamento 

Come inviare la candidatura? Clicca qui e compila il form selezionando Junior Project Manager.
In alternativa, invia la tua candidatura a:  con oggetto: “Junior PM 2022”

eSports & Gaming Economy: la rivincita dei nerd

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi. L’argomento di questa puntata è dedicato al mondo del gaming e degli eSports, scopriremo i più popolari e amati eSports dal pubblico, le iniziative più interessanti dei brand e consigli per te, previsioni sul futuro e applicazioni pratiche.

A parlarne con noi  Luigi Caputo CEO Sport Digital House – Co-founder OIES.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Introduzione al mondo del gaming e degli eSports
  • Panoramica degli eSports più popolari e amati dal pubblico
  • Le attivazioni più interessanti dei brand
  • eSport Marketing: consigli per il tuo brand (CASE STUDY)
  • Scenari futuri e applicazioni pratiche

aumentare i follower su Instagram - idee e consigli

Come avere tanti follower su Instagram e come farli aumentare nel 2023

Crescere su Instagram, un social network con più di un miliardo di utenti attivi, non è semplice quando non si conoscono i metodi da adoperare in una strategia che punti a poter aumentare i follower su Instagram in modo costante.

Il social network fotografico per eccellenza ripone nelle fotografie, protagoniste dei contenuti pubblicati sul social network, una grande importanza, tuttavia non è solo su queste che bisogna riservare un certo impegno. Infatti parità di importanza è riservata ai metodi utilizzati legati alla pubblicazione e alla comunicazione che si avvia sul proprio feed e al rapporto che si instaura con la propria community.

Cosa fare per aumentare follower su Instagram nel 2023

Per raggiungere l’obiettivo di aumentare follower su Instagram è bene sapere cosa fare e cosa evitare, ma in particolar modo è fondamentale avere chiara in mente una strategia da seguire consona ai propri obiettivi.

Solo dopo la costruzione di una strategia chiara è infatti possibile, mettendo in pratica determinate azioni, mirare ad aumentare follower Instagram.

Per creare una strategia adatta è quindi essenziale partire dal conoscere quali sono i propri obiettivi, che possono essere legati a:

  • la vendita di un prodotto o di un servizio
  • la costruzione di una brand identity

In base agli obiettivi, sarà possibile quindi scegliere le azioni migliori da compiere per rendere i propri contenuti adatti allo scopo e per aumentare i propri follower.

Tra le diverse azioni che possono portare ad una crescita del profilo e quindi ad aumentare follower Instagram (o in caso contrario, ad ostacolare la crescita) ne abbiamo selezionate 15.

I trucchi e gli errori da evitare per aumentare i follower su Instagram

Sono diverse le tattiche e i “trucchi da usare” per crescere su Instagram. Iniziando da una strategia ed un piano editoriale in linea con gli obiettivi designati è possibile intraprendere diverse azioni in grado di aumentare l’engagement dei post, la visibilità del profilo e in ultimo i follower.

Ogni azione infatti può determinare l’ottenimento di una maggiore visibilità e quindi la crescita del numero dei follower se alla base si costruisce un profilo ottimizzato in grado di far scegliere all’utente di divenire follower.

Allo stesso modo però, è fondamentale conoscere alcuni errori da evitare assolutamente se si punta a far crescere la propria base follower.

In questo articolo abbiamo creato una guida con 15 utili idee da cui prendere spunto per puntare a crescere su Instagram.

come far crescere la tua fanbase su Instagram

Creare un piano editoriale

Un piano editoriale è alla base di ogni strategia di crescita, poiché permette una precisa  pianificazione dei contenuti da pubblicare, indispensabile per creare post adeguati agli obiettivi prefissati e per organizzare tempi e modalità di pubblicazione.

Per la realizzazione del piano editoriale è necessario decidere:

  • chi sono le proprie buyer personas
  • il tipo di contenuti da pubblicare
  • i giorni in cui pubblicarli
  • gli orari migliori in cui pubblicare

Una volta compreso quali siano le proprie buyer personas, ovvero il target a cui facciamo riferimento diventerà semplice decidere quale sia il tipo di contenuto migliore da pubblicare scegliendo tra:

  1. Contenuti di valore: ovvero contenuti che si pongono come soluzione ad un problema o a una necessità
  2. Contenuti motivazionali attraverso cui si offre una motivazione per la quale scegliere il proprio prodotto o servizio rispetto a quello della concorrenza 
  3. Contenuti “how to” con cui mostrare come viene fatta una determinata cosa
  4. Contenuti ispirazionali come ad esempio i racconti di storie di successo 

Alla base del piano editoriale però è essenziale che ci sia sempre una chiara proposta di valore, fondamentale per convertire i visitatori del profilo in nuovi follower.  

Chiarito questo, nella realizzazione del piano editoriale è necessario decidere:

  • i contenuti da pubblicare
  • i giorni in cui pubblicarli
  • gli orari migliori in cui pubblicare

Una volta compiute queste azioni, attraverso il piano editoriale sarà più facile poter essere costanti nella pubblicazione, fattore essenziale per un profilo che punti alla crescita.

Pubblicare nei momenti migliori, ovvero quando la maggior parte dei propri follower è online, rappresenta un altro aspetto molto importante da tenere in considerazione. Solo così ci si accerterà di mostrare il proprio contenuto al maggior numero di persone possibile puntando quindi ad ottenere un engagement rate più alto.

Per scegliere quali sono i momenti migliori è consigliabile fare riferimento ai momenti in cui i propri follower sono online anziché scegliere orari generalizzati, facendo riferimento ai dati di insight visionabili dal proprio profilo.

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Ispirarsi ai contenuti più popolari su Instagram

Specialmente nel caso in cui ci si trova a corto di idee per il piano editoriale, prendere spunto dal tipo di contenuti o argomenti popolari sulla piattaforma è un ottimo modo per crescere su Instagram e farlo è semplice. Basterà infatti fare una ricerca anche attraverso hashtag tematici per individuare gli utenti più popolari rispetto agli argomenti affini al nostro settore.

In questo modo, sarà possibile vedere quali tra i post pubblicati hanno riscosso maggiore successo e seguire il trend, sempre però differenziando il contenuto e mantenendolo in linea con la propria identità e stile comunicativo.

Pubblicare contenuti di valore e in modo costante per aumentare i follower su Instagram

Le persone sono quotidianamente sommerse di contenuti su Instagram, quindi per spiccare tra i tanti post visibili è necessario realizzare contenuti che siano interessanti e legati a temi attuali oltre che sempre pertinenti al nostro settore di riferimento e quindi realizzati in base al nostro target.

Un profilo che condivide contenuti informativi utili e le novità di settore infatti, attirerà di più l’attenzione e susciterà certamente maggiore interesse negli utenti, rispetto ad uno che pubblica contenuti riciclati, non interessanti o attuali e soprattutto in modo sporadico senza una costanza nel tempo.

La costanza di pubblicazione è un elemento molto importante affinché il proprio profilo possa essere visto come punto di riferimento da seguire per informarsi ed aggiornarsi ed uno dei fattori chiave attraverso cui puntare a crescere su Instagram.

Usare tutte le tipologie di contenuto

Instagram mette a disposizione diverse modalità di pubblicazione tra cui:

  • post
  • reel
  • video
  • guide

Sfruttare tutte le diverse tipologie di contenuti pubblicabili attraverso queste diverse tipologie di condivisione rappresenta un buon modo di sfruttare al massimo le funzionalità di Instagram e la possibilità di crescere.

Per aumentare follower Instagram nel 2023 ci sono però alcune tipologie di contenuti da prediligere, visto gli ottimi risultati che stanno apportando a molti profili in termini di crescita.

Tra questi troviamo specialmente:

  • i caroselli
  • i reel

Reel e caroselli infatti stanno ottenendo risultati sempre più positivi rappresentando un’ottima occasione per ottenere visibilità e suscitare maggiore interesse.

Con i reel in particolar modo, è infatti possibile aumentare la probabilità di vedere il proprio video sulla pagina esplora. Una probabilità che cresce rispetto ai post statici.

Nel caso si scelga di realizzare un reel, “un trucco” da seguire per accrescerne la visibilità è quello di utilizzare come sottofondo musicale una canzone che sia  presente tra quelle più popolari.

Il carosello invece, risulta un formato molto utile e comodo per la creazione di post informativi ed anche molto apprezzato dagli utenti che sono spesso così più invogliati anche a salvare il contenuto.

Aumentare i follower su Instagram: usare gli hashtag e farlo nel modo corretto

Gli hashtag rappresentano un ottimo strumento utile ad aumentare follower Instagram, ma soltanto se vengono usati nel modo corretto.

L’utilità degli hashtag infatti è quella di etichettare i contenuti, è quindi essenziale utilizzare gli hashtag più adatti rispetto al contenuto pubblicato e al settore di riferimento.

Nella scelta degli hashtag è quindi importante valutare due elementi:

  • la settorialità
  • la popolarità

Un hashtag settoriale, in linea quindi con il nostro settore, è utile per far trovare il nostro post da persone in target, ovvero interessate agli argomenti da noi trattati. Sarebbe inutile infatti utilizzare un hashtag solo perché popolare se questo non si lega alla nostra tipologia di contenuti.

Ma come far spiccare il nostro post rispetto ai tanti post pubblicati che hanno usato lo stesso hashtag?

Per fare ciò è necessario fare una scelta di hashtag con numeri diversi, ovvero è consigliabile scegliere non solo quelli più utilizzati ma anche quelli che seppur sono settoriali hanno un minor numero di post collegati.

In questo modo, il nostro post avrà una maggior probabilità di essere notato poiché collocato insieme ad un numero minore di contenuti tra cui l’utente si trova a dover scegliere.

Per trovare gli hashtag migliori da usare è possibile usare la stessa barra di ricerca di Instagram, che mostra la popolarità degli hashtag oppure diversi tool esterni tra cui:

Un altro trucco interessante per la scelta degli hashtag è inoltre quello di utilizzare anche gli hashtag utilizzati dai propri competitor.

Una volta trovati e selezionati si ha la possibilità di inserirli in diversi modi:

  • nelle didascalie dei post se si vogliono rendere ben visibili
  • come primo commento al post creato per renderli meno invasivi
  • nelle storie
  • nella biografia del profilo

Infine oltre agli hashtag tematici è possibile scegliere di usare anche quelli brandizzati se si vuole creare un collegamento tra tutti i post creati.

A prova dell’importanza degli hashtag su Instagram nella grafica sottostante è possibile vedere i dati esaminati da Later su oltre 18 milioni di post di feed di Instagram, in cui è possibile vedere come nei post che contengono hashtag il tasso di copertura aumenta dell’11% (dal 24% al 35%) man mano che il numero di hashtag cresce da uno a 30. 

infografica hashtag su instagram - aumentare i follower su Instagram - idee e consigli

Fonte immagine: Later

Come aumentare i follower su Instagram: creare un feed armonico

Rendere il proprio feed il più armonico e interessante possibile è una tattica di brand awareness da tenere in grande considerazione.

Un feed di qualità e con uno stile coerente con la propria identità, è infatti fondamentale per attrarre gli utenti e affascinarli a tal punto da decidere di seguire il profilo.

Per farlo è necessario fare una scelta grafica precisa scegliendo come disporre i contenuti e quale palette di colori usare nella costruzione dei post.

Per farlo ci sono tanti tool a disposizione, ma uno dei più noti ed utilizzati,, grazie alla semplicità di utilizzo è Canva che permette di realizzare tutti i tipi di formati e tipologie di contenuto utilizzabili su Instagram come post, storie e caroselli.

Usa la User Generated Content per crescere su Instagram

Sfruttando i contenuti generati dagli altri utenti è possibile avere più contenuti da condividere e aumentare la propria notorietà, invogliando gli utenti a seguirci.

Il tipo di contenuti utili in questo caso, sono ad esempio le testimonianze delle altre persone oppure la risposta degli utenti alle domande che poniamo e a cui li invitiamo a rispondere, incoraggiandoli ad usare nei loro contenuti un hashtag brandizzato.

Collegare gli account social per ottenere follower su Instagram

Collegare Facebook al tuo profilo Instagram può essere un buon modo per aumentare follower, perché permette ai post pubblicati su Instagram di essere automaticamente condivisi anche su Facebook.

Così facendo, la visibilità dei post sarà maggiore e crescerà quindi la possibilità di essere seguito anche dagli utenti che avranno visto il contenuto del proprio profilo Instagram attraverso Facebook.

Per farlo basterà cliccare sulla voce Account collegati visibile sotto la dicitura Impostazioni e procedere al collegamento.

Interagire con gli account dello stesso settore

L’interazione su Instagram è un aspetto molto importante, infatti è sempre consigliabile lasciare dei commenti nei post degli altri profili.

Questo metodo aumenterà la possibilità di essere notati e seguiti da altri utenti, purché però i commenti lasciati siano interessanti e di valore per chi li legge e non siano solo spam.

Infatti se i commenti non offrono nessun valore sarà difficile incuriosire e invogliare gli utenti che li leggeranno a visitare il nostro profilo ed eventualmente a seguirci.

Usa le dirette live

Le dirette live sono un altro ottimo modo per crescere su Instagram e possono essere fatte singolarmente o con più utenti in contemporanea. Se fatte con altri utenti offrono la possibilità di essere visti, e magari seguiti, dal bacino di utenti che seguono gli altri profili con cui si sta facendo la live.

All’avvio di una live, gli utenti che seguono il profilo di chi la organizza riceveranno una notifica grazie a cui aumenterà la possibilità di essere visti da un maggior numero di utenti.

L’importante quando si realizza una diretta live però, è che questa sia interessante e coinvolgente e affinché questo sia possibile è bene scegliere con cura gli argomenti da trattare, per questo, prima di programmarla, è consigliabile indagare attraverso domande o sondaggi proponibili nelle storie, chiedendo ai propri follower quali siano gli argomenti di maggiore interesse su cui preferirebbero che venisse fatta la diretta.

Avviare collaborazioni

Avviare collaborazioni tra profili similari o in qualche modo legati nell’ambito del settore di riferimento oppure con marchi, è un altro ottimo modo per aumentare follower Instagram perché permette di attingere a un nuovo pool di potenziali follower facendosi conoscere dalle persone che seguono i profili con cui avverrà la collaborazione.

Un modo per collaborare con altri profili sono ad esempio proprio le live di cui abbiamo appena parlato, che se fatte tra profili legati da argomenti similari e quindi con una base follower simile risultano essere un ottimo modo per acquisire nuovi follower provenienti dagli altri profili.

Quando si sceglie di avviare una collaborazione con influencer è bene sapere che ci sono diverse categorie di influencer, differenti non solo per il settore ma anche  per il numero di follower che hanno. Le diverse tipologie sono: 

  • i Nano influencer, profili seguiti da un minimo di 1.000 ad un massimo di 10.000 seguaci
  • i Micro influencer, profili seguiti da un minimo di 1.000 ad un massimo di  100.000 utenti
  • i Macro influencer, profili seguiti da un minimo di 100 ad un massimo di   500 mila follower

Generalmente, gli influencer Nano e Micro nello specifico, hanno tassi di coinvolgimento più elevati rispetto agli influencer Macro ed un tariffario inferiore per i post sponsorizzati. Elementi questi, fondamentali da conoscere nel momento in cui ci si trova a scegliere l’influencer con cui collaborare per aumentare i follower Instagram.

consigli pratici per Instagram

Fare giveaway per aumentare la fanbase su Instagram

Un altro ottimo modo per crescere velocemente su Instagram sono anche i giveaway, attraverso cui vengono fatti dei regali a seguito di richieste specifiche fatte agli utenti che vengono invitati a compiere determinate azioni che possono essere:

  • taggare un amico nei commenti
  • condividere su Instagram Stories taggando il proprio profilo
  • seguire il tuo account
  • lasciare un like al post
  • scrivere un commento

Una volta compiute queste azioni l’utente ha la possibilità di ricevere qualcosa, ma solo viene estratto. I contest e i giveaway sono strettamente regolati da precise indicazioni sulla piattaforma e dalla legge, per cui informati al meglio prima di attivarne uno.

Punta alla pagina Esplora

Finire nella pagina esplora di Instagram è un obiettivo da includere nella propria strategia, poiché un contenuto che compare in questa pagina può godere di molta visibilità in più.

I contenuti visibili in questa pagina però vengono selezionati dagli algoritmi di Instagram sulla base di un requisito fondamentale, ovvero l’interesse dimostrato dall’utente nella navigazione e l’interazione.

Per questo motivo è fondamentale creare contenuti di valore che suscitano interesse, così da ricevere maggiori interazioni come like, commenti e salvataggi ed aumentare la probabilità di essere visualizzati nella pagina esplora.

Follow/unfollow per aumentare i follower su Instagram

Questa strategia si concretizza attraverso l’azione di seguire determinati profili per poi rimuoverli, un’azione questa, che viene fatta al fine di attirare l’attenzione di precisi profili che probabilmente ricambieranno l’azione seguendoci successivamente.

La probabilità che questo avvenga però è ovviamente più alta se i profili che abbiamo scelto di seguire sono un pubblico potenzialmente interessato al nostro tipo di contenuti.

Compiere questa azione tuttavia può includere il rischio di un blocco dell’account ed è quindi altamente sconsigliata, perciò, se si decide di compierla è bene tenere presente alcune regole fondamentali, quali:

  • selezionare profili in linea con il nostro settore per aumentare la probabilità di essere seguiti
  • scegliere profili che hanno un numero di utenti seguiti non troppo alto affinché i nostri post siano visibili più facilmente
  • non rimuovere troppo velocemente il follow ai profili che non hanno ancora ricambiato
  • non seguire e non rimuovere troppi utenti in tempi troppo brevi

Non comprare i follower per crescere su Instagram

Acquistare follower rappresenta, tra tutte, la peggiore azione da fare se si intende crescere su Instagram. Infatti una  crescita troppo repentina di follower e l’accesso al profilo da piattaforme esterne e non riconosciute da Instagram potrebbe portare a una penalizzazione da parte di Instagram e di certo non avrebbe come risultato la creazione di una community o l’acquisizione di follower in target.

Utilizzando questi metodi infatti, i follower acquisiti sono account spesso inattivi oppure provenienti da altri Paesi e totalmente fuori dal target di riferimento, quindi inutili ai fini di un engagement necessario per una crescita su Instagram.

Le migliori risorse per essere costantemente aggiornati

Chi utilizza Instagram sa bene come capiti spesso che il social network decida di fare dei cambiamenti, eliminando, aggiungendo o modificando determinate funzionalità a cui ci si era ormai abituati.

Un esempio sono gli swipe up recentemente sostituiti dall’inserimento del link che da poco tempo a questa parte possono essere utilizzati anche per i profili al di sotto dei 10.000 follower o il cambiamento di visibilità per i post, da ora visibili in ordine cronologico.

Spesso queste novità portano con sé delle nuove opportunità di crescita consentendo di utilizzare nuove funzionalità oppure di procedere diversamente nell’uso della piattaforma per incorrere in benefici o evitare penalizzazioni da parte degli algoritmi di Instagram.

Appare dunque chiaro come essere costantemente e prontamente aggiornati sulle novità che Instagram propone in maniera frequente sia fondamentale.

Per poterlo essere è quindi necessario informarsi costantemente attraverso i blog di settore e grazie a quelle fonti che possono essere prese come riferimenti certi in termini di affidabilità.

In questo caso, relativamente a Instagram quindi, nessuno è più affidabile di Adam Mosseri, Head of Instagram, come fonte autorevole da cui apprendere in modo celere tutte le novità inerenti al social network fotografico.

Mosseri infatti nei suoi vari canali social, tra cui il suo profilo Instagram, pubblica costantemente notizie relative alle novità di Instagram, annunciando nuove funzionalità o le modifiche in atto rispetto alle funzioni già attive utili per rispondere prontamente con nuove azioni strategiche tali da sfruttarne al massimo i benefici. 

Oltre a blog di settore e persone autorevoli, inoltre, è possibile informarsi ed aggiornarsi attraverso strumenti come Google Trends, Ubersuggest o Answerthepublic che permettono di conoscere velocemente quali sono i trend più popolari rispetto ad un settore specifico e quali sono gli interessi manifestati dagli utenti attraverso la loro ricerca.

Questi dati possono così trasformarsi in utili risorse a cui ispirarsi per la costruzione di contenuti in grado di far crescere il tuo profilo Instagram.

Conclusioni su come aumentare i follower su Instagram

Se vuoi aumentare follower Instagram è quindi importante avere bene in mente i propri obiettivi, sulla base di questi creare una strategia ad hoc e infine conoscere le azioni da fare (ma anche da evitare) per ottenere una crescita su questa piattaforma che sia costante e che permetta nel contempo la costruzione di una community, senza la quale non è possibile né pensare di aumentare il proprio numero di follower nel tempo, né creare un seguito fidelizzato.

ecommerce - pinterest

eCommerce: l’ispirazione è al centro del processo d’acquisto

L’eCommerce ha continuato a crescere in maniera significativa durante tutto il 2021. La pandemia globale ha incoraggiato i consumatori a utilizzare più frequentemente i canali online in tutte le fasi del percorso di acquisto, dal pre al post-vendita, e i brand hanno investito nell’innovazione digitale per soddisfare l’aumento della domanda online supportando il cambiamento delle esigenze dei consumatori.

Le nuove buyer personas

Una recente ricerca di Forrester Consulting commissionata da Microsoft ha messo in luce la nascita di nuove buyer personas, profili ancora “sconosciuti” a brand e aziende la cui creazione è stata alimentata dall’emergenza pandemica e dal riassestamento post-pandemico.

microsoft forrester workday consumers 01

In particolare, il sondaggio evidenza la comparsa dei Workday Consumer, persone che hanno notevolmente aumentato il tempo trascorso davanti al pc rispetto all’era pre-pandemica e che si ritrovano ad aver fuso completamente la propria vita professionale con quella al di fuori del lavoro.

Questa nuova tipologia di consumatore utilizza gli strumenti normalmente deputati al lavoro anche per occuparsi delle attività quotidiane e, naturalmente, per ricerca e acquisto di prodotti e servizi su piattaforme di eCommerce e Social Media.

microsoft forrester workday consumers 02

Il nuovo tipo di approccio si riflette anche sul momento della ricerca e dell’acquisto, che vede la luce all’interno della giornata lavorativa ed è considerato dai lavoratori come l’equivalente della “pausa caffè” in ufficio con i colleghi. Durante questi break, l’ispirazione assume un ruolo essenziale in grado di condizionare le scelte delle persone.

Un ritratto interessante delle abitudini di consumo dei clienti è rappresentato dal numero di utenti che interagiscono con gli spazi commerciali su Pinterest, che è cresciuto di oltre il 200% nell’ultimo anno.

LEGGI ANCHE: Come il Social Commerce guiderà la ripresa dei consumi degli italiani

Ma cosa rende lo shopping su Pinterest diverso da altre piattaforme e dai classici eCommerce? Ciò che fa la differenza tra lo shopping e l’acquisto di tipo transazionale è l’ispirazione che le piattaforme sono in grado di suscitare in chi naviga.

Lo shopping può iniziare da qualsiasi input: un trend, un’immagine, un colore o anche solo uno stile e la possibilità di trovare immediatamente idee acquistabili può decretare il successo di un prodotto. Le persone si rivolgono a Pinterest per fare acquisti e cercare idee e prodotti di brand e rivenditori quando sono aperti a scoprire nuove ispirazioni e pianificare momenti della vita.

ispirazione pinterest ecommerce

Il potere dell’ispirazione nel Social Commerce

Pinterest ha recentemente pubblicato una nuova ricerca sul potere dell’ispirazione che dimostra che le persone ispirate hanno maggiori probabilità di compiere un’azione. I dati mostrano che: Pinterest ispira i propri utenti più di qualsiasi altra piattaforma digitale con nuove idee (92%) e che gli utenti lo percepiscono come uno spazio positivo (82%) spingendo gli acquirenti a spendere il doppio rispetto alle altre piattaforme. ogni mese.

Negli ultimi due anni il mondo è cambiato: dal lavoro, allo stile di vita, alle necessità e a dove e come rispondere a queste ultime. Per capire meglio come le persone in tutto il mondo utilizzano Pinterest per prendere decisioni su comportamenti e acquisti nella vita reale, Pinterest ha condotto uno studio globale condotto su un campione di 9.000 adulti, di cui 2.000 statunitensi, per identificare l’impatto del “ritorno dell’ispirazione” (“Return on Inspiration”).

Quasi la metà degli intervistati (oltre il 40%) afferma che un luogo online dedicato all’ispirazione è più importante che mai. L’indagine esamina anche il valore di ispirazione delle piattaforme digitali e il confronto con una varietà di tipi di media, tra cui riviste e TV. Tra tutti, Pinterest conquista il primo posto.

Il sondaggio rivela inoltre:

  • Il 92% degli intervistati afferma che Pinterest offre loro nuove idee.
  • L’82% degli intervistati afferma che Pinterest ispira sentimenti positivi.
  • L’87% degli intervistati afferma che Pinterest mostra loro qualcosa che vorrebbe sperimentare, comprare o possedere nella propria vita.

Sapere che l’ispirazione funge da scintilla per l’azione fornisce nuove informazioni su come le aziende e gli inserzionisti possono utilizzare il potenziale unico della piattaforma.

Questi dati sono molto particolarmente rilevanti anche per gli inserzionisti, che possono concentrarsi sul miglioramento dell’efficienza degli annunci e sulla semplicità delle soluzioni pubblicitarie, portando le persone dall’ispirazione alla realizzazione in un ambiente positivo e sicuro per i brand che, secondo la ricerca, è più stimolante rispetto ai media tradizionali come TV e riviste.

Vuoi vedere la mia collezione di NFT? Best Practice sui non fungible token

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi. L’argomento di questa puntata è dedicato agli NFT, come crearli cogliendo le opportunità del settore e ai migliori case study.

A parlarne con noi  Andrea Concas Founder Art Rights – Art Backers Agency.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Cosa sono gli NFT
  • Cogliere le opportunità per i Content Creator
  • Creare il proprio NFT
  • Case study e best practice del settore

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Batman arriva su Spotify: Claudio Santamaria darà la voce a Bruce Wayne

Il popolare eroe della DC, Batman, avrà una serie in formato audio anche su Spotify: ieri mattina la piattaforma ha presentato, con un evento di anteprima per la stampa a Milano, la nuova audio serie originale Batman – Un’autopsia. Un’esperienza audio imperdibile e senza precedenti, nata dalla partnership tra la piattaforma, Warner Bros e DC Comics.

batman su spotify

Il debutto del podcast in 9 Paesi

Il podcast, che debutterà simultaneamente in Italia e in altri otto paesi il 3 maggio 2022 in esclusiva su Spotify, è un thriller psicologico che si immerge in profondità nella mente di Bruce Wayne, e i suoi 10 episodi sono costellati di oscuri colpi di scena e supercriminali in pieno stile DC.

L’adattamento italiano della serie è stato curato da Show Reel Agency, parte di Show Reel Media Group.

All’anteprima ha partecipato il cast al completo, con alcuni degli attori che hanno letto degli estratti della sceneggiatura originale. Accanto a Claudio Santamaria, che torna a dar voce a Bruce Wayne, gli ascoltatori troveranno Michele Bravi nei panni di Edward Nygma (L’Enigmista), Dario Bressanini (Alfred), Maria Grazia Cucinotta e Michele La Ginestra (Martha e Thomas Wayne), Beatrice Bruschi (Kell), Edoardo Ferrario (Arnold Flass), Michela Giraud (Vicki Vale), Alice Mangione (Barbara Gordon), Fiore Manni (Renee Montoya), Nicola Pistoia (Dr Hunter), e Saverio Raimondo (Il Mietitore).

Batman su Spotify: la trama del podcast

Nata dal genio creativo del produttore esecutivo David S. Goyer – già sceneggiatore della trilogia di Christopher Nolan dedicata all’uomo pipistrello – l’audio serie inizia con Bruce Wayne, per la prima volta nei panni di un patologo forense che lavora al Gotham City Hospital, intento ad esaminare le vittime del Mietitore, uno spietato e macabro serial killer. 

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“Siamo orgogliosi di presentare la prima audio serie originale Spotify, uno show globale che, grazie alla partnership con DC Comics e Warner Bros, porta l’iconico universo di Batman nel mondo dell’audio” commenta Eduardo Alonso, Head of Studios for Southern & Eastern Europe di Spotify. “Oltre ad essere il più grande lancio simultaneo della piattaforma fino ad oggi, Batman – Un’autopsia segna un importante step evolutivo nella produzione Spotify, che con questa audio serie entra appieno nel mondo della narrazione. Gli ascoltatori potranno immergersi completamente nella storia e – anche attraverso le interpretazioni di un cast d’eccezione – vivranno un’esperienza audio memorabile”.

L’audio serie internazionale

Siamo felici di annunciare questa nuova sorpresa, l’arrivo di ‘Batman – Un’autopsia’, lanciata a livello internazionale” ha detto ai nostri microfoni Federica Tremolada, Managing Director di Spotify per il sud e l’est Europa. “Su Spotify abbiamo già più di 3,6 milioni di titoli di podcast, che sono aumentati di più del 400% negli ultimi 2 anni. Questa nuova sorpresa segue un percorso per il quale abbiamo in cantiere tantissime novità”