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chatGPT open AI intelligenza artificiale

Perché OpenAI è diventata così famosa e come possiamo utilizzarla

A soli pochi mesi dalla sua disponibilità al pubblico del web, ChatGPT di OpenAI ha conquistato il favore sia di addetti ai lavori che non.

Da settimane non si fa altro che parlare di ChatGPT3 e di tutte le applicazioni che iniziano a popolare il web, basate sul prodotto di punta di OpenAI, l’organizzazione (tra i fondatori vi era anche Elon Musk) il cui core business è la ricerca sull’intelligenza artificiale con lo scopo di promuovere e sviluppare una AI amichevole (FAI ossia Frendly AI), tale da portare un concreto beneficio all’umanità.

OpenAI e GPT-3 - chatgpt

Molte realtà del panorama IT sono rimaste affascinate dalla potenza e versatilità dell’ AI alla base di ChatGPT3, tra queste Microsoft che di recente ha affermato di aver interesse ad allargare l’accesso a ChatGpt ai clienti del suo cloud Azure, siano esse aziende che sviluppatori.

Lo stesso Ceo di Microsoft Satya Nadella ha definito senza mezzi termini i prodotti di OpenAI quali: GPT-3.5, Codex e Dall-E 2 “i più avanzati al mondo”.

Si vocifera, tra le altre cose, che dopo l’assegno di 1 miliardo di dollari da parte di Microsoft a OpenAI, vi siano altri 10 miliardi per trattative in corso, dato che obiettivo della casa di Redmond sarebbe quello di potenziare il motore di ricerca Bing sfidando apertamente Google.

Perché parliamo di OpenAI

Al di là dei rumors della silicon valley, in tanti parlano di OpenAI perché realmente la sua intelligenza artificiale, intesa come machine learning, ha dimostrato di essere in grado di analizzare e comprendere il testo scritto dagli umani. L’ho testato sia come fruitore sia come coder e devo dire che lascia sbalorditi.

OpenAI può essere da noi istruito su un determinato argomento dandogli in pasto milioni di documenti. Successivamente, può rispondere a domande, rielaborare un testo un poco come quando alle elementari la maestra ci chiedeva di fare un riassunto.

Chat GPT, infatti, sta per Chat Generative Pre-trained Transformer e ad oggi sappiano, per gli addetti ai lavori più curiosi, che il suo ambiente di addestramento è stato organizzato sul cloud di Microsoft Azure.

Altra collaborazione attiva è quella con Shutterstock, per la vendita di immagini stock generate dall’intelligenza artificiale Dall-E2.

Oltre alle grandi realtà, anche quelle minori stanno integrando la tecnologia di GPT-3 per i loro applicativi. Tra queste, Ada, una società di automazione del servizio clienti, che punta ad automatizzare l’addestramento degli intenti dei clienti e l’integrazione sarà spinta ulteriormente creando automaticamente flussi di risposte e contenuti dalle basi della conoscenza dei suoi clienti.

Anche Zapier, famosa web automation app che permette di connettere altre applicazioni, assegnare task a questi strumenti e automatizzare verie azioni, utilizzerà OpenAI consentendo agli utenti di risparmiare tempo creando procedure e automatismi.

Perché è importante

L’importanza di OpenAI, che rappresenta anche il motivo per cui tutti ne stanno parlando, è data dal fatto che ha avvicinato l’utente comune all’AI come mai prima, azzerando la distanza che vi era fino a pochi mesi fa tra intelligenza artificiale e persone.

Mai come ora, basta accedere alla pagine web di OpenAI e iniziare a fare domande alla sua AI, rimanendo sbalorditi dalle risposte ricevute, perché sembra davvero di dialogare con una persona.

Microsoft e OpenAI ChatGPT

Cosa c’è da sapere su OpenAI

Entrando nella homepage di OpenAI e spostandosi nella sezione “examples è possibile scorrere l’elenco delle operazioni che questa AI è in grado di fare e la lista è davvero lunga.

Si parte dal classico gioco delle domande e delle risposte, alla traduzione di testi, alla scrittura di codice di programmazione in vari formati e con vari linguaggi, fino alla creazione di immagini.

Ad oggi si stima che esistano almeno 300 applicazioni che utilizzano le tecnologie generata da OpenAI e il numero è destinato a crescere vertiginosamente praticamente in qualsiasi settore.

Vediamone alcune.

Fable Studio, azienda specializzata nella generazione di storie interattive, ha dichiarato di essere in procinto di integrare GPT-3 nel suo ecosistema software, generando così uno strumento di authoring basato su AI, con lo scopo di generare nuove storie interattive e potenziare i propri “esseri virtuali” guidati dalla trama. I loro personaggi possono vivere, imparare e prendere decisioni con noi.

Algolia, motore di ricerca per eCommerce e non solo, utilizza GPT-3 nel proprio prodotto Algolia Answers per offrire ai propri clienti una ricerca semantica pertinente e velocissima. GPT-3 comprende meglio le domande dei clienti e li collega alla parte specifica del contenuto che risponde alle loro domande.

Dopo aver eseguito i test di GPT-3 su 2,1 milioni di articoli di notizie, Algolia ha riscontrato una precisione del 91% o superiore e Algolia Answers è stata in grado di rispondere con precisione a domande complesse in linguaggio naturale quattro volte più spesso rispetto a BERT di Google.

Copy.ai è un’app basata su GPT-3 specializzata nella scrittura di testi per il marketing. Può scrivere post per i nostri blog, redigere copy per siti Web e descrizioni di prodotti per gli eCommerce. Poi testi per email, post per i social media e altro in pochi clic.

Grazie a questa APP è possibile scrivere testi in pochi secondi in differenti lingue quali inglese, francese, spagnolo, tedesco, italiano, giapponese, olandese, polacco, portoghese, russo, cinese (semplificato), bulgaro, ceco, danese, estone, finlandese, greco, ungherese, lettone, lituano, rumeno, slovacco, sloveno e svedese, ma in futuro saranno implementate anche altre lingue.

Copysmith, simile a Copy.ai, è un ottimo strumento da aggiungere alla propria raccolta di strumenti di copywriting capace di aiutarci nella ricerca di idee, spunti per i nostri articoli.

Jasper.ai è una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale GPT-3, che aiuta a generare contenuti accattivanti e di alta qualità. Alcune delle caratteristiche principali di Jasper vanno dalla generazione automatica di contenuti, ai contenuti personalizzati fino all’ integrazione con i sistemi di gestione dei contenuti (CMS).

Repl.it è una soluzione pensata per velocizzare il lavoro di chi sviluppa software, app e tanto altro, ma anche per eseguire testing e il consueto debug del codice scritto.

Repl.it è un vero e proprio editor di codifica (IDE) a configurazione zero, collaborativo e basato su browser con supporto per oltre 50 linguaggi, inclusi Java, Python, HTML/CSS/Javascript, C, C++ e altri. Funziona su qualsiasi dispositivo inclusi PC, Mac, telefoni, tablet e Chromebook.

Questo applicativo è utilissimo per gli studenti che intendono imparare la programmazione e l’informatica e per gli insegnanti ché possono concentrarsi sull’insegnamento, non sulla risoluzione dei problemi degli ambienti degli studenti.

Debuild.co è un’altra interessante applicazione che fa uso di GPT-3 per lo sviluppo di siti web partendo da semplici frasi scritte in inglese. Debuild mostra il codice utilizzato per creare l’ambiente del sito desiderato, consentendo agli utenti di replicare il codice in altre piattaforme di codifica.

Observe.ai viene pensata per supportare i team di assistenza clienti, costantemente bombardati da un flusso infinito di richieste, reclami e domande dei clienti.

L’applicativo è pensato per rendere meno oberato il customer service, offrendo un sistema di messaggistica integrato nelle app oppure nel sito web e fornendo una gamma di flussi di lavoro automatizzati che le aziende possono utilizzare per semplificare attività come la generazione di lead, l’onboarding dei clienti e altro ancora.

Lumen5 è una piattaforma potente e facile da usare per la creazione di video di qualità professionale per i social media e altri scopi di marketing, che può aiutarci a coinvolgere e connetterci con il pubblico attraverso i contenuti video.

Lumen5 funziona in modo semplice: basta passare una descrizione della sceneggiatura e l’AI procede a generare automaticamente un layout video approssimativo, incluse sovrapposizioni di testo e risorse multimediali suggerite (come immagini e clip video).

Pictory.ai simile a Lumen è una piattaforma di narrazione visiva che aiuta gli utenti a creare brevi video di marca da contenuti di lunga durata, come Zoom, Teams, registrazioni di webinar, script e post di blog. La piattaforma utilizza l’intelligenza artificiale per estrarre punti e temi chiave dal contenuto e creare automaticamente video visivamente accattivanti con filmati, musica e voci fuori campo.

Aggiungiamo che in ambito “grafico” si basano sulla tecnologia di OpenAI sia Wall-E2 che Point-E di cui abbiamo già parlato in precedenza, il primo per la generazione di immagini da una semplice descrizione e l’altra per la generazione di modelli 3d.

Sul fronte musicale, possiamo annoverare MuseNet capace di in grado di generare composizioni musicali di 4 minuti con 10 strumenti diversi e in grado di combinare stili dal country a Mozart ai Beatles. Ancora Jukeboxe, che genera sia audio che un testo rudimentale per la canzone.

Un “nota” in tema musicale: di recente il cantautore australiano Nick Cave ha espresso il suo sgomento dopo che un suo fan gli ha proposto una canzone scritta proprio utilizzando GPT-3.

Ninja Upshot

Elencare tutte le app che utilizzano la tecnologia di OpenAI sarebbe davvero impossibile; resta il fatto che gli ambiti di applicazione di GPT-3 sono davvero moltissimi e dei più svariati, dalla business analysis, per l’organizzazione e la strutturazione delle informazioni contabili delle aziende e del marketing, alla sicurezza informatica, passando per la sanità, la scuola, la formazione e tanto altro.

Ogni applicativo meriterebbe un articolo ad hoc che ne metta in luce dettagliatamente le potenzialità, il funzionamento e la versatilità.

Questo 2023 sarà l’anno in cui il mercato dell’intelligenza artificiale sarà più competitivo che mai e GPT-3 di OpenAI è uno dei principali player, assieme ad altre aziende che si contendono una fetta della torta come Google, Microsoft, Facebook e Amazon.

Man mano che la tecnologia continua a svilupparsi, è probabile che si troveranno ancora più usi per questa incredibile tecnologia, quindi non ci resta che attendere, per vederne delle belle, soprattutto in vista dell’uscita di GPT-4 di OpenAI.

chatgpt a pagamento - elon musk chiede una pausa sulle intelligenze artificiali

Arriva ChatGPT a pagamento: si parte da 20 dollari al mese

Arriva la versione di ChatGPT a pagamento: con l’obiettivo di monetizzare quello che è diventato un fenomeno virale, OpenAI ha lanciato un nuovo piano di abbonamento pilota per ChatGPT, la sua IA in grado di scrivere saggi, poesie, email, testi e altro ancora in modo convincente e simile allo stile umano.

Quanto costa Chat GPT a pagamento

Chiamato ChatGPT Plus e a partire da 20 dollari al mese, il servizio offre una serie di vantaggi rispetto al livello base di ChatGPT, secondo OpenAI, tra cui l’accesso generale a ChatGPT anche nei momenti di punta, tempi di risposta più rapidi e accesso prioritario a nuove funzionalità e miglioramenti.

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ChatGPT in versione gratuita, però, non scomparirà e potrà essere utilizzato come sempre.

Per quanto riguarda ChatGPT Plus, al momento è disponibile solo per i clienti degli Stati Uniti. OpenAI ha dichiarato che nei prossimi mesi inizierà il processo di invito delle persone in lista d’attesa e cercherà di espandere Plus ad altri Paesi.

chatgpt per la seo screen

Abbiamo lanciato ChatGPT in versione gratuita in modo da poter conoscere meglio i punti di forza e di debolezza del sistema e raccogliere il feedback degli utenti per aiutarci a migliorarne i limiti“, ha scritto OpenAI in un post sul blog. “Da allora, milioni di persone ci hanno fornito il loro feedback, abbiamo apportato diversi aggiornamenti importanti e abbiamo visto che gli utenti hanno iniziato a usarelo per scopi professionali, tra cui la stesura e la modifica di contenuti, il brainstorming, l’aiuto alla programmazione e l’apprendimento di nuovi argomenti“.

ChatGPT a pagamento è solo l’inizio

ChatGPT Plus potrebbe essere il primo di diversi progetti futuri, secondo quanto dichiarato da OpenAI. Nel post sul blog, l’azienda afferma che sta “esplorando attivamente” opzioni per piani a basso costo, piani aziendali e pacchetti di dati, oltre al rilascio delle API.

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Amiamo i nostri utenti gratuiti e continueremo a offrire l’accesso gratuito a ChatGPT. Grazie all’abbonamento, saremo in grado di sostenere la disponibilità dell’accesso gratuito al maggior numero possibile di persone“, ha proseguito la società. “Abbiamo in programma di perfezionare ed espandere questa offerta in base ai feedback e alle esigenze di chi usa il prodotto“.

OpenAI ha anticipato il lancio di ChatGPT Plus all’inizio di gennaio, annunciando che stava iniziando a pensare a come monetizzare ChatGPT e pubblicando un sondaggio che delineava i potenziali prezzi e le caratteristiche di un piano “ChatGPT Professional“. Poi, qualche settimana fa, diversi utenti di ChatGPT hanno riferito di aver avuto accesso a un livello pro che costava 42 dollari al mese, cosa che a posteriori sembra essere stata un errore.

Nonostante le polemiche e i diversi divieti, ChatGPT si è rivelato un successo pubblicitario per OpenAI, attirando l’attenzione dei media e generando innumerevoli meme sui social media. All’inizio di dicembre, ChatGPT contava più di un milione di utenti, una base invidiabile da qualsiasi punto di vista.

Ma è un servizio costoso da gestire. Secondo il cofondatore e amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, le spese operative di ChatGPT sono “da capogiro” anche se ammontano a pochi centesimi per chat.

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developer stressato

In Italia 3 developer su 4 vogliono cambiare posto di lavoro

Abbiamo parlato su queste pagine in diverse occasioni del fenomeno in veloce aumento anche in Italia che prende il nome di Great Resignation. Pare che le Grandi Dimissioni riguardino anche il settore dei developer di software.

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Stando alle rilevazioni del Ministero del Lavoro, il nuovo trend ha portato a più di 2 milioni di dimissioni già nel 2021 e interessa i lavoratori dipendenti con contratti a tempo determinato e indeterminato.

In seguito è stato coniato anche il termine Job Hopping che definisce il fenomeno sempre più frequente di saltare da un lavoro all’altro, simbolo della rivoluzione culturale del nostro tempo che si contrappone all’idea ormai passata di dedicare tutta la vita ad un solo lavoro.

Un settore che non esula da questo fenomeno è quello della tecnologia e a confermarlo sono i professionisti di un ecosistema simbolo del mondo tecnologico: gli sviluppatori di software.

Secondo la ricerca “The State of Software Development in Italy” condotta da BitBoss, che alla fine del 2022 ha coinvolto più di 800 sviluppatori, è emerso come 3 developer su 4 sarebbero intenzionati o ben disposti a cambiare il proprio posto di lavoro, nel momento in cui dovessero emergere nuove opportunità.

Il 31,7% dei developer dipendenti con un regolare contratto di lavoro sarebbe infatti alla ricerca attiva di un posto di lavoro più in linea con le proprie aspettative, mentre il 42,7% si dice aperto ad ogni opportunità che possa portare un miglioramento alla propria vita professionale.

developer in Italia - the state of development di Bitboss

I developer più giovani vogliono reinventarsi

In particolare se ci concentriamo sulla Generazione Z, ovvero sugli sviluppatori dipendenti di età pari o inferiore a 25 anni, il 60,9% ha dichiarato di essere intenzionato a rivedere in qualche modo la propria attuale vita professionale reinventandosi come freelance, imprenditore o semplicemente cambiando azienda.

Solo il 6,5% dichiara di non avere l’intenzione di spostarsi dall’attuale luogo di lavoro nel prossimo futuro.

I dati che abbiamo raccolto non mostrano insoddisfazione da parte degli sviluppatori riguardo al proprio posto di lavoro o alla propria vita professionale”, afferma Davide Leoncino, co-founder e responsabile marketing di BitBoss “Al contrario, quasi 8 sviluppatori su 10 si dicono sostanzialmente soddisfatti della propria situazione professionale, tuttavia esiste una forte inclinazione a cercare sempre nuove opportunità e a guardare con favore l’idea di cambiare la propria vita professionale se si presentano le giuste condizioni”.

Flessibilità lavorativa e stipendi adeguati come esigenze determinanti

Cosa cercano quindi gli sviluppatori e quali sono le condizioni che potrebbero spingerli a dare una svolta alla propria carriera?

Il 76,7% degli sviluppatori dipendenti sarebbe disposto a cambiare posto di lavoro se venisse loro offerto uno stipendio più alto, mentre per il 45% le maggiori opportunità di un avanzamento di carriera rappresenterebbero un fattore fondamentale nella scelta.

Il 78,4% degli sviluppatori inoltre afferma di valutare molto più positivamente l’offerta di un nuovo lavoro nel caso in cui l’azienda offra la possibilità di lavorare da remoto, anche in forma ibrida. Assumerebbe un ruolo importante anche la qualità del team di lavoro: per 4 sviluppatori su 10, lavorare con un team non adeguato basterebbe per spingerli a cercare nuove opportunità lavorative.

Se guardiamo poi al mondo degli sviluppatori freelance, il 79,6% di loro non è disposto a sacrificare la propria libertà in favore di un contratto di lavoro in azienda a tempo indeterminato.

developer freelance in Italia - the state of development di Bitboss

La flessibilità di luogo e orario di lavoro è un valore fondamentale per il 76,7% dei developer freelance, mentre la libertà di poter scegliere in autonomia i propri clienti e progetti è imprescindibile per 1 sviluppatore su 2.

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La formazione (anche online) è indispensabile per i developer

La capacità di rimanere al passo con le nuove tecnologie e innovazioni è un tema fondamentale per poter analizzare la grande predisposizione dei professionisti del codice a cambiare la propria vita professionale. “Viviamo in un mondo in cui emergono continuamente nuove tecnologie, nuovi linguaggi di programmazione e nuovi metodi di lavoro e l’84,3% degli sviluppatori che hanno partecipato alla nostra ricerca vede in maniera positiva la nascita di nuove tecnologie, perché trova in esse nuove opportunità di carriera e di crescita professionale”.

Il 67% degli sviluppatori cerca di apprendere almeno un un nuovo linguaggio di programmazione o una nuova tecnologia almeno una volta all’anno e quasi il 90% di loro ritiene fondamentale lo studio individuale costante, anche se si ha un impiego fisso e si sviluppa già a livello professionale. In un contesto formativo e di aggiornamento assumono un ruolo centrale le risorse online e le community, che rappresentano un aiuto fondamentale per il 60% degli sviluppatori o i corsi online, utilizzati da 6 developer su 10 per formarsi e aggiornarsi.

Il rapporto delle aziende italiane con l’innovazione

È necessario che le aziende capiscano quali sono i fattori fondamentali che spingono gli sviluppatori a prediligere un posto di lavoro piuttosto che un altro. Non si tratta solamente di una questione economica, ma di garantire una certa flessibilità lavorativa, team di lavoro adeguati e il giusto grado di innovazione” Afferma Leoncino.

Secondo la ricerca condotta da BitBoss, un altro fattore da non sottovalutare quando si parla di scelte lavorative riguarda il grado di innovazione dell’azienda e le tecnologie utilizzate: tra
gli sviluppatori che non stanno lavorando e che stanno attualmente cercando un’occupazione infatti, il 62,5% di loro ritiene fondamentale nella scelta l’adozione di nuove tecnologie da parte dell’azienda.

Riguardo alla propensione delle aziende ad innovare, più della metà degli sviluppatori intervistati afferma che la propria azienda abbia una buona propensione all’innovazione e questo numero comprende sia i professionisti assunti in grandi società che chi lavora in piccole imprese.

I developer tuttavia riconoscono che il principale freno all’innovazione all’interno delle aziende sia la mancanza di tempo e di risorse da dedicare a queste attività, motivazione data dal 58,8% degli intervistati.

Il secondo fattore frenante tuttavia sembra essere la mancanza di lungimiranza da parte delle società che sembrano non percepire la necessità di innovare. Quasi 1 sviluppatore su 2 attribuisce ad essa la poca propensione all’innovazione dell’azienda per cui lavora.

È necessario sviluppare la cultura dell’innovazione all’interno delle aziende italiane. Cultura che dovrebbe partire dai vertici e propagarsi a cascata fino alla base della piramide aziendale. È necessario entrare nell’ottica che l’innovazione tecnologica e digitale rappresenta un investimento che lascia un segno positivo a lungo termine, in grado di dare alle aziende un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza e che l’investimento in innovazione non è mai uno spreco di risorse”.

A questo link è possibile vedere i risultati completi della ricerca: The State of Software Development in Italy.

Nike e Tiffany & Co.

Nike e Tiffany & Co. lanciano un’elegantissima linea di accessori

La tanto attesa collaborazione tra Nike e Tiffany & Co. diventa realtà. I due marchi hanno ufficializzato la loro collaborazione per la co-creazione di una speciale linea di accessori.

L’operazione di co-branding è stata svelata martedì con un annuncio ufficiale “A Legendary Pair” sui canali ufficiali dei brand.

Nike e Tiffany & Co.
Il progetto prevede la creazione di diversi prodotti, tra cui un paio di Air Force 1 e accessori in argento da far girare la testa.

Nike e Tiffany & Co. presentano la nuova Air Force 1 1837

Il fulcro della collaborazione Nike x Tiffany sono senza dubbio le sneaker Nike Air Force 1, completamente nere e intitolate “1837”.

Una sneaker accattivante che presenta un corpo in suede nero, il baffo Nike nella tonalità Tiffany e lacci in corda che ricordano i manici di una borsa da gioielleria.

Un caratteristico cliché d’argento impreziosisce la parte posteriore, mentre il logo Tiffany in corsivo sulla linguetta eleva il suo stile ad altezze chic.

Nike e Tiffany & Co.

La prima collaborazione tra Tiffany & Co. e Nike risale al 2014, quando il caratteristico colore acqua dell’azienda di gioielli è stato utilizzato per un paio di scarpe Nike e Diamond Supply Co.

Negli ultimi anni, Tiffany si è mossa per attirare un pubblico sempre più giovane attraverso collaborazioni creative di vario genere. Ad agosto, il marchio si è avventurato negli NFT realizzando una collezione di risorse digitali in edizione limitata.

LEGGI ANCHE: Tiffany svela i suoi primi NFT in vendita a oltre 50.000 dollari l’uno

Sui social sono comparsi anche immagini di un calzascarpe in argento sterling marchiato Nike e Tiffany & Co. e di una spazzola per scarpe (e non uno spazzolino da denti, come in molti credevano).

Dei lacci delle scarpe, oltre a un fischietto da arbitro sempre in argento.

Prodotti eleganti, che faranno impazzire gli appassionati e i collezionisti, che costano dai 250 ai 475 dollari.

Intanto cresce l’hype per questa linea che sarà rilasciata il 7 marzo. Le esclusive Nike x Tiffany & Co. Air Force 1 1837 saranno in vendita presso due punti vendita selezionati di New York: il Tiffany Flagship Next Door e il Tiffany & Co. SoHo.

Le sneakers in edizione limitata saranno disponibili in tutto il mondo anche mediante la app SNKRS di Nike e costeranno circa 400 dollari, molto di più del prezzo tipico delle Air Force 1.


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google workplace

Google Workspace, guida base pronta all’uso

Prima era Google Business, ora si chiama Google Workspace, perché l’azienda ha voluto, anche nel naming, puntare al fatto che la sua suite di applicazioni mira a rendere il lavoro, di tutta la gerarchia aziendale, condiviso in qualsiasi parte del mondo e con qualsiasi device disponibile.

Due requisiti: la rete internet e le credenziali (user e password) a portata di mano.

Google ha saputo perfezionare il suo servizio per buttarsi a capofitto nell’era in cui “smartworking” è diventata la parola più usata, ampliando la durata dei Meet e facilitando la condivisione delle informazioni in tempo reale.

Ma andiamo su quello che è il tema di questo articolo, cercare di riassumere in una breve guida quelle che sono, oggi, le funzionalità più utili e rapide degli strumenti a disposizione.

Gmail e Drive, i VIP di Google Workspace

Iniziamo da Gmail, probabilmente uno dei provider di posta elettronica più famoso ed utilizzato al mondo.

Gli utenti lo usano sia a livello personale che aziendale.

Nel primo caso, è frequentemente utilizzato come suite gratuita, a pagamento se si decide di ampliare lo spazio e le funzionalità; nel secondo caso, viene utilizzato principalmente a pagamento, con diverse tariffe a seconda delle necessità.

Funzioni Base: scrivere una mail

Una volta selezionato “scrivi” si apre la casella di dialogo per la scrittura della mail vera e propria.
Oltre ai classici pulsanti di formattazione, di inserimento allegato, anche direttamente da Drive, e di inserimento link, le funzionalità utili sono:

  • Programma invio: di fianco al bottone “invia” c’è una freccina che se selezionata apre la possibilità di programmare l’invio della mail a data e ora desiderata.
  • Annulla l’invio: da impostazioni è possibile impostare “la seconda chance”. Si può infatti prevedere la possibilità di annullare l’invio di una mail entro un tot di secondi. A questo punto la mail tornerà come se fosse da finire di scrivere e potremmo procedere a correggere tutti gli errori.
  • Suggerimenti: figlio del correttore automatico, il suggeritore fa comparire delle evidenziazioni blu sotto le parole che secondo Google dovrebbero essere sostituite, liberi di scegliere.
  • Taggare persone: come per il tag nei post social, se nel testo vogliamo far riferimento ad una persona in modo specifico, ci basterà inserire @ e iniziare a digitare il suo nome o la sua mail. Cliccando su invio il nome comparirà in blu nel testo e la sua mail in automatico tra i destinatari.
  • Completamento parole e frasi con TAB: l’intelligenza artificiale di Google ci permetterà, usando il tasto TAB, di decidere se il suggerimento di completamento frase o parola è quello che stiamo cercando. I suggerimenti provengono anche dalle espressioni che più utilizziamo quando scriviamo le nostre mail.
  • La firma e il risponditore automatico
    Sempre da impostazioni possiamo inserire una firma personalizzata, con immagini, testo e link, che comparirà ogni volta che scriveremo nuove mail; e il risponditore automatico che darà risposte alle mail al posto nostro se fuori ufficio. Importante scrivere un testo propositivo, che magari dirotti le richieste su altri colleghi, e chiaro. Necessario poi scegliere le date di attivazione e di disattivazione.
  • Ultima info: cc e ccn
    CC, la mail è visibilmente in copia, il destinatario rimarrà nella conversazione se useremo la funzione “rispondi a tutti”
    CCN, la mail riceverà solo la prima mail che gli invieremo, ma il destinatario risulterà nascosto agli altri destinatari.
    Tips: non si risponde mai alle mail in cui siamo in ccn, ci sveleremmo.

Funzioni da “Posta in arrivo”

  • Rispondi a tutti e come rendere mute le notifiche
    Ci è capitato di essere in una conversazione con altri destinatari, ma di non essere i diretti destinatari delle mail; è possibile mutare le notifiche in entrata: apri la mail in questione – clicca sui puntini in alto – disattiva. La conversazione rimarrà archiviata ma non ti arriverà più alcuna notifica.
  • Etichette
    Servono ad organizzare al meglio per temi o destinatari le diverse conversazioni. Possiamo dargli un nome e un colore per raggruppare sotto di loro tutte le conversazioni di riferimento.
    L’impostazione di un’etichetta ad una conversazione può essere fatta “a mano” quindi creo l’etichetta e poi a mano l’abbino alla conversazione, o in automatico andando su impostazioni – etichette/filtri – crea nuova visualizzazione filtrata e inserendo i parametri sulla quale questa debba funzionare, come mail coinvolte o tematiche. A questo punto tutte le mail con le specifiche selezionate prenderanno l’etichetta impostata.
  • Silenziare una mail temporaneamente: una sorta di “ricordamelo in seguito”.
    Apri la mail – click sull’icona orologio – selezionare tra quanto vogliamo la notifica.
    In quella data la conversazione ricomparirà per magia nella posta da leggere
  • Reminder di conversazioni non risposte dopo alcuni giorni
    Se impostato, Gmail ci ricorderà di conversazioni e di mail arrivate giorni prima a cui non abbiamo dato seguito e ci chiederà se vogliamo o meno rispondere. A questo punto sta a noi decidere se declinare l’invito.

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Google Drive è lo spazio di archiviazione per eccellenza in cui poter salvare e produrre documenti o presentazioni.

Lo spazio di Google Drive può essere organizzato in cartelle e sottocartelle in cui si può decidere chi far accedere e con quali privilegi, se da Editor o solo in visualizzazione.

È possibile anche creare ambienti e sezioni dedicati a diversi team, così da lavorare in una sorta di spazio protetto.

Il punto forte di Drive è quello della condivisione, dove il proprietario del documento, comunque, rimane uno.

Ecco perché è bene conoscere la funzione “aggiungi a scorciatoia” con la quale è possibile inserire in una cartella di nostra proprietà un file o una cartella di altri, senza spostarlo ma creando una sorta di collegamento rapido.

La seconda cosa da tenere ben a mente è che, essendo uno il proprietario, eliminare l’account a cui era collegata la proprietà del documento va a minare l’esistenza e la condivisione del documento stesso. È bene quindi, prima di eliminare un account, capire se sia meglio solo cambiargli nome così da non perdere nessun documento importante.

Oltre all’archiviazione, Drive, con Sheets, Docs e Slides è in grado di fornire all’utente gli strumenti per creare direttamente i documenti in Google.

  • Docs potrebbe essere paragonato ad uno strumento di scrittura, come una sorta di Microsoft Word, in cui scrivere, inserire commenti e note nei paragrafi, taggare eventuali destinatari specifici di quella conversazione e poter lavorare in contemporanea, a più mani, sul documento.
    Il salvataggio è automatico: ma nessun problema se si sbaglia, “la cronologia delle versioni” serve proprio a tornare al momento giusto e ripristinare il documento com’era.
  • Sheets, invece, potrebbe essere Excel, in cui elaborare dati, inserire filtri e creare visualizzazioni filtrate personalizzate. Sempre richiamando in maniera diretta eventuali componenti del team.
  • Slides chiude paragonandosi a Power Point, ma non dimenticando mai le interazioni con il team. Punto forte dell’intera Google suite.

Tutti i documenti prodotti direttamente su Google possono essere consultati e lavorati in qualsiasi momento dall’account coinvolto e possono essere scaricati in formati anche diversi dal loro originale, come PDF o CSV.

Drive è in grado anche di aprire documenti non nativi Google grazie alla proprietà di conversione di cui è dotato. Una volta aperto “con Drive” a questo punto si trasformerà in un documento Google a tutti gli effetti e continuerà a poter essere modificato online.

Per chi ama avere tutto anche in remoto, è possibile collegare Drive al proprio pc, come se fosse una cartella di documenti e modificare il tutto anche da lì. Appena il pc si riconnetterà alla rete le modifiche verranno integrate.

Le funzioni per rimanere in contatto: Contatti, Meet, Chat, Calendar

Il secondo gruppo di app riguarda la pianificazione del lavoro e “il rimanere in contatto” con il proprio team.

Contatti non è altro che una rubrica di mail e numeri di telefono abbinati. Si crea direttamente dall’integrazione dei numeri che salviamo in rubrica dal nostro smartphone, se collegato ad un account Google e se scegliamo come posizione di salvataggio appunto l’account, e le mail o i contatti che usiamo frequentemente dalla nostra casella mail.

Attivando la sincronizzazione e andando a pulire, con la funzione unisci e correggi, i contatti rilevati, avremo la nostra applicazione completa di tutti i riferimenti necessari compresi di nome, numeri di telefono e mail.

Contatti funziona anche al contrario, posso inserire un contatto direttamente dall’applicazione e, in automatico, verrà inserito nella mia rubrica di account.

I contatti inseriti possono essere anche completati con tutte le informazioni utili per la lavorazione e possono essere organizzati in liste o per etichette in modo da essere più comodi nel momento di invio mail a un gruppo frequente di persone.

Con la funzione “crea etichetta” si va a creare il titolo della nostra lista di contatti.

Una volta creata bisogna, quindi, aggiungere i contatti alla stessa: selezionare la spunta di fianco ad ogni singolo contatto → click su “gestisci etichetta” e selezionare l’etichetta da abbinare. A questo punto la lista è creata.

D’ora in poi, nel momento in cui vogliamo mandare una mail ad un gruppo preciso di persone, e abbiamo creato l’etichetta relativa, ci basterà iniziare a digitare nella casella destinatari il nome dell’etichetta per trovare la lista relativa.

No panic! Una volta riportato l’elenco completo degli indirizzi è possibile eliminare a mano qualsiasi casella non da coinvolgere.

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  • Chi non ha mai sentito parlare di Meet in questi ultimi 3 anni?

Google Meet è lo strumento Google che ha avuto successo durante gli anni di lockdown e che, ancora oggi, viene utilizzato dalla maggior parte degli smartworkers in tutto il mondo.

Diciamo la verità, non era nemmeno lui pronto nel 2020, tanto che hanno fatto uscire di corsa sempre più release che lo rendessero uno strumento affidabile, senza perdere quote di mercato.

Google Meet, grazie all’integrazione con Google Calendar, dà la possibilità di programmare riunioni in automatico con l’inserimento del link della stanza di default nell’appuntamento e può essere raggiunto sia da app, anche mobile, sia da chiamata con un numero di telefono collegato.

Una volta aperta la stanza su Google Meet, tutti i partecipanti possono interagire, condividere schermo, usare la chat per gli interventi oppure “alzare la mano”.

Di recente introduzione, la funzione Lavagna, per creare appunti in diretta come in caso di un brainstorming o di definizione di schemi, e la possibilità di registrare la chiamata; oltre che l’integrazione con Chat per avviare una videocall anche da lì, un po’ come la videochiamata di Whatsapp.

Strumento di live chat usato molto nelle organizzazioni aziendali per parlare in maniera veloce e far arrivare un messaggio al collega rapido e diretto.
Oggi, con la nuova release, direttamente integrata nella casella Gmail, Chat è diventato un sistema di messaggistica semplice e intuitivo, allineato, anche per la possibilità di inviare GIF, con i più noti sistemi di messaggistica mondiali.

In aggiunta, la sua integrazione con Drive e la possibilità di inviare direttamente in chat allegati scaricabili, fa sì che per scrivere al collega della scrivania accanto un messaggio istantaneo non si esca più nemmeno da Google Workspace e, ancor meglio, tutte le conversazioni fatte tramite Chat rimangano tracciate e ricercabili nel motore di ricerca delle mail.

Anche su Google Chat esistono i gruppi, ma sono più divisioni operative per la gestione del team e delle tematiche.

  • Ultimo, ma non per ordine di importanza, è l’app salva-vita (anche della vita privata), parliamo di Google Calendar, agenda digitale condivisibile, su richiesta per calendario o per singolo appuntamento, con terzi.

Ogni account ha un suo Calendar automatico e principale, ma si possono poi creare nuovi calendari, condivisi e tematici, che possono essere visualizzati tutti insieme, o esclusi all’occorrenza, da ogni account Google coinvolto.

Per creare un calendario nuovo, aperta l’app, selezionato il + di fianco ad “altri calendari” si potrà creare un nuovo calendario con un nome specifico. Una volta selezionato “crea calendario” verrà creato. Ora bisogna selezionarlo dall’elenco dei “nostri calendari” per assegnare un colore, personalizzare le notifiche da ricevere e, facoltativamente, condividerlo con altri attraverso l’opzione “aggiungi persone o gruppi”.

A questo punto, una volta creati degli impegni attraverso il bottone “crea” a sinistra, si dovrà scegliere su che calendario vogliamo che questo impegno venga riportato (N.B. di default ogni tuo impegno, anche se legato ad un calendario specifico, verrà riportato anche nel tuo calendario personale).

Si può decidere, infine, la visualizzazione dei calendari, visivamente, nell’agenda complessiva, anche per differenti account. Se, per esempio, siamo proprietari di più account Google, avremo calendari divisi per account, ma posso decidere di visualizzarli tutti insieme nell’app dove sono stati fatti gli accessi in maniera contemporanea di più account.

A questo punto, consiglio: scegliete colori diversi per diversi calendari così da avere subito il quadro più chiaro di che tipologia di impegno stiamo parlando e codificate, per i calendari di team, nomi e modalità di scrittura del titolo dell’impegno così che sia universalmente, all’interno dell’azienda, riconosciuto.

Ogni impegno, infine, può essere ricercato successivamente nella finestra di ricerca in alto, per parole chiave per esempio, e può essere integrato ad un documento Drive per gli appunti da ricordare.

In Google Calendar possono essere registrate anche le scadenze legate alla app Task.

Riordina i to do con Keep o Task e produci contenuti con Google Form e Sites

L’ultimo gruppo riguarda app di appunti, Keep e Task, e piccole app di sviluppo, Google Form per i sondaggi e Google Sites per creare landing page o websites basic.

#1. Google Keep è l’app salva-memoria e non solo perché ci scriviamo cose che non possiamo dimenticare, ma perché ci permette di creare post-it condivisi dove ognuno può inserire appunti o, ancora, è utile per tenere una lista della spesa dinamica. Grazie alla funzione “elenco a punti” rimangono in memoria e possono essere ripristinati all’occorrenza.

Google Keep è il nuovo modo di scrivere delle Note, che non possono essere dimenticate grazie:

  1. alla possibilità di impostare dei promemoria per via dell’icona con la campanella
  2. all’essere fissate in alto con la puntina
  3. al poter essere condivise con la scelta di un collaboratore o via chat e al poter essere organizzate scegliendo etichette e colore di sfondo.

#2. Google Task, dall’altra parte, è la app del “to do”.

Si parte con decidere in che elenco di Task voglio inserire il nuovo “to do”. Di default viene inserito quello relativo alle proprie attività, ma è possibile creare un elenco diverso cliccando su “la mie attività”.

A questo punto si può “aggiungere un’attività” a cui dare un titolo e meglio ancora una data, integrata con Google Calendar, e una descrizione.

Sarà poi possibile “aggiungere attività secondaria” selezionando i tre pallini in alto a destra; avrai quindi un Task completo di tutto lo svolgimento fino a che non vorrai completarlo. Allora cliccherai sul pallino a sinistra segnandola come completata. Tutte le task completate compariranno in un elenco unico dove potrai continuare a visualizzarle e ripristinarle nell’elenco “da fare” se andranno riaperte.

#3. Google Form è quell’utilissimo tool che tutti noi abbiamo conosciuto durante il periodo di Tesi e che ci ha permesso di compiere piccole indagini di mercato. Questa è la sua finalità: essere uno strumento a disposizione di chi deve fare sondaggi o raccogliere risposte ed opinioni.

Può essere creato inserendo domande obbligatorie o facoltative, a risposta multipla o discorsiva ed è integrato direttamente con un Google Sheet per la tracciabilità delle risposte.
Unica pecca: non può essere del tutto anonimo, a chiunque lo compili viene richiesta di inserire la propria mail.

#4. Google Sites, infine, dà la possibilità, anche senza l’aiuto di un professionista, di creare una landing page basic o un mini sito.
Con la sua semplice logica drag and drop ha l’obiettivo di essere una facile alternativa a Google Slides. Perfettamente integrato e integrabile con altre app di Google Workspace rappresenta anche una valida alternativa per presentare in maniera dinamica il lavoro prodotto dal team.

Ci sarebbe ancora tanto ancora da dire su Google Workspace, per un approfondimento individuale, anche in base alle necessità di ciascuno, si rimanda alle guide ufficiali di tutte le app che sono sempre molto chiare e complete.

griglia immagine di copertina notizie della settimana

I pancake di Barilla, i licenziamenti di Google e le altre notizie della settimana

Prima di passare alle notizie della settimana, concediamoci una veloce riflessione.

Se negli ultimi mesi ti sei convinto che la tecnologia avrebbe impattato fortemente sul mondo del lavoro, andando a sostituire alcuni lavoratori meno qualificati, come i camerieri nei ristoranti e i cassieri del supermarket, beh, caschi male.

L’esplosione delle conversazioni generate attorno a ChatGPT (di cui abbiamo ampiamente parlato qui e che è solo una piccolissima anticipazione della rivoluzione in atto grazie all’intelligenza artificiale) ha squarciato il velo di Maya degli high skills jobs: le AI sanno scrivere, creare immagini, condurre analisi e preparare piani editoriali. Con che qualità? Salvo alcuni casi, per il momento, ancora sotto la media, ma l’esponenzialità dello sviluppo (e degli investimenti) per questa tecnologia è in grado di togliere il sonno anche al più ferrato dei creativi.

Per questo, arriva il momento di riflettere su come comprendere la forza disruptive dell’AI e piegarla alle nostre esigenze (noi ci stiamo già provando, confrontandoci con un pool di esperti).

Se non sei del tutto convinto “del pericolo”, ti basti sapere che ChatGPT ha superato con successo l’esame finale del programma di Master of Business Administration dell’Università della Pennsylvania.

Le AI possono imparare (forse anche insegnare, come abbiamo letto qui) meglio e più velocemente di noi?

La domanda è interessante e la risposta non è per nulla scontata.

Quello che al momento ci preme capire è se, quando gli algoritmi, oltre alle immagini per i pancake e per i cocktail, ne scriveranno anche la ricetta, il sapore sarà lo stesso o ci sembrerà un po’ più amaro.

Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.

I pancake di Barilla generati con l’AI

Alessio Galea ha intervistato per Ninja Alessio Garbin, coordinatore Data & Digital Marketing di Barilla per l’Italia sulla discussione nata dalle immagini generate con Midjourney e poi diffuse sui canali di Mulino Bianco.

pancacke mulino bianco Midjourney

Alessio Garbin parteciperà al Ninja Wrap Up: “Perché l’AI non ti ruberà il lavoro” in programma martedì 31 gennaio e mercoledì 1 febbraio, dalle ore 12.30 alle 14.30.

Notizie da non perdere: ChatGPT, esame superato

Tra le notizie della settimana troviamo una ricerca condotta da un professore della Wharton School dell’Università della Pennsylvania, che ha scoperto che il chatbot GPT-3 è stato in grado di superare l’esame finale del programma di Master of Business Administration (MBA) della scuola. Il punteggio ottenuto dal bot, ha scritto il Prof. Terwiesch, dimostra la sua “notevole capacità di automatizzare alcune delle competenze dei lavoratori altamente remunerati in generale e, in particolare, dei lavoratori della conoscenza laureati MBA, come analisti, manager e consulenti“.

Shutterstock lancia un toolkit di AI generativa

I clienti della piattaforma di design online Creative Flow di Shutterstock potranno creare immagini sulla base di suggerimenti testuali, grazie a OpenAI e Dall-E 2. Le immagini ottenute, secondo quanto dichiarato dall’azienda, saranno “pronte per la licenza” subito dopo la loro creazione.

Google risponde a ChatGPT…

Il New York Times riporta che i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, hanno intenzione di lanciare oltre 20 prodotti di intelligenza artificiale quest’anno, tra cui una demo del proprio chatbot di ricerca.

…e licenzia 12.000 persone

La notizia è arrivata ai dipendenti attraverso una email del CEO Sundar Pichai, e si aggiunge ai tagli annunciati nelle ultime settimane da Amazon e Microsoft, che hanno licenziato complessivamente 28.000 persone.

notizie della settimana - tech layoffs

Finora, nel 2023, ci sono stati 175 licenziamenti in aziende tecnologiche con 57.914 persone coinvolte.

Su ChatGPT individuato un piano professionale

Alcuni utenti hanno identificato un’opzione “Upgrade plan” nell’interfaccia web di ChatGPT. Il piano professionale consentirebbe l’accesso al software anche quando la domanda è elevata e una maggiore velocità di risposta.

Le sfide per i Marketer: Italia indietro

Dal report State of Marketing emerge un tasso di maturità leggermente inferiore in Italia, rispetto ai rispondenti globali, sull’adozione di tool che possano semplificare la vita dei marketer.

priorità e sfide dei marketer in italia 01

Il 66% dei marketer in Italia afferma che soddisfare le aspettative dei clienti è più difficile rispetto a un anno fa.

Trovi qui le altre statistiche e puoi ascoltare nel nostro podcast cosa ci ha detto Andrea Buffoni, Regional Vice President di Salesforce Marketing Cloud in occasione della presentazione del report.

I creative trends del 2023

Depositphotos ha pubblicato le sue previsioni annuali nel report “Creative Trends 2023: Ready to Escape?”.

notizie - 7-creative-trends-2023-depositphotos-17

Sono stati esaminati stili, temi e idee che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa per fornire informazioni e consigli su come i brand e i creator debbano interagire con il loro pubblico durante il corso dell’anno.

Ninja Wrap Up #1

Il primo appuntamento del nuovo format per commentare le news e i trend del mese con il Ninja Team e i migliori esperti. Si parte con una puntata speciale di Wrap Up sul Marketing applicato all’Intelligenza Artificiale. Clicca qui per partecipare all’evento.

Employee Engagement: come conquistare mente e cuore dei collaboratori

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è dedicato alla Employee Engagement, faremo un viaggio tra i suoi principi fondamentali per scoprire come avere talenti pienamente coinvolti e migliorare la brand reputation.

A parlarne con noi  Esther Intile, Employer Branding Expert.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Creare un ambiente di lavoro motivante
  • Come attrarre i talenti
  • Stimolare il senso di appartenenza

H&M Home

H&M Home lancia una collezione colorata in collaborazione con Pantone

H&M Home presenta una collezione incentrata sul colore grazie all’iconica esperienza di Pantone e al suo linguaggio universale.

La speciale capsule di oggetti per interni comprende fodere per cuscini in tre tonalità, un vaso scultoreo, un vassoio con i piedi e uno normale, un tavolino, un piedistallo ornamentale e candele profumate per un totale di sei diverse colorazioni, tre per ogni tavolozza tra cui rosa, albicocca e rosso ma anche pistacchio, blu medio e petrolio.

H&M Home x Pantone

La collezione chiamata H&M HOME ? PANTONE presenta due palette, Calm & Soothing ed Energy & Joy, che esplorano nozioni filosofiche sui colori.

Il colore ha il potere di alterare sia le stanze che le emozioni delle persone che le abitano. Può elevare, migliorare ed evidenziare i nostri interni e complementi. Sapevi che le tonalità del blu ricordano gli spazi aperti, come il cielo e il mare, evocando un senso di libertà e calma?
O che il rosso è storicamente associato al calore, alla passione, al coraggio e persino al pericolo?

H&M Home

La collezione H&M HOME ? PANTONE mette in mostra una selezione di prodotti ricordo, creati in due mood cromatici distintivi a seconda dell’estetica, delle preferenze o anche solo della predisposizione dei clienti, come si sentono nel momento dello shopping.

H&M Home

Il colore è essenziale sia per la nostra casa che per i nostri sensi. Nessuno lo capisce meglio di PANTONE, che sono i massimi esperti su come il colore può influenzare il modo in cui lavoriamo e viviamo. La collezione H&M HOME ? PANTONE ci permette di evidenziare quanta differenza fa il potere del colore nella nostra vita quotidiana, con una selezione di oggetti d’arredo moderni da aggiungere alla propria casa” ha dichiarato Evelina Kravaev-Söderberg, Head of Design & Creative di H&M HOME.

H&M Pantone

Le palette colori

Consentendo ai clienti di nutrire le loro case con il colore, la collezione H&M HOME ? PANTONE esplora tonalità che danno energia e portano gioia, oltre a calma e tranquillità. Ogni tavolozza colore presenta tonalità Pantone appositamente scelte per il loro effetto sui nostri sensi.

Le tonalità Calm & Soothing includono pistacchio (2260C), petrolio (548C), verde (5545C) e blu medio (2178C): donano un senso di stabilità e tranquillità.

H&M Home Pantone

Per Energy & Joy, le quattro colorazioni includono rosa (707C), rosso (3517C), arancione (2027C) e albicocca (2022C): capaci di infondere vivacità e calore. I colori più caldi evocano la nostra vitalità interiore, inclusi amore e gioia.

H&M Home Pantone

La collezione comprende diversi prodotti che sono già disponibili per l’acquisto in negozi selezionati e online sul sito ufficiale.

LEGGI ANCHE: 7 Creative Trends che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa nel 2023

pancacke mulino bianco Midjourney

Com’è nata l’immagine dei Pancake di Mulino Bianco generata dall’AI

La promessa di un mondo potenziato dall’Intelligenza Artificiale continua ad animare un vivace dibattito intorno a temi etici, sociali e legali. Ne discutono, tra gli altri, le istituzioni, l’industria, le università. Intanto anche la comunicazione dei brand inizia a muovere i primi passi nel mondo dell’AI e alcune grandi aziende hanno già rotto il ghiaccio. Nel suo post di capodanno Mulino Bianco ha pubblicato su Instagram e Facebook un post realizzato con l’AI Midjourney.

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Successivamente, su LinkedIn Alessio Garbin, coordinatore Data & Digital Marketing di Barilla per l’Italia, ha raccontato di più su questa prima incursione dello storico marchio di prodotti da forno nel campo dell’intelligenza artificiale: “La reazione è stata una sorpresa“, spiega Garbin, “prima abbiamo pubblicato il post sui canali del brand Mulino Bianco. Era un contenuto organico e le persone lo hanno apprezzato come spesso avviene, perché abbiamo la fortuna di avere un brand molto amato“.

alessio garbin barilla

Poi, quando su LinkedIn ha annunciato: “Abbiamo realizzato il primo post utilizzando gli scenari prodotti da Midjourney”,  si è accesa un’animata discussione che ha coinvolto creativi, illustratori e comunicatori:C’è stata un’esplosione di commenti, alcuni negativi. Diciamo un bel po’ negativi e altri, invece, positivi. Ho cercato di rispondere a tutti, perché volevo creare un dialogo e perché anche io mi sto chiedendo quale strada prendere. Ma dopo lo stupore iniziale ho pensato: ‘è giusto che sia così’. Perché quando si fa qualcosa di nuovo e di particolarmente diverso, è giusto che se ne parli e se ne discuta anche in modo acceso”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Mulino Bianco (@mulinobianco)

Intanto le aziende cercano di definire gli obiettivi e le strategie di utilizzo di questa tecnologia: “Per dirla in una maniera molto stretta – prosegue Garbin –  credo che tutti i grossi brand oggi si stiano chiedendo come approcciare l’AI. Sia che si decida di farlo per produrre dei visual, sia che per creare dei copy. Non parliamo degli strumenti di Data Intelligence, per cui do per scontato che i brand si stiano già muovendo nella direzione delle prospettive offerte dall’AI”

Per molti marchi, riguardo alle possibilità offerte dall’AI, quello attuale è soprattutto il momento delle domande e dell’osservazione: “Ci stiamo chiedendo appunto quali sono le possibili strade da percorrere ma non abbiamo ancora fatto grandissimi passi in avanti. Stiamo approcciando delle cose e cercando di comprendere, soprattutto con le agenzie e i nostri partner, quali sono gli scenari possibili e cosa fare“.

Il post di capodanno è stato un primo test, quello su LinkedIn l’occasione per condividere in modo dettagliato i diversi processi seguiti: “In questa fase in cui le persone si stanno interrogando, e in cui c’è anche un po’ di timore, esplicitare l’uso dell’Ai in certi ambiti credo sia una pratica etica. Per questo noi, dopo aver creato questi scenari con l’AI, abbiamo avuto l’accortezza di indicare espressamente come erano stati realizzati. In futuro, quando questi processi saranno sdoganati, probabilmente non sarà più necessario. Ma in questa fase penso sia una cosa buona farlo“.

Alessio Garbin parteciperà all’evento Ninja Wrap Up: “Perché l’AI non ti ruberà il lavoro” in programma martedì 31 gennaio e mercoledì 1 febbraio, dalle ore 12.30 alle 14.30.

wrap up ninja #2

Ecco cosa troverai nel Ninja Wrap Up #1:

Marketing OF AI, WITH AI, TO AI: tre declinazioni del branding digitale

con Giuseppe Mayer, Managing Partner Antifragile

Come l’AI più aiutarti a scalare la SERP

con Gaetano Romeo, CMO Innovation People

Tutto quello che devi sapere prima di usare i testi di Chat GPT

con Matteo Flora, docente universitario, imprenditore, divulgatore

Cosa ci dice il pancake Barilla sul futuro della comunicazione dei brand

con Alessio Garbin, Data & Digital Marketing Coordinator Barilla Region Italy e Manuela Sissa, Head of Campaigns Kettydo+

Perché l’AI non è nemica dei Copywriter

con Camilla Poretti, Pre Sales Manager & Max Di Blasi, Product Manager Contents

<<Partecipa al Ninja Wrap Up #1 per scoprire l’impatto dell’AI sul Marketing e le principali applicazioni nel tuo lavoro>>

M&m's

Quando il brand activism fa autogol: il caso di M&M’s

Cosa c’è di più innocuo e divertente delle mascotte delle M&M’s?

Trasversali alle simpatie di molte generazioni, i simpatici personaggi colorati appartenenti alla scuderia dei brand della Mars Inc. affollano il nostro immaginario più dolce dal lontano 1941.

il caso m&m's

Ma cosa succede se al pensiero subentra una sorta di “effetto Ghostbuster?” Ricordate quando il “dio Gozer” pronuncia la frase “Scegliete la forma del distruggitore” e Ray pensa la cosa più innocente della sua infanzia, ovvero l’omino delle pubblicità dei marshmallow? Stay Puff si materializza sotto forma di un mostro di 40 metri che devasta New York City.

Le mascotte delle M&M’s non hanno distrutto nessun grattacielo né hanno preso improvvisamente vita, se non in alcuni celebri spot, come quello con protagonista Danny DeVito proiettato nel corso del Super Bowl 2018, tuttavia sono state recentemente al centro di una fastidiosa querelle mediatica.

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Andare avanti a costo di perdere i clienti? Una strategia ormai vecchia e fallimentare

Sono passati solo 5 anni da quel celebre spot in cui appariva anche Ms.Brown, la “cioccolatina” marrone più sexy del team di mascotte, sempre impeccabile con i suoi tacchi a spillo.

Il nuovo corso “woke” americano prevede continui adattamenti narrativi in linea con gli umori della società a cui sono più sensibili marketing manager e dirigenti delle multinazionali.

Nella svolta “politically correct” questa volta sono cadute gli “spokescandies”, ovvero le mascotte delle M&M’s: i tacchi di Ms. Brown si sono abbassati e gli stivali anni ’60 di Ms. Green sono diventate delle sneakers. In un serissimo comunicato stampa, Mars Inc. aveva annunciato questa svolta giustificandola come il contributo del marchio per dare un messaggio più “inclusivo, accogliente e unificante”.

Tuttavia questa volta, ad evidenziare la questione – solo all’apparenza frivola – è stato niente meno che Tucker Carlson, popolarissimo anchor man di Fox News, che ha causato un vero shit storm intorno alla scelta della Mars Inc.

La multinazionale si è vista costretta a ritirare l’iniziativa, ma il nuovo “comunicato” dei vertici, affidato a un tweet, ha scatenato ancora più polemiche:

Includere è diverso da polarizzare: la trappola in cui cascano brand

Ancora una volta un brand che agisce con l’idea di “unificare” le opinioni di fatto finisce per polarizzarle: il proposito – sacrosanto – di dar vita a un messaggio pubblicitario più inclusivo e accogliente si scontra poi con la realtà.

Per alcuni brand infatti il concetto di “inclusione” viene vissuto come una inclusione partigiana: includere sì, ma solo chi la pensa in un certo modo. Le scelte aziendali di questo tipo escludono, di fatto, tutti i consumatori che abbiano una differente visione della società.

La mission dell’inclusione finisce per avere così conseguenze polarizzanti.

Questa volta è toccato a un media tradizionale come Fox News evidenziare il paradosso dietro questo tipo di narrazione, che risulta sempre meno conveniente anche a livello commerciale, come abbiamo di recente analizzato.

La tendenza globale sembra sempre più premiare le aziende che non fanno scelte polarizzanti come quella di M&Ms ma che propongono maggiore dialogo con tutti i consumatori attuali e potenziali, indipendentemente dalle loro idee politiche e dai loro valori. Mars Inc. ha imparato la lezione?

Forse no, visto che al posto delle “spokescandies” arriverà l’attrice Maya Rudolph, amica della vicepresidente Kamala Harris e sostenitrice di Joe Biden alle ultime elezioni. Una scelta che in molti hanno visto come un vero e proprio “trolling” dell’azienda nei confronti dei consumatori.

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