Il 2023 è iniziato da poco e i brand hanno già mostrato alcuni lavori che abbiamo selezionato e raccolto nelle pubblicità più belle di gennaio. La creatività è un po’ sottotono, sarà colpa del freddo o della preparazione al grande boom dell’imminente Super Bowl? In ogni caso, godiamo di qualche simpatica intuizione, in attesa del momento più fortunato e ricco dell’anno – in tutti i sensi- per le pubblicità.
McDONALD’S | Raise Your Arches
Il famoso brand di fast food trova sempre infiniti modi per porre l’accento sul proprio logo. Questa volta, in modo davvero creativo lascia a noi intuire dove trovare i suoi archi.
Lo spot, infatti, in cui logo o prodotti non compaiono materialmente, dimostra in modo alternativo la riconoscibilità del brand. In un ufficio alcuni colleghi comunicano tra loro il desiderio di mangiare non un panino qualsiasi ma proprio quello di McDonald’s; lo fanno attraverso due rapide alzate di sopracciglia, che insieme simulano proprio la lettera M.
Il linguaggio del corpo, in questo caso, è veramente inconfondibile.
LOUIS VUITTON & YAYOI KUSAMA 3D Billboard
In occasione della strepitosa partnership tra il luxury brand e l’estrosa Yayoi Kusama, Louis Vuitton lancia una nuova collezione che reinterpreta il suo stile grazie all’originale personalità camaleontica dell’artista giapponese. Il suo tocco “Dots” ha conquistato negozi, facciate di palazzi e istallazioni di tutto il mondo, come questo billboard 3D a Tokyo.
In occasione del capodanno cinese BMW China lancia la sua campagna Translating Joy in cui celebra con simpatia il modo in cui l’AI compia errori di traduzione. Sappiamo quanto sia complicata la traduzione dei logogrammi che, più che a parole, corrispondo a concetti. E così BMW, che in cinese corrisponde al concetto di “cavallo prezioso” gioca proprio su questo equivoco.
Nel film, infatti, un tipografo è intento nel creare i suoi biglietti di auguri per il nuovo anno in due lingue.
La frase originale 招财进宝马到成功’ intesa come “ti auguro fortuna e successo” viene affidata all’intelligenza artificiale per la traduzione in inglese; tuttavia il messaggio finale corrisponde con “soldi fortunati in BMW per il successo”. I biglietti equivoci affissi ovunque, generano confusione e divertimento allo stesso tempo.
Forse la traduzione fatta da un interprete in carne e ossa sarebbe stata corretta ma di certo meno divertente.
ALZHEIMERS FORSCHUNG INITIATIVE – GERMANY | The Glitch
La campagna di sensibilizzazione dell’AFI evidenzia i momenti di glitch ovvero quei piccoli malfunzionamenti che si verificano nel cervello di chi è affetto dal morbo Alzheimer e che causano una deformazione della realtà quotidiana. Un’esperienza frustrante e stressante non solo per chi ne è affetto ma anche per i loro cari il cui supporto spesso non basta.
Il linguaggio utilizzato nel film è “disturbato” e moderno: un modo per catturare l’attenzione del pubblico più giovane e promuovere in loro maggiore consapevolezza su questo morbo.
BRITISH AIRWAYS | Take Your Holiday Seriously
Tra le pubblicità più belle di gennaio troviamo quella della compagnia aerea del Regno Unito, che esorta i suoi cittadini a prendere sul serio le vacanze. Secondo un sondaggio condotto da YouGovPlc, si evince infatti che il 50% degli inglesi continua a lavorare anche durante le ferie. Questa continua responsabilità che toglie tempo allo svago mentale comporterebbe un peggioramento dell’aspettativa di vita. Ad oggi, le vacanze non sono più un frivolo lusso ma una necessità per il nostro benessere.
Come comportarsi quindi quando durante le ferie si ricevono email dal lavoro? Ce lo suggerisce British Airways!
META QUEST 2 | 3D Billboard
La strabiliante tecnica dell’anamorfismo sta conquistando sempre più brand. Gli effetti di questa nuova forma pubblicitaria rivolta all’OOH sono spettacolari e futuristici e, anche se si tratta di un effetto ottico, rapiscono subito l’attenzione dello spettatore. Niente di più azzeccato per la pubblicità del visore di realtà virtuale del brand Oculus, presente a gennaio in Piccadilly Circus a Londra.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/british-airways-pubblicita-gennaio.jpeg463925Urania Frattarolihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngUrania Frattaroli2023-02-06 13:30:352023-02-06 09:43:34Le pubblicità più belle di gennaio: BMW, British Airways, i 3D billboard di Meta e le altre
Arriva la versione di ChatGPT a pagamento: con l’obiettivo di monetizzare quello che è diventato un fenomeno virale, OpenAI ha lanciato un nuovo piano di abbonamento pilota per ChatGPT, la sua IA in grado di scrivere saggi, poesie, email, testi e altro ancora in modo convincente e simile allo stile umano.
Quanto costa Chat GPT a pagamento
Chiamato ChatGPT Plus e a partire da 20 dollari al mese, il servizio offre una serie di vantaggi rispetto al livello base di ChatGPT, secondo OpenAI, tra cui l’accesso generale a ChatGPT anche nei momenti di punta, tempi di risposta più rapidi e accesso prioritario a nuove funzionalità e miglioramenti.
ChatGPT in versione gratuita, però, non scomparirà e potrà essere utilizzato come sempre.
Per quanto riguarda ChatGPT Plus, al momento è disponibile solo per i clienti degli Stati Uniti. OpenAI ha dichiarato che nei prossimi mesi inizierà il processo di invito delle persone in lista d’attesa e cercherà di espandere Plus ad altri Paesi.
“Abbiamo lanciato ChatGPT in versione gratuita in modo da poter conoscere meglio i punti di forza e di debolezza del sistema e raccogliere il feedback degli utenti per aiutarci a migliorarne i limiti“, ha scritto OpenAI in un post sul blog. “Da allora, milioni di persone ci hanno fornito il loro feedback, abbiamo apportato diversi aggiornamenti importanti e abbiamo visto che gli utenti hanno iniziato a usarelo per scopi professionali, tra cui la stesura e la modifica di contenuti, il brainstorming, l’aiuto alla programmazione e l’apprendimento di nuovi argomenti“.
ChatGPT a pagamento è solo l’inizio
ChatGPT Plus potrebbe essere il primo di diversi progetti futuri, secondo quanto dichiarato da OpenAI. Nel post sul blog, l’azienda afferma che sta “esplorando attivamente” opzioni per piani a basso costo, piani aziendali e pacchetti di dati, oltre al rilascio delle API.
“Amiamo i nostri utenti gratuiti e continueremo a offrire l’accesso gratuito a ChatGPT. Grazie all’abbonamento, saremo in grado di sostenere la disponibilità dell’accesso gratuito al maggior numero possibile di persone“, ha proseguito la società. “Abbiamo in programma di perfezionare ed espandere questa offerta in base ai feedback e alle esigenze di chi usa il prodotto“.
OpenAI ha anticipato il lancio di ChatGPT Plus all’inizio di gennaio, annunciando che stava iniziando a pensare a come monetizzare ChatGPT e pubblicando un sondaggio che delineava i potenziali prezzi e le caratteristiche di un piano “ChatGPT Professional“. Poi, qualche settimana fa, diversi utenti di ChatGPT hanno riferito di aver avuto accesso a un livello pro che costava 42 dollari al mese, cosa che a posteriori sembra essere stata un errore.
Nonostante le polemiche e i diversi divieti, ChatGPT si è rivelato un successo pubblicitario per OpenAI, attirando l’attenzione dei media e generando innumerevoli meme sui social media. All’inizio di dicembre, ChatGPT contava più di un milione di utenti, una base invidiabile da qualsiasi punto di vista.
Ma è un servizio costoso da gestire. Secondo il cofondatore e amministratore delegato di OpenAI, Sam Altman, le spese operative di ChatGPT sono “da capogiro” anche se ammontano a pochi centesimi per chat.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/chatgpt-a-pagamento.jpg7041530Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-02-03 10:18:372023-02-06 10:24:31Arriva ChatGPT a pagamento: si parte da 20 dollari al mese
La tanto attesa collaborazione tra Nike e Tiffany & Co. diventa realtà. I due marchi hanno ufficializzato la loro collaborazione per la co-creazione di una speciale linea di accessori.
L’operazione di co-branding è stata svelata martedì con un annuncio ufficiale “A Legendary Pair” sui canali ufficiali dei brand.
Il progetto prevede la creazione di diversi prodotti, tra cui un paio di Air Force 1 e accessori in argento da far girare la testa.
Nike e Tiffany & Co. presentano la nuova Air Force 1 1837
Il fulcro della collaborazione Nike x Tiffany sono senza dubbio le sneaker Nike Air Force 1, completamente nere e intitolate “1837”.
Una sneaker accattivante che presenta un corpo in suede nero, il baffo Nike nella tonalità Tiffany e lacci in corda che ricordano i manici di una borsa da gioielleria.
Un caratteristico cliché d’argento impreziosisce la parte posteriore, mentre il logo Tiffany in corsivo sulla linguetta eleva il suo stile ad altezze chic.
La prima collaborazione tra Tiffany & Co. e Nike risale al 2014, quando il caratteristico colore acqua dell’azienda di gioielli è stato utilizzato per un paio di scarpe Nike e Diamond Supply Co.
Negli ultimi anni, Tiffany si è mossa per attirare un pubblico sempre più giovane attraverso collaborazioni creative di vario genere. Ad agosto, il marchio si è avventurato negli NFT realizzando una collezione di risorse digitali in edizione limitata.
Sui social sono comparsi anche immagini di un calzascarpe in argento sterling marchiato Nike e Tiffany & Co. e di una spazzola per scarpe (e non uno spazzolino da denti, come in molti credevano).
Dei lacci delle scarpe, oltre a un fischietto da arbitro sempre in argento.
Prodotti eleganti, che faranno impazzire gli appassionati e i collezionisti, che costano dai 250 ai 475 dollari.
Intanto cresce l’hype per questa linea che sarà rilasciata il 7 marzo. Le esclusive Nike x Tiffany & Co. Air Force 1 1837 saranno in vendita presso due punti vendita selezionati di New York: il Tiffany Flagship Next Door e il Tiffany & Co. SoHo.
Le sneakers in edizione limitata saranno disponibili in tutto il mondo anche mediante la app SNKRS di Nike e costeranno circa 400 dollari, molto di più del prezzo tipico delle Air Force 1.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/nike-tiffany-co-5.jpg558800Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-02-02 10:03:232023-02-03 17:26:39Nike e Tiffany & Co. lanciano un'elegantissima linea di accessori
Prima era Google Business, ora si chiama Google Workspace, perché l’azienda ha voluto, anche nel naming, puntare al fatto che la sua suite di applicazioni mira a rendere il lavoro, di tutta la gerarchia aziendale, condiviso in qualsiasi parte del mondo e con qualsiasi device disponibile.
Due requisiti: la rete internet e le credenziali (user e password) a portata di mano.
Google ha saputo perfezionare il suo servizio per buttarsi a capofitto nell’era in cui “smartworking” è diventata la parola più usata, ampliando la durata dei Meet e facilitando la condivisione delle informazioni in tempo reale.
Ma andiamo su quello che è il tema di questo articolo, cercare di riassumere in una breve guida quelle che sono, oggi, le funzionalità più utili e rapide degli strumenti a disposizione.
Gmail e Drive, i VIP di Google Workspace
Iniziamo da Gmail, probabilmente uno dei provider di posta elettronica più famoso ed utilizzato al mondo.
Gli utenti lo usano sia a livello personale che aziendale.
Nel primo caso, è frequentemente utilizzato come suite gratuita, a pagamento se si decide di ampliare lo spazio e le funzionalità; nel secondo caso, viene utilizzato principalmente a pagamento, con diverse tariffe a seconda delle necessità.
Funzioni Base: scrivere una mail
Una volta selezionato “scrivi” si apre la casella di dialogo per la scrittura della mail vera e propria.
Oltre ai classici pulsanti di formattazione, di inserimento allegato, anche direttamente da Drive, e di inserimento link, le funzionalità utili sono:
Programma invio: di fianco al bottone “invia” c’è una freccina che se selezionata apre la possibilità di programmare l’invio della mail a data e ora desiderata.
Annulla l’invio: da impostazioni è possibile impostare “la seconda chance”. Si può infatti prevedere la possibilità di annullare l’invio di una mail entro un tot di secondi. A questo punto la mail tornerà come se fosse da finire di scrivere e potremmo procedere a correggere tutti gli errori.
Suggerimenti: figlio del correttore automatico, il suggeritore fa comparire delle evidenziazioni blu sotto le parole che secondo Google dovrebbero essere sostituite, liberi di scegliere.
Taggare persone: come per il tag nei post social, se nel testo vogliamo far riferimento ad una persona in modo specifico, ci basterà inserire @ e iniziare a digitare il suo nome o la sua mail. Cliccando su invio il nome comparirà in blu nel testo e la sua mail in automatico tra i destinatari.
Completamento parole e frasi con TAB: l’intelligenza artificiale di Google ci permetterà, usando il tasto TAB, di decidere se il suggerimento di completamento frase o parola è quello che stiamo cercando. I suggerimenti provengono anche dalle espressioni che più utilizziamo quando scriviamo le nostre mail.
La firma e il risponditore automatico
Sempre da impostazioni possiamo inserire una firma personalizzata, con immagini, testo e link, che comparirà ogni volta che scriveremo nuove mail; e il risponditore automatico che darà risposte alle mail al posto nostro se fuori ufficio. Importante scrivere un testo propositivo, che magari dirotti le richieste su altri colleghi, e chiaro. Necessario poi scegliere le date di attivazione e di disattivazione.
Ultima info: cc e ccn CC, la mail è visibilmente in copia, il destinatario rimarrà nella conversazione se useremo la funzione “rispondi a tutti” CCN, la mail riceverà solo la prima mail che gli invieremo, ma il destinatario risulterà nascosto agli altri destinatari.
Tips: non si risponde mai alle mail in cui siamo in ccn, ci sveleremmo.
Funzioni da “Posta in arrivo”
Rispondi a tutti e come rendere mute le notifiche
Ci è capitato di essere in una conversazione con altri destinatari, ma di non essere i diretti destinatari delle mail; è possibile mutare le notifiche in entrata: apri la mail in questione – clicca sui puntini in alto – disattiva. La conversazione rimarrà archiviata ma non ti arriverà più alcuna notifica.
Etichette
Servono ad organizzare al meglio per temi o destinatari le diverse conversazioni. Possiamo dargli un nome e un colore per raggruppare sotto di loro tutte le conversazioni di riferimento.
L’impostazione di un’etichetta ad una conversazione può essere fatta “a mano” quindi creo l’etichetta e poi a mano l’abbino alla conversazione, o in automatico andando su impostazioni – etichette/filtri – crea nuova visualizzazione filtrata e inserendo i parametri sulla quale questa debba funzionare, come mail coinvolte o tematiche. A questo punto tutte le mail con le specifiche selezionate prenderanno l’etichetta impostata.
Silenziare una mail temporaneamente: una sorta di “ricordamelo in seguito”.
Apri la mail – click sull’icona orologio – selezionare tra quanto vogliamo la notifica.
In quella data la conversazione ricomparirà per magia nella posta da leggere
Reminder di conversazioni non risposte dopo alcuni giorni
Se impostato, Gmail ci ricorderà di conversazioni e di mail arrivate giorni prima a cui non abbiamo dato seguito e ci chiederà se vogliamo o meno rispondere. A questo punto sta a noi decidere se declinare l’invito.
Google Drive è lo spazio di archiviazione per eccellenza in cui poter salvare e produrre documenti o presentazioni.
Lo spazio di Google Drive può essere organizzato in cartelle e sottocartelle in cui si può decidere chi far accedere e con quali privilegi, se da Editor o solo in visualizzazione.
È possibile anche creare ambienti e sezioni dedicati a diversi team, così da lavorare in una sorta di spazio protetto.
Il punto forte di Drive è quello della condivisione, dove il proprietario del documento, comunque, rimane uno.
Ecco perché è bene conoscere la funzione “aggiungi a scorciatoia” con la quale è possibile inserire in una cartella di nostra proprietà un file o una cartella di altri, senza spostarlo ma creando una sorta di collegamento rapido.
La seconda cosa da tenere ben a mente è che, essendo uno il proprietario, eliminare l’account a cui era collegata la proprietà del documento va a minare l’esistenza e la condivisione del documento stesso. È bene quindi, prima di eliminare un account, capire se sia meglio solo cambiargli nome così da non perdere nessun documento importante.
Oltre all’archiviazione, Drive, con Sheets, Docs e Slides è in grado di fornire all’utente gli strumenti per creare direttamente i documenti in Google.
Docs potrebbe essere paragonato ad uno strumento di scrittura, come una sorta di Microsoft Word, in cui scrivere, inserire commenti e note nei paragrafi, taggare eventuali destinatari specifici di quella conversazione e poter lavorare in contemporanea, a più mani, sul documento.
Il salvataggio è automatico: ma nessun problema se si sbaglia, “la cronologia delle versioni” serve proprio a tornare al momento giusto e ripristinare il documento com’era.
Sheets, invece, potrebbe essere Excel, in cui elaborare dati, inserire filtri e creare visualizzazioni filtrate personalizzate. Sempre richiamando in maniera diretta eventuali componenti del team.
Slides chiude paragonandosi a Power Point, ma non dimenticando mai le interazioni con il team. Punto forte dell’intera Google suite.
Tutti i documenti prodotti direttamente su Google possono essere consultati e lavorati in qualsiasi momento dall’account coinvolto e possono essere scaricati in formati anche diversi dal loro originale, come PDF o CSV.
Drive è in grado anche di aprire documenti non nativi Google grazie alla proprietà di conversione di cui è dotato. Una volta aperto “con Drive” a questo punto si trasformerà in un documento Google a tutti gli effetti e continuerà a poter essere modificato online.
Per chi ama avere tutto anche in remoto, è possibile collegare Drive al proprio pc, come se fosse una cartella di documenti e modificare il tutto anche da lì. Appena il pc si riconnetterà alla rete le modifiche verranno integrate.
Le funzioni per rimanere in contatto: Contatti, Meet, Chat, Calendar
Il secondo gruppo di app riguarda la pianificazione del lavoro e “il rimanere in contatto” con il proprio team.
Contatti non è altro che una rubrica di mail e numeri di telefono abbinati. Si crea direttamente dall’integrazione dei numeri che salviamo in rubrica dal nostro smartphone, se collegato ad un account Google e se scegliamo come posizione di salvataggio appunto l’account, e le mail o i contatti che usiamo frequentemente dalla nostra casella mail.
Attivando la sincronizzazione e andando a pulire, con la funzione unisci e correggi, i contatti rilevati, avremo la nostra applicazione completa di tutti i riferimenti necessari compresi di nome, numeri di telefono e mail.
Contatti funziona anche al contrario, posso inserire un contatto direttamente dall’applicazione e, in automatico, verrà inserito nella mia rubrica di account.
I contatti inseriti possono essere anche completati con tutte le informazioni utili per la lavorazione e possono essere organizzati in liste o per etichette in modo da essere più comodi nel momento di invio mail a un gruppo frequente di persone.
Con la funzione “crea etichetta” si va a creare il titolo della nostra lista di contatti.
Una volta creata bisogna, quindi, aggiungere i contatti alla stessa: selezionare la spunta di fianco ad ogni singolo contatto → click su “gestisci etichetta” e selezionare l’etichetta da abbinare. A questo punto la lista è creata.
D’ora in poi, nel momento in cui vogliamo mandare una mail ad un gruppo preciso di persone, e abbiamo creato l’etichetta relativa, ci basterà iniziare a digitare nella casella destinatari il nome dell’etichetta per trovare la lista relativa.
No panic! Una volta riportato l’elenco completo degli indirizzi è possibile eliminare a mano qualsiasi casella non da coinvolgere.
Chi non ha mai sentito parlare di Meet in questi ultimi 3 anni?
Google Meet è lo strumento Google che ha avuto successo durante gli anni di lockdown e che, ancora oggi, viene utilizzato dalla maggior parte degli smartworkers in tutto il mondo.
Diciamo la verità, non era nemmeno lui pronto nel 2020, tanto che hanno fatto uscire di corsa sempre più release che lo rendessero uno strumento affidabile, senza perdere quote di mercato.
Google Meet, grazie all’integrazione con Google Calendar, dà la possibilità di programmare riunioni in automatico con l’inserimento del link della stanza di default nell’appuntamento e può essere raggiunto sia da app, anche mobile, sia da chiamata con un numero di telefono collegato.
Una volta aperta la stanza su Google Meet, tutti i partecipanti possono interagire, condividere schermo, usare la chat per gli interventi oppure “alzare la mano”.
Di recente introduzione, la funzione Lavagna, per creare appunti in diretta come in caso di un brainstorming o di definizione di schemi, e la possibilità di registrare la chiamata; oltre che l’integrazione con Chat per avviare una videocall anche da lì, un po’ come la videochiamata di Whatsapp.
Strumento di live chat usato molto nelle organizzazioni aziendali per parlare in maniera veloce e far arrivare un messaggio al collega rapido e diretto.
Oggi, con la nuova release, direttamente integrata nella casella Gmail, Chat è diventato un sistema di messaggistica semplice e intuitivo, allineato, anche per la possibilità di inviare GIF, con i più noti sistemi di messaggistica mondiali.
In aggiunta, la sua integrazione con Drive e la possibilità di inviare direttamente in chat allegati scaricabili, fa sì che per scrivere al collega della scrivania accanto un messaggio istantaneo non si esca più nemmeno da Google Workspace e, ancor meglio, tutte le conversazioni fatte tramite Chat rimangano tracciate e ricercabili nel motore di ricerca delle mail.
Anche su Google Chat esistono i gruppi, ma sono più divisioni operative per la gestione del team e delle tematiche.
Ultimo, ma non per ordine di importanza, è l’app salva-vita (anche della vita privata), parliamo di Google Calendar, agenda digitale condivisibile, su richiesta per calendario o per singolo appuntamento, con terzi.
Ogni account ha un suo Calendar automatico e principale, ma si possono poi creare nuovi calendari, condivisi e tematici, che possono essere visualizzati tutti insieme, o esclusi all’occorrenza, da ogni account Google coinvolto.
Per creare un calendario nuovo, aperta l’app, selezionato il + di fianco ad “altri calendari” si potrà creare un nuovo calendario con un nome specifico. Una volta selezionato “crea calendario” verrà creato. Ora bisogna selezionarlo dall’elenco dei “nostri calendari” per assegnare un colore, personalizzare le notifiche da ricevere e, facoltativamente, condividerlo con altri attraverso l’opzione “aggiungi persone o gruppi”.
A questo punto, una volta creati degli impegni attraverso il bottone “crea” a sinistra, si dovrà scegliere su che calendario vogliamo che questo impegno venga riportato (N.B. di default ogni tuo impegno, anche se legato ad un calendario specifico, verrà riportato anche nel tuo calendario personale).
Si può decidere, infine, la visualizzazione dei calendari, visivamente, nell’agenda complessiva, anche per differenti account. Se, per esempio, siamo proprietari di più account Google, avremo calendari divisi per account, ma posso decidere di visualizzarli tutti insieme nell’app dove sono stati fatti gli accessi in maniera contemporanea di più account.
A questo punto, consiglio: scegliete colori diversi per diversi calendari così da avere subito il quadro più chiaro di che tipologia di impegno stiamo parlando e codificate, per i calendari di team, nomi e modalità di scrittura del titolo dell’impegno così che sia universalmente, all’interno dell’azienda, riconosciuto.
Ogni impegno, infine, può essere ricercato successivamente nella finestra di ricerca in alto, per parole chiave per esempio, e può essere integrato ad un documento Drive per gli appunti da ricordare.
In Google Calendar possono essere registrate anche le scadenze legate alla app Task.
Riordina i to do con Keep o Task e produci contenuti con Google Form e Sites
L’ultimo gruppo riguarda app di appunti, Keep e Task, e piccole app di sviluppo, Google Form per i sondaggi e Google Sites per creare landing page o websites basic.
#1. Google Keep è l’app salva-memoria e non solo perché ci scriviamo cose che non possiamo dimenticare, ma perché ci permette di creare post-it condivisi dove ognuno può inserire appunti o, ancora, è utile per tenere una lista della spesa dinamica. Grazie alla funzione “elenco a punti” rimangono in memoria e possono essere ripristinati all’occorrenza.
Google Keep è il nuovo modo di scrivere delle Note, che non possono essere dimenticate grazie:
alla possibilità di impostare dei promemoria per via dell’icona con la campanella
all’essere fissate in alto con la puntina
al poter essere condivise con la scelta di un collaboratore o via chat e al poter essere organizzate scegliendo etichette e colore di sfondo.
Si parte con decidere in che elenco di Task voglio inserire il nuovo “to do”. Di default viene inserito quello relativo alle proprie attività, ma è possibile creare un elenco diverso cliccando su “la mie attività”.
A questo punto si può “aggiungere un’attività” a cui dare un titolo e meglio ancora una data, integrata con Google Calendar, e una descrizione.
Sarà poi possibile “aggiungere attività secondaria” selezionando i tre pallini in alto a destra; avrai quindi un Task completo di tutto lo svolgimento fino a che non vorrai completarlo. Allora cliccherai sul pallino a sinistra segnandola come completata. Tutte le task completate compariranno in un elenco unico dove potrai continuare a visualizzarle e ripristinarle nell’elenco “da fare” se andranno riaperte.
#3. Google Form è quell’utilissimo tool che tutti noi abbiamo conosciuto durante il periodo di Tesi e che ci ha permesso di compiere piccole indagini di mercato. Questa è la sua finalità: essere uno strumento a disposizione di chi deve fare sondaggi o raccogliere risposte ed opinioni.
Può essere creato inserendo domande obbligatorie o facoltative, a risposta multipla o discorsiva ed è integrato direttamente con un Google Sheet per la tracciabilità delle risposte.
Unica pecca: non può essere del tutto anonimo, a chiunque lo compili viene richiesta di inserire la propria mail.
#4. Google Sites, infine, dà la possibilità, anche senza l’aiuto di un professionista, di creare una landing page basic o un mini sito.
Con la sua semplice logica drag and drop ha l’obiettivo di essere una facile alternativa a Google Slides. Perfettamente integrato e integrabile con altre app di Google Workspace rappresenta anche una valida alternativa per presentare in maniera dinamica il lavoro prodotto dal team.
Ci sarebbe ancora tanto ancora da dire su Google Workspace, per un approfondimento individuale, anche in base alle necessità di ciascuno, si rimanda alle guide ufficiali di tutte le app che sono sempre molto chiare e complete.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/02/google-workplace.jpg612927Emikohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngEmiko2023-02-01 10:17:312023-02-02 10:03:43Google Workspace, guida base pronta all’uso
Prima di passare alle notizie della settimana, concediamoci una veloce riflessione.
Se negli ultimi mesi ti sei convinto che la tecnologia avrebbe impattato fortemente sul mondo del lavoro, andando a sostituire alcuni lavoratori meno qualificati, come i camerieri nei ristoranti e i cassieri del supermarket, beh, caschi male.
L’esplosione delle conversazioni generate attorno a ChatGPT (di cui abbiamo ampiamente parlato qui e che è solo una piccolissima anticipazione della rivoluzione in atto grazie all’intelligenza artificiale) ha squarciato il velo di Maya degli high skills jobs: le AI sanno scrivere, creare immagini, condurre analisi e preparare piani editoriali. Con che qualità? Salvo alcuni casi, per il momento, ancora sotto la media, ma l’esponenzialità dello sviluppo (e degli investimenti) per questa tecnologia è in grado di togliere il sonno anche al più ferrato dei creativi.
Se non sei del tutto convinto “del pericolo”, ti basti sapere che ChatGPT ha superato con successo l’esame finale del programma di Master of Business Administration dell’Università della Pennsylvania.
Le AI possono imparare (forse anche insegnare, come abbiamo letto qui) meglio e più velocemente di noi?
La domanda è interessante e la risposta non è per nulla scontata.
Quello che al momento ci preme capire è se, quando gli algoritmi, oltre alle immagini per i pancake e per i cocktail, ne scriveranno anche la ricetta, il sapore sarà lo stesso o ci sembrerà un po’ più amaro.
Puoi ascoltare queste e le altre notizie selezionate per i nostri abbonati tra oltre 30 fonti internazionali anche in formato podcast.
I pancake di Barilla generati con l’AI
Alessio Galea ha intervistato per NinjaAlessio Garbin, coordinatore Data & Digital Marketing di Barilla per l’Italia sulla discussione nata dalle immagini generate con Midjourney e poi diffuse sui canali di Mulino Bianco.
Alessio Garbin parteciperà al Ninja Wrap Up: “Perché l’AI non ti ruberà il lavoro” in programma martedì 31 gennaio e mercoledì 1 febbraio, dalle ore 12.30 alle 14.30.
Notizie da non perdere: ChatGPT, esame superato
Tra le notizie della settimana troviamo una ricerca condotta da un professore della Wharton School dell’Università della Pennsylvania, che ha scoperto che il chatbot GPT-3 è stato in grado di superare l’esame finale del programma di Master of Business Administration (MBA) della scuola. Il punteggio ottenuto dal bot, ha scritto il Prof. Terwiesch, dimostra la sua “notevole capacità di automatizzare alcune delle competenze dei lavoratori altamente remunerati in generale e, in particolare, dei lavoratori della conoscenza laureati MBA, come analisti, manager e consulenti“.
Shutterstock lancia un toolkit di AI generativa
I clienti della piattaforma di design online Creative Flow di Shutterstock potranno creare immagini sulla base di suggerimenti testuali, grazie a OpenAI e Dall-E 2. Le immagini ottenute, secondo quanto dichiarato dall’azienda, saranno “pronte per la licenza” subito dopo la loro creazione.
Google risponde a ChatGPT…
Il New York Times riporta che i fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, hanno intenzione di lanciare oltre 20 prodotti di intelligenza artificiale quest’anno, tra cui una demo del proprio chatbot di ricerca.
…e licenzia 12.000 persone
La notizia è arrivata ai dipendenti attraverso una email del CEO Sundar Pichai, e si aggiunge ai tagli annunciati nelle ultime settimane da Amazon e Microsoft, che hanno licenziato complessivamente 28.000 persone.
Finora, nel 2023, ci sono stati 175 licenziamenti in aziende tecnologiche con 57.914 persone coinvolte.
Su ChatGPT individuato un piano professionale
Alcuni utenti hanno identificato un’opzione “Upgrade plan” nell’interfaccia web di ChatGPT. Il piano professionale consentirebbe l’accesso al software anche quando la domanda è elevata e una maggiore velocità di risposta.
Le sfide per i Marketer: Italia indietro
Dal report State of Marketing emerge un tasso di maturità leggermente inferiore in Italia, rispetto ai rispondenti globali, sull’adozione di tool che possano semplificare la vita dei marketer.
Il 66% dei marketer in Italia afferma che soddisfare le aspettative dei clienti è più difficile rispetto a un anno fa.
Sono stati esaminati stili, temi e idee che influenzeranno la comunicazione visiva e creativa per fornire informazioni e consigli su come i brand e i creator debbano interagire con il loro pubblico durante il corso dell’anno.
Ninja Wrap Up #1
Il primo appuntamento del nuovo format per commentare le news e i trend del mese con il Ninja Team e i migliori esperti. Si parte con una puntata speciale di Wrap Up sul Marketing applicato all’Intelligenza Artificiale. Clicca qui per partecipare all’evento.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/griglia-immagine-di-copertina-notizie-della-settimana.jpg6001200Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-01-30 11:22:222023-01-31 17:27:12I pancake di Barilla, i licenziamenti di Google e le altre notizie della settimana
Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.
L’argomento di questa puntata è dedicato alla Employee Engagement, faremo un viaggio tra i suoi principi fondamentali per scoprire come avere talenti pienamente coinvolti e migliorare la brand reputation.
A parlarne con noi Esther Intile, Employer Branding Expert.
Non perderti i punti salienti dell’intervista:
Creare un ambiente di lavoro motivante
Come attrarre i talenti
Stimolare il senso di appartenenza
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/1920x1080-antearticoli-OCo-10-1.jpg432768Marian Pascariuhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMarian Pascariu2023-01-27 14:22:382023-01-27 14:23:51Employee Engagement: come conquistare mente e cuore dei collaboratori
H&M Home presenta una collezione incentrata sul colore grazie all’iconica esperienza di Pantone e al suo linguaggio universale.
La speciale capsule di oggetti per interni comprende fodere per cuscini in tre tonalità, un vaso scultoreo, un vassoio con i piedi e uno normale, un tavolino, un piedistallo ornamentale e candele profumate per un totale di sei diverse colorazioni, tre per ogni tavolozza tra cui rosa, albicocca e rosso ma anche pistacchio, blu medio e petrolio.
H&M Home x Pantone
La collezione chiamata H&M HOME ? PANTONE presenta due palette, Calm & Soothing ed Energy & Joy, che esplorano nozioni filosofiche sui colori.
Il colore ha il potere di alterare sia le stanze che le emozioni delle persone che le abitano. Può elevare, migliorare ed evidenziare i nostri interni e complementi. Sapevi che le tonalità del blu ricordano gli spazi aperti, come il cielo e il mare, evocando un senso di libertà e calma?
O che il rosso è storicamente associato al calore, alla passione, al coraggio e persino al pericolo?
La collezione H&M HOME ? PANTONE mette in mostra una selezione di prodotti ricordo, creati in due mood cromatici distintivi a seconda dell’estetica, delle preferenze o anche solo della predisposizione dei clienti, come si sentono nel momento dello shopping.
“Il colore è essenziale sia per la nostra casa che per i nostri sensi. Nessuno lo capisce meglio di PANTONE, che sono i massimi esperti su come il colore può influenzare il modo in cui lavoriamo e viviamo. La collezione H&M HOME ? PANTONE ci permette di evidenziare quanta differenza fa il potere del colore nella nostra vita quotidiana, con una selezione di oggetti d’arredo moderni da aggiungere alla propria casa” ha dichiaratoEvelina Kravaev-Söderberg, Head of Design & Creative di H&M HOME.
Le palette colori
Consentendo ai clienti di nutrire le loro case con il colore, la collezione H&M HOME ? PANTONE esplora tonalità che danno energia e portano gioia, oltre a calma e tranquillità. Ogni tavolozza colore presenta tonalità Pantone appositamente scelte per il loro effetto sui nostri sensi.
Le tonalità Calm & Soothing includono pistacchio (2260C), petrolio (548C), verde (5545C) e blu medio (2178C): donano un senso di stabilità e tranquillità.
Per Energy & Joy, le quattro colorazioni includono rosa (707C), rosso (3517C), arancione (2027C) e albicocca (2022C): capaci di infondere vivacità e calore. I colori più caldi evocano la nostra vitalità interiore, inclusi amore e gioia.
La collezione comprende diversi prodotti che sono già disponibili per l’acquisto in negozi selezionati e online sul sito ufficiale.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/hm-home-pantone-9.jpg6141024Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2023-01-27 14:11:122023-02-01 10:18:24H&M Home lancia una collezione colorata in collaborazione con Pantone
La promessa di un mondo potenziato dall’Intelligenza Artificiale continua ad animare un vivace dibattito intorno a temi etici, sociali e legali. Ne discutono, tra gli altri, le istituzioni, l’industria, le università. Intanto anche la comunicazione dei brand inizia a muovere i primi passi nel mondo dell’AI e alcune grandi aziende hanno già rotto il ghiaccio. Nel suo post di capodanno Mulino Bianco ha pubblicato su Instagram e Facebook un post realizzato con l’AI Midjourney.
Successivamente, su LinkedInAlessio Garbin, coordinatore Data & Digital Marketing di Barilla per l’Italia, ha raccontato di più su questa prima incursione dello storico marchio di prodotti da forno nel campo dell’intelligenza artificiale: “La reazione è stata una sorpresa“, spiega Garbin, “prima abbiamo pubblicato il post sui canali del brand Mulino Bianco. Era un contenuto organico e le persone lo hanno apprezzato come spesso avviene, perché abbiamo la fortuna di avere un brand molto amato“.
Poi, quando su LinkedIn ha annunciato: “Abbiamo realizzato il primo post utilizzando gli scenari prodotti da Midjourney”, si è accesa un’animata discussione che ha coinvolto creativi, illustratori e comunicatori: “C’è stata un’esplosione di commenti, alcuni negativi. Diciamo un bel po’ negativi e altri, invece, positivi. Ho cercato di rispondere a tutti, perché volevo creare un dialogo e perché anche io mi sto chiedendo quale strada prendere. Ma dopo lo stupore iniziale ho pensato: ‘è giusto che sia così’. Perché quando si fa qualcosa di nuovo e di particolarmente diverso, è giusto che se ne parli e se ne discuta anche in modo acceso”.
Intanto le aziende cercano di definire gli obiettivi e le strategie di utilizzo di questa tecnologia: “Per dirla in una maniera molto stretta – prosegue Garbin – credo che tutti i grossi brand oggi si stiano chiedendo come approcciare l’AI. Sia che si decida di farlo per produrre dei visual, sia che per creare dei copy. Non parliamo degli strumenti di Data Intelligence, per cui do per scontato che i brand si stiano già muovendo nella direzione delle prospettive offerte dall’AI”.
Per molti marchi, riguardo alle possibilità offerte dall’AI, quello attuale è soprattutto il momento delle domande e dell’osservazione: “Ci stiamo chiedendo appunto quali sono le possibili strade da percorrere ma non abbiamo ancora fatto grandissimi passi in avanti. Stiamo approcciando delle cose e cercando di comprendere, soprattutto con le agenzie e i nostri partner, quali sono gli scenari possibili e cosa fare“.
Il post di capodanno è stato un primo test, quello su LinkedIn l’occasione per condividere in modo dettagliato i diversi processi seguiti: “In questa fase in cui le persone si stanno interrogando, e in cui c’è anche un po’ di timore, esplicitare l’uso dell’Ai in certi ambiti credo sia una pratica etica. Per questo noi, dopo aver creato questi scenari con l’AI, abbiamo avuto l’accortezza di indicare espressamente come erano stati realizzati. In futuro, quando questi processi saranno sdoganati, probabilmente non sarà più necessario. Ma in questa fase penso sia una cosa buona farlo“.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/pancake-Mulino-Bianco.jpg461850Alessio Galeahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAlessio Galea2023-01-27 10:53:432023-01-30 11:22:50Com'è nata l'immagine dei Pancake di Mulino Bianco generata dall'AI
Cosa c’è di più innocuo e divertente delle mascotte delle M&M’s?
Trasversali alle simpatie di molte generazioni, i simpatici personaggi colorati appartenenti alla scuderia dei brand della Mars Inc. affollano il nostro immaginario più dolce dal lontano 1941.
Ma cosa succede se al pensiero subentra una sorta di “effetto Ghostbuster?” Ricordate quando il “dio Gozer” pronuncia la frase “Scegliete la forma del distruggitore” e Ray pensa la cosa più innocente della sua infanzia, ovvero l’omino delle pubblicità dei marshmallow? Stay Puff si materializza sotto forma di un mostro di 40 metri che devasta New York City.
Le mascotte delle M&M’s non hanno distrutto nessun grattacielo né hanno preso improvvisamente vita, se non in alcuni celebri spot, come quello con protagonista Danny DeVito proiettato nel corso del Super Bowl 2018, tuttavia sono state recentemente al centro di una fastidiosa querelle mediatica.
Andare avanti a costo di perdere i clienti? Una strategia ormai vecchia e fallimentare
Sono passati solo 5 anni da quel celebre spot in cui appariva anche Ms.Brown, la “cioccolatina” marrone più sexy del team di mascotte, sempre impeccabile con i suoi tacchi a spillo.
Il nuovo corso “woke” americano prevede continui adattamenti narrativi in linea con gli umori della società a cui sono più sensibili marketing manager e dirigenti delle multinazionali.
Nella svolta “politically correct” questa volta sono cadute gli “spokescandies”, ovvero le mascotte delle M&M’s: i tacchi di Ms. Brown si sono abbassati e gli stivali anni ’60 di Ms. Green sono diventate delle sneakers. In un serissimo comunicato stampa, Mars Inc. aveva annunciato questa svolta giustificandola come il contributo del marchio per dare un messaggio più “inclusivo, accogliente e unificante”.
Tuttavia questa volta, ad evidenziare la questione – solo all’apparenza frivola – è stato niente meno che Tucker Carlson, popolarissimo anchor man di Fox News, che ha causato un vero shit storm intorno alla scelta della Mars Inc.
La multinazionale si è vista costretta a ritirare l’iniziativa, ma il nuovo “comunicato” dei vertici, affidato a un tweet, ha scatenato ancora più polemiche:
Tucker: M&M’s will not be satisfied until every last cartoon character is deeply unappealing and totally androgynous. Until the moment you wouldn’t want to have a drink with any one of them. That’s the goal. When you’re totally turned off, we’ve achieved equity… pic.twitter.com/rz7VtVCHWu
Includere è diverso da polarizzare: la trappola in cui cascano brand
Ancora una volta un brand che agisce con l’idea di “unificare” le opinioni di fatto finisce per polarizzarle: il proposito – sacrosanto – di dar vita a un messaggio pubblicitario più inclusivo e accogliente si scontra poi con la realtà.
Per alcuni brand infatti il concetto di “inclusione” viene vissuto come una inclusione partigiana: includere sì, ma solo chi la pensa in un certo modo. Le scelte aziendali di questo tipo escludono, di fatto, tutti i consumatori che abbiano una differente visione della società.
La mission dell’inclusione finisce per avere così conseguenze polarizzanti.
Questa volta è toccato a un media tradizionale come Fox News evidenziare il paradosso dietro questo tipo di narrazione, che risulta sempre meno conveniente anche a livello commerciale, come abbiamo di recente analizzato.
La tendenza globale sembra sempre più premiare le aziende che non fanno scelte polarizzanti come quella di M&Ms ma che propongono maggiore dialogo con tutti i consumatori attuali e potenziali, indipendentemente dalle loro idee politiche e dai loro valori. Mars Inc. ha imparato la lezione?
Forse no, visto che al posto delle “spokescandies” arriverà l’attrice Maya Rudolph, amica della vicepresidente Kamala Harris e sostenitrice di Joe Biden alle ultime elezioni. Una scelta che in molti hanno visto come un vero e proprio “trolling” dell’azienda nei confronti dei consumatori.
Replacing the all-female M&M spokescandies with Maya Rudolph is some next-level trolling. ? https://t.co/dIRbj5rqwB
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/a2069aed-3694-41d2-8de9-868fa37968a6.jpg11341920David Mazzerellihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngDavid Mazzerelli2023-01-26 12:41:562023-01-26 12:49:43Quando il brand activism fa autogol: il caso di M&M's
Quali saranno le principali priorità e sfide per i marketer nell’anno appena iniziano e in quelli a seguire?
Il 39% dei marketer in Italia sente la stretta dei vincoli di budget e il 66% afferma che soddisfare le aspettative dei clienti è più difficile rispetto a un anno fa.
È quanto emerge dall’ottava edizione del report State of Marketing, l’annuale ricerca condotta a livello globale da Salesforce su un campione di oltre 6.000 leader del settore marketing in 35 paesi e sei continenti, di cui 250 in Italia.
I leader del settore sono ben consapevoli di dover affrontare una dura battaglia per fare fronte all’incertezza del panorama economico globale, tuttavia non manca l’ottimismo: l’80% dei professionisti del settore marketing in Italia afferma che il proprio lavoro fornisce un valore maggiore rispetto a un anno fa.
Priorità e sfide per i marketer in Italia
“Le aziende italiane si rivolgono ai loro CMO e ai loro team di marketing per soddisfare le aspettative dei clienti incentrate sul digitale, una missione che oggi risulta più complicata sia per i venti contrari dell’economia globale che per le mutate normative sulla privacy dei dati dettate da un futuro senza cookie”, afferma Andrea Buffoni, Regional Vice President di Salesforce Marketing Cloud.
“I dati della nuova edizione del nostro annuale report sul settore, State of Marketing, forniscono un buon punto di riferimento per determinare le migliori strategie da adottare per coinvolgere i clienti attraverso una varietà via via più complessa di canali e sempre nel pieno rispetto della loro privacy”.
Modernizzare strumenti e tecnologie a disposizione dei team, migliorare l’utilizzo di quelli già in uso e rispettare le normative sulla privacy sono le priorità principali e le sfide per i marketer italiani.
Tra queste resta al primo posto la necessità di aggiornare i sistemi tecnologici oramai obsoleti e l’uso efficace che ne consegue al fine di creare un customer journey più coerente e continuo per i consumatori.
I dati italiani del report mettono in luce nuove tendenze:
La marcia verso il coinvolgimento guidato dal digitale percorre strade nuove e familiari.
I professionisti del marketing stanno investendo in nuovi canali e tecnologie per raggiungere il pubblico in posti nuovi e costruire relazioni durature. In particolare, ad avere registrato il maggiore aumento in termini di investimenti da parte dei marketer italiani nell’ultimo anno sono stati i canali TV e le piattaforme OTT, i contenuti digitali e video.
Tuttavia, da un’analisi dei dati di Salesforce Marketing Cloud, si conferma che anche l’e-mail marketing rimane dominante, rappresentando oltre l’80% di tutti i messaggi di marketing in uscita a livello globale.
I marketer si preparano a un futuro senza cookie. I professionisti del settore navigano in un panorama tecnologico e normativo complesso, per questo si stanno adattando ai cambiamenti nelle regolamentazioni sulla privacy che richiedono una maggiore trasparenza sull’utilizzo dei dati. Sebbene l’81% dei marketer in Italia investa ancora in dati di terze parti, il 76% afferma di avere già una strategia completamente definita per svincolarsene.
In particolare, il 58% sta lavorando alla creazione di una strategia di dati di prima parte (ovvero raccolti direttamente dai propri clienti), il 56% sta creando accordi di condivisione per i dati di seconda parte (quelli che provengono da un’azienda partner di fiducia) e il 54% si sta adoperando per una riduzione dei silos di dati interni.
I team di marketing individuano le migliori iniziative di CX misurando i KPI in tempo reale. In ogni fase del marketing funnel, i marketer devono monitorare sempre più metriche, per questo la velocità di comprensione dei KPI diventa un vantaggio competitivo. In Italia, l’82% dei team di marketing coinvolge i clienti in tempo reale attraverso uno o più canali. Sebbene il 72% dei marketer italiani intervistati afferma di poter analizzare i KPI di marketing in tempo reale, il 38% riconosce che unire e incrociare le fonti di dati dei clienti rimane una sfida per la propria azienda.
In occasione dell’evento, abbiamo chiesto ad Andrea Buffoni se è possibile identificare un dato che distingue lo scenario italiano nel panorama globale dello State of Marketing.
“La cosa che emerge maggiormente è un tasso di maturità leggermente inferiore in Italia, rispetto ai rispondenti globali, sull’adozione di tool che possano semplificare la vita dei marketer.
Se nei rispondenti globali troviamo al primo posto nelle priorità quella di utilizzare in maniera più efficiente i tool sui quali si è investito, in Italia l’esigenza è ancora quella di adottare questi tool. Anche per quanto riguarda le sfide, quella principale in Italia è sostituire i tool obsoleti con altri in grado di ottimizzare le operazioni“.
E sul problema del “futuro senza cookie, qual è la situazione?
“Nonostante la deprecazione sia stata posticipata di oltre un anno, è un tema caldo che i brand devono affrontare. La ricerca ci dice che la maggior parte di loro ha già messo in piedi una strategia basata su strumenti adeguati per gestire i dati di prima parte dei clienti e sulla creazione di un rapporto di fiducia in grado di convincere le persone a lasciare i loro dati nel rispetto della privacy“.
Per consultare tutte le statistiche, è possibile scaricare il report completo a questo link.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2023/01/priorita-e-sfide-per-i-marketer-italiani-REPORT-State-of-marketing-salesforce.jpg7021057Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2023-01-26 10:44:282023-01-27 18:21:00Le sfide per i marketer nel 2023: la ricerca di Salesforce su un campione di oltre 6.000 leader del settore
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