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Società digitale: la rete FTTH come driver di crescita

Sveglia, colazione e poi tutti pronti per la scuola e il lavoro: in una stanza i ragazzi, nell’altra i genitori, ognuno davanti al proprio pc per connettersi con il mondo. Sembrerebbe uno scenario da sit-com, invece è una normalissima mattina nell’era digitale. Tra DAD, smart working e il meritato svago della sera, abbiamo ormai perso il conto delle ore passate a navigare sul web ogni giorno. 

Anzi, in verità c’è chi si è preso la briga di contarle per noi: almeno 6 in media, secondo gli esperti. Con la digitalizzazione sempre più diffusa che coinvolge ogni aspetto delle nostre vite – complici anche le restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19 che ci ha portato a usufruire dei mezzi con maggiore costanza – internet è ormai la risposta a ogni nostra necessità. 

Approfittiamo per invitarti mercoledì alle ore 09 su Clubhouse, all’interno della Ninja Morning, per la room powered by Open Fiber!

Il digital divide: l’antagonista delle nostre storie digitali

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C’è un aspetto della vita digitale che forse non è noto a tutti. Siamo ormai così abituati a connetterci al web con un semplice clic – meglio ancora con un tap sullo schermo dei nostri dispositivi mobile – che accedere a internet è, per la maggior parte di noi, un’azione quasi automatica. Eppure, anche nell’era della digitalizzazione ad ogni costo, esistono fasce di popolazione per le quali la possibilità di interagire col mondo via internet non è così scontata. Hai mai sentito parlare di digital divide? Se la risposta è no, puoi considerarti fortunato.

Uno dei player più attivi nella lotta a questo fenomeno di disuguaglianza digitale è proprio Open Fiber che, ad oggi, ha avviato la commercializzazione dei propri servizi in oltre 2000 Comuni italiani. Inclusi i piccoli Comuni delle Aree Bianche, le zone meno popolate che gli operatori spesso non si impegnano a raggiungere. 

Per dirla in poche parole, il digital divide è il divario che sussiste tra coloro che possono accedere alle nuove tecnologie per mezzo di Internet e quelli che non possono farlo. Nella maggior parte dei casi, è dovuto alla carenza di infrastrutture: alcune zone del paese – come ad esempio le cosiddette Aree Bianche e Grigie – si trovano costrette a connettersi al web attraverso infrastrutture ormai obsolete. Queste connessioni instabili e poco performanti non sempre sono in grado di supportare il traffico dati necessario per sostenere una mattinata in DAD o uno scambio di materiale con i colleghi senza rallentamenti. Di conseguenza, il digital divide è il nemico più importante della nostra epoca in ambito di telecomunicazioni. 

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La rete FTTH di Open Fiber come alleata di startup e aziende

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Tra email, messaggistica istantanea e videochiamate il lavoro non si ferma. Freelance, imprenditori e Pubbliche Amministrazioni sono tutti connessi su base quotidiana per portare avanti i propri compiti senza interruzioni. Le conseguenze della pandemia sull’economia e sul mercato del lavoro sarebbero state molto più importanti se gli eventi straordinari che stiamo vivendo si fossero verificati soltanto venti anni fa.

Ma la possibilità di lavorare grazie al web non è nulla se la connessione non è in grado di sostenere le attività necessarie a startup, aziende e liberi professionisti. Il lag – ritardo nella trasmissione delle informazioni – può rallentare notevolmente lo scambio di dati e materiale. Questo penalizza le performance e demotiva i lavoratori, che potrebbero trovare frustrante lavorare in condizioni del genere. Ecco perché la fibra ottica FTTH di Open Fiber, con la sua velocità di trasmissione dati che arriva fino a 1 Gbps, è la tecnologia ideale per garantire la crescita del business in Italia. 

Vittorio Colao: l’importanza di mappare le Aree Grigie 

La visione a lungo termine di un’Italia digitale è ben chiara anche a Vittorio Colao, Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione Digitale. Il Ministro ha preso particolarmente a cuore il cablaggio delle cosiddette Aree Grigie, zone in cui esistono infrastrutture per la banda ultra larga oppure in cui è prevista la realizzazione entro tre anni, senza nessun mercato concorrenziale. Parlando delle Aree Grigie durante un’audizione presso la Commissione Trasporti della Camera, ha dichiarato:

“Faremo rapidamente la mappatura e le consultazioni. Non appena pronto, porteremo il Piano al Comitato interministeriale per la transizione digitale. Un processo complesso che prevede l’interlocuzione con il mercato e con le Istituzioni nazionali e comunitarie. Lo vogliamo velocizzare il più possibile”.

Il piano di azione prevede interventi sia sull’offerta che sulla domanda di servizi digitali. L’obiettivo principale è la copertura dell’intero territorio con tutte le tecnologie in grado di abilitare l’accesso alla banda ultra larga: non solo FTTH, ma anche FWA per raggiungere i territori più impervi. 

Vittorio Colao

Il Ministro punta a connettere tutte le istituzioni, incluse le scuole, gli ospedali, gli uffici pubblici e tutte le 18 isole minori entro pochi anni:

Stiamo lavorando con Agcom e Infratel per far convergere in un unico sistema tutte le mappature. Cercheremo di erogare i nostri contributi in maniera efficiente. Speriamo di fare presto e arrivare entro fine anno ad avere tutto allineato per poter partire con le gare. Cercheremo di fare aree molto più piccole perché permettono agli operatori di essere più precisi. Speriamo a inizio del 2022 di avere il processo terminato.

5 obiettivi in 5 anni, la sfida del Ministro Colao

Le ambizioni del Ministro sono a dir poco interessanti: nonostante l’Unione Europea abbia stabilito come data simbolo della transizione tecnologica il 2030, Colao vuole battere sul tempo gli altri Paesi e punta al 2026. Per i 5 anni futuri, infatti, ha individuato altrettanti obiettivi necessari per la transizione digitale: 

  • Fare in modo che almeno il 70% della popolazione usi regolarmente l’identità digitale, contro la percentuale di utenti attuale che è meno della metà.
  • Rendere digitalmente abile almeno il 70% della popolazione.
  • Portare il 75% delle PA italiane a utilizzare servizi cloud.
  • Erogare online almeno l’80% dei servizi pubblici.
  • Raggiungere il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra larga, grazie alla collaborazione con gli operatori di mercato e il MISE.

Una sfida che gli operatori impegnati in Italia nella lotta al digital divide, come ad esempio Open Fiber, non vedono l’ora di cogliere!

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Tornano i Webby People’s Voice Awards, giunti alla 25° edizione

Sono stati annunciati ufficialmente i candidati per i Webby Awards, che ricorrono al 25° anniversario!

Da celebrità nominate come Sir David Attenborough, Dua Lipa e Rosalía, ad app stimolanti come Radio Headspace di Headspace ed EVE Online – Project Discovery, a serie di contenuti social di spicco come #UNHATEWOMEN di Philipp e Keuntje e #StyleFriday di Kolle Rebbe. I vincitori del prestigioso Webby rappresenteranno coloro che dimostreranno di creare il miglior lavoro su Internet, in tutto il mondo.

Webby Awards XXV

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C’è la competizione per due dei premi più ambiti di Internet: il Webby Award, scelto dall’Academy, e il Webby People’s Voice Award, selezionato dal pubblico.

Le votazioni per i Webby People’s Voice Awards sono ora aperte fino a giovedì 6 maggio. Tutti i vincitori di Webby saranno celebrati durante uno spettacolo virtuale costellato di stelle condotto da Jameela Jamil martedì 18 maggio.

comunicazione politica

Come cambia la comunicazione politica in tempi di pandemia

Il mondo sta affrontando una sfida che non ha precedenti e per la quale non c’è stata la possibilità di essere sufficientemente preparati.

La pandemia ha stravolto non solo le certezze individuali, ma anche le regole del gioco nell’economia, nella politica e, inevitabilmente, anche nei meccanismi di formazione dell’opinione pubblica.

La comunicazione politica, espressione-cappello che può servire a racchiudere sia la comunicazione istituzionale (quella di chi ‘sta al potere’) sia quelle dei partiti e dei loro esponenti (sia di maggioranza, sia di opposizione), sia quella più squisitamente elettorale, ha subito a sua volta alcune profonde modificazioni.

In verità alcune dinamiche sono mutate in misura persino superiore rispetto alla capacità delle macchine della propaganda di leggere quei cambiamenti e adattarsi così alla “nuova normalità”; per questo motivo può essere utile analizzare nello specifico tre regole che sono saltate nel passaggio dal pre-Covid al Covid, senza però immaginare che questa modificazione di scenario sia stata davvero metabolizzata da chi comunica la politica.

#1. L’accountability non è mai stata così importante

Il principale cambiamento relativo al dibattito pubblico riguarda una doppia, e apparentemente contradditoria, dinamica: da un lato gli argomenti di discussione si sono profondamente ridotti per numero (il Covid e davvero poco altro), dall’altro lato è cresciuta la complessità delle questioni da affrontare.

Non si può parlare di pandemia limitandosi esclusivamente alle opinioni e senza tenere costantemente d’occhio i dati scientifici; o meglio, si può fare, ma con il concreto rischio di essere sbugiardati pochi giorni dopo dal dato di realtà.

Basti pensare, per esempio, alle rapide ritirate di tutta la classe politica italiana, a turno, prima del primo lockdown e dopo aver esagerato negli slanci di ottimismo, o a quello che sta accadendo in Germania in queste settimane. Angela Merkel continua da tempo a chiedere un inasprimento delle restrizioni, ha dovuto fare marcia indietro (chiedendo scusa) prima di Pasqua su pressione del suo partito, la CDU, preoccupata di perdere voti a meno di sei mesi dalle elezioni politiche, e ora è tornata sulle sue posizioni iniziali in ragione del nuovo incremento dei contagi nel suo paese.

sondaggio ipsos

Questo continuo “autosmentirsi” rappresenterebbe in qualunque caso un danno reputazionale, perché si dimostra plasticamente di aver parlato – in taluni casi prendendo decisioni nell’interesse della collettività – senza aver avuto piena consapevolezza di ciò che si stava dicendo.

Ma proprio perché gli argomenti di discussione sono diminuiti per numero, quel danno reputazionale è ancora maggiore rispetto al passato: tutti stanno guardando nella stessa direzione, oramai da oltre un anno, e dunque non si può confidare nella tattica della “distrazione di massa”, cioè nel passare costantemente da un fronte – spesso polemico – all’altro per far dimenticare lo strafalcione precedente.

Per questo motivo l’accountability, cioè la coerenza tra il dire e il fare (semplificando), rappresenta un valore assoluto per chi comunica la politica, oggi ancora più che in passato.

#2. La comunicazione di crisi non prevede “no comment”

Il quadro si complica ulteriormente se pensiamo che la comunicazione politica di crisi è del tutto paragonabile a quella aziendale. In quel genere di situazioni, chi si trova sotto pressione mediatica non può (più) aspettare che il tempo passi: anche se i media tradizionali decidessero di passare ad altro, la conversazione potrebbe comunque proseguire su web e social. Non comunicare in tempi di crisi non è più, dunque, un’opzione se si vuole gestire efficacemente la propria reputazione.

Sarebbe impensabile, ad esempio, che un’azienda che commette un grave errore di comunicazione digitale (la storia recente è piena di casi del genere) non tenga conto del fatto che si possa finire nei trend di Twitter o di Google per quelo motivo: bisogna fare qualcosa. Se – come credo – il parallelo tra queste due forme di comunicazione di crisi regge, allora la comunicazione politica non può che essere iper-prolifica in momenti di difficoltà come questo.

A tal proposito, è in corso un interessante dibattito sulle differenze di stile (sia per quantità sia per qualità) tra il modello Conte-Casalino, accusato di essere fin troppo pressante (e talvolta contraddittorio) nei messaggi immessi nel circuito dell’informazione, e le scelte di Mario Draghi che invece sembrano andare nella direzione opposta.

È difficile – soprattutto a emergenza in corso – stabilire quale dei due modelli sia il più adatto in una fase del genere, ma di certo bisogna tenere conto che i processi che portano alle decisioni in tempo di crisi non vanno solo condivisi ma anche spiegati, per evitare distorsioni nella ricezione dei messaggi, vuoti di comunicazione e polemiche evitabili (basti pensare al caos informativo su Astrazeneca di cui ho scritto nel post precedente qui su Ninja Marketing), esattamente come bisognerebbe coinvolgere le popolazioni interessate da un’infrastruttura da costruire sul proprio territorio per provare a scongiurare l’effetto Nimby.

La comunicazione di crisi è dunque comunicazione di processo e non solo condivisione degli output decisionali. C’è però un problema: si è detto, nel paragrafo precedente, che l’accountability è il valore supremo e che bisogna evitare di contraddirsi troppo spesso e troppo velocemente in pubblico.

sondaggio ipsos

Source: Ipsos

Questo dovrebbe indurre a una certa prudenza, dunque, nelle proprie esternazioni, a meno che non si sia totalmente certi di quello che si sta per dire. Dall’altro lato, però, la scarsa comunicazione espone a fragilità di leadership, soprattutto di carattere emotivo (spiegare le cose perché siano comprese, rassicurare la popolazione sulla bontà delle scelte fatte), nei confronti degli elettori.

Da un lato, dunque, converrebbe comunicare poco; dall’altro bisognerebbe comunicare molto. La complessità di questa fase, per i (comunicatori) politici, sta proprio nella gestione virtuosa di questa contraddizione.

#3. Fare opposizione è più difficile in tempi di crisi

Criticare la linea politica di chi sta al governo è, naturalmente, sempre legittimo. Ma è opportuno ed efficace farlo mentre un governo sta provando a risolvere un’emergenza che riguarda tutti gli italiani?

Questo è il grande dilemma che riguarda le forze politiche di opposizione. Le difficoltà sono di due tipi. La prima è riassumibile nel concetto ‘Rally Around The Flag’: quando una comunità si sente minacciata, l’istinto è di ‘tifare’ per chi la governa, a prescindere dal proprio colore politico, perché si confida di essere liberati quanto prima da quella minaccia alla propria vita.

flag effect

Proprio questo effetto ha generato un boost di consenso per il governo Conte-bis agli inizi del lockdown. Questa dinamica non è del tutto scemata, anche se siamo in una fase diversa della campagna contro il Covid e, soprattutto, è cambiato il Governo nel nostro paese. Basti pensare a ciò che può accadere in qualsiasi regione in Italia e, per paradosso, ancor di più nelle zone d’Italia in cui la campagna vaccinale procede a rilento.

Cosa dovrebbe fare l’opposizione in una circostanza del genere? Denunciare che va tutto male rischiando di apparire come coloro i quali, per convenienza politica, sperano che i vaccini non arrivino ai cittadini, e quindi rischiando di ottenere l’effetto opposto? O al contrario sarebbe più sensato sostenere la regione con spirito istituzionale, rischiando di co-intestarsi un eventuale fallimento? O addirittura converrebbe tacere?

Anche in questo caso, probabilmente, non esiste una risposta univoca: molto dipende dal livello di credibilità di chi governa e di chi è all’opposizione rispetto alla capacità di gestire quel tipo di processi. Se, per esempio, il capo dell’opposizione avesse maturato esperienze amministrative in contesti complessi e criticasse nel merito una campagna vaccinale, riuscirebbe a non essere percepito in malafede. In ogni caso – e questa è un’altra grande differenza rispetto al recente passato – la classica strategia di demonizzazione “a prescindere” di tutto ciò che fa il proprio avversario potrebbe non funzionare più.

digital tool della settimana

Frida van Lisa, InPrivy, Slack Mood Check-in: i digital tool della settimana

Ridurre lo stress, essere attenti ai bisogni del team e avere un occhio verso le tendenze contemporanee. Sono queste le parole d’ordine dei tool della settimana, da inserire nella cassetta degli attrezzi per iniziare ad esplorare il mondo degli NFT, gestire meglio le videocall, o addirittura prendersi cura dei collaboratori, anche da remoto.

Tra una password da ricordare e condividere, ma sempre in modo sicuro, e una riunione su Zoom, questa settimana abbiamo anche celebrato l’Earth Day, guardando a come il mondo si è trasformato attraverso una nuova interessantissima funzione di Google.

LEGGI ANCHE: ICONS8, emolog e Clockwise: i digital tool della settimana

Crypto-ludo-arte

Una storia di crimine criptato all’interno di un NFT sulla blockchain di Ethereum. Nata da una collaborazione tra uno scrittore e un artista, che ha realizzato l’opera d’arte della copertina, Frida van Lisa è una sci-fi story disponibile in appena 8 copie, da scaricare o da acquistare.

Giornata della Terra 2021

Nel più grande aggiornamento di Google Earth dal 2017, in occasione della Giornata della Terra celebrata il 22 aprile, è possibile vedere il pianeta in una dimensione completamente nuova: il tempo. Il Timelapse di Google Earth ha usato 24 milioni di foto satellitari degli ultimi 37 anni per creare un’esperienza immersiva in 4D.

Ssshhh: attenzione alle password

Stai ancora inviando le tue password in chiaro via email, Slack, WhatsApp e simili? Non farlo! Con InPrivy puoi condividere tutto il necessario con colleghi o clienti attraverso un link sicuro. Una volta aperto, il contenuto verrà cancellato.

Checklist per VideoCall

Stanco delle lunghe ore di riunione in videoconferenza? Video Call Checklist è una guida leggera e facile da leggere che contiene consigli che aiutano a ridurre la fatica da Zoom. Ogni consiglio è supportato da ricerche e da centinaia di ore di esperienza online.

Come ti senti oggi?

Sapere come si sente il tuo team ogni giorno, individuare le tendenze e agire. Slack Mood Check-in traccia l’umore del team, in modo asincrono e anonimo. Un ottimo modo per prendersi cura della squadra anche da remoto.

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aumentare le conversion

5 semplici consigli per aumentare le conversion dei tuoi contenuti

Forse i tuoi contenuti stanno già generando conversioni sufficienti, ma vuoi davvero accontentarti di un risultato “sufficiente”? Puoi fare di meglio e migliorare il tuo content marketing per raddoppiare o addirittura triplicare i tuoi tassi di conversione.

Oggi, ci concentriamo su come farlo con l’aspetto più importante del content marketing: i tuoi contenuti. Ecco i qualche consiglio per aumentare le tue conversioni

1. Scrivi un titolo “killer”

Il titolo è la prima cosa che i lettori notano del tuo post sul blog o nella tua landing page. Se il titolo è in grado di catturare l’attenzione, le persone continueranno a leggere il contenuto; diversamente non visiteranno la tua pagina.

Ci sono alcuni elementi comuni nei titoli di successo, Hubspot e Outbrain hanno studiato 150.000 titoli di articoli nel 2013 trovando risultati molto simili ad alcuni punti che Auriane Alix ha condiviso recentemente dopo aver analizzato i titoli di ben 50 articoli di successo diventati virali.

Tra gli elementi con alti tassi di conversione troviamo:

  • Titoli con sette parole
  • Numeri nel titolo
  • La prima parola include “cosa”, “perché”, “come”
  • La prima parola include “il” o “questo”

Puoi utilizzare queste caratteristiche comuni dei titoli di successo come base per scrivere titoli killer con un alto tasso di conversione. 

aumentare le conversion

Spiega chiaramente di cosa tratta il contenuto in poche parole e, se ha bisogno di qualche dettaglio in più, includi una breve spiegazione dopo i due punti o il trattino. E, quando crei un post con una lista, usa un numero.

Oltre a queste nozioni di base, secondo Wider Funnel, parole come “tu”, “perché”, “gratis”, “nuovo” e “subito” aiutano a  generare conversioni. 

Puoi trovare più parole ad alta conversion in un elenco di oltre 700 parole compilato da  OptinMonster. Ci sono, inoltre, alcuni strumenti utili per l’analisi dei titoli come quelli di CoShedule e Advanced Marketing Institute, strumenti per testare le bozze dei titoli in modo da poter scegliere quello che probabilmente avrà il rendimento migliore.

2. Incuriosisci i lettori con la tua introduzione

Il tuo titolo dovrebbe attirare i lettori. L’introduzione dovrebbe incuriosirli abbastanza da farli rimanere e desiderare di leggere di più. In altre parole, il titolo è l’esca e l’introduzione è l’amo.

E non sarebbe fantastico se la tua introduzione fosse anche l’amo per i motori di ricerca?

Ciò è possibile quando utilizzi strumenti come TextOptimizer che offrono suggerimenti per il miglioramento dei contenuti in modo che i tuoi contenuti soddisfino le esigenze delle persone che vi arrivano dai risultati di ricerca di Google. Gli utenti, quando ottengono ciò che stanno cercando, restano sulla tua pagina più a lungo e interagiscono meglio con essa.

Per i blog post, le prime tre o quattro frasi sono l’introduzione e dovrebbe chiaramente spiegare come i lettori possano trarre vantaggio dal post. Altrimenti, perché dovrebbero continuare a leggere?

Nel caso delle landing page, il sottotitolo funge da intro ed è altrettanto importante per intrigare e convertire il tuo pubblico. Il sottotitolo dovrebbe evidenziare i principali vantaggi, in modo che le informazioni siano più facili da leggere ed elaborare.

3. Scegli le giuste immagini

L’aggiunta di elementi visivi al testo può fare un’enorme differenza in termini di prestazioni. Attrae e coinvolge i tuoi lettori aggiungendo più sostanza. È anche un ottimo modo per suddividere parti di testo più lunghe, rendendo il contenuto più facile da leggere e comprendere.

Uno studio di BuzzSumo su oltre 1 milione di articoli ha rilevato che i contenuti con immagini ogni 75-100 parole, hanno realizzato il doppio delle condivisioni di articoli con meno immagini. Il tipo di immagini da utilizzare dipende dai contenuti che stai creando.

Ecco cinque tipologie di contenuto grafico che possono aiutarti ad aumentare le conversioni:

#1. Usa Grafica originale

Prendersi del tempo per inventare qualcosa di prezioso e originale, mostra ai lettori che i tuoi contenuti sono unici. 

Anche se non hai un designer interno che ti aiuti in questo, puoi sempre utilizzare strumenti come Canva per aiutarti a crearli.

La grafica originale può funzionare bene, ad esempio immagini in primo piano per i post del tuo blog. È meglio cercare di inventare qualcosa di divertente e accattivante ma comunque rilevante per l’argomento trattato nel post.

Esempio: ecco un’immagine originale creata per un post dedicato all’Influencer Marketing. Come puoi vedere, l’immagine cattura immediatamente l’attenzione e si riferisce chiaramente all’argomento trattato.

#2. Inserisci grafici o tabelle

Se citi studi o statistiche a sostegno dei tuoi punti, includi tabelle e grafici per illustrarli. Grafici o tabelle accanto al testo facilitano l’elaborazione delle informazioni da parte dei lettori.

#3. Non dimenticare gli screenshot

Se spieghi come funziona qualcosa, gli screenshot possono arricchire i tuoi contenuti. Gli screenshot possono spiegare visivamente ciò che le parole non possono esprimere adeguatamente. 

Ad esempio, utilizzali per illustrare suggerimenti pratici per uno strumento o l’implementazione di una strategia. Puoi anche utilizzare screenshot come prova delle affermazioni fatte nel testo.

Puoi evidenziare, annotare o modificare i tuoi screenshot per spiegare meglio un punto. Per mantenere intatta la qualità dell’immagine durante la modifica, puoi utilizzare editor di foto gratuiti come Instasize per realizzare contenuti adatti per ogni piattaforma dove andrai a pubblicare.

Esempio: in un articolo di Ninja Marketing dedicato al lancio della nuova piattaforma AD Studio di Spotify è stato inserito uno screenshot per mostrare l’anteprima dell’interfaccia dedicata alla gestione self-service delle campagne pubblicitarie audio e video su Spotify.

#4. Sfrutta il potere delle Infografiche

Dati complessi e concetti complicati possono essere difficili da comprendere con le sole parole. In questi casi, le infografiche possono essere utili per spiegare o illustrare le informazioni. Uno studio di Venngage nel 2020 ha rilevato che il 40% degli esperti di marketing ha ritenuto che questo formato sia la forma di contenuto più coinvolgente.

Strumenti come  Piktochart  e  Infogram  sono ottimi per creare infografiche accattivanti, anche per i principianti. Puoi anche utilizzare le infografiche per riutilizzare il tuo vecchio testo.

Cerca alcuni dei tuoi post sul blog più performanti , quindi trasformali in un pezzo più breve che evidenzi i punti principali e usa quel contenuto per creare un’infografica.

#5. Non dimenticare i Video

Le immagini o il testo da soli potrebbero non essere sufficienti per spiegare come funziona un prodotto o come le persone possono trarne vantaggio. Potresti includere un breve video esplicativo sulla tua pagina di destinazione per aumentare le conversioni. Oppure includi  testimonianze video o recensioni di clienti e  influencer.

Se non hai il tempo, le competenze o le risorse per creare contenuti video proprietari, utilizza siti Web di filmati stock . Offrono video che possono essere utilizzati un numero illimitato di volte con un abbonamento una tantum e puoi accedere ai loro grandi repository di video introduttivi, storie di Instagram, loghi animati e modelli di YouTube.

4. Utilizza un formato di facile lettura

Un altro fattore che influenza la capacità di conversione dei tuoi contenuti è il formato. Scrivere suggerimenti e informazioni utili in enormi blocchi di testo non rende facile la lettura e l’elaborazione per le persone. Questo metodo di scrittura può danneggiare il tuo tasso di conversione perché le persone vogliono poter sin da subito aver chiaro il contenuto.

Per rendere i tuoi contenuti più facili da leggere:

  • Suddividi blocchi di testo in paragrafi più brevi. Non creare paragrafi di più di cinque o sei righe.
  • Utilizza i punti elenco laddove applicabili per evidenziare i punti chiave.
  • Aggiungi altri elementi come immagini per illustrare i tuoi punti e suddividere i blocchi di testo.
  • Includere sottotitoli ogni volta che è possibile per rendere il contenuto più facile da leggere

Esempio: è possibile visualizzare una formattazione di facile lettura in molti articoli di Ninja: paragrafi, sottotitoli e schermate brevi e di facile lettura.

5. Crea una “call to action” convincente

La tua call to action dovrebbe convincere le persone a compiere l’azione desiderata. Forse la tua CTA è alla fine di un post sul blog, che esorta le persone a iscriversi alla tua newsletter o scaricare il tuo ultimo e-book. O forse è una CTA sulla tua landing page per un prodotto o servizio. Anche i tuoi contenuti video hanno bisogno di un invito all’azione per aumentare le conversioni.

Ovunque venga utilizzata, assicurati che la CTA sia convincente:

  • Spiega chiaramente cosa vuoi che le persone facciano. Rendila utilizzabile iniziando la frase con un verbo. Ad esempio, “Ottieni subito la tua guida gratuita” o “Inizia a risparmiare oggi”.
  • Arriva al punto. Se la CTA si trova alla fine di un post sul blog, puoi scrivere una frase dettagliata. Per una landing page, limitala a cinque o sei parole.
  • Concentrati su ciò che otterranno o su come trarranno vantaggio dall’azione.
  • Crea urgenza con parole come “adesso”, “subito” o “oggi”.
  • Crea esclusività utilizzando parole come “personalizzato” o “esclusivo”.
  • Evidenzia i vantaggi con parole come “gratis” o “salva”.
  • Scegli un paio di suggerimenti per creare ogni CTA. Quindi esegui un test A / B per vedere quale genera più conversioni.

Esempio: La landing page di OptinMonster mostra un eccellente esempio di invito all’azione convincente. “Get OptinMonster now” è breve e pertinente. Spiega cosa otterranno le persone e usa la parola “now” per creare un senso di urgenza.

Non accontentarti mai del “soddisfacente”: questi suggerimenti semplici ed efficaci possono aiutarti a migliorare i tuoi contenuti per aumentare le tue conversion.

Partnership tra Pinterest e Shopify: le opportunità per le PMI d’Italia

Pinterest e Shopify annunciamo l’espansione globale della loro partnership, attiva da oggi in 27 nuovi Paesi, tra cui l’Italia.

Il social commerce, nuova frontiera dell’eCommerce, diventa un’opportunità concreta per realizzare maggiore interattività con il cliente, anche sotto la spinta del lockdown, che ha rivoluzionato e ribaltato i modelli di business.

“Un’integrazione strategica tra le due corporate”,

dichiarano Adrien Boyer, Country Manager for Southern Europe di Pinterest e Paolo Picazio, Head of Market Development di Shopify, nell’intervista rilasciata in anteprima a Ninja Marketing.

La nuova partnership offrirà a 1,7 milioni di merchants Shopify in tutto il mondo un modo semplice per portare i propri prodotti su Pinterest e trasformarli in Pin di prodotto acquistabili sulla piattaforma.

Pinterest App iPhone

Il retargeting e il supporto multi-feed: le due novità della partnership

Due le nuove funzionalità annunciate: il retargeting dinamico, tramite l’interfaccia utente di Shopify, ovvero un targeting ad alto intento, che consentirà agli inserzionisti di interagire nuovamente con i Pinner che hanno già espresso interesse per i loro prodotti. Altra funzione sarà il supporto multi-feed per i cataloghi: gli utenti Shopify e qualsiasi rivenditore con un account aziendale Pinterest potranno aggiungere fino a 20 feed di prodotto al proprio account per raggiungere diversi mercati, ciascuno indicante dati locali specifici come valuta, lingua o disponibilità del prodotto.

Un’opportunità straordinaria per le piccole imprese italiane PMI, non solo per la spinta verso la digitalizzazione, ma anche per poter usufruire di un mercato in crescita, come quello dell’eCommerce: dai dati statici del report di Casaleggio Associati del 2020, emerge un aumento di utenti che ha raggiunto i 2,6milioni in Italia.

Lo switch culturale: i dati dell’eCommerce e la digitalizzazione delle PMI italiane

Un vero  e proprio switch culturale, non solo nelle abitudini di acquisto dei consumatori, prima fortemente legati al negozio fisico, ma anche in prospettiva corporate, con molte aziende, inizialmente reticenti ed oggi invece disposte ad aprire uno store online. Il lockdown, infatti, ha provocato aumento del traffico Internet del 60%: in Italia il 72% delle persone ha trascorso più tempo sul proprio smartphone.

Pinterest si propone, così, di contribuire alla digitalizzazione delle PMI costruendo una destinazione per lo shopping con pari opportunità di crescita per tutte le aziende, a prescindere dalle dimensioni.

Il 97% delle ricerche su Pinterest, infatti, non mostra brand, ma consiste in 2-3 query di parole: gli oltre 450milioni di utenti mensili sono quindi alla ricerca di ispirazioni, di idee generali e non di marchi specifici. Un vantaggio per le piccole e medie imprese di poter ottenere maggiore visibilità, per farsi scoprire in uno scenario globale e interagire con nuovi clienti che pianificano le loro future decisioni di acquisti: l’83% dei Pinner settimanali ha effettuato un acquisto in base ai contenuti visti in piattaforma.

Pinterest Product Pins Italy

La crescita globale dell’imprenditorialità post lockdown

Gli insight interni di Shopify evidenziano che il numero totale di nuove creazioni di negozi in Italia online è cresciuto del 247% nel 2020 rispetto all’anno precedente, mentre  il GMV (il volume di vendita) è aumentato del 174%, con nuove società attive completamente in remoto.

In ambito mondiale, solo negli Stati Uniti, tra giugno e settembre sono state fondate quasi 1,4 milioni di startup, con un aumento del 49% rispetto al secondo trimestre.

In base alle proiezioni, per più di 2 italiani su 3 (68%), superata l’emergenza, l’ammontare degli acquisti in beni di consumo rimarrà invariato rispetto ad oggi. Solo per il 21% subirà una flessione, mentre per una piccola minoranza (11%) aumenterà.

Obiettivo di Pinterest è essere un luogo di ispirazione e fornire un’esperienza di acquisto online simile a quella in negozio, in termini di navigazione nei corridoi, visualizzazione delle collezioni curate dai rivenditori e confronto dei prezzi. Una sorta di vetrina virtuale per gli inserzionisti sempre aperta.

Adrien Boyer Pinterest Headshot

Adrien, come nasce l’idea della sinergia tra le due corporate e come si svilupperà concretamente (in modalità operativa), la partnership tra Pinterest e Shopify. Come saranno collegate le due piattaforme?

“Pinterest e Shopify si impegnano molto nel supportare i commercianti di tutte le dimensioni a trovare successo nell’ecommerce. Fornendo loro un accesso rapido e facile alle funzionalità di acquisto di Pinterest, gli inserzionisti potranno connettersi con oltre 450 milioni di persone che si rivolgono a Pinterest in tutto il mondo ogni mese per essere ispirati in un ambiente positivo, nella fase iniziale del processo di acquisto, intenzionati a portarlo a termine – esordisce Adrien Boyer, Country Manager for Southern Europe di Pinterest – Attraverso le nostre API (application programming interface), l’integrazione tra Pinterest e Shopify è stata ideata per aiutare i marketer ad impostare la propria presenza e le attività di marketing su Pinterest in pochi semplici passaggi. Scaricando l’integrazione, si può impostare il tag di conversione, caricare il proprio catalogo prodotti e iniziare a fare pubblicità su Pinterest in pochi minuti, guidando la reperibilità e catalizzando gli sforzi di marketing”.

Pinterest si propone come una vetrina sempre aperta. Il negozio online sostituirà lo store fisico, o saranno sinergici tra loro nella dimensione reale e virtuale? Che spazio di visibilità avranno le piccole e medie imprese italiane e come saranno supportate?

“Pinterest e Shopify stanno promuovendo il social commerce.  Stanno abbinando la mentalità unica del pubblico di Pinterest – che sulla piattaforma cerca il prossimo prodotto o servizio da provare – con gli oltre 1,7 milioni di inserzionisti Shopify in tutto il mondo che ora possono facilmente portare i propri prodotti su Pinterest per aumentare le vendite. Questa è una partnership strategica che avvantaggia sia gli acquirenti che le aziende, in particolare le PMI.

Pinterest si trova in una posizione unica perché non è un social media: è una piattaforma di scoperta visiva che le persone utilizzano per la propria pianificazione e ispirazione e non per connettersi con gli amici. Soprattutto più recentemente, si è contraddistinto come luogo in cui le persone hanno potuto sfuggire alle notizie, alla politica e alla negatività online. È un angolo positivo di Internet, dove le persone trovano l’ispirazione per creare la vita che desiderano. Con questa motivazione arriva l’intento commerciale e la percezione degli annunci come additivi, per aiutare nella pianificazione di una nuova casa, vestito o progetto”.

Paolo Picazio, Head of Market Development Shopify

“Essere fonte di ispirazione” e condividere idee creative. Come si può ispirare un consumatore online nel processo di acquisto?

“In questo momento storico in cui lo shopping nelle corsie di un negozio è cambiato radicalmente, vogliamo riportare quella stessa esperienza ai consumatori. Il nostro obiettivo è rendere lo shopping il più stimolante possibile, proprio come sfogliare le pagine di un catalogo o camminare in uno store fisico. Un’esperienza di acquisto online che rispecchi la vita reale. Pinterest può replicare proprio quest’esperienza per consumatori e rivenditori attraverso le collezioni curate e la scoperta visiva”.

La pandemia ha ribaltato lo scenario dei consumi. Quali sono le proiezioni (anche in termini economici) e le prospettive della nuova partnership?

“Il prezioso vantaggio per le piccole e medie imprese è che possono essere scoperte grazie alla pertinenza dei propri contenuti e alla qualità dei propri prodotti. Ad esempio, se un utente sta cercando idee per l’arredamento della casa, molto probabilmente non includerà il nome di un brand nel termine di ricerca – continua Adrien Boyer –  Le PMI posso ottenere maggiore visibilità e attirare nuovo pubblico. Stessa possibilità per aziende di qualsiasi dimensione di essere scoperte e di interagire con nuovi clienti motivati, aperti a nuovi stimoli e che pianificano le proprie future decisioni di acquisto. Creare, quindi, credibilità per il proprio brand e i propri prodotti con strategie organiche e a pagamento. Poiché l’e-commerce sta diventando più sempre più importante e i consumatori spostano la propria spesa sull’online, i rivenditori dovrebbero ispirare i Pinner e creare un’esperienza di shopping che assomigli alla vita reale, trasmettendo normalità e gioia. I brand stanno esplorando come ispirare creando esperienze di acquisto digitali altamente visive”.

L’obiettivo di Shopify è rendere il commercio accessibile a tutti riducendo le barriere all’imprenditorialità – aggiunge anche Paolo Picazio, Responsabile per lo sviluppo del mercato italiano di Shopify – Grazie a questa partnership, infatti, tutti i merchant italiani potranno beneficiare delle opportunità che derivano dalla presenza su una vetrina importante come Pinterest, con milioni di utenti che usano l’App per fare acquisti. Si tratta quindi di un vantaggio competitivo importante, per questo ci aspettiamo che gli imprenditori abbraccino con favore questa novità in Italia e adeguino le proprie strategie di vendita a quelli che sono i maxi trend che stanno plasmando il commercio a livello globale, tra cui il social commerce appunto”.

Paolo l’Italia è tra i Paesi obiettivo. Quante sono le PMI presenti su Shopify? Come si evolve lo scenario di acquisto online?

“Ad oggi, sono oltre 1 milione e 700 mila le realtà imprenditoriali – dalle PMI alle grandi aziende – che nel mondo hanno scelto Shopify per gestire il proprio eCommerce. Un numero quasi raddoppiato nel 2020 (erano oltre 1 milione nel 2019). In questo contesto, l’Italia è uno dei Paesi nei quali il commercio digitale è cresciuto di più. E lo dimostrano i dati: nel nostro Paese, i nuovi store aperti su piattaforma Shopify sono aumentato del 247% rispetto al 2019 (ed era +400% soltanto nella prima metà dell’anno).  Comprare online è ormai un’abitudine, ma le aspettative sull’esperienza di acquisto stanno cambiando e dunque i brand, piccoli o grandi che siano, devono adattare le proprie strategie alle nuove esigenze del proprio target. Come rivela il nostro report Future of Commerce 2021, i giovani – che sono oggi la vera forza trainante dell’e-commerce – sono sempre più propensi a scoprire e acquistare nuovi prodotti sui social media. E dunque è proprio su tali piattaforme che i brand dovranno farsi trovare se vorranno restare competitivi anche in futuro. Grazie a questa partnership, ci impegniamo ancora una volta ad aiutare i nostri merchant a cogliere le enormi opportunità che derivano dal social commerce e in questo caso da Pinterest nello specifico”.

Come è possibile sostenere l’utente nella fase di decisione rispetto ad un mercato online sempre più vasto e complesso. Abbiamo dati numerici in proposito?

“È importante che i brand guardino il mondo con gli occhi dei propri clienti, analizzando e valutando tutte le fasi del processo di acquisto. Per questo, Shopify sta lavorando per mettere a disposizione dei propri merchant tutti gli strumenti che consentano loro di sviluppare strategie basate sull’omnicanalità e dunque in grado di intercettare la domanda, raggiungere il proprio target su più canali e piattaforme, soddisfando le loro esigenze. Come negli anni abbiamo integrato la piattaforma Shopify con i più noti marketplace, stiamo stringendo ora partnership con i principali player del settore di cui – soltanto per citare i più recenti – ricordo TikTok e Pinterest da oggi. Nel 2020 le installazioni di app che permettono di vendere sui social da parte dei merchant Shopify sono cresciute del 76% a livello globale”.

Come funzionerà in sintesi l’App Pinterest per Shopify?

Fornirà un accesso agevole alle funzionalità di acquisto di Pinterest, tra cui la distribuzione di tag, l’acquisizione di cataloghi e l’interfaccia di acquisto di pubblicità, senza la necessità di modificare il codice o distribuire risorse sul proprio sito.

Gli inserzionisti potranno caricare un feed diverso per ogni mercato in cui vendono il prodotto, per ogni lingua all’interno di un singolo paese, ma anche per servire diverse strategie pubblicitarie come il retargeting. Mentre il supporto multi-feed per i cataloghi consentirà alle aziende di gestire e ridimensionare meglio i propri prodotti su Pinterest.

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Salesforce si riorganizza per sostenere al meglio la crescita dell’ecosistema italiano

Salesforce, azienda leader globale nel CRM, continua a crescere e l’Italia rimane uno dei paesi che fa segnare dei numeri significativi in tutti gli ambiti. Per questo, per meglio servire e consigliare i propri clienti impegnati in un forte processo di trasformazione e accelerazione digitale, ha deciso di darsi una nuova organizzazione.

Nuova organizzazione

La prima linea è caratterizzata da una Leadership al femminile con Vanessa Fortarezza che in qualità di Area VP Enterprise Business Unit segue tutti i clienti dei settori Financial Services, Telco, Energy e Utilities, Automotive, Manufacturing e Travel&Transportation, mentre Eva Maria Mengoli in quanto Area VP Commercial Business Unit segue le aziende di medie dimensioni fiore all’occhiello del tessuto imprenditoriale italiano in molti settori industriali. Alessandro Paglioli è il Senior Regional VP Retail, Pharma, Media e CPG. I tre manager riportano direttamente al nuovo Country Leader Mauro Solimene.

success: team

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L’altra importante novità riguarda le vendite specializzate. Qui, Maurizio Capobianco in qualità di Area VP Cloud Sales coordina i team di Marketing Cloud guidato da Andrea Buffoni, Commerce Cloud da Gianluca De Cristofaro e Platform e Service Cloud sotto la direzione di Alberto Azerrad.

Nicola Lalla, VP Solution Engineering, estende la sua responsabilità all’area Mediterranean, Middle East & Africa, guidando tutto il team di Solution Engineers a supporto delle vendite.

Salesforce da quest’anno pone inoltre un’attenzione particolare alla Pubblica Amministrazione come segnale dell’urgente necessità di digitalizzare i processi per servire al meglio i cittadini. A riprova di questo impegno è stata affidata a Federico Della Casa la responsabilità di Senior Vice President Sud Europa, Settore Pubblico. In Italia il mercato è invece seguito da Augusto Davico quale Senior Regional VP.

A completare la struttura anche la divisione SMB per i servizi alle piccole e medie imprese con Giovanni Crispino che in quanto Senior Area VP segue Sud Europa, Medio Oriente, Israele e Africa. Marco Marcone Regional VP Alliances & Channel continua a guidare la gestione delle partnership e dei programmi che impattano la Salesforce Economy mentre Silvia Kyselova’, Direttore Marketing coordina le campagne di Awareness e lead generation in modalità integrata.

Mauro D’Addazio, Senior Regional VP ha la responsabilità di guidare i team di progetto del Customer Success Group area critica per il successo dei clienti e per i rinnovi contrattuali.

Resta centrale il ruolo di Paolo Bergamo, Senior Vice President Product Management che in quanto Executive Sponsor dalla California continua a essere un punto di riferimento per i clienti italiani e rappresenta il contatto con l’Headquarter di San Francisco.

La nuova campagna di Heineken celebra la nostra creatività durante le chiusure

Oggi, Heineken lancia una nuova campagna globale, “We’ll Meet Again”, che celebra la resilienza e la creatività delle persone nell’ultimo anno e il modo in cui hanno trovato modi creativi per reinventarsi e mantenere vivo lo spirito.

We’ll Meet Again

Disponibile su Youtube, We’ll Meet Again viene lanciata esattamente un anno dopo l’uscita della prima campagna #SocialiseResponsibly di Heineken, “Ode To Close”, la prima di una serie di creatività che hanno mostrato sostegno agli utenti durante la pandemia globale.

La creatività mostra il modo in cui le persone si sono reinventate nel quotidiano durante la chiusura, in qualcosa di inaspettato e divertente: dal vestirsi per fare colpo quando si porta fuori la spazzatura, fino a trasformare una passeggiata con il cane in una festa da ballo. We’ll Meet Again riconosce la forza dei consumatori, che hanno usato la loro creatività per mantenere alto l’umore dopo più di un anno di pandemia e limitazioni associate.

Il film è stato diretto dal pluripremiato regista François Rousselet e girato a Barcellona, in Spagna, secondo i rigidi protocolli COVID-19, rafforzando il bisogno di intraprendenza e ingegnosità che è al centro della campagna.

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Bram Westenbrink, Heineken Global Senior Director ha dichiarato:

In Heineken il nostro obiettivo è raccontare storie che siano in sintonia con le persone di tutto il mondo. Quando abbiamo lanciato Ode To Close più di un anno fa, il mondo era bloccato e il nostro messaggio era incentrato sulla sicurezza dei nostri clienti: socializzare responsabilmente. Con We’ll Meet Again, la campagna attinge al sentimento collettivo del momento, mostrando esperienze di vita reale a cui quasi tutti possono relazionarsi, celebrando la resilienza e l’immaginazione con un chiaro messaggio di speranza per il futuro.

Bruno Bertelli, Global CCO, CEO di Publicis Italia, ha dichiarato:

Sebbene il blocco e la riapertura delle città siano stati diversi in ogni paese, ciò che ci ha uniti è il nostro desiderio comune di riconnetterci con le persone attraverso momenti sociali. Con We’ll Meet Again di Heineken, abbiamo realizzato una campagna che celebra l’umanità, sottolineando anche la resilienza, lo spirito positivo e mai arrendevole delle persone in tutto il mondo.

nft per i brand

Come gli NFT stanno diventando un’opportunità per marketer e brand

Hai già sentito parlare degli NFT? Si tratta dei Token Non Fungibili ovvero gettoni crittografici che rendono un oggetto immateriale unico e non replicabile. Sebbene funzionino attraverso il meccanismo della blockchain, la differenza con le criptovalute, tra cui i bitcoin, sta nell’impossibilità di essere replicati.

Benché questo ambito non sia propriamente appannaggio della pubblicità, ecco come i marketers possono sfruttare gli NFT per promuovere i brand dei loro clienti.

Come gli NFT creano valore per i brand

Creare valore per gli utenti è il paradigma del mondo web contemporaneo.

Un cambiamento sociologico che ci fa capire quanto facilmente gli NFT si siano fatti strada nel non luogo digitale. Il loro debutto in società è avvenuto attraverso giochi, sport, arte e musica. Il fenomeno sta spopolando nel collezionismo digitale e sta interessando molti marchi tra cui: Nike, Louis Vuitton e F1 Racing ma anche artisti musicali.

L’evento merita di essere seguito perché apre strade completamente nuove all’advertising. Una fra tutte è la collaborazione che i marchi possono instaurare con artisti per creare opere d’arte digitali collezionabili che grazie alla propria unicità certificata diventano veri e propri cimeli esperienziali.

mike winkelmann beeple collage NFT - NFT MARKETING

Il collage di Beeple venduto per 69,3 milioni di dollari

Tutti noi vorremmo “possedere un momento” e questo lo sanno bene i marketer ma anche il fondatore di Twitter. Jack Dorsey, infatti, ha venduto all’asta il token non fungibile del suo primo tweet per la bellezza di 2.9milioni di dollari. Probabilmente le 5 parole più costose della storia!

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Gli NFT possono essere utilizzati dai brand in vari modi:

  • per finanziare inziative del marchio
  • per creare esperienze di fruzione del prodotto completamente diverse
  • per rendere un evento un’esperienza esclusiva.

Queste sono solo alcune delle possibilità che i marchi possono cogliere per sfruttare questo trend. Ma come qualsiasi strumento tecnologico, l’uso degli NFT deve essere inserito all’interno di una strategia pubblicitaria che ne amplifichi la portata valoriale.

NFT Marketing: il valore degli NFT nel mercato dell’arte

Il collezionista è il consumatore più fedele del marchio.

Artisti digitali come il fotografo Dave Krugman hanno subito colto le potenzialità dei token  non fungibili.

“Questa è una nuova tecnologia, una nuova impalcatura con cui gli artisti possono lavorare e paragono gli NFT a qualcosa di più simile a una relazione tipo artista-collezionista. Si tratta più di costruire una comunità e costruire una relazione online con le persone con cui condividi la tua storia attraverso l’arte. Questo è molto più solido di quello che siamo stati in grado di fare con le piattaforme di social media, ed è ciò di cui sono entusiasta”, ha affermato il fotografo durante un’intervista rilasciata a Coindesk Tv.

Le potenzialità degli NFT possono essere lette anche sul sito cryptoart.io in cui è possibile monitorare l’ammontare delle opere d’arte vendute negli ultimi mesi con NFT.

Dai grafici si nota facilmente che nell’ultimo mese c’è stato un aumento importante delle vendite.

nft marketing

Fonte: https://cryptoart.io/data

Ciò significa che la rivoluzione digitale è già iniziata e molti collettivi creativi si stanno affacciando al mercato delle opera d’arte digitali. Grazie al processo di conio è possibile realizzare delle serie di opere in edizione limitata e generare un numero di NFT corrispondente. Altro punto per i token non fungibili!

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Gli NFT e i social network

Unicità ed esclusività sono i sentimenti che spingono i collezionisti ad acquistare le certificazioni delle opere. Ma il fenomeno può essere letto sotto una lente diversa che tocca altri aspetti della comunicazione e della pubblicità.

Alcune piattaforme di moda stanno iniziando a predisporre la vendita di collezioni in edizione limitata acquistabili tramite token.

Per i marketer i token possono essere sfruttati anche nel mondo dell’influencer marketing.

Attraverso la piattaforma TryRoll.com, un’infrastruttura di blockchain per il denaro, gli influencer possono utilizzare NFT per monetizzare.

Sul sito della piattaforma si legge: “Roll conia i token digitali a marchio unici per la tua presenza online, permettendoti di possedere, controllare e coordinare il valore che crei su tutte le piattaforme. Chiamiamo questi token di marca moneta sociale e utilizziamo la blockchain di Ethereum per coniare ogni token secondo lo standard ERC20. L’utilizzo della blockchain di Ethereum ci consente di sviluppare denaro sociale in un modo controllato da te e dalla tua comunità, non da noi come rete.

Immagina delle vere e proprie campagne di influencer marketing organizzate in questo modo:  i follower del creator accedono tramite la piattaforma a chat e gruppi privati dove assistere a lanci di prodotti e contenuti esclusivi. Usando i token come call to action, le agenzie pubblicitarie possono monitorare l’andamento della campagna e il creator monetizzare incentivando la partecipazione della community.

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ICONS8, emolog e Clockwise: i digital tool della settimana

Risparmiare tempo: questa è una delle parole d’ordine più importanti in ufficio, ma anche nel lavoro da remoto. Una migliore ottimizzazione delle risorse permette di arrivare a fine giornata con una buona dose di soddisfazione e sicuri di aver completato tutti i task quotidiani.

Per questo, alcune risorse risultano particolarmente preziose per lo scopo, senza dimenticare che, nella baraonda giornaliera del turbinio di email e messaggi, è bene tenere sotto controllo in nostro livello di stress, magari monitorandolo.

Nei digital tool della settimana c’è un suggerimento proprio per questo, oltre a strumenti per rinnovare la nostra immagine e ottimizzare i funnel.

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Il diario delle tue emozioni

emolog digital tool

Ogni giorno ci esprimiamo attraverso decine di emoji, ma la velocità del digitale ci fa dimenticare presto ciò che abbiamo provato. Con emolog puoi riassumere la tua giornata in una faccina e registrarla, per poi ripercorrere la tua settimana (o il tuo anno) e fare un bilancio.

Fai funzionare meglio la tua agenda

digital tool clockwise

Quante volte prendendo i tuoi appuntamenti quotidiani rischi di spezzare troppo il tempo dedicato al lavoro e non riuscire a concentrarti davvero? Clockwise è un assistente intelligente che libera blocchi di tempo senza interruzioni, in modo che tu possa concentrarti su ciò che conta.

Scopri il funnel

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Quali sono i percorsi più comuni che i clienti compiono sui tuoi canali prima di arrivare alla conversione? Customer Journeys ti aiuta a scoprirlo e a costruire funnel di vendita basati su come i clienti si muovono attraverso il tuo prodotto. Da provare in free trial.

Rinnovati in 3D

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Con ICONS8 puoi creare una illustrazione 3D di te stesso divertente ed espressiva per personalizzare i tuoi profili. Le librerie contengono illustrazioni “a tema ufficio” molto dettagliate e disponibili in diverse pose.

La rivincita dei QR code

tool digitale per generare qrcode

Gli ultimi mesi e la necessità del contactless ci hanno fatto riscoprire questi codici, ma obiettivamente si tratta di elementi non bellissimi esteticamente. Per renderli più armoniosi e coerenti con il contesto in cui li inseriamo c’è QR.io, per generare codici completamente personalizzati per colore, forma e logo.

 

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