Accettare pagamenti in bitcoin. Oppure comprare cripto a nome dell’azienda. Ma anche detenerli a titolo personale.
Sono pratiche sempre più diffuse tra gli imprenditori, anche italiani, nell’anno in cui la Regina delle cripto ha raggiunto il massimo storico di sempre. Inevitabilmente questo comporta nuovi obblighi in termini di pianificazione fiscale e contabilità che non tutti (o meglio quasi nessuno) è in grado oggi di ottemperare. Anche perché la materia che dovrebbe disciplinare questi aspetti è a dir poco fumosa.
Le aziende che accettano pagamenti in bitcoin
Prima di analizzarla, vogliamo inquadrare il fenomeno.
Era il 22 maggio del 2010 quando il programmatore Laszlo Hanyecz dalla Florida inviò un pagamento di diecimila bitcoin (circa 30 dollari) per acquistare due pizze.
Un aneddoto divertente ma anche una data storica – per il pizzaiolo, se ha trattenuto quei 10mila coin che al cambio attuale varrebbero circa mezzo miliardo di dollari – ma anche per il mondo dei pagamenti.
Perché da quel momento è stata di fatto aperta la possibilità di pagare prodotti e servizi in bitcoin. Una possibilità che in Usa è stata sfruttata, fin dal 2014, dal retailer di elettronica Overstock.com; da Expedia, che li accetta in pagamento (negli Usa) per la sezione hotel; da PayPal. Sono solo degli esempi, che dimostrano quanto il mondo corporate si stia aprendo a quello cripto.
Secondo Glassnode , da inizio 2021 le transazioni in bitcoin hanno toccato un valore che è pari al 70% del Pil Usa, 15,8 trilioni di dollari.
E in Italia? Anche da queste parti qualcosa si muove.
A marzo un volo privato per un valore di 500mila euro è stato pagato in bitcoin alla società di noleggio veronese Fast Private Jet. Ed è del 2017 la notizia che un’azienda di abiti sartoriali aveva accettato pagamenti in bitcoin dai clienti internazionali dell’eCommerce. Anche in questo caso sono solo esempi che spiegano un fenomeno sempre più mainstream.
Come trattare i bitcoin nella dichiarazione dei redditi (a seconda del modo e del prezzo a cui vengono acquisiti)
Come trattare dunque gli asset in bitcoin?
La materia è complessa stante da un lato in Italia un vuoto normativo, almeno per quanto attiene alla detenzione a titolo privato; mentre è più chiaro cosa fare quando la cripto è di pertinenza dell’azienda. Ma andiamo con ordine.
Per quanto riguarda la detenzione di bitcoin da parte di privati, bisogna distinguere tra due aspetti, quello del monitoraggio e quello impositivo. Nelle nostre linee guida suggeriamo di dichiarare il possesso nel riquadro Rw della dichiarazione dei redditi. Si sceglie insieme al cliente con quale modalità fare la dichiarazione, tra 5 diverse, in base al suo caso specifico che considera quando ha effettuato l’acquisto e a che prezzo e che tipo di giustificativi ha per tracciare la transazione.
L’aspetto impositivo è altro: sposiamo la tesi per cui non sia attualmente da pagare imposte, in quanto non esiste una legge che lo disciplini.
Di fatto, l’unico documento su cui si baserebbe la prassi di pagare un’aliquota del 26% sulle plusvalenze da bitcoin è una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate (la numero 72 del 2 settembre 2016) arrivata in risposta a un interpello sull’inquadramento fiscale dello strumento.
In estrema sintesi, la Risoluzione conclude che le operazioni a pronti (la compravendita di valuta) non produce reddito e dunque non è tassabile. Ma, avendo equiparato la cripto a valuta estera, molti commercialisti hanno ritenuto di dover far pagare la tassa sulla plusvalenza nel caso in cui si fossero detenuti più di 50mila euro per più di sette giorni.
Noi invece riteniamo di non dover assoggettare le plusvalenze a imposizioni fiscale, avvalendoci del principio del legittimo affidamento in base a cui se non c’è norma non c’è evasione fiscale. Nel momento in cui sarà varata una legge che disporrà diversamente e quand’anche la disposizione fosse retroattiva, si potrà fare un ravvedimento operoso e si sanerà la situazione (senza pagare multe).
Per i privati rileva anche la nazionalità dell’exchange o del wallet: per evitare il rischio di chiusura del conto da parte di banche italiane, consigliamo di effettuare le operazioni in bitcoin su piattaforma italiane, da YoungPlatform a The Rock a Conio.
… e come iscriverli a bilancio se sono asset dell’impresa
Per le imprese la situazione è meno controversa e le indicazioni su come trattare i bitcoin a bilancio sono reperibili nei principi contabili Ias/Ifrs della Commissione europea.
Per il legislatore europeo dunque, in contrasto con la nostra Agenzia delle Entrate, le criptovalute non sono moneta e dunque non possono essere contabilizzate tra le disponibilità liquide o tra gli strumenti finanziari ma vanno qualificate come rimanenze (in base allo Ias 2), se detenute per finalità di trading nell’ambito dell’attività ordinaria di impresa, oppure – diversamente – come attività immateriali in base allo Ias 38, perché posseggono delle attività immateriali tutte le caratteristiche (ovvero sono attività identificabili che possono generare benefici economici nel futuro e non sono accessibili da terzi).
Commercialista e algoritmi alleati fondamentali
L’iscrizione a bilancio delle transazioni in criptovalute non è semplice dal punto di vista pratico e sono ancora pochissimi i commercialisti esperti in questo campo nel nostro Paese.
Il Bitcoin, però, continuerà a essere sempre più mainstream, nonostante le recenti notizie del bando cinese, che probabilmente seguirà la stessa sorte da annunci simili fatti dal paese in passato.
Per questo, diventa fondamentale per le aziende dotarsi degli strumenti tecnologici adeguati, con funzionalità in grado di leggere e riconciliare le transazioni in cripto, in modo da fornire un dato comprensibile e immediatamente iscrivibile a bilancio. Sarà un’esigenza, questa, sempre più sentita ed è importante muoversi in anticipo.
Perché se ora le transazioni in bitcoin sono ancora poche, nel momento in cui diventeranno diverse centinaia e queste poste potranno finire nella tesoreria o investire in Defi, andranno riconciliate e rendicontate.
Non solo. Proprio questa occasione potrebbe rivelarsi un’opportunità per i commercialisti, che, secondo i dati ufficiali, stanno vivendo una vera e propria crisi di vocazione tra i giovani (al primo gennaio 2020, i tirocinanti sono il 10% in meno sul 2019).
Questa fuga dalla professione, infatti, dipende in larga parte dai margini di guadagno sempre più risicati, come conseguenza del fatto che le mansioni contabili classiche sono sempre più automatiche ed eseguibili da algoritmi. Chi resisterà sarà il professionista in grado di offrire valore.
È già nelle cose: presentare la dichiarazione dei redditi è un’attività sempre più meccanica e fai da te, mentre la domanda di pianificazione fiscale è in forte ascesa. Rendere evidente il valore aggiunto della consulenza fiscale rispetto ai nuovi scenari potrebbe dunque essere anche un modo per riavvicinare alla professione i giovani. Nella nostra realtà, che è ormai prossima alla quotazione in borsa, sono già cinque i commercialisti specializzati in questo settore e la previsione è di una crescita fino a raddoppiare il numero di esperti entro il 2022.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/11-ott-pro.jpg10801920Gianluca Massini Rosatihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGianluca Massini Rosati2021-10-11 14:39:032021-10-14 17:36:32Tassazione e contabilità dei Bitcoin nella tua impresa: ecco come non correre rischi
WPP celebra la ripartenza delle attività in Italia con una campagna, la prima ideata dalle sue agenzie creative con sede nel nuovo WPP Campus di Milano, che incoraggia le persone a sostenere i piccoli commercianti, i negozi di quartiere e gli artigiani locali.
In un mercato in continua evoluzione e sempre più globale, le tante restrizioni e chiusure imposte dalla pandemia mondiale hanno messo in difficoltà chi gestisce le piccole realtà commerciali e artigianali di quartiere. WPP Gioia, campagna creativa pro bono, ha l’obiettivo di esaltare e celebrare la passione e l’abilità dei commercianti locali e il loro costante contributo alla comunità.
Ripartenza
WPP ha recentemente consolidato il suo impegno nel settore creativo italiano con l’apertura del WPP Campus di Milano, un hub innovativo all’interno di uno dei quartieri storici di Milano che, un tempo, ospitava la fabbrica della ex Richard Ginori. Il Campus, infatti, riunisce, in un’unica sede, la creatività e il talento di più di 2.000 dipendenti delle oltre 35 agenzie WPP.
WPP Gioia ha visto lavorare insieme tutti i leader creativi, mostrando la sinergia che il WPP Campus di Milano è in grado di offrire. Ideata da Francesco Bozza, VP Chief Creative Officer Grey Italy, Lorenzo Crespi, Chief Creative Officer Wunderman Thompson Italy, Giuseppe Mastromatteo, Chief Creative Officer Ogilvy Italy e Francesco Poletti, Chief Creative Officer VMLY&R Italy, e realizzata in partnership con IGPDecaux.
La campagna ha avuto inizio il 22 settembre, in occasione dell’inaugurazione ufficiale del nuovo WPP Campus di Milano, e riempirà di “gioia”, fino al 22 ottobre, gli spazi della fermata della linea metropolitana M2 Gioia di Milano. Un luogo scelto proprio per far emergere l’obiettivo dell’iniziativa di celebrare la gioia che, non è solo il nome di una fermata, ma rappresenta anche un meraviglioso stato d’animo e un augurio per il futuro.
Dalla stilista emergente al barbiere, dal ristoratore al cameriere passando per le commesse e i personal trainer, la campagna racconta le loro storie di vita reale, in modo personale e intimo, e le emozioni che hanno provato quando sono stati in grado di tornare a una nuova normalità mentre riaprivano le loro attività dopo mesi di difficoltà.
La scelta di unire per la prima volta le competenze creative delle agenzie italiane di WPP in una campagna pro bono che celebra l’ottimismo della riapertura della città di Milano, è un segnale del nostro impegno per aiutare la comunità imprenditoriale locale a crescere. Attraverso la campagna WPP Gioia abbiamo voluto raccontare le storie delle persone che, con passione e dedizione,lavorano in piccole attività di quartiere.
Commenta Simona Maggini WPP Country Manager in Italia.
La creatività può e deve essere uno dei motori della ripartenza, ed è anche per questo che abbiamo voluto che il nostro nuovo Campus di Milano fosse un vero e proprio hub per il talento creativo. Aiutare le imprese a raccontare storie, obiettivi e idee nel miglior modo possibile non significa solo ritornare a una nuova normalità ma vuole anche essere uno stimolo per le persone a immaginare un futuro migliore e a impegnarsi per realizzarlo.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/1_company-rox.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-10-07 11:07:092021-10-07 11:07:09WPP Gioia e la ripartenza attraverso le testimonianze di artigiani e commercianti milanesi
Il nuovo logo minimal di Volvo: il famoso marchio automobilistico si rinnova in 2D
On air il nuovo look di MTV e il restyling del logo
Il primo redesign della mascotte di Pringles dopo 20 anni
Pompea ridefinisce la sua strategia marketing a 360° e lancia la campagna “The Real Comfort”
Nuovo logo per Avast che rappresenta umanità, ottimismo e protezione
Volvo e il suo rebranding in 2D
Volvo sin dalla sua nascita nel 1927 ha sfoggiato numerosi loghi, che con il passare del tempo sono diventati sempre più semplici.
Nel 2020 abbiamo visto l’azienda scartare il suo famoso binomio cerchio e freccia, per puntare su una più semplice versione basata solo sulla parola Volvo.
La casa svedese non è la prima a ridisegnare il proprio logo con un aspetto piatto. Quella del flat rebranding è infatti una tendenza che ha interessato diversi brand, da Burger King a Warner Bros fino ai brand del settore automotive come Toyota, Nissan e Volkswagen.
Il nuovo logo Volvo ha un design piatto caratterizzato dalla nota combinazione: simbolo e scritta. Il cerchio con la freccia che punta verso l’alto in diagonale destra, rappresenta un antico simbolo del ferro, ed è da sempre parte del DNA del brand.
Rispetto al design precedente, il nuovo logo è molto più semplice con il suo stile monocromatico, sebbene utilizzi ancora lo stesso carattere di prima.
La barra centrale che inquadra la scritta è ormai scomparsa, mentre l’anello è ora più sottile e non presenta più l’effetto 3D. L’importantissima freccia che punta in alto a destra ottiene lo stesso trattamento e fa sì che il cerchio non sia completamente chiuso.
I report indicano che Volvo continuerà a utilizzare il vecchio logo con accenti blu sui suoi veicoli fino al 2022, prima che tutte le sue auto passino al nuovo design dal 2023 in poi.
MTV introduce un nuovo look e una nuova versione del suo logo rivisto
Progettato dall’agenzia di branding newyorkese loyalkaspar, il restyling è l’occasione per MTV di adottare il design system più organizzato che abbia mai avuto.
In passato erano gli show a guidare l’aspetto del canale, senza un filo conduttore. Oggi MTV, all’apice della sua maturità, si dota finalmente di una propria struttura di branding.
Il nuovo logo è disponibile in due formati: uno a colori come modello dimensionale e uno monocolore senza la dimensione per rappresentare cose specifiche all’interno del network.
Il logo è stato riprogettato digitalmente per una leggibilità ottimale su piccola scala e riportato alle sue radici con un’interpretazione moderna della sua storica palette colori.
Ogni volta che si parla del marchio MTV nel suo insieme, viene utilizzato il logo storico ottimizzato.
Quando, invece, si parla di un aspetto specifico, come un contenuto, un artista o un film, verrà utilizzato il logo piatto.
La nuova font è Gravity Grotesk e si tratta del primo carattere disegnato, progettato e prodotto esclusivamente per MTV.
Ispirati all’eredità grafica del marchio, è stata creata una libreria di layout personalizzati.
Per amplificare l’attribuzione del marchio tra le piattaforme, il sistema combina gli elementi principali con strutture denominate M-Frame, derivate dalla forma dell’iconico logo.
Il signor P di Pringles viene rinnovato
La mascotte di Pringles è stata rinnovata per la prima volta dopo vent’anni insieme alla linea di packaging.
Il progetto di rebranding porta la firma dello studio di design britannico Jones Knowles Ritchie (JKR).
Stesse patatine, stesso sapore, diversa identità. Pringles con questa operazione vuole applicare un restyling a ciascun barattolo, utilizzando colori brillanti e audaci, oltre a un design più pulito.
Una delle modifiche più evidenti è la perdita dei capelli di Mr. P che come possiamo vedere è sempre al centro della scena. La nuova versione ha un paio di sopracciglia espressive e un farfallino rosso oversize. Il marchio denominativo è stato aggiornato ed è stato inserito all’interno del papillon.
Tra i prossimi obiettivi del brand troviamo la promessa di sostenibilità: entro il 2025 Pringles utilizzerà pack 100% riutilizzabili, riciclabili o compostabili.
Pompea lancia la campagna di rebranding “The Real Comfort”
Un invito ad affrontare la vita di tutti i giorni senza costrizioni. E sempre a proprio agio. Sono questi i presupposti che hanno ispirato il rebranding di Pompea.
Il progetto include il lancio di una strategia marketing a 360° che ha come obiettivo il riposizionamento di Pompea come brand leader del comfortwear di tendenza, con prodotti di qualità a un prezzo accessibile, adatti a tutti e nel rispetto dell’ambiente.
Pompea è un marchio famigliare e genuino. Il restyling parte proprio dal logo: lo storico scudo, che rappresentava sicurezza e difesa, diventa un mezzo scudo che sovrasta le lettere “mp” del nome Pompea e che ricorda visivamente la casa, simbolo di sicurezza, comfort e intimità quotidiana, valori fondamentali del brand.
La nuova strategia ha previsto innanzitutto una ridefinizione dell’offerta merceologia attraverso il redesign dell’intera collezione intimo e calze, uomo e donna.
Nell’ottica di un rebranding totale, che va a esprimere la nuova era del comfortwear di tendenza, Pompea ha pensato anche al restyling del nuovo eCommerce e alla nuova immagine dei punti vendita. Il sito è stato ridisegnato e arricchito di nuovi contenuti editoriali. La nuova immagine dei punti vendita riflette i concetti-chiave di famigliarità e quotidianità.
La campagna esprime il “The Real Comfort”, nuovo payoff con cui l’azienda vuole sottolineare come, nonostante la vita sia complicata, mutevole, indaffarata, prendersela comoda in realtà non sia così difficile: basta indossare capi confortevoli e che facciano sentire a proprio agio.
Avast ridisegna il suo logo
Il database dei loghi di Avast è stato aggiornato. Tra i rebranding di settembre c’è anche Avast, noto per aver creato software antivirus diffusi in tutto il mondo.
L’azienda che ha fatto della protezione digitale e della sicurezza online i suoi capisaldi, si pone l’obiettivo di aiutare le persone a migliorare le loro vite digitali.
Avast non vuole solo proteggere i propri utenti, ma anche abilitare e responsabilizzare ogni cittadino digitale.
“Ognuno di noi merita un accesso libero e aperto a tutto ciò che il mondo digitale offre, e il modo più visibile in cui lo rappresentiamo è attraverso il nostro nuovo logo, un simbolo dotato di dinamismo e potenziale” si legge in una comunicato.
Un emblema proiettato nel futuro ma che onora pienamente il passato. Il logo è un cerchio arancione, che rappresenta l’umanità, l’ottimismo e la protezione fornita. All’interno del cerchio ci sono quattro elementi in crescita che formano una A stilizzata, i quali simboleggiano come il lavoro di Avast sia in continuo movimento. Attraverso l’impegno per l’innovazione, l’esplorazione e il progresso, l’azienda cerca costantemente di progredire. La A maiuscola e il wordmark aggiornato rappresentano i 30 anni di esperienza di Avast.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/6_company_fabio.jpg10801920Giuseppe Tempestinihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngGiuseppe Tempestini2021-10-06 14:30:312021-10-07 15:14:13Rebranding di Settembre: Volvo, MTV, Pringles, Pompea e Avast
Nella suggestiva cornice di Garage Italia a Milano viene presentato il logo istituzionale della FIGC ideato da Independent Ideas, agenzia creativa di Publicis Groupe. L’immagine della FIGC si rinnova, affiancando allo scudetto un logo moderno e autorevole che raffigura, anche graficamente, il processo di innovazione voluto dal presidente Gabriele Gravina.
In uno dei momenti più felici della storia azzurra, dove i successi sportivi si accompagnano al ritrovato entusiasmo dei tifosi verso la Nazionale, la FIGC si dota di un emblema ispirato da alcuni elementi iconici per rappresentare al meglio l’attività della Federazione in tutto ciò che non è calcio giocato.
Le attività di responsabilità sociale e quelle con i giovani, le relazioni istituzionali e quelle internazionali, con l’obiettivo di esaltare la multidimensionalità del calcio in tutte le sue sfaccettature e per rendere ancor più riconoscibile la Federazione, impegnata nel promuovere una profonda rivoluzione culturale dell’intero movimento. Se il ‘Nuovo Rinascimento’ degli Azzurri ha già prodotto risultati straordinari, adesso è necessario completare le riforme a vantaggio del sistema, radicando, allo stesso tempo, le diverse realtà calcistiche sui territori e nelle rispettive comunità di riferimento.
Afferma il Presidente della FIGC Gabriele Gravina:
La Nazionale vittoriosa sul campo ha una grande squadra che la supporta fuori dal terreno di gioco, contraddistinta dalla stessa passione e dalla medesima professionalità con cui gli Azzurri hanno affrontato le gare dell’Europeo. Oggi diamo a questo team straordinario, e a tutta l’organizzazione federale, un simbolo nuovo in cui riconoscersi, che muove dalla nostra tradizione per proiettare la Federcalcio verso le sfide del futuro. Lavoriamo ogni giorno per una FIGC sempre più moderna, integrata, responsabile e attenta alle esigenze di tutti gli stakeholders, siamo coscienti che lo sviluppo del calcio passi anche attraverso una crescita culturale e valoriale che stiamo promuovendo in tutti i settori del nostro mondo. Desidero ringraziare Lapo Elkann e Independent Ideas per aver interpretato al meglio le motivazioni che contraddistinguono il nostro lavoro.
Con questa scelta la FIGC si allinea ad altre Federazioni europee (ad esempio Belgio, Germania e Spagna) che hanno fatto la stessa scelta, distinguendo il simbolo della maglia da gioco da quello ‘corporate-istituzionale’.
Sottolinea il Presidente della Fondazione Laps e di Independent Ideas Lapo Elkann
Disegnare il logo della FIGC è per me motivo di estremo orgoglio e felicità; da italiano non c’è nulla che può rendermi più fiero. Il mio sentimento è ulteriormente rafforzato perché ciò accade in un momento topico per la Federazione e appena dopo la entusiasmante vittoria degli Azzurri a EURO 2020. Sono onorato e grato al Presidente Gravina per avere scelto il mio team e me per realizzare uno dei loghi più emblematici della nostra amata Italia. Il logo che abbiamo disegnato coniuga la tradizione gloriosa della Federazione con l’innovazione e l’autorevolezza, elementi propri del nostro Paese e dei suoi abitanti.
Il logo
L’estetica dei primi palloni da calcio ha ispirato la forma circolare e le grafiche verticali della nuova veste, con un chiaro e profondo rimando alle origini, rivisitato attraverso l’interpretazione contemporanea di un simbolo.
Nel logo, l’acronimo della Federazione Italiana Giuoco Calcio diventa protagonista, a riaffermare una presenza forte e un lavoro costante della Federazione. I colori richiamano naturalmente quelli della maglia della Nazionale e del tricolore italiano.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/1_company_1.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-10-05 12:22:562021-10-06 07:34:45Independent Ideas presenta il nuovo logo istituzionale della FIGC
Instagram, Facebook e WhatsApp non funzionano più.
I malfunzionamenti sono iniziati alle 17.30, fino a rendere inaccessibili le piattaforme di Facebook, WhatsApp e Instagram.
Il fenomeno ha coinvolto Paesi di tutto il mondo e ha costretto l’azienda alle scuse.
We’re aware that some people are having trouble accessing our apps and products. We’re working to get things back to normal as quickly as possible, and we apologize for any inconvenience.
Sotto il tweet dell’account ufficiale dell’azienda fondata da Jack Dorsey, hanno risposto moltissimi grandi brand, dando un cinque virtuale all’unico vero social funzionante. Tra i tanti. anche, McDonald’s, Burger King, Reddit, Warner Bros, Alexa, OnlyFans, Tumblr, KFC e non sono mancati all’appello anche gli account proprio di WhatsApp e Instagram.
Quasi centomila commenti al saluto di Twitter e più di mezzo milione di retweet, più un milione e mezzo di cuoricini a incoronare l’indiscusso re dei social.
Festeggia anche Telegram che, in ogni occasione in cui WhatsApp ha alzato bandiera bianca, ha guadagnato milioni di iscritti in tutto il mondo.
E a un certo punto, alle 21.30 circa, ora italiana, è saltato anche Twitter, forse per la congestione causata dall’afflusso enorme di utenti sulla piattaforma.
Le misteriose ragioni del blocco
Secondo Reuters, Facebook risulta inaccessibile perché gli utenti non vengono indirizzati nel posto giusto dal Domain Name System.
Gli esperti della sicurezza che seguono la situazione hanno dichiarato che l’interruzione è stata probabilmente innescata da un errore di configurazione che ha lasciato le indicazioni per i server di Facebook non disponibili. Potrebbe quindi essere il risultato di un errore interno, anche se il sabotaggio da parte di un insider sarebbe teoricamente possibile.
Facebook intanto non ha fornito alcuna specifica sulla natura del problema o quanti utenti sarebbero stati colpiti dall’interruzione, ma l’ipotesi della cancellazione dai registri DNS è stata confermata anche da Brian Krebs, un esperto di sicurezza informatica.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/10/FACEBOOK-DOWN.jpg10801920Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-10-04 21:58:362021-12-29 15:35:28Instagram, Facebook e WhatsApp non funzionano, blackout totale del Zuckerverse
Lavorare nel Social Media Marketing, oggi, è una sfida sempre più ambiziosa, che richiede competenze trasversali e costantemente aggiornate.
I Social Media sono ormai entrati in una fase matura e il livello di complessità si sta alzando sempre di più. Per portare risultati c’è bisogno di una preparazione continua, tecnica e verticale. La necessità di colmare il gap con persone che facciano upskilling e reskilling ha fatto esplodere la domanda di formazione. Diventa assolutamente necessario alzare il livello delle competenze strategiche e tecniche, di processo e di tool per permettere ai Digital marketer di fare la differenza.
Il Social Media Bootcamp di Ninja Academy
Per questi motivi, Ninja Academy ha lanciato un nuovo ciclo di incontri ancora più specifici e più pratici con alcuni dei migliori esperti di Social Media Marketing in circolazione: un concentrato di competenze Social rivolte a studenti e imprenditori, manager e freelance che hanno la necessità di essere sempre aggiornati ricevendo nuovi input da grandi professionisti del settore.
Il 27 e il 28 settembre i migliori guerrieri Ninja hanno dispensato consigli e illustrato best practice per misurarsi con le proprie competenze attuali nel Social Media Marketing e con quelle da integrare per essere un professionista a 360°.
Ecco cosa abbiamo imparato dall’appuntamento:
Come pianificare strategie social a prova di crisi con Mariano Tredicini, Head of Social Communication & Web Analysis TIM
Come attrarre clienti su LinkedIn con contenuti ingaggianti con Cristiano Carriero, Storyteller & Brand Journalist
Come acquisire contatti con le Lead ADS di Facebook con Veronica Gentili, Facebook Marketing Expert & Influencer
Come sfruttare i Reels per crescere su Instagram con Orazio Spoto, Instagram Expert & Presidente di Instagramers Italia
Come fare lead generation con Telegram con Mario Di Girolamo, Growth Marketer Zero
Come vendere via WhatsApp con il conversational commerce con Alessandra e Maria Rosaria Gallucci, WhatsApp Marketing Expert
Come recuperare la diretta del Social Media Bootcamp
Non hai potuto seguire gli interventi da vivo? Nessun problema! Li ripercorriamo insieme.
Ecco un breve recap delle due giornate, con i video per vedere o rivedere gli interventi integrali:
Day 1
Mariano Tredicini, Head of Social Communication & Web Analysis TIM
Con Mariano Tredicini ci siamo lasciati ispirare dai migliori case study per progettare una Social Media Strategy a prova di crisi, a partire dall’esempio di Tim e della gestione del “caso Dazn”, abbiamo conosciuto i trucchi per una Social Media Policy inattaccabile e i migliori tool e consigli per un’analisi dei dati e dei competitor davvero utile.
Con Cristiano Carriero abbiamo conosciuto i segreti per fare Content Marketing su LinkedIn e realizzare contenuti davvero ingaggianti; abbiamo preso spunto dai migliori case study per creare sia contenuti istituzionali che più emozionali; abbiamo imparato come conquistare autorevolezza con il personal branding e sostenere la mission aziendale anche come membri.
Con Veronica Gentili abbiamo appreso le best practice per realizzare Facebook Lead Ads efficaci e per padroneggiare nuove funzionalità, personalizzazioni e formati specifici; e abbiamo scoperto come si conciliano le attività di acquisizione contatti con la gestione corretta della normativa in materia di privacy.
Day 2
Orazio Spoto, Instagram Expert & Presidente di Instagramers Italia
Grazie a Orazio Spoto abbiamo imparato come sfruttare le potenzialità di uno degli strumenti social oggi più performanti, gli InstagramReels, prendendo spunto da alcuni dei più interessanti case study per far crescere le nostre pagine nonché per vendere prodotti; e abbiamo scoperto in cosa si differenziano gli IG Reels da altri micro contenuti come gli YouTube Shorts e perché gli youtuber li stanno preferendo sempre di più.
Mario Di Girolamo, Growth Marketer Zero
Con Mario Di Girolamo abbiamo capito quali sono i passaggi fondamentali per utilizzare Telegram in modo completamente nuovo, sfruttandolo per fare lead generation e ottenere nuovi clienti; abbiamo visto alcuni dei migliori esempi di acquisizione contatti mediante Telegram, e in particolare con funzioni come AD/POST per traffico alla landing page e attività di conversione e notifiche eventi.
Alessandra e Maria Rosaria Gallucci, WhatsApp Marketing Expert
Con “Le Gallucci” abbiamo appreso alcuni segreti per far crescere il nostro business e aumentare le vendite attraverso WhatsApp; abbiamo esplorato i motivi del successo del conversational commerce, come la ricerca da parte degli utenti di esperienze personalizzate e di risposte rapide ai propri bisogni; e abbiamo attinto spunti preziosi da alcuni dei brand pionieri di questa nuova frontiera dell’online commerce.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/09/social-media-bootcamp-2.jpg10801920Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-10-01 14:00:052022-01-21 12:31:05Le competenze che ti servono per lavorare nel Social Media Marketing
Quattordicesimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.
L’argomento di questa puntata è il Personal Branding: ne abbiamo discusso con il Prof. Luigi Centenaro, autore del libro Digital You, Personal Branding Strategist e Managing Partner di BigName, gli specialisti dell’Innovazione Professionale nelle aziende
Non perderti i punti salienti dell’intervista:
L’impatto della carriera sul Personal Branding: min 09,00
Applicazioni del Personal Branding in azienda: min 12,50
Il Modello Canvas: min 22,30
Il Prof. Luigi Centenaro ha regalato alla community Ninja un estratto del libro Digital You!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/09/1920x1080-antearticoli-–-1-min.png10801920Rossella Pisaturohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngRossella Pisaturo2021-10-01 12:27:172021-10-01 12:27:17Personal Branding: pianificare la tua crescita in azienda e nel mercato
Non parliamo del celebre formato che un po’ tutte le grandi piattaforme hanno adottato, rincorrendosi nella copia spudorata da quando Snapchat le ha introdotte, nell’ormai lontano 2013.
Parliamo proprio dell’epopea dei nuovi titani, i colossi del web che stanno dominando l’epoca della comunicazione fatta di bit e caroselli, di post e like.
Molti di noi li utilizzano per lavoro, indirettamente per rimanere in contatto con i colleghi, magari in smart working, o direttamente come strumenti per la promozione aziendale o per attività commerciali.
In ogni caso, siamo talmente abituati a scorrere il feed su Facebook, a “cuoricinare” la foto degli amici al mare, a guardare il video della festa di compleanno sul nostro schermo, che diamo per scontato che questi strumenti siano sempre esistiti.
Invece queste enormi aziende, capaci di polarizzare il tempo di attenzione delle persone a livello globale, da qualche parte hanno iniziato. Alcuni, come leggenda vuole, in sedi provvisorie e spartane (come dimenticare il celebre garage di Apple?); altri sono partiti dalle intuizioni di professionisti già affermati e con grandi successi alle spalle.
Vediamo insieme il percorso che hanno fatto fino ad oggi Instagram, Facebook, YouTube e LinkedIn.
Mentre ancora lavoravano in PayPal, Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim hanno fondato YouTube, stabilendo la prima sede sopra una pizzeria e un ristorante giapponese di San Mateo, California.
L’idea iniziale era di creare un servizio di incontri online, che non ebbe successo pur potendo contare su una piattaforma di caricamento video dalle prestazioni eccezionali.
Grazie al “famigerato incidente” dell’Halftime show di Justin Timberlake e Janet Jackson, i tre si resero conto che il punto di forza poteva essere individuato nelle funzioni di video sharing.
L’idea della nuova società era che i non esperti di computer potessero essere in grado di pubblicare, caricare e visualizzare video in streaming attraverso un browser web utilizzando un’interfaccia semplice e intuitiva.
In definitiva, puntavano alla creazione di una piattaforma di streaming video facile da usare che non avrebbe stressato i nuovi utenti di internet dei primi anni 2000, ancora poco “smanettoni”.
Il primo video di YouTube, intitolato “Me at the zoo“, è stato caricato il 23 aprile 2005, e mostra il co-fondatore Jawed Karim allo zoo di San Diego. Attualmente conta oltre 120 milioni di visualizzazioni e quasi 5 milioni di like.
I finanziamenti e la crescita di YouTube
Nel novembre 2005, la società di venture capital Sequoia Capital ha intravisto le prospettive di crescita del prodotto investendo 3,5 milioni di dollari nell’azienda.
Roelof Botha (un partner della società ed ex direttore finanziario di PayPal) è poi entrato nel consiglio di amministrazione di YouTube e, nell’aprile 2006, Sequoia e Artis Capital Management hanno investito altri 8 milioni di dollari nella società, che aveva già registrato una crescita significativa.
Sei mesi dopo il lancio, il sito ospitava ben oltre due milioni di spettatori al giorno. Nel marzo 2006 contava più di 25 milioni di video caricati e generava circa 20.000 upload al giorno. Durante l’estate dello stesso anno, YouTube era uno dei siti in più rapida crescita sul World Wide Web e registrava più di 65.000 nuovi upload.
L’era della pubblicità nei video
La prima pubblicità mirata è arrivata nel febbraio 2006 sotto forma di annunci video, che erano video a sé stanti e offrivano agli utenti la possibilità di visualizzare contenuti esclusivi cliccando sull’annuncio.
Il primo prodotto di questo tipo fu per lo show della Fox “Prison Break” e apparve esclusivamente sopra i video del canale di Paris Hilton.
Quando gli annunci furono introdotti, nell’agosto 2006, il CEO di YouTube Chad Hurley aveva respinto l’idea di espandersi in aree della pubblicità viste come meno user-friendly. Tuttavia, YouTube ha iniziato a proporre annunci in-video nell’agosto 2007, per introdurre successivamente i preroll nel 2008.
L’arrivo di Google
I crescenti problemi di violazione del copyright e la mancanza di commercializzazione di YouTube portarono infine all’esternalizzazione a favore di Google, che non era riuscita a incidere significativamente sul mercato con la sua piattaforma “Google Video“.
L’acquisizione del 2006 ha dato il via all’ascesa di YouTube verso il titolo di “dominatore globale dei media“, creando un business multimiliardario che ha superato la maggior parte delle emittenti televisive e altri mercati dei media, contribuendo al successo di molti YouTubers.
Nel 2009, Kevin Systrom, un ventisettenne laureato all’Università di Stanford, stava lavorando per Nextstop, una startup di raccomandazioni di viaggio.
Kevin aveva precedentemente lavorato in Google e aveva all’attivo uno stage in Odeo, la società che si sarebbe poi evoluta in Twitter .
Sebbene Systrom non avesse una formazione informatica, ha iniziato a studiare e scrivere codice di notte e nei fine settimana, realizzando la beta di un’app per amanti del Whisky e del Bourbon.
L’app Burbn permetteva agli utenti di fare il check-in e condividere foto e, anche se all’epoca le applicazioni di check-in basate sulla posizione erano molto popolari, la funzione di condivisione delle foto era abbastanza peculiare.
Grazie all’incontro con due venture capitalist di Baseline Ventures e Andreessen Horowitz, Systrom decise di lasciare il suo lavoro in Nextstop e concentrarsi su Burbn: nel giro di due settimane, aveva infatti già raccolto 500.000 dollari in finanziamenti seed.
Il finanziamento iniziale consentì a Systrom di iniziare a costruire un team di persone per sostenere la sua impresa; il primo a unirsi a lui fu il 25enne Mike Krieger, con il quale Kevin decise di concentrarsi principalmente su una cosa: le fotografie scattate specificamente su dispositivi mobile, studiando attentamente le app leader nella categoria della fotografia in quel momento.
Da Burbn a Instagram
L’app Hipstamatic li colpì particolarmente per la possibilità di applicare filtri alle fotografie. Systrom e Krieger hanno visto il potenziale nella costruzione di un’app che collegasse Hipstamatic e una piattaforma di social media come Facebook.
Hanno fatto un passo indietro e hanno spogliato Burbn fino alle sue funzioni basilari di foto, commenti e “mi piace”. Così è nato il nome Instagram, dalla combinazione tra le parole “instant e telegram”.
Per migliorare l’esperienza utente, hanno puntato su un’app minimalista il cui punto forte dovesse essere la semplicità di condivisione. Da lì in poi, è stato un successo continuo: l’applicazione per iOS, lanciata il 6 ottobre 2010, ha raccolto 25.000 utenti in un giorno.
Alla fine della prima settimana, Instagram era stata scaricata 100.000 volte e, a metà dicembre, il numero di utenti aveva raggiunto il milione di iscritti.
L’arrivo di Facebook
Dopo soli due anni, nell’aprile 2012, Facebook ha fatto un’offerta per comprare Instagram al prezzo di 1 miliardo di dollari in contanti e azioni; una disposizione chiave era che la società sarebbe rimasta gestita in modo indipendente.
Mark Zuckerberg ha quindi acquisito la società che è entrata a far parte dell’universo della società di Palo Alto e oggi può contare su un vasto campionario di funzioni e formati: dai più recenti Reels ai video, alle storie, confermandosi come una delle piattaforme sociali più utilizzate al mondo.
LinkedIn, il social network orientato esplicitamente al business, è stato fondato nel dicembre 2002 da Reid Hoffman e dai membri del team fondatore di PayPal e Socialnet.com (Allen Blue, Eric Ly, Jean-Luc Vaillant, Lee Hower, Konstantin Guericke, Stephen Beitzel, David Eves, Ian McNish, Yan Pujante, Chris Saccheri). Il sito web fu poi lanciato nel 2003.
A differenza di altri social network come ad esempio Facebook, che ha un approccio puramente ricreativo, LinkedIn enfatizza le connessioni professionali delle persone.
Gli iscritti creano pagine di profilo che hanno una struttura simile a un curriculum, dove possono riassumere la loro carriera, pubblicizzare le loro skill e rendere pubbliche alcune informazioni rilevanti per gli HR, come l’istruzione e il percorso professionale.
Le connessioni si formano quando un utente accetta l’invito di un altro a unirsi alla sua rete. L’iscrizione è gratuita; tuttavia, è previsto un piano servizio premium che garantisce funzioni più ampliate nella visualizzazione dei profili e nei risultati di ricerca.
All’inizio, la crescita della piattaforma è stata piuttosto lenta, anche se, nel 2003, Sequoia Capital aveva già guidato un investimento di Serie A nella società.
Nel 2005, LinkedIn ha introdotto i servizi che permettevano alle aziende di pubblicare annunci di lavoro e di cercare nella rete potenziali dipendenti.
Oltre a questi servizi professionali, LinkedIn ha introdotto le funzioni pubblicitarie per le aziende, diventando finalmente redditizio nel 2007. Nel febbraio 2008 ha poi lanciato una versione mobile della piattaforma.
A quel punto, LinkedIn poteva contare su più di 15 milioni di membri perfettamente in target, superando i 100 milioni di membri in tutto il mondo nel 2011. L’offerta pubblica iniziale di LinkedIn dello stesso anno ha poi raccolto 353 milioni di dollari.
Le azioni di LinkedIn sono salite fino al 171% nel primo giorno di scambi alla Borsa di New York e hanno chiuso a 94,25 dollari, più del 109% sopra il prezzo di IPO. Poco dopo l’IPO, l’infrastruttura di base del sito è stata rivista per consentire cicli di revisione-rilascio accelerati.
Nel 2011, LinkedIn ha guadagnato 154,6 milioni di dollari solo in entrate pubblicitarie, superando Twitter. Nel quarto trimestre 2011, i guadagni della società sono saliti alle stelle: l’azienda impiegava a quel punto circa 2.100 dipendenti a tempo pieno rispetto ai 500 del 2010.
La svolta con l’acquisto da parte di Microsoft
Nel 2016, LinkedIn è stato acquisito da Microsoft per circa 26 miliardi di dollari. L’anno seguente è cresciuto fino a raggiungere più di 500 milioni di membri in circa 200 paesi del mondo.
Nel 2019 ha lanciato a livello globale la funzione Open for Business che permette ai freelance di essere scoperti sulla piattaforma. LinkedIn Events è stato lanciato nello stesso anno.
Si tratta forse della storia più conosciuta dal grande pubblico: FaceMash, una versione primordiale di Facebook, fu messo online nel 2003.
Mark Zuckerberg aveva scritto il codice mentre frequentava il secondo anno di college e la piattaforma era poco più di una sorta di gioco per gli studenti di Harvard: il sito permetteva ai visitatori di confrontare le foto di due studentesse una accanto all’altra e di decidere quale fosse più attraente.
FaceMesh fu chiuso pochi giorni dopo dall’amministrazione di Harvard e Zuckerberg rischiò l’espulsione con le accuse (poi ritirate) di violazione della sicurezza, violazione del copyright e violazione della privacy.
Nel gennaio 2004, Mark cominciò a scrivere il codice per un nuovo sito web, noto come “TheFacebook”, investendo 1000 dollari insieme a Eduardo Saverin, un altro studente di Harvard che fece lo stesso.
Le prime grane legali
Appena sei giorni dopo il lancio del sito, tre studenti dell’Università di Harvard, Cameron Winklevoss, Tyler Winklevoss e Divya Narendra, accusarono Zuckerberg di averli intenzionalmente ingannati facendogli credere che li avrebbe aiutati a costruire un social network chiamato HarvardConnection.com, ma di aver invece utilizzato la loro idea per costruire un prodotto concorrente. Alla fine, intentarono una causa che si risolse con un risarcimento.
L’inizio della crescita
Nell’estate del 2004, il venture capitalist Peter Thiel ha investito di 500.000 dollari nel social network per il 10,2% della società ed è entrato nel consiglio di amministrazione. Si tratta del primo investimento esterno in Facebook.
L’adesione a TheFacebook era inizialmente limitata agli studenti dell’Università di Harvard. Entro il primo mese, più della metà della popolazione universitaria di Harvard era iscritta al servizio.
Gradualmente, raggiunse la maggior parte delle università degli Stati Uniti e del Canada. Nel giugno 2004, Facebook spostò la sua base operativa a Palo Alto, California eliminando il “The” dal suo nome, dopo aver acquistato il dominio facebook.com nel 2005 per 200.000 dollari.
Nell’aprile 2005, Accel Partners ha investito un capitale di rischio di 12,7 milioni di dollari in un affare che ha fatto raggiungere a Facebook la valutazione di 98 milioni di dollari.
Nel dicembre 2005, la neonata Facebook poteva già contare su 6 milioni di utenti.
La svolta mainstream e il trasferimento in Irlanda
La svolta è arrivata quando Facebook è diventato disponibile per tutte le persone dai 13 anni in su con un indirizzo email valido, il 26 settembre 2006.
Alla fine del 2007, Facebook registrava 100.000 pagine aziendali, che permettevano alle aziende di attirare potenziali clienti e raccontare se stesse. La prima versione del servizio era organizzata come un gruppo, ma presto venne elaborato e diffuso il concetto di pagina aziendale.
Nell’ottobre 2008, Facebook annunciò che avrebbe stabilito la sua sede internazionale a Dublino, in Irlanda.
A febbraio 2011, Facebook è diventato il più grande host di foto online e, a partire da ottobre 2011, oltre 350 milioni di utenti accedevano alla piattaforma attraverso i loro smartphone: ben il 33% di tutto il traffico della compagnia!
L’IPO dell’azienda
Facebook ha presentato un’offerta pubblica iniziale (IPO) il 1º febbraio 2012. Il prospetto preliminare affermava che la società stava cercando di raccogliere 5 miliardi di dollari e il documento annunciava che la società poteva contare su 845 milioni di utenti attivi mensili e il suo sito web presentava 2,7 miliardi di like e commenti giornalieri.
Dopo l’IPO, Zuckerberg ha mantenuto una quota di proprietà del 22% di Facebook con il 57% delle azioni con diritto di voto.
Facebook Lite e Dating
Sulla base dell’aumento del traffico da dispositivi mobile, Facebook ha sviluppato un’altra app per Android chiamata Facebook Lite, che utilizza meno dati e permette l’accesso anche a una grossa fetta della popolazione mondiale che non è servita in modo efficiente dagli operatori di telefonia e internet.
Nel maggio 2018, la società ha anche annunciato il proprio servizio di incontri, chiamato Facebook Dating.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/09/Fabio_Company.jpg10801920Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2021-09-29 13:30:132021-10-07 16:25:02Ecco come sono diventate grandi YouTube, LinkedIn, Facebook e Instagram
A un anno dalla prima edizione torna in Italia Radar, il programma globale di Spotify nato per supportare i talenti emergenti nei vari paesi.
Da quando la pandemia ha stravolto le nostre abitudini, passiamo molto più tempo online. Ciò ha influito anche sul modo in cui ascoltiamo la musica: siamo passati dalla scoperta dei nuovi artisti dal vivo, attraverso concerti, passaparola e socialità, a quella in streaming, attraverso Spotify.
In questo contesto si inserisce Radar, programma che vuole far conoscere agli utenti la storia e l’essenza degli artisti selezionati dentro e fuori la piattaforma, attraverso una playlist dedicata, i canali editoriali, e un piano marketing personalizzato, dando la possibilità agli ascoltatori di scoprire nuovi talenti e nuova musica.
Il team di Spotify ha combinato considerazioni editoriali con un’ampia analisi dei dati degli ascolti sulla piattaforma, tenendo conto del potenziale di questi giovani talenti di raggiungere un pubblico ampio nei prossimi mesi.
Radar Italia 2020, un anno dopo
Ma iniziamo dando uno sguardo all’edizione del 2020. Spotify ha selezionato una serie di giovani artisti che nei mesi a seguire si sono confermati delle promesse assolutamente mantenute, arrivando in diversi casi anche al successo presso il grande pubblico.
Alcuni fra i risultati più eclatanti:
BLANCO ha registrato in un anno una crescita di oltre il 7.500% degli ascoltatori mensili (+ di 4,5 milioni) e del 30.000% di quelli giornalieri. Il suo primo album “Blu Celeste” conta più di 155 milioni di stream ad oggi e nel giorno d’uscita i 13 brani hanno occupato tutte le prime 13 posizioni nelle chart Spotify. Inoltre, da 3 mesi è stabilmente alla #1 posizione tra gli artisti più ascoltati in Italia.
ARIETE ha aumentato del 560% i propri follower e ha conquistato il disco di platino con la canzone “L’ultima notte” e 4 dischi d’oro per ‘Diecimilavoci‘, ‘Mille Guerre‘, ‘Pillole‘ e‘Tatuaggi‘.
Gli ascolti giornalieri su Spotify diRondodasosaeIl Tresono cresciuti rispettivamente del 470% e 560% in un anno.
Mara Sattei è stata l’artista Spotify EQUAL del mese di settembre 2021 ed è stata la quarta artista donna più ascoltata in Italia nel 2020.
Venerus dopo l’uscita del suo album “Magica Musica” ha visto una crescita del 430% degli stream giornalieri.
Speranza,RadicaleCARAsonogli artisti più “scoperti” negli ultimi 3 mesi con più di 300mila nuovi ascolti ciascuno.
Radar Italia 2021
La selezione di Radar Italia 2021 è specchio di un momento di grande cambiamento della musica italiana e globale, che avviene nel nome della diversità e dell’inclusione, temi che caratterizzano la nostra epoca.
Inoltre, i cambiamenti nel mondo musicale hanno evidenziato l’assottigliamento dei confini tra i diversi generi e il ritorno, tra le nuove generazioni, di canzoni del passato, grazie anche alla condivisione online.
Spotify è particolarmente attenta alla crescita degli artisti e Radar Italia 2021 ne è l’ennesima dimostrazione. La nostra priorità sarà sempre quella di aumentare la connessione tra i creator e i loro fan, oltre che aiutarli a conquistare un nuovo pubblico. L’obiettivo del programma è offrire visibilità ai talenti emergenti anche a livello internazionale e valorizzare tutti i generi musicali culturalmente rilevanti in Italia, in quanto Spotify riflette le diverse culture musicali del paese.
Ha dichiarato Melanie Parejo, Head of Music di Spotify per il Sud Europa.
Ecco i 10 artisti coinvolti nella seconda edizione italiana:
L’unicità di Rhove deriva dal suo stile distintivo, sia nella musica, sia nell’estetica. Il suo suono è fortemente ispirato alla scena rap francese e nei suoi testi mescola francese e italiano, passamontagna e mute da surf completano l’immaginario estetico dell’artista.
Classe 1998, sangue romano e palestinese, Laila Al Habash cresce con il mito di Raffaella Carrà, di Ornella Vanoni e di Mina, suoi punti di riferimento tanto stilistici quanto musicali, che mescola nelle canzoni con influenze più contemporanee come Kali Uchis, Baustelle e Devendra Banhart. Nel 2021 entra a far parte dell’etichetta Undamento e pubblica il suo primo ep “Moquette”, prodotto da Niccolò Contessa e Stabber. Laila è stata anche la nostra EQUAL AOM (Artist Of Month) di luglio.
Cantante pop-R&B di eccezionale talento, vanta diversi endorsement dal mondo rap, a partire da Rkomi (una delle più grandi storie di successo rap-to-pop crossover degli ultimi anni in Italia), che lo ha sostenuto fin dal primo giorno. Negli ultimi mesi si è confermato come una delle voci più interessanti del momento grazie al nuovo singolo “Come i Grandi” prodotto da Shablo.
Nata a Torino e cresciuta tra Parigi e Bruxelles, Epoque ha dato forma a un suo stile personale con sonorità afro in cui la melodia R’n’B si alterna al rap. Dopo essere stata scoperta da Spotify Italia, che l’ha inserita in New Music Friday con il suo primo singolo “Petite“, ha firmato per Virgin Records (Universal Music Italia), con cui ha pubblicato il suo secondo singolo “Boss (Io & Te)”.
BigMama, nome d’arte di Marianna Mammone, nasce nel 2000 ad Avellino e dal 2019 vive a Milano. All’interno di una scena Urban fortemente dominata dal genere maschile, solo pochi artisti non conformi riescono a diventare nomi noti. BigMama spera di essere una di loro: le sue canzoni si distinguono per un carattere forte, anche quando tratta argomenti intimi e spicca la padronanza che ha nel rap tra flow, wordplay e storytelling.
Tenth sky è un giovane artista romano classe 2005. Inizia il suo percorso cominciando a registrare i primi brani nel 2016 e pubblicandoli a partire dal 2017. Nel corso degli anni ha sperimentato vari generi fino a giungere a sonorità Gen Z pop. È stato scelto dall’artista di RADAR 2020 Ariete per aprire i concerti del suo tour estivo.
Caffellatte è il nome d’arte di Giorgia Groccia, classe ’94 cantautrice, attrice, scrittrice e speaker di origini pugliesi, trapiantata a Roma. Rappresenta la scena R&B emergente in Italia. Ha esplorato anche suoni più indie in passato, ma le sue pubblicazioni future sono destinate a consolidarla nel mondo R&B.
Fondato nel 2019 a Villanova, una frazione in provincia di Firenze, bnkr44 è un collettivo di menti dedite all’arte in ogni sua forma.La forte necessità di esplorare e scoprire le sonorità dei tempi moderni e futuri ha fatto sì che le musiche prendessero vita in maniera spontanea, mescolando in modo omogeneo i vari stili di provenienza degli artisti.
Il progetto “chiamamifaro” ha il volto di Angelica Gori, 19 anni appena compiuti, bergamasca ma con una forte passione per i luoghi esotici, i cactus, la ginnastica ritmica e lo yoga. Uno dei pochi artisti della Gen Z i cui testi e il cui sound si ispirano profondamente al cosiddetto “it-pop”, un’era di successo per la musica indie in Italia iniziata nel 2015.L’artista ha ricevuto anche il supporto di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari per la produzione dei suoi brani.
Federica Ferracuti aka Hu (classe 1994), è una cantante, producer e polistrumentista italiana la cui musica scorre fluida attraverso nette definizioni di genere. Nell’estate del 2020 esce “Neon” il singolo che apre il nuovo percorso musicale di Hu che, nel settembre dello stesso anno, entra a far parte di Warner Music Italy. Musicista il cui talento è ampiamente riconosciuto all’interno dell’industria musicale italiana, vanta già un tour con Emma Marrone, una delle più grandi cantanti pop italiane.
Radar in 3D a Milano
In occasione del lancio di Radar Italia è stata realizzata uno speciale video in 3D presso i Navigli di Milano. Grazie a un accordo con Urban Vision, la media company concessionaria dello spazio digital out of home, e in collaborazione con BCN Visuals, ha preso vita il Cubo Radar. Il cubo è un simbolo che unisce semplicità e complessità, celebrando la curiosità umana e la gioia di giocare con infinite combinazioni. I dieci protagonisti di Radar 2021 rappresentano i vari lati del cubo che ruota e si sporge fuori dallo schermo in un effetto 3D.
Ascolta la playlist Radar Italia 2021 per scoprire le migliori canzoni degli artisti inclusi nel programma. La playlist verrà aggiornata periodicamente con nuove uscite.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/09/Company_Spotify_Rox.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-09-28 16:55:352021-12-29 15:21:17Spotify presenta la seconda edizione di Radar Italia e tutti gli artisti protagonisti
A partire da oggi, Twitter aprirà a tutti la possibilità di finanziare illavoro dei content creator sulla piattaforma.La funzione delle “mance” –precedentemente conosciuta come Tip Jar – si chiamerà Tips,e da oggi verrà estesa atutti gli utenti, offrendo maggiori modalità di pagamento – criptovalute incluse.
Le persone su Twitter inseriscono già nelle bio e nei loro Tweet i link ai rispettivi profili di pagamento per richiedere denaro, ma con Tips questa attività sarà più comoda e semplice. Sul profilo di ogni utente, infatti, ci sarà uno spazio apposito in cui inserire i link ai propri account Cash App, Patreon, Venmo e ad altre piattaforme per poter effettuare pagamenti e donazioni.
Con Tips sarà possibile inviare una piccola somma di denaro per finanziare un account particolarmente apprezzato, manifestare il proprio sostegno ad un comico emergente per i suoi Tweet divertenti, aiutare un piccolo imprenditore in un momento difficile, donare per una causa importante e sostenere qualsiasi persona o progetto si voglia.
Inizialmente disponibile solo su Twitter per iOS, Tips verrà esteso agli utenti Android nel corso delle prossime settimane.
Come funziona Tips?
Gli account che hanno attivato Tips visualizzeranno un’icona accanto al pulsante “Segui” sul proprio profilo. Cliccando sull’icona verranno elencati i servizi o le piattaforme di pagamento che l’utente ha attivato, potendo così scegliere quale utilizzare per la donazione. Qui di seguito, i servizi di pagamento attualmente disponibili:
Bandcamp
Cash App
Chipper
Patreon
Razorpay
Wealthsimple Cash
Venmo
Twitter sta aggiungendo alcuni metodi di pagamento alla lista: GoFundMe, una piattaforma di raccolta fondi online e PicPay, una piattaforma di pagamento da mobile brasiliana.
Una volta scelto il servizio che si desidera utilizzare, l’utente sarà reindirizzato da Twitter all’app selezionata per il pagamento. Con questo servizio Twitter non tratterrà alcuna percentuale.
Fare una donazione in Bitcoin sul Lightning Network
Oltre ai servizi attualmente abilitati per Tips, le persone potranno ora inviare una piccola somma di denaro senza soluzione di continuità in Bitcoin usando Strike, un’applicazione di pagamento basata sul Lightning Network che permette alle persone di inviare e ricevere Bitcoin. Strike assicura pagamenti istantanei e gratuiti a livello globale.
Strike è disponibile per gli utenti in El Salvador e negli Stati Uniti – Hawaii e New York esclusi. Le persone nei mercati registrati dovranno avere un account Strike e aggiungere il loro nome utente Strike per ricevere mance in Bitcoin sul Lightning Network. È possibile utilizzare qualsiasi portafoglio Bitcoin Lightning per inviare donazioni agli altri utenti Strike.
L’obiettivo di Twitter è di fare in modo che tutti sulla piattaforma abbiano la possibilità di ricevere pagamenti. Le valute digitali – incoraggiando sempre più persone a partecipare all’economia globale e aiutando le persone ad inviare pagamenti internazionali senza attriti – sono un ulteriore strumento utile per raggiungere questo obiettivo.
Aggiungere il proprio indirizzo Bitcoin su Tips
Dopo aver abilitato Tips, l’utente potrà aggiungere anche il suo indirizzo Bitcoin. Le persone, quindi, copiandolo e incollandolo in un portafoglio Bitcoin a loro scelta, potranno effettuare direttamente un pagamento.
È possibile consultare il centro assistenza di Twitter per la guida step-by-step su come attivare la nuova funzione Tips e come inviare le mance.
Per attivare Tips o inviare una donazione a qualcuno bisogna essere maggiorenni e accettare la nuova General Tipping policy di Twitter, pensata per garantire la sicurezza delle persone che utilizzeranno il servizio. Questa policy guiderà le azioni esecutive di Twitter e, come per tutte le regole sulla piattaforma, verrà rinnovata continuamente e in modo pubblico man mano che più persone in tutto il mondo useranno Tips.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/09/1_rox_27_sett-1.jpg10801920Company Newshttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngCompany News2021-09-27 16:21:412021-09-29 10:00:00Twitter estende Tips a tutti gli utenti: chiunque potrà finanziare i content creator
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