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  • Le opportunità (e i limiti) che dovresti conoscere se sogni di vivere e lavorare alle Canarie

    Nel nostro viaggio alla scoperta delle oppurtunità offerte da queste isole a imprese e nomadi digitali, abbiamo analizzato requisiti e vincoli per ottenere i vantaggi che questo paradiso offre

    16 Maggio 2019

    Nella prima parte di questo Speciale Canarie  abbiamo già visto quali sono i motivi che stanno spingendo sempre più imprenditori a guardare a queste isole con speranza e interesse. Portate alla ribalta inizialmente come destinazione “per anziani”, paradiso dei pensionati specialmente britannici, oggi le Canarie stanno affrontando un rapido e drastico processo di cambiamento. In seguito a un’illuminata e lungimirante analisi delle opportunità, il governo canario insieme a vari enti pubblici e privati ha avviato un percorso di posizionamento completamente diverso: non più solo meta perfetta per le vacanze al mare anche in inverno, non tanto destinazione per pensionati, ma piuttosto e soprattutto un paradiso per imprenditori e nomadi digitali. Un paradiso garantito sia da fattori geografici e politici, come la vicinanza all’Africa, il suo clima, e al contempo l’appartenenza all’UE, sia da politiche economiche e finanziarie particolarmente favorevoli, che stanno spingendo con forza nella direzione della creazione di un hub perfetto per fare business. Tassazione privilegiata, assenza di IVA, zona franca e molto altro sono i punti forti di questa politica, come abbiamo già visto sulle pagine di Ninja. Ma grazie al viaggio esplorativo alle Canarie di Mirko Pallera, CEO di Ninja, abbiamo raccolto materiale utile ad analizzare con occhio ancora più attento e critico benefici e potenziali limiti per gli imprenditori che vogliano spostare la propria attività su queste isole. Al contempo, porto il bagaglio della mia esperienza durante il mio soggiorno a Lanzarote, durante il quale ho potuto provare in prima persona i vantaggi per i freelance e i nomadi digitali che, come me, possono prendere in considerazione questa zona del mondo come base per vivere, mentre lavorano da remoto con clienti in tutta Europa.

    Canarie, dove vita e lavoro si alimentano a vicenda

    Penso che uno degli elementi più interessanti di una vita (o un periodo lavorativo) alle Canarie, qualunque sia l’inquadramento professionale, sia quello del contesto. Sempre di più ci stiamo rendendo conto che i nostri stili di vita, soprattutto quelli legati alle grandi città dove il lavoro d’ufficio ci porta a ritmi inadeguati a procurarci la felicità e la soddisfazione di cui sentiamo il bisogno. Sempre più persone sentono la necessità di un cambiamento, la spinta verso la ricerca di una vita che possa combinare maggiormente la serenità e il tempo libero necessario, con la produttività e il successo lavorativo. È un concetto che è stato variamente definito, ma che nel suo termine più ampio si definisce work-life balance. LEGGI ANCHE: Digital Detox, le lezioni che puoi imparare viaggiando da solo Le aziende e le infrastrutture stanno in varia misura cogliendo questo stimolo, introducendo vari sviluppi che vanno dallo smart working alla possibilità di portare i figli o i cani al lavoro, fino all’organizzazione di vere e proprie attività di svago per i dipendenti. Ma nonostante questo, la maggior parte delle aziende si trova nelle grandi metropoli del mondo, e i dipendenti devono necessariamente fare i conti con gli elementi di stress che questo porta. Il traffico, l’affollamento dei mezzi pubblici, la lontananza dalla natura, l’inquinamento, i costi alti della vita, sono tutti elementi con cui la maggior parte delle persone deve continuare a scendere a compromessi anche lavorando per le aziende più innovative e aperte al cambiamento del mondo. È qui che le Canarie mostrano il proprio lato più attraente, invece. Nella loro capacità di combinare estremi opposti in uno sparuto gruppo di isole ai margini del continente africano. La dolcezza del clima, la presenza di mare e natura, il vibe tipicamente esotico di queste terre vulcaniche; combinati con la vibrante atmosfera e cultura, l’internazionalità di un Paese con radici europee ma cuore straniero, le opportunità di un luogo in piena crescita che si impegna per attirare i capitali stranieri. È quello che ci racconta Nando Pappalardo, imprenditore digitale, che da anni ormai vive a Santa Cruz di Tenerife con la sua famiglia e la sua impresa. Azienda che, dopo essersi scontrata in Italia con lentezze burocratiche, problemi di connettività, tassazione invalidante e problemi di sorta, che ne limitavano la crescita, ha trovato nel vibrante ambiente canario un terreno unico per il successo. Dal vendere temi per siti web, oggi si è ampliata alla creazione e commercio di diversi tipi di plugin per WooCommerce in tutto il mondo. Un progetto scalabile e interessante, la cui crescita è dovuta sicuramente alle capacità del suo fondatore, ma di cui egli stesso trova anche complicità nel sistema di supporto e crescita che ha trovato a Tenerife. Un ecosistema positivo che è ben riassunto nel sito Tenerife Work&Play, sotto-brand di Why Tenerife di cui vi abbiamo già parlato, finalizzato nello specifico ad attrarre nomadi digitali e imprenditori autonomi. benefici di Tenerife I motivi per cui scegliere Tenerife come location da cui lavorare, secondo loro, sono pochi, ma incredibilmente validi: il miglior clima al mondo e una natura straordinari, che si combinano con la sicurezza di questo Paese, il basso costo della vita (i prezzi di seguito sono per l’affitto delle corrispondenti strutture, al metro quadro) e una connessione a internet molto veloce e stabile, grazie alla fibra ottica. costo della vita tenerife Pochi elementi, chiari, definiti. Che però, diciamocelo, è davvero difficile trovare in altri posti del mondo tutti insieme. Se ci aggiungiamo i vantaggi fiscali di cui abbiamo già parlato, la comodità di collegamento con l’Europa, la comunità di imprenditori che si sta formando e le iniziative volte ad alimentarla, abbiamo davvero un posto dalle caratteristiche uniche al mondo. Basta guardare la ricchezza di eventi del capoluogo dell’isola per rendersene conto. Praticamente ogni giorno è occupato da qualcosa: la settimana dell’economia circolare, quella dello sviluppo dei progetti sociali e poi gastronomici, poi la “workation” e l’evento per l’internazionalizzazione delle imprese. Un calendario ricco di stimoli per essere un’isola in mezzo all’Atlantico. LEGGI ANCHE: Non chiamatelo paradiso fiscale, ecco perché le Canarie sono una valida alternativa per gli imprenditori italiani

    Vincoli e necessità per accedere al paradiso

    Se sei già pronto a fare le valigie e correre a comprare un biglietto aereo di sola andata, aspetta un secondo. Non è tutto oro quel che luccica. O meglio, lo è, ma per poterlo cogliere bisogna avere una serie di requisiti e sottostare ad alcuni vincoli. Eh sì, cosa ti aspettavi? Non è certo aprendo indiscriminatamente le porte che un paradiso si mantiene tale. Le Canarie stanno investendo molto per creare un ambiente positivo per le imprese, ma non lo fanno certo per fare un piacere agli imprenditori stranieri. Il loro obiettivo è quello della crescita del PIL, degli investimenti, dell’occupazione, come lo è per tutti i Paesi al mondo, e per raggiungerlo sanno di aver bisogno di far entrare solo determinate risorse nella propria rete. In quanto territorio periferico, che deve convivere con le difficoltà legate a una posizione di distanza dal continente, le istituzioni e le forze politiche delle Canarie e della Spagna continentale sono interessate allo sviluppo economico del’arcipelago. Per questo avallano gli investimenti nelle isole volti a diversificare le attività imprenditoriali e a creare dei motori economici alternativi da affiancare al turismo e all’indotto che già ampiamente crea (quindi, se stavi pensando di trasferirti qui e aprire un chiringuito sulla spiaggia, riflettici bene).

    Progetti di rilevanza strategica

    Sono ritenuti di importanza strategica progetti che rispondono ai seguenti requisiti (la lista completa si può trovare su InfoCanarie):
    • miglior sfruttamento, ottimizzazione e valorizzazione delle risorse (sia umane che non) che le varie isole possono offrire;
    • progetti che si dedicano all’innovazione, alla ricerca e alle nuove tecnologie avanzate (nel campo medico, biotecnologie, automazioni e robotica, nanotecnologie, informatica e ITC, ecc.);
    • servizi per le imprese e il commercio per mezzo di basi tecnologiche e informatiche (trading, logistica, outsourcing, editoria, formazione, etc);
    • attività per la cura, la tutela e la conservazione del territorio, nuove energie alternative e rinnovabili, progetti produttivi a basso impatto ambientale;
    • creazione di nuove attività produttive, di lavorazione e trasformazione;
    • attività generiche che possono introdurre e generare a loro volta nuove figure professionali.
    Anche il settore del turismo non è dimenticato. Le istituzioni incoraggiano investimenti rivolti ad un turismo basato sull’innovazione, la modernità e la sostenibilità ambientale. In generale sono agevolate quelle attività i cui prodotti sono di poco ingombro, peso, volume e facilmente trasportabili, con un discreto valore aggiunto. E anche quelle che originano come prodotto finito quanto richiesto e appetibile sia per il “vecchio” mercato Europeo sia per quello dell’Africa Occidentale e dell’America Latina. zec requisiti

    Requisiti per accedere alla ZEC

    Le imprese e i progetti imprenditoriali che rientrino nelle attività strategiche definite in accordo con l’Unione Europea, possono richiedere di avere accesso alla ZEC (Zona Especial Canaria), che come abbiamo già detto assicura vantaggi come la tassazione al 4% e molto altro. Ma non basta: per accedere a questo vero e proprio paradiso per le imprese, bisogna poter provare un contributo serio alla crescita e al raggiungimento degli obiettivi ultimi dell’ente governativo. Gli attuali requisiti per accedere alla ZEC sono quindi:
    • essere un’azienda di nuova creazione con domicilio ed effettiva sede legale nelle Isole Canarie;
    • almeno uno degli amministratori deve risiedere nelle Canarie;
    • dar luogo ad un investimento (sia in beni patrimoniali che strumentali), entro l’arco di 2 anni da quando l’azienda è diventata operativa e/o attiva, per un importo minimo di 100.000€ se l’attività viene svolta e/o ha sede a Tenerife e Gran Canaria; 50.000€ nel caso sia in Lanzarote, Fuerteventura, La Gomera, La Palma e El Hierro;
    • la creazione, entro i primi 6 mesi dall’inizio attività, di cinque posti di lavoro se l’attività si svolge e/o ha sede a Gran Canaria e Tenerife; 3 nel caso sia in Lanzarote, Fuerteventura, La Gomera, La Palma e El Hierro;
    • le assunzioni dovranno essere disciplinate secondo le normative Spagnole in materia e la sede di lavoro dovrà risultare essere ubicata nelle Isole Canarie;
    Insomma, non sono investimenti alla portata di tutti, ma le Canarie vogliono essere certe che le imprese che accolgono (e che usufruiranno dei non pochi vantaggi fiscali) possano realisticamente garantire quanto abbiamo elencato finora.

    Chi non può accedere alla ZEC?

    E per gli altri, quindi, qual è la situazione? Non altrettanto vantaggiosa ovviamente, ma comunque molto interessante:
    • per i primi due anni di esercizio con risultato positivo, le imprese di nuova costituzione saranno tassate con un’aliquota ridotta del 15%.
    • Conclusa questa fase di tassazione agevolata, l’impresa sarà soggetta ad un imposta con aliquota massima di circa il 25%.
    Per trasferirsi alle Canarie e prendere qui la residenza, per i cittadini europei le difficoltà non sono molte. Bisogna essere assunto da un’azienda spagnola, oppure essere un lavoratore autonomo registrato in Spagna, o anche solo dimostrare di avere abbastanza risorse economiche da non pesare sul sistema di previdenza statale (circa 5.000€ nel conto in banca). Con questi requisiti si potrà avere accesso all’assicurazione sanitaria, nonché ottenere il NIE (numero identificativo per gli stranieri, una sorta di codice fiscale), a patto di avere un contratto di affitto e aprire un conto bancario spagnolo.

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