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  • Week in Social: dai ricorsi per i contenuti eliminati su Instagram alla criptovaluta di WhatsApp

    11 Maggio 2019

    Chi dice weekend dice Week in Social. La rubrica Ninja che abbraccia tutte le novità social della settimana è sempre online: piccole pillole per restare sempre aggiornati e non perdere le novità dal mondo dei social media. Pronti? Partenza, via!

    Instagram: like o non like?

    Ne abbiamo parlato anche la scorsa settimana e stiamo cercando di farcene una ragione. A Menlo Park, infatti, qualcosa bolle in pentola e questa volta si tratta di Instagram. Come noto, la fortuna di molti profili della piattaforma più in voga del momento, la loro popolarità e il loro seguito sono date dal numero di cuoricini che un post è in grado di acchiappare. Non sono da meno tutte le attività di community management che ognuno svolge sul proprio profilo, ma è il “metto like perché ci sono tanti like” a comandare. A quanto pare però questo sistema sembra andare in crisi. Proprio questa “influenza” degli altri sembra avere ormai i minuti contati:  “Vogliamo che i tuoi follower si concentrino su ciò che condividi, non su quanti sono i like che i tuoi post ricevono” è il messaggio che accompagna il nuovo test di Instagram.
    Esatto, un nuovo Instagram, senza like. Durante questo test, solo la persona che ha condiviso un post vedrà il numero totale di like che ottiene. Un po’ come se fossero stories e nulla più. È arrivata la fine di Instagram oppure hanno capito che per andare avanti bisogna evolversi? Instagram

    Niente post? Scatta il ricorso

    E sempre a proposito di Instagram vi segnaliamo una notizia non meno importante. Instagram e quasi tutte le piattaforme social ormai danno l’opportunità ai propri utenti di segnalare contenuti non idonei ad alcuni standard. Tale opzione è di certo considerata un’opportunità, ma come tutte le “cose” date in pasto al web ha anche i suoi riscontri negativi. Troppi gli abusi sulle segnalazioni ed è per questo che Instagram darà la possibilità di fare ricorso nel caso di contenuti eliminati – probabilmente in maniera ingiusta – dopo una segnalazione. Dai contenuti relativi al nudo ad altro, un “controllore” diverso da quello che ha decretato l’abuso deciderà se accettare il ricorso o meno. Anche questo è un piccolo passo contro la disinformazione. Siete d’accordo?

    Disinformazione da Instagram a Facebook

    Da un social all’altro: dopo Facebook, il fact-checking sarà presto testato anche su Instagram. Anche in questo caso foto e meme sospetti passeranno al vaglio degli specialisti di factcheck.org e dell’agenzia stampa Associated Press. Ogni post che sarà sospettato come falso allora verrà limitato nella diffusione. Instagram vuole dunque ostacolare la circolazione di immagini e meme, espressamente fake news, e non intende semplicemente censurare account. E se questo non vi sembra abbastanza che ne dite degli avvisi pop-up, che avviseranno gli utenti della possibilità di visionare contenuti bufale? Vedremo come andrà a finire, ma partiamo da un presupposto: Facebook ha modalità di diffusione dei contenuti diversa da quella di Instagram. Si può dunque applicare un modello unico ad entrambi? LEGGI ANCHE: 5 casi di successo di marketing enogastronomico su Instagram

    Facebook e le fake news

    Siamo in ballo e balliamo: ne parliamo tante volte nelle nostre rubriche e sembra esserci un ennesimo capitolo sulla questione. Facebook ha annunciato la rimozione di oltre cento tra profili, pagine e gruppi che condividevano fake news. Questa volta siamo in Russia ed è stato proprio Nathaniel Gleicher, responsabile della sicurezza informatica di Facebook a spiegare l’operazione: con la cancellazione di questi account si blocca la diffusione di contenuti in grado di agire sull’opinione pubblica. Una manovra importante per un momento abbastanza delicato: le elezioni europee non perdonano! Proprio in questo clima, Facebook limiterà tutti i gruppi che ripetutamente condivideranno informazioni errate. ninja

    Sempre in clima di elezioni che Facebook mette su la War Room: 40 impiegati per contrastare la disinformazione online, bloccare i profili e i post sospetti che possano in qualche modo influire nella diffusione delle fake news. Così come accaduto nel 2018 negli Stati Uniti per le elezioni, questa è la volta di Dublino con il team di 40 operatori.

    Facebook e la moneta virtuale

    Proprio in questa rubrica avevamo accennato alla questione criptovalute relative al mondo di Facebook per permettere i pagamenti tramite WhatsApp.

    Secondo il Wall Street Journal pare sia proprio Facebook ora a voler lanciare un proprio stablecoin, criptovaluta agganciata al valore del dollaro e più stabile sul mercato. Tutto sembra andare in questa direzione e noi non possiamo fare altro che attendere.