• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Meta ha cancellato quasi 8000 account cinesi falsi su Facebook e Instagram

    In un nuovo rapporto, il gigante dei social media rivela di aver sventato un'enorme operazione di influenza occulta legata alla Cina

    31 Agosto 2023

    Meta ha cancellato migliaia di account falsi utilizzati da una rete cinese per diffondere disinformazione sulle sue piattaforme di social media, definita “la più grande operazione di influenza occulta multipiattaforma conosciuta al mondo”. Gli account, molti dei quali operano da anni su Facebook e Instagram, si rivolgevano principalmente agli utenti australiani. Meta ha dichiarato che vi sono ampie prove che la campagna si sia estesa a YouTube, Medium, X/Twitter e vari altri siti. LEGGI ANCHE: Arriva la spunta blu su Instagram e Facebook: come fare per ottenerla L’operazione è stata monitorata per oltre quattro anni, denominata “Spamouflage Dragon” o semplicemente “Spamouflage” dalla società di analisi dei social media Graphika e dall’Australian Strategic Policy Group dal 2019, che sono stati tra i primi a individuarla. Meta Verified: la spunta blu a pagamento

    Meta elimina migliaia di account falsi

    Meta ha quindi eliminato oltre settemila account Facebook e quasi mille pagine presenti sulla piattaforma di social media, ha dichiarato l’azienda nel suo Q2 Adversarial Threat Report, pubblicato questa settimana. Oltre mezzo milione di persone ha seguito almeno una di queste pagine o gruppi, mentre sono stati spesi circa 3.500 dollari in pubblicità su tutti gli account. La campagna ha preso di mira principalmente gli utenti australiani, di Taiwan, Stati Uniti, Australia, Regno Unito, Giappone e i cinesi che vivono all’estero, ha dichiarato Meta al Guardian.

    Qual era l’obiettivo degli account falsi

    Secondo i team di ricerca e le società di analisi che hanno seguito le operazioni, Spamouflage è in attività dal 2018 circa. I contenuti pubblicati dalla rete di spam erano di qualità incredibilmente bassa e consistevano in gran parte in commenti lusinghieri sulla Cina, ritratti negativi delle politiche di Stati Uniti e Regno Unito e attacchi a giornalisti e attivisti che hanno criticato pubblicamente la Cina. Il rapporto 2019 di Graphika, che include ampi esempi di account YouTube utilizzati da questo tipo di reti di spam, mostra come la propaganda fosse intervallata da ondate di contenuti non correlati, nel tentativo di “diluire” i post. Nel suo stesso rapporto, Meta osserva che il metodo di pubblicare contemporaneamente articoli specifici su una miriade di piattaforme diverse riduceva le possibilità che l’articolo venisse segnalato per il takedown. È stato dopo questa segnalazione che l’operazione ha cercato di diversificare i propri canali, passando da piattaforme più grandi come Facebook a reti di blogging come Medium, nonché a piattaforme come SoundCloud. Le operazioni sono state condotte da una serie di soggetti diversi in diverse località della Cina. Tuttavia, la direzione dei contenuti, così come l’infrastruttura Internet, sembra provenire da una posizione più centralizzata. Il rapporto ha anche individuato almeno un luogo condiviso da cui sembrano provenire molte attività.

    I risultati della rete di falsi account

    A differenza di altre campagne di disinformazione, la qualità dei post era, come detto, estremamente bassa. Uno, ad esempio, suggeriva che la morte della regina Elisabetta II fosse stata accelerata a causa della nomina dell’ex primo ministro britannico Liz Truss. LEGGI ANCHE: Come si è evoluto il marketing durante il Regno della Regina Elisabetta II Un altro post ha tentato di diffondere la falsa accusa che la Covid-19 sia in realtà nato negli Stati Uniti, includendo un falso documento di ricerca pieno di errori di ortografia. Alla luce di ciò, è difficile affermare che la campagna abbia avuto un impatto quantificabile sugli utenti dei social media a cui avrebbe dovuto rivolgersi. Inoltre, Meta afferma che molti dei 560.000 account che seguono le pagine gestite dalla rete di spam erano a loro volta bot, il che probabilmente è avvenuto quando le pagine sono state acquisite. Gran parte dell’engagement sui post, come i commenti, sono stati spesso lasciati da account collegati alla rete stessa. Anche se sembra che l’operazione non abbia sortito l’effetto desiderato, è un triste promemoria dei modi in cui le reti di social media possono essere sfruttate durante le operazioni di disinformazione da parte di attori politici e del fatto che questo tipo di tattiche persisteranno negli anni a venire.