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  • Auto connesse al nostro cervello e le altre novità nell’abitacolo del futuro

    Lo sviluppo delle comunicazioni non solo tra conducenti, ma anche tra autovetture è in fase di grande evoluzione

    28 Febbraio 2019

    La tecnologia rivoluziona ogni giorno la vita di ognuno di noi introducendo miglioramenti impensabili sino a qualche anno fa e che oggi ci sembrano provenire direttamente dal futuro. Una trasformazione fortemente evidente nell’automotive, in cui lo sviluppo delle comunicazioni non solo tra conducenti, ma anche tra autovetture è in fase di grande evoluzione.  Lo sviluppo della comunicazioni nell’automotive è un concentrato di tecnologie provenienti da settori differenti (seppur affini): dall’integrazione totale dello smartphone, all’introduzione di tecnologie con interazione vocale o gestuale, dai sensori ad attivazione autonoma sino a giungere alla guida automatizzata (una realtà che è già presente per alcune case automobilistiche).  LEGGI ANCHE: Automotive, Toyota assume 1000 programmatori nella sua nuova società di sviluppo software

    La rivoluzione della comunicazione all’interno di un abitacolo

    L’abitacolo di un auto non è più solo uno spazio utile per guidare e gestire i veicolo, oggi è molto di più.  Uno spazio interconnesso, nel quale non solo il conducente comunica con l’esterno, ma dove è anche l’esterno a comunicare col mezzo suggerendoci le scelte più idonee per una guida più corretta e sicura.  Come? Ecco alcuni esempi.

    Brain-to-vehicle

    Una tra le tecnologia di maggiore interesse di questi ultimi tempi e senza dubbio il Brain-to-vehicle. Si tratta di una tecnologia innovativa in fase sperimentale, che permetterà il collegamento dell’automobile direttamente col cervello del guidatore. Mediante l’interpretazione delle onde celebrali e attraverso un complesso calcolo di un algoritmo, il veicolo sarà in grado di interpretare e anticipare le scelte del conducente. Una tecnologia pensata per prevenire incidenti, per analizzare i comportamenti anomali o lo stato di affaticamento di chi guida. Insomma un nuovo metodo di comunicazione che siamo certi di vedere negli autoveicoli dei prossimi anni.  LEGGI ANCHE: Anche Amazon vuole la guida autonoma e investe in una startup

    Connettività V2V

    In questi ultimi mesi la sperimentazione e l’implementazione della tecnologia V2V su veicoli già immatricolati, ha già introdotto importanti novità sulle tarde di tutta Europa. Ma di cosa si tratta?  La tecnologia V2V è una tecnologia semplice nel suo insieme e definita spesso intelligenza del formacaio. Permette la comunicazione “spontanea” tra veicoli per condividere informazioni rilevanti come i dati sulla velocità, sul traffico, sullo stato del manto stradale o di eventuali incidenti lungo la carreggiata. Questa tecnologia permetterà di creare una vasta rete di informazioni, che si materializzerà a partire da nodi paritari e si realizzerà spontaneamente. Sarà accessibile a tutti gli automobilisti interconnessi e darà vita ad un nuovo metodo di comunicazione che ha già in parte rivoluzionato il settore dell’automotive e che nei prossimi mesi/anni promette significative novità.

    AI, l’auto intelligente 

    Sono sempre più numerosi i dispositivi dotati di intelligenza artificiale e ora questa innovativa tecnologia, sbarca finalmente  anche sugli autoveicoli. Una realtà già presente e consolidata in Mercedes, ma presto in arrivo anche in altre case automobilistiche.  Ma da dove nasce l’esigenza di dotare un’auto di intelligenza artificiale? In realtà le motivazioni potrebbero essere molteplici.  La prima: la possibilità di chiedere mediante appositi comandi vocali informazioni in tempo reale sulle condizioni del traffico, del meteo e tantissimo altro.  La seconda motivazione, certamente la più importante, è di poter interagire con veicolo senza distogliere lo sguardo dalla strada e mantenere alto il livello di attenzione.  Da non sottovalutare infine il software che gestisce l’intero processo dell’IA, capace non solo di rispondere a specifici comandi, ma anche di imparare gusti e preferenze del conducente, incrociare i dati provenienti dai sensori del mezzo e persino intervenire attivamente alla guida in caso di necessità. Insomma la base per la guida completamente autonoma ed automatizzata dei mezzi del prossimo decennio.  In questo scenario sono presenti i colossi dell’informatica come Microsoft e IBM per lo sviluppo di piattaforme per il collegamento tra guidatore e servizi o aziende che si trovano in prossimità del veicolo, mentre per lo sviluppo di queste tecnologie sono già stati investiti diversi milioni di euro dai colossi dell’automobilismo come Toyota, Ford e BMW. LEGGI ANCHE: Audi sperimenta insieme a Disney una nuova esperienza di intrattenimento in auto

    City Sharing e nuove tipologie di connessione

    Se da un lato lo sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione ci spinge a creare una rete di informazioni per incrementare la sicurezza (e non solo) delle strade, dall’altro permette l’evoluzione di servizi oramai consolidati e familiari come il car sharing.  Tantissimi italiani scelgono lo sharing di mezzi come biciclette, auto e da pochissimo i monopattini elettrici (solo in alcune città) per gli spostamenti quotidiani.  L’ultima frontiera in questo campo è lo sharing di mezzi elettrici. Moia è l’azienda che in questi anni si sta occupando proprio di questi progetto in sperimentazione in città medio grandi come Amburgo, ma presto disponibile anche in Finlandia ed in altre città tedesche.  Il progetto Moia mediante un’apposita applicazione connetterà le persone che compiono uno stesso percorso e che vogliono trascorrerlo in un ambiente più rilassante, ecosostenibile e sopratutto in compagnia.  Il sistema permetterà non solo di condividere alcuni piccoli momenti della giornata con colleghi, amici o conoscenti che percorreranno la stessa strada, ma risolverà il problema del rifornimento di benzina delle auto a combustione, una problematica ancora irrisolta dello sharing dei mezzi a combustione. Moia sarà un progetto che forse in Italia non vedremo molto presto, ma speriamo che nel lungo termine possa giungere anche nel nostro paese offrendoci un nuovo modo di muoverci in città.

    Le auto, il web e la strada

    Le innovazioni sin ora spiegate non potevano che condurci qui, alle auto connesse alla rete. Una presupposto indispensabile per poter realizzare gran parte delle novità precedentemente analizzate.  Sono già in commercio da qualche mese, ma presto le auto dotate di accesso al web saranno di uso comune. Dotate di modulo 3 o 4G (e presto 5G) i veicoli connessi possono non solo accedere ai servizi di mapping per calcolare percorsi, prevenire furti o per il controllo degli spostamenti del mezzo, ma possono offrire un’infinità di nuovi metodi di comunicazione.