• About Author

  • Tutta l'Informazione Ninja nella tua mail

  • Hashtag e bot esistevano già su mIRC, il papà (o forse il nonno) dei social network

    Una breve storia delle origini della comunicazione digitale attraverso il ricordo dell’antesignano di tutti i social network, padre virtuale dei millennials

    12 Ottobre 2018

    Questo articolo è stato scritto da Fabiano Farina, Copywriter & Social Media Specialist. Un’intera generazione di nerd, ma anche di ragazzi in cerca di conoscenza, prima di approdare a MSN e al mondo di Facebook, negli anni ’90 aveva inserito sulla propria barra di Start l’icona di mIRC, quello che potremmo definire come il nonno dei social network. Questo strumento aveva in sé un nuovo modo di pensare il digitale e la rete Internet.

    Cos’è mIRC

    È stato creato nel 1995 e sviluppato da Khaled Mardam-Bey, un informatico palestinese naturalizzato inglese. Tecnicamente era un client IRC, che sarebbe un protocollo di messaggistica istantanea su Internet che consente la comunicazione diretta fra due utenti ma anche la comunicazione fra più utenti presenti nella stessa ‘stanza’ (canale). Ogni canale aveva un ‘topic’, cioè un argomento di discussione. Inoltre è presente una gerarchia fra gli utenti che, in maniera del tutto autoregolativa, gestivano il canale con diversi poteri, fra cui anche quello di poter assegnare il ‘ban’, ossia allontanare gli utenti che non rispettavano le regole o che discutevano ‘off topic’. Ogni utente sceglieva un nickname e le informazioni che mIRC consentiva di ottenere di ciascun utente erano pochissime ma anche pericolose. Infatti si poteva ottenere il codice IP di un utente con il comando ‘who is’ e i più maliziosi e smanettoni riuscivano ad entrare nei PC di questi poveri sfortunati attraverso dei software chiamati Trojan. mirc

    Come si usava mIRC

    mIRC nel 2004 divenne un software molto popolare, con oltre sette milioni di download. Ciò fu possibile soprattutto grazie alla divulgazione in rete di tantissimi script: versioni diverse del software che contenevano nuovi comandi, facilitazioni e altro. Insomma mIRC era un programma di carattere sostanzialmente open source che offriva la possibilità di modificare e scrivere codice utilizzando un vero linguaggio di programmazione. Connettendosi al server giusto era possibile entrare nei canali: delle stanze con un nome e un topic ben definiti. I canali più famosi erano quelli con i nomi delle città più importanti: chi era di Napoli, ad esempio, poteva entrare nel canale #napoli (ecco il primo uso degli hashtag!) e interagire con tutti gli utenti della propria città. Si poteva interagire con tutti gli utenti del canale scrivendo sulla bacheca principale, possibilmente senza andare off topic, pena l’allontanamento. Oppure si poteva contattare singolarmente un utente per discutere o chiedere un appuntamento per il mondo reale. Spesso si tenevano i raduni di un canale e negli ultimi anni si iniziavano a rilevare i primi casi di pubblicità delle aziende locali di carattere diretto. LEGGI ANCHE: Microsoft ha messo online i codici sorgente di MS-DOS come open source mirc social network

    Le affinità con i moderni social network

    mIRC era un software totalmente testuale: solo alcuni script avevano delle immagini e gli utenti non avevano le moderne foto profilo o di copertina, tantomeno c’era la possibilità di postare foto e album. Questo problema fu ovviato da MSN con la creazione dei blog, i quali segnarono il declino di mIRC. Anche il proliferare dei forum, dove avvenivano le maggiori discussioni in target riguardo prodotti, servizi, ma anche cultura e società, contribuirono al suo abbandono graduale e misero le basi per la creazione di sistemi e reti sociali dove sintetizzare la richiesta di vita web che proveniva dagli utenti. Tuttavia è possibile riscontrare alcune affinità fra mIRC e i moderni social, in particolare con Facebook.
    • I canali di mIRC concettualmente hanno lo stesso funzionamento degli hashtag, oltre che lo stesso segno grafico (#);
    • I canali Facebook prevedono anch’essi amministratori e regole in modo da gestire al meglio gli utenti e da far rispettare i topic;
    • Messenger e tanti altri servizi di chat hanno preso in prestito da mIRC le maggiori e strutturali caratteristiche di discussione istantanea;
    • Su mIRC nasce il concetto di viral: i canali con le discussioni più popolari si diffondevano a macchia d’olio, ottenendo tantissimi utenti in pochissimo tempo;
    • Come già scritto, le aziende locali utilizzavano mIRC per campagne di direct marketing, essendo lo strumento del tempo più semplice e partecipato, così come avviene oggi su Messenger o sulla chat di Instagram.
    Sarebbero tantissime altre le affinità. Ciò che importa tuttavia è capire quanto anche un passato recente come quello di mIRC possa essere interessante per capire le dinamiche attuali della comunicazione digitale e, perché no, anche quelle future. LEGGI ANCHE: Come scegliere il chatbot giusto (perché i chatbot non sono tutti uguali) mirc canali

    Privacy velata o violata

    In primo luogo c’è il discorso della privacy: come detto, con mIRC non si potevano ottenere informazioni di base come nome e cognome, età, sesso, foto profilo. Ogni utente aveva un nickname personale e basta. Tuttavia era possibile risalire all’indirizzo IP, che forse in alcuni casi, una volta imbattuti in utenti esperti, ai limiti dell’hacking, era cosa assai più pericolosa. Infatti attraverso l’indirizzo IP si poteva entrare direttamente all’interno delle directory del proprio pc e consultare documenti anche importanti. Oggi i social network dal primo momento dell’iscrizione fino alle impostazioni di condivisione dei post ci interrogano sulla nostra consapevolezza riguardo il diritto alla privacy e ci mettono a disposizione degli strumenti per proteggerci e per segnalare eventuali violazioni. Un fattore che mIRC non prevedeva assolutamente: il suo standard di programmazione open source presumeva una libertà a volte smisurata e, oltre ai credits di ciascuno script, non vi erano molte avvertenze. Tuttavia dopo i recenti casi che hanno coinvolto Facebook, in particolare il caso di Cambridge Analytica in cui 87 milioni di utenti hanno subito violazioni alla privacy, ci fa riflettere su quanto ancora ci sia da lavorare per i nostri diritti di utenti e quanto la privacy talvolta risulti soltanto velata e non sostanziale. mirc 2

    I Bot? I primi prototipi erano su IRC

    I servizi di messaggistica istantanea si sono evoluti tantissimo nel corso degli anni. Oltre alle (a volte fastidiose) inserzioni pubblicitarie, alle emoticon sempre più numerose e alle funzioni di rilevazione del volto per ottenere selfie sempre più colorati e particolari, si ritiene che la più grande innovazione degli ultimi tempi siano i Bot. Il Bot non è nient’altro che un programma che accede alla rete attraverso i medesimi canali degli utenti normali per svolgere funzioni automatizzate. Volgarmente è l’equivalente di un robot che parla e agisce autonomamente con gli umani. Sono in crescita ad oggi i servizi di messaggistica istantanea con i Bot per accedere a servizi ed acquistare prodotti. I primi esempi di Bot che certamente ricorderanno i millennials sono quelli presenti sui server IRC. Anch’essi avevano la funzione di svolgere azioni automatizzate, di gestire un database di informazioni e di essere quasi impenetrabili. La maggior parte di essi avevano la funzione di proteggere i canali da intrusioni, da eventuali scalate e da irregolarità. Ed ecco, sarebbe proprio qui l’innovazione: si potrebbero affidare ai Bot questi sistemi di protezione automatizzata dalle violazioni di privacy e da tutte le violazioni degli standard dei social network. Tenendo presente che l’occhio di un essere umano vedrà sempre meglio di una macchina, oggi come vent’anni fa.