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  • Google ci segnalerà i siti a rischio (e dice addio al lucchetto per quelli sicuri)

    A partire da settembre 2018, Google rimuoverà l'etichetta che contrassegna i siti sicuri

    21 Maggio 2018

    Google ha annunciato che il suo browser Chrome smetterà di contrassegnare i siti HTTPS come “sicuri” a partire da settembre di quest’anno. Sta infatti modificando il modo in cui Chrome identifica e contrassegna i siti protetti, attribuendo l’etichetta HTTPS ai siti considerati affidabili. A partire da settembre 2018, Google rimuoverà l’etichetta che contrassegna le web page sicure, contrassegnando tutti gli altri siti come “non protetti”. LEGGI ANCHE: Facebook spiega ai ragazzi come navigare sul social in sicurezza

    I siti non sicuro saranno contrassegnati in rosso

    L’avviso rosso “sito non sicuro“, apparirà quando le persone iniziano a digitare nei campi da compilare per accedere ai diversi servizi. L’azienda ha dichiarato: “Fino ad ora, il numero di pagine non sicure era troppo alto perché si segnalassero in rosso tutte quelle che ne facevano parte. Ora che la maggior parte dei siti è passato a un protocollo più sicuro (HTTPS), è comodo seguire la strada di questo cambiamento”. LEGGI ANCHE: Nessuna pietà per troll e fake. Le mosse a sorpresa di Facebook e Twitter “L’utilizzo degli standard di sicurezza contrassegnati dall’etichetta HTTPS sul web sono decollati grazie alle indicazioni di sicurezza di Chrome. Le persone, devono aspettarsi che il web sia un posto sicuro per definizione, e di venire avvisati solo in caso di problemi”. google-security L’HTTPS è considerata una versione sicura del protocollo HTTP: riduce infatti il rischio di esposizione dei dati, e attacchi ai sistemi. Proprio Google aveva dichiarato all’inizio dell’anno che il traffico su sistemi protetti si aggirava ormai intorno all’80%. LEGGI ANCHE: Amazon lancia un browser per Android. Veloce, sicuro e leggero (dice) Con questa ultima mossa, l’azienda conferma che oggi il sistema HTTPS è sicuro, più economico e più semplice, ed è necessario spingere tutti ad abbandonare il vecchio protocollo attraverso una migrazione. Google ha anche condiviso le linee guida per facilitare questo processo.