Parliamo di Epic Win e Fail. Cosa è successo questa settimana sui social? Ve la facciamo breve: Aranzulla diventa l’”Angelo Salvatore” di Sirio, Alitalia riceve una proposta di matrimonio sulla sua pagina Facebook, Despacito supera i 4 miliardi di visualizzazioni su YouTube, Dove ritira la sua campagna, accusata di razzismo, la casa distributrice Teodora si scaglia contro la comunità Lgbt, nasce una scuola per Influencer Instagram e Zuckerberg scivola sull’uragano Maria con il suo VR.
Se vi accontentate dell'abstract, fermatevi qui: altrimenti andate avanti (ne vale la pena ;-) ).
Win
Se volessi sapere come fare una presentazione in power point, o con quali app ascoltare musica offline gratis, o come aprire un file .xml, a chi chiederesti? A noi viene in mente una sola persona: Salvatore Aranzulla, il divulgatore informatico italiano più famoso del Web. Da pochi giorni, il dipanatore di ogni dubbio informatico è anche il testimonial della nuova campagna social di Sirio, firmata PhoenixWeb.
La campagna è pensata esclusivamente per i canali social, in particolar modo Facebook, e si compone di tre video pills, che raccontano le storie di tre diversi soggetti alle prese con le ansie professionali e le difficoltà legate alla gestione di un’attività: Andrea e le Fatture, Elena e i Fornitori, Paolo e la Contabilità. “Per fortuna c’è qualcuno che veglia su di noi e sulle nostre aziende. Il Salvatore” è il leitmotiv che esclamano all’unisono i tre personaggi. Tutti i filmati si chiudono con una voce fuori campo che recita: “E anche oggi, con Sirio, un’altra azienda è salva”.
Il lancio di Sirio è stato sostenuto da una Campagna Teaser sulla pagina Facebook ufficiale di Sirio, a cui seguirà, per un mese, la campagna video, che vivrà sia sul canale Facebook di Sirio sia sulla pagina ufficiale di Salvatore Aranzulla.
Per noi è Epic Win.
Fiori d’arancio, invece, sulla pagina Facebook di Alitalia. Hai letto cosa è accaduto?
La storia inizia con un post di Mario Sorrentini sulla pagina Facebook di Alitalia. Un post che il brand pubblica, con l’hashtag #Costanzarispondi.
Lui è l’ambassador che ogni social media manager vorrebbe incontrare sul suo cammino, lei fa parte del team social di Alitalia, e ha la “colpa” di essere disponibile, diplomatica, assertiva, sempre educata nelle risposte ai commenti degli utenti di Alitalia, anche quando le domande diventano scomode, e lui se ne innamora perdutamente. E fa di più. Scrive alla compagnia per cui lavora, Alitalia, chiedendole di sposarlo. E dopo centinaia di commenti, arriva l’attesissima risposta di Costanza, con un elegantissimo due di picche.
Mario, relegato nella friend zone, si stringe nel dolore del rifiuto, ma comprende che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, come quelle di Costanza verso la community.
Per questa volta, non possiamo dire che Facebook è stato galeotto, ma per noi è Epic Win!
4 billion views!!! Gracias por el apoyo familia. Gracias Puerto Rico ??@daddy_yankee @elasticpeople @zuleykarivera pic.twitter.com/RJyaIDgaTh
— Luis Fonsi (@LuisFonsi) 12 ottobre 2017
Che tu ami il rock, l’elettronica, il pop, la musica classica o il jazz, siamo certi che, nolente o volente, nell’estate appena trascorsa, hai canticchiato “Despacito”, e a vedere i risultati di YouTube, non sei l’unico.
'Despacito', il singolo di Luis Fonsi e Daddy Yankee, è il primo video che ha raggiunto 4 miliardi di visualizzazioni su YouTube, come dichiarato da Forbes.
È un risultato mai raggiunto prima. Non solo per il numero di visualizzazioni, ma anche per la velocità con cui si sono ottenuti questi dati. Ricordiamo che già a pochi mesi dalla sua uscita, “Despacito” aveva raggiunto più di 3,918 miliardi di viste. Al momento in cui scriviamo, il brano musicale è a quota 4.023.740.343 visualizzazioni, e il numero è chiaramente destinato ad aumentare.
È un successo incredibile, o in altre parole, un Epic Win.
Fail
La scorsa settimana è stata sulla bocca di tutti, la nuova campagna Dove, firmata dall’agenzia Ogilvy & Mather e ritirata poco dopo essere stata lanciata, con relative scuse pubbliche dell’azienda.
Riepiloghiamo com’è andata.
Nella campagna Dove, lo spettatore vede tre ragazze di nazionalità diversa che, in sequenza, si sfilano una t-shirt. Una scenda dopo l’altra, le t-shirt e il colore della pelle delle tre modelle, progressivamente, si “sbiancano”.
Neanche a dirlo, la campagna è stata tacciata di razzismo. Dove la ritira e si scusa:
Tra le tante reazioni, interviene anche la modella nigeriana Lola Ogunyemi, una delle tre ragazze protagoniste della pubblicità di Dove, prendendo le parti dei pubblicitari di Dove. Ogunyemi dichiara di essere tutt’altro che una vittima silenziosa di una campagna razzista e di essere consapevole di come la rappresentazione della bellezza delle donne nelle pubblicità, e non solo, avvenga ancora oggi con molti pregiudizi. Per questa ragione era entusiasta di rappresentare le donne con la pelle scura in una pubblicità di un marchio tanto famoso in tutto il mondo.
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Ogunyemi sa che il pubblico ha ragione a essere particolarmente critico verso un marchio che in passato era già stato accusato di aver fatto una pubblicità razzista. Per queste ragioni pensa che scusandosi Dove avrebbe dovuto spiegare meglio la «visione creativa» dei propri pubblicitari e difendere la scelta di includere una "donna nera nello spot", a dimostrazione che la bellezza non ha nazionalità. Tu che idea ti sei fatto del caso Dove? Per noi, è Epic Fail.
E “120 battiti al minuto”, l'hai visto? Il film, diretto da Robin Campillo, vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes, candidato per la Francia come Miglior Film Straniero agli Oscar, nonostante sia stato accolto come capolavoro nel resto del mondo, in Italia non ha riempito le sale, ed è stato vietato ai minori di 14 anni.
Insomma, un flop clamoroso per la pellicola di denuncia sull’Aids attraverso la storia del movimento attivista Act Up e l’amore tra due uomini agli inizi degli anni ’90. Ovviamente, la casa distributrice Teodora ha mal digerito l’insuccesso, puntando il dito contro la comunità Lgbt:
Fiasco in Italia per #120BattitiAlMinuto che nel mondo riempie le sale: e anche la comunità LGBT diserta il film. Ve lo meritate Adinolfi pic.twitter.com/7bbQsXTpuF
— Teodora Film (@teodora_film) 10 ottobre 2017
La provocazione di Teodora ha scatenato diverse polemiche. C’è chi l’ha giudicata inopportuna e fuori luogo, e chi addirittura controproducente per la pellicola stessa.
Tra una presa di posizione e l’altra, per noi è Epic Fail.
È quando pensi di averle viste proprio tutte che leggi che a Torino apre il primo corso per diventare Influencer Instagram. Non è uno scherzo. Si chiama #roundacademy ed è un progetto firmato RoundAbout, l'app per gli Instagram Influencer locali, in collaborazione con il team di Le Strade di Torino, il blog da quasi 15mila follower su Instagram.
Su Eventribe si legge:
“Vuoi monetizzare i tuoi contenuti Instagram ma non ottieni ancora sufficienti performance?
Forse non lo sai, ma non bastano 10.000 followers per essere in grado di influenzare un pubblico. Servono conoscenze in marketing e comunicazione, strategia e pianificazione (e una buona dose di originalità, ovvio!)”.
Propongono appuntamenti mensili, teorici e pratici, per imparare le basi della comunicazione su Instagram e la pratica della professione di Instagram Influencer.
Ce n’era veramente bisogno? Per noi è Epic Fail.
Lo sappiamo cosa stai pensando: come hanno osato inserire Mark Zuckerberg tra gli Epic Fail? E no, non ci riferiamo al #facebookdown e #instagramdown che l’11 ottobre hanno mandato nel pallone tutti i social media manager, ma al tour virtuale di dimostrazione della funzione VR "Spaces", organizzata lo scorso 9 ottobre per mostrare i danni causati dall’uragano Maria e le potenzialità del sistema per vedere ambienti reali remoti utilizzando un visore VR.
Forse per Mark e la sua collaboratrice, Rachel, non è stata una scelta azzeccata planare sull'isola situata nel Nord-Est del mare dei Caraibi, distrutta dall’Uragano Maria. Come è più che prevedibile, Mark si è scusato, chiarendo che l’intenzione era quella di dimostrare come la realtà virtuale potesse sollevare consapevolezza rispetto agli eventi in corso nel pianeta, e promuovere una campagna benefica per aiutare la ricostruzione delle zone distrutte, in collaborazione con la Croce Rossa.
Una parte dell’insuccesso l’ha giocata certamente il contesto di rovine sullo sfondo, tra case distrutte, strade impraticabili e ponti crollati, il resto lo hanno fatto alcune battute stonate e fuori luogo che si sono scambiati Mark e Rachel. Insomma, diretta in realtà virtuale (Vr) da Porto Rico riuscita in parte, e peccato si sia perso l’aspetto sociale ed empatico della dimostrazione.
Se ti sei già lanciato nel vuoto con un paracadute, hai fatto Parkour, o pratichi un qualunque altro sport estremo, sei comunque un principiante nei confronti di chi è riuscito a scattarsi un selfie fuori da un aereo ad alta quota. Ma dai, ci hai creduto? Il Corriere della Sera, purtroppo, si.
La storia è questa.
Un aviatore tedesco, Pilot Patrick, seguito da più di 257mila follower su Instagram, posta questo scatto:
È chiaramente un fake. In alta quota l’ambiente è pressurizzato e non è possibile in alcun modo aprire i finestrini. E, come se non bastasse, nelle lenti degli occhiali da sole di Pilot Patrick si vede specchiata, oltre al selfie stick, anche una superficie di asfalto, probabilmente della pista di atterraggio. Si, perché la foto è stata scattata a terra, poi modificata e pubblicata. Fin qui, niente di strano, se non fosse che, tra i tanti articoli che riportano il caso, ce n’è uno che l'ha avallato, ma che è stato prontamente rimosso. Il titolo era: “Pilot Patrick, il fascino dei selfie in quota con la testa fuori dall’aereo”, scritto proprio dal Corriere della Sera.
Lo sappiamo bene che il Corriere della Sera è un ottimo giornale di approfondimento, e gli perdoniamo questa svista. Intanto, però, per noi è Epic Fail.
Per questa settimana è tutto. L’appuntamento con gli Epic Win e Fail è al prossimo lunedì. Continuate a seguirci, sulla nostra pagina Facebook, su Twitter e sul gruppo LinkedIn!