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La valorizzazione del capitale umano è una delle chiavi per la crescita delle aziende, soprattutto nell'era della digital transformation. Molte società lo hanno già capito e altre vi si stanno confrontando proprio adesso, anche in Italia e anche grazie all'affermarsi sempre più deciso di nuove formule di smart working, il lavoro intelligente che tra le sue caratteristiche prevede anche la possibilità di lavorare da casa, almeno alcuni giorni a settimana.
L’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, solo per citare un dato recente, ha mostrato che questa tipologia di lavoro potrebbe garantire all'Italia un incremento della produttività di ben 13,7 miliardi di euro. Non solo una moda, quindi, ma una vera e propria esigenza che potrebbe anche permettere di fronteggiare in modo differente la cosiddetta disoccupazione tecnologica, cioè quella dovuta all'automazione di molti processi grazie ai robot.
Anche se i dati parlano di un 99% di lavoratori soddisfatti delle nuove formule di smart working, siamo davvero certi che il lavoro da remoto sia adatto proprio a tutti?
Senza voler sovrapporre due concetti ben diversi, come quello di smart working, che prevede nuove formule di lavoro flessibile, e quello di lavoro da remoto, che invece significa più strettamente poter lavorare da qualsiasi postazione che sia dotata di una connessione a internet, è giusto interrogarsi sul tipo di lavoratore che davvero può affrontare la sfida - solo a prima vista molto semplice - di lavorare da casa.

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A lungo (forse troppo a lungo) gli esperti di Risorse Umane e i Direttori del personale hanno utilizzato una schematica suddivisione di candidati e dipendenti in quattro tipologie di personalità, per scegliere in modo più semplice chi assumere o chi promuovere ad una posizione in azienda.
Questa classificazione in tipo A, B, C e D oggi tende ad essere ritrattata alla luce delle nuove esigenze lavorative e professionali. Ma per capire meglio di cosa stiamo parlando, ecco quali sono le diverse tipologie finora utilizzate.

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Tutte e quattro queste tipologie di dipendenti e collaboratori naturalmente erano considerate utili in ruoli complementari all'interno dell'organizzazione, ma la tendenza era quella di ritenere in particolare la tipologia A come quella dei vincitori (quindi spesso i preferiti durante i colloqui) e tutti gli altri come perdenti.
Senza alcuna scienza alla base di questa pseudo-classificazione psicologica, ci si limitava spesso a catalogare candidati e lavoratori in una di queste tipologie, senza tener conto delle sfumature, in una realtà che è ben presto stata messa in crisi nelle sue certezze dall'arrivo di internet e dalle centinaia di strumenti che oggi abbiamo a disposizione per coordinare le attività lavorative anche da remoto.
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Se i quattro tipi di personalità che abbiamo delineato presumevano tutti un lavoro in presenza in ufficio o in azienda, semplicemente oggi non è più possibile applicarli ad una realtà in cui il virtuale ha assunto lo stesso peso produttivo del reale, rendendo spesso obsoleti anche i grossi uffici centrali.
Se è vero che all'inizio dell'anno una grossa azienda, pioniera nel lavoro da remoto, come IBM ha iniziato a richiamare i suoi lavoratori in ufficio, imponendo spesso trasferimenti in altre città, il lavoro da remoto è semplicemente una delle possibilità irrinunciabili della contemporaneità, che richiede spesso nuovi modelli e magari anche una nuova guida sulle tipologie di personalità più adatte a lavorare da casa.
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Ninja Marketing vive anche di lavoro da remoto e per questo pensiamo che qui possano esserci alcuni utili spunti, non solo per i freelance, spesso già abituati a lavorare da casa, ma anche per le aziende e i recruiter.

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Se pensavi che lavorare da casa volesse dire lavorare quando vuoi e come vuoi, indossare la camicia solo per le call aziendali e lavorare solo il pomeriggio per poter dormire tutta la mattina, forse dovrai iniziare a rivedere la tua immagine idilliaca, mentre i responsabili delle Risorse Umane possono iniziare a stabilire nuovi profili di personalità per comprendere meglio chi è davvero adatto ad un lavoro da remoto.