Quanti social network utilizzate attualmente? E soprattutto, quanto tempo gli dedicate?
L'offerta è talmente vasta che ci si potrebbe perdere: dalle foto con l'ultimo filtro su Instagram alle board di Pinterest, passando per un aggiornamento di stato su Facebook ad un hangout su Google+, con un occhio puntato all'ultimo hashtag di tendenza su Twitter.
Uno studio recente sull'utilizzo dei social media ha rivelato che un utente in media possiede due account su social media differenti. Molti di loro, però, concentrano la loro presenza on line solo in una comunità che appaga ogni ulteriore desiderio di condivisione, anche con la nascita di nuovi social network.
Quel che è certo è che ogni social network ha una sua peculiarità e può attrarci o meno, a seconda di quello che desideriamo dal suo utilizzo.
Rete professionale o familiare?
Ad esempio, se con la rete sociale non si vogliono condividere accadimenti personali o non si vuole essere "osservati" dalla famiglia, non si sceglierà sicuramente Facebook.
Uno studio del 2011 di Pew Internet ha indicato che circa i due terzi degli utenti Facebook hanno deciso di iscriversi per restare in contatto con amici lontani o familiari poco frequentati. La certezza di poter contare su Facebook "perché tutti ce l'hanno" per restare in contatto con i propri affetti è proprio la ragione che ha consentito all'azienda di Mark Zuckerberg di poter creare una rete di oltre un miliardo di utenti attivi con una frequenza di utilizzo tra gli adulti vicina al 70% (fonte: Pew Internet).
Di contro, chi invece vuole partecipare ad una rete sociale solo per condividere una passione o uno scambio di notizie ed informazioni sceglierà social media più impersonali come Twitter o Google+.
Oltre il semplice contatto
Limitare, però, l'utilizzo dei social network alla sola opportunità di contatto con i propri conoscenti è estremamente riduttivo.
Come alcuni avvenimenti storici hanno dimostrato (dalla "Primavera Araba" ai disastrosi terremoti in Cile o Giappone), i social network hanno avuto e avranno sempre più un ruolo informativo primario. Così come sempre più rilevante è il loro ruolo educativo, come dimostra ad esempio l'iniziativa YouTube EDU promossa da Google.
Ancora, i social network possono creare opportunità professionali facendo incontrare domanda e offerta (basti pensare al grande successo di Linkedin), permettere incontri culturali altrimenti impossibili, far convergere fini solidaristici, unire movimenti di pensiero, condividere una passione o un proprio lavoro con una comunità di esperti, e molto altro.
Un mondo ampio, enorme, che comporta però anche alcuni rischi.
Utilizzo non consapevole del tempo
Per alcune persone, infatti, ogni scopo "nobile" offerto dai social network perde senso, rischiando di diventare una vera e propria ossessione (se non dipendenza) che porta ad uno spasmodico controllo di aggiornamenti, contenuti e notifiche con una conseguente trasformazione della qualità del tempo loro dedicato: non più investito per promuovere i nostri contenuti ma "sprecato" per un impulso incontrollato di iper-condivisione.
In pratica, un susseguirsi di quelle scene che ormai impressionano e colpiscono soprattutto per la loro frequenza: appuntamenti di coppia, feste, cene, aperitivi in cui un irreale silenzio si crea quando molti si perdono nei contenuti offerti dai loro smartphone eternamente connessi ai social.
“Uno degli aspetti più contraddittori di Internet è che se, da una parte, la Rete permette di salvaguardare la stabilità dei legami anche quando i membri del nucleo familiare sono fisicamente separati, dall'altra può deteriorarli o minarne le basi quando tutti vivono nella stessa casa”.
- Don Tapscott
Una questione di equilibrio
Il social networking è una risorsa preziosa. Chi meglio di noi Ninja può infatti sottolineare il valore comunicativo potentissimo che questi strumenti hanno generato negli ultimi anni, creando indotto, opportunità commerciali e posti di lavoro?
Ma va gestito con parsimonia ed equilibrio. Perché un utilizzo consapevole dei social network può trasformarsi in una grandiosa attività di personal branding che può portare anche a successi professionali ed incontri con persone straordinarie, ma senza controllo può anche trasformarsi in un eccesso che rischia di compromettere le nostre relazioni reali facendoci perdere il controllo sul fulcro effettivo del nostro brand: la nostra personalità.
Tuteliamo (aggiornandoci sempre) la nostra privacy e la nostra reputazione, stabiliamo un confine con cosa decidiamo di condividere con il mondo e soprattutto determiniamo dei limiti temporali chiari, che ci consentano di utilizzare il social network effettivamente come risorsa e non come elemento di auto-distruzione.