Domenica 29 Maggio 2011 ritorna “Cantine Aperte”, la giornata che in pochi anni dalla sua nascita ha portato al successo l’Enoturismo in Italia.
Un business con un giro d'affari in Italia di 2,5 miliardi di euro che spinge a viaggiare ogni anno milioni di turisti (il vino è la 3° attrattiva per i turisti stranieri) per scoprire nei territori rurali di campagna le aziende vitivinicole d'eccellenza, facendo il pieno di cultura enologica all’aria aperta nei vigneti e degustando "con moderazione", tra botti di legno di rovere e tini d’acciaio.
E in occasione dell’inizio di un interessante corso di enoturismo, rivolto ad operatori, guide e produttori, abbiamo avuto il piacere di stringere la mano ed intervistare una docente fuori dal comune: Donatella Cinelli Colombini.
- Fondatrice nel 1993 del “Movimento del Turismo del Vino” (di cui è stata presidente per 9 anni) e sempre nel 1993 ideatrice di “Cantine Aperte”.
- Ha insegnato fino all’anno scorso a organizzare, promuovere e gestire le cantine sotto il profilo turistico nei Master post laurea di 5 università (Venezia, Firenze, Bologna, Trieste e Malta).
- Dopo un’esperienza di 14 anni nella fattoria di famiglia a Montalcino, nel 1998 ha creato la sua azienda ristrutturando 2 proprietà di famiglia: la Fattoria del Colle a Trequanda risalente al 1592 (dove si producono il Chianti Superiore DOCG, l'Orcia DOC, due tipi di IGT Toscana Rosso e il Vinsanto del Chianti DOC) e il Casato Prime Donne a Montalcino (dove si producono il Rosso di Montalcino DOC e il Brunello di Montalcino DOCG).
- Nel 2003 ha vinto l’Oscar di miglior produttore italiano assegnato dalla guida AIS Bibenda, e ha pubblicato il “Manuale del Turismo del Vino” seguito, nel 2007 dal libro “Il Marketing del Turismo del Vino”.
- Dal 2001 al 2011 è stata Assessore del turismo del Comune di Siena (incarico conclusosi un paio di settimane fa) inventando una nuova tipologia di turismo sportivo: il “trekking urbano”, un nuovo modo di fare turismo fuori dagli itinerari più conosciuti e insieme di tonificare il fisico. Esportato da Siena in altri 34 capoluoghi italiani.
Donatella Cinelli Colombini è oggi inoltre vice presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino e vice presidente dell’Enoteca Italiana.
Salve Donatella, è un vero piacere conoscerti!
Salve ragazzi, è un vero piacere anche per me.
Secondo le ultime ricerche quali sono le motivazioni che nel nostro Paese spingono i turisti italiani a visitare una cantina? E da quali nazioni provengono per di più i turisti stranieri?
I turisti del vino italiani secondo le ultime ricerche sono stimolati a viaggiare per conoscere le aziende vitivinicole sparse lungo il territorio nazionale soprattutto per voler vivere una “nuova esperienza turistica”, sono attirati anche dalla notorietà dei luoghi e dalla qualità dei prodotti. E desiderano fare qualcosa di tendenza, senza dimenticare d’assaporare l’enogastronomia tipica. In questo modo riescono a soddisfare dei bisogni importanti come il divertimento unito all’apprendimento, rendendosi protagonisti appunto di un’esperienza innovativa caratterizzata anche dalle tante possibilità di socializzazione che ne possono scaturire e dal bisogno di esaudire nel migliore dei modi quel senso di scoperta e di curiosità che alberga dentro ognuno di Noi.
I turisti del vino stranieri provengono per di più dalla Germania (il 33%), Austria (12%) e Nord America (11%), a seguire Svizzera, Gran Bretagna, Francia e Giappone. I tedeschi sono conosciuti per essere molto attenti ai prezzi. Invece gli americani, in particolare modo quelli sopra i 30 anni, sono i turisti più apprezzati dagli operatori perché orientati sui vini di alta qualità più costosi semplificando il processo di acquisto concentrandosi su marche e denominazioni (i Californiani hanno la maggiore cultura enologica). Mentre i russi usano il prezzo come indice di qualità.
La strategia di marketing nella politica dell’accoglienza enoturistica in che modo può adattarsi quindi alle differenti esigenze ed aspettative dei Wine Lovers?
I visitatori che giungono nelle aziende vitivinicole non sono tutti uguali sia per cultura che per budget.
Ci sono innanzitutto i cosiddetti “enoturisti per caso” che desiderano trovare servizi d’intrattenimento e ristorazione di cucina tipica, oltre a comprare vini economici e sfusi cercano di fare anche uno shopping d’oggettistica. La durata della loro visita deve essere breve e in gruppo con spiegazioni semplici, rimangono molto affascinati dagli elementi tradizionali all’interno della cantina e dalla bellezza dei panorami vitati.
Poi ci sono i veri e propri “turisti del vino” che comprano altresì vini di pregio, desiderano effettuare la visita con esperti , incontrare il titolare e l’enologo, sono attirati principalmente dalla fama e dal prestigio della cantina e dimostrano di avere anche una certa cultura enologica richiedendo l’assaggio. La durata della loro visita deve essere media e possibilmente individuale.
E inoltre esistono gli “opinion leader” e “amanti del lusso” che sono sensibili alla viticoltura e all’enologia innovativa, comprano solo vini costosi e rari, desiderano vedere e capire un’enologia diversa, gradiscono molto incontrare l’enologo e richiedono d’assaggiare vini in anteprima. La durata della loro visita deve essere però lunga e individuale.
Le Strade del Vino sono dei percorsi riconosciuti dalle regioni italiane che permettono, seguendo un’apposita segnaletica stradale, di esplorare il mondo vitivinicolo di una determinata zona con le sue cantine aperte al pubblico, non tralasciando i luoghi di sosta di interesse. Quante sono in Italia? E quali sono le Strade del Vino più trafficate?
Esistono più di 150 Strade del Vino ma purtroppo bisogna subito dire che se ne contano meno di 20 come davvero funzionanti, tra cui: Franciacorta, Strada Astesana, Vino Nobile di Montepulciano, Soave, Barolo, Costa degli Etruschi, Chianti Colli Fiorentini, Dal Roero alle Langhe, Oltrepò Pavese, Colli di Maremma, Vini Bresciani del Garda, Moscato e Barbaresco.
Son effettivamente fin troppe le Strade del Vino italiane che risultano spesso essere solo dei semplici atti amministrativi, non avendo alcuna traccia di cartelli stradali ed in certi casi con la quasi totale assenza di cantine lungo il proprio percorso. Una situazione infelice e dannosa per l’immagine delle zone vitivinicole di qualità meno conosciute.
Mentre se diamo un’occhiata all’efficienza delle Strade del Vino estere, i nostri diretti competitors, ci accorgeremo subito della differenza nel numero dei percorsi enoturistici offerti a vantaggio della qualità: 14 Strade in Francia con 7,5 milioni di enoturisti, 21 Strade in Spagna, 13 Strade in Portogallo, 11 Strade in Grecia, 15 Strade in Sud Africa , 9 Strade in Nuova Zelanda, 8 Strade in Cile. Mentre in America (soprattutto negli stati della California, Texas, Michigan, Pennsylvania e Nord Carolina) i percorsi enoturistici attirano ben 27 milioni di visitatori con 162 miliardi di dollari come giro d’affari e 49.000 addetti ai lavori.
E’ necessario quindi investire in un’adeguata politica di marketing territoriale che sappia cogliere l’enormi potenzialità che tutt’oggi il mercato enoturistico nazionale offre, sapendo gestire in primis adeguati uffici informazioni.
Il Turismo sul web racchiude una nuova frontiera di guadagno e rappresenta una nuova forma d’intrattenimento ampiamente consolidata: produttori, cantine e consorzi come possono approfittarne?
Sicuramente incominciare e/o continuare a curare la propria presenza online. Per il proprio sito consiglio di affidarsi quanto prima alle agenzie web specializzate in attività di SEO (NdR: Search Engine Optimization) per essere indicizzati al meglio sui motori di ricerca, risultando più facilmente visibili ai tutti i wine lovers del web 2.0.
I turisti sono degli "amanti infedeli" sempre attratti dal nuovo ed è molto importante oggi saper utilizzare i social media come Facebook, Twitter , Youtube, Flickr e Skype.
Ormai l’enoturista programma il viaggio su Expedia e poi posta i feedback sulla community di TripAdvisor.
L’enoturismo deve sapere essere uno sport di squadra, che può e deve generare networks virtuosi. Il passaparola sul web sta accelerando costantemente la percezione dei consumatori sui prodotti e servizi offerti dagli operatori. Noi per esempio in famiglia, stiamo lavorando moltissimo dai contatti che riceviamo quotidianamente tramite le decine e decine di migliaia di visite mensili al nostro blog.
Cara Donatella, la nostra intervista è giunta al termine: ti ringraziamo a nome di tutti lettori di Ninja Marketing. Prima di salutarci vogliamo chiederti infine se potresti rivolgere un breve appello ai giovani che si avvicinano al mondo del vino. Cosa gli consiglieresti?
La cultura del vino parte in cantina e da una corretta educazione alimentare. Possiamo adottare giorno per giorno il seguente slogan: “Bevi poco per bere bene”. Approfittando per ricordarvi dell’esistenza del progetto “Vino e Giovani” del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in collaborazione con le regioni, affidato per l’esecuzione all’Enoteca Italiana. In cui già sono stati coinvolti 20.000 ragazzi under 30 di 15 università italiane, tra convegni e momenti di intrattenimento arricchiti da istruttive degustazioni sia libere che guidate.
La nostra intervista è finita! :-)
E se voi Ninja desiderate incrementare la propria mobile experience in merito a 1.000 selezionate cantine italiane divise per regioni con tutti i dettagli per conoscerne al meglio: il profilo; la storia; tramite GPS la localizzazione geografica (mappa della cantina); i vitigni coltivati; l'enologo della cantina; la zona vitata; le etichette commercializzate; l'accoglienza riservata in termini di orari; lingue parlate; possibilità di visita dei vigneti; degustazione; opportunità di acquisto; ristorazione ed accessibilità.. Segnaliamo la seguente applicazione ufficiale del Movimento del Turismo del Vino su App Store (chiamata MTVINO), nella versione 1.1 da 2.0 MB per iPhone, iPad e iPod touch (pubblicato il 16 maggio 2011). Disponibile a 3.99 euro.