Tag di prodotto

Norma Rossetti My Secret Case 01-min

Il linguaggio del piacere inclusivo e diretto: i segreti del successo di MySecretCase

Quasi 600.000 follower su Instagram e una community di oltre 130.00 fan su TikTok. Sono i numeri social di MySecretCase, il brand che ha cambiato l’immaginario sulla sessualità in Italia e il primo shop online per il piacere.

La comunicazione dell’azienda si basa su un linguaggio esplicito, non volgare, certo, ma senza giri di parole. Come l’albero di Natale (poi velocemente rimosso, ahimè) allestito nel 2013 in Corso Como a Milano e addobbato esclusivamente con vibratori e altri sex toys.

Per comprendere in che modo si possa trasformare la complessità di un argomento difficile da comunicare (anche per le policy delle piattaforme online) in un caso di successo, abbiamo chiacchierato con Norma Rossetti, CEO di MySecretCase. Ci ha spiegato come il mercato italiano debba ancora confrontarsi con diverse restrizioni rispetto all’estero, ma ci rassicura sul fatto che il futuro è più roseo, grazie alle nuove generazioni.

LEGGI ANCHE: La fotografia di Millennial e Gen Z secondo Spotify: differenze e sovrapposizioni

Norma Rossetti - MySecretCase foto in Primo Piano

«Io ricordo quando, qualche anno fa, era praticamente impossibile ricevere un like anche dalle amiche» dice Norma «facevano fatica a mostrare gradimento e soprattutto a condividere il contenuto. Poi le cose sono cambiate: Instagram ci ha aperto le porte in questo senso, nonostante ci blocchi ancora diverse volte, ma su quella piattaforma anche le persone sono più “aperte”».

Riusciamo a immaginare un mondo in cui le persone siano talmente intimidite dai discorsi sul sesso e sull’intimità da non riuscire a commentare un post a tema sui social?

Il termine Sex Positive è comunemente utilizzato per  indicare un atteggiamento privo di giudizi morali riguardo al sesso, una mentalità aperta sull’argomento. MySecretCase è il primo shop online per il piacere ad aver creato una community online per abbattere i tabù sul sesso.

La carta vincente? Affrontare la sessualità come fattore culturale, attraverso progetti, incontri tematici online e un costante dialogo e impegno nei confronti della propria community, una delle più attive in Italia in materia di sessualità.

Il tutto attraverso un approccio che l’ha sempre vista in prima linea sui temi della diversity & inclusion e che le ha permesso nel 2021 di classificarsi accanto ad Amazon, Carrefour, Coca-Cola, Durex, Esselunga, Google, H&M, Ikea, Intesa Sanpaolo, L’Oréal, Leroy Merlin, Mattel, Netflix, Pantene, Rai, Spotify, Freeda, Starbucks, TIM, Vodafone – tra le 20 aziende più inclusive secondo il Diversity Brand Index.

L’importanza di comunicare con schiettezza ai più giovani

«Il nostro focus target è storicamente compreso tra i 18 e i 35 anni: è la fascia più attiva sui social e quella che acquista i nostri prodotti. Sono loro i veri affezionati».

Non sembra però affatto improbabile che ci siano anche più giovani e giovanissimi tra i quasi 600.ooo follower solo su Instagram e gli oltre 130.000 su TikTok di MySecretCase. Come è possibile approcciarsi a queste persone in modo diretto? «Le persone da noi si aspettano esattamente quello che già facciamo: un linguaggio diretto, esplicito, senza giudizi. Vogliono che chiamiamo le cose con il loro nome, senza essere volgari ma neppure girandoci attorno. Quest’anno abbiamo lanciato TikTok e abbiamo incluso nel team una psico-sessuologa per individuare il modo più appropriato di comunicare ai giovanissimi».

E, in effetti, la comunicazione social di MySecretCase è davvero diretta, basta scorrere il feed di uno qualsiasi dei canali social per rendersene conto. Un modo di porsi che diventa anche didattico: «I pochi ragazzi che hanno avuto la fortuna di fare lezioni di educazione sessuale a scuola, hanno ricevuto alcune nozioni sugli aspetti biologici dell’atto, senza nessun accenno al piacere. Essere diretti e comunicare esplicitamente questo aspetto ci ha aiutato molto ad avvicinare le generazioni più giovani».

I dati confermano e dimostrano che la strategia ha pagato: il canale Instagram dell’azienda registra un engagement rate tra il 7 e il 10%, un numero altissimo per una pagina con più di mezzo milione di follower.

Sesso e piacere: argomenti tabù per gli algoritmi

Sulle piattaforme social riusciamo a trovare davvero di tutto: gruppi dedicati a una pluralità di argomenti anche molto discussi e sostegno a cause di ogni genere, anche borderline. Eppure, come ci conferma Norma, un argomento naturale come il sesso è ancora un territorio pericoloso su cui muoversi è complicato.

«È un po’ un terno al lotto, le parole diventano “contenuti pericolosi” che ci espongono al rischio di ban. Per questo abbiamo iniziato a “camuffare” alcuni termini, utilizzando per esempio gli asterischi. Anche i formati grafici ci pongono parecchi limiti, ma abbiamo imparato a puntare su immagini allusive e simboliche invece di utilizzare contenuti più espliciti; è una sfida per noi, perché il nostro obiettivo rimane quello di una comunicazione comprensibile e diretta».

Norma Rossetti MySecretCase 02

La spinta delle restrizioni verso il piacere

Lockdown e distanziamento sociale non hanno certo aiutato il contatto fra le persone; lo hanno anzi minimizzato fino a farlo scomparire. Eppure, questo isolamento collettivo e individuale ha generato un forte impulso per il settore dei Sex Toys, complice la principale esigenza di comprare online questo tipo di prodotti: l’anonimato.

«Per noi è stato un momento di rilancio: abbiamo registrato una crescita del 50% anno su anno. Lo considero una sorta di “richiamo alla vita”, perché tutti ci siamo resi conto del bisogno irrefrenabile di riaffermazione della vita e del piacere. Non credo si sia semplicemente trattato di una “reazione” alla noia causata dalle restrizioni, ma di un profondo desiderio di affermare il piacere e l’esistenza davanti all’onda lunga della malattia e dell’emergenza che ha coinvolto a lungo tutto il Paese e anche una conseguenza della sensazione di incertezza per quello che sarebbe avvenuto dopo».

Il mercato non è naturalmente nato con la pandemia, era in parte forse latente, composto da persone incuriosite che però non avevano mai utilizzato “giochi per adulti” o che sentivano soffocata la propria libertà sessuale. «Senza attribuirci meriti assoluti» precisa Norma <<abbiamo contribuito a guidare un po’ questo mercato, che era limitato a un immaginario volgare in cui la donna veniva strumentalizzata come oggetto del desiderio. Per fortuna col tempo ci siamo “evoluti” e siamo diventati tutti molto più inclusivi: non si parla più di maschi e femmine, ma di persone».

E al di là del successo commerciale, la vera soddisfazione è quella di aver creato un linguaggio della sessualità e, probabilmente, aver contribuito a migliorare la comunicazione su questi temi in modo informativo ed educativo.

Il piacere e l’amore al centro di ogni messaggio di MySecretCase

«Negli anni abbiamo sempre puntato a costruire un’azienda che parlasse di amore e che fosse luogo di incontro, ascolto e condivisione. Avere questo tipo di attenzione è stato sempre il nostro punto di forza. Dal punto di vista dell’advertising tradizionale abbiamo molti limiti: su Instagram non possiamo fare ADS e lo stesso accade su Facebook».

Norma definisce la mission di MySecretCase “una missione d’amore”, anche se  ammette con tranquillità che il business core è la vendita dei Sex Toys, che considera grandissimi alleati. «L’effort nella comunicazione è enorme, anche rispetto ai player stranieri, che possono permettersi un approccio completamente diverso. Sebbene i tabù esistano ancora, non abbiamo mai utilizzato un Tone Of Voice di tipo “accusatorio”: il nostro posizionamento è sul piacere, quindi parliamo di possibilità, senza entrare in polemica. Abbiamo sempre preferito posizionarci sul piacere, sul gioco e sull’intimità».

Il successo di oggi è frutto di una forte mission, un’idea chiara e concreta e tanto, tanto impegno. Ma qual è stato il punto di svolta, l’azione che ha iniziato a far scricchiolare la barriera di perbenismo nella maggioranza delle persone?

«Sicuramente il primo spot di MySecretCase del 2017: una grandissima conquista! La prima volta che uno spot di Sex Toys è andato in TV. Ci abbiamo messo un anno a convincere le reti, anche perché ci siamo presi la responsabilità di creare un prodotto senza sapere se sarebbe stato diffuso: solitamente le aziende preparano uno storyboard e lo propongono alle emittenti; lo spot viene quindi prodotto se approvato. Nel nostro caso, hanno voluto visionare direttamente il prodotto finito, quindi il rischio è stato altissimo».

Il coraggio di Norma e del suo team ha pagato: lo spot è stato un successone in grado di guadagnarsi diverse pubblicazioni sulle testate nazionali e creando uno spartiacque indispensabile verso l’affermazione del business «Questo spot ha fatto nascere il nostro primo claim veramente forte: “Vogliamo un mondo in cui le donne non sono oggetti sessuali, ma possono averli tutti”».

mysecretcase spot 2017

Una “prima volta” che ha permesso all’azienda di ampliare lo sguardo su donne molto diverse fra loro e anche con età diverse. «È abbastanza impegnativo raggiungere il target delle persone over 40, perché è più difficile sradicare il tabù in una persona adulta che ha già consolidato un’identità sessuale» ci ha raccontato Norma.

MySecretCase e il Metaverso

Rompere i tabù e farsi carico di una vera e propria missione di educazione e di apertura verso le tematiche sessuali ha sicuramente richiesto molte energie e risorse ma i risultati certificano un enorme successo. È forse arrivato il momento di “fare il salto” e approfondire il discorso con una presenza nei tanti mondi virtuali che nascono con sempre più frequenza?

Anche secondo Norma esistono diversi problemi legati alla privacy e all’identità digitale, che nel Metaverso rischiano di essere amplificati. Ma il suo approccio, come sempre, è diretto e pragmatico: «Non conosco in profondità l’argomento Metaverso, ma lo considero come una realtà parallela, non come un’integrazione della vita reale. Soprattutto dopo la pandemia, credo che il bisogno delle persone di riavvicinarsi alla natura e stare più vicine sia più forte di questa nuova tecnologia».

SaaS e Tech: il B2B Rocks va in scena a Montpellier

Una conferenza globale incentrata sulla crescita del SaaS internazionale, è il B2B Rocks che per la prima volta sbarca a Montpellier nella Regione Occitania.

Dal 9 all’11 giugno, il prestigioso hotel Domaine de Biar ospiterà i massimi esponenti internazionali del software B2B. I protagonisti della kermesse sono stati selezionati da un comitato editoriale appositamente creato per l’occasione e diretto dal presidente Colin Lalouette.

b2b rocks

Colin Lalouette – Presidente di B2B Rocks

Un mercato che vale 190 miliardi

Dirompente, intimo e cosmopolita allo stesso tempo, B2B Rocks è l’evento che riunisce le Rock Star del Tech e del SaaS. 2 giorni, oltre 1.500 leader, per una rassegna speciale rivolta principalmente a fondatori di startup, dirigenti, venture capitalist e a decision maker di grandi società.

Negli ultimi 10 anni, il Software as a Service ha registrato una crescita vertiginosa, arrivando ad impiegare più di mezzo milione di persone in tutto il mondo. Solo in Europa si registrano quasi 100 unicorni, vero e proprio segnale del dinamismo di questo settore.

Entro la fine del 2022, il mercato del software B2B varrà 670 miliardi di dollari, di cui 190 miliardi rappresentati dal SaaS.

>>Scopri il programma di B2B Rocks e prenota subito il tuo ticket<<

LEGGI ANCHE: Game Changing, People Centered e cosmopolita: B2B Rocks riunisce le Rock Star della tecnologia e del SaaS

I primi 10 anni di B2B Rocks

La decima edizione segna una nuova era per B2B Rocks. L’energia arriva da alcune partnership con appassionati del mondo Tech, tra cui i fondatori della startup Appvizer di Montpellier.

L’organizzazione riunisce una comunità globale di donne e uomini e si muove velocemente, al passo con il mondo digitale.

Questa versione “next generation” adotta un nuovo approccio ai format tradizionali con un taglio ibrido che mescola online e offline.

Presentati i primi nomi in programma

20 panel con un format on stage di 40 minuti in cui i protagonisti trasformano le sfide di oggi in opportunità per il domani. In scaletta anche diversi eventi collaterali che arricchiranno il festival con una buona dose di divertimento e un sano pizzico di networking.

B2B Rocks è finalmente pronto ad annunciare le prime star della sua line up. In lista nomi del calibro di Jonathan Anguelov (Aircall), Krish Subramanian (Chargebee), Kat Borlogoan (Contentsquare), Tricia Miller (Twilio), Sridhar Iyengar (Zoho) ed Heidi Elmore (Zoom).

Nell’attesa dell’inizio dei lavori del 9 giugno, si possono seguire tutti gli aggiornamenti sul sito di B2B Rocks.

Anche Ninja al B2B Rocks

Un evento prestigioso di respiro internazionale con speaker, tavole rotonde e keynote sui temi della tecnologia e del Saas. Il team e la redazione di Ninja non potevano mancare ad un appuntamento del genere: seguiremo passo passo le due giornate dell’evento raccontandovelo sul Magazine e sui nostri canali social, mentre venerdì 10 giugno alle 9.30, il CEO e Founder di Ninja Marketing e Ninja AcademyMirko Pallera avrà un ruolo da protagonista moderando una tavola rotonda dal titolo “How to hire & build marketing teams at different growth stages?

>>Non perdere l’occasione di partecipare a B2B Rocks! Iscriviti subito<<

canon plotter grafici copertina

Stupire ed emozionare con il colore: come farlo brillare nella stampa di un progetto digitale

I colori hanno una grande importanza nella nostra vita. Il colore guida, molto più di quanto immaginiamo, la nostra percezione delle cose: tanto più è brillante, più il nostro sguardo viene attratto e si sofferma a cogliere dettagli, sfumature, forme alla ricerca di armonia, identificazione e piacere.

Oggi ancor di più, quando si tratta di acquistare un prodotto o scegliere un servizio, il colore fa la differenza. Quando decidiamo se affidarci o meno a un professionista, l’idea che ci facciamo di lui e di quello che ha da offrire per migliorare la nostra vita è influenzato dal linguaggio cromatico.

Ecco perché, per chi si occupa di grafica e stampa, studiare associare e centrare il colore perfetto (e la resa sul supporto in cui verrà impresso) equivale a trovare il tanto ambito Sacro Graal del linguaggio visivo.

<< Scopri come far brillare i colori delle tue stampe per grandi formati>>

L’importanza del colore tra passato e presente

Per un professionista dell’immagine è fondamentale riuscire a catturare il colore. Pittori, fotografi, designer. Tutti hanno come obiettivo quello di stupire ed emozionare attraverso la giusta associazione cromatica per una specifica scena, immagine o campagna di comunicazione: un processo fisico che produce uno straordinario risultato viscerale.

Un codice che comunica uno stato d’animo e cerca di parlare al cuore delle persone attraverso gli occhi.

Oggi molti graphic designer sono cresciuti lavorando solo su digitale e difficilmente si interfacciano con la stampa e con la rappresentazione del colore su supporti materiali. Questo si trasforma inconsapevolmente in un vero e proprio tallone d’Achille per il professionista.

I colori sono infatti la prima cosa a cui un grafico deve prestare attenzione quando stampa un design. Deve sempre preoccuparsi che il colore scelto sia stampato con la resa di cui hai bisogno per evitare errori imperdonabili, talvolta drammatici per una campagna pubblicitaria.

Se oggi chiedessimo a Michelangelo, Raffaello o Leonardo di produrre un progetto di comunicazione visiva per la stampa saprebbero scegliere correttamente lo strumento tecnico adatto a riprodurre i fantastici risultati raggiunti oltre cinquecento anni fa? Sarebbero in grado di trovare la stessa perfezione nella riproduzione visiva?

serie plotter canon

Se dovessero stampare un progetto digitale per grandi formati, probabilmente sceglierebbero la nuova gamma di plotter grafici imagePROGRAF GP di Canon. Non è uno scherzo: il motivo risiede tutto nella tecnologia che risalta la brillantezza del colore.

I plotter grafici imagePROGRAF GP-2000 e GP-4000 rappresentano l’ultima frontiera della tecnologia di stampa per grande formato perché supportano l’utilizzo di inchiostro fluorescente a pigmenti ad acqua.

Sono macchine capaci di dar vita a un’esplosione di colori con una gamma estremamente ampia e una straordinaria qualità di stampa.

Anche gli studenti di NABA, Nuova Accademia di Bella Arti, hanno potuto toccare con mano l’effetto stupefacente ottenuto con i plotter Canon tramite i quali hanno realizzato le campagne di comunicazione integrata nell’ambito di “Come Back Brighter“, il progetto formativo presentato alla fiera del printing e converting Print4All di Milano è stato realizzato per Canon e la gamma di laptop ConceptD di Acer.

Progetti grafici con una qualità di stampa superiore e una straordinaria vivacità, nitidezza e dettaglio grazie all’inchiostro a pigmenti per colori ad alto impatto e di ultima generazione.

Come Back Brighter canon imageprograf gp 4000 plotter grafici

Il segreto della brillantezza dei colori: i plotter grafici imagePROGRAF GP

Gli inchiostri a base acqua sono così definiti poiché sono idrofili e composti da soluzioni colorate sciolte in acqua. Quando l’inchiostro viene impresso sul foglio questo tende ad assorbire in profondità sia l’acqua che il composto colorante che si distribuisce tra i vari strati, fissandosi. Si può dire che l’inchiostro combina la propria colorazione con gli strati più superficiali del foglio.

Canon non poteva scegliere momento migliore per presentare questo vantaggio tecnologico che tanto avrebbero apprezzato i maestri del colore del passato: come dimostrato nel corso del progetto formativo “Come Back Brighter”, l’uso di colori brillanti come il rosa fluorescente è un vero e proprio invito al ritorno dell’esuberanza cromatica in una quotidianità quanto meno opaca, una sorta di Rinascimento cromatico dopo anni di restrizioni e distanziamenti legati alla crisi pandemica.

Il vantaggio tecnico dei nuovi plotter Canon puntano a (ri)affermare il valore di una stampa di qualità creata con strumenti all’avanguardia.

Se il mondo della comunicazione e del printing desidera davvero raggiungere un marketing mix sostenibile tra online e offline – tra digital e stampa – il successo dipenderà prevalentemente da creazioni di valore e non dal volume e la quantità di stampe effettuate.

<< Guarda i vantaggi tecnici della nuova gamma di plotter grafici imagePROGRAF GP >>

rai cinema metaverso the nemesis

Anche Rai Cinema è entrata nel Metaverso su The Nemesis

Rai Cinema è stata tra le prime media company ad investire nell’universo virtuale e ora fa il suo ingresso nel Metaverso, proseguendo in quella direzione di ricerca e sperimentazione iniziata nel 2019 con il lancio di una App VR tutta italiana.

L’obiettivo è quello di mettere in contatto il cinema con nuovi spettatori, stare al passo con le nuove frontiere dell’innovazione tecnologica per cercare di incontrare i gusti del pubblico più giovane ed ampliare l’esperienza cinematografica in tutte le sue forme.

rai cinema metaverso

Lo spazio di Rai Cinema su The Nemesis

Il progetto è stato possibile grazie all’accordo con The Nemesis, la piattaforma online italiana di intrattenimento 3D che ospita il primo Metaverso di Rai Cinema.

Un ambiente totalmente gratuito e accessibile da pc o da smartphone senza necessità di registrazione dove gli utenti potranno immergersi in uno spazio completamente dedicato al cinema nel Metaverso, vedere gratuitamente contenuti cinematografici, vivere eventi in streaming e interagire con poster e oggetti iconici del cinema per un’esperienza esclusiva e coinvolgente ed esplorare, attraverso il proprio avatar, l’isola dedicata.

LEGGI ANCHE: Creator Economy e Decentralizzazione come base per la costruzione del Metaverso

Anche Diabolik nel Metaverso

rai cinema metaverso diabolik

Nel Metaverso di Rai Cinema, spazio anche per il Museo Nazionale del Cinema di Torino con la possibilità di visitare la Mostra 3D ispirata al film Diabolik dei Manetti bros.

Il re del terrore sarà protagonista anche di una challenge che vedrà i giocatori sfidarsi per vincere l’accesso alla visione di uno special cut inedito, realizzato durante la lavorazione del primo capitolo del film, e la skin di Diabolik.

Questo progetto è stato reso possibile anche grazie alla preziosa collaborazione con la casa editrice Astorina.

In occasione dell’incontro di presentazione il 23 maggio alle 15.00 c’è stata una speciale pre-apertura del Metaverso per giornalisti e ospiti e dalla mezzanotte è partita la sfida dei giocatori per aggiudicarsi il primo NFT di Rai Cinema.

Successivamente verranno programmati contenuti esclusivi all’interno di un vero e proprio Auditorium virtuale, in primis la serie Tools of trade sui mestieri del cinema, una produzione Cannizzo con Rai Cinema.

La serie, proposta in tagli brevi e riformattata ad hoc sul canale TikTok di Rai Cinema, ha avuto un enorme successo tra i più giovani con oltre 1.000.000 di visualizzazioni in pochi mesi.

foto ninja gruppo

Vuoi lavorare con i Ninja? Cerchiamo un Training Assistant – Digital Marketing!

Ninja Academy, la scuola che sta rivoluzionando l’alta formazione professionale rendendola accessibile e democratica, vuole ampliare il team: apriamo una posizione di tirocinio curriculare come Training Assistant in area Digital Marketing per la unit Corporate Training.

La risorsa, supervisionata dall’Head of Corporate Training, si occuperà di assistere la progettazione dei corsi di formazione sui temi del marketing erogati nelle aziende.

Cerchiamo persone motivate, con la passione per il marketing digitale e per la formazione. Lavorare coi Ninja è un vero e proprio stile di vita, perché è un’azienda che investe nei tuoi obiettivi personali e professionali: avrai strumenti per costruire il tuo personal brand e lavorerai al centro della formazione digitale in Italia.

Questo lavoro fa per te se:

  • sei un appassionato di marketing e di digitale: divori libri, newsletter e podcast a tema;
  • ti piace il mondo della formazione online e vuoi toccare con mano questo settore;
  • vuoi immergerti in una community unica di docenti, professionisti, imprenditori e manager motivati a scambiare conoscenza ed esperienze;
  • sei in grado di gestire diversi progetti in contemporanea, impostando e rispettando deadline;
  • vorresti fare carriera in una realtà dinamica e stimolante.

Ti occuperai di:

  • curare la progettazione didattica dei progetti formativi aziendali in area Digital Marketing, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze di una clientela B2B;
  • interfacciarsi con docenti ed esperti di digital marketing italiani per definire programmi e materiali didattici eccellenti ed allineati alle richieste dei clienti;
  • utilizzare tool di creazione quiz e test, analizzare i learning analytics e i questionari di feedback.

Il tirocinio curriculare potrà essere svolto in Remoto, presso la sede di Ninja Marketing oppure in modalità ibrida. Sarà considerata come plus la disponibilità a lavorare a Milano.

Obiettivi formativi

  • Apprendere come relazionarsi con gli stakeholder a vari livelli di un’organizzazione;
  • Approfondire le basi del Digital Marketing;
  • Apprendere a progettare percorsi formativi aziendali in area marketing.

Competenze da acquisire

  • Progettazione Didattica;
  • Relationship Management;
  • Data Analysis ;
  • Comunicazione e Coordinamento.

Si richiede:

  • Buona conoscenza delle discipline del Digital Marketing: content, seo, social media, eCommerce, marketing automation, etc.;
  • Buona conoscenza ed utilizzo dei principali strumenti di lavoro da remoto (Google Drive, Slack, etc.);
  • Skill di coordinamento.

Come inviare la candidatura?

Clicca qui e compila il form selezionando Training Assistant – Area Digital Marketing.

In alternativa, invia la tua candidatura a:  con oggetto: “Training Assistant Digital Mktg 2022”.

digital marketing

5 Free Webinar per trovare la tua strada nel Digital Marketing

Chi lavora o vuole lavorare nel Digital Marketing da un lato ha l’esigenza di specializzare il più possibile le proprie competenze per rendersi indispensabile per le aziende, dall’altro ha la necessità di acquisire competenze trasversali per progettare strategie digitali a 360 gradi.

Questo concetto è spiegato bene con la metafora “T-Shape”: la barra verticale della lettera T indica le skill relative al campo specifico; la barra orizzontale, invece, rappresenta l’abilità a lavorare e ad applicare le proprie competenze anche su discipline diverse da quella in cui si è esperti. Avere competenze a forma di T ci aiuta a lavorare meglio con gli altri, ad ampliare i progetti e ad essere un punto di riferimento per tutto il team.

Ma, prima ancora, è fondamentale quando bisogna compiere una scelta per il proprio futuro e occorre avere più strumenti possibili a disposizione per non sbagliare.

LEGGI ANCHE: T-shaped: perché il mondo ha bisogno di persone con competenze “T”

Webinar gratuiti per orientarsi nel digital marketing

Il digitale offre una miriade di opportunità e sbocchi professionali se si possiedono le giuste competenze e la consapevolezza della strada che si sta percorrendo. Dai social media al copywriting, passando dall’eCommerce, ci sono infinite possibilità per chi ha un’attitudine digital e una predisposizione a questo settore.

Ma come fare a capire qual è il percorso giusto?

Per rispondere a questa domanda, Ninja ha programmato un ciclo di webinar gratuiti, per lasciarsi ispirare dalle esperienze e dalle storie di chi ha raggiunto i propri obiettivi sul campo.

Il ciclo di eventi live è dedicato a studenti universitari, neolaureati, consulenti, manager, freelance, e a tutti colori che hanno voglia di intraprendere una carriera nel digital marketing o di farla evolvere.

<< Registrati gratis al ciclo di Live Event “Così ho capito che il Digital era la mia vocazione” >>

Il primo live webinar si terrà martedì 24 maggio alle 13:00: 3 Ninja che hanno trovato la loro strada nell’industria digitale racconteranno le loro storie:

martedì 24 maggio ore 13:00

Così ho capito che il Digital era la mia vocazione

Domenico Romano, CEO Fandango Club Creators

Evelina Saltalamacchia, Consulente Digital Marketing e Social Media Manager

Mario Di Girolamo, Business & Growth ZERO

Conduce Mirko Pallera

Gli eventi continueranno nei martedì successivi fino al 21 giugno:

martedì 31 maggio ore 13:00

Chi è il Social Media Manager e perché è il lavoro più bello del mondo

Gaia Spizzichino – Founder di Normalize Normal Homes

Sara Macchi – Social Media Manager Freelance

Emanuela Falco – Formatrice & Social Media Manager

Conduce Mirko Pallera

 

martedì 7 giugno ore 13:00

Chi è il Digital Strategist e perché è il lavoro più bello del mondo

 

martedì 14 giugno ore 13:00

Chi è l’eCommerce Manager e perché è il lavoro più bello del mondo

 

martedì 21 giugno ore 13:00

Chi è il Copywriter e perché è il lavoro più bello del mondo

 

Non perdere gli appuntamenti per lasciarti ispirare da professionisti e case study e trovare le chiavi di ricerca giuste per riconoscere la tua vera vocazione nel Digital e qual è per te il lavoro più bello del mondo.

<< Registrati gratis al ciclo di Live Event “Così ho capito che il Digital era la mia vocazione” >>

T-shaped: perché il mondo ha bisogno di persone con competenze “T”

  • La specializzazione e la conoscenza generalista hanno dei grossi limiti, che si risolvono con un approccio a T
  • La T-shaped knowledge rende i team e le organizzazioni più performanti, per questo è l’aspetto più ricercato dagli HR nei candidati
  • Coltivare una conoscenza basata su T-shaped skills è naturale per l’uomo, ma aziende e manager devono orientarsi nella stessa direzione per attrarre e coltivare talenti

Probabilmente ti hanno detto di essere molte cose: ti hanno consigliato di studiare, di scegliere una specializzazione, di trovare un lavoro in linea con quanto fatto precedentemente… Ma di essere una T scommetto che nessuno te l’ha mai consigliato, vero?

Invece è proprio questo che oggi il mercato del lavoro chiede di più, tanto ai manager quanto ai dipendenti, passando equamente per freelancer e startupper. E anche se la scuola e la società ci spingono ancora verso altre lettere, è sempre più importante valorizzare la nostra bellissima, sfidante forma a T.

Se non proprio la tua, di forma, almeno quella delle tue competenze.

I-shaped vs T-shaped : perché le nostre competenze somigliano a un segno o all’altro

competenze I-shaped vs competenze T-shaped

Fonte: Medium

A partire dal mondo HR, il concetto di “T-shaped knowledge” si è espanso all’universo del business in tutte le sue sfaccettature in antitesi a quello di un’altra lettera: la I.

Ma di cosa stiamo parlando? Semplicemente, della “forma” che hanno le nostre conoscenze e competenze, a seconda che siano più specializzate o generaliste.

In una visione classica della conoscenza, l’obiettivo ultimo di una persona è di diventare uno specialista, massimo esperto del suo campo e di tutte le sue sfaccettature, tanto più di valore quanto più questo è stretto e verticale. Esatto, proprio come la lettera I.

È il caso tipico della medicina: la specializzazione dei medici (appunto, spesso definiti “specialisti”) è tanto più apprezzata quanto più è verticale e approfondita sulla parte del corpo oggetto dei propri studi. Ma in generale, a partire dalla scuola, tutte le persone sono spinte verso una specializzazione più o meno “ristretta”.

D’altra parte, chi mai vorrebbe essere un “generalista”? Avere una conoscenza orizzontale (qui ci manca persino la lettera adatta!), piatta e non approfondita su niente, è un’idea terribile. Certo, conosceremmo di tutto un po’, ma su niente saremmo in grado di essere competenti, esperti.

Il problema è che sempre più spesso ci si rende conto che tante I non fanno un Team: tutti esperti del proprio settore, in grado di snocciolare ogni dettaglio del proprio campo di competenza; ma, al momento della collaborazione in team o della necessità di piluccare da conoscenze al di fuori del proprio ambito, tipica del mondo moderno che pare muoversi in modalità avanti-veloce, sono incapaci di fare quel passo tra una lettera e l’altra.

Non mi compete” è così diventata la frase più pericolosa del nostro ambiente lavorativo.

In nostro soccorso, gli HR all’inizio degli anni ’90 hanno coniato il termine “T-shaped knowledge”, o competenze a T, proprio per definire in maniera visuale ciò che spesso mancava e che, invece, era sempre più necessario nel lavoro: persone con sì una bella competenza approfondita su uno specifico argomento o settore, ma anche una ben definita linea orizzontale, che renda le conoscenze trasversali e la risorsa più adattabile.

<<Aggiudicati uno dei 100 posti per l’All Access Digital e diventa un professionista digitale a 360° >>

T-shaped skills importanza di avere competenze specifiche e generaliste

La vera T-shaped knowledge

In verità anche la lettera T mostra i suoi limiti visuali, per indicare ciò che serve: la conoscenza di questo tipo è più simile a un grafico rovesciato, in cui dalla linea orizzontale si stacca una grossa barra verticale, la specializzazione principale, e altre più piccole, che vanno diventando sempre più basse mano a mano che ci si allontana da quella centrale. Alcuni l’hanno quindi chiamata conoscenza “a M”, o “a Pi greco”, a seconda dei bracci.

Così un programmatore specializzato in un certo linguaggio ne conosce piuttosto bene anche altri; in più, acquisisce e coltiva anche competenze di design abbastanza approfondite, e magari di UX. Conosce un po’ di marketing, almeno quanto basta per capire ciò che lo specialista che se ne occupa gli chiede di fare; ed è avvezzo al linguaggio tecnico del business analyst, così da poterlo indirizzare verso la persona con le competenze giuste, qualora venga a chiedergli qualcosa che non conosce abbastanza bene.

È, per utilizzare un’altra metafora, la persona più interessante della tavolata con cui avere una conversazione: si destreggia tra diversi argomenti, interessato a tutti, con competenze sufficienti a intavolare un discorso, ma con l’umiltà necessaria a non improvvisarsi esperto e accettare il confronto con gli altri come arricchente; quando poi il discorso si sposta sul suo campo di azione, non ha rivali, e può sostenere brillantemente e con passione qualsiasi arringa gli si pari davanti.

Sii una T: il valore delle T-shaped skills

Perché quindi le persone con competenze a T sono così essenziali? Come spiega Jason Yip, Senior Agile Coach per aziende come Spotify, soprattutto perché cambiano completamente le regole del gioco quando si tratta di creare team che permettano di essere sempre un passo avanti.

Se ci affidiamo a degli specialisti classici, a I, avremo bisogno di uno di essi per ciascuna attività diversa, o di adattare le attività a ciò che può essere fatto con la forza lavoro disponibile (demand-leveling). Se invece riusciamo a creare un team di persone a T, complementari, potremo fare il contrario e adattare la nostra risposta alle necessità.

workflow team con competenze T-shaped

Fonte: Medium

Gli esperti su una determinata materia, pur prestandosi ad operare su differenti aree, potranno concentrarsi sul risolvere i colli di bottiglia specifici, mentre i meno esperti su quella materia libereranno il loro tempo occupandosi degli altri aspetti. Ma potranno anche aiutare gli esperti a risolvere il problema, se necessario, dato che hanno competenze essenziali su quel tema.

Soprattutto, avere competenze a T aiuta nella comunicazione di team e facilita quindi la risoluzione di problemi, anche qualora la competenza necessaria mancasse: potendo intendere e utilizzare il linguaggio specifico si è in grado di scambiare informazioni più mirate, nonché di avere maggiore empatia e comprensione del ruolo altrui.

Se ti è mai capitato di lavorare in un contesto in cui non sai ben definire cosa fanno gli altri, “quelli del team digital al piano di sotto“, allora puoi capire quanto qualcosa del genere sia essenziale.

importanza competenze professionali generaliste

Insegnare le T-shaped skills alle persone, ai manager e alle organizzazioni

Si tratta, in ultima analisi, di abbracciare le potenzialità umane in termini di adattabilità: la ribalta della conoscenza a T ci libera dall’incubo del dover scegliere una sola cosa da fare nella vita, dalla necessità di essere iper-specializzati su un argomento (e quindi di annoiarci, stancarci e rendere difficile un eventuale cambiamento). Ci rende meno soggetti alla volatilità del nostro tempo, meno spaventati delle trasformazioni che ci investono, più curiosi e, sì, anche più interessanti!

È qualcosa che dovrebbe probabilmente essere insegnato nelle scuole, fin da bambini, incoraggiando le persone ad abbracciare la molteplicità degli interessi e la curiosità, senza chiudersi in questa o in quell’altra gabbia. È la filosofia alla base dei Liberal Arts College americani, dove gli studenti possono scegliere per i primi due anni qualunque materia e costruire in totale libertà il proprio corso di studi, affiancando biologia e fotografia, letteratura e studi LGBT. Solo negli ultimi due devono scegliere un major e un minor, e focalizzarsi su ciò che hanno capito che gli interessa, per poi proseguire specializzandosi.

Ma a parte questi casi, quasi rari persino per gli standard americani, la realtà non è così. Come de-strutturiamo la nostra conoscenza, quindi, e costruiamo una competenza a forma di T, M, Pi greco o qualsiasi lettera ci piaccia?

Secondo gli studi di Harvard Business Review, in realtà si tratta di una tendenza umana abbastanza naturale a tutti i livelli, se incentivata dal management e dall’organigramma aziendale.

La struttura stessa dell’impresa deve diventare “T-friendly”: incoraggiare l’iniziativa personale, l’agilità dell’organizzazione, la disponibilità delle informazioni, la presenza di attività e coordinatori trasversali ai team, lo stimolo alla formazione continua, come riporta Railsware in base alla propria esperienza di successo nello sviluppo di prodotti.

E anche i leader dovrebbero orientarsi sempre di più verso quello che HBR definisce (indovina un po’?) T-Shaped Management: “un nuovo tipo di dirigente, che si distacca dalla tradizionale gerarchia aziendale per condividere liberamente le conoscenze in tutta l’organizzazione (la parte orizzontale della “T”) pur rimanendo fortemente impegnato nella performance delle singole business unit (la parte verticale). Il manager a T di successo deve imparare a convivere, e in ultima analisi a prosperare, con la tensione creata da questa duplice responsabilità”.

<<Assicurati uno dei 100 Accessi alla One Year Challenge, il Percorso Completo di Formazione e Informazione PRO di Ninja Academy >>

giffoni for kids - ragazzi seduti su una panchina che usano la tecnologia

Al via la call per startup e progetti dedicati a bambini e ragazzi

Al via la call ad evidenza pubblica di Giffoni For Kids, il programma di Giffoni Innovation Hub per l’accelerazione di startup, spin-off e giovani talenti.

Finanziato con l’avviso pubblico “Misure di rafforzamento dell’Ecosistema innovativo della Regione Campania (Por Campania FSE 2014- 2020 – ASSE III obiettivo specifico 14)”, il progetto è realizzato in partnership con Iniziativa Cube e con il Dipartimento di Scienze Aziendali – Management & Innovation Systems dell’Università degli studi di Salerno.

giffoni for kids - ragazzi presenti all'iniziativa

Il programma di Giffoni For Kids

Giffoni For Kids nasce dalla spinta propulsiva di Giffoni che, da oltre 50 anni, rappresenta il punto di riferimento internazionale del mondo dei ragazzi.

Il lancio della prima call di Giffoni for Kids – spiega Luca Tesauro, Founder & CEO di Innovation Hubè un altro tassello importante che Giffoni inserisce nell’ambito delle attività dell’ecosistema innovativo della nostra regione. La Campania è già da anni una tra le più attive e in crescita nell’ambito dei progetti di creazione di nuove imprese innovative”.

L’iniziativa prevede lo sviluppo di prodotti e servizi rivolti al mercato Kids & Teens di tutto il mondo, e nasce con l’obiettivo di supportare idee in grado di generare un impatto positivo sulla società e sulla vita delle nuove generazioni.

L’offerta di Giffoni Innovation Hub per Giffoni for Kids comprende, tra le altre cose, un percorso della durata di tre mesi, con attività di brand, product & service acceleration, pianificazione strategica e go to market strategy, in cui verranno fornite skills, know-how e strumenti agli startupper per sviluppare il loro progetto al meglio.

È un progetto innovativo nel suo concept che ha già grandi aziende nella sua compagine allargata ed è declinato secondo l’ottica dell’open innovation” ha dichiarato la scorsa settimana durante la presentazione ufficiale all’Innovation Village di Napoli l’assessore regionale all’Innovazione, ricerca e startup Valeria Fascione.

Concluso il percorso di accelerazione, ai migliori, verrà offerta la partecipazione ad eventi dedicati, come ad esempio, lo Startupitalia Open Summit.

giffoni for kids - visori 3d

Come partecipare

La call è rivolta a tutte le startup già costituite, ma anche a business idea che con la loro proposta negli ambiti Media, Education, Edutainment, Environment, Health, Design, Communication, Energy, Smart Communities, Games, Food e Fashion, puntino a realizzare un prodotto o un servizio che abbia un impatto positivo per bambini e adolescenti.

LEGGI ANCHE: Startup Weekend Caserta: una maratona di 54 ore per sviluppare un’idea

Le fasi attuative del programma prevedono la realizzazione di azioni finalizzate alla scoperta ed emersione del talento imprenditoriale; l’implementazione di un percorso di affiancamento qualificato di business; il coinvolgimento di partner industriali e stakeholders; l’attrazione di capitali; la promozione di percorsi e missioni internazionali per favorire il networking e la business growth e il coinvolgimento dei media specializzati per garantire un elevato impatto mediatico all’intera operazione e alle singole iniziative attivate.

Per presentare la propria idea imprenditoriale o la propria startup in ambito Kids & Teens, c’è tempo fino al 20 giugno.

startup

Startup Weekend Caserta: una maratona di 54 ore per sviluppare un’idea

Startup Weekend è un format di Techstars® sviluppato in partnership con Google for Startups®, attivo dal 2007 in oltre 150 Paesi nel mondo. Quest’anno si svolgerà, per la quinta edizione, dal 13 al 15 Maggio 2022 a Caserta.

Si tratta di una maratona creativa di 54 ore (dal venerdì alla domenica) volta alla promozione dell’imprenditorialità, nell’ambito della quale soggetti con diversi background e qualifiche (studenti, dottorandi, ricercatori e professori di una pluralità di Dipartimenti/ambiti disciplinari) si uniranno per condividere idee, formare team e sviluppare business idea.

Il format è basato sul lavoro di gruppo e la condivisione di competenze ed esperienze, con il fine di sviluppare innovative idee di impresa in soli tre giorni.

startup weekend

Sono 4 gli obiettivi di Startup Weekend

1. Connect

Mettere in collegamento le persone per generare qualcosa di nuovo. Il talento ricco e diversificato è un punto di partenza per lo Startup Weekend. I partecipanti si mescoleranno e lavoreranno con nuove persone che potrebbero essere il loro prossimo co-founder, mentore o investitore.

2. Discover

I partecipanti scopriranno a che punto sono del proprio “entrepreneur’s journey”. Avranno accesso a nuove e necessarie risorse complementari e prenderanno cognizione dei passi da compiere per intraprendere la strada verso il successo.

3. Learn

I partecipanti impareranno cosa è necessario per avviare un business, anche facendo leva su consolidati processi di learning by doing.

4. Start

Startup Weekend è pensata per andare veloce. Gli organizzatori creeranno l’ambiente ideale affinché i partecipanti imparino e sviluppino il più possibile la propria idea in sole 54 ore, ponendo i presupposti perché questa possa tradursi in una start up e in un successo imprenditoriale.

LEGGI ANCHE: KPI: cosa sono e come usarli al meglio nel Digital Marketing

Il Programma

Ad ospitare Startup Weekend sarà 012factory, un incubatore certificato (MISE) di startup innovative e centro di trasferimento tecnologico (Unioncamere), che sostiene, sviluppa ed accompagna la crescita di nuove imprese ad alto potenziale innovativo, a partire dall’idea di startup fino alla sua effettiva trasformazione in azienda innovativa attiva sul mercato.

Tra i giudici di Startup Weekend Caserta ci sarà Enrico Saldutti, Marketing Manager in Ninja Marketing e Ninja Academy.

enrico saldutti

Le attività dei partecipanti si svolgeranno secondo un programma articolato in tre giornate:

Day 1 – Meet, pitch and team up (presentazione idee, scelta progetti, formazione team, dinner e networking)

Venerdì 13/05/22, ore 18-24, in questa prima giornata, dopo i saluti istituzionali e un workshop relativo al tema dell’imprenditorialità, tutti i partecipanti all’evento avranno la possibilità di presentare la propria idea. Le idee ritenute migliori dai partecipanti verranno selezionate per la formazione di gruppi di lavoro. Il lavoro dei gruppi inizierà lo stesso giorno.

Day 2 – Learn and work

Sabato 14/05/22, ore 9-24, in questa giornata i partecipanti lavoreranno intensamente allo sviluppo dell’idea con intervalli dedicati a brevi pillole formative, testimonianze aziendali, speech di professionisti e startupper di successo. Durante i lavori della giornata verranno assistiti da mentor, suddivisi per aree di competenza (Marketing, Design, Legal, ecc.). A questi ultimi è richiesto di supportare i partecipanti fornendo consigli ma sempre nel pieno rispetto delle idee proposte. L’obiettivo è indurre al ragionamento.

Day 3 – Present and choose

Domenica 15/05/22, ore 9-17, in questa giornata si procederà a rifinire il lavoro al fine di realizzare un MVP (Minimum Viable Product) che verrà poi presentato durante il pitch davanti ad una giuria di esperti composta da imprenditori, manager, esponenti di incubatori, acceleratori e fonti di finanziamento dell’innovazione ed altri attori del mondo dello Startup.

I Mentor e la formazione imprenditoriale

Le attività dei partecipanti saranno supportate da alcune pillole formative sul processo di idea development e costantemente affiancate da una pluralità di mentor, soggetti perlopiù espressione dell’ecosistema italiano delle Startup con background manageriale e/o imprenditoriale e vasta conoscenza dei processi di sviluppo e finanziamento dell’innovazione e start up.

startup weekend

<<Come un agricoltore pianta il suo primo seme per raccoglierne i frutti domani, così Startup weekend fornisce le basi per essere gli imprenditori del futuro. Credo sia la rappresentazione stessa di quello che è quest’evento, ovvero il primo passo verso l’apprendimento, per chiunque voglia capire il mondo dell’imprenditoria e creare per il futuro qualcosa di proprio>>. Queste le parole di Mario Di Girolamo, tra gli organizzatori di Startup Weekend Caserta, insieme a Adriana Figurato, Vincenzo Zambardino, Luca Famoso, Salvatore Della Gatta e Felice Balletta.

Lo stimolo dei processi creativi

Le testimonianze aziendali di successo, l’esposizione presso le sale di lavoro di prodotti innovativi e artistici e alcuni momenti musicali accompagneranno la giornata dei partecipanti, stimolando la creatività (attraverso le immagini, i suoni e la creazione di spazi poco convenzionali), nel tentativo di spronare i partecipanti ad andare oltre le soluzioni consolidate per lo sviluppo delle proprie idee imprenditoriali.

Anche il consumo dei pasti (forniti dall’organizzazione) e i coffee-break (che si svolgeranno durante i lavori e che sono sempre forniti dall’organizzazione) sono da intendersi come occasioni di socializzazione e di stimolo dei processi creativi.

Startup Weekend è un evento NO PROFIT.

Sono previste delle sponsorizzazioni di soggetti/enti locali così come di imprese italiane di rilievo nazionale e internazionale, nella forma della fornitura di prodotti e servizi esclusivamente impiegabili nell’ambito e ai fini della manifestazione. Ciò creerà i presupposti che consentiranno ai partecipanti di vivere un’esperienza altamente formativa e un’opportunità unica di sviluppo delle proprie idee.

L’evento sarà promosso tramite la partecipazione ad eventi in ambito digital – startup – innovation del panorama campano. Sarà poi attivata una campagna di comunicazione online che vedrà coinvolti canali social quali facebook e Instagram con l’obiettivo di informare e divulgare i valori alla base di Startupweekend®.

Le attività di comunicazione sono state pensate come attività di accompagnamento all’evento. Ogni settimana, sulle pagine ufficiali, saranno pubblicati dei video utili a coinvolgere i partecipanti. I video riguarderanno i principali temi dell’imprenditorialità e, allo stesso tempo, saranno utili a far conoscere tutti i soggetti coinvolti (i mentor, i giudici, gli organizzatori).

LEGGI ANCHE: Upskilling e reskilling: l’importanza di certificare le competenze per migliorare la propria vita professionale

Fertilizzazione e scouting

Da Marzo fino alla data dell’evento è previsto un calendario fitto di appuntamenti in tour per tutti gli enti pubblici e privati. L’obiettivo è educare e promuovere la manifestazione per stimolare a partecipare tutti i detentori di idee innovative e coloro che presentano una sensibilità e propensione verso i processi imprenditoriali.

A cadenza settimanale gli interessati avranno occasione di percepire da vicino l’esperienza e confrontarsi con personalità esperte del format per risolvere eventuali domande e perplessità in merito. I membri del comitato promotore e gli altri soggetti coinvolti nell’evento, infatti, si recheranno presso gli enti pubblici e privati per comunicare al meglio il format di Startup Weekend, stimolare le idee di impresa e coinvolgere tutte le persone potenzialmente interessate.

inclusive design

Cos’è l’Inclusive Design e perché non puoi farne a meno

Qualsiasi decisione di design può potenzialmente includere o escludere una persona. L’inclusive design è quel tipo di progettazione per prodotti, servizi o ambienti focalizzata sulla comprensione della diversità degli utenti.

Studia anche come includere il maggior numero possibile di persone all’interno di un processo decisionale su uno specifico prodotto. In particolare, gruppi sociali e cluster di utenti tradizionalmente esclusi dalla possibilità di utilizzare un’interfaccia o navigare in un ambiente.

Perché parliamo di Inclusive Design

L’inclusive design celebra la diversità delle persone per rimuovere eventuali barriere che ne precludono l’accesso. Se è vero che non scopriamo oggi le esigenze delle persone su sedia a rotelle o quelle con mobilità ridotta, è altresì necessario identificare e comprendere le barriere comunicative che incontrano gli utenti con difficoltà di apprendimento, problemi di salute mentale, problemi di vista e problemi di udito.

Progettando un ambiente costruito in maniera inclusiva, è possibile superare la frustrazione e le difficoltà vissute da molte categorie, come i disabili, gli anziani o le famiglie con bambini piccoli.

Perché è importante per noi

L’avanzamento tecnologico e le nuove interfacce digitali continuano a offrire sempre più funzionalità a costi sempre più contenuti. È per questo che aziende e organizzazioni cadono sempre più facilmente nella trappola della “feature race”: la corsa sfrenata a nuovi sviluppi di usabilità.

Cercare di fornire sempre più funzionalità è senz’altro una strategia per essere un passo avanti sulla concorrenza. Talvolta questo significa trascurare l’accesso a determinate categorie sociali.

inclusive design ninja marketing

Il modello piramidale della diversità elaborato nel 2003 da una ricerca commissionata da Microsoft.

Cosa c’è da sapere

Si è iniziato a parlare di inclusive design nel 1997 quando alcune organizzazioni statunitensi, tra cui l’Institute for Human Centered Design (IHCD), hanno sviluppato i Principles of Universal Design. Da allora l’IHCD ha spostato il linguaggio dei principi da “universale” a “inclusivo”. Nel 2006 il Design Council del Regno Unito, attraverso il Commission for Architecture and the Built Environment (CABE), ha pubblicato una serie di principi di progettazione inclusiva.

L’Università di Cambridge ha poi sviluppato l’Inclusive Design Toolkit, inserendo nella progettazione elementi come l’esplorazione dei bisogni, la creazione di soluzioni e il grado di soddisfazione dei bisogni. Oggi grandi corporation come Microsoft, Google e Adobe, fondano i loro prodotti e servizi sui principi di inclusive design.

Conclusioni

Poter ridefinire il processo creativo e di progettazione di determinati prodotti o servizi, oltre ad aprire le porte del loro utilizzo a nuove categorie di persone, è un passo in avanti per la società attuale verso principi di maggiore inclusività. Un ambiente maggiormente inclusivo dovrebbe superare il design tradizionale fondato su specifiche tecniche minime per ispirare stakeholder e utenti a un uso innovativo e progressista.

A guardarlo meglio, l’inclusive design sembra una versione modernizzata del Participatory Design nato negli anni ’70 dalla cultura ingegneristica scandinava: consultare gli utenti e le loro esperienze ancor prima di procedere alla fase di analisi, costruzione e implementazione del prodotto.