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MrDay sceglie di parlare alla GenZ con la realtà aumentata

Per una buona colazione, o una merenda speciale, non c’è età che tenga: sia i più grandi che i più piccini apprezzano cominciare la giornata con qualcosa che sappia dare energia e gusto.
In un mercato che offre veramente tantissime referenze, però, a volte la differenza la fanno i dettagli: in particolare, per quelle fette di pubblico che dal prodotto non pretendono solo qualità ma anche un’esperienza distintiva ed espansa.

È il caso della Generazione Z, che vive il consumo sempre più come un fattore di condivisione distribuito nel tempo. Un dato su tutti: circa il 96% dei GenZer si prende il tempo di leggere le recensioni prima di acquistare un prodotto.

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Questo vale anche per le modalità di scelta: secondo FinancesOnline, anche come effetto della pandemia, la scelta di ciò che si mangia per la GenZ è fatta principalmente sui social media, mettendo in secondo piano addirittura la convenienza come fattore di scelta (per una generazione che nell’80% dei casi si dice preoccupata per le condizione economiche future, non male) e le valutazioni in termini di salute. La colazione, va da sé, non fa eccezione.

Se quindi i fattori distintivi diventano socialità, divertimento e ovviamente qualità per farsi preferire dalla Generazione Z, un brand deve posizionarsi sul mercato attraverso azioni che sappiano caratterizzarsi per essere memorabili, grazie magari a un’attivazione dell’utente che sia coinvolgente e diffusa nella sua rete sociale.

Trasformare il packaging grazie alla realtà aumentata

Mr.Day, storico marchio di merendine, specializzato nella produzione di buonissimi Muffin con pepite al cioccolato, ha deciso di puntare su questo concetto.

Per riposizionarsi nella mente dei consumatori più giovani, provando a coinvolgerli in un’esperienza caratteristica che sappia anche avere un ruolo sull’acquisizione di earned media, l’azienda veneta ha puntato su un vettore agile e sempre più in voga: il packaging.

Non è un caso infatti che nell’ultimo anno siano aumentati, in linea con i trend attesi, i casi di aziende che abbiamo agito sul pack dei propri prodotti in chiave tecnologica, puntando su attività che contassero sull’Intelligenza Artificiale o la virtual reality: un’evoluzione che ha portato in tanti a parlare di Internet of Packaging.

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Mr. Day ha scelto di lavorare su questa falsariga, realizzando una confezione che potesse aprire le porte al consumatore di un’esperienza in realtà aumentata, come recita il claim di campagna, “un’esperienza più che reale”.

Attraverso il proprio smartphone e interagendo con il packaging delle merendine Mr. Day attraverso un QR code, l’utente potrà vedersi animare la creatività stampata sulla confezione, in un tripudio di gocce di cioccolato e muffin che popoleranno lo spazio attorno mentre vengono mangiate.

Non finisce qui, però, perché la parte più interessante è quella che riguarda il coinvolgimento dell’utente: la bocca stampigliata sul packaging infatti, dopo aver ingoiato la merendina, passerà sul volto dell’utente cominciando a pronunciare delle frasi tipiche dello slang giovanile e selezionate per l’occasione dagli studenti della Naba.

Un filtro divertente e pronto per esser applicato sui propri contenuti video da condividere su IG e TikTok (con la possibilità quindi di diventare virale). Come dicevamo qualche riga su, un vettore per ampliare la propria reach organica attraverso i propri clienti, che diventano così ambassador di prodotto.

Per lanciare l’iniziativa verranno distribuiti contenuti su IG, TikTok e Twitch, anche grazie al coinvolgimento di alcuni creator di assoluto valore come Favij, Giulia Penna, La Sabri, Surry, Sascha e Stepny dei Mates: d’altronde, se si vuole parlare ai più giovani bisogna farlo anche attraverso chi dai giovani è riconosciuto, no?

Il posizionamento è questione (anche) di linguaggi

Al di là di una technicality crossmediale fresca e coinvolgente, l’attività immaginata da Mr.Day evidenzia come il distinguersi fra le varie proposte commerciali sia un fattore non solo di distribuzione, ma anche di linguaggio.

L’iniziativa di realtà aumentata infatti, al di là del contare su un media mix sapiente dove spicca il coinvolgimento di influencer anche molto famosi, è stata concepita assumendo il punto di vista del target, nel tentativo di parlare come loro e proponendo chiavi di attivazione il più possibile vicine alle loro corde.

Sembra una banalità, ma in un mondo che sta accelerando clamorosamente le evoluzioni comportamentali dei consumatori, identificare un veicolo che sappia da un lato distinguere e dall’altro attivare non è affatto secondario: e saperlo valorizzare impiegando un linguaggio fatto di gestualità e abitudini precise può essere una scelta decisiva nella riuscita di una campagna.

Mr. Day in questo caso ha scelto di puntare, prima che su una creatività di valore, su un modo di comportarsi funzionale al suo target, la Generazione Z.

Funzionerà? I fatti ci diranno di sì o di no, ma a naso non ci sarà da stupirsi di trovare, scorrendo il flow di IG o di TikTok, qualche bocca che ci parla come parlerebbe uno zoomer.

Bonus Pubblicità 2021: cosa c’è da sapere per investire in un piano media

I brand nel tempo hanno acquisito una comunicazione di livello superiore con il proprio pubblico.

Il flusso comunicativo non è più solo unidirezionale: l’introduzione dei social e di diverse tecnologie ha portato le aziende a interfacciarsi con utenti che sentono la necessità di interagire direttamente con i brand. Esprimere preferenze, abbracciare valori condivisi, compiere azioni in prima persona.

Per un’azienda, comunicare a livello digital è dunque fondamentale per poter raggiungere in modo più diretto il suo pubblico. Le campagne social ottengono facilmente risultati migliori rispetto a quelle tradizionali perché il pubblico è cambiato, è più dinamico e interattivo: parla con il brand, condivide contenuti, instaurando relazioni durature. Ecco perchè è importante l’introduzione del Bonus Pubblicità.

Bonus pubblicità: a cosa serve

Il Bonus Pubblicità è stato introdotto con il decreto numero 90 del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 Maggio 2018 ed è un’agevolazione pensata per supportare imprese e professionisti che investono nel campo dell’editoria tv, della radio e della stampa.

Il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria ha fatto slittare al 31 ottobre 2021 la scadenza per la domanda di accesso al Bonus Pubblicità per ottenere il 50% del credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari, sia su media cartacei che digitali.

Il bonus è rinnovato per tutte le aziende che vorranno investire da oggi fino al 31 dicembre nei media previsti dal Governo.

Quale miglior momento per investire con il Bonus Pubblicità?

Bonus Pubblicità

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Nuova finestra temporale per l’invio, grazie al requisito dell’incremento nell’investimento effettuato, pari almeno all’1% rispetto all’anno precedente.

Quindi, la detrazione è del 50% dell’importo investito, da usufruire attraverso stampa, quotidiani e magazine online ed emittenti tv e radiofoniche locali e nazionali analogiche o digitali. L’agevolazione è rivolta a imprese, lavoratori autonomi e enti non commerciali.

Chi è interessato al credito d’imposta del 50% dovrà inviare 2 domande distinte:

  • Nel periodo dal 1° al 31 ottobre 2021, è la “Comunicazione per l’accesso al credito d’imposta” , con la quale vengono indicati i dati degli investimenti già effettuati o che si intendono effettuare nel corso dell’anno;
  • Dal 1° al 31 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento, è la “Dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati” , da utilizzare per l’appunto per indicare che gli investimenti inseriti nella Comunicazione sono stati effettivamente effettuati.

Ma questa non è l’unica novità introdotta: dopo le modifiche previste dalla Legge di Bilancio 2021, che aveva fissato nella misura del 50 per cento il credito d’imposta spettante per gli investimenti sulla stampa, l’articolo 67 comma 10 del decreto legge n. 76/2021 ha uniformato le regole di calcolo anche per gli investimenti su radio e TV.

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Perché investire in advertising?

Il mercato pubblicitario globale ha raggiunto un valore di 647 miliardi di dollari nel 2020 e la spesa per i media di advertising è in continuo aumento: crescerà infatti di 78 miliardi di dollari nel 2021 (+14%) e non si fermerà neppure nel 2022 (+7%).

In particolare, la pubblicità mirata per i dispositivi mobile ha registrato una crescita esponenziale nel corso degli ultimi anni, perché particolarmente efficace nella comunicazione a gruppi specifici di utenti.

Anche in Italia, le stime di crescita suggeriscono l’importanza di investire in advertising e raggiungere con facilità il pubblico, la cui spesa media è in aumento in tutti i settori, grazie alla ripresa globale del PIL.

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Un’opportunità per sviluppare un piano di comunicazione su Ninja.it

Ninja.it rientra tra le testate editoriali su cui è possibile investire con il Bonus Pubblicità.

Online dal 2004, Ninja.it non è solo il punto di riferimento italiano dell’innovazione nel marketing e nella comunicazione. Ninja è oggi un editore multimediale specializzato in Branded Content e Branded Journalism che punta a diventare la piattaforma italiana della “digital economy”.

Il sito Ninja.it viene visitato giornalmente da una vasta community di Influencer, Trend setter, Early adopter, in particolare Imprenditori, C-level, Manager di agenzie e aziende, Professionisti del marketing, PR, Giornalisti, Geek e appassionati di digital.

I nostri numeri

  • + 1 Milione di pagine viste al mese;
  • + 350.000 visitatori unici mensili;
  • +80 giornalisti, influencer e content creator che compongono la Redazione;
  • 2,6 milioni di audience lorda complessiva (sito e property social);
  • +176mila fan su Facebook, 104mila follower su LinkedIn, 45mila su Twitter e 42mila su Instagram;
  • +13 milioni di reach complessiva generata.

Henry Ford una volta disse che “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare tempo”.

Questa volta, risparmiare sulla pubblicità è davvero possibile, ottenendo però ottimi risultati.

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Commerce Media e First Party Data: un nuovo modo di scoprire il consumatore

Mappare il consumer journey è più che necessario, oggi, per capire che cosa vogliano veramente gli utenti, a maggior ragione se si lavora nell’ADV online.

A causa di molti cambiamenti nella legislazione sul dato (inteso come frammento d’informazione che posso/non posso trattenere a scopi promozionali), però, i professionisti del digital marketing vedono restringersi sempre di più gli spazi per estrarre informazioni di valore e erogare adversiting che sia realmente profilato. 

Diventa quindi centrale cambiare il processo di profilazione dei consumatori, con conseguente sviluppo di target sempre più definiti, andando oltre il semplice monitoraggio dei flusso di navigazione per entrare nel dettaglio dell’esperienza diretta dell’utente ed estrapolare così informazioni preziose e utili a definire a chi stiamo parlando, ciò che il nostro utente preferisce e ciò che non lo convince.

Un esempio concreto di situazione dove questo è possibile è l’acquisto online, un gesto che oggi compiono tantissimi e che è diventato, oltre che familiare, anche interessante per chi studia le modalità di raccolta del dato a scopo pubblicitario.

Il perché si sia arrivati a capire che anche i momenti d’acquisto sono preziosi per il tracciamento, dal punto di vista del marketer è abbastanza chiaro: con la pandemia causata dal SARS-CoV-2, l’eCommerce ha osservato un boom che ha rapidamente cambiato le abitudini dei consumatori.

acquisto su ecommerce

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Si parla, tanto per definire un ordine di grandezza, di un giro di denaro che quest’anno toccherà 5 trilioni di dollari: una cifra incredibile, che sarà possibile raggiungere grazie anche a moltissimi utenti che, obbligati in casa durante i vari lockdown, hanno cominciato per necessità a usare il web come canale per comprare beni e servizi.

Ed ecco allora che in una situazione dove l’eCommerce diventa sempre più importante, e il consumer journey si trasforma in un sistema omnicanale, espandendosi nelle dimensioni digitali e fisiche, è necessario adottare un approccio nuovo.

Quello in cui il “commercio” diventi un vettore attraverso cui osservare, mappare e definire il profilo degli utenti, ottenendo una traccia concreta utile a erogare il messaggio promozionale.

Criteo, azienda global al top per l’esperienza nel digital marketing nell’Open Internet, definisce questo nuovo approccio al digital marketing Commerce Media: il risultato dell’unione fra “dati e l’intelligence del commerce allo scopo di targettizzare i consumatori sull’intero shopping journey e di aiutare i marketer e i media owner a generare risultati commerciali (vendite, revenue, lead)”.

Per capire fino in fondo però come si è arrivato al Commerce Media, e perché, è necessario fare un passo indietro e scoprire un concetto indispensabile: quello di First Party Data.

Fra un nuovo Millenium Bug e soluzioni di valore

Quante volte avete sentito parlare di addressability e deprecazione dei third-party cookies? Molte, vero?

Non potrebbe essere altrimenti: sono proprio questi i “cambiamenti” che hanno portato allo sviluppo del Commerce Media.

Il progressivo abbandono dei third-party cookie, infatti, non si preannuncia indolore e ininfluente: senza questa componente, difficilmente i brand fino ad oggi avrebbero potuto profilare i consumatori con informazioni in linea con il profilo di ognuno.

Google ha proiettato alla fine del 2023 il definitivo abbandono dei “biscotti” del web, ma pur avendo un biennio è stato necessario cominciare a pensare come attivare alternative efficaci.

Perdendo la capacità di tracciare i comportamenti degli utenti, infatti, anche l’esperienza che si vorrà proporre sarà decisamente depotenziata a causa della perdita di personalizzazione dei contenuti inviati. Il consumer journey risulterà essere decisamente meno ottimizzato, con un’addressability più complicata e frammentata: questo impatterà sulla capacità di misurare il successo di ogni campagna, con conseguente diminuzione delle revenue. 

Una delle possibili soluzioni per superare lo scoglio è affidarsi ai First Party Data, che sono anche l’elemento fondamentale su cui si fonda il concetto di Commerce Media.

In poche parole, i First Party Data sono tutti quei dati che vengono ricevuti direttamente dagli utenti con cui un’azienda ha già interagito.

Attraverso il tagging degli ambienti digitali, questi vengono mappati da piattaforme dotate di intelligenza artificiale, le quali sono in grado di interpretare e produrre dati di prima parte impiegabili poi nella produzione di advertising scalabile sempre più targettizzata e personalizzata, utile così a sviluppare esperienze di qualità per i consumatori.

Una di queste è il First-Party Media Network, un sistema integrato di dati commerciali e AI sviluppato da Criteo, che nasce con lo scopo di supportare inserzioni ed editori nell’erogazione di pubblicità altamente profilata indipendente dai cookie e dalle terze parti: creato sul principio di integrazione fra domanda e offerta (di dati), il First Party Media Network “pesca” le informazioni grazie a un complesso sistema di machine Learning, che interpreta i tracciati che si generano grazie ai percorsi dell’utente.

Questo è possibile, sostanzialmente, grazie all’inserimento da parte di inserzionisti ed editori di tag (generalmente un pixel) all’interno dei propri siti, o integrandoli nei propri server. Il Network, collegando i cosiddetti identificatori proprietari (quali ID anonimi, email con gas, numeri di telefono, RampID, Unified ID 2.0) crea un profilo cliente dettagliato, il quale permette di generare un’adv decisamente più preciso. 

consumatore digitale italiano profili

Come si lavora secondo le regole del Commerce Media

Grazie ai First Party Data, quindi, si può mappare il consumer journey dal primo touchpoint alla conversione e capire intenzioni d’acquisto, anticipando così i comportamenti e sottoponendo all’attenzione advertising veramente rilevante per il consumatore, nel posto giusto e al momento giusto.

La garanzia di muoversi in direzione corretta, sapendo districarsi nella miriade di momenti di verità che una customer experience di valore può garantire, la può dare proprio un approccio come il Commerce Media, che conta su tre diversi fattori.

  • Unique Commerce Data: grazie alla First Party Media Network, Criteo ha accesso ad un grande pool di data, indispensabile per mappatura del shopper journey. Una risorsa che rimarrà a disposizione anche quando le terze parti scompariranno.
  • AI: l’intelligenza artificiale, che è indispensabile nel processo e analisi del dato. 
  • Supply:  una rete di Publisher diversificata e in grado di rispondere a ogni interesse, dove poter distribuire qualsiasi tipo di ADV (anche in questo, Criteo può dire la sua).

Osservando queste caratteristiche, si potrebbe pensare che il Commerce Media sia isolato al web, ma non è così: siamo in una dimensione multicanale, dove online e offline si fondono (un po’ come capita quando parliamo di phygital, usando un termine in voga da un po’) e possono generare in esperienze che cominciano sul web e terminano magari nel punto vendita. Per questo una buona gestione dei First Party Data può anche essere la chiave per orientare il consumatore.

Prendiamo ad esempio il rapporto fra digitale e retail: con il giusto invito, chiunque può attratto da un contenuto online a spostarsi in negozio per completare un’azione. Se quel contenuto è originato da una profilazione ottimale, è chiaro che avrà più probabilità di convertire.

Un meccanismo che è la stessa Criteo a definire “full-funnel”, in una mappatura di tutto il consumer journey che si origina dalla scoperta e termina solo all’acquisto (e a volte continua anche oltre).

Tutto questo avviene in regime di trasparenza totale (in continuità con la trasformazione che è stata avviata proprio con l’abbandono dei cookies di terze parti): il Commerce Media è anche operare secondo una logica di controllo del dato, dal suo prelievo al suo utilizzo, agendo su tutta la Rete in maniera da osservare ciò che effettivamente l’utente è disponibile a condividere.

Sempre per citare Criteo: una sorta di marketplace dell’Open Internet.

Ci attende un futuro “tracciabile” (se si è preparati al meglio)

È chiaro che il digital marketing di domani si sosterrà secondo paradigmi radicalmente diversi rispetto a quelli attuali: il Commerce Media è un concetto frutto di un’intuizione che probabilmente faciliterà i marketer e aprirà la strada a un nuova serie di esperienze, dove la centralità dell’utente sarà sempre più determinante per essere rilevanti. 

Lo switch a un mondo dove i First Party Data saranno l’unico strumento per riuscire a soddisfare questa necessità obbliga quindi aziende e agenzie a prepararsi al meglio, dotandosi degli strumenti giusti e delle piattaforme migliori per comprendere fino in fondo l’utente: solo così sarà possibile capire il futuro che ci attende, e reagire di conseguenza. 

Il rischio? Non riuscire a capire chi si ha di fronte. In quel caso il futuro non sarà più così roseo.

social media strategy

Sei invisibile sui social media? Segui questi consigli

I social media sono diventati uno strumento indispensabile per le aziende. Quasi tutte sono presenti sulle piattaforme, ma quante usano i social network al massimo del loro potenziale?

L’abbiamo detto molte volte: creare semplicemente un profilo e pubblicare contenuti a caso ogni tanto non è più sufficiente. In realtà, non lo è mai stato. Eppure, molte aziende non sembrano avere una strategia di Social Media Marketing documentata che le porti al successo.

Potrebbe non sembrare un grosso problema all’inizio, ma non avere un flusso di lavoro ben impostato spesso significa non raggiungere risultati apprezzabili.

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Come fare un Social Media Plan step by step

Sapere semplicemente come creare un piano editoriale per i social media non è sufficiente: l’obiettivo è che il plan sia abbastanza efficace da raggiungere gli obiettivi. Ecco alcuni step da seguire per una Social Media Strategy di successo:

#1. Stabilisci un punto di partenza

Capire a che punto sei dovrebbe essere la prima cosa da fare. Prima di elaborare un piano di social media adeguato, analizza i tuoi profili e quelli dei competitor.

#2. Individua il tuo target

Conoscere (e comprendere) il tuo pubblico è fondamentale per una strategia di successo.

#3. Stabilisci degli obiettivi

Obiettivi intelligenti e dettagliati ti permetteranno di creare campagne ben strutturate, misurare i tuoi progressi e ottimizzare la tua Social Media Strategy a lungo termine.

street girl target phone

#4. Scegli i giusti canali di comunicazione

Non esiste solo Facebook: quando scegli su quali piattaforme comunicare, considera attentamente i vantaggi di ognuna di esse. L’obiettivo finale è scegliere i social network più utilizzati dal tuo pubblico di riferimento e che, allo stesso tempo, si adattano all’immagine del tuo brand.

#5. Diversifica i contenuti per ogni piattaforma

Crea post unici per ogni social network in base alle caratteristiche del media. Una buona idea è quella di inserire nella tua strategia i contenuti generati dagli utenti (UGC).

#6. Affidati ai tool più validi

Avrai sicuramente bisogno di strumenti efficaci non solo per gestire i team che si occupano dei social media, ma anche per la gestione dei profili e delle pubblicazioni. Scegli con cura quelli più adatti.

#7. Organizza i contenuti

La creazione di un calendario è un ottimo modo per tenere traccia di tutti gli appuntamenti, gli eventi e le ricorrenze importanti. Ricorda che le campagne social basate su eventi specifici tendono ad attirare maggiormente l’attenzione.

ninja

#8. Massimizza la reach

Pubblicare il contenuto potrebbe non essere sufficiente per raggiungere la tua audience. Fortunatamente, è possibile massimizzare la portata del messaggio un questo modo:

  • Investi in campagne a pagamento
  • Usa strategie di retargeting
  • Collabora con gli influencer
  • Opta per campagne omnichannel.

#9. Analizza i risultati e ottimizza costantemente la strategia di Social Media Marketing

Capire cosa funziona e cosa no dovrebbe essere la priorità fin dal primo giorno. Tecnicamente, più sei in grado di tracciare i risultati ottenuti, meglio potrai agire per il futuro.

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Una Social Media Strategy vincente: qualche esempio

Gli step elencati non sono certo sufficienti a garantire il successo di una strategia per i social media, ma possono essere un ottimo punto di partenza, senza dimenticare che una Social Media Strategy va inserita in una più ampia strategia di marketing, di cui i social media rappresentano solo una parte, se pur essenziale.

Ecco alcuni esempi di brand che hanno pianificato le loro mosse con attenzione.

Mercedes Benz

Mercedes Benz raggiunge sempre ottimi risultati sui social media. Nel 2013, ha creato una delle migliori campagne di Instagram marketing mai viste: puntava a raggiungere il pubblico più giovane, così ha “assunto” cinque fotografi molto conosciuti su Instagram e li ha messi al volante di una nuova Mercedes CLA, chiedendo loro di postare contenuti sul social.

Chi ha ottenuto il maggior numero di like ha potuto tenere l’auto, quindi l’impegno è stato davvero al massimo!

Dove

Il brand ha spesso puntato sui contenuti emotivi per entrare in risonanza con il proprio pubblico.

La campagna Real Beauty Sketches aveva l’obiettivo di far sentire le donne bene con se stesse. L’azienda conosce bene il suo target di riferimento e crea contenuti che raccontano una storia nella quale le donne possano identificarsi.

Nutella

Ci hai mai fatto caso? Ogni contenuto di Nutella, trasmesso in tv o postato sui social media, ti fa venire l’acquolina in bocca. Molte persone fotografano il cibo prima di mangiarlo; Nutella fa lo stesso e la tecnica funziona: ti mostra la fetta di pane con la crema spalmabile pronta per essere consumata.

Inoltre, non perde mai l’occasione per “giocare e divertire” con il suo brand.

Airbnb

L’azienda utilizza la strategia di pubblicare i contenuti generati dagli utenti: invece di promuovere il suo servizio, il profilo appare come una sorta di diario di viaggio di visitatori e host e i post ottengono su Instagram un altissimo coinvolgimento.

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Nike

Nike ci regala una delle migliori strategie di social media. Il brand mantiene assoluta coerenza nella pubblicazione dei contenuti, mettendo in evidenza gli atleti con cui collabora e utilizzando un tone of voice motivazionale che funziona a meraviglia.

Anche se l’azienda ha profili separati per ogni linea di prodotto, queste caratteristiche rimangono comuni all’interno di una chiara Social Media Strategy generale.

 

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WPP Gioia e la ripartenza attraverso le testimonianze di artigiani e commercianti milanesi

WPP celebra la ripartenza delle attività in Italia con una campagna, la prima ideata dalle sue agenzie creative con sede nel nuovo WPP Campus di Milano, che incoraggia le persone a sostenere i piccoli commercianti, i negozi di quartiere e gli artigiani locali. 

 In un mercato in continua evoluzione e sempre più globale, le tante restrizioni e chiusure imposte dalla pandemia mondiale hanno messo in difficoltà chi gestisce le piccole realtà commerciali e artigianali di quartiere. WPP Gioia, campagna creativa pro bono, ha l’obiettivo di esaltare e celebrare la passione e l’abilità dei commercianti locali e il loro costante contributo alla comunità.

Ripartenza

WPP ha recentemente consolidato il suo impegno nel settore creativo italiano con l’apertura del WPP Campus di Milano, un hub innovativo all’interno di uno dei quartieri storici di Milano che, un tempo, ospitava la fabbrica della ex Richard Ginori. Il Campus, infatti, riunisce, in un’unica sede, la creatività e il talento di più di 2.000 dipendenti delle oltre 35 agenzie WPP. 

WPP Gioia ha visto lavorare insieme tutti i leader creativi, mostrando la sinergia che il WPP Campus di Milano è in grado di offrire. Ideata da Francesco Bozza, VP Chief Creative Officer Grey Italy, Lorenzo Crespi, Chief Creative Officer Wunderman Thompson Italy, Giuseppe Mastromatteo, Chief Creative Officer Ogilvy Italy e Francesco Poletti, Chief Creative Officer VMLY&R Italy, e realizzata in partnership con IGPDecaux.

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La campagna ha avuto inizio il 22 settembre, in occasione dell’inaugurazione ufficiale del nuovo WPP Campus di Milano, e riempirà di “gioia”, fino al 22 ottobre, gli spazi della fermata della linea metropolitana M2 Gioia di Milano. Un luogo scelto proprio per far emergere l’obiettivo dell’iniziativa di celebrare la gioia che, non è solo il nome di una fermata, ma rappresenta anche un meraviglioso stato d’animo e un augurio per il futuro. 

Dalla stilista emergente al barbiere, dal ristoratore al cameriere passando per le commesse e i personal trainer, la campagna racconta le loro storie di vita reale, in modo personale e intimo, e le emozioni che hanno provato quando sono stati in grado di tornare a una nuova normalità mentre riaprivano le loro attività dopo mesi di difficoltà.

La scelta di unire per la prima volta le competenze creative delle agenzie italiane di WPP in una campagna pro bono che celebra l’ottimismo della riapertura della città di Milano, è un segnale del nostro impegno per aiutare la comunità imprenditoriale locale a crescere. Attraverso la campagna WPP Gioia abbiamo voluto raccontare le storie delle persone che, con passione e dedizione, lavorano in piccole attività di quartiere.

Commenta Simona Maggini WPP Country Manager in Italia.

La creatività può e deve essere uno dei motori della ripartenza, ed è anche per questo che abbiamo voluto che il nostro nuovo Campus di Milano fosse un vero e proprio hub per il talento creativo. Aiutare le imprese a raccontare storie, obiettivi e idee nel miglior modo possibile non significa solo ritornare a una nuova normalità ma vuole anche essere uno stimolo per le persone a immaginare un futuro migliore e a impegnarsi per realizzarlo.

Instagram unisce video del feed e IGTV in un unico formato

Da oggi su Instagram i video di IGTV e i video del feed saranno combinati in un unico formato: Instagram Video. Comparirà sul profilo una nuova tab Video, che permetterà agli utenti di scoprire tanti nuovi contenuti in tutta facilità. La nostra community di creator sfrutta moltissimo i video per raccontare le proprie storie, intrattenere e connettersi con il pubblico: per questo vogliamo rendere sempre più semplice creare e scoprire video su Instagram.

Rendere più semplice caricare e scoprire video

I video di IGTV e del feed avranno un unico formato, ma il processo per caricare i video dal proprio rullino foto sarà lo stesso: cliccando sul simbolo + nell’angolo in alto a destra nella home page di Instagram e selezionando “Pubblica”.

Introdurremo anche nuove funzioni per ritagliare i video, nuovi filtri e nuovi tag di persone e luoghi.

I creator continueranno a fare cross-posting dei propri video nelle Storie, e a condividerli tramite direct. L’accesso a tutti i nostri strumenti offre ai creator tante possibilità per raccontare le proprie storie e coinvolgere la community. Le anteprime dei video nel feed saranno ora di 60 secondi, a meno che il video non sia idoneo per le inserzioni: in questo caso, l’anteprima resterà di 15 secondi.

Sono un creator e trovo fantastico che non ci sia più alcuna divisione tra i diversi formati: i video del feed e di IGTV sono semplicemente video. Quando una persona cerca un contenuto da guardare online, non lo seleziona in base alla durata del formato ma in base a cosa la può divertire e intrattenere. Sono contento di non aver più bisogno di navigare tra tante tab diverse per guardare video su Instagram.

Nuove modalità per guardare e analizzare i video

La nuova tab Video sarà la casa di questo formato combinato, e renderà più semplice per gli utenti trovare i contenuti dei creator che amano. Mentre guardano un video su Instagram, le persone possono toccare qualunque punto del video per visualizzarlo a schermo intero; inoltre, hanno sempre la possibilità di scorrere per scoprire nuovi contenuti interessanti.

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Per rendere più facile per le aziende e i creator conoscere i risultati dei loro contenuti video, stiamo realizzando una metrica che comprende sia gli insights sui post del feed sia quelli sui video.

Raggiungere nuovi utenti con le inserzioni video

Con Instagram Video, le inserzioni di IGTV si chiameranno inserzioni video in-stream di Instagram. I creator idonei potranno ancora monetizzare i contenuti di lunga durata, e i brand potranno raggiungere il pubblico coinvolgendolo con contenuti lunghi. Le aziende interessate a promuovere i propri video per raggiungere più utenti, potranno pubblicare video non superiori ai 60 secondi.

La tab Video è la nuova casa del visual storytelling. Siamo felici di vedere i creator su Instagram continuare a creare contenuti che ispirino gli altri ad essere creativi.

eCommerce: 5 consigli per gestirlo al meglio

Dallo studio di Forrester Consulting commissionato da THRON, piattaforma di Digital Asset Management utilizzata dai principali brand globali – da Furla a Valentino, da Dainese a Whirlpoolemergono consigli utili per risparmiare budget, accelerare il time to market e proteggere la coerenza del brand.

Gestire un eCommerce è da sempre un lavoro dispendioso, con forte strategia progettuale: i dati registrano una richiesta del 10% del budget di marketing e un 40% dei brand europei incapace di analizzare correttamente i dati di fruizione dei propri utenti quando provengono da fonti diverse.

Per gestire al meglio il catalogo online è necessario centralizzare su un’unica piattaforma gli asset digitali e i relativi flussi di creazione, approvazione e distribuzione. Questo porterebbe a beneficiare 7 aziende su 10, facendo aumentare i clienti (68%) e la loro soddisfazione (71%).

Di seguito, i 5 step per organizzare in modo più efficiente le diverse fasi che portano alla pubblicazione dei contenuti di un eCommerce.

  1. Centralizzare i flussi di lavoro, shooting compresi

Gli shooting fotografici di prodotto sono uno dei momenti più delicati della costruzione di un catalogo. Accentrare e facilitare le attività di tutti i membri coinvolti favorisce una gestione più efficiente sin dalle prime fasi. Se il team di prodotto, fotografi e agenzie esterni lavorano sulla stessa piattaforma, già a partire dal brief di lavoro, si facilitano i flussi approvativi e si accelera lo step di pubblicazione, perché le informazioni sono già associate agli scatti.

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  1. Curare i performance content per migliorare l’esperienza d’acquisto

Secondo un recente studio di Jellyfish, descrizioni di prodotto, di categoria e guide all’acquisto – i cosiddetti Performance Content – hanno un ruolo cruciale nel completare la shopping experience e nel convertire visitatori in vendite. Il 78% delle aziende, ad esempio, perde regolarmente traffico organico a causa di descrizioni di prodotto poco accurate. Curare questo tipo di contenuti è fondamentale per aumentare in modo costante le performance del proprio eCommerce. Per creare un’esperienza utente realmente efficace, il catalogo va arricchito con immagini di qualità, video che mostrano le caratteristiche e le funzionalità degli articoli in vendita e descrizioni il più possibile approfondite e complete, per permettere agli utenti di valutare ogni dettaglio e soddisfare la loro curiosità. Poter contare su una piattaforma centralizzata per contenuti e informazioni di prodotto, tramite la quale gestire anche la pubblicazione del catalogo i sull’eCommerce, permette di valorizzare al meglio questo tipo di asset.

  1. Centralizzare la distribuzione del catalogo

La pubblicazione del catalogo è una fase delicata. Centralizzare la distribuzione degli asset sui canali finali significa pubblicarli ovunque, eCommerce incluso, senza la necessità di trasferire lavoro, contenuti o informazioni su altri sistemi. Questo si traduce in risparmio di tempo e budget e attenzione alla brand reputation, con informazioni su diverse piattaforme – comprese vetrine intelligenti, digital signage, app e siti del brand in diverse lingue – sempre coerenti e aggiornate.

  1. Mantenere aggiornato l’eCommerce, in automatico

L’eCommerce è una vera e propria vetrina virtuale e, come tale, in evoluzione. Al momento di pubblicare la nuova collezione, aggiungere nuove immagini, video o aggiornare le descrizioni delle pagine prodotto, sarà sufficiente gestire il tutto attraverso una piattaforma di Digital Asset Management per vederle aggiornate in automatico sull’eCommerce e tutti gli altri canali del brand. Spesso infatti questo tipo di piattaforme conta anche su integrazioni native con i principali sistemi eCommerce, che permettono di mantenere aggiornato il catalogo in automatico e in tempo reale

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  1. Creare un’esperienza utente personalizzata

Gestire in maniera integrata gli asset digitali permette di analizzare in maniera univoca i comportamenti dei propri utenti per conoscere i loro interessi e preferenze. Alcuni sistemi di Digital Asset Management offrono strumenti di Analytics nativi, che permettono di raccogliere insight avanzati sulle performance dei contenuti dell’eCommerce e raccogliere informazioni sugli interessi e le abitudini d’acquisto dei propri utenti. In questo modo, sarà molto più semplice misurare il ROI della propria content strategy e costruire esperienze d’acquisto veramente personalizzate ed efficaci.

FACEBOOK DOWN

Instagram, Facebook e WhatsApp non funzionano, blackout totale del Zuckerverse

Instagram, Facebook e WhatsApp non funzionano più.

I malfunzionamenti sono iniziati alle 17.30, fino a rendere inaccessibili le piattaforme di Facebook, WhatsApp e Instagram.

Il fenomeno ha coinvolto Paesi di tutto il mondo e ha costretto l’azienda alle scuse.

Trionfa invece Twitter, dove gli utenti di tutto il mondo si sono riversati in massa scatenando l’ironia da meme, tipica dei feed del social.

facebook down

Intanto, Twitter gongola e saluta tutti “i nuovi arrivati” orfani delle piattaforme di Mark Zuckerberg.

Sotto il tweet dell’account ufficiale dell’azienda fondata da Jack Dorsey, hanno risposto moltissimi grandi brand, dando un cinque virtuale all’unico vero social funzionante. Tra i tanti. anche, McDonald’s, Burger King, Reddit, Warner Bros, Alexa, OnlyFans, Tumblr, KFC e non sono mancati all’appello anche gli account proprio di WhatsApp e Instagram.

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Quasi centomila commenti al saluto di Twitter e più di mezzo milione di retweet, più un milione e mezzo di cuoricini a incoronare l’indiscusso re dei social.

Festeggia anche Telegram che, in ogni occasione in cui WhatsApp ha alzato bandiera bianca, ha guadagnato milioni di iscritti in tutto il mondo.

E a un certo punto, alle 21.30 circa, ora italiana, è saltato anche Twitter, forse per la congestione causata dall’afflusso enorme di utenti sulla piattaforma.

twitter down

Le misteriose ragioni del blocco

Secondo Reuters, Facebook risulta inaccessibile perché gli utenti non vengono indirizzati nel posto giusto dal Domain Name System.

Gli esperti della sicurezza che seguono la situazione hanno dichiarato che l’interruzione è stata probabilmente innescata da un errore di configurazione che ha lasciato le indicazioni per i server di Facebook non disponibili. Potrebbe quindi essere il risultato di un errore interno, anche se il sabotaggio da parte di un insider sarebbe teoricamente possibile.

Facebook intanto non ha fornito alcuna specifica sulla natura del problema o quanti utenti sarebbero stati colpiti dall’interruzione, ma l’ipotesi della cancellazione dai registri DNS è stata confermata anche da Brian Krebs, un esperto di sicurezza informatica.