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glossario degli nft

Glossario degli NFT: le parole chiave da conoscere

La popolarità degli NFT continua a crescere e la loro diffusione aumenterà con l’evoluzione delle tecnologie blockchain. Sapere cosa siano, non è sufficiente: è importante trovarsi a proprio agio con la terminologia utilizzata da chi li negozia quotidianamente.

Glossario minimo degli NFT

Asset

Uno dei termini con il quale viene identificato un oggetto digitale da collezione.

Bitcoin

È la ben nota criptovaluta utilizzata anche quando si comprano o vendono NFT.

Blockchain

Per semplificare, è una sorta di foglio di calcolo aperto e decentralizzato a cui tutti nel mondo delle criptovalute hanno accesso, che registra ogni modifica o transazione.

Bridge

Si tratta di un canale di transazione cross-chain trustless per spostare i token da una blockchain all’altra in cambio di una fee.

BTC

L’abbreviazione di Bitcoin.

Burning

È un procedimento grazie al quale è possibile ridurre la quantità di criptovaluta circolante.

Buyers

Sono le persone che comprano oggetti digitali da collezione al fine di rivenderli ad un prezzo più alto. Corrisponde al trading nel mondo reale.

CAT

È l’abbreviazione di CryptoKitties e sta per Cryptocollectible Asset Token. È uno degli NFT più popolari su Ethereum.

Collectible

Sono NFT collezionabili che hanno un valore in base alla loro rarità, come il corrispettivo digitale di figurine o sneakers in edizione speciale.

Crowdsales

Si tratta di una prevendita di NFT per l’acquisto di nuovi token. I token acquistati vanno agli investitori e agli early adopters.

Crypto

Un altro nome per identificare le criptovalute.

Cryptocollectibles

Beni digitali su blockchain non fungibili perché rappresentano oggetti digitali unici.

Cryptocurrency

Una valuta digitale, come Bitcoin, che utilizza la crittografia per garantire le transazioni finanziarie e controllare la creazione di nuove monete.

DAO

Sta per Decentralized Autonomous Organization. È un’organizzazione governata da codice e programmi informatici e ha la capacità di funzionare in modo autonomo, senza bisogno di un’autorità centrale.

Dapps

Applicazioni che girano su reti decentralizzate (e non solo Ethereum, ma qualsiasi piattaforma).

Decentralized Exchanges (DEX)

Sono exchange che permettono transazioni peer-to-peer senza passare attraverso una terza parte.

DeFi

Un acronimo per finanza decentralizzata.

Drop

Un NFT drop è il rilascio di un nuovo token digitale per la vendita.

ETH

Abbreviazione di Ethereum.

Ether

Un’altcoin con una propria blockchain, come Bitcoin ha con BTC. Ether gira sulla blockchain di Ethereum.

Ethereum

Il nome di una criptovaluta, conosciuta anche come ETH. Supporta Dapps e smart contracts.

Etherscan

Etherscan è un blockchain explorer per la rete Ethereum. Il sito web consente di cercare transazioni, blocchi, indirizzi di wallet, smart contract e altri dati on-chain.

Exchange

È una piattaforma che consente di scambiare cryptovalute. Una delle più famose è Binance.

Farm

Invece di comprare NFT con i soldi, puoi “farmarli” usando la tua GPU per estrarre i token. Il tuo computer si unirà ad altri computer sulla blockchain facendo mining.

Fiat

È il termine per le valute come USD, Euro e GBP. Sono le monete inconvertibili dichiarate a corso legale dallo stato che la emette.

Fungible Tokens (FT)

Sono token intercambiabili e negoziabili, come ETH e BTC.

Gas

Una commissione richiesta per eseguire transazioni in criptovaluta sulla blockchain. Ogni volta che si acquista un asset, si inviano ETH o si imposta uno smart contract, il gas deve essere pagato per eseguire la transazione.

GPU

Si tratta di un’unità di elaborazione grafica, che è necessaria per estrarre alcuni tipi di criptovalute, come Ethereum.

Hashrate

Una misura della velocità con cui la GPU può estrarre i token delle criptovalute.

ICO (Initial Coin Offering)

Una “Initial Coin Offering” è un tipo di finanziamento delle criptovalute vendute sotto forma di token a speculatori o investitori in cambio di denaro tradizionale o di altre criptovalute come Bitcoin o Ethereum.

KYC

È un processo che le istituzioni finanziarie devono rispettare per condurre affari legalmente. È anche conosciuto come Know Your Customer.

Miner

Una persona che usa la sua GPU per estrarre token su una rete blockchain.

Mining

Il processo di risoluzione dei problemi crittografici. Il primo che lo risolve aggiunge il blocco corrente alla blockchain e riceve come ricompensa i token appena coniati.

Minting

Per mint si intende il processo di coniazione che permette ai dati di un NFT di essere inseriti in modo irremovibile e pubblico su una blockchain.

NFT

Acronimo per Non-Fungible Token. È un bene digitale unico e irripetibile che viene memorizzato su una blockchain. Nessun altro token o criptovaluta può sostituirlo.

Non Custodial Wallet

Un wallet non custodial è un portafoglio in cui solo il titolare possiede e controlla le chiavi private.

Noob

Un utente estraneo ai meccanismi della blockchain e che non ne comprende il funzionamento.

Peer To Peer (P2P)

Se hai bisogno di fare una transazione senza passare attraverso un exchange puoi utilizzare il trading P2P. È uno scambio diretto o da persona a persona.

Permanent Records

La blockchain di Ethereum memorizza permanentemente gli oggetti digitali da collezione, quindi i tuoi oggetti cripto non scompariranno mai a meno che tu non li rimuova dal libro mastro.

Private Key

Una password separata dai nomi utente o dagli indirizzi e-mail. Dà accesso alle informazioni o alle proprietà digitali sulle blockchain ed è necessaria per accedere a portafogli o beni memorizzati sulla blockchain.

Proof of Stake (PoS)

Un modo in cui i progetti di criptovalute verificano le transazioni: il possessore del bene digitale viene ricompensato con dei token se li conserva per un certo periodo. Come il mining, anche questo processo richiede una certa potenza di calcolo e l’utilizzo di elettricità.

Proof of Work (PoW)

Un altro modo di verificare le transazioni attraverso la risoluzione di problemi di hashing.

Public Key

Simile alle chiavi private, è una chiave crittografica che permette alle persone di accedere al tuo portafoglio o agli NFT. Non ha bisogno di essere tenuta segreta: viene pubblicata in spazi condivisi in modo che la blockchain sappia chi sei e cosa puoi fare con i tuoi token.

QR Code

Se si utilizza un wallet che supporta la scansione dei codici QR, è il modo più semplice per inviare NFT o Ethereum. Sarà sufficiente scansionare un codice e confermare  prima di premere “invia”.

Quantity

Un termine che indentifica quante unità di un certo bene digitale sono disponibili.

Rarities

Gli oggetti con diverse rarità vengono assegnati con un certo numero sulla blockchain di Ethereum. Avranno ID e metadati unici e saranno etichettati come “Leggendari” o “Mitici”.

Ring Signature

La Ring Signature rappresenta un algoritmo di firma elettronica. Indica che un messaggio è stato firmato da uno qualsiasi dei membri di una lista firmataria, un elenco contenente un determinato numero di persone.

Satoshi

È la più piccola unità di Bitcoin (0,00000001 BTC) che prende il nome da Satoshi Nakamoto, accreditato come creatore anonimo di Bitcoin e primo sviluppatore di blockchain.

Seed Hash

Un valore casuale di 32 byte che permette di rigenerare le chiavi pubbliche e private.

Smart Contract

Un contratto che viene eseguito automaticamente tra due o più parti a determinate condizioni. Sono applicati sulla rete blockchain, irreversibili e non soggetti a modifiche.

Solidity

Un linguaggio di programmazione per smart contract basati su cripto token Ethereum. Sta per “Secure Interoperable Datamarketplace” ed è ciò che viene creato quando le persone progettano qualsiasi nuovo NFT sulla blockchain, includese illustrazioni e modelli 3D. Esprime la storia unica di ogni asset.

Staking

Il processo di bloccare i token in un portafoglio per una certa quantità di tempo. Più ne blocchi, più possibilità hai di guadagnare, a patto che anche altri stakers vi prendano parte. Di solito la pratica ha luogo sulle blockchain PoS dove gli utenti puntano i loro token e vengono ricompensati ogni pochi secondi o dopo aver elaborato un certo numero di blocchi.

Tokenomics

Il ramo dell’economia che si occupa della progettazione, dell’emissione, del commercio e dei regolamenti dei token cripto.

Token

Sono beni digitali che permettono alle persone di raccogliere denaro attraverso protocolli di crowdfunding/ICO, come i token ERC-20.

Wallet

È il portafoglio dove i si trovano i token quando non vengono utilizzati.

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7 pubblicità per festeggiare insieme la Festa del Papà

Stiamo tornando man mano alla normalità, sperando di lasciarci definitivamente alle spalle il lungo periodo della pandemia.  Anche le pubblicità sembrano riacquisire un tono più leggero. Per la festa del papà, i brand scelgono di celebrarlo mettendolo al centro della famiglia, come parte attiva di un dialogo educativo, costruttivo e di supporto. Ma non solo: i brand ci ricordano di prenderci cura dei nostri papà, allo stesso modo con cui loro hanno fatto, e continuano a farlo, con noi. 

STAYFREE INDIA | It’s Just A Period

Il brand del gruppo Edgewell, dedito all’igiene personale delle donne (come il nostro Carefree) prova a fare un esperimento in India. Una telecamera e due copioni come in un provino per una pubblicità. A leggerli sono diversi padri e relative figlie. Ed è così che i padri con imbarazzo e un po’ di confusione provano ad affrontare un primo naturale dialogo sul ciclo mestruale con le proprie figlie.

Perché parlarne con disinvoltura e naturalezza farà sentire ogni ragazza più sicura. E se a parlarne sono i padri, farà sì che le mestruazioni non siano più un tabù, per nessuno.

DOVE MEN US | Care Father’s Day Taken

Troppi uomini di colore, troppi padri hanno subìto violenze e atti di discriminazione razziale. Padri che nella realtà, dovranno insegnare ai propri figli a pensare in grande ma a lavorare il doppio. Ad affrontare le ingiustizie così da essere preparati a qualunque cosa, anche se un figlio non sarà mai preparato alla perdita del proprio genitore.

Per celebrare la festa del papà, Dove Men+Care insieme alla National Basketball Players Association ha devoluto 1 milione di dollari a sostegno delle famiglie di colore, i cui padri sono stati ingiustamente vittime di razzismo.

Il brand, sempre in linea con la sua mission di abolizione di ogni tipo di pregiudizio sociale, stavolta intende combattere gli stereotipi nei media sugli uomini di colore: per DoveMen è ora di cambiare il modo in cui il mondo li rappresenta e, soprattutto, li discrimina.

 

Aviation American Gin | Ryan Reynolds’ Vasectomy

L’attore Ryan Reynolds interpreta un barista nella pubblicità del brand Aviation American Gin. Ci dà istruzioni su come preparare un buon cocktail dal nome insolito: Vasectomia,drink rinfrescante come la paternità”. Il comico non è nuovo a prestare il suo volto per gli spot di questo brand.

Il cocktail Vasectomia è una simpatica metafora dell’essere genitore, in cui il gin è l’ingrediente che dà sollievo, che “anestetizza” il lavoro più impegnativo del mondo, quello del papà.

 

Amazfit | Father’s Day 2021 Story

La festa del papà è una giornata alcune volte dimenticata ma diventa importante per ricordarci di condividere il nostro affetto con l’uomo che ha fatto del suo meglio per insegnarci tutto il suo sapere.  Anche se lui non è più in grado di farlo.

LEGGI ANCHE: Gli spot più emozionanti per celebrare la festa del papà

HASBRO | Daaaaad!

I papà sono spesso i nostri tuttofare. Riparano, sistemano, ricostruiscono. Che dire di più?

hasbro festa del papà

 

PROSTATE CANCER UK | Keep Dads Dancing this father’s day

Come sarebbero le nostre giornate senza i nostri papà che si improvvisano ballerini, divertenti compagni di giochi e che si prendono cura di noi in ogni situazione? L’associazione Prostate Cancer Uk ricorda a noi figli di prenderci cura dei nostri genitori e proteggerli soprattutto da temibili malattie. L’amore è nella cura ma anche nella prevenzione.

McDONALD’S | Father’s day

La creatività del brand di fast food sembra essere infinita grazie ai sempre diversi usi della sua famosa M.  Per la festa del papà si trasforma in una gamba genitoriale, protettiva e che fa strada ai nostri passi. 

McDonald festa del papà ninja marketing

skeepers Customer Centric

5 strumenti per massimizzare l’approccio Customer Centric dei brand

Ascoltare per conoscere. Conoscere per riconoscere. Riconoscere per coinvolgere. Il primo elemento dell’empatia, quello che permette di creare l’emozione, è l’ascolto.

Sono sempre di più le aziende che investono in tecnologia per migliorare l’interazione con il consumatore: ma la digitalizzazione da sola non basta. Per non essere tagliate fuori dalle nuove dinamiche del mercato, oggi brand e aziende hanno bisogno di mettersi in ascolto delle persone. 

È quanto sostiene Skeepers, realtà specializzata in servizi digitali di customer engagement e customer experience che consente ad aziende e brand di ottimizzare la relazione con i  propri utenti.

La Customer Center Experience segna la nuova rotta

Catturare l’attenzione dell’utente e mantenere alto l’interesse verso il brand è la sfida attuale. Oggi ancora più di due anni fa.

Viviamo calati all’interno di modelli sociali ed economici che diventano rilevanti solo in base al grado di esperienze vissuta dall’individuo. Personalizzata o totalmente anonima? Quanto siamo stati “coccolati” dal brand?

Intelligenza Artificiale, metaversi, flussi commerciali customizzati, trasformazione digitale e iper-connessione. La Customer Experience (CX) porta necessariamente con sé una nuova mission: far innamorare l’utente con la forza dell’esperienza e non la qualità del prodotto.

La gestione della Customer Experience è il punto focale del mutamento del paradigma relazionale tra brand e consumatore. Oggi le persone interagiscono, comunicano e acquistano spinte non solo dall’input unidirezionale di marketing e advertising. Si basano sull’esperienza che emerge dalle relazione con i brand.

skeepers Customer Centric

LEGGI ANCHE: Una rassegna di Customer Experience meravigliose da cui farti ispirare

Centrare il proprio business sul cliente (e non esclusivamente sul prodotto) significa vedere il mondo attraverso gli occhi di chi ha bisogno di connessioni empatiche, pertinenti e personalizzate in ogni singolo punto di contatto con il brand. La verità è che siamo tutti consumatori e cerchiamo in un’azienda quello che prima chiedevamo ai nostri simili: relazioni umane.

Cosa significa essere Customer Centric

Un’azienda autenticamente incentrata sul cliente offre prodotti o servizi concentrando i suoi sforzi verso una completa conoscenza delle persone a cui si rivolge.

Affermare una brand purpose attenta alla sostenibilità e all’inclusione non è più sufficiente. Le aziende devono mettere in moto un processo che le avvicini realmente alle persone. Si tratta di porsi in ascolto e intercettare le reali esigenze di vita quotidiana del consumatore, adattando l’offerta commerciale su bisogni specifici.

Ogni singola attività all’interno dell’organizzazione non può più funzionare in maniera isolata. I reparti organizzativi non possono più essere pensati come silos indipendenti tra loro. Manager, responsabili e collaboratori devono sentirsi piuttosto come un team allargato che partecipa al passaggio del testimone in una continua gara di staffetta.

Condivisione dei dati, approfondimenti, opportunità di personalizzazione, amplificazione dell’engagement. È un insieme di informazioni da raccogliere, destrutturare e rielaborare a 360 gradi. La conoscenza reale del nuovo consumatore passa attraverso approfondimenti, processi cognitivi, sistemi di apprendimento e modelli organizzativi incentrati sul cliente.

Re-immaginare la relazione tra brand e persone

Che si tratti di un’azienda Fortune 500 o di una startup in Seed Stage, c’è sempre un elemento che rimane costante: il brand gioca un ruolo strategico nel successo di qualsiasi tipologia di business o impresa.

“Le persone non comprano prodotti o servizi, ma relazioni, storie, magia”.

È la massima espressa qualche anno fa da uno degli esperti di marketing più famosi dei nostro tempi, Seth Godin. Sta facendo il giro del mondo e porta con sé un’assoluta verità.

Oggi l’esperienza che le persone vivono con le aziende è molto più significativa del prodotto stesso. La scelta del cliente di accordare la sua fiducia al brand in base alla sola superiorità tecnica del prodotto o servizio forniti è una dinamica che appartiene al passato.

La nuova partita non vede l’eliminazione di un giocatore sopraffatto da un vincitore. Semplicemente un riequilibrio delle posizioni per raggiungere l’incastro funzionale: una situazione win-win che fa contenti aziende e persone.

Perché in questa partita troviamo da una parte, consumatori istruiti, connessi, responsabilizzati. Persone attente non solo ai propri bisogni individuali ma legate al futuro dell’umanità.

skeepers 2 Customer Centric

Dall’altra, aziende che fanno del modello Customer Centric il proprio faro nella notte. Che diffondono una cultura aziendale incentrata sul cliente, si impegnano per migliorare la Customer Experience ogni giorno.

Il paradosso è che questo nuovo modello non impone un cambio radicale del business. Non si tratta di re-inventare la ruota. Nessuno chiede ad aziende e brand di smettere di fare quello che hanno sempre fatto!

Si tratta semplicemente di comunicare il valore di marca seguendo una prospettiva diversa. Raccontare ciò che si è sempre fatto anticipando le richieste delle persone, potendo già disporre di un set di informazioni e dati fondamentali.

Quindi cosa deve considerare oggi un marketer per venire incontro alle persone? Come il marketing può tracciare la strada a una Customer Experience di successo?

Definendo le aspettative dei clienti attraverso una comunicazione incentrata prima sull’ascolto e (solo) successivamente sulla visibilità del brand. Per portare a casa il risultato: aumentare la visibilità e affermare la percezione del marchio.

skeepers Customer Centric grafico

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Quali sono le caratteristiche di una comunicazione Customer Centric?

Non esiste un’unica checklist universale da seguire per garantire una comunicazione di brand che sia Customer Centric. Ogni impresa è unica nel suo genere così come lo sono anche i suoi clienti.

Tuttavia, è possibile circoscrivere una serie di principi di CX – comuni a molte industry.

1. Massimizzare i dati

Con l’accesso a una quantità senza precedenti di dati e nuove tecnologie, oggi è possibile tracciare non solo la cronologia degli acquisti di un cliente ma anche i suoi comportamenti nelle fasi extra-commerciali.

Download di risorse, lettura dei blog post, apertura di e-mail e SMS, partecipazione a eventi online. Comprendere questi passaggi aiuta le aziende a prendere decisioni corrette su come supportare al meglio lo sviluppo di quell’individuo durante il percorso d’acquisto.

Ad esempio Skeepers CX Management, l’innovativa piattaforma per la gestione integrata della Customer Experience ideata da SKEEPERS, permette di raccogliere in un unico spazio di monitoraggio e analisi tutti i dati generati dalle diverse azioni di marketing e comunicazione dell’azienda.

skeepers Customer Centric 1

2. Sviluppare una comprensione del cliente

Se i sistemi di gestione diventano sempre più sofisticati per supportare la segmentazione dei clienti, aziende e organizzazioni possono concentrarsi maggiormente sull’ottimizzazione del customer journey e delle singole personalità, aggiungendo valore alla personalizzazione dell’offerta.

Avere la capacità di conoscere intimamente i propri clienti e migliorare un momento di coinvolgimento della persona, aumenta la fedeltà verso il brand e genera valore a lungo termine. Ciò significa anche migliorare la conoscenza dei propri clienti ottenendo informazioni altamente qualificate grazie a questionari ultra-personalizzati (come quelli che si possono creare con Skeepers CX Management).

3. Mettere in pratica le informazioni acquisite

Aziende e corporate dovranno trasformare le informazioni raccolte in azioni concrete.

Proponendo soluzioni pertinenti basate sui bisogni reali dell’utente.

Questo cambiamento rende la qualità dei dati estremamente importante, perciò deve essere gestita con attenzione. La necessità di nuove capacità analitiche può essere superata grazie al supporto di strumenti ed elaborazioni automatiche che massimizzano l’investimento tecnologico e umano.

4. Ottimizzare l’esperienza del cliente

Per superare le aspettative in un panorama di clienti sempre più competitivo complicato dall’attività omnicanale e dalla globalizzazione, le aziende devono dotarsi di qualcosa di più della semplice capacità di vendita e assistenza al cliente.

Essere presenti e rispondere nei momenti chiave del customer journey; sapere quando investire nell’interazione con la persone anticipando i problemi e fornendo esperienze di navigazione fluide; essere abili nell’identificare i momenti cruciali per offrire competenze e promuovere valore per il proprio segmento.

Ad esempio Skeepers CX Management mette a disposizione una serie di funzioni avanzate per l’attivazione dei feedback e la creazione di sistemi intelligenti di targeting ultra-dinamico, come ad esempio l’inattività dell’utente, la lingua utilizzata nel browser di navigazione, trigger e eventi generati dall’interazione con piattaforme specifiche.

5. Incoraggiare il processo decisionale basato sui valori

La capacità di navigare in scenari complessi utilizzando una bussola etica sta diventando essenziale in molti settori. Le tradizionali culture di vendita si evolvono per supportare le persone in modo etico soddisfacendo al contempo una gamma più ampia di esigenze d’acquisto.

Assumere un sistema decisionale interno per mettere in atto azioni valide e nell’interesse del cliente – realizzando al contempo la visione aziendale – è un’abilità essenziale sia per i leader che per i team di contatto con i clienti.

Non è scienza missilistica. Una buona Customer Experience nasce dal saper cogliere i segnali fondamentali, porre le giuste domande al cliente, ascoltare le sue risposte e mettere in atto il loro feedback.

Strumenti per migliorare l’engagement della Customer Experience

Disporre di uno strumento che consente di delineare un quadro preciso del target per progettare un’esperienza cliente coinvolgente è il vero passo in avanti per le aziende. Equiparabile all’invenzione del linguaggio globale comune.

“Poter scoprire, ad esempio, cosa ha spinto un cliente ad acquistare un dato prodotto o, per contro, ad abbandonare l’ultimo il carrello creato sullo shop online. Conoscere gli aspetti che hanno influenzato maggiormente le sue scelte, quali sono le aree di miglioramento nella comunicazione di brand”.

Pascal Iannoo skeepers Customer Centric

Sono le parole che Pascal Lannoo, Chief Strategy Officer di Skeepers , azienda leader nell’esperienza e nell’engagement del cliente, ha usato per descrivere l’innovativo software Skeepers CX Management.

Uno strumento in grado di raccogliere, analizzare e decodificare in tempo reale l’esperienza di ogni consumatore.

Attraverso un set di strumenti digitali focalizzati sulla Customer Experience, le aziende sono in grado di collezionare feedback preziosi direttamente dai propri clienti attuali o potenziali. In ogni fase del customer journey. In questo modo è possibile raggiungere un elevato grado di conoscenza del cliente.

“Immaginate di avere la possibilità di fare la domanda giusta al cliente giusto, magari subito dopo un acquisto o dopo una qualsiasi altra interazione digitale con il vostro brand” – commenta Lannoo.

Non sarà esattamente come vivere in un mondo in cui si comunica con una sola lingua comune, ma per le aziende e i brand è qualcosa di veramente potente.

Massimizzare il Customer Center Lifetime Value ottimizzando i punti di contatto e i messaggi di comunicazione ha come risultato finale quello di ottenere una maggiore fidelizzazione del cliente. Una maggiore Customer Satisfaction e importanti riflessi positivi sul ROI delle campagne marketing.

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trend mondo del lavoro

Talent Attraction e Brand Positioning: come attirare nuovi talenti in azienda

In che modo la Talent Attraction sta cambiando oggi il mercato del lavoro?

Le nuove generazioni esprimono una percezione totalmente diversa rispetto al passato riguardo a tematiche come ingresso nel mondo del lavoro, occupazione e carriera.

Se la società cambia, anche il rapporto tra candidato, collaboratore, impiegato e organizzazione si compone di elementi nuovi. Per lo più aspirazioni e necessità che trovano una migliore “narrazione di brand” proprio attraverso azioni specifiche di Talent Attraction.

Abbiamo chiesto a Esther Intile, Head of Employer Branding, People Empowerment di Enel – una delle organizzazioni protagoniste dell’edizione 2022 della Digital Factory di Ninja Academy, insieme a AW LAB e WeRoad – quali sono le principali caratteristiche di una Talent Attraction di successo e cosa fa Enel per rendere ancor più allettante il brand agli occhi dei giovani candidati.

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esther intile enel

1. Cosa distingue l’attività di Recruiting da quella di Talent Attraction? In che modo cambia la comunicazione nei due contesti?

Il Recruiting è un vero e proprio processo per attrarre, identificare e selezionare i talenti e la comunicazione è mirata, mediante pubblicazione di annunci di lavoro su tutte le piattaforme (sito Enel, LinkedIn, online job boards come Indeed, Glassdor etc.). L’attività di Talent Attraction, invece, prevede la messa a punto di strategie per far conoscere il brand, ampliare il bacino di utenti che vedono Enel come lovemark of choice e far sì che i talenti siano attratti da questa realtà.

L’ Employer Branding, in particolare, ha a cuore tutti gli step dell’ Employee Journey, un viaggio che le persone intraprendono entrando in Enel. In questo viaggio il nostro compito è quello di prevenire e limitare lo scollamento tra valori dichiarati e valori agiti. Vogliamo e dobbiamo dichiarare la nostra Ambizione, senza nascondere l’imperfezione intrinseca dell’essere umano, elemento centrale della nostra organizzazione.

Il nostro obiettivo è quello di mantenere la centralità della persona all’interno dell’organizzazione, senza creare una distanza in nessuna fase della sua vita in azienda, mantenendo e amplificando la risonanza emotiva in ogni Employee, lavorando su una comunicazione aperta, che rispecchi un’organizzazione senza confini tra l’interno e l’esterno. In ogni step dell’Employee Journey è fondamentale esercitare un Employer Branding mirato con l’obiettivo di soddisfare l’esigenza di quella specifica fase di vita.

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2. Quali attività di comunicazione ha messo in campo Enel per valorizzare un settore tecnico come quello energetico agli occhi dei migliori candidati?

Le attività sono molte e diversificate anche in base ai canali di comunicazione.

Stiamo implementando progetti importanti e innovativi che hanno come fine ultimo quello di raggiungere il massimo engagement sia interno che esterno.

Un importante progetto che fa parte della nostra strategia è Our Enel, grazie al quale aiuteremo i Top Leader di Enel a diventare Thought Leader sui loro canali social, fornendo loro gli strumenti per costruire un’efficace strategia di Personal Branding capace di generare engagement sia all’interno che all’esterno della comunità Enel.

LEGGI ANCHE: Forum HR 2021, le sfide del mondo del lavoro tra talk, tavoli tematici e streaming

3. Quali tematiche avete presidiato maggiormente per attrarre nuovi talenti all’interno dell’azienda?

Abbiamo identificato 4 Key Words per sintetizzare cosa è fondamentale per noi e cosa possono aspettarsi i talenti che entreranno nella famiglia Enel.

People Centricity: vogliamo mettere la persona al centro, ciò significa renderla in grado di esprimere al meglio i propri talenti e tenere sempre in considerazione il suo benessere psico-fisico. Abbiamo a disposizione molti elementi per fare ciò: forme di lavoro flessibile per garantire un work-life balance ottimale, forme di welfare aziendale, di caring etc.

Sostenibilità: è parte integrante della strategia di business di Enel.

Innovazione: è strettamente legata alla Sostenibilità, tanto che esiste la funzione Innovability. Nello specifico, Enel ha creato 10 Innovation Hub e 22 laboratori in 7 Paesi (Italia, Brasile, Stati Uniti, Spagna, Cile, Russia) con l’obiettivo di intercettare e supportare le start up tecnologicamente innovative più interessanti.

Inclusione: che per Enel significa aver cura di tutte le dimensioni della diversità, da quelle palesi a quelle più nascoste, e valorizzare i talenti multipli di ogni persona. Valorizzare le diversità significa dare attenzione alle sue molteplici dimensioni, per noi ogni persona è importante indipendentemente da differenze di genere, età, nazionalità, abilità o qualsiasi altra forma di diversità o specificità.

L’obiettivo è quello di mettere le persone al primo posto, farle sentire protagoniste della nostra comunicazione.

4. Quali i principali canali per le attività di Talent Attraction?

Stiamo mettendo in atto una serie di iniziative per migliorare la comunicazione dei nostri progetti strategici attraverso molti canali.

Uno dei più importanti è il sito, infatti stiamo lavorando a un nuovo video motivazionale da inserire nella sezione “Lavora con noi”, per suscitare emozioni e stimolare curiosità e voglia di entrare a far parte di un team e di un progetto con un obiettivo essenziale: mettere il candidato al centro. Vogliamo trasmettere la passione con cui lavoriamo e smuovere quella dei talenti a cui ci rivolgiamo.

Inoltre, un altro canale di comunicazione delle nostre attività sono le scuole e le Università, per le quali si stanno implementando numerosi progetti, tra cui l’Enel Girlz Power Tour o il Back to School.

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5. Quanto ha inciso per Enel una efficace attività di Talent Attraction sull’ottimizzazione complessiva del processo di business? Quali risultati è possibile raggiungere?

L’obiettivo delle nostre attività di Talent Attraction è quello di attrarre le persone e insieme potremo accrescere il loro talento attraverso la costruzione di un noi condiviso al fine di contribuire al successo della nostra azienda.

Inoltre, vogliamo raggiungere il massimo Engagement sia tra le persone che compongono questa grande famiglia, sia tra i talenti che vogliamo attirare. Ci aspettiamo maggiori visite sulle pagine Carriere di Enel e sui principali canali social e di Job Board (LinkedIn, Indeed, Glassdor etc.), maggiori application alle nostre offerte di lavoro e la creazione di una community di professionisti Enel, capace di generare engagement spontaneo intorno ai Trend Topic chiave della comunicazione esterna di Enel Global.

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primo casting per gemelli digitali

Metaverso: arriva il primo casting per gemelli digitali

Il prossimo futuro è ormai alle porte? Sembrerebbe proprio di sì, e abbraccerà sempre di più aziende e realtà diverse. QuestIT, azienda italiana specializzata nello sviluppo di tecnologie proprietarie d’Intelligenza Artificiale, dà il via al primo Avacontest. Di cosa si tratta? Vi raccontiamo come nasce il primo catalogo italiano di avatar professionali!

Avacontest: un tuffo nel Metaverso

Trovare testimonial futuristici per consentire ad aziende ed enti pubblici di approdare definitivamente nel Metaverso. Queste sono le parole che descrivono al meglio l’Avacontest, l’iniziativa lanciata da QuestIT. Un’occasione unica in grado di creare assistenti virtuali che possono assumere forma umanoide e instaurare relazioni empatiche con i singoli clienti. Sembra quasi fantascienza ma è più reale che mai!

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Il progetto consiste in un vero e proprio contest, in cui verranno selezionate 50 persone “virtualmente fotogeniche”. Queste, una volta ultimata la prima fase di casting, con tanto di giuria, verranno poi chiamate per essere “avatarizzate” presso uno dei due showroom di IgoodI, la company fondata da Billy Berlusconi e partner strategico di quest’iniziativa, situate a Milano e Torino.

Avatar professionali: un catalogo virtuale

Una volta terminata la digitalizzazione, i candidati entreranno a far parte del primo catalogo italiano di virtual assistant professionali grazie ai loro “gemelli virtuali”. Ma non è tutto. Al termine del processo di realizzazione di tutti gli avatar, la giuria selezionerà i 10 soggetti virtualmente più fotogenici. In seguito, verrà avviato un secondo casting sui social media che decreterà il vincitore finale e che si aggiudicherà anche una rilevante somma in denaro.

Le 50 persone selezionate tramite l’Avacontest entreranno nel primo catalogo degli avatar e avranno la possibilità di guadagnare ogni volta che un’azienda o un ente della pubblica amministrazione le sceglierà come testimonial. Il vincitore del contest sarà proclamato durante un evento ad hoc che verrà organizzato nei prossimi mesi.

Le parole del CEO di QuestIT

Avacontest

Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT, è orgoglioso di questo progetto. Afferma che con questa iniziativa l’azienda entrerà ufficialmente nel Metaverso. In questo periodo storico di vero fermento e in cui innovazione e tecnologia stanno prendendo il sopravvento, aziende ed enti pubblici stanno investendo sempre più nel digitale. In particolar modo stanno sperimentando assistenti virtuali di ultima generazione. QuestIT, in quanto azienda con la tecnologia più avanzata del settore, scende in campo offrendo quindi un’opportunità unica.

Aggiunge poi Di Iorio che la partnership con IgoodI mette in risalto la volontà dell’azienda di consolidarsi come realtà innovativa e, soprattutto, la proiettata verso un futuro sempre più incentrato sulla VR reality e inevitabilmente sul Metaverso.

Le parole del CEO di IgoodI

Billy Berlusconi, CEO e founder di IgoodI non trattiene l’entusiasmo ed è felice che 2 realtà che guardano al futuro, e che hanno gli stessi valori, lavorino insieme per innovare la tecnologia avatar centered.  Abbracciare il Metaverso è diventato ormai obbligatorio per le realtà che vogliono distinguersi. Lo stesso CEO dell’azienda è certo che questo progetto, unico nel suo genere, sarà sia un successo per le 2 aziende sia fonte di utilità e divertimento per i consumer.

Come partecipare all’Avacontest?

Partecipare a quest’iniziativa è molto semplice. Ti basterà compilare questo modulo.

Possono candidarsi tutte le persone con età compresa tra i 18 e i 65 anni. Verranno accettate le candidature inviate entro, e non oltre, mercoledì 20 aprile 2022. Tutti gli iscritti riceveranno un’e-mail di conferma d’iscrizione e successive comunicazioni d’aggiornamento sulla selezione e sull’andamento del contest. Un ruolo importante, in quanto partner, viene ricoperto da IgoodI che mette a disposizione la sua tecnologia per la creazione di avatar fotorealistici e i propri showroom di scansione.

Come fare Digital Marketing senza far incazzare il Garante

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi. L’argomento di questa puntata è dedicato ai principi fondamentali del trattamento dei dati personali, le attività di Digital Marketing interessate e le principali regole che devi seguire nella gestione dei dati di lead e clienti.
A parlarne con noi  Giovanni Maria Riccio – Partner Studio Legale E-Lex.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Chi è il garante: min 2.20
  • Le norme a cui prestare attenzione: min 7.30
  • Differenze legislative in base al canale di digital marketing: min 15.40
  • L’ambito di applicazione del trattamento dei dati: min 31.55

Cosa ti stai perdendo nel metaverso: The Sandbox Edition

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi. L’argomento di questa puntata è dedicato al metaverso e alle opportunità di marketing di questo settore: a parlarne con noi  Luca Clementi Community Manager – The Sandbox.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • La differenza tra Web 2.0 e Web 3.0: min 5.30
  • Che cos’è il metaverso: min 15.00
  • Come funziona The Sandbox: min 32.15
  • Vantaggi e potenzialità del metaverso: min 50.40

digital tool della settimana

The flipstory, Einote e Cosmos: i digital tool della settimana

Tra i digital tool di oggi troviamo un utile strumento per superare il blocco dello scrittore, ma anche un’applicazione per seguire tutte le informazioni su uno dei temi più mainstream del momento: le cripto valute.

Con la stessa attenzione ai temi caldi del momento, non può mancare una soluzione per organizzare incontri virtuali e fare un vero e proprio salto nel metaverso.

Ecco la selezione di questa settimana!

LEGGI ANCHE: Searchable, MyReaderNumber e Local: i digital tool della settimana

Appunti sul web

Se la cartella dei preferiti non ti sembra sufficiente a salvare le risorse utili online, puoi provare Einote. Si tratta di un’estensione di Chrome che permette di prendere appunti al volo con la voce da qualsiasi pagina web.

Digital tool: riunioni virtuali

Se il metaverso è il tuo pallino fisso, puoi averne un assaggio creando le tue riunioni su Cosmos Video 3.0. Un tool di video meeting che permette ai team da remoto di riunirsi e confrontarsi creando i propri avatar.

Dritto al punto

Paragraphs è la piattaforma di ricerca che ti permette di trovare informazioni tra i tuoi documenti anche se non sono perfettamente archiviati. Digitando una domanda troverai le risposte pertinenti direttamente nei tuoi documenti, senza bisogno di taggare o categorizzare il contenuto per renderlo ricercabile.

digital tool paragraphs

Trovare l’ispirazione

Creare titoli nuovi e accattivanti per i tuoi piani editoriali non è un compito semplice. Portent offre una serie di spunti che possono aiutarti a superare il blocco dello scrittore partendo da una parola chiave. Disponibile solo in inglese, ma facilmente adattabile in italiano.

digital tool portent

Digital tool e crypto-informazione

Se vuoi essere aggiornato sulle notizie del settore, ma con una buona dose di ironia, puoi provare la newsletter di The flipstory, una selezione quotidiana di divertenti notizie cripto da tutto il mondo.

free speech sputnik

Free speech: perché censurare i media russi non è utile a nessuno

The return of history“: il Time ha definito così, con una delle sue copertine iconiche, la guerra in Ucraina.

L’immagine del carro armato sulla strada, con i giovani militari sopra, è un immediato richiamo ai grandi conflitti del passato.

C’è una generazione, la Z, che un tank non lo ha mai visto, nemmeno in TV. Nati dopo la guerra nei Balcani, troppo piccoli per l’Iraq e la Cecenia, hanno vissuto l’evacuazione di Kabul come un episodio lontano, difficilmente collocabile in un ricordo.

Cresciuti con l’idea della pace come elemento acquisito, il risveglio nel mezzo alla storia è stato brusco.

Time Magazine, copertina, 24 febbraio 2022

Quando la comunicazione diventa propaganda

La propaganda in tempo di guerra viaggia parallelamente al binario della censura e anche questo conflitto non si sottrae a questa logica.

Era il 23 aprile 1999 quando, in piena Europa, un missile NATO sfondava il palazzo RTS, sede della Radio e della TV di Belgrado; lo scheletro dell’edificio è ancora là, integrato con i palazzi più moderni, come un drammatico monumento alla memoria.

Belgrado, particolare del palazzo della TV oggi. Foto: David Mazzerelli

Nella guerra in Ucraina uno dei primi obiettivi russi è stata la torre della televisione di Kiev, il più alto traliccio al mondo.

Ma se la propaganda serba con le bombe NATO ebbe una battuta d’arresto, nel 2022 è difficile fermare il flusso della comunicazione in una guerra in cui ogni smartphone documenta l’avanzata dei soldati e le scene di violenza.

Eppure la propaganda russa è stata fermata, almeno all’interno dei paesi occidentali, grazie ad una vasta offensiva di censura partita dall’Unione Europea e accolta dalle Big Tech: Apple (App Store), Alphabet (con YouTube, Google News e Play Store) e Meta (Facebook, Instagram e le app di messaggistica) hanno interdetto i media russi (specialmente Russia Today e Sputnik) dalle loro piattaforme. Anche Tik Tok e Reddit hanno silenziato i canali di Mosca all’interno della UE.

Lo stesso trattamento, se ricordate, venne riservato per l’ex presidente Trump all’indomani dell’episodio dell’assalto al Campidoglio.

Tutti contro Sputnik Italia: chi ha paura delle voci alternative?

Abbiamo raggiunto e intervistato una giornalista di madrelingua italo-russa che lavora per Sputnik Italia. Ci ha chiesto di rimanere anonima, in quanto teme per la sua incolumità.

Un timore comprensibile se pensiamo al clima di crescente ostilità che sta montando in Occidente nei confronti delle persone di nazionalità russa o vicine a Mosca.

logo sputnik

Da quando lavori a Sputnik Italia e di cosa ti occupi?
Lavoro per Sputnik Italia dalla sua fondazione nel 2013. Sono di nazionalità italiana e russa, laureata in interpretariato all’università di Mosca.

Per tutta la vita mi sono sentita appartenere sia all’Italia che alla Russia e ho voluto portare avanti con grande passione e orgoglio una sorta di «missione»: avvicinare le mie due culture, le mie due patrie.

È proprio nel giornalismo che ho trovato un modo per parlare dei rapporti fra i miei due Paesi a un pubblico più vasto. Per Sputnik Italia ho seguito e seguo i rapporti italo-russi e molti temi che vanno dall’economia alla cultura, fino alla geopolitica.

Come lavora Sputnik, avete una redazione in Italia o siete tanti collaboratori? Come decidete quale notizie divulgare e come le preparate? 
La sede centrale di Sputnik si trova a Mosca, ma abbiamo diverse decine di centri redazionali in giro per il mondo.

La redazione italiana si trova anch’essa Mosca, in Italia non c’è una redazione fisica.

Abbiamo però diversi collaboratori in Italia, si tratta di una decina di persone a Mosca e di sei autori in Italia. Diverse redazioni di Sputnik in altre lingue hanno anche degli hub nei paesi europei, alcune redazioni hanno trasmissioni radio.

Per quanto riguarda le notizie scegliamo le più pertinenti per l’Italia e sui rapporti fra i nostri due Paesi. Le interviste e gli approfondimenti riguardano questioni di attualità.

Free Speech

Immagine in copertina: l’incontro tra truppe russe e milizia popolare del Donbass vicino a Novoaidar.
Fonte: Milinfolive (Telegram)

Come state vivendo in redazione la censura nei vostri confronti? Sappiamo che la richiesta di oscurare i vostri canali è partita dall’Unione Europea e le principali piattaforme si sono adeguate. 
Ovviamente stiamo vivendo male questa situazione. Posso parlare personalmente per me.

La notizia della censura dei nostri canali d’informazione da parte dell’Unione Europea mi è piombata addosso e la cosa più dolorosa è che dopo 10 anni (cioè un terzo della mia vita) che ho dedicato a questo mestiere mi vedo bloccata e impossibilitata a svolgere il mio lavoro, che amo profondamente.

Da un giorno all’altro ci siamo trovati con il canale Facebook e YouTube bloccati. L’unico social che rimaneva accessibile era Telegram, che fra l’altro è un servizio di messaggistica russo, e anche lì purtroppo, non so come, l’Europa ha bloccato il nostro canale rendendolo inaccessibile dai Paesi europei. Non abbiamo ricevuto pressioni, semplicemente hanno bloccato i nostri canali rendendo inaccessibili i nostri contenuti ai lettori europei. Per il momento il nostro sito è visitabile sul web anche dall’Italia, ma forse è solo una questione di ore.

Ursula Von Der Leyen definisce “tossica e dannosa” la “macchina mediatica del Cremlino”.

Putin ha firmato una nuova legge che impedisce alle testate giornalistiche russe di riferire sulla sua guerra all’Ucraina. In risposta, molti governi (ma non quello ucraino, stranamente) stanno facendo pressioni sui media e sulle società Internet come Starlink per vietare i notiziari russi come propaganda.

Di diverso avviso Elon Musk che ha scritto su Twitter: “Mi dispiace ma sono un assolutista della libertà di opinione“, rimandando al mittente ogni ingerenza dei governi che lo spingevano alla censura.

Elon Musk recentemente ha difeso i valori del free speech. Perché il vostro messaggio è ritenuto così pericoloso e, soprattutto, secondo te esiste una comunicazione giornalistica “tossica” che le persone non dovrebbero mai fruire?
Il nostro media dava fastidio già da parecchio tempo, ancora prima di questa attuale crisi.

Vorrei ricordare che nel 2016 l’Unione Europea aveva approvato una risoluzione presentata dalla polacca Fotyga che accostava sullo stesso piano l’ISIS e le notizie fornite dai media russi Sputnik e RT.

Noi da sempre siamo stati visti di cattivo occhio dall’Occidente perché davamo spazio a punti di vista alternativi rispetto alla narrazione dominante nei Paesi europei sostenuta dagli Stati Uniti. Un conto sono delle risoluzioni, seppure assurde, promosse dagli euro deputati polacchi, che hanno posizioni molto ostili nei confronti della Russia, un altro conto è un blocco totale dei nostri canali, un atto di vera e propria censura.

Il nostro messaggio non può essere ritenuto pericoloso, non abbiamo mai imposto niente a nessuno. I lettori dovrebbero essere liberi di consultare le fonti che preferiscono, è un loro diritto, che oggi l’Ue ha negato.

L’unico aspetto «pericoloso» del nostro media è che proponeva una visione alternativa dei fatti geopolitici, ma ripeto, i lettori hanno il diritto di ricorrere alle informazioni e alle fonti che vogliono per avere più strumenti possibili e giungere alle proprie conclusioni.

A mio avviso non esiste una comunicazione “tossica”. Esiste il giornalismo responsabile, quello che controlla le fonti e che svolge il proprio mestiere con rispetto nei confronti dei lettori. È quello che io e miei colleghi abbiamo sempre cercato di fare.

L’Unione Europea, da anni in prima linea nella battaglia contro i nostri media, ha voluto istituire un «Ministero della verità», atteggiamento pericoloso per la libertà d’espressione. Non può esistere una commissione che decide cosa va letto e cosa meno, ciò che è giusto e cosa non lo è.

Quali rischi possiamo intravedere in prospettiva in Occidente e quale sarà il futuro di Sputnik?
L’oscuramento dei nostri media può essere solo l’inizio di una serie di altri provvedimenti preoccupanti anche nei confronti di colleghi europei e italiani.

Già oggi vediamo come i professori, gli analisti e i giornalisti italiani che esprimono il proprio pensiero senza allinearsi al politicamente corretto e all’informazione «giusta» – per esempio quando criticano oggettivamente la politica espansionistica della NATO – vengono attaccati dagli ambienti universitari, allontanati o bollati come «filo-putiniani».

Il pericolo che corriamo oggi è che non si possa fare dei ragionamenti critici liberi senza essere barbaramente etichettati. Il mainstream vuole che tutti si schierino da una parte o dall’altra senza fare troppi ragionamenti.

Dietro ogni tema, ogni problema e ogni conflitto ci sono diversi punti di vista. Oggi confrontarsi, analizzare civilmente le questioni ha perso di valore, oggi prevalgono le tifoserie da calcio e le censure.

Per quanto riguarda il futuro di Sputnik posso dire che la redazione continua a lavorare, perché è il nostro mestiere, noi andiamo avanti. Devo dire che sono stata inondata di messaggi e lettere di solidarietà da parte dei nostri lettori, che vogliono continuare a leggerci. Questo fa molto piacere.

Il dilemma della propaganda

Se siamo consapevoli in anticipo della faziosità di certi media, qual è il problema nella loro diffusione? Non sarebbe per noi più utile sapere cosa stanno dicendo, anche quando quelle informazioni risultassero per noi sgradevoli?

I cittadini europei sono attrezzati per verificare le fonti, fruire delle notizie da vari media differenti e farsi una propria opinione su ogni tema: non si dovrebbe avere timore di questo, anzi si dovrebbe andare della direzione di incoraggiare la libertà e la pluralità delle fonti.

Una società forte e libera non dovrebbe avere paura di nessuna voce dissonante per quanto fastidiosa, o perfino ripugnante, possa apparire per la propria sensibilità. Recentemente un magazine serbo ha dato addirittura spazio a un editoriale sulla guerra in Ucraina a firma di Radovan Karadzic, criminale di guerra tuttora all’ergastolo per le responsabilità nel conflitto in Bosnia dei primi anni ’90.

La censura politica si intreccia con il problema dei social media e delle grandi piattaforme che, invece di ospitare ogni voce, recitano il ruolo di editori; un tema che torna prepotentemente attuale dopo i fatti delle elezioni americane 2020.

Utilizzare delle circostanze di emergenza come pretesto per bandire alcune voci dalla pubblica piazza ci trascina verso un crinale inquietante e pericoloso per la libertà di opinione.

plinft

PLINFT debutta a Times Square in anteprima mondiale con una mostra di NFT

PLINFT è una piattaforma di marketing e comunicazione innovativa che ha deciso di supportare la community NFT. Il suo scopo è quello di far conoscere i progetti NFT più interessanti servendosi di eventi, organizzati a Times Square nel cuore di New York, e trasmessi su scala mondiale.

NFT: piccolo ripasso

Il termine NFT è un acronimo, il suo significato è non-fungible token e rappresenta qualcosa di unico, inimitabile, non replicabile e nemmeno sostituibile. Sentiamo parlare sempre più degli NFT perché rappresentano un nuovo modo per acquistare e vendere arte e oggetti da collezione in formato digitale.

Qualsiasi media, può essere venduto sotto forma di NFT, e con questi progetti che emergono ogni giorno, il mercato è subito diventato frammentato e difficile da gestire e seguire.

LEGGI ANCHE: NFT Marketing: casi di studio per la strategia del tuo brand

L’obiettivo di PLINFT

L’obiettivo di PLINFT è quello di trovare un modo per focalizzare l’attenzione di chi crea gli NFT e chi li segue ma senza soffocare la creatività e il potere della community NFT.

L’idea è quella di portare il nascente e fiorente mondo NFT nel mainstream, usando il più iconico cartellone digitale di Times Square, come portale. Solitamente appannaggio d’inserzionisti multinazionali, PLINFT sta introducendo un innovativo modello di pubblicità frazionata per permettere ai singoli proprietari di NFT di mostrare a tutto il mondo le proprie creazioni.

PLINFT

L’evento a Times Square

La piattaforma Web3 PLINFT ha annunciato un evento memorabile, in diretta e in live-streaming, da Times Square appunto, il 7 marzo alle ore 19:00.

Più di 20 collezioni, e oltre 500 creatori di NFT si riuniranno per mostrare le loro creazioni sullo schermo più iconico del mondo. L’esposizione di ogni opera non è fissa ma momentanea. La prova della sua apparizione però verrà raccolta e verificata sotto forma di un NFT commemorativo, coniato da PLINFT, e spedito nel portafoglio di ogni partecipante.

NFT e mondo dell’arte

L’ascesa fenomenale del NFT ha catalizzato la più grande esplosione di espressione artistica, produzione e distribuzione in oltre un secolo. In precedenza, l’esclusivo e illustre mondo del collezionismo e della vendita d’arte era qualcosa che generalmente accadeva negli spazi fisici. Con gli NFT significa che il collezionismo d’arte ha potuto spostarsi online, aprendosi a molti artisti, su scala globale, che potrebbero non aver avuto in precedenza la possibilità di vendere il proprio lavoro agli acquirenti.

Allo stesso modo può essere davvero difficile mantenere un reddito stabile senza far lavori saltuari o non correlati all’arte. La stabilità è una crescita lenta che può essere trovata nella propria community, ma se non sei già ben affermato, può essere difficile. L’immediatezza con cui un NFT può generare reddito potrebbe, in teoria, aprire un’ondata di opportunità per un numero enorme di creativi, soprattutto quelli meno privilegiati.

È possibile ottenere davvero l’attenzione giusta?

Come i social media, le piattaforme NFT garantiscono ai designer un accesso immediato a un pubblico globale. Spesso, avere un seguito online preesistente, aiuterà gli artisti a ottenere visibilità nel mercato NFT. La parte difficile per i designer è capire come convertire il proprio pubblico in acquirenti. Questo perché si tratta pur sempre di un contesto in cui l’attenzione delle persone, che è ormai frammentata, si assottiglia rapidamente tanto che diventa impossibile far crescere l’interesse, anche per un’opera eccezionale.

Il ruolo di PLINFT

PLINFT sta quindi sperimentando un modo per accendere l’interesse e ottenere l’attenzione delle persone per queste opere NFT.

Harris Salat, co-fondatore di PLINFT, spiega che gli NFT sono delle opere che rappresentano la vera essenza dell’artista, il proprio spirito e la community d’appartenenza. Ma se restano solo nel proprio portafoglio di criptovalute, nessuno può vederle.

PLINFT è quindi un progetto che vuole aiutare i designer a far conoscere le proprie opere, accendendo un riflettore su questi incredibili progetti per dare loro visibilità in un mercato discontinuo, aggiunge il co-fondatore Nicolas Roope. Inoltre quest’ultimo sottolinea che gli NFT stanno rivoluzionando l’arte e l’espressione creativa e che loro, con PLINFT, sono davvero orgogliosi di contribuire a questo processo.

Piccola curiosità: che significa PLINFT

Il nome PLINFT è ispirato al plinto, un piedistallo per sollevare, presentare e sostenere un’opera d’arte tridimensionale, separandola dal contesto in modo che possa essere vista e apprezzata al meglio.

Possiamo quindi dire che PLINFT sta creando un piedistallo digitale per mostrare le collezioni NFT e le community che le fanno vivere a tutto il mondo.