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  • Addio ai Like su Instagram: cosa è cambiato per gli influencer

    Uno studio condotto da HypeAuditor ci racconta i risultati della novità introdotta da Instagram

    5 Dicembre 2019

    Quando ad aprile Instagram ha annunciato che avrebbe iniziato un test per oscurare il conteggio dei like ai contenuti pubblicati dagli utenti, le reazioni sono state diverse: da chi era totalmente indifferente alla notizia, a chi si è sentito leggermente infastidito ma ha continuato comunque a dormire sonni tranquilli, fino a chi, disperato, ha pianto lacrime amare maledicendo Zuckerberg e le sue idee assurde. Ovviamente a preoccuparsi di più sono stati gli influencer: in che modo questa rimozione avrebbe modificato il comportamento degli utenti? Sarebbero stati meno inclini a mettere un cuoricino a un post senza la consapevolezza di quanti altri lo avevano già fatto? Domande più che lecite per persone che utilizzano i like come merce di scambio per il loro Business.   LEGGI ANCHE: Come si è evoluto l’Influencer Marketing nel 2019 (e quali i profili più seguiti) Sono le stesse domande che si è posto HypeAuditor nel suo report pubblicato a inizio novembre 2019, effettuato analizzando i contenuti di 154 mila tra macro e micro influencer, ognuno dei quali con almeno il 30% di follower provenienti dai paesi in cui è attivo il test dei like nascosti, ovvero Australia, Canada, Irlanda, Italia, Brasile, Giappone e Gran Bretagna. I risultati dello studio sono stati suddivisi in quattro livelli diversi, a seconda del numero di followers degli influencer analizzati:

    • Nano Influencer da 1k a 5k follower
    • Micro Influencer da 5k a 20k follower
    • Influencer medi da 20k a 100k follower
    • Macro Influencer da 100k a più di 1M di follower

    Che cosa è emerso?

    Per i nano influencer possiamo osservare una riduzione del numero di like in alcuni Paesi, come Brasile e Australia, mentre in Italia e in Irlanda il cambiamento è stato quasi impercettibile. Il Giappone è l’unico Paese dove invece i like sono aumentati. In tutti i Paesi analizzati i micro influencer hanno subito un calo dei like, che diventa considerevole specialmente in Brasile e in Australia. Anche per gli influencer di livello medio la diminuzione dei like si registra in tutti i Paesi analizzati, con un picco davvero degno di nota in Brasile ma anche in Australia e in Italia. Infine, aumentano i like in Giappone e leggermente anche in Gran Bretagna per i macro influencer, mentre subiscono un calo negli altri Paesi, soprattutto in Brasile e in Australia.

    Cosa vuol dire?

    In generale i dati dimostrano che la rimozione del conteggio dei like totali dei contenuti ha avuto un impatto considerevole sulle statistiche di coinvolgimento complessive nei Paesi analizzati.  Il Brasile e l’Australia sono i Paesi dove si è registrato calo maggiore a tutti i livelli, mentre in Italia possiamo osservare come siano gli influencer di livello medio ad aver avuto la peggio. L’unica vera anomalia è evidente in Giappone, dove gli Influencer hanno addirittura subito un aumento di like confermandosi quindi come il secondo Paese al mondo con l’Engagement Rate più alto (dopo la Grecia).

    È un cambiamento positivo o negativo?

    Domanda difficile perché ancora non sappiamo qual è il vero motivo che ha spinto Instagram a introdurre questa novità. Forse in questo modo vuole provare a ridurre la visibilità di quegli influencer che promuovono stili di vita scorretti, oppure arginare in generale il fenomeno che sembra essere un po’ scappato di mano negli ultimi anni. Mettendoci nei panni influencer, possiamo dire che probabilmente il calo dell’engagement da parte degli utenti può sembrare un problema, ma soprattutto questo comporta anche un calo dei follower e della reach dei contenuti . E soprattutto, non è nascondendo i like totali di un contenuto che un utente affezionato perde fiducia nell’influencer che segue da anni e al quale si ispira per le sue decisioni di acquisto o comportamentali.

    E quindi…

    Non ci resta che lasciare la parola direttamente a Instargram e aspettare che sia il caro Zuckerberg a spiegare le motivazioni dietro questa scelta.