Ricerca Vocale: come sta rivoluzionando il marketing digitale
Tra i trend per il 2020 non potremo fare a meno di considerare anche la voce, come ci dimostra l'impennata nell'uso degli assistant
2 Dicembre 2019
Entro il 2020, il 50% delle ricerche su Google verranno effettuate con la voce
Si prevede un aumento sulle produzioni di automobili con un’assistente vocale integrato
Il mondo dell’advertising viene influenzato sempre di più dagli annunci vocali
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Dopo l’introduzione di BERT, il nuovo algoritmo di Google basato sull’introduzione del linguaggio naturale (NLP), la ricerca vocale sarà sicuramente un importante trend per il 2020. La ricerca vocale sta rivoluzionando il modo in cui le aziende possono influenzare le persone a conoscere, apprezzare, fidarsi e infine acquistare dal loro brand.
La voce come strumento di ricerca preferito
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Fino ad oggi, il mestiere di un content manager è stato quello di occuparsi di piani editoriali fatti di testi e immagini. Ma sarà importante fare i conti con il fatto che un numero crescente di persone opta per ricercare informazioni attraverso la ricerca vocale, senza più digitare sulla tastiera le chiavi di ricerca.
Ora pensiamo che in media pronunciamo 150 parole al minuto, ma riusciamo a digitarne solo 40. La voce trasmette emozione, tono e sottigliezze che il testo non è in grado di catturare e consente agli utenti un’esperienza a mani libere e senza occhi. Secondo Comscore, nota società di ricerca, entro il 2020 oltre il 50 percento di tutte le ricerche su Google saranno effettuato con la voce. Gartner prevede che entro il prossimo anno anche il 30 percento delle sessioni di navigazione Web verrà eseguito senza schermo. Google in più afferma che le ricerche vocali hanno una probabilità 30 volte maggiore di trovare una conversione rispetto alle ricerche di testo.
Queste informazioni ci confermano che le persone hanno voglia di essere guidate dal loro assistente virtuale per acquistare cose, trovare luoghi o semplicemente informarsi. Quindi la voce è in aumento ed è più potente, ma in che modo può avere un impatto sui contenuti?
Un primo indizio della direzione in cui stiamo andando può darcela HearMeOut, il social network che si basa sulla voce, una piattaforma su cui possiamo condividere registrazioni vocali di 42 secondi
HearMeOut ha già preso di mira lo spazio della Connected Car, ossia la tecnologia che permette alle auto di connettersi ad internet, parte di quell’IoT (Internet of Things, Internet delle Cose) che ormai pervade qualsiasi ambito della quotidianità. Proprio l’automotive potrebbe trarne grandi vantaggi dall’avanzamento della ricerca vocale, l’avanzamento di questo trend potrebbe portare ad un aumento della produzioni di automobili con un’assistente vocale integrato.
La voce come strumento di advertising
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La voce sta anche iniziando a incidere sul mondo dell’advertising. A differenza degli annunci di testo o immagine statiche, possiamo avere una conversazione (anche se limitata) con annunci pubblicitari vocali. Una forma di innovazione interessante che vede ancora una volta un consumatore sempre più attivo e interattivo, e messaggi coinvolgenti e altamente efficaci per i brand che hanno voglia di differenziarsi dai competitor.
Ma quali sono i vantaggi della ricerca vocale per interagire con il pubblico?
Sicuramente quello di mostrarsi più empatici. Il contenuto vocale viene percepito come più personale e persino più informale. La voce aggiunge sfumature, il semplice testo, anche se accompagnato da emoji, non riesce a farle vivere profondamente. In più, quando ricerchiamo informazioni con la ricerca vocale, in genere non lo facciamo mai con una sola keywords, ma aggiungiamo diverse parole, profilando sempre più la ricerca. Un ottimo strumento anche in ottica SEO, insomma”
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