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  • Perché non dovremmo più parlare di futuro ma esplorare tutti i futuri possibili

    Avere gli strumenti per pensare ai futuri possibili in modo più strutturato può essere la chiave per affrontare i cambiamenti in atto e cavalcare l’onda tecnologica

    27 Maggio 2019

    In breve:

    – In un periodo storico come quello attuale è indispensabile sviluppare la capacità di pensare al futuro nel modo corretto – Moltissimi lavori sono frutto della capacità di fare previsioni e in alcuni Paesi del mondo il futuro è una materia scolastica – Esaminare gli scenari alternativi ci permette di essere più preparati come società, ma anche come aziende. Lo dimostrano esempi come quelli di Kodak o Blockbuster – Le tecnologie esponenziali impongono una riflessione collettiva sui futuri — Già intorno alla prima metà degli anni ’60 sugli schermi delle televisioni delle famiglie americane, e qualche anno dopo anche in Italia, comparve un primo prototipo di smartphone. Non si trattava dell’invenzione di un luminare della tecnologia ma della visione di futuro di William Hanna e Joseph Barbera, autori della storica sitcom animata di fantascienza The Jetson (in italiano I pronipoti). Questo cartone animato, che racconta la vita di una famiglia del 2060, è un ottimo esempio di come sia possibile costruire scenari accurati di futuro: molti degli oggetti e delle innovazioni presenti nel cartone, infatti, oggi esistono davvero (dal robot aspirapolvere alla telemedicina) e la realtà creata dagli autori ci ha permesso di anticipare e comprendere meglio il nostro presente. Ma perché è importante pensare al futuro? Quali sono i vantaggi e le opportunità che si creano con il giusto approccio all’analisi del domani? In un periodo storico come quello in corso, caratterizzato da grandi cambiamenti, tecnologici e non solo, pensare al futuro (o meglio ai futuri) nel modo corretto, con una visione nel medio e lungo periodo, può diventare un elemento fondamentale per aziende, istituzioni e singoli individui. Scopriamo perché. LEGGI ANCHE: 5 trend per immaginare come sarà in futuro il mercato del lavoro

    Il futuro come scienza

    “Tutti noi pensiamo al futuro, ma non sempre lo facciamo nel modo corretto”. Questa citazione del futurologo Jake Dunagan esprime molto bene il nostro rapporto con il domani: pensare al tempo e, più nello specifico, progettare il futuro sono attività alla base della nostra evoluzione e che ci differenziano dalle altre specie animali. Basti pensare che moltissimi lavori, a partire dai più antichi come l’agricoltore o l’allevatore, sono frutto della capacità di fare previsioni. Allo stesso tempo, però, non siamo in grado di pensare al futuro in modo sistematico e strutturato e siamo abituati a farlo solo in una prospettiva di breve termine. Esistono metodologie e tecniche per studiare e analizzare il futuro in modo più strutturato, a partire dai segnali del presente. Non a caso “futuro”, in alcuni Paesi del mondo, è una materia scolastica, che viene insegnata ai ragazzi fin dai primi anni trascorsi tra in aula. Analizzare il futuro non è semplice: il mondo in cui viviamo è decisamente complesso e per fare previsioni a medio e lungo termine ci manca un elemento fondamentale, le informazioni. Per questa ragione è importante utilizzare tecniche precise e tenere in considerazione tre elementi: le forze esterne, quindi il contesto in cui viviamo, le diverse possibilità e il trascorrere del tempo.

    Futuri, sempre al plurale

    Uno degli aspetti più importanti da considerare per una corretta previsione è quello di valutare attentamente tutte le possibilità: il futuro non è certo, ma nemmeno “unico”. Ci sono tanti futuri possibili, alcuni sono più probabili di altri, certo, ma non per questo sono i soli che si potrebbero realizzare. Questo tipo di approccio ci consente di mettere in discussione le ipotesi di partenza, immaginare cose che non esistono ancora e creare strategie sulla base di rischi e opportunità che si prospettano. Questo tipo di lavoro non è individuale ma collettivo: solo dall’unione di più punti di vista sarà possibile costruire un’immagine di futuro plausibile. Esaminare anche gli scenari alternativi, quelli più remoti e improbabili, ci permette di essere più preparati verso il futuro stesso, che non ci sorprenderà più come in precedenza. In “Avengers: Infinity War”, il capitolo della saga della Marvel che precede il recente campione di incassi “Avengers: Endgame”, Doctor Strange visita oltre 14 milioni di futuri possibili, scoprendo che solo in uno di questi supereroi Marvel avranno la meglio sul loro nemico. Una possibilità a dir poco remota, dunque, ma pur sempre una possibilità. LEGGI ANCHE: Il futuro delle automobili in 5 trend inarrestabili

    Guardare al futuro per scongiurare il fallimento

    Tornando alla realtà, analizzare il futuro in una prospettiva di medio e lungo termine sarebbe stato di grande aiuto a Kodak e Blockbuster, multinazionali che forse i cosiddetti millennial hanno sentito solo nominare. In pochi sanno, per esempio, che Kodak aveva “in casa” il brevetto per la fotografia digitale ma non l’ha sfruttato. Questo a causa della mancanza di visione e dalla smania di ricavi immediati, che le ha impedito di prevedere la rivoluzione che sarebbe arrivata da lì a qualche anno. Blockbuster, colosso dell’intrattenimento e leader nel noleggio di film, ha deciso di puntare tutto su l’acquisto di immobili e sulla vendita di snack e bevande nei suoi negozi, non accorgendosi (o sottovalutando) l’arrivo dello streaming. Non è riuscita così a cavalcare il cambiamento che ha permesso ad altri, Netflix in testa, di affermarsi sul mercato. Un destino opposto rispetto a quello di Shell, che fu più veloce a rialzarsi rispetto ad altre compagnie dopo la crisi energetica degli anni ’80, grazie alla sua abitudine di sviluppare le proprie strategie basandosi su concetto di Scenario Planning. Costruendo svariati scenari futuri e sviluppando strategie per ognuno di esso, seppur non in grado di stabilire i tempi della crisi, Shell era stata in grado di immaginarla come possibile sviluppo ed essere pronta a reagire di conseguenza. L’analisi del futuro, dunque, può rappresentare un vantaggio competitivo che garantisce nuove opportunità o offre la possibilità di reagire con maggior velocità a scenari critici. LEGGI ANCHE: Per conoscere quale sarà il nostro futuro tecnologico non dobbiamo più guardare agli Stati Uniti, ma alla Cina

    Le nuove tecnologie: impatti etici e sociali

    Le cosiddette tecnologie esponenziali stanno cambiando il mondo in cui viviamo a una velocità mai vista prima di oggi. Una crescita che non avviene solo in termini di sviluppo, ma anche di diffusione: basti pensare che l’elettricità, innovazione che ha avuto un impatto inestimabile per la nostra economia e società, ha impiegato 46 anni per raggiungere 50 milioni di persone, mentre l’app in realtà aumentata Pokémon Go appena 19 giorni. Forse l’esempio non è dei più calzanti, soprattutto in termini di impatti (anche se per mesi abbiamo visto giovani e meno giovani vagare per le città armati di smartphone in cerca di nuovi Pokémon da catturare) ma ci permette di comprendere con quale facilità, grazie alla rete e alla viralità dei social, queste tecnologie possano diffondersi. Le conseguenze sono evidenti anche sotto il fronte etico e sociale: a cambiare saranno il mondo del lavoro e le relazioni, ma anche lo stesso significato di “umano”. Senza una grande consapevolezza, diffusa e condivisa, rischiamo di essere investiti dai cambiamenti tecnologici, che al contrario andrebbero cavalcati e sfruttati. Porsi le giuste domande nel presente, con curiosità e spirito critico, è il solo modo per farsi trovare pronti all’avanzare del futuro. L’invito è quello di essere parte attiva del cambiamento in atto e di partecipare alla discussione sul domani, per guidare il cambiamento verso il migliore dei futuri possibili. Proprio per questa ragione è nata Impactscool, per lo stesso motivo proponiamo questa nuova rubrica su Ninja Marketing.